Non è facile trovare sagre infrasettimanali quindi quando si è presentata l’idea di andare a provare un’antica ricetta di pasta tradizionale ho subito radunato una macchina di coraggiosi e siamo partiti alla volta di Castel San Lorenzo, per la Sagra dello Scazzatiello castellese.

Inerpicandosi su al paese
Il tragitto per quanto non complesso si inerpica in una serie di tornanti, ma in fin dei conti stiamo raggiungendo un castello, c’era da aspettarselo…
Ci mettiamo 50 minuti ad arrivare e parcheggiamo dove possiamo.
Intorno a noi non ci sono cartelli che indichino dove si tiene la sagra e l’unico indizio è la via scritta sulla locandina trovata online, così cominciamo a muoverci ad orecchio nel centro storico di Castel San Lorenzo facendoci guidare dalla musica e in breve tempo raggiungiamo la festa.
Speravo che la sagra si districasse tra le viuzze del borgo, invece è tutta radunata in questo ampio spiazzo che sicuramente per ragioni logistiche è risultato più semplice da sistemare.

Il menu
Alla cassa due simpatiche ragazze ci accolgono spiegandoci un pò i piatti presenti, in realtà oltre lo scazzatiello, presente in due varianti, l’unica alternativa è il “curieddu e marzafecatu” (trattasi di cotica accompagnata da una salsiccia magra) e poi di tradizionale non c’è più nulla, se non la classica salsiccia con patatine fritte o l’antipasto misto.
Prendiamo tre piatti di pasta, 3 bottigliette d’acqua, 1 secondo e una bottiglia di vino (da 75 cl. per 5,00 euro) e il totale è di ben 27 euro!
9 euro a testa per 1 primo e un secondo diviso in tre!
Alla bistrattata sagra di Montoro di cui parlai tempo fa con un prezzo del genere ci saremmo portati via uno stand in legno con signora annessa.
Spero almeno che la pasta sia all’altezza delle premesse ma purtroppo non è nè così abbondante nè così saporita, anzi.
E’ scotta e povera di sale, quella al sugo si salva poichè più gustosa ma quella con zucca e salsiccia risulta dopo un pò difficile da mandar giù.
Riguardo Ogliara avevo definitio le pennette “tenui” come sapore, ma gradevoli, qui invece ci troviamo di fronte a diversi errori, e purtroppo devo farli notare.
Cotica e salsiccia non erano male, la prima era bella speziata e nonostante in generale io non sia un fan sfegatato l’ho mangiata tutta.

Epilogo
Quindi dopo 50 minuti di macchina in scarsi 25 minuti avevo finito di mangiare, non era disponibile neanche un pò di pane per la scarpetta (gratis almeno, ma col secondo che è una salsiccia nel sugo almeno 2 fettine potevano starci).
Non posso valutare la distanza come lato negativo, non tutti abitano dove viviamo noi e magari c’è chi in 10 minuti è seduto alla panca con piatto fumante annesso, ma prezzi e attenzione nella preparazione dei piatti sono assolutamente da rivedere.
E possibilmente anche qualche alternativa sarebbe gradita.
Speriamo che negli anni a venire Castel San Lorenzo riesca a migliorarsi, del resto siamo di fronte a una sagra giovane che ha tutto il tempo di dare il meglio.
Ha un centro storico e una ricetta tradizionale, non serve molto altro.
– Falco
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