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Festa della fragola – Parete (CE) – 2022 – Il Trono di Sagre

Festa della fragola – Parete (CE) – 2022 – Il Trono di Sagre

La Festa della fragola di Parete (CE) celebra un prodotto locale noto a livello nazionale, e sul quale ruota gran parte dell’economica cittadina, la fragola.
Edita da una decina d’anni la festa è organizzata dall’associazione no-profit La Tenda, che in collaborazione con l’amministrazione locale è riuscita a dare nuova vita al Palazzo Ducale, nel cortile del quale si tiene la festa.

– Le fragole esposte sui vari stand, nel cortile del Palazzo

La nuova vita del Palazzo Ducale

Eretto intorno al 1600, il palazzo è strategicamente centrale nella geografia di Parete e La Tenda può disporne come crede meglio. All’interno, nelle stanze al piano terra, c’è un piccolo museo della fragola.
Molto carino e curato riprende le fasi della lavorazione del (falso) frutto, la sua evoluzione attraverso i secoli, i valori nutrizionali e le curiosità. E’ usato principalmente per istruire le scolaresche di Parete.

Ai piani superiori, invece, trova spazio il PAM, un museo di arte moderna che Luigi Verrengia (il nostro contatto!) ci fa visitare, facendoci notare anche decorazioni, affreschi e incartate. L’incartata è un una tecnica di decorazione che include perfino le assi del tetto. Alcuni di questi affreschi resistono nonostante i 300 e più anni e potete visitarli a vostra volta, liberamente.

Finalmente, nel cortile, vive la Festa della fragola.
Sono stati allestiti stand in legno per permettere agli allevatori locali di esporre i loro prodotti.
Naturalmente la festa non si preclude l’occasione per coinvolgere le aziende agricole del territorio, che ci tengono a spiegarci ogni peculiarità e risvolto etico del loro lavoro.
Abbiamo incontrato agricoltori molto giovani che ci hanno ripetuto più volte quanto fosse importante per loro sensibilizzare sia sul modo corretto di vivere e gestire un’azienda agricola, sia sull’invogliare più giovani concittadini possibili a non abbandonare quest’importante radice col territorio.

Sugli stand non erano esposti solamente vino e pacchetti di fragole (tra l’altro ringrazio i ragazzi dell’associazione per averci anche fatto dono di un piccolo scrigno di fragole locali, che non paghi del menu appena degustato abbiamo cominciato a mangiare perfino in auto, sulla via del ritorno) ma anche prodotti di pasticcerie locali, gelati, fragolate e immancabile fragolino.

Purtroppo non siamo riusciti ad assaggiare nessuno di questi prodotti, ma guardate quant’erano belli!


Il menu della Festa della fragola

Il modo migliore per apprezzare la versatilità del falso-frutto rosso rubino è chiaramente quello di disegnarvi su un menu apposito. Noi abbiamo la fortuna di provarlo direttamente nelle stanze marmoree del Moles, dove lo chef ha preparato per la festa una serie di trasformazioni del prodotto principe della giornata, da degustare in diverse pietanze.

– Risotto mantecato al provolone piccante

Si parte subito con un risotto mantecato al provolone piccante con fragola in doppia consistenza.
Ricopio la definizione direttamente dalla locandina per sbagliare il meno possibile e vi dico fin da subito che questo è il piatto che mi è piaciuto di più.
Banalmente ho notato come perfettamente si percepissero tutti i sapori dei vari ingredienti, dal provolone di fondo che veniva pizzicato volta per volta dal richiamo acido della fragola, fino all’iniziale sapore dolce tipico del prodotto.

– Il maialino

Dopo un po’ di attesa (grande successo di pubblico per il menu degustazione!) arriva anche il secondo.
Filetto di maialino con rosti di patate e riduzione di fragole e aglianico.
Il maialino aveva una consistenza perfetta, umido e tenero.
Il rosti, a sua volta invogliava ad essere sgranocchiato grazie alla sua patina croccante.

– Cheesecake alle fragole

Per ultimo arriva il dolcino, una cheesecake di fragole e aceto balsamico.
Dolce classico, anch’esso buono. Si notavano facilmente le pennellate di formaggio che venivano smorzate dall’acido del limone.


La risposta del pubblico

La Festa della fragola si è tenuta il 14 e il 15 Maggio e ha riscosso, ci confidavano sorridenti i ragazzi di La Tenda, immediatamente un grande successo. Nella giornata del 14 le migliaia di visitatori hanno preso d’assalto gli stand, facendo incetta di dolciumi e vini, non contenti (anzi contentissimi, in realtà) hanno affollato la piazza e si sono preparati per il concerto notturno di Tony Tammaro.

Nella serata del 15, quella della nostra visita, si sarebbe invece esibito a breve Filippo Giardina.

E’ stata una splendida occasione per provare questo prodotto tipico che in realtà finora ci era sfuggito.
La festa è senza dubbio sui binari giusti per crescere ed evolversi ancora. I ragazzi sono giovani, ambiziosi e lavorano bene. Tutto quello che ci è stato mostrato era professionale, di gran gusto, funzionale e ben concepito, speriamo di rivederci presto nelle edizioni successive!

Falco

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Polvere di stelle – Castelnuovo Cilento (SA) – 2021 – Il Trono di Sagre

Polvere di stelle – Castelnuovo Cilento (SA) – 2021 – Il Trono di Sagre


Polvere di stelle è una primissima edizione che in realtà raccoglie un’eredita già quasi decennale, che è quella delle iniziative di Luca De Feo, organizzatore ed amico, che in più di un’occasione ha portato già clima di festa in quel di Castelnuovo Cilento (SA).

Nel borgo un po’ addormentato ha dapprima sperimentato dei mercatini in piazza, per poi passare alla Ritorno al borgo che recensimmo nel 2019.
Quest’anno ritorna con Polvere di stelle, un mercatino caratteristico e suggestivo che ci ha già affascinato…

– Una piccola, magica, istantanea del mercatino


Polvere di stelle


Caratteristica principale dell’iniziativa (trattasi di un percorso con mercatini di Natale) è il tenersi all’interno della corte del castello di Castelnuovo Cilento. Il circondario naturalmente suggestivo da una grossa mano all’evento: abbiamo questa imponente serie di torrioni, che si stagliano verso il panorama infinito del Cilento, su un prato reso verde smeraldo dalla brina, che si fonde con un cielo pastello viola e rosa. I colori del tramonto danno il via alla festa.

Intorno alle 16.30, orario in cui la manifestazione inizia ufficialmente, le luminarie stellate che sormontano tutto il mercatino, semplici ma nostalgiche al punto giusto, cominciano a produrre i loro effetti magici e tutto lo scenario cambia volto.

Passando sotto una serie di archi, aiutati dal ciottolato del borgo, lasciandosi alle spalle la chiesa, si entra nella coppia di cortili.
Uno di essi è stato destinato all’intrattenimento, con palco, fumo, luci e, anche qui, un panorama a strapiombo sul resto del mondo. Nell’altro cortile, intanto, trovano dimora le casette in legno, con un tappeto rosso che circonda tutto l’itinerario e una scelta ponderata di stand tra l’artigianale e il gastronomico.


Un rocambolesco arrivo


La giornata è stata già lunga e l’intenzione è quella di risalire le “dolci” curve che ci conducono a Polvere di stelle e di goderci una tranquilla e magica serata…se non che Dio solo sa su che sentiero ci conduce il sadico Google Maps e per 1,5 infiniti km stile Serpentone di Dragon Ball ci inerpichiamo su una straducola circondata da natura brulla che peggiora ogni 100 metri.

L’ultima curva potrebbe essere quella fatale, invece arriviamo sani e salvi e facciamo due passi arrivando verso il castello. Si nota subito il fascino del borgo intero, quando già da lontano si possono notare le torri scure illuminate dal basso dal luccichio delle luminarie.

Altra cosa che si nota immediatamente è che ho cannato l’outfit è che morirò presumibilmente di freddo e stenti.

* Celine Dion fades in the background *


Luca ci accoglie, mentre fa altre 246 cose, per far si che sia tutto pronto per il “grand opening” e mentre mescola vin brulé ci parla un po’ di come tutta l’esperienza sia stata la solita, incredibile sfida, dapprima burocratica, poi economica e così via. La classica piaga delle piccole realtà di paese dove ogni cosa ti da l’impressione di remarti contro…

Eppure…eppure…da esterni, da ingenui fanciulli barbuti qual siamo non possiamo fare a meno di restare affascinati da quel che vediamo.
Il cortile, seppur ancora “work in progress” ha già la sua aura personale e caratteristica, con tanto di micione nero e coccolone, che ci accompagna in missione esplorativa.

– Il castello è addobbato con lucine e insegne


Gli stand


Luca, che crede nella forza dell’intrattenimento, ma anche nel dare a Cesare ciò che è di Cesare, ha scelto di non dimenticare le origini artigiane del Cilento e quindi ha voluto fortemente che nei suoi mercatini di Polvere di stelle ci fosse una grande presenza di stand artigianali.

Abbiamo stand dedicati solamente a libri sul cilento, altri a cesti intrecciati a mano ed altri concessi a Rareche, che più volte abbiamo incontrato nei nostri percorsi mangerecci.

– Gli amatissimi scauratieddi!


Non manca ovviamente la parte gastronomica (e sennò che ci chiamava a fare?) e voglio subito nominare un gran soffritto, di cui parlai già bene in occasione della nostra visita del 2019 e che prontamente vado ad assaggiare.
Spoiler: è sempre buono. Sono costretto a dividerlo, a malincuore, con Corvo, perchè in teoria ci serve una doppia opinione su tutto quel che facciamo, che stress!

Cos’altro? Beh, ci sono degli arancini, li provo ai funghi porcini e sono ottimi, idem per la versione cacio&pepe.
Corvo tenta la sua classica giocata con il suo amore di sempre, la nduja, ma qualcuno lassù per punirlo di avermi sottratto il soffritto gli rifila per errore quello al ragù. Muore un po’ dentro (ma lo mangia comunque).

– Lo struffolone, altro dolce tipico


Altra cosa ben riuscita è vin brulè proprio di Luca, che risulta molto delicato e non aggressivo (non ne sono un gran fan ma questo mi piace, forse, anzi, per la prima volta ne assaggio uno che mi piace) nonostante poi mi dedichi inizialmente al prosecco e subito dopo a provare qualche birra artigianale del birrificio FIEJ.

Ne proviamo circa 48 campioncini, per sincerarci sia davvero buona, e proseguiamo.


Struffolone & Kebab


Come anticipavo, qui è tutto Cilento, ci sono anche i dolci tipici natalizi, come lo Struffolone e gli amatissimi Scauratieddi. Poi c’è il kebab, dove Luca cede: “Non ci potevo fare niente, è troppo buono.”

Lo discolpiamo, anche perchè la sola colpa di quella carne è ruotare in verticale, ma fa di tutto per farsi accettare…tipo presentarsi nel panino con abbondante parmigiana. Chi siamo noi per puntare il dito? Al massimo il dito lo alziamo, per ordinarne uno!

– Il mio amato paninazzo col soffritto


Tra un panino con i broccoli e l’altro Luca ci racconta l’idea dietro ogni stand.
L’evento sembra piccolino (o meglio, intimo) ma quanto lavoro c’è dietro…e non è finita certamente qui perchè nell’altro cortile attendono impazienti una lunga serie di artisti, mangiafuoco e tanto altro.

Altra chicca, che speriamo di mostrarvi quanto prima, è il motivo del nome di questo evento.
Polvere di stelle, infatti, deriva da un magico spettacolo pirotecnico dove i frammenti luminosi dei fuochi d’artificio discendono lentamente, dondolando aiutati da un piccolo paracadute, donando a tutto il mercatino un’affascinante spolverata di stelle ciondolanti e cadenti. Una vera magia di Natale.


Gli appuntamenti


Vi ricordiamo che Polvere di stelle si terrà a Castelnuovo Cilento (SA) dal 3 al 23 Dicembre, ad esclusione dei giorni 6, 7, 9, 13, 14, 15, 16 e 20.
Gli orari vanno dalle 17.00 alle 22.30 o dalle 10.00 alle 22.30, a seconda del giorno.
Apertura eccezionale nel giorno dell’Immacolata!

Ne approfittiamo per elencarvi anche la vasta serie di artisti che presenzierà sul posto:

4 dicembre ore 20.30 i RittAntico
8 dicembre ore 20.30 Kiepo’
10 dicembre ore 20.30 Daniele Botticchio
11 dicembre ore 20.30 Peppe Cirillo e Antiqua Saxa
18 dicembre ore 20.30 Stragatti rock
22 dicembre ore 20.30 A Paranza ru’ Tamuntan
23 dicembre ore 20.30 Piera Lombardi

Ed ecco, ancora, il nostro evento ufficiale sui mercatini:

– L’evento ufficiale de Il Trono di Sagre sui Mercatini di Natale Polvere di stelle, cliccaci!


Falco

– Link alla pagina ufficiale degli organizzatori
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Mercatini di Natale – Castellabate (SA) – 2021 – Il Trono di Sagre

Mercatini di Natale – Castellabate (SA) – 2021 – Il Trono di Sagre


Dopo aver saltato un anno per via della pandemia una delle istituzioni a livello di mercatini natalizi ritorna con la voglia di non fermarsi più. Parliamo della compagine dei Mercatini di Natale di Castellabate, di Nicola Paolillo, che ancora una volta ci chiama a corte per testimoniare che sia estate, inverno o mezze stagioni…Castellabate c’è!

Mercatini di Natale, Il Trono con Nicola Paolillo
– Neanche il tempo di godersi un raggio di sole che il vento freddo ci aveva già rastrellato la faccia!


Una giornata di grazia per i Mercatini di Natale


Come se non bastassero pandemia, restrizioni, crisi economiche, cavallette, terremoti e ansia da prestazione ci si mette anche il maltempo. Un Dicembre assai inclemente complica le cose per gli organizzatori.

Due settimane di pioggia praticamente consecutive, con tsunami e secchiate incessanti, finchè in un inaspettato sabato 5 compare finalmente il sole, con 20°. Sembra di essere tornati nel sud Italia, il tornado ci ha riportato nel Kansas, Toto!


Le prime differenze che saltano all’occhio sono chiaramente i Check-point Charlie all’ingresso, dove viene controllato il Green Pass, questo tristemente è per qualcuno una buona ragione per disertare anche se di primo mattino (cioè mezzogiorno inoltrato) siamo già sui 500 visitatori.

Per quest’edizione si è cercato in tutti i modi di non creare assembramenti, in che modo?
Innanzitutto le “casette” che ospitano food e standisti cominciano dal “lungomare” (che è a 700 mt. dallo stesso) e si districano dalla parte più alta e più nota del borgo fino alle sue pendici, alla celebre piazzetta (quella del film) e per qualche vicolo seminascosto, cercando di non creare mai ingorghi.


Un’occhiata da vicino alle casette


Nelle casette in legno si incrociano le dita: i visitatori risolleveranno le sorti di un evento che in ogni modo è dispendioso, per tempo, denaro e pazienza, sia per organizzatori che per hobbysti e momentanei affittuari di casupole in legname?

Certo, durante la nostra visita sappiamo che sono previsti la solita spasmodica quantità di bus da tutte le parti della Campania, quindi questo rassicura qualcuno. Resta da capire se sarà pietoso il clima.

Mercatini di Natale, la magia che dona un raggio di sole
– Il sole dona un’aura magica al mercatino…


Le casette e i panorami risultano simili a quelli del 2019, ritroviamo lo stand delle polpette fritte (purtroppo non ancora attivo al momento della nostra visita, sigh!) e quelli ottimi e già pluritestati del panino sardo, con autentico formaggio e salume isolano (“Fa paura sto panino.”, esclama un affermato critico Corvo) e delle “frittelle”, che noi chiamiamo pizzelle, tipicissime di Castellabate (che ritrovammo anche in “Vasci e vichi“) con alici o in versione classica.

In piazzetta, invece, nella stessa posizione in cui ce la ricordavamo c’è sempre lo stand della pizza.
Preparata, infornata e tirata fuori bella fumante tutto in “live”.
Del resto anche la pizza è tipicamente natalizia in Campania, no?


Per quanto riguarda gli hobbysti e i fan dei ricami natalizi (come me!) c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Palline di vetro o in ceramica decorate a mano, calze, palline, stavolta in lana, ghirlande, targhe in legno, stelle, stelline e cesti intrecciati a mano. Castellabate non dimentica la sua natura artigiana e lascia ampio spazio a questo tipo di esposizioni, con qualche ripetizione in loop che più di una volta ti lascia pensare “Ma di qui ci sono già passato?”


Non mancano neanche, per fortuna, le solite chicche. Tipo il nostro stand amico di miele locale Le api di Anna, che già incontrammo in diverse edizioni, con le sue candele in c’era d’api, profumate e ricche di dettagli e delle golose caramelle al propoli!
E non mancano neanche conserve (tipo quelle di cipolle) e confetture, e formaggi. Per passeggiate d’ogni gusto.


La solita Castellabate


Nel tour di ricordi è al solito inevitabile perdersi nei famigerati scorci, in una piazzetta assolata, viva e con un panorama unico che nessun Siani potrà celebrare oltre quella che è la sua naturale bellezza.


In ogni vicoletto c’è una traccia della bellezza eterna del paesino che, val sempre la pena ricordarlo, prima di tanti capì l’importanza del preservare le sue origini per uso e consumo (moderato!) del visitatore.
Ti ritrovi a cercare una pizza ed un vicoletto di lucine ti rapisce, una scalinata contornata di edera e foglie verdi e rubino ti accompagna, una terrazza agghindata a festa con glicini rosa e campane bianche ti concede un pit stop in un raggio di sole caldo, con un panorama che ti stende.

Mercatini di Natale, un magico scorcio fiorito
– Non possono mancare i magici scorci del borgo


Il clima è lo stesso di sempre, per un evento che non è più regazzino e si avvicina alla sua storica 10° edizione.
Non possiamo che incrociare le dita sperando che le viuzze del Cilento siano di nuovo belle gremite di visitatori, come ce le ricordavamo (nei limiti, non fatemene pentire!)

Ne approfittiamo per ricordarvi anche le date, potrete visitare i Mercatini di Natale tutti i giorni dal 3 al 12 dicembre, esclusi giorno 6 e giorno 9, dalle ore 10.00 alle ore 22.00.
Per gruppi e bus è obbligatoria la prenotazione al numero 334 38 63336.

Ne approfittiamo per lasciarvi anche il link all’evento ufficiale:

Copertina dell'evento
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Sapori d’autunno – Felitto (SA) – 2021

Sapori d’autunno – Felitto (SA) – 2021

Prima di questa Sapori d’autunno sapete a quanti eventi degni di questo nome siamo stati nel 2021? Due.
Qual tristezza, qual scandalo, quale orrenda privazione…
Siamo passati da 200 eventi l’anno a 2. Ci mancano giusto un paio di zeri…

Come sarà dunque tornare a Felitto? In un momento in cui hai dimenticato anche il sapore di una sagra…riuscirà uno dei paesi simbolo del Cilento, con la sua Sapori d’autunno, a ridarci un po’ quella sensazione di folla calorosa, fuliggine, pasta spessa e folk ? Vediamo.

Sapori d'autunno, pasta
– Ampia scelta in zona carboidrati


It’s a long road to Sapori d’autunno


Chiaramente uno dei dettagli più noti dell’andare a Felitto è il tempo effettivo impiegato per andare a Felitto.
Siamo un po’ marmotte del Bosco Piccolo questa sera, un po’ timorosi, un po’ feriti, un po’ curiosi.
Corvo infagottato nel suo cappotto sbotta ogni curva mentre ci conduce finalmente all’evento.

Il fatto che per trovare parcheggio dobbiamo inerpicarci per qualche stradina secondaria ci lascia intendere che ci sia stata una grande affluenza.

Felitto è pur sempre Felitto, e il fusillo fa gola.

Sapori d’autunno è alla sua 14esima edizione, un fanciullo rispetto alla sua alternativa estiva ben più nota, questo le permette però di rilassarsi e sperimentare. Non soltanto fusilli con o senza castrato, dunque, ma un bel po’ di scelta.

Sapori d'autunno, folla
– Grande affluenza e assalto ai banchetti


In realtà tolto il primo momento di smarrimento nel quale cerchiamo di capire da dove cominciare (sorseggiando i primi bicchierucci di vino rosso, bello pungente) e trovato (o meglio, aggredito!) il primo tavolo, mappe alle mano, ci sparpagliamo per assaltare i banchetti e portare a casa base le provviste.


La sfrionzola è finita


Io che volevo farmi furbo volevo iniziare dalla fine, cioè dai secondi, perchè la fila per la pasta era interminabile.
Come secondi la scelta è tra: Trippa, Sfrionzola e Tagliata con i porcini.

Ora, la tagliata è un articolo complesso che solitamente evito ma Corvo voleva assolutamente provarla, così mentre lui attende lì io tento di fare il colpo grosso e portarmi a casa Trippa e Sfrionzola. Quest’ultima, però, ahimè, è già finita, nonostante siano solo le 21!

Si vede a occhio che è arrivata parecchia gente, si vede che probabilmente non se lo aspettavano e chi ne ha fatto le spese è stata la mia amata carne di maiale con pappacelle.
Mentre increduli toscani e anziani smarriti continuavano a chiedere, resi sordi dallo sconforto, la maledetta sfrionzola io intanto provavo la trippa.

Io sono un fan della trippa, la mangio anche dal barattolo, il che vuol dire che mi piace proprio.
Questa di Felitto mi ha lasciato immediatamente un sapore di casereccio.
Tagliata a pezzi molto spessi, pareva una calamarata (!), era accompagnata da fettone di pane e sugo molto delicato.
L’ho sbocconcellata con piacere e con piacere ve la approvo.

Sapori d'autunno, trippa
– Una buona porzione di trippa !


Caciocavallo, pasta…e pizza?


Come anticipavo il menu di Sapori d’autunno è bello lungo. Abbiamo ben 4 tipi diversi di pasta, i secondi di carne che ho elencato prima, caciocavallo impiccato, addirittura la pizza e poi i dolci.

La fila della pasta arriva a Capaccio, qualche coraggioso dei nostri si mette in linea “come gli altri, verso l’Inferno” mentre quelli liberi sciamano di banchetto in banchetto tra vino e piatti al volo.

Mentre Corvo è riuscito a prendere una tagliata con porcini e si dirige tronfio al tavolo, io sto ancora dando una mano nella sezione-cacio (dove per dare una mano si intende star in piedi a guardare il formaggio sciogliersi bevendo vino) e qui direi che sarebbe stato molto meglio se le caciotte appese fossero state almeno 4 o 5, invece di solamente 2.
L’affluenza di fronte il formaggio sembrava quella della folla alla messa di San Gennaro.
“E’ sciolto? E’ sciolto?” chiedevano i fedeli.

Caciocavallo impiccato
– Ottimo formaggio paesano

Momento della verità. Il cacio impiccato secondo me è ottimo, mi viene da ridere pensando a quando due anni fa facevamo classifiche mentali su quale formaggio fosse il migliore mentre quest’anno ne abbiamo assaggiato solo uno (dannazione!). Ammetto però che nonostante l’attesa questo si sarebbe ben piazzato, gran bel cacio.

La tagliata non è da meno, qui devo alzare le mani perchè questo è un articolo delicato e farlo per tante persone è a dir poco complesso.
L’omaccione dietro il banco, Efesto in prestito, martella e scintilla i costati della sua fornace e forgia questi piatti delicatissimi che sarebbe stato un attimo sbagliare.
Invece la carne è cotta al punto giusto, i porcini sono ottimi, la cremina che si crea amalgama il tutto e permette una generosa scarpetta.
I mugolii di piacere dei miei commensali mi lasciano intendere che siano d’accordo con me.
Questi due articoli sono un bel grosso OK per Sapori d’autunno, li consiglio.

Tagliata con porcini
– Tagliata con porcini, inaspettatamente delicata


E pasta sia!


Acchiappo la pasta un pochino fredda, poichè sorseggiando vino mi ero lasciato tentare dall’ordinare una pizza paesana.

Anche qui al banco pizza si sta probabilmente per consumare un dramma.
L’eroico pizzaiolo potrebbe stramazzare a terra da un momento all’altro.
Non si ferma un secondo, regola il forno, inforna, controlla, tira fuori i panetti, li condisce, c’è un bordello di gente in attesa e 30 minuti di tempo previsto per avere la tua Paesana (o la tua Margherita) ma onestamente quell’uomo non potrebbe andare più veloce.

Nel rispetto delle sue fatiche non oso lamentarmi, neanche del prezzo (5 euro è un po’ tantino per una pizza casereccia), che infatti rivela poi i suoi limiti all’assaggio. Non mi si fraintenda, molto buono il pomodorino e il formaggio, ingredienti paesani, ma l’impasto è poco lievitato e abbastanza pesante da digerire.
E’ estremamente probabile che il problema qui sia stata la molta richiesta, non ci sono stati i tempi tecnici corretti per far esprimere questa pizza al massimo del suo potenziale, peccato.

Pizza paesana
– La pizza

Riguardo la pasta, mi è un po’ ostica quella di farina di castagne, per mio gusto personale, nella sua versione al sugo, mentre sembra essere più apprezzata in generale la versione col fusillo in bianco con salsiccia e porcini.
Nel caso, tristemente, non siamo riusciti a provare il fusillo classico col ragù (la versione storica col castrato non era in elenco)


Pasteggiare con vino e castagne


Una volta che abbiamo mangiato sedie e tavoli e ci siamo rilassati, davanti a un infinito paccotto di castagne (qualità prezzo a livello alti, per me, con castagne ottime, cotte alla perfezione e ad un simbolico 2 euro) abbiamo la possibilità di guardarci intorno e fare qualche analisi su questa Sapori d’autunno sorseggiando da sprovveduti una Grappa di Pappa Reale arraffata su qualche stand (perchè i limiti non esistono) che con la sua dolcezza ricordava un devastante liquore agli struffoli.

In fondo al cuoricino, tra trippa e pizza che rallentano le funzioni vitali, oggi siamo stati contenti di essere qui.
Ah quanto è mancato tutto questo…
Come si è potuto star lontani da ciò?



Ricominciare dopo tanto tempo era ovvio che si portasse dietro qualche problematica.
Come avevamo voglia noi, la avevano in molti altri, e questo ha causato un parcheggiare un po’ ostico, delle lunghe attese e qualche difficoltà. Ma era del resto ovvio, e immaginabile.
Spiace molto per chi ha passato metà serata in fila (per chi ha deciso di prendere la pasta intorno alle 21 probabilmente non c’è stata altra serata che l’attesa stessa) e per i prezzi molto alti se paragonati ad eventi simili (pasta tra i 6 e i 7,50 €, Trippa 5€, Sfrionzola 5,50 € e vino a 1 €), insomma anche cercando rifugio nel casereccio a voler provar tutto si arrivava a prezzi da ristorante.

Nonostante tutto, però, è stato bello ricominciare, lo dico molto sinceramente.
La musica nell’aria, la gente contenta, finalmente il piacere di un po’ di vino, una panca e qualche amico.

Falco

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Festa nel bosco – Perito (SA) – 2021

Festa nel bosco – Perito (SA) – 2021


Dopo 1 anno e mezzo ritorna una recensione finalmente pertinente e degna del nome Il Trono di Sagre, e la protagonista è la Festa nel bosco, a Perito.
Non la voglio menare con l’effetto nostalgia, su cosa ci è mancato, su quanto ci è mancato etc., ma la sensazione della fotocamera in spalla era ormai completamente aliena, solo la fame era sempre la stessa.

Frutta - Festa nel bosco
– Le “frutte”


Green Perito


Perito per la sua Festa nel bosco, di questo luglio 2021, ha scelto di inserire tutti i protocolli di sicurezza possibili, dalla prenotazione del tavolo con cognome e numero di telefono, al controllo del Green Pass (senza non entri), al multi-controllo (ancora) della temperatura fino al rilascio di un doppio QRCode da consegnare al “cameriere” che ti accompagna al tavolo. Mancavano giusto una camera di depressurizzazione e una doccia di decontaminazione.

Fila tutto molto liscio finchè non arriviamo al postazione di rilascio del QRCode. A questo punto la mia sola presenza fa implodere la stampante, fino a quel momento perfettamente funzionante. Non ho cuore di rivelare ai due poveri ragazzi che cercano invano di aggiustarla che la colpa è tutta mia. Presumibilmente appena muoviamo qualche passo verso l’ingresso la stessa ricomincia naturalmente a funzionare.

Il percorso verso il tavolo è un vero dedalo, probabilmente se nel mezzo della serata ti alzi per andare in bagno non rivedrai mai più i tuoi affetti. Si narra di persone che ancora vagano nei boschi con un ticket per i cavatelli in mano.

“Cercavo solo un po’ di forte“, sembrano ripetere laconici.

Mappa - Festa nel bosco
– Il reame boscoso


Il fantamenu della Festa nel bosco


Il menu è un po’ cambiato dall’ultima volta che siamo venuti (2017) ed è sparita quella deludente salsiccetta, mentre si è confermato il castrato, che è un po’ il piatto forte della festa.

Ordiniamo praticamente tutto il menu, da condividere: 1 antipasto, 1 piatto di cavatelli (con castrato, le altre due opzioni sono sugo semplice e alla boscaiola), spezzatino di vitello, mulignane ‘mbuttunate, ciaula e minestra stretta.
Scegliamo di provare anche una birra artigianale (da 75 cl) e poi chiaramente il vino della casa.
Tralasciamo praticamente soltanto le patatine fritte.

Gli ordini vanno rilasciati al volenteroso personale vestito da Globuli Bianchi di Siamo Fatti Così che si adopera a correre per i tavoli rilasciando piastrine e proteine (il castrato) e pulendo celermente tutti i tavoli con grande perizia.

Cavatelli - Festa nel bosco
– Gnoccotelli nudi si rilassano su una distesa di pomodoro


Vorrei cominciare dal principio, e cioè dai cavatelli, che per scovarli nella loro veste migliore rendo cieca e indispettita una signora che mi siede di fronte, travolta da più flash di Lady D.
Sono belli pesantucci (bene, riempiono!), callosissimi e sugosi.
Sono molto spessi e tendono allo gnocco, il che non può essere che un bene.
Li abbiamo presi al castrato invece che col sugo semplice e pensavamo di aver fatto la genialata…in realtà sono buonissimi (anche dopo che li inondiamo di formaggio e di un criminale pezzo di peperoncino infilato di nascosto da Corvo) solo che quando al tavolo di fianco portano questo pezzo di meteorite rosso pulsante ci rendiamo conto che forse il pezzettino (pezzettone?) di castrato a parte andava preso.

Cavatelli al formaggio - Festa nel bosco
– Il pudico Corvo ricopre con una coperta di formaggio e peperoncino i cavatelli


Lo spezzatino e i suoi amici


Ci consoliamo immediatamente con lo spezzatino di vitello, per noi all’unanimità il piatto più buono.
Delicato e pieno di succhi, si scioglie in bocca e si accompagna alla grande con le patate al forno, ve lo consiglio.
Anche la ciaula (il ciambottone) è molto diverso rispetto a quello timido di qualche anno fa.
Le patate sono tagliate con l’accetta, sembrano quarti di mela, ma sono perfettamente cotti e allietano il palato sfaldandosi mentre vengono protette vanamente da un mantello rosso di puparuoli. Stesso ragionamento per il piatto di minestra stretta, di acquoso, come suggerisce il nome, ha ben poco, è invece di perfetto accompagnamento a tutti gli altri piatti.

Pancetta - Festa nel bosco
– La pancetta prende le distanze dal formaggio, che trama qualcosa in penombra



Siamo molto soddisfatti, ci è piaciuto davvero tutto, menzione di disonore però per l’antipasto che nonostante la qualità dei pezzi (saporito il formaggio e dolce la pancetta) si presenta troppo miserello. Con queste fette di salume in lacrime aggrappate ai bordi del piatto, che guardano di sottecchi il formaggio che deve averne fatta una delle sue.
Qualitativamente c’è poco da lamentarsi, ma forse rimpolpato con qualche sott’olio avrebbe fatto fesso e contento qualche pollo di cortile come noi.

Ah, dimenticavo, anche le mulignane ‘mbuttunate sono ottime.

Spezzatino di vitello - Festa nel bosco
– Primo piano meritato per lo spezzatino di vitello, sul retro spiccano la minestra stretta e la ciaula


Il coso della fotocamera


Dopo aver intervallato con un’altra bottiglia di vino (in realtà altre 2) e un’altra bottiglia da 75 di birra artigianale e discusso praticamente di tutto, in questa piacevole cornicetta di fronde e rami, decidiamo di fare una piccola passeggiata scattando qualche foto nel suggestivo percorso. Ne ho parlato molto poco ma che vi assicuro merita la visita. La festa infatti si svolge tutta in questo boschetto che praticamente dal nulla sboccia nel cuore del paese, a tratti passi dall’acciottolato al sentiero e manco te ne accorgi, ti lasci alle spalle la chiesa e ti ci ritrovi un albero, quasi per magia.

Di foto in verità ne scatto poco, distratto dalle chiacchiere e dalla ricerca infruttuosa del banco dolci, ma faccio in tempo a dimenticarmi come sempre il copriobiettivo della Canon sul tavolo, per fortuna una globulina mi urla dietro che ho dimenticato “il coso” e puntualmente faccio dietro front per recuperarlo.

Le nostre impressioni sono state positive, in un clima difficile come quello del 2021 (eppur l’ho dovuto dire) Perito è riuscita a tirar su una festa molto dignitosa, che ha fatto anche passi in avanti decisi rispetto a quella di qualche annata fa e che ci fa ben sperare in vista di un nostro ritorno nel 2022 alla Festa nel bosco.


Falco

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La Sagra del cinghiale di Dugenta, da Luglio a Ottobre cinghiali per tutti i cocci

La Sagra del cinghiale di Dugenta, da Luglio a Ottobre cinghiali per tutti i cocci


Sembra che a voler darsi da fare, in questa fase iniziale estiva in cui ci sono ancora molti dubbi su quali eventi si tengano oppure no, siano innanzitutto le feste a caratura trimestrale. Un altro esempio di queste è La sagra del cinghiale di Dugenta, in provincia di Benevento, che iniziando a Luglio e finendo a Ottobre (con in mezzo una breve pausa) propone un cinghiale rivisitato in 1000 modi diversi, e tutti molto abbondanti.

– Una sfilza di salsicce in fase di arrostimento, alla Sagra del Cinghiale di Dugenta (BN)


Le date della Sagra del cinghiale di Dugenta


Dal 2 Luglio all’1 Agosto e dal 20 Agosto al 31 Ottobre, tutti i weekend, dalle 19.00.
La domenica aperti anche a pranzo.


In quanti modi si può fare il cinghiale?


Già nella nostra recensione di 2 anni fa parlammo, sorpresi e satolli, di quante varietà di pasta, salami, formaggi e altro eravamo stati felicissimi di assaggiare, di seguito il link per poterli rivedere tutti in attesa di questa nuova edizione.


Il Trono chiede, gli organizzatori rispondono


Abbiamo fatto qualche domanda agli organizzatori, curiosi di sapere qualche novità su questa edizione 2021.

Ciao Fabio! La vostra è una tradizione che non si è mai fermata, letteralmente. Persino nell’anno di panico 2020 siete riusciti, seppur in forma ridotta, a riproporre con successo il vostro evento. Che accorgimenti avete preso per quest’edizione?

Riproporremo esattamente il format dello scorso anno. Saranno cioè prese tutte le precauzioni possibili come il distanziamento tra i tavoli, il rilevamento della temperatura all’ingresso, il defluire degli avventori per non causare assembramenti e indicazioni specifiche per entrate ed uscite. Funzionerà tutto perfettamente e senza rischi come lo scorso anno

2 anni fa ricordo con piacere un ricco menu, devo essere sincero, raramente ho mangiato così tanto e così bene ad un evento del genere. Che anticipazioni puoi darci sulla parte più interessante per i nostri utenti, appunto quella del menu?

Il cinghiale resta sempre il protagonista, quest’anno presentiamo anche ufficialmente la mortadella di cinghiale, che potrà essere degustata su taglieri a forma di cinghiale assieme a formaggi e salumi locali.
Chi vorrà potrà anche portarsi a casa il tagliere.