Festa Popolare della Tammorra – Sessa Aurunca (CE), un percorso degustativo, tra musica e cultura – Il Trono di Sagre

– Per chi acquista il ticket degustazione in prevendita , con sole 2€ in più può avere un calice serigrafato


Torna dopo due anni di stop anche l’appuntamento della Festa popolare della tammorra di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta.

Quest’anno si prospetta una festa davvero esplosiva, da quello che lasciano trapelare gli organizzatori. La voglia di ripartire è tanta e infatti con l’impegno di tutti, l’obiettivo sarà quello di restituire a tutti il tempo perduto e di godere di nuove delle belle sere d’estate.

Il video di un’edizione precedente

– La mappa della manifestazione

Il Programma


La festa popolare della tammorra avrà luogo nel weekend che va dal 22 al 24 luglio 2022 e nell’edizione di quest’anno saranno presenti, tra gli altri, La Nuova Compagnia di Canto Popolare e il Canzoniere Grecanico Salentino.

Una festa iniziata quasi per gioco, in sole tre edizioni, porta il nome di Sessa Aurunca sui grandi palcoscenici.
Premiata ed elogiata a Roma in Piazza Navona ritira l’ambitissimo premio Italive !
Il premio viene consegnato da Miss Italia 2020 e dal dott. Tamburella, ospite alla IV edizione svoltasi al Teatro Romano di Sessa Aurunca.

La premiazione della festa popolare della tammorra
La premiazione

Il Trono chiede, gli organizzatori rispondono…

Descrivici brevemente la festa popolare della tammorra, cosa potranno aspettarsi gli avventori, durante il vostro evento?

Certo, ci sarà un vero e proprio percorso gastronomico, dove saranno presenti prodotti tipici del territorio di Sessa Aurunca, con la partecipazione delle nostre aziende vinicole. Ci sarà la possibilità di acquistare ticket che hanno una duplice valenza.
Vi sarà quindi il ticket degustazione per chi vorrà partecipare soltanto al percorso degustativo, con sacca e calice. Mentre chi vorrà invece soddisfare anche la curiosità dal punto di vista culturale ci sarà la possibilità di acquistare un ticket visita guidata per visitare i monumenti storici del luogo. Acquistando insieme i due ticket, quest’ultimo sarà scontato di un euro.
Aggiungo inoltre che chi acquisterà i ticket in pre-ordine, otterrà un calice riservato in omaggio, serigrafato.

La festa ha sicuramente nell’atmosfera, nella musica e nel percorso degustativo il suo forte, ma ci accennavi anche ad una parte artistica da sottolineare, cosa puoi dirci di più?

Esatto. Ci sarà una casetta dedicata proprio al merchandising, ci sarà la possibilità di acquistare magliette, collane fatte in terracotta con la forma di tammorra, centrotavola, ventagli e borse.
– Clicca sull’immagine per avere tutte le informazioni!

Informazioni utili

Organizzatori: Festa Popolare della Tammorra
Numero di telefono: 329 388 7445
Email: festapopolaredellatammorra@gmail.com
Pre-order ticket link

telegram trono

Corvo

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1 thought on “Festa Popolare della Tammorra – Sessa Aurunca (CE), un percorso degustativo, tra musica e cultura – Il Trono di Sagre”

  • Prima volta e probabilmente anche ultima.
    La cosa più deludente è stata l’atmosfera generale: sembrava una festa fatta apposta per fottere i soldi e che con la tradizione aveva a che fare poco e niente.
    Mi riferisco principalmente alla formula del menù, che sembra essere stata una delusione sia per gli ospiti che per i negozi che hanno aderito : nello specifico ho preso quello da 10 euro che prevedeva panino, patatine, gelato, dolce e due bicchieri di coca cola. Lo scopo è quello di far guadagnare un po’ tutte le attività locali, ma andiamo con ordine:
    – Panino: avevamo chiesto, prima di pagare alla cassa, se ci fossero atenative vegetariane. Risposta: certo, puoi farlo come vuoi, vai lì e scegli gli ingredienti.
    Aspettative: WOW!
    Realtà: pochi panini già fatti fra cui scegliere, l’unica cosa vegetariana sono i peperoni all’interno del panino peperoni e salsiccia. Io lo prendo perché mangio carne, la mia compagna è costretta a rinunciare perché se avesse voluto un’alternativa diversa dai panini già fatti avrebbe dovuto pagare un extra.
    Panino riempito solo per metà, freddo, con una salsiccia fredda, dura e piena di pezzi di grasso che non si riuscivano a masticare. Andiamo al secondo negozio che vende panini, dalla parte opposta del paese ma niente: ha solo paninetti napoletani e altri rustici pieni di carne. Ma ovviamente finché non attraversi tutto il paese non sai cosa cavolo troverai: scriverlo sulla guida cartacea era troppo?
    – Patatine: prendiamo due cuoppi di patatine. Mezzi vuoti. “Possiamo avere delle salse?” – “sì, ma si pagano a parte all’interno”… e vabbè
    Avete presente le patatine del McDonald’s che sono croccanti anche il giorno dopo? Beh, queste erano sicuramente fatte il giorno prima e no, non erano croccanti. Erano dure, la stessa consistenza della suola delle mie scarpe sudate dopo una lunga passeggiata. Sapevano di olio e tristezza. Chiedo gentilmente all’omino delle patatine se per caso hanno anche patatine fresche. Ma lo faccio dopo essermi assicurato che i clienti in fila siano andati via, per non metterlo in difficoltà. Mi dice che non è possibile che sono vecchie, ma poi le assaggia, mi da ragione e mi da u n cuoppo nuovo (sempre mezzo vuoto, eh, non è che farsi perdonare lo riempie come si deve). Gli faccio presente che i cuoppi sono due e, con stizza, mi cambia anche il secondo, dicendomi che loro ci guadagnano solo un euro a cuoppo anche se l’abbiamo pagato di più. Come se questo li giustificasse, come se qualcuno li avesse costretti ad aderire al menu. Alla fine, con non poca ironia, mi augura di godermi il resto della serata e io, con non poca stizza, mi trattengo dal mandarlo affanculo.
    Da notare che lì avevano due teglie di patatine: le prime (quelle schifose) le hanno prese dalla teglia alla loro sinistra, le altre (quelle decenti) dalla teglia alla loro destra.
    – Gelato: “Quanti gusti?”
    “uno solo, guadagniamo solo un euro e non possiamo metterne di più”
    “ma come, non ho mai visto un gelato con un solo gusto!”
    “se ne vuoi di più, devi pagare a parte”
    Almeno era buono, ma di nuovo, chi vi ha costretti ad aderire al menu?
    – Dolce: a scelta fra castagnole (stand 3) e un altro dolce non noto allo stand 20 (dalla parte opposta del paese, ma mi rompevo di tornarci e non saprò mai che cosa mi sono perso). La castagnola era buonissima, anche se sapeva di zeppola di San Giuseppe, e anche qui se volevi un babbà (con due b perché l’ho scritto in napoletano*) dovevi pagare 3 euro extra.
    Insomma, con 20 euro abbiamo mangiato: 1 “panino” mezzo vuoto (praticamente solo pane) con una micro salsiccia fredda e tosta, 1 piatto di gnocchi (alla fine la ragazza ha dovuto optare per quello, non essendoci panini vegetariani, nonostante la sera prima fossimo andati alla sagra dello gnocco), 4 bicchieri di coca cola, due gelati con un solo gusto a testa e 4 mini zeppole di San Giuseppe e 2 cuoppi di patatine fredde, stantie e mezzi vuoti (che per fortuna ci hanno cambiato dopo varie proteste). Il resto dei soldi se lo sono intascato gli organizzatori.
    Ora, finito il discorso menu, passiamo ad altro. Una mappa fatta coi piedi con il chiaro scopo di confondere i visitatori. Sì, perché è disegnata male, pare che devi andare da una parte e invece devi andare dalla parte opposta. Ma “tutto ‘o blocco” devi semplicemente seguire la stradina principale del paese: c’era bisogno di buttare tanta carta per fare una cosa anche sbagliata, che fra l’altro non ti diceva nemmeno se all’ultimo stand beccavi un panino napoletano piuttosto che un panino caprese?
    Lungo la suddetta strada c’erano gli ormai super sfruttati striscioni con scritto il testo di una canzone, in questo caso “La tammurriata nera”. Scritti in un *napoletano sgrammaticatissimo (sì, anche la lingua napoletana, in quanto tale, ha una sua grammatica) e pieno di errori (perfino gli accenti sulla E – verbo – mancavano!!)
    Finiti questi striscioni ne cominciano altri ma attaccati nel senso opposto di marcia, che per leggerli dovevi andare di fantasia, perché si vedevano le scritte in trasparenza)
    Insomma, tutto organizzato alla buona, tutto organizzato con i piedi, tutto all’insegna del fottersi i soldi (quando mai a una festa popolare si vede un mini-calice di vino a 3 euro? Forse a un ristorante, non a una festa POPOLARE)
    L’unica cosa buona è stata la musica degli Ars Nova (durato poco, ma molto piacevole) e il concerto di pizzica di “Il canzoniere gracanico salentino” (non proprio tammurriata, ma vabbè) nella piazza principale.
    Consiglio che posso dare agli organizzatori? Rivedete un po’ di priorità, cercate qualcuno che sappia lavorare meglio sulla comunicazione e cercate di non lucrare sul lavoro altrui, soprattutto se “gli altrui” si devono sentire frustrati e sfruttati e darti patatine stantie, gelati poveri e panini vuoti e freddi. Avrei preferito acquistare direttamente ai singoli negozi che fare questa formula menu).
    Consiglio per i visitatori? Finché le cose restano così, sappiate che ci sono feste popolari (ma davvero popolari e legate alla tradizione) ben più genuine di questa, dove lo scopo è far divertire e divertirsi, ballare, suonare e mangiare e bere, bene e in allegria.

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