Con grande soddisfazione anche quest’anno, nella sua edizione 2023, la Festa Popolare della Tammorra di Sessa Aurunca (CE) (dal 21 al 23 Luglio!) si avvale con partecipazione della collaborazione de Il Trono di Sagre per promuovere e sponsorizzare il proprio evento. Perchè parliamo di soddisfazione? Basterebbe sorvolare Sessa Aurunca a volo d’angelo per rendersi facilmente conto di quanto sia grande la macchina organizzativa di questo evento, basterebbe poi fare due passi (anzi due saliscendi) per la festa per poterla facilmente apprezzare.


La Festa Popolare della Tammorra, com’è l’edizione 2023?
I punti forti dell’evento restano gli stessi: Innanzitutto un centro storico che si presta benissimo, un naturale serpentone di bellezze artistiche sparpagliate con sagacia nel centro storico fanno da immediato scenario a un evento che evoca tradizioni popolari, sembra a tratti di muoversi in un presepe animato.
Segue un lavorone fatto dall’organizzazione, come sempre, per mantenere costantemente l’atmosfera vibrante, con 4 palchi e una trentina di artisti (cifre al ribasso) che si alternano nella tre giorni di evento e che non lasciano mai lo spettatore senza la compagnia di una nota.


Come se non bastasse almeno 5 band itineranti di varia natura, tra castagnette, fisarmoniche, chitarre, canti e gonne variopinte passeggiano dimenandosi e colorando il percorso, avanti e indietro, avanti e indietro. Perché sottolineare questo doppio passaggio? Perché il cambiamento climatico ci ha regalato una cornice di umidità forse perfetta per chi vuole dimenarsi sotto un palco, un po’ meno ideale se devi scattar foto e far video (figurati suonare e cantare camminando), dopo 2 salite al castello eravamo messi come in una partita di calcetto: zuppi.



Il vino in…aiuto?
Non aiuta-invece-aiuta la grande presenza di vino! Importante quanto le danze, che viene disseminato nei vari stand sul percorso, spaziando tra proposte tipiche delle cantine di Sessa Aurunca fino alla grande novità di quest’anno, un vino prodotto con le uve del territorio, lavorato da una cantina del posto e presentato proprio come bevuta ufficiale dell’evento.
Ne approfittiamo subito, prima di addentrarci nel racconto della serata, per salutare e ringraziare Carmine Paolucci e Dino Pastore, che hanno curato anche quest’edizione della Festa Popolare della Tammorra e che ancora una volta ci hanno scelto per raccontarvela.


Ticket, numeri e percorso
Potreste rimanere un attimo spaesati dalla mappa. Potreste ritrovarvi dall’altro capo del percorso e disperarvi perché quello stand che cercavate è esattamente all’estremo opposto di quello cui siete voi. Questo può capitarvi soprattutto se è la prima volta che venite, ma niente paura, la soluzione è semplice quanto intuitiva…gli stand sono suddivisi equamente.
Ce ne sono quasi due per ogni tipologia, di conseguenza gli stand simili sono agli estremi opposti.
Ci sono due proposte di pasta? Bene, una sarà al castello, l’altra nell’ultima piazza in basso, per far si che ovunque ci sia vicino a te, a distanza umane, lo stand che cerchi o una sua diretta alternativa.
Quindi, due proposte di pasta, agli estremi del percorso, e nel centro gli stand unici, come quello del baccalà o quello delle crispelle. Tutto chiaro? No? Bene, andiamo avanti.



La nostra passeggiata di salute comincia proprio dalla piazza del castello. Questa è la piazza più grande, quella che ospita il palco più grande, e che vi permetterà di sfogarvi dimenandovi in pista (piazza) letteralmente squagliandovi al suolo dal divertimento. Sia in questa piazza che in altre troverete dei punti cassa. Vi consigliamo, se siete in gruppo, di prendere risme diverse di ticket. L’ideale sarebbe andare in 3 e prendere 2 risme da 20 (poiché molti ticket sono sì singoli, ma permettono 2 alternative. Con due risme da 20 assaggiate tutto) e una da 15, in modo da avere tutti gli stand in vostro pugno come un Thanos che si snappa metà della calorie assunte.

First time?
Il punto più vicino da dove iniziare a fare dei piccoli test, scendendo dal castello, è la piazzetta che ospita le signore degli anelli. Esse friggono a temperature da monte Fato le crespelle che sono anelli di pasta fritta, grandi come bracciali anni 90′, servite semplici (senza sugo o formaggio). Accompagnate il fritto con un bel vin di festa, quello di cui vi ho parlato prima, che trovate proprio nella stessa piazza.
Il vino c’è sia rosso (freddo o temperatura ambiente) sia bianco (falanghina). Noi abbiamo provato il rosso, dopo le riprese del caso do un sorso, mi volto verso il ragazzo al banco e annuisco. Il vino è liquoroso e persistente, ma soprattutto: si sente! La piazzetta è colorata a festa da luci intense che variano dal viola, al rosso, al blu regalando una visione di piccola meraviglia, rovinata solo da una bandiera dell’inter.


E’ il momento di fare qualcosa completamente senza senso e quindi attirati da delle turiste con dei calici di bianco gelato decidiamo di provare anche la falanghina dello stand di fianco il baccalà fritto.
La porzione (di fritto, non di falanghina) comprende fettona di limone, tocchetti di baccalà e alicette. Alicetta ottimo snack, più soddisfacente il baccalà, entrambe ben si sposano con la falanghina fredda.

La mozzarella nera
Per il momento non ci intrufoliamo nei vicoletti, che sono addobbati di lucine e invitano l’avventore a perdersi e scoprire tutta Sessa Aurunca, ma bensì continuiamo la nostra discesa verso l’ultima piazza decisi a provare della mozzarella nera casertana, realizzata ai carboni dal caseificio D’Angelo.
La signora al banco, molto disponibile, nota il badge e con gentilezza ci chiede una foto ben fatta della composizione di latticini. Dispone con cura delle provoline piccanti, delle olive verdi classiche mescolate a olive nere molto più cariche di sapore, alcune ciliegine (bocconcini mignon), bocconcini e mozzarella nera. In cambio del piccolo favore abbonda con la nostra porzione, e noi apprezziamo.
Le provoline sono molto, molto, molto saporite, per non dire piccanti. Tra tutti e tre i tipi di mozzarella classica a me sono piaciute in particolare le ciliegine. Il metodo casertano, senza scendere nei dettagli, regala un prodotto un po’ più sapido di quello a cui siamo abituati nella nostra Piana del Sele e questo sapore viene naturalmente esaltato da un prodotto più minuto e concentrato. Buone comunque sia la mozzarella classica che quella ai carboni, che risulta al palato un po’ più spugnosa.

Il labirinto di lucine della Festa Popolare della Tammorra
Carmine Paolucci, l’organizzatore, aveva descritto i vicoletti, in particolare quelli che portano al Duomo, come un labirinto concepito per permettere al visitatore di perdersi. Vi invitiamo a seguire il suo consiglio, il duomo merita certamente una visita e anche in questa piazza, molto più tranquilla, troverete un palco, un’esibizione, e un omino con un parco amari considerevole. Se volete un po’ scappare dalla calca (che però non ci è sembrata mai eccessiva da nessuna parte) potete rifugiarvi qui per un po’.


Ri-ri-ritorniamo su e stavolta è il momento di provare la pasta, ci riferiamo allo stand del carboidrato più vicino al castello (l’altro è nella piazzetta in basso, vicino la mozzarella!). Questa è l’unica occasione nella quale abbiamo fatto un po’ di fila. Si sa, i tempi della pasta quelli sono. Per me in ogni caso anche questa fila non è stata eccessiva, ho trovato i tempi giusti e fermarmi 10 minuti non mi ha disturbato, Corvo invece sostiene che visti i tempi obbligati del prodotto forse era meglio aggiungere un secondo fornello, ve la buttiamo lì, diteci che ne pensate.
Quel che mi disturba è che il piatto fumante di laganozze spesse, incredibilmente cremoso, ricco di ceci e formaggio viene privato immediatamente del fico che lo sormontava come un’elegante ciliegia, da parte del Sig. Corvo che non si accorge che ce n’era solo uno per piatto.
“Tranquillo che comunque il sapore si sente”, mi rassicura.
In effetti però il sapore si sente, la pasta è buona buona (che bella proprietà di linguaggio), molto soddisfacente, di qualità sicuramente superiore (in gran parte per la cottura perfetta) a quella media da stand da sagra, ve la consigliamo sicuramente.

Il mito del secondo piatto di pasta
L’altra pasta non la assaggeremo mai perché il tempo di tornare di nuovo giù (per la 6° volta) che lo stand ha ultimato le riserve e ci invita col sorriso a “tornare domani”, ma a/r per noi sono 3 ore gonfie con gonfio casello autostradale e dunque mi sa che l’assaggiamo l’anno prossimo (o probabilmente mai perchè le proposte cambiano ogni anno!). Nonostante il piatto di pasta in meno noi eravamo tranquillamente sazi. L’organizzazione ci ha elargito due risme da 20€ (comprensive di vino) che ci sono bastate sinceramente per assaggiare tutto. Ripeto che alla fine ci è perfino “rimasto in mano” quel piatto di pasta e una ulteriore crespella (+ il caffè) e non c’è stato assolutamente bisogno di compensare, eravamo bellamente sazi.



4 ore di percorso
Noi ci siamo goduti la passeggiata, indugiando qui e lì per fare foto e video, e vi dico che 4 ore sono passate molto velocemente. Il caldo ci aveva completamente disfatto ma era bello vedere persone continuare a gironzolare. La disposizione di stand e palchi aiuta molto il naturale passeggiare e la curiosità (o la fame) vi spingeranno facilmente a fare quel passo in più. I naturali capannelli di persone che cominciano a radunarsi e danzare in giro per il percorso rendono il percorso mai banale.
La Festa Popolare della Tammorra di Sessa Aurunca (CE) è sicuramente uno degli eventi più soddisfacenti della nostra tournée estiva. Un evento gestito con la massima cura e a cui non manca niente. E’ itinerante, è ricco di musica (c’è stato anche un sentito omaggio, udito spontaneo sollevarsi da diversi palchi, in memoria di Marcello Colasurdo, notissimo nome legato alla tradizione della tammorra), ricco di punti gastronomici, è ben organizzato, per tutti i gusti eppur molto specifico. Dalla lunghezza dell’articolo avrete capito che ve lo consigliamo vivamente.
