Abbiamo approfittato di un Venerdì sera tranquillo per farci un giretto a San Cipriano Picentino, in occasione della Sagra della castagna.
Ormai non ho praticamente più scuse: quando si esce si finisce in sagra.
E come sarà andata?
La mia sensazione, benchè qualche locale ci abbia avvertito che il venerdì “non è niente” in confronto al sabato, ma sopratutto alla domenica, in termini di partecipazione, è stata molto buona.

Uno sguardo a San Cipriano
A Sagra della Castagna – San Cipriano Picentino la festa si sviluppa sul corso principale con un paio di ramificazioni.
Sono presenti tanti stand che offrono un menu decisamente ricco (3-4 tipi diversi di pasta, ma pochi secondi!) e, cosa importante, con gli occhi sull’obiettivo: la castagna cerca di essere un po’ ovunque.
Il vino è un po’ “costosetto” per gli standard, 1 euro al bicchiere, ogni stand ha il suo, ne abbiamo provate più varietà, qualcuna più buona qualcuna meno buona, diciamo che se ci fosse stata l’offerta popolare del famoso 50 cent a oncia vi ci saremmo buttati a pesce come al solito.
Vanno menzionati, inoltre, i suggestivi vrollari con annessi vrollatori, gente di mestiere e d’esperienza che smuoveva queste migliaia di castagne sulle braci ardenti, anche a mani nude, sollevando fontane di scintille al cielo.
Bello da vedere e buono da gustare, vi spoilero già che a fine serate nessuno mi ha tolto di bocca la mia porzioncina di castagne perfettamente abbrustolite.
Del vario menu abbiamo inoltre provato i tubetti con fagioli e castagne, di cui ho apprezzato la spiccata “azzeccosità” (sono un fan del papocchioso) e qualcuno le pennette, di cui si è fatto un bel parlare.
Buono anche il riso, sicuramente difficoltoso da proporre in quelle quantità, che è risultato molto abbondante (come tutti i piatti del menu!) e perfettamente cotto.
Nella smania di mangiarlo mi sono più volte liquefatto il palato, di conseguenza doveva esser buono!

Una pancia piena di castagne!
Anche la gigantesca fettona di caciocavallo ha attirato la nostra attenzione, tanto per cambiare.
Tutto di produzione propria dello stand, dal pane, dal sapore neutro poichè prodotto senza l’uso di lieviti, al formaggio, alla pancetta.
Al costo onesto di 3 euro due belle fette che ci hanno riempito il piatto, a dir la verità strabordavano proprio!
Non mi sono rivolto personalmente al parco dolci ma il Corvo e gli altri ragazzi hanno colpito diverse pasticelle e il ripieno così umido è stato molto apprezzato, si mormorava una discreta presenza di castagne e anice, che non può che far bene.
La serata a San Cipriano è stata sicuramente piacevole, i 42 anni di questa sagra si notano per la dimestichezza con cui le file scorrono, con cui tutto sembra messo lì non a caso, si capisce che la cosa è studiata, e funziona.
Non abbiamo avuto problemi di parcheggi, nonostante il gemellaggio con la Puglia porti qui molti visitatori anche extraregione, ci siamo intrattenuti piacevolmente con la musica e con i diversi piatti e penso che non mancheremo nemmeno all’edizione numero 43 !
– Falco
