Autore: Il Trono di Sagre

La Ciurma Cartoon Band

La Ciurma Cartoon Band

Membri gruppo

LA CIURMA CARTOON BAND
Manuela Donadio Voce
Giovanni Marchioretto Basso e Cori
Federico Amato Batteria
Angelica Parisi Tastiera e Cori

Descrizione del genere


Sigle Cartoni Animati anni 70-80-90-2000

Zona di lavoro: Senza particolari limitazioni

La Ciurma Cartoon Band – Bio:


Il sogno di ognuno di noi è di poter tornare di nuovo bambino. Con il nostro gruppo si può!
Uno spettacolo unico ripercorrendo le sigle più belle dei cartoni animati di Cristina D’avena, Giorgio Vanni e I grandi classici insormontabili.
Ideale per grandi e piccini, con vestiario a tema cartoon e divertimento assicurato!

In onda su Rai 2

La Ciurma Cartoon Band – Contatti:


Telefono: +339 320 8086588 (Giovanni)
Mail: Gmarchioretto@virgilio.it
Facebook: https://www.facebook.com/LaCiurmaTributeBand
Instagram: https://instagram.com/laciurmacartoonband?igshid=ZDdkNTZiNTM=

Link youtube:

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Porcus Festival – Puglianello (BN) – 2023

Porcus Festival – Puglianello (BN) – 2023

Il Porcus Festival di Puglianello (BN) raccoglie l’eredità della ventennale Fest’ du Puorc’ ma oltre il nome cambia ben poco: carni locali, un gruppo organizzativo molto unito ed efficiente ( Nuovo Centro Studi Puglianello ), ricco menu e solito entusiasmo di chi attendeva con ansia questo ritorno dopo la pausa forzata.

Porcus festival, carne di maiale e pappacella
– Una delle protagoniste della serata: La carne e papaur’


La tensostruttura


Per ragioni prettamente climatiche l’evento si tiene solitamente all’interno di una tensostruttura, nulla a che fare con un semplice “capannone”, ma Puglianello ha a disposizione un castello (al momento in ristrutturazione) e una tenuta, Casa Marchitto, che funge anche da museo.

Trovandosi nella provincia di Benevento e tenendosi tra fine Febbraio e le date che ultimamente sono diventate definitive della prima metà di Marzo è facile che il meteo sia inclemente: una delle edizioni finì addirittura sotto la neve.


La tensostruttura resiste alle intemperie, mantiene il calore ed è estremamente ampia (può ospitare turnazioni di 650 persone), le uniche ovvie controindicazioni sono il risentirne dell’acustica (il suono non venendo assorbito da nulla ovviamente rimbomba) e quando si bracia duro e il vento è contro parte del fumo può creare una cappa.


Le tipicità


Tutti i piatti più apprezzati della provincia beneventana sono presenti in menu, il più caratteristico è forse la Carn e papaur, una variante locale della sfrionzola (o viceversa) che presenta una forte nota d’aceto, la presenza delle pappaccelle, che hanno un sapore più carico rispetto al normale peperone, e l’assenza categorica di patate. La versione con patate, nei dintorni, è nota come pentolaccia.
Urge una mappatura della sfrionzola e delle sue varianti.

Porcus festival, carn e papaur
– Che sia chiara l’assenza di patate

Non è da meno, anzi, il fegato int’ a rezza (spero di aver beccato i troncamenti), altra specialità del posto, che viene profumato solo con alloro.

Continuando con le braci a menu sono presenti anche salsiccia, pancetta e fettina.
Piatti classici da Pasquetta campana, sempre di operatori del settore, tutti del posto.
Ci teniamo a sottolineare questo aspetto poiché il festival è anche un modo per esprimere la natura contadina e agricola della città.

I primi


Buona scelta di primi con tre grandi classici: Gnocchi con tracchie e cotiche, Pasta fagioli e cotiche, Rigatoni alla matriciana.

Quello che ci è piaciuto di più (e che risulta anche il più venduto dell’anno) è stato il piatto con gli gnocchi. La carne naturalmente sapida va a sopperire al sale (quando si fanno 1200 piatti di pasta regolarsi con le dosi non è facile) ed è piacevole ritrovarsi nel piatto i pezzettoni di carne tenera e saporita.

Porcus festival, gnocchi
– Una collinetta di sugo di maiale


Al secondo posto di questo podio immaginario inseriamo la pasta fagioli e cotiche.
Interessante variante locale addolcita dalla presenza dei grassi del maiale, ricordava un po’ quella di Riardo (CE), del Calici al Castello. Uniforme, cottura perfetta, un bel piatto.

Puglianello, Pasta fagioli e cotiche
– Un’immagine vale più di 100 calorie


Minestra maritata ed altre specialità


Altro piatto da provare è la minestra maritata, questo sembra uscito direttamente dalle cucine del vostro agriturismo preferito (o da quelle della nonna). Sapidità perfetta, insaporito dalla carne del maiale, preparato alla perfezione anche con i gambi più spessi della pianta che nonostante ciò non sono mai coriacei. Un piatto perfettamente riuscito.

Si accompagnano alla minestra una polenta con broccoli e salsiccia e una zuppa di porri, fagioli e cotechini. Questi due piatti partono da classici della cucina contadina ma si sono evoluti all’occorrenza per completare il reparto dei secondi. La polenta mi è sempre ostica quindi sono di parte, ma la zuppa di porri è molto gradevole ed è un piatto inaspettato che potrebbe far felice l’ospite occasionale che non è avvezzo ai piatti da sagra più violenti.

Sono presenti patatine fritte, per accontentare i più piccoli, e pizza fritta con sugo di maiale.
Il sugo porta la pizza, altrimenti classica, unta il giusto e ben realizzata, su un altro livello di sapore.

Porcus Festival, pizza fritta
– Pizza fritta con sugo di maiale


Vini, taglieri e dolci


Perfino la parte alcolica è completamente del posto.
Vini e birra (artigianale) sono realizzati da aziende locali.
L’Aglianico del Taburno è della tenuta La Fortezza mentre la birra artigianale è prodotta dal birrificio Historia. Ottimi prosciutti sono anche quelli che si possono testare, affettati al momento, nell’angolo riservato ai taglieri. In questo spazio si possono acquistare anche formaggi e insaccati vari da portare a casa come souvenir.

Piccolo spazio a parte per i dolci: Grande varietà in campo quindi potete scegliere quello che vi piace di più ma se vi fidate di noi non potete non assaggiare la sbriciolona con mele e nocciola. Spaventosamente buona.

Sbriciolona
– Sbriciolona con mele e cannella

Un applauso va allo staff, molto disponibile a farci vagare in cucina, a raccontarci lo svolgimento delle varie preparazioni e a girare come un perfetto ingranaggio sia nel tenere in ordine l’ampio spazio con i tavoli sia nell’essere celeri in cucina, non abbiamo mai notato grandi file nonostante la partecipazione.


Il Nuovo Centro Studi Puglianello


Il ritorno, in quest’edizione 2023, è sicuramente un appuntamento riuscito. Il cambio di nome (e la prima collaborazione ufficiale con Il Trono di Sagre) porta bene all’evento che registra numeri soddisfacenti e permette all’associazione di far cassa in vista di diversi eventi culturali che si tengono durante l’anno.
Infatti oltre il Porcus Festival a Puglianello esistono appuntamenti che permettono a laureandi o a talenti locali di mettersi in mostra (ve ne parleremo poi sui nostri portali).

A questo si aggiunge l’immensa disponibilità e gentilezza di Francesco Di Sorbo, col quale siamo ormai in contatto da tre lunghi anni e del presidente Filippo Guarnieri, insieme a quella di tutto il resto dell’associazione.
Al prossimo festival!

– Ceci n’est pas Nuove Centro Studi Puglianello


Falco

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Scorziello | Casa Agricola – Serre (SA) – Tavolo Riservato

Scorziello | Casa Agricola – Serre (SA) – Tavolo Riservato

La Tenuta Scorziello, denominata Casa Agricola, si trova a Serre (SA) e si compone di un ristorante, una struttura sul retro con B&B e piscina, un ampio giardino, utilizzato anche per eventi, orti, frutteti e animali in libertà. La quasi totalità di ciò che arriva in tavola è coltivato nei terreni della tenuta o arriva dagli animali da fattoria che la vivono. Il Trono di Sagre ravana sul posto alla scoperta delle specialità locali.

Casa Agricola Scorziello, Pollo alla cacciatora
– Il luccichio del pollo alla cacciatora


Accolti dalle oche


Nel ritorno a sorpresa del freddo marzolino ci troviamo alle 21 nel parcheggio della tenuta accolti da oche (o papere? avevano la testa sotto le ali) che sonnecchiano incuranti della brezza. Sicuramente essere accolti da animali da fattoria è sempre piacevole e trasmette immediatamente una rassicurante atmosfera da km0.

In pieno contrasto con l’aspetto rurale brilla, composta da vetro e ferro, la serra che funge da anticamera al ristorante. Le lucine si riflettono nei vetri e addobbano qualche ulivo, donando un aspetto grazioso all’ingresso volutamente spartano. In questa parte della tenuta si cena all’aperto, quando il tempo è più mite.


L’interno è contraddistinto da un saletta in realtà abbastanza intima (25 coperti circa) che conduce da un lato alla cucina, dall’altro al soppalco, che consiste in un’altra 60ina di coperti. I tavoli, in linea con l’ingresso, hanno il colore di un legno chiaro, tendente al miele. C’è legno ovunque, e questo è bene.
L’interno della scalinata è farcito di libri e di bottiglie di vino, che in realtà non avremo bisogno di aprire perchè ci si stappa un “della casa” etichettato, oltre il dignitosissimo, made in Casa Agricola Scorziello.
Per chi preferisce il bianco, c’è anche quello. Noi consci che si mangerà una bella matassona andiamo di rosso classico, per la precisione Rosso Campago IGP, come recita l’etichetta.

Le note di colore (della sala, non del vino) sono date da una stupenda parete verde petrolio, che hanno ritinteggiato perchè sapevano che è uno dei miei verdi preferiti, un carciofone che si staglia regale su una tela bianca (e che è il simbolo e il prodotto principe degli orti della tenuta) e una gigantografia dei monti che sovrastano Serre e il circondario.


“Eccelliamo nei carciofi”


Mattia Valitutto, gestore delle cucine e del locale, ci accoglie con gentilezza e ci racconta che il prodotto principale è il carciofo. Poi c’è stato spazio per specializzarsi in altro, che ci ritroveremo in tavola, ma non vi faccio spoiler. Mattia ci porta in cucina, dove annusiamo nell’aria un pollo che si crogiola felice nel suo sughetto alla cacciatora, e poi al nostro posto. Ci stappa una bottiglia e ci godiamo la calda atmosfera della sala.

Formaggi e salumi
– Occhi sul formaggio sapido!


La prima portata è un mix di antipasti caldi e freddi, un classico che raramente delude.
L’unico prodotto non locale è un prosciutto di Norcia (eccellente) perché…i maiali erano finiti!
Prima di andarsene però i suini hanno lasciato in dono capocollo e salsiccia, entrambi ottimi.

Si accompagnano ai salumi due tipologie di formaggi, tra cui un pecorino estremamente sapido che alla sola vista comincia a farmi sudare zigomi e tempie, segno che sarà ottimo, e poi una discreta sequela di terrine contenenti le più simildisparate verdure, direttamente dal loro orto.

Partiamo col dire che c’era una bietola e patate, esaltata dal loro olio Bufo, che era di una dolcezza estatica, forse forse la parte dell’antipasto che mi è piaciuta di più.


Non potevano mancare le patane cunzate con crusco briciolato, una verza e fagioli, con crusco trionfante in cima, dei piccolini carciofini sottolio, dei carciofi, caldi, un po’ sminuzzati (buonissimi!).
Dosi umane, non atte a metterci in ginocchio fin dalle prime spiluccate, ma comunque un gran bel set!


Tanto per cambiare…


….una matassa come primo? Perché cambiare se la adoriamo?
La matassa di Casa Agricola Scorziello è made in La Siciliana, once again.
Alla pasta di buona fattura si aggiunge il fagiolo del loro orto e il crusco, ancora lui, sempre di casa.
Peperoni cruschi e matasse, la nostra dieta non cambia.

Casa Agricola Scorziello, Matassa
– Matassa con crusco


Mattia ascolta le nostre richieste e non va oltre i 100gr, per primo.
Si, perchè anche stavolta c’è il secondo primo.
Orecchiette, fatte in cucina a mano, e ve lo scrivo perchè erano perfette e va detto, con carciofi e guanciale. Signora mia.

Incredibilmente tra le due, nonostante la voglia folle di una pasta diversa, continua a vincere (per me) la matassa. L’inestimabile valore della semplicità.

Orecchiette
– Orecchiette perfette


Proviamo anche il secondo, e per fortuna!
Il pollo alla cacciatora lo tenevamo come pensiero fisso quando l’abbiamo sbirciato appena entrati, si rivela all’altezza delle aspettative. Morbido, colmo dei suoi succhi e del suo sughetto, ideale, da mangiarne un chilata con disinvoltura.

Buona anche la sfrionzola. Classica. Patate affettate a mano e fritte, carne di maiale (sempre quelli, giustificatissimi per non averci lasciato anche il prosciutto), peperoni e una generosa dose di aceto.
Per me il secondo ingrediente principe di una gran sfrionzola è l’aceto, quindi approvo felice.

Casa Agricola Scorziello, Sfrionzola
– Sfrionzola classica


Dolce epilogo


Un altro grande classico: la torta caprese. Nonostante un brutto incidente i cui fantasmi mi rincorrono ormai da 17 anni, che mi porta spesso a evitarla, sarebbe un grosso errore in questa occasione farsela scappare. Bassa, tenerissima, dolce il giusto, ottima.

Non da meno la scomposta, il cui dolce tendente al gelato alla crema è perfetto per variare un po’.


Come si sarà capito, di questa nostra serata ci è piaciuto tutto.
Ringraziamo la gentilezza e la disponibilità di Mattia Valitutto e di Antonio Scorziello, che in questa nostra ricerca di tutti i mille sapori che può avere una matassa si sono rivelati fondamentali!


Falco

Felicella | Country House – Serradarce di Campagna (SA) – Tavolo Riservato

Felicella | Country House – Serradarce di Campagna (SA) – Tavolo Riservato


La Country House Felicella è a tutti gli effetti un agriturismo a gestione familiare, situato nel verde di Serradarce di Campagna (SA). Come redazione de Il Trono di Sagre non potevamo volevamo esimerci dal riapprezzarne i caldi (e abbondanti!) piatti e, in occasione della nostra collaborazione con il pastificio La Siciliana, siamo tornati a sederci, camino in vista e vino in tavola, fregandoci le mani. Oggi ci divertiamo!

Zuppa di fagioli
– Non fa più così freddo ormai, ma ad una zuppa contadina non si rinuncia…


Tutto cominciò col castrato


Gianluca Gerardi, che ha accolto con entusiasmo l’idea di questa avventura in combinato tra Il Trono di Sagre, La Siciliana e la sua Country House, ci racconta, nonostante il da farsi che lo vede apparire fugace tra cucina-camino-tavoli-esterno notte, come tutto sia iniziato e proseguito: in famiglia.

“Il castrato lo faceva già mio nonno, identico a come è oggi”

Una fase della realizzazione della celebre matassa, ad opera del pastificio La Siciliana

🔖Via Serroni 23b, Battipaglia (SA)

📞 0828 370802 / 389 789 8502

🔖 Via Galdo, 67, 84022 Campagna (SA)

📞0828 45586



E’ proprio da questo castrato, infatti, che ha origine anche la nota Sagra del Castrato al Ragù cù Maccarun r’ Zit che si tiene ogni anno in Agosto, proprio a Serradarce di Campagna. L’evento non ha più bisogno di presentazioni, dato che è amatissimo dal suo zoccolo duro di appassionati della carne nella salsa e potete apprezzarne tutti i dettagli in pagina, nel nostro calendario eventi e nelle pubblicazioni degli amici di OPERARE, l’associazione che ogni anno rimette in piedi l’evento.


Ad arrivare in tavola però è inizialmente un lungo antipasto, un misto di caldi & freddi.
Per i freddi abbiamo: salumi locali (prosciutto, pancetta…) una zucca lievemente arrostita e tagliata finissima, ottima, da bis, che ovviamente ho fatto. Speciale, sulla bruschetta arruscata alla perfezione che vi servono di fianco.

Per i caldi invece si schierano una parmigiana della mamma che è un piacere. Alta, spugnosa e fritta.
Si smorza con un mix scarole, patate e peperone crusco, ottimo bilanciamento dell’amarognolo anche nella scaletta dei piatti, in contrasto con una ben poco sapida zuppa di fagioli e cotenna.

Rigo a parte per la pizzella al carciofo, ottima, ottima…e l’involtino di verza gratinato, che è stato spettacolare. Si è sentito anche dall’entusiasmo del tavolo di fronte al nostro (“L’involtino di verza? E’ buonissimo!”)

Involtini di verza
– Involtino di verza, tra i miei piatti preferiti della serata


Carboidrati a cascata


La serata scorre gradevole all’interno del locale dall’atmosfera calda, un po’ favorita dal camino, un po’ dal legno alle pareti e un po’ dal chiacchiericcio intorno a noi, anche il vino rosso aiuta. Sta andando tutto alla perfezione, finchè lo staff, rappresentato dall’onnipresente e simpatico cameriere, non decide di end our whole career con una valanga di pasta.

Felicella, Matassa
– Un El Dorado di matassa e fagioli


Fingo impassibilità ma non appena vedo la quantità di matassa so che moriremo lì.
Perchè è bella, e sarà sicuramente anche buona, perchè la mangeremo tutta, e ci manderà KO.

Gianluca ricompare mentendo clamorosamente: “Ma saranno un 200 gr!”, menzogne, si è volati alti oltre i 150 gr a testa. Però…è questa la pasta che ha dato origine a questa serata, pastificio d’origine de La Siciliana, preparata, mantecata, esaltata, nella Felicella Country House, osservata, fotografata, divorata, digerita, da Il Trono di Sagre.
Una gran bella matassa, classica, con fagioli, un po’ di forte e crusco on top.

Felicella, Ziti
– Non fatevi ingannare, sembra una porzioncina ma la foto è stata scattata dal James Webb

Procediamo col secondo primo? Ebbene si, questa notizia, già anticipata nel mio scambio di conversazioni con Gianluca, era quel che più temevo. Per fortuna il quantitativo di ziti sarà inferiore al matassone, vero?
Sbagliato. Uguale, se non di più, piomba a centro tavola questo meteorite sciolto nel sugo, con un sapido che ci risveglia il palato, il castrato, presentissimo, si mescola al pomodoro tiratissimo e al formaggio di pecora. E’ un piatto eccellente. Altri 100gr e passa a testa, Corvo cede di schianto e non parlerà più per il resto della serata, traumatizzato, rivelerà poi al suo psicologo di “vedere la pasta scotta”, nei suoi incubi.

Verza e patate
– Come fa il peperone crusco a essere sempre così buono?


Tutto finì col castrato


Ormai in balia degli eventi, con almeno un’altra porzione rimasta nella tonda pirofila (ci faceva male il cuore a lasciarla lì, ma del resto ci faceva male il cuore anche letteralmente, quindi…) passiamo al castrato, assoluto, protagonista, di nuovo al centro della tavola.

All’interno del piatto, sotto dune di sugo, in trincea, anche delle bracioline.
Nonostante la sazietà raggiunta tre piatti fa è ancora una volta impossibile non lasciarsi risvegliare per un attimo il vulio dal sapore carico del castrato.
Morbidissimo, si taglia col cucchiaio come fosse una ganache al maiale.

Il segreto? Pare essere solo una lenta cottura, ben controllata, per un minimo di 4 ore, in passata paesana, fatta in casa.
Delusi? Al contrario, la semplicità sa sorprendere.
Non c’è bisogno di orpelli quando la materia prima è ottima, è la lezione più vecchia della cucina.

Felicella, castrato
– La rupe dei Re, al sugo

Si può anche uscirne con le ossa rotte, ma lo spazio per il dolcino ci sarà sempre.
E dalla cucina capitombola una torta di crema e amarene. Impossibile capire quale fosse il segreto della sua bontà, nascosto in pieno sole dall’apparente semplicità della stessa.
Crema gialla e avvolgente, non troppo dolce, setosa, con l’amarena spappolata che esplode e da quel tocco finale di dolce e acido, pungente. La frolla, spesso dimenticata, è protagonista quanto il ripieno, delicata, mai pesante, una conclusione eccellente.

– Ottima torta fatta in casa


Alla fine siamo talmente gonfi che c’è tempo solo per un altro mezzo litro di vino e un limoncello per Corvo, che è stato rianimato nel frattempo con i sali terapeutici dello zucchero a velo della torta.
Due chiacchiere con Gianluca e siamo pronti per lasciarci morire in una cunetta appena fuori la tenuta, con uno stranito sorriso sulle labbra.

Troviamo anche il modo per sbagliare 2 volte strada e regalarci un alienante ritorno a casa sotto le pale eoliche, in un buio terrificante.


Falco

Porcus Festival – Puglianello (BN), la cultura contadina del maiale torna protagonista

Porcus Festival – Puglianello (BN), la cultura contadina del maiale torna protagonista

Il nuovo centro studi Puglianello presenta: Porcus Festival – Puglianello, le date saranno quelle del 10, 11 e 12 marzo 2023.
La manifestazione, che vuole recuperare le tradizioni e la cultura che ruota intorno al maiale, è organizzata dal Nuovo Centro Studi Puglianello, con il patrocinio del Comune di Puglianello.

La locandina ufficiale dell’evento

“La festa” era precedentemente denominata ‘A Fest du Puorc’. E’ diventata ormai una straordinaria realtà, che offre a Puglianello, al territorio campano e non solo, l’opportunità di rivivere la magia di un momento festoso. All’interno del quale diventa protagonista la cultura contadina, da sempre autentica e capace di interpretare
l’eccellenza dei tempi.

Tutto lo splendore che vi attende


La peculiarità della manifestazione sta nel fatto che attraverso questo momento di festa, si intende soprattutto recuperare la radice dell’animale cresciuto in famiglia. Pertanto la materia prima impiegata non è figlia dell’allevamento industriale, ma prodotto domestico per ricreare i migliori piatti della tradizione gastronomica contadina.
L’allevamento del maiale è, infatti, una delle rare usanze che il mondo contadino continua a custodire gelosamente. Essa resiste al tempo nonostante la vita rurale abbia subito profonde modificazioni.
Nucleo centrale della festa sarà l’area degli stand gastronomici, allestiti in tensostruttura riscaldata. All’interno della quale si potranno consumare tanti piatti della cucina contadina che avranno per l’appunto protagonista proprio il maiale.

Noi del Trono di Sagre ci saremo, per vivere questa manifestazione in prima persona, per darvi una vetrina di quella che è la festa e i piatti proposti, attraverso immagini e video.
Come sempre racconteremo la nostra esperienza nell’articolo che seguirà l’evento, il nostro consiglio è come sempre però quello di venire a provare dal vivo e di non farvelo raccontare!
Non siete ancora convinti? Se non siete ancora convinti, speriamo di convincervi per le prossime edizioni 😉


L’evento, come detto, si terrà nel centro di Puglianello, in provincia di Benevento, nei giorni del 10-11 e 12 marzo 2023, a breve sarà presentato il programma completo che noi del Trono di Sagre non esiteremo a comunicarvi su tutti i nostri social.

– Clicca sull’immagine per rimanere aggiornato!
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B&B Casa Mare Paestum

B&B Casa Mare Paestum

Tra la Costiera Cilentana e quella Amalfitana, due fra i luoghi più magici e suggestivi della Campania, il B&B Casa Mare Paestum offre una vacanza indimenticabile tra storia e natura. A due passi dal Parco Archeologico di Paestum – eletto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità – e da spiagge di incantevole bellezza, premiate con bandiere Blu e Vele Legambiente, è possibile godere di cultura e relax ed anche prelibatezze tipiche come la famosa mozzarella di bufala Campana.

Grazie alla sua posizione strategica, il B&B Casa Mare Paestum fa vivere una vacanza adatta sia ai giovani che alle famiglie. Numerosi sono i luoghi d’interesse turistici che si possono raggiungere. Non solo il mare, con la sua distesa di spiaggia dorata ma anche l’entroterra è ricco di attività e paesaggi incantevoli. Paestum offre tantissime bellezze da scoprire, tante cose da fare e luoghi da visitare, ma soprattutto una vacanza che resta nel cuore e nella mente di chi la vive.

Indirizzo e contatti

Vito: +39 388168 1271
Email: info@casamarepaestum.it
Indirizzo: Via Francesco Gregorio 109, 84047 Capaccio Paestum (SA)

Il B&b Casa Mare Paestum è situato nel Comune di Capaccio Paestum in provincia di Salerno. 

Indicazioni:
5 Km dalla Stazione FS di Capaccio-Roccadaspide (circa 8 minuti d’auto)
20 Km Uscita autostradale BATTIPAGLIA (circa 20 minuti d’auto)
98 Km dall’Aeroporto Internazionale di Napoli (circa 1 ora d’auto)
33 Km dalla stazione Fs di Salerno (circa 40 minuti d’auto)

Le camere

PORTA AUREA

Informazioni

Camera matrimoniale con bagno privato e balcone.
È perfetta per chiunque voglia trascorrere una vacanza in relax. La stanza, dotata di tutti i confort, è ideale per una giovane coppia o una piccola famiglia, grazie alla presenza di un divano letto.  

Servizi

  • WiFi Gratuito
  • Tv Schermo Piatto
  • Climatizzatore
  • Bagno Privato
  • Deposito bagagli (da concordare con la Direzione)
  • Culla da campeggio (da concordare con la Direzione)
  • Piano cottura (da concordare con la Direzione)

Check In: 15:00

Check Out: 10:00

PORTA MARINA

Informazioni

Camera matrimoniale con bagno privato e balcone.
È perfetta per chiunque voglia trascorrere una vacanza in relax. La stanza, dotata di tutti i confort, è ideale per una giovane coppia o una piccola famiglia, grazie alla presenza di un divano letto.  

Servizi

  • WiFi Gratuito
  • Tv Schermo Piatto
  • Climatizzatore
  • Bagno Privato
  • Deposito bagagli (da concordare con la Direzione)
  • Culla da campeggio (da concordare con la Direzione)
  • Piano cottura (da concordare con la Direzione)

Check In: 15:00

Check Out: 10:00

PORTA SIRENA

Informazioni

Camera matrimoniale con bagno privato e balcone.
È perfetta per chiunque voglia trascorrere una vacanza in relax. La stanza, dotata di tutti i confort, è ideale per una giovane coppia o una piccola famiglia, grazie alla presenza di un divano letto.  

Servizi

  • WiFi Gratuito
  • Tv Schermo Piatto
  • Climatizzatore
  • Bagno Privato
  • Deposito bagagli (da concordare con la Direzione)
  • Culla da campeggio (da concordare con la Direzione)
  • Piano cottura (da concordare con la Direzione)

Check In: 15:00

Check Out: 10:00

Angolo Colazione

Gli ospiti del B&B Casa Mare Paestum possono cominciare la giornata con una deliziosa colazione . La ricca colazione consente di scegliere tra frutta fresca , yogurt, cornetti, fette biscottate, biscotti, diverse varietà di marmellate, miele, cioccolata, latte freddo e succhi di frutta. Tutti i prodotti offerti sono di ottima qualità e apprezzati da tutti i nostri ospiti, sia nazionali sia internazionali. La sala colazioni è aperta dalle 7.45 alle 09.45 del mattino. Su richiesta forniamo anche prodotti per celiaci senza glutine. La colazione è inclusa nel prezzo della camera.

Parcheggio

Gli ospiti del B&B Casa Mare Paestum possono usufruire del parcheggio gratuito all’interno del cortile.

Giardino

Ampio giardino dove poter trascorrere momenti di relax

Corte esterna

Al B&B Casa Mare Paestum ti aspetta una piccola corte esterna dove sorseggiare un drink al rientro dalla spiaggia

Servizi su richiesta da concordare con la direzione

  • Navetta da e per stazione FS ed Aereoporto
  • Deposito bagagli
  • Late check out
  • Piccolo angolo cucina
  • Culla da campeggio 
Tra vasci e vichi – Castellabate (SA) – 2022

Tra vasci e vichi – Castellabate (SA) – 2022


Castellabate (SA) è ormai una delle località più note del Cilento e ha bisogno di poche presentazioni.
Nella sua parte più bassa però c’è un tesoro di vicoletti, archi, antri e nicchie che l’associazione PaeSanaMente ha deciso di valorizzare una volta per tutte con la manifestazione Tra Vasci e Vichi

– Pizza bassa in stile cilentano


Il turno dei vicoletti

Se piazza, panorama e castello hanno già i loro visitatori pochi si spingono di loro volontà fino alle pendici del paese. Grosso errore! Perché questa storica parte della cittadina è ricca di storia e cultura e si presta benissimo ad un evento.

PaeSanaMente ha capito che con Tra Vasci e Vichi poteva ridare dignità a questi quartieri e farli conoscere anche al grande pubblico. Tutti i mestieri di una volta, dal macellaio, ai pescatori, dall’arrotino ai cacciatori, riprendono vita grazie a dei figuranti abilmente piazzati in questa o quella casetta.


Ciò che rende credibile il tutto è un percorso studiato fin nei minimi dettagli per mettere sotto i riflettori tutti gli “hot-spot” del borgo. Un discorso che ha riguardato le luci e l’atmosfera, ma che ha necessitato anche il montaggio di una scenografia vera e propria.

Il risultato? Una credibile passeggiata indietro nel tempo.


Un racconto corale


A far da collante tra le varie scenette ci sono i figuranti in movimento. La zita, che sbraita vagando per il paese in abiti da sposa, i musici, che animano le piazzette dove il visitatore può unirsi alla festa e ballare ed altre comparse che con abiti dell’epoca indicano e guidano il turista alla scoperta dell’antro successivo.


All’inaugurazione della prima serata c’è stata anche una parte recitata che introduceva l’inizio di questa 3° fortunata edizione. Lo sforzo organizzativo è stato notevole, ma ha funzionato tutto? Si.

Tra Vasci e Vichi si è dimostrato uno tra gli eventi meglio organizzati, belli e partecipati dell’anno, senza dubbio. Era già tutto sui giusti binari nel 2019, nel corso della sua 2° edizione, ma stavolta c’è stato un salto di qualità e di impegno osservabile a occhio nudo.

Funziona tutto, dalla navetta che corre su e giù senza limiti fino a fine evento, dagli spazi creati ad hoc per mescolare le bellezze naturali del posto (come i panorami), fin alle tradizioni riesumate e mostrate al pubblico. Vicino il vecchio capanno dove cuoce il latte per il formaggio troviamo due tranquille e curiose caprette, poco vicino il mercato.


Altra incredibile particolarità è come il percorso passi tra spazi aperti, piazzette e minute rampe di scale (o tunnel) sia, senza interruzioni, all’interno di palazzi. Ad esempio quello dove è stata ricreata una prima scuola dell’obbligo con attempati discoli studenti. O che ospita, nello stesso spazio, le sarte e l’intrecciatore di cestini.

C’è un’intera barca con set di reti e galleggianti, a ricordare l’importanza del ruolo dei pescatori, ma non manca il bivacco dei cacciatori e il pozzo delle lavandaie, il mulino e il falegname.


Il percorso gastronomico


Insolitamente in basso nel nostro racconto arriva la parte gastronomica.
Il bello è che nonostante questo evento non punti troppo sulla parte mangiatoria ne possiede comunque una di alto livello. Anche i punti ristoro, infatti, sono ben incastonati nel percorso, in aree un pochino più spaziose (non sempre) e adibite al relax.

La lagane e ceci, che viene tirata a mano e preparata al momento (creando l’attesa più lunga nel percorso, per ovvie ragioni) è uno dei punti più interessanti. Ben sapete, siccome ne abbiamo parlato diverse volte, quanto cambi questo piatto in ogni paesino del Cilento. In questo caso la scelta è furba, si è optato per una pasta in stile Rufoli (SA), molto cremosa, distante ad esempio dalla tradizionale tipica di Giungano (SA), che è molto brodosa e ricca d’aglio!

– La proposta cremosa

In ordine sparso non sono da perdere le pizzelle con le alici. Quelle di Castellabate sono le migliori mai provate, insieme a quelle storiche della festa di Rutino (SA), che vi raccontammo ormai 4 anni fa!

In ogni antro culinario potete abbinare al piatto un bicchiere di vino, antro diverso vino diverso, con una buona qualità minima generale. Altro piatto estremamente tipico della zona è la farnata, che…vi consiglio.

Premetto che per me va assaggiato tutto, quindi difficilmente vi suggerirò di saltare qualche tappa del percorso. La soluzione migliore, al solito, è fare gruppetto e spartirsi il tutto, altrimenti è veramente difficile non arrivare satolli alla fine!

– La preparazione dello sfrionzolo


Sfrionzolo e Sanguinaccio


Mentre andate in giro troverete più spazi interattivi, come quello dove potete ricreare una foto d’epoca (che potete anche ritirare stampata in b/n poco più avanti!) o il punto dove potete mettervi sulle punte alle spalle dei manichini e farvi delle simpatiche foto con coppolla o paglietta.

A destra e a manca, andando a naso, troverete il sapido e saporito sfrionzolo, abbondante e accompagnato da fettona di pane modello mattoncino, e il dolce sanguinaccio.
Quest’ultimo è una vera rarità e vi consiglio vivamente di provarlo, potrebbe essere l’ultima volta che ci riuscite!

Questa del sanguinaccio, insieme ad altre scelte, dimostrano lo studio approfondito che c’è stato dietro l’evento. Non solo è stato veramente complesso coordinare tutte le scene, è stata inserita una parte recitata, una quantità di figuranti che va ben oltre il necessario, ma anche un’attenta selezione dei piatti.
E tutto funziona a meraviglia.

Altro piatto povero e soddisfacente è il Sciusciello, a base di uova e pane ammollato (ma sempre bello croccante), poi ci sono anche la Pizza Fritta e la pizza cilentana classica, con sugo e formaggio, caldarroste e dolci tradizionali.


Tra Vasci e Vichi, in conclusione…


Difficile aggiungere altro. Menzione d’onore per l’uso delle Lire come ticket, altra genialata.
PaeSanaMente fa le cose sul serio e siamo felici di aver promosso in prima persona quest’evento di questa Castellabate che mai doma e mai sazia continua a sorprenderci con la sua voglia di mostrarsi e di stupire, ancora una volta, in una veste totalmente nuova. A Castellabate ci sanno fare.

L’evento si è tenuto il 22 e 23 Dicembre 2022, riprendendo per altri due giorni dopo Natale, il 26 e 27.

– Il vecchio conio <3


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Tra Vasci e Vichi – Castellabate (SA), l’affascinante rievocazione del Natale di un tempo

Tra Vasci e Vichi – Castellabate (SA), l’affascinante rievocazione del Natale di un tempo

L’associazione PaesanaMente organizza anche quest’anno la manifestazione “Tra Vasci e Vichi – Presepe Vivente” che si svolgerà a Castellabate nei giorni 22-23-26-27 dicembre 2022.

locandina tra vasci e vichi
La locandina ufficiale ed aggiornata dell’evento

Il Presepe Vivente prenderà forma proprio tra le antiche mura medievali che nascondono scorci e storia di inestimabile bellezza ancora poco conosciuti.

Una passeggiata rievocativa tra i vicoletti, vasci antichi andati in disuso, scene di vita quotidiana e mestieri del Cilento antico nel periodo natalizio. Un vero e proprio viaggio nel passato, tra antiche tradizioni, mestieri, musica popolare, piatti tipici e sapori di un tempo tra gli scorci più suggestivi ed incantevoli del borgo. 

Il presepe è in programma il 22-23-26-27 dicembre dalle ore 19:30 in un viaggio unico nella Castellabate di un tempo.

Nella scorsa edizione del 2019 abbiamo potuto constatare che anche gli stand gastronomici sono ben inseriti nel contesto. Per esempio aspettando il vostro piatto di lagane e ceci vedrete stendere e tirare la pasta dal vivo, dal tavolo infarinato alla pentola, e poi dalla ripassata coi ceci e olio fino al vostro piatto.
Sempre in ambito gastronomico consigliamo fortemente la combo pizzelle di alici + sciusciello.

Per chi non lo sapesse, lo sciusciello, presunto semplice, non va preso sottogamba, gonfio di uova, fagiolini, crostini di pane e cipolla potrebbe lasciarvi sazi al primo assaggio, anche questo buonissimo.

Tra Vasci e Vichi è evento giovane, ma passeggiandoci, anzi, vivendolo, non lo diresti.
I ragazzi di PaeSanaMente hanno allestito un’affascinante manifestazione che rievoca un pò quella Castellabate antica, già bella, fatta di artigiani e mestieranti, e di antichi usi locali.
Noi del Trono di Sagre, ce ne siamo subito innamorati.

  • CORVO
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Calici di Natale al castello – Riardo (CE) – 2022

Calici di Natale al castello – Riardo (CE) – 2022

Eccezionalmente spostato al periodo natalizio questo collaudato evento che si tiene solitamente ad Ottobre vi da la possibilità oltremodo suggestiva di passeggiare nella parte più storica e affascinante di Riardo (CE). Calici di Natale al castello vi porta dal vecchio ospedale in disuso e che ormai presenta solo una storica facciata fino ai vicoletti che portano al castello e alle sue larghe sale.


Menu tradizionale, con degustazioni


L’evento si compone di una parte più tradizionale che si svolge all’inizio del centro storico di Riardo, dopo una serie di tortuose salite che vi invogliano a parcheggiare “a valle”, pena manovre al limite della frizione nelle sue ripide curve.

Dabbasso quindi troviamo panche e cucina tradizionale, nel menu a prezzi competitivi troviamo una zuppa di ceci che funge da alternativa vegetariana, pasta e fagioli con cotiche, soffritto, cuzz’tiello con polpetta e altre varianti di questi piatti principali.


La zuppa, molto semplice e con poco mordente, viene compensata oltremodo dalla ricchezza di lipidi della pasta e fagioli. Difatti grazie alla ricetta tradizionale di scuola Monticelli essa nasconde uno strato di grasso dato da lardo e cotiche. Alla prima cucchiaiata rimarrete straniti, poi ci darete dentro.
Ci hanno sussurrato la ricetta, ma è un po’ un segreto professionale, quindi vi invitiamo a scoprirla recandovi sul posto (dove volendo al punto vendita Monticelli trovate anche le conserve con questo “sugo”)

Abbiamo trovato saporito e carnoso il soffritto (sempre della stessa provenienza) e buona la polpetta, anche se il cuzztiello di per sè spauriva un po’ di fronte il suo ideale fratellone di Cervinara.


Finito questo pasto caldo (mentre si alzava ogni tanto un po’ di fresco) ci si può recare al castello facendo qualche pit stop nelle varie cantine che si incontrano sul percorso, come Telaro o Terre dei Lombari.
Dall’altro lato, invece, un’altra parte della Pro Loco si occupa di cuocere arrosticini al sole, sulla parte del castello che offre un vasto panorama.


Show Cooking


La parte di cucina che si tiene nel castello è affidata alla già citata Monticelli, famiglia & macelleria che con affiatamento sminuzza, cucina e intrattiene l’intera Riardo. Antonio Caiazza, il conosciuto titolare, si occuperà del porzionamento di 1/2 maiale mostrando la sua maestria al coltello e tutte le parti dell’animale al pubblico curioso.

Mentre con rapidità la bestia viene completamente sezionata alle spalle di Antonio il processo continua con cottura e servizio per i prenotati allo Show Cooking. Intrattiene e fa da collante Sergio, che ha composto addirittura una poesia per celebrare questo momento.


Dal maiale si ricava anche una delle preparazioni più tipiche di Riardo e che pare che possa diventare sempre più protagonisti di Calici (di Natale) al Castello, cioè la carne salsicciata.
Detto volgarmente si tratta di una vecchia usanza un po’ alla carlona di sminuzzamento del ripieno della salsiccia, con aggiunta generosa e ad occhio di una bella parte di grasso.
Come è intuibile si da vita a un versatile “””trito di carne””” molto saporito da poter utilizzare in svariate preparazioni.

Dallo show cooking arrivano anche piatti di salumi, freschi, teneri e dolci, con formaggi del posto, e finalmente la parte arrostita e fumante: salsiccia, filetto di maiale e altre delizie preparate sul posto.


Dove trovare tutti questi prodotti…


Tutto e molto di più lo trovate anche nel punto vendita a poche centinaia di metri dal centro del paese stesso. Dalle conserve di salsiccia fresca sottolio ai vini delle rinomate cantine locali, passando per pasta secca delle migliori marche, cestini natalizi, tagli di carne di svariata grandezza, porchetta, salami, formaggi e chi più ne ha più ne metta. Il tutto circondato da una gran sintonia familiare, frasi motivazionali e l’incredibile energia di Antonio Caizza, che con il suo vocione fa sentire passione e presenza anche mentre è indaffarato in più mansioni all’unisono. E’ proprio lui che ci ha voluto qui per l’occasione e che tra l’imboccarci prosciutto appena affettato e senza fermarsi un attimo manda in porto il suo show cooking prestandosi anche alle danze e agli abbracci, tra una suonata folk e un Ricciardi random.



Alleghiamo foto con indirizzo del punto vendita, qualora qualcuno volesse procurarsi qualche prodotto tipico della zona.
Macelleria Monticelli, Via XXV Aprile, 15, 81053 Riardo CE, 328 557 2976


– Falco

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Vicolo dei tartufai – Borgo Pirozza di Cervinara (AV) – 2022

Vicolo dei tartufai – Borgo Pirozza di Cervinara (AV) – 2022


Vicolo dei tartufai giunge alla sua 6° edizione e si terrà come sempre a Borgo Pirozza, “quartiere” di Cervinara (AV) molto antico contraddistinto da archi e e cortili in pietra ideali per ospitare un evento itinerante. Altra ideale caratteristica è il prodotto: Il tartufo. L’evento si terrà dall’8 al 10 Dicembre 2022, ed ora viene la parte interessante…


Più che un vicolo, un corso


Si chiama “vicolo” per tradizione ma Borgo Pirozza è molto più di questo. Esplorare il percorso con attenzione saprà ricompensarvi, come nel caso della cappelletta di San Sebastiano, ritrovata quasi per caso dato che nel tempo era stata adibita a legnaia e che è ora disponibile per i visitatori in maniera gratuita.

Altro cortile che non potete perdervi è quello che ospita Umberto e i suoi formaggi.
Più che uno stand una mostra, da appassionato di prodotti caseari del territorio e di arte Umberto dispone di un ampio spazio con balle di fieno, cavalletti, un vecchio carretto e una moderna piastra.

Vi ritenete conoscitori di formaggi? Vi sfido a non sciogliervi a vostra volta quando assaggerete la provola affumicata fusa.


Andiamo però con ordine, anche se rimettere insieme tutti gli eventi in successione non è semplice, sia per via della girandola di volti sorridenti, di piatti provati, sia per la moltitudine di bicchieri di vino ingeriti.
Se pur da qualche parte dobbiamo cominciare si cominci da Antonio.

Se è vero che chi ci ha chiamato sul posto è stato Gianni Bizzarro, uno dei coordinatori dell’evento, bisogna dire che chi ce l’ha fatto scoprire è senza dubbio Antonio Catilino.
Solitamente per gli eventi ci piace girare in solitaria, così abbiamo modo di osservare in maniera neutrale, senza parafrasi e suggerimenti, e cogliere i pro e i contro di tutto.
Del resto la nostra funzione è anche quella di aiutare gli organizzatori con il punto di vista di un visitatore ferrato ed esigente.

Per fortuna le cose a Vicolo dei tartufai sono andate diversamente dall’ordinario.


“Borgo Pirozza è casa mia”


Vagare con Antonio per il borgo è stato come tornare dalle Americhe e andare a fare il giro dei parenti.
Non si percepiva la febbrile sensazione del dover fatturare a tutti costi ma c’era al contrario un vago sentore di Pasquetta in famiglia. Una Pasquetta organizzata da Dio, si intende, dove era difficile fare un passo senza che qualcuno non ti chiedesse come stavi, non ti offrisse un piatto fumante e abbondante o un bicchiere di vino. E infatti è presumibile che a metà percorso fossimo già ubriachi.

Per fortuna abbiamo iniziato con una bella pinta di birra artigianale, accompagnata con un bretzel, proprio al primo stand del percorso, quello del Capannone Motor Club. La birra era perfetta per accompagnarsi alla pastosità del bretzel e infatti abbiamo fagocitato il tutto abbastanza rapidamente.


Pochi metri più avanti e un nuovo pit stop. Qui abbiamo arrosticini, molto saporiti (tra l’altro non so se sia voluto ma il passaggio bretzel-birra come aperitivo leggero che si evolve con arrosticini-vino era perfetto per preparare il palato a tutto quello che verrà) e caldarroste. Naturalmente altro bicchiere di vino e le prime gag con noi che cominciavamo a prendere confidenza con l’ambiente.

Seguendo i cartelli in legno (anche se perdersi è impossibile) si prosegue fino alla pizza fritta.
L’avete mai provata con sugo, formaggio e tartufo? Noi no, ed era buonissima.
Anche qui, in teoria ci si poteva limitare a foto-video-assaggio e passare avanti ma era impossibile!
All’interno dello stand si danzava e rideva mentre si stendeva la pizza, al di fuori dello stand i clienti e visitatori di rimando stavano al gioco, concedevano la precedenza per pura galanteria e sostavano mangiucchiando e scambiandosi opinioni anche tra sconosciuti. Non so con quanta gente ho parlato.


Spritzino?

Altra area, altra incredibile quantità di scelta. Andiamo con ordine. Di fronte a noi vedo un uomo sorreggere un cuzz’tiello di pane grande quanto la calotta cranica di Corvo.

“Ragazzi, ve ne preparo uno?”
“Magari! Come li fai?”
“Beh c’è alla Genovese, o…”
“Genovese.”

Non sapremo mai gli altri gusti, anche se ho intravisto un signore con un broccoli e salsiccia che definire strapieno era un eufemismo. Come si poteva immaginare il cuzztiello è una bomba. Il pane nonostante sia spesso si ammorbidisce a sua volta sedotto dalla genovese fumante, ve lo consiglio vivamente.


Non è facile non consigliare qualcosa in una serata del genere, dove fila tutto liscio.
Perfino durante un breve attimo di pioggia (più acquaneve che pioggia, dai!) alla postazione del caciocavallo impiccato si continuava a ridere e fregarsene, qualche piccolo intoppo non poteva rovinare la festa. E guarda un po’…il caciocavallo impiccato (che noi abbiamo preso sulla classica fetta di pane, ma che volendo si può inserire in un panino farcito che già alla vista era da acquolina pura, con salsicce paesane alla brace, melanzane sottolio, altro tartufo etc.) era enorme, ed ottimo.

Ci fermiamo nuovamente a scambiare due chiacchiere allo stand dello spritz (buono, idea sfiziosa piazzarlo lì e bella risposta anche del pubblico più giovane) con Antonio che transita allegramente sotto la pioggia senza il cappuccio e che nonostante noi abbiamo inanellato un notevole pinta di birra-vino-vino-vino-spritz ci ha probabilmente doppiato grazie ai suoi ritmi invidiabili.

Conosciamo altre 48 persone e poi andiamo a vedere una zona nuova.


Stand e sfottò in un clima di festa


Antonio procede con sfottò continui ai vari stand, che rispondono a tono. Molti li ricordo perché ci hanno schiantato, altri si sono persi nel vino, altri non posso ripeterli, ma la procedura è sempre la stessa.
Spesso non sappiamo nemmeno cosa staremo per provare perchè ci si perde di frequente in brindisi che degenerano in bevute vere e proprie, battute e conversazioni che spaziano dai tuberi all’edilizia.

“Lui è pisciaiuolo”
“Ah beh, anche noi siamo della provincia di Salerno”
“Nono, nel senso che vendeva il pesce”

Nello spazio che precede il gran cortile di Umberto e i suoi formaggi troviamo un enorme stand dedicato ai panini, alla porchetta, agli hamburger, mentre spingendosi un po’ oltre è il momento dell’uovo fritto al tartufo. La stanza-cucina è irreale, sembra il set di un film di Lynch. C’è un camino, o meglio ciò che ne resta, che è stupendamente decadente. Vi sono sopra delle candele e sembra fatto esso stesso di cera, come se si rimodellasse bruciando. La sala è di un giallo curry fortissimo e senza apparente motivo c’è un un vuoto circolare sul tetto. Andiamo avanti.

In ordine sparso, altrimenti servono altri due articoli, più avanti sul corso principale del “vicolo” c’è della musica tradizionale dal vivo, con bella partecipazione di danzatrici folk e visitatori, una sala illuminata a festa con un grande albero di Natale bianco e giallo e una stanza piena piena di peluche, sogno di ogni bambino, incubo di ogni detective.


Scelta gastronomica illimitata


In diverse postazioni troverete, in forme vagamente differenti, zuppa di fagioli e funghi o tartufi, sempre accompagnata dall’immancabile fetta di pane (a fine serata avremo mangiato probabilmente un intero sfilatino) ma anche pizza, pizza fritta (già citata, ma proposta più volte), formaggi (altri, non quelli di Maurizio), mortadella alla piastra, vin brulè, ma anche stand di artigiani con oggettistica natalizia.

Patate attorcigliate allo stecco e vogliamo dimenticare quel tagliolino con grana al tartufo? Quel tagliolino mangiato lì, tra i locali, con Antonio che faceva le foto a noi, in una particolare inversione di ruoli, in quella serata che continuava a sorprenderci…

Nonostante mi sia dilungato molto più del solito probabilmente non sono comunque riuscito a rendere giustizia alla moltitudine di amici incontrati (per Walter serve un articolo a parte) ed è per questo che vi invito a non perdervi quest’evento! Dall’8 al 10 Dicembre 2022, a Borgo Pirozza di Cervinara, Vicolo dei Tartufai. Non mancate!

– La serata in una foto


– Falco

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