Re Denari è un nome che negli ultimi anni ha scalato le classifiche a suon di sfornate via via sempre migliori, ma soprattutto, cosa che mi ha colpito, per le continue innovazioni cui va incontro non solo in materia di pizze, ma anche di accoglienza e cura del locale.
Ieri, in veste ufficiale, abbiamo provato, con gran piacere, di cosa sono capaci.

Accoglienza
Come anticipavo, da Re Denari poco è lasciato al caso.
Devo necessariamente citare l’accoglienza che ci è stata riservata e la professionalità che l’ha accompagnata.
Non appena siamo entrati abbiamo subito i necessari controlli e ci siamo accomodati scegliendo tra le varie opzioni disponibili quella di un tavolino all’ingresso, in modo da poter sbiascicare, mangiucchiare e muoverci liberamente tra foto e video, senza arrecare disturbo agli altri clienti e senza imbarazzare possibilmente noi stessi.
Dalla nostra postazione potevamo dare un’occhiata generale a tutto il locale.
Il giardino che fa da ingresso e da biglietto da visita è trapunto di luci, colori e fiamme. Talvolta tenui, talvolta accese, e il tutto prosegue, più sfumato, negli arredamenti interni (soprattutto della sala grande) dando un gradevole tocco di riservato, accogliente e curato.
Le sfumature al neon interne che riprendono (non per forza volontariamente) le luci di un tramonto si incontrano perfettamente con quelle esterne, di un giallo acceso, e combaciano in un bel cielo stellato appena accennato, che va via via aprendosi.
Le luci cristallizzano la pizzeria in un perfetto orario d’aperitivo, l’orario migliore della giornata.



Fritti
A proposito di accoglienza, sfilano sul tappeto blu di Re Denari una parata ordinata e perfetta di fritti.
Si parte con un classico crocchè, del quale con un po’ d’attenzione si può apprezzare innanzitutto la grana interna, nè spappolata, nè liquida, semplicemente al punto giusto.
Il suo sapore neutro sarà perfetto per fungere da sorbetto tra un fritto e l’altro, quindi lo dimezziamo e procediamo col resto.
Le due frittatine sono eccellenti, difficile dire se prevalga la delicatezza della “bianca” o la ricchezza di sapori e creme di quella al pistacchio. Stellina dorata per la frittatina al pistacchio, a prescindere, perchè in un panorama nazionale nel quale Bronte ha soggiogato le nostre menti imponendo in ogni ricetta il suo verde frutto questa frittatina riesce comunque a spiccare per bontà.
Procediamo anche con una polpettine alle erbe.
Ah, gradevolissima anche la scelta delle birre alla spina.
FINALMENTE abbiamo tre scelte ben distinte, tutte e tre eccellenti.
Non vi scoccia chiedere una birra alla spina e sentirvi sempre propinare le solite 2-3 marche commerciali che si trovano ovunque? O che comunque hanno sempre lo stesso maledetto sapore?
E invece, per noi, Ichnusa.
40 cl che puoi abbinare a qualsiasi cosa, ideale per i fritti, per cominciare.

Le pizze
Eravamo un po’ indecisi sulle pizze ma per fortuna Irene, che ci seguiva, ha le idee chiarissime.
Cunzata, Profumi d’autunno e Sottobosco. Tre pizze stagionali.
Aggiungiamo Na Cilentana per ingordigia celata da omaggio all’amico Geppino Croce, che collaborerà tra l’altro nella nuova avventura di Re Denari, quando a breve (burocrazia permettendo) oltre ad un’eccellente pizza proporrà anche un menu di ristorazione vera e propria, che resterà però, ci assicurano, a misura d’uomo e di territorio, con in più la consueta cura che versa sul resto del locale.

Decidiamo di iniziare con calma e per piacere, introdotti dalla tenera zucca della Profumi d’autunno.
Una pizza gradevole sia nell’aspetto che nel gusto, delicata, volutamente senza eccessi, dove tutti gli ingredienti non si accavallano l’un sull’altro cercando di prevalere.
La salsiccia, la nocciola, la zucca e la provola, che lega il tutto, e che ho apprezzato particolarmente.
Proseguiamo rapidamente verso la Cunzata.
Qui ci muoviamo in territorio amico, infatti questa pizza sia nel nome che nell’aspetto ricorda molto alcune pietanze a noi care…in eventi a noi cari…cui manchiamo da quasi 2 anni…
Ebbene, la Cunzata ci risolleva nel morale e colpisce al palato, difatti convince 2/3 del tavolo ad eleggerla prematuramente come la migliore mentre il Corvo rimane per ora fedele alla zucca sua prediletta, della pizza precedente.

Terzo giro sulla giostra, tocca alla Sottobosco.
Questa pizza, nonostante il nome umile è un vero e proprio valzer.
Tra rose di speck e cristalli di parmigiano, un sottobosco (ah ecco!) di funghi porcini si crogiola nella provola d’Agerola.
Terza pizza ideale, con lo speck che spicca (anzi, che spick) tra i vari sapori tutti piuttosto tenui e delicati che abbiamo scelto, con allo stesso tempo il croccante della cialda di parmigiano che ti risveglia dall’incantesimo ricordandoti che c’è anche una quarta pizza!
La cilentana (Na Cilentana) propone l’ennesimo elemento giallo della nostra selezione, il pomodorino.
Praticamente tolto limone e zafferano abbiamo scelto tutte pietanze del colore del sole, come ad esempio la birra, che velocemente si esaurisce anche nel secondo boccale proposto.
Il pomodorino, tornando a noi, si lega bene col il suo dolciastro, al sapido e carico del salamino e della cacioricotta salata di capra ed è una degna conclusione del nostro percorso.

Amari e conclusioni (e non conclusioni amare)
Le conclusioni, come anticipa questo titolo idiota, non sarebbero mai potute essere amare, dopo questi preamboli.
Difatti la serata continua piacevole con un tris d’amari, un incontro inaspettato proprio con Geppino, che avevamo evocato finora solo nelle vesti spirituali di una pizza al cacioricotta, e con parte della proprietà che ci spiega in una conversazione molto piacevole (che poi, ci crediate o meno, è sempre la mia parte preferita della serata. Si, anche più del cibo vero e proprio…) ambizioni, idee, punti di vista, traguardi e difficoltà della loro gestione attuale e futura.
Ogni pizza ordinata, Re Denari cambia un po’ in meglio.
Con qualche piccola accortezza in più, con qualche progetto che si schiude, con qualche idea che fiorisce, sboccia ed altri termini facilmente identificabili in riviste di giardinaggio, che però trovano riscontro in un modello ideale di pizzeria (quasi limitativo chiamarla così, a questo punto) che migliora di fronte ai vostri occhi.
Ci siamo trovati benissimo.
– Falco
