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Porcus Festival – Puglianello (BN) – 2023

Porcus Festival – Puglianello (BN) – 2023

Il Porcus Festival di Puglianello (BN) raccoglie l’eredità della ventennale Fest’ du Puorc’ ma oltre il nome cambia ben poco: carni locali, un gruppo organizzativo molto unito ed efficiente ( Nuovo Centro Studi Puglianello ), ricco menu e solito entusiasmo di chi attendeva con ansia questo ritorno dopo la pausa forzata.

Porcus festival, carne di maiale e pappacella
– Una delle protagoniste della serata: La carne e papaur’


La tensostruttura


Per ragioni prettamente climatiche l’evento si tiene solitamente all’interno di una tensostruttura, nulla a che fare con un semplice “capannone”, ma Puglianello ha a disposizione un castello (al momento in ristrutturazione) e una tenuta, Casa Marchitto, che funge anche da museo.

Trovandosi nella provincia di Benevento e tenendosi tra fine Febbraio e le date che ultimamente sono diventate definitive della prima metà di Marzo è facile che il meteo sia inclemente: una delle edizioni finì addirittura sotto la neve.


La tensostruttura resiste alle intemperie, mantiene il calore ed è estremamente ampia (può ospitare turnazioni di 650 persone), le uniche ovvie controindicazioni sono il risentirne dell’acustica (il suono non venendo assorbito da nulla ovviamente rimbomba) e quando si bracia duro e il vento è contro parte del fumo può creare una cappa.


Le tipicità


Tutti i piatti più apprezzati della provincia beneventana sono presenti in menu, il più caratteristico è forse la Carn e papaur, una variante locale della sfrionzola (o viceversa) che presenta una forte nota d’aceto, la presenza delle pappaccelle, che hanno un sapore più carico rispetto al normale peperone, e l’assenza categorica di patate. La versione con patate, nei dintorni, è nota come pentolaccia.
Urge una mappatura della sfrionzola e delle sue varianti.

Porcus festival, carn e papaur
– Che sia chiara l’assenza di patate

Non è da meno, anzi, il fegato int’ a rezza (spero di aver beccato i troncamenti), altra specialità del posto, che viene profumato solo con alloro.

Continuando con le braci a menu sono presenti anche salsiccia, pancetta e fettina.
Piatti classici da Pasquetta campana, sempre di operatori del settore, tutti del posto.
Ci teniamo a sottolineare questo aspetto poiché il festival è anche un modo per esprimere la natura contadina e agricola della città.

I primi


Buona scelta di primi con tre grandi classici: Gnocchi con tracchie e cotiche, Pasta fagioli e cotiche, Rigatoni alla matriciana.

Quello che ci è piaciuto di più (e che risulta anche il più venduto dell’anno) è stato il piatto con gli gnocchi. La carne naturalmente sapida va a sopperire al sale (quando si fanno 1200 piatti di pasta regolarsi con le dosi non è facile) ed è piacevole ritrovarsi nel piatto i pezzettoni di carne tenera e saporita.

Porcus festival, gnocchi
– Una collinetta di sugo di maiale


Al secondo posto di questo podio immaginario inseriamo la pasta fagioli e cotiche.
Interessante variante locale addolcita dalla presenza dei grassi del maiale, ricordava un po’ quella di Riardo (CE), del Calici al Castello. Uniforme, cottura perfetta, un bel piatto.

Puglianello, Pasta fagioli e cotiche
– Un’immagine vale più di 100 calorie


Minestra maritata ed altre specialità


Altro piatto da provare è la minestra maritata, questo sembra uscito direttamente dalle cucine del vostro agriturismo preferito (o da quelle della nonna). Sapidità perfetta, insaporito dalla carne del maiale, preparato alla perfezione anche con i gambi più spessi della pianta che nonostante ciò non sono mai coriacei. Un piatto perfettamente riuscito.

Si accompagnano alla minestra una polenta con broccoli e salsiccia e una zuppa di porri, fagioli e cotechini. Questi due piatti partono da classici della cucina contadina ma si sono evoluti all’occorrenza per completare il reparto dei secondi. La polenta mi è sempre ostica quindi sono di parte, ma la zuppa di porri è molto gradevole ed è un piatto inaspettato che potrebbe far felice l’ospite occasionale che non è avvezzo ai piatti da sagra più violenti.

Sono presenti patatine fritte, per accontentare i più piccoli, e pizza fritta con sugo di maiale.
Il sugo porta la pizza, altrimenti classica, unta il giusto e ben realizzata, su un altro livello di sapore.

Porcus Festival, pizza fritta
– Pizza fritta con sugo di maiale


Vini, taglieri e dolci


Perfino la parte alcolica è completamente del posto.
Vini e birra (artigianale) sono realizzati da aziende locali.
L’Aglianico del Taburno è della tenuta La Fortezza mentre la birra artigianale è prodotta dal birrificio Historia. Ottimi prosciutti sono anche quelli che si possono testare, affettati al momento, nell’angolo riservato ai taglieri. In questo spazio si possono acquistare anche formaggi e insaccati vari da portare a casa come souvenir.

Piccolo spazio a parte per i dolci: Grande varietà in campo quindi potete scegliere quello che vi piace di più ma se vi fidate di noi non potete non assaggiare la sbriciolona con mele e nocciola. Spaventosamente buona.

Sbriciolona
– Sbriciolona con mele e cannella

Un applauso va allo staff, molto disponibile a farci vagare in cucina, a raccontarci lo svolgimento delle varie preparazioni e a girare come un perfetto ingranaggio sia nel tenere in ordine l’ampio spazio con i tavoli sia nell’essere celeri in cucina, non abbiamo mai notato grandi file nonostante la partecipazione.


Il Nuovo Centro Studi Puglianello


Il ritorno, in quest’edizione 2023, è sicuramente un appuntamento riuscito. Il cambio di nome (e la prima collaborazione ufficiale con Il Trono di Sagre) porta bene all’evento che registra numeri soddisfacenti e permette all’associazione di far cassa in vista di diversi eventi culturali che si tengono durante l’anno.
Infatti oltre il Porcus Festival a Puglianello esistono appuntamenti che permettono a laureandi o a talenti locali di mettersi in mostra (ve ne parleremo poi sui nostri portali).

A questo si aggiunge l’immensa disponibilità e gentilezza di Francesco Di Sorbo, col quale siamo ormai in contatto da tre lunghi anni e del presidente Filippo Guarnieri, insieme a quella di tutto il resto dell’associazione.
Al prossimo festival!

– Ceci n’est pas Nuove Centro Studi Puglianello


Falco

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Scorziello | Casa Agricola – Serre (SA) – Tavolo Riservato

Scorziello | Casa Agricola – Serre (SA) – Tavolo Riservato

La Tenuta Scorziello, denominata Casa Agricola, si trova a Serre (SA) e si compone di un ristorante, una struttura sul retro con B&B e piscina, un ampio giardino, utilizzato anche per eventi, orti, frutteti e animali in libertà. La quasi totalità di ciò che arriva in tavola è coltivato nei terreni della tenuta o arriva dagli animali da fattoria che la vivono. Il Trono di Sagre ravana sul posto alla scoperta delle specialità locali.

Casa Agricola Scorziello, Pollo alla cacciatora
– Il luccichio del pollo alla cacciatora


Accolti dalle oche


Nel ritorno a sorpresa del freddo marzolino ci troviamo alle 21 nel parcheggio della tenuta accolti da oche (o papere? avevano la testa sotto le ali) che sonnecchiano incuranti della brezza. Sicuramente essere accolti da animali da fattoria è sempre piacevole e trasmette immediatamente una rassicurante atmosfera da km0.

In pieno contrasto con l’aspetto rurale brilla, composta da vetro e ferro, la serra che funge da anticamera al ristorante. Le lucine si riflettono nei vetri e addobbano qualche ulivo, donando un aspetto grazioso all’ingresso volutamente spartano. In questa parte della tenuta si cena all’aperto, quando il tempo è più mite.


L’interno è contraddistinto da un saletta in realtà abbastanza intima (25 coperti circa) che conduce da un lato alla cucina, dall’altro al soppalco, che consiste in un’altra 60ina di coperti. I tavoli, in linea con l’ingresso, hanno il colore di un legno chiaro, tendente al miele. C’è legno ovunque, e questo è bene.
L’interno della scalinata è farcito di libri e di bottiglie di vino, che in realtà non avremo bisogno di aprire perchè ci si stappa un “della casa” etichettato, oltre il dignitosissimo, made in Casa Agricola Scorziello.
Per chi preferisce il bianco, c’è anche quello. Noi consci che si mangerà una bella matassona andiamo di rosso classico, per la precisione Rosso Campago IGP, come recita l’etichetta.

Le note di colore (della sala, non del vino) sono date da una stupenda parete verde petrolio, che hanno ritinteggiato perchè sapevano che è uno dei miei verdi preferiti, un carciofone che si staglia regale su una tela bianca (e che è il simbolo e il prodotto principe degli orti della tenuta) e una gigantografia dei monti che sovrastano Serre e il circondario.


“Eccelliamo nei carciofi”


Mattia Valitutto, gestore delle cucine e del locale, ci accoglie con gentilezza e ci racconta che il prodotto principale è il carciofo. Poi c’è stato spazio per specializzarsi in altro, che ci ritroveremo in tavola, ma non vi faccio spoiler. Mattia ci porta in cucina, dove annusiamo nell’aria un pollo che si crogiola felice nel suo sughetto alla cacciatora, e poi al nostro posto. Ci stappa una bottiglia e ci godiamo la calda atmosfera della sala.

Formaggi e salumi
– Occhi sul formaggio sapido!


La prima portata è un mix di antipasti caldi e freddi, un classico che raramente delude.
L’unico prodotto non locale è un prosciutto di Norcia (eccellente) perché…i maiali erano finiti!
Prima di andarsene però i suini hanno lasciato in dono capocollo e salsiccia, entrambi ottimi.

Si accompagnano ai salumi due tipologie di formaggi, tra cui un pecorino estremamente sapido che alla sola vista comincia a farmi sudare zigomi e tempie, segno che sarà ottimo, e poi una discreta sequela di terrine contenenti le più simildisparate verdure, direttamente dal loro orto.

Partiamo col dire che c’era una bietola e patate, esaltata dal loro olio Bufo, che era di una dolcezza estatica, forse forse la parte dell’antipasto che mi è piaciuta di più.


Non potevano mancare le patane cunzate con crusco briciolato, una verza e fagioli, con crusco trionfante in cima, dei piccolini carciofini sottolio, dei carciofi, caldi, un po’ sminuzzati (buonissimi!).
Dosi umane, non atte a metterci in ginocchio fin dalle prime spiluccate, ma comunque un gran bel set!


Tanto per cambiare…


….una matassa come primo? Perché cambiare se la adoriamo?
La matassa di Casa Agricola Scorziello è made in La Siciliana, once again.
Alla pasta di buona fattura si aggiunge il fagiolo del loro orto e il crusco, ancora lui, sempre di casa.
Peperoni cruschi e matasse, la nostra dieta non cambia.

Casa Agricola Scorziello, Matassa
– Matassa con crusco


Mattia ascolta le nostre richieste e non va oltre i 100gr, per primo.
Si, perchè anche stavolta c’è il secondo primo.
Orecchiette, fatte in cucina a mano, e ve lo scrivo perchè erano perfette e va detto, con carciofi e guanciale. Signora mia.

Incredibilmente tra le due, nonostante la voglia folle di una pasta diversa, continua a vincere (per me) la matassa. L’inestimabile valore della semplicità.

Orecchiette
– Orecchiette perfette


Proviamo anche il secondo, e per fortuna!
Il pollo alla cacciatora lo tenevamo come pensiero fisso quando l’abbiamo sbirciato appena entrati, si rivela all’altezza delle aspettative. Morbido, colmo dei suoi succhi e del suo sughetto, ideale, da mangiarne un chilata con disinvoltura.

Buona anche la sfrionzola. Classica. Patate affettate a mano e fritte, carne di maiale (sempre quelli, giustificatissimi per non averci lasciato anche il prosciutto), peperoni e una generosa dose di aceto.
Per me il secondo ingrediente principe di una gran sfrionzola è l’aceto, quindi approvo felice.

Casa Agricola Scorziello, Sfrionzola
– Sfrionzola classica


Dolce epilogo


Un altro grande classico: la torta caprese. Nonostante un brutto incidente i cui fantasmi mi rincorrono ormai da 17 anni, che mi porta spesso a evitarla, sarebbe un grosso errore in questa occasione farsela scappare. Bassa, tenerissima, dolce il giusto, ottima.

Non da meno la scomposta, il cui dolce tendente al gelato alla crema è perfetto per variare un po’.


Come si sarà capito, di questa nostra serata ci è piaciuto tutto.
Ringraziamo la gentilezza e la disponibilità di Mattia Valitutto e di Antonio Scorziello, che in questa nostra ricerca di tutti i mille sapori che può avere una matassa si sono rivelati fondamentali!


Falco

Tra vasci e vichi – Castellabate (SA) – 2022

Tra vasci e vichi – Castellabate (SA) – 2022


Castellabate (SA) è ormai una delle località più note del Cilento e ha bisogno di poche presentazioni.
Nella sua parte più bassa però c’è un tesoro di vicoletti, archi, antri e nicchie che l’associazione PaeSanaMente ha deciso di valorizzare una volta per tutte con la manifestazione Tra Vasci e Vichi

– Pizza bassa in stile cilentano


Il turno dei vicoletti

Se piazza, panorama e castello hanno già i loro visitatori pochi si spingono di loro volontà fino alle pendici del paese. Grosso errore! Perché questa storica parte della cittadina è ricca di storia e cultura e si presta benissimo ad un evento.

PaeSanaMente ha capito che con Tra Vasci e Vichi poteva ridare dignità a questi quartieri e farli conoscere anche al grande pubblico. Tutti i mestieri di una volta, dal macellaio, ai pescatori, dall’arrotino ai cacciatori, riprendono vita grazie a dei figuranti abilmente piazzati in questa o quella casetta.


Ciò che rende credibile il tutto è un percorso studiato fin nei minimi dettagli per mettere sotto i riflettori tutti gli “hot-spot” del borgo. Un discorso che ha riguardato le luci e l’atmosfera, ma che ha necessitato anche il montaggio di una scenografia vera e propria.

Il risultato? Una credibile passeggiata indietro nel tempo.


Un racconto corale


A far da collante tra le varie scenette ci sono i figuranti in movimento. La zita, che sbraita vagando per il paese in abiti da sposa, i musici, che animano le piazzette dove il visitatore può unirsi alla festa e ballare ed altre comparse che con abiti dell’epoca indicano e guidano il turista alla scoperta dell’antro successivo.


All’inaugurazione della prima serata c’è stata anche una parte recitata che introduceva l’inizio di questa 3° fortunata edizione. Lo sforzo organizzativo è stato notevole, ma ha funzionato tutto? Si.

Tra Vasci e Vichi si è dimostrato uno tra gli eventi meglio organizzati, belli e partecipati dell’anno, senza dubbio. Era già tutto sui giusti binari nel 2019, nel corso della sua 2° edizione, ma stavolta c’è stato un salto di qualità e di impegno osservabile a occhio nudo.

Funziona tutto, dalla navetta che corre su e giù senza limiti fino a fine evento, dagli spazi creati ad hoc per mescolare le bellezze naturali del posto (come i panorami), fin alle tradizioni riesumate e mostrate al pubblico. Vicino il vecchio capanno dove cuoce il latte per il formaggio troviamo due tranquille e curiose caprette, poco vicino il mercato.


Altra incredibile particolarità è come il percorso passi tra spazi aperti, piazzette e minute rampe di scale (o tunnel) sia, senza interruzioni, all’interno di palazzi. Ad esempio quello dove è stata ricreata una prima scuola dell’obbligo con attempati discoli studenti. O che ospita, nello stesso spazio, le sarte e l’intrecciatore di cestini.

C’è un’intera barca con set di reti e galleggianti, a ricordare l’importanza del ruolo dei pescatori, ma non manca il bivacco dei cacciatori e il pozzo delle lavandaie, il mulino e il falegname.


Il percorso gastronomico


Insolitamente in basso nel nostro racconto arriva la parte gastronomica.
Il bello è che nonostante questo evento non punti troppo sulla parte mangiatoria ne possiede comunque una di alto livello. Anche i punti ristoro, infatti, sono ben incastonati nel percorso, in aree un pochino più spaziose (non sempre) e adibite al relax.

La lagane e ceci, che viene tirata a mano e preparata al momento (creando l’attesa più lunga nel percorso, per ovvie ragioni) è uno dei punti più interessanti. Ben sapete, siccome ne abbiamo parlato diverse volte, quanto cambi questo piatto in ogni paesino del Cilento. In questo caso la scelta è furba, si è optato per una pasta in stile Rufoli (SA), molto cremosa, distante ad esempio dalla tradizionale tipica di Giungano (SA), che è molto brodosa e ricca d’aglio!

– La proposta cremosa

In ordine sparso non sono da perdere le pizzelle con le alici. Quelle di Castellabate sono le migliori mai provate, insieme a quelle storiche della festa di Rutino (SA), che vi raccontammo ormai 4 anni fa!

In ogni antro culinario potete abbinare al piatto un bicchiere di vino, antro diverso vino diverso, con una buona qualità minima generale. Altro piatto estremamente tipico della zona è la farnata, che…vi consiglio.

Premetto che per me va assaggiato tutto, quindi difficilmente vi suggerirò di saltare qualche tappa del percorso. La soluzione migliore, al solito, è fare gruppetto e spartirsi il tutto, altrimenti è veramente difficile non arrivare satolli alla fine!

– La preparazione dello sfrionzolo


Sfrionzolo e Sanguinaccio


Mentre andate in giro troverete più spazi interattivi, come quello dove potete ricreare una foto d’epoca (che potete anche ritirare stampata in b/n poco più avanti!) o il punto dove potete mettervi sulle punte alle spalle dei manichini e farvi delle simpatiche foto con coppolla o paglietta.

A destra e a manca, andando a naso, troverete il sapido e saporito sfrionzolo, abbondante e accompagnato da fettona di pane modello mattoncino, e il dolce sanguinaccio.
Quest’ultimo è una vera rarità e vi consiglio vivamente di provarlo, potrebbe essere l’ultima volta che ci riuscite!

Questa del sanguinaccio, insieme ad altre scelte, dimostrano lo studio approfondito che c’è stato dietro l’evento. Non solo è stato veramente complesso coordinare tutte le scene, è stata inserita una parte recitata, una quantità di figuranti che va ben oltre il necessario, ma anche un’attenta selezione dei piatti.
E tutto funziona a meraviglia.

Altro piatto povero e soddisfacente è il Sciusciello, a base di uova e pane ammollato (ma sempre bello croccante), poi ci sono anche la Pizza Fritta e la pizza cilentana classica, con sugo e formaggio, caldarroste e dolci tradizionali.


Tra Vasci e Vichi, in conclusione…


Difficile aggiungere altro. Menzione d’onore per l’uso delle Lire come ticket, altra genialata.
PaeSanaMente fa le cose sul serio e siamo felici di aver promosso in prima persona quest’evento di questa Castellabate che mai doma e mai sazia continua a sorprenderci con la sua voglia di mostrarsi e di stupire, ancora una volta, in una veste totalmente nuova. A Castellabate ci sanno fare.

L’evento si è tenuto il 22 e 23 Dicembre 2022, riprendendo per altri due giorni dopo Natale, il 26 e 27.

– Il vecchio conio <3


Falco

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Il Castagneto | Agriturismo e cerimonie – Quadrivio di Campagna (SA) – Tavolo Riservato

Il Castagneto | Agriturismo e cerimonie – Quadrivio di Campagna (SA) – Tavolo Riservato


Il Castagneto è una struttura storica di Quadrivio di Campagna (SA).
Avendo a disposizione un vastissimo cortile (e anche una sala interna altrettanto capiente) sa mutare agilmente da agriturismo-pizzeria di famiglia a sala per cerimonie ed eventi.

Il menu stesso cambia ed evolve a seconda della richiesta (nel corso della nostra visita, ad esempio, si era intenti a pianificare quello del prossimo Capodanno), ecco cos’abbiamo provato noi.


Menu flessibile


Flessibile è in effetti la parola giusta per definire il menu del Castagneto, al solito essendo ospiti abbiamo lasciato scegliere a Gerardo, nostro riferimento per la serata, il nostro destino.

Si parte da un classico antipasto di salumi molto semplice e a un piatto misto di caldi tra cui una gustosa e alta frittata di patate (sarà solo una frittata, ma a me piace sempre), un assaggio di ciambottina in versione macchiata di pomodoro, pizza di patate, torta rustica con ricotta e verdure grigliate sottolio.


Naturalmente un rosso della casa d’accompagnamento e siamo pronti per l’assaggio di pasta.
Siamo a Campagna (Quadrivio di…) quindi non rimaniamo sorpresi nel vederci recapitare una classica matassa coi fagioli. La matassa è molto cremosa e l’aggiunta di qualche fungo carnoso non può che trasformare il piatto in un apprezzato comfort food ideale in queste serate di primi freddi.

La matassa, fatta in casa, proviene inoltre direttamente dal pastificio La Siciliana (con sede sia a Battipaglia che a Campagna) dove potete in realtà trovare diversi tagli di pasta tipica (e anche pasti già cotti solo da ritirare).


Pizza a sorpresa


Dopo la matassa Gerardo ci propone a sorpresa una pizza alla quale diciamo subito di si (figurarsi…) e che ci viene recapitata qualche minuto dopo. Come Gerardo stesso ci anticipa notiamo come questa pizza si piazzi a metà tra la classica pizza “di paese” lievemente biscottata e una moderna pizza gourmet.

Cornicione bello gonfio, al centro sottile il giusto, ben cotta (sotto era perfetta, senza la minima bruciatura, con una cottura uniforme), con i profumi sempre graditi del forno a legna e con rucola, quadrotti di grana, prosciutto crudo e olio al tartufo. Nella sua semplicità un’ottima pizza. Tanto che chiediamo un bis.

– Cornicione gonfio e cottura perfetta


La seconda pizza che piomba in tavolo brilla di nduja. Insieme al rosso solo lievemente piccante della nduja si mescolano il giallo chiaro del datterino, la cipolla caramellata e degli sbuffi di mozzarella di bufala che spuntano qui e lì nel saporito magma.


Questa seconda pizza, più complessa, lascia immaginare una bella scelta che mi stuzzica volentieri a tornare con qualche amico e una cassa di birra in più per testare qualche altra scelta sul menu…


Braceria ed eventi


Come prima introdotto ci sono altre pietanze commissionabili al versatile staff de Il Castagneto, tipo appunto la sezione riservata alla braceria (di cui posso solo accennarvi, dato che in quest’occasione non l’abbiamo provata personalmente) dalla quale sentivamo sussurrare di Black Angus e relativi carpacci. A tal proposito vi invitiamo a chiamare e chiedere per sincerarvi della disponibilità.

Per festeggiare in sala il vostro Capodanno forse siete già in ritardo (le prenotazioni fioccano!) ma per provare la pizza siete i benvenuti tutti i weekend.


Falco

24° Sagra del fungo porcino a Castelpagano (BN), persone e funghi si raccolgono per l’attesa occasione

24° Sagra del fungo porcino a Castelpagano (BN), persone e funghi si raccolgono per l’attesa occasione


La Sagra del fungo porcino a Castelpagano (BN) si terrà quest’anno venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 settembre 2022 per quella che viene annoverata come la 24esima edizione.

Il Trono di Sagre sarà presente e sarà occasione anche per visitare il borgo sannita, oltre che un tris di giornate ideali profumate al fungo porcino.

– Foto dell’ultima edizione pre-pandemia


Sagra del fungo porcino a Castelpagano, il programma


Lo si attende come un grandissimo rilancio post-pandemia, che si svolge lungo l’intrigante percorso fra le piazze Umberto I, Municipio e dell’Auditorium, coinvolgendo inoltre il suggestivo centro storico e le spettacolari aree paesaggistiche di questa località del beneventano.

Gli stand saranno aperti al pubblico dalla serata di venerdì 16 settembre 2022, per poi deliziare i degustatori anche sabato 17 e domenica 18, sia a pranzo che a cena.
Tra le varie opzioni del menu non soltantanto gastronomia ma anche ottimi vini dell’alto Tammaro.

Programma sagra
– Una panoramica sul programma


Sono inoltre da menzionare le coinvolgenti e variegate proposte musicali in programma, il trenino turistico nel centro storico a cura dell’Ente provinciale di Benevento, la mostra dell’artista castelpaganese Salvatore Fiore, i percorsi di formazione alimentare ed educazione ambientale coordinati dalla presidente della cooperativa sociale onlus «Oltre Le Mura», Carmen Cenicola, e moltissime altre sorprese.

L’appuntamento, diventato ormai una consuetudine, richiama a Castelpagano oltre 10.000 visitatori all’anno e si svolge nel mese di settembre, periodo propizio per la raccolta dei funghi porcini nei numerosi boschi del territorio.


I fautori del progetto

Promotrice della «24esima Sagra del Fungo Porcino» è l’Amministrazione municipale di Castelpagano, con l’organizzazione a cura dello staff presieduto dal sindaco Giuseppe Bozzuto e con la collaborazione attiva, fattiva e logistica di tutti i consiglieri comunali, della esponente consiliare delegata ad eventi e spettacoli Daniela Meoli e del funzionario municipale Mario Zeoli.

Castelpagano, folla
– All’evento sempre grande partecipazione

La Sagra del Fungo Porcino di Castelpagano è di rilievo regionale e si avvale del cofinanziamento del progetto dal titolo «A Castelpagano e dintorni col treno storico – Sagra dei Funghi Porcini XXIV Edizione – Viaggio nella Valle del Tammaro», nell’ambito del Programma operativo complementare (In acronimo, il Poc) Campania 2014-2020, in riferimento alla linea strategica «Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e cultura», programma di percorsi turistico-culturali, naturalistici ed enogastronomici per la promozione turistica della Campania. In tal senso, Castelpagano è capofila progettuale di un comprensorio di comuni che annovera anche Colle Sannita, Morcone, Santa Croce del Sannio e Sassinoro.


Falco

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Le nostre tappe di Settembre, 6 appuntamenti da non perdere – 2022

Le nostre tappe di Settembre, 6 appuntamenti da non perdere – 2022

Agosto è finito, ma non sono finiti gli appuntamenti. Settembre è un dolce epilogo che fa anche da preludio alla stagione delle sagre invernali e naturalmente Il Trono di Sagre ha già l’agendina piena.
Vi portiamo con noi alla scoperta di queste 6 tappe, prendete nota!

Calendario Eventi
– Clicca per visitare tutto il calendario eventi

Festa della montagna, ad Acerno (SA)

La Festa della montagna, ad Acerno (SA) si tiene dal 9 all’11 Settembre.
E’ una festa peculiare poiché unisce alla passeggiata nel centro storico anche una piacevole possibilità di passeggiare sulla montagna che contraddistingue il panorama unico di Acerno.


In montagna potrete osservare gli animali da fattoria all’interno dello zoo montano e una serie INFINITA di altre attività. Eccone alcune in ordine sparso, siete pronti?
Gare, quagliata live con degustazione, dimostrazioni del mondo dell’apicoltura, gare di caccia al tartufo in ring, escursioni, falconieri, sfilata di buoi e preparazione live di pasta fresca.

Finito qui? No.
Perchè ad Acerno è anche presente una massiccia scelta gastronomica!
I ristoratori del paese scendono in piazza con i loro piatti forti, in più ci sono le pietanze tipiche della festa (e di Acerno) che trovata qui e lì passeggiando per il centro, tra questi pancotto, pappoli fagioli e porcini, carne alla griglia, tagliere del brigante…

Programma ricco!
Saremo ad Acerno per la Festa della Montagna il giorno 9 intorno alle 12.30, si perché si tiene anche di giorno!

Evento Acerno
Clicca per rimanere aggiornato!


Kult…Karma oltre la birra, Alife (CE)


Alle scale piace cambiare, figurarsi a noi. Non abbiamo il tempo di digerire il vino e i piatti del contadino di Acerno e della Festa della montagna che siamo già ad una…degustazione? Festival?
Cos’è Kult…Karma oltre la birra ?

E’ un insieme di tante cose, mettiamola così. I poliedrici mastri birrai del birrificio Karma di Alife (CE) dall’8 al 12 Settembre aprono le porte di casa e cominciano a darci sotto di spillatura.
In queste 4 date infatti sarà possibile visitare il birrificio (ingresso gratuito), assaggiare i prodotti proposti da Karma stesso e lasciarsi incuriosire anche da una presenza importante di birrifici ospiti che porteranno la loro esperienza (e le loro birre artigianali) direttamente al visitatore.


Nelle serate di sabato 9 e domenica 10 inoltre sarà possibile una cena degustazione (su prenotazione! Al numero 346 8592002) a scelta tra tema sushi o prodotti locali…
Per chi invece ama gustare la birra con qualche fritto saranno disponibili food truck che daranno vita ad una preparazione live di street food, da accompagnare ai vostri frequenti refill nel giardino del birrificio.

Saremo pronti per il KO a Kult…Karma oltre la birra, ad Alife (CE) sabato 10 Settembre!

Evento Alife
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Sagra del fungo porcino, a Castelpagano (BN)


Un altro giro sulla giostra e cambia nuovamente la tipologia di evento e di menu.
Da una festa in montagna ad una degustazione di birre, ora invece torniamo sul classico con una sagra che fa da apripista al mondo delle foglie ingiallite e dei bicchieri di vino da gustare di fianco al focolare…la Sagra del fungo porcino a Castelpagano (BN) dal 16 al 18 Settembre.

Durante la sagra è possibile, degustare prodotti tipici locali, nonché i pregiati vini campani presentatati da esperti sommelier, il tutto allietato da musica, animazione e spettacoli.
Non possono mancare naturalmente i funghi porcini.
Siamo alla 24esima edizione per un evento che di solito allega alla sagra anche manifestazioni podistiche o fisiche, nel 2019 infatti fu messo a disposizione un telescopio per l’osservazione delle stelle.

Saremo alla Sagra del fungo porcino, a Castelpagano (BN) il 16 Settembre!

Evento Castelpagano
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Sagra della strazzata, a Castel Lagopesole di Avigliano (PZ)


Altra sagra, ma stavolta siamo fuori regione, in provincia di Potenza.
Sagra della strazzata a Castel Lagopesole di Avigliano (PZ) dal 23 al 25 Settembre.

La strazzata è straordinaria. Si tratta di una focaccia rustica, il nome deriva dal gesto di romperla con le mani, strapparla appunto. Di solito viene farcita con salumi, frittate, peperoni, porchetta, mortadella arrostita, nutella e creme dolci. Durante la Sagra della Strazzata sarà difficile non farsi tentare dall’assaggiarle tutte, accompagnando la cena con abbondante vino.

– Abbondanza di sottoli

Poi per smaltire è possibile una passeggiata nel mercatino dell’artigianato o il lanciarsi in balli popolari. Evento concepito anche per i bambini, con aree a loro dedicate.

Saremo alla Sagra della strazzata, a Castel Lagopesole di Avigliano (PZ) il 24 Settembre!

– Tipologie di strazzata
Evento Strazzata
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Festa dell’uva, a Oliveto Citra (SA)

Il comun denominatore di queste feste di settembre sembra essere il vino.
Altro appuntamento importante per noi sarà la Festa dell’uva di Oliveto Citra, che si terrà dal 30 Settembre al 2 Ottobre.

Giochi dell’Uva, gruppi folk, danze lucane stand espositivi, degustazioni, carri artistici, percorsi enogastronomici e ancora spettacoli.


Le serate saranno all’insegna di un percorso enogastronomico, con degustazione dei piatti tipici olivetani, per raccontare le eccellenze del “buon cibo” e del “buon bere” del territorio,

Saremo alla Festa dell’uva, a Oliveto Citra (SA) il 30 Settembre!

Evento Oliveto Citra
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Sagra dei funghi, a Cusano Mutri (BN)


Nostra prima volta in qualità di redazione presso la Sagra dei funghi, a Cusano Mutri (BN).
Evento gigantesco che si terrà dal 30 Settembre fino al 13 Ottobre!
L’evento ha valicato nettamente i confini della sagra e conta ogni anno tra i 200.000 e i 300.000 visitatori.
Una roba pazzesca.


Lungo il percorso si snoderanno gli stand enogastronomici, ovvero piccole abitazioni che si trasformeranno in punti di ristoro, condurranno i visitatori alla scoperta delle bellezze dei luoghi ma, soprattutto, dell’unicità dei sapori.

Ad accompagnare le prelibatezze culinarie è l’immancabile vino che richiama appunto storia e tradizione, regalando un’atmosfera di festa, ricca di canzoni e balli popolari, all’insegna di un’atmosfera tipica delle sagre. I concerti e gli spettacoli in piazza non possono mancare così come le visite guidate ed escursioni organizzate alla scoperta del borgo e dei punti caratteristici come le chiese, il museo e le antiche botteghe che mettono in mostra le loro specialità.

Saremo alla Sagra dei funghi, a Cusano Mutri (BN) l’1 Ottobre!

Evento Cusano Mutri
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– Falco

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Historiae Volceianae e Sagra della pasta – Buccino (SA) – 2022

Historiae Volceianae e Sagra della pasta – Buccino (SA) – 2022


Historiae Voceianae si mescola alla Sagra della pasta, festa tradizionale di Buccino (SA) integrando alla classica degustazione gastronomica un colorato sfoggio di cultura storica.
L’evento abbraccia diversi punti del paese ed è un’occasione per scoprire una Buccino che merita sicuramente di più di una visita fugace.

– Lasciatevi un angolino per la fagiolata


Dalla Sagra della pasta a Historiae Volceianae


Parlando con gli appassionati organizzatori, tra cui un gentilissimo Marcello Nardiello, ci rendiamo subito conto di quanto qui si tenga alla tradizione e alla storia del paese.
Il nuovo corso dell’evento non ha soppiantato il vecchio, l’ha semplicemente abbracciato e ne mantenuto addirittura il nome.

La sagra della pasta era un evento tradizionale dell’estate bucciniana e Historiae Volceianae ne ha semplicemente allargato e perfezionato i contorni. Ma esattamente in che consiste il tutto?


Il punto è che Buccino ha una storia che non basterebbero un mese di manifestazioni per rievocarla tutta nella sua interezza. Si parte dalle alleanze cartaginesi pre-romaniche, al dominio di Roma poi e alla sapiente arte politica dell’antico di borgo di inserirsi anche nelle alte sfere dell’epoca. L’inserimento di senatori autoctoni nei posti d’influenza, la posizione strategica, lo stampare moneta e perfino il saper rialzarsi in momenti bui di terremoti e sciagure ha fatto si che la città oggi possa giovare di un immenso patrimonio a cui attingere.

– Gli sbandieratori


Le rievocazioni e gli stand


Tutto comincia dal corso principale, dove in lontananza il castello si mette in posa alla luce della luna. Ha aspettato un migliaio d’anni che io lo fotografassi e nel marasma ho comunque rischiato di farlo venir mosso, ma sicuramente era lui che per l’impazienza non stava più fermo.

– Lo spettacolo sul corso


Qui gli sbandieratori provenienti da Cava de’ Tirreni si esibiscono avanti e indietro lanciando in aria i loro ampi drappi al ritmo di trombe e tamburi. Uno spettacolo che riempe gli occhi e che non stanca mai.
La cittadinanza apprezza e osserva silenziosa, per poi acclamare i ragazzi e le ragazze che hanno regalato un’eccellente esibizione.
Noi abbiamo parcheggiato sapientemente in uno dei parcheggi del centro storico, mossa che vi consiglio così vi risparmiate di avere a che fare con l’autista della navetta, roba che mediare con i romani era più gradevole.

Dal corso si passa al centro storico (che in realtà è un po’ ovunque), sbandieratori e musici sfilano e la festa comincia.


Al centro, sotto l’orologio che accompagna con i suoi rintocchi la vostra passeggiata nella suggestione, abbiamo un palco dove ascoltiamo una rara esecuzione di De Andrè e i primi stand.


Il chiostro e Il borgo


In piazza trovate una delle pietanze tipiche: gli struffoli.
Ennesima volta in cui ci troviamo di fronte a un prodotto con lo stesso nome di un altro, ma con una concezione completamente diversa.

Qui gli struffoli sono belli grossi, come sassolini di fiume, si snocciolano e si scrocchiano principalmente accompagnandosi con il vino ma non disdegnano formaggi e salumi.
Qui io e Corvo ci dividiamo, lui li rifugge, io credo che invece possano essere una valida e tradizionale alternativa all’ape col tarallo.


In piazza, sotto le panche, potrete anche osservare il mondo che dimora nel sottosuolo di Buccino.
Raramente vi ritroverete in una sagra coi pavimenti in vetro, altro bell’esempio di come tradizione, storia e moderno si uniscano tra Historiae Volceianae e Sagra della pasta.
L’antipasto prevede una buona soppressata e qualche amico della stessa.


Subito in fondo a destra, nei pressi della chiesa, superato un punto dove potrete divertirvi plasmando l’argilla, trovate il secondo stand dedicato all’antipasto.
Qui abbiamo provato un gran bel piattino di formaggi e salumi e soprattutto una fagiolata che ci ha colpito in positivo. Corvo distoglie lo sguardo mentre io scarpetto il sughetto tiratissimo della fagiolata con gli struffoli che mi sono portato dietro.
Prima di andar via fate due passi nel silenzio della chiesa.
Un’irreale bolla di quiete, con l’ovattato frastuono in lontananza degli sbandieratori misto alle melodie rock dei Queen che sobollono insieme alla fagiolata vi regalerà un’ancestrale galleggiamento di relax.


La pasta al castello


La pasta la trovate più su, nei pressi di ciò che rimane del castello. Le rovine sono comunque estremamente affascinanti. Un fico, un po’ di erba secca smossa dal vento, delle potenti luci bianche e un panorama che tra le luci della città sembra ribollire come lava vi reimmergono con un potente waterboarding in una storia senza tempo.


I primi da provare sono due: ravioli e fusilli.
Suona un po’ strano avere solo due primi alla Sagra della pasta, forse sarebbe stato carino proporre qualche pasta in più agli avventori, una volta avuta effetto avrebbe reso ancora più suggestive le rovine.

In compenso ho trovato buoni i ravioli e molto buoni i fusilli.
Gentile anche tutto lo staff e il personale che abbiamo trovato in giro per l’evento, che diligentemente serve pietanze e sposta macigni contenenti kg di fusilli.

– La voragine dei ravioli


Altra postazione da non perdere è quella dei secondi, se la bistecca di maiale non spicca (è complicato braciare bistecche per tante persone, però 4€ è un prezzo che manco all’agriturismo) il posto è tra i più belli. Sembra un presepe. Articolato su più livelli brulica di persone che divorano pane e salsiccia immersi nella storia, una frase che potrebbe anche rilanciare lo A spasso nel tempo di De Sica, ma che invece è perfetta sintesi del gran lavoro che l’organizzazione è riuscita a fare.

– Una cartolina da Buccino


Ancora una volta non solo gastronomia, ma storia, cultura ed intrattenimento.
Intrattenimento a cura del Cervo Bianco, tre musici che ci hanno deliziato con melodie dal sentore celtico.
Cornamuse e tamburi con vestiti dell’epoca, rifornitevi di vino e godetevi lo spettacolo.
Riguardo la cultura, potrete farvene una anche allo stand dei nostri amici della Birra Nuda, che incontriamo ancora una volta e che è sempre un piacere salutare, anche perché hanno iniziato questa simpatica tradizione del gonfiarci di birra ogni volta che ci vedono.


Historiae Volceianae e Sagra della pasta, conclusioni


Non ho molto da concludere, se siete arrivati fin qui vi siete resi conto di quanto quest’evento ci abbia convinto. L’organizzazione è ottima, la passeggiata lunga e suggestiva, le tipologie di intrattenimento sono varie e sicuramente convinceranno anche le comitive più disparate, la grande gentilezza di chi ci ha mostrato tutto, Marcello Nardiello, va ancora una volta segnalata. Insomma, ci siamo divertiti.

L’evento si tiene praticamente sempre dal 16 al 18 Agosto, segnatevelo e andate a scoprire Buccino, cosa che colpevolmente avremmo dovuto fare ben prima!


– Falco

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TIPICA – Vietri di Potenza (PZ) – 2022

TIPICA – Vietri di Potenza (PZ) – 2022

TIPICA, la Sagra dell’olio e dei prodotti tipici vietresi, è un percorso gastronomico di lunghezza non indifferente (900 mt / 1 km) e dall’altrettanto lungo menu.
L’evento si candida indubbiamente ad essere uno dei più TOPICI della Basilicata e si tiene il 12 e il 13 Agosto 2022.

TIPICA, ciambuottola
– La colorata ciambuottola


Il lungo percorso


C’è poco da dire, i percorsi itineranti sono i più affascinanti, soprattutto se belli lunghi e se perfettamente incastonati in un curato centro storico. Il piccolo labirinto goloso passa attraverso tutte le piazze (o quasi) della cittadina creando un disorientante loop che tra musiche e folla vi porterà talvolta a continuare a girare all’infinito come in un calorico purgatorio.


Grazie a giochi di luci e musicalità molto diverse tra loro talvolta avrete l’impressione di essere in due/tre eventi diversi.
Penso immediatamente ad una delle prime piazze che ci si ritrova davanti imboccando il percorso da dove si viene depositati dalla navetta, illuminata come una piccola festa di paese, con alberi e lampadine gialle, molto compatta, con un anticiclone di gente nel mezzo costretta tra stand sulla destra, un recinto di caprette (poracce, si sono fatte praticamente un rave), dei tavoli sulla sinistra e un gruppo un po’ attempato a centro pista che però ha tirato fuori un medley di 1 ora piena con tutto il meglio della musica italiana. Impossibile non andare a ritmo, sicuramente l’accompagnamento melodico che mi è piaciuto di più, fantastici.


Facendo dietrofront e cominciando a salire trovate un vicoletto dedicato agli artigiani, con ombrelli appesi sulle vostre teste, botti e cesti di vimini. Questo vicoletto si apre in una seconda piazza, anche questa gremita ma ben più ampia, il primo stand che trovate è quello per il cambio dei soldi (1 Vietrese = 1 €, il Vietrese è tipo la 1.000 lire del 1920, un foglio di quaderno), la musica è quella molesta del consenso dei giovani, si va dalla bachata alla generazione zoomer più attuale, avendo superato i 30 fuggiamo spaventati come vampiri boomer.


Terza piazza, terza concerto, qui abbiamo il folk classico con i pezzi più noti del panorama sagra. Probabilmente lo spazio più affollato, anche per la pura presenza di una gran quantità di stand!
In tutto questo elenco ho omesso una serie di scorci, passeggiando vi ritroverete davanti all’improvviso diverse chiese e punti d’interesse, perfettamente valorizzati da illuminazione e posizionamento sul percorso, come dicevo prima mangiare diventa un gran bel modo per scoprire tutto il paese.


Il lungo menu


Se pensavate che il percorso fosse lungo (e non l’ho descritto nella sua interezza) aspettate di conoscere il menu. Nella piazza delle caprette troviamo Ciambuottola (5€), Caciocavallo impiccato con tartufo (4€), Antipasto/Tagliere (10€), Bombette (4€), Arrosticini (3€) poi Pizzelle, Calzoni con la menesta e altro ancora…tra cui le Polpette Vietresi (4€ mi pare).

TIPICA, Antipasto
– L’Antipasto è un’ottima occasione per provare diversi prodotti locali


Iniziamo con un Antipasto misto di salumi e formaggi. Ve lo consiglio, ne vale davvero la pena. Troverete diversi prodotti tipici lucani, alcuni imperdibili ed è decisamente abbondante, non è un piatto da affrontare da soli. La Ciambuottola invece per quanto buona è fuori budget, visivamente, però, è uno spettacolo. Allo stesso stand dove ritirate i piatti trovate anche l’Uovo Fritto con Peperone Crusco (3€, o 4€) e avrete la possibilità di comprare quei salumi provati nell’antipasto. Tutti abbiamo effettuato almeno 1 acquisto, a riprova di quanto ci avesse convinto.

TIPICA, caciocavallo
– Caciocavallo impiccato, stuccato di fresco


Sempre nella stessa piazza, uno step oltre ci sono le braci.
Qui proviamo gli Arrosticini (1€ al pezzo), buoni ma sfizio effimero visto il costo, e il caciocavallo.
Mai visto un caciocavallo spalmato con tanta cura, l’addetto a ritmo di medley di Battisti ricopre, come lo stesse stuccando, tutto il pane. In più c’è il tartufo, buono.

Le bombette erano finite e non riusciamo a provarle, le polpette rimangono nei nostri sogni più proibiti ma dobbiamo cambiare piazza, altrimenti non riusciremo mai a provare “tutto”.


Il lungo lungo menu


Per la strada avete occasione di prendere un sacchetto di struffoli (tipici del territorio, sono salati, non dolci e smielati come i “nostri”) accompagnato da un bicchiere di vino rosso gelato.
Totale offerta 2€. Il vino rosso non ho ancora compreso quanto mi piacesse ma scendeva che scendeva, in molti stand trovate anche la bottiglia, 4€ e andate alla grande.

TIPICA, parmarieddi
– Parmarieddi, qualità eccellente


Qui era il momento di provare alcuni primi piatti. La scelta è tra Cavatieddi e Parmarieddi, serviti da una standista in bandana che avrebbe potuto vendermi qualsiasi cosa.
I cavatelli erano quelli classici, serviti al sugo, con a scelta spolverata di cacioricotta e forte.
La vera chicca sono i parmarieddi: Formato di pasta più allungato, largo, spesso, calloso.
Si servono in bianco, con mollica di pane e cacio. Buonissimi. Davvero.
Questo se lo riproponi in ristorante con alicella e una parvenza di melanzana voli altissimo, complimenti.
Non a caso, infatti, la folla a intuito comprende la particolarità del piatto e prende d’assalto lo stand.
La fila non è mai invivibile ma sfortuna vuole che tocchi a me nel ricambio della pasta e devo quindi attendere gli inesorabili tempi di cottura (quest’anno 3/3, serve un’inversione di tendenza).

Capitolo persone: TIPICA si, ma talvolta TIPICAOS, un caos però sempre gioioso, mai percepità animosità anche quando in più di un’occasione vieni travolto da qualche amichevole spallata nell’approccio a qualche stand o posto a sedere. Rimanete saldi e decisi al vostro posto, è così che mi sono procacciato il cinghiale.

TIPICA, cinghiale
– Il cinghiale è da non perdere


Parlando proprio del cinghiale. E’ il piatto da non perdere ? Probabilmente si.
Tagliato spesso 2 cm, tenero, assorbe i profumi delle braci e viene deliziato con un olietto piccante.
Qui il pensiero ricorre a qualche piatto tipicamente peruviano difatti par di mangiare alpaca per quanto sia delicata la carne. Riusciamo a beccare gli ultimi tre piatti disponibili, meno male!
Buono anche l’amaro, ma è servito in un ditale!


TIPICA, conclusioni


L’evento ha una personalità e un folklore impossibile da mancare, si percepisce ad ogni passo. Come avrete letto le scelte sono veramente tante (abbiamo anche saltato delle cose, tipo la Pasta e fagioli).
I prezzi in apparenza sono alti ma noi abbiamo preso 40 € di Vietresi e ne sarebbero bastati anche 30.
Se condividi tutto assaggi tutto e ti sazi senza problemi, 15€ sono assolutamente in linea con la qualità dell’evento. Faccio anche notare che i prodotti sono tutti assolutamente del posto, valore aggiunto.


E’ presente anche un servizio navetta gratuito (occhio al consueto assalto) e cercate ogni tanto di alzare la testa dal piatto per godervi il paesino, perché merita.
Troverete anche degli esilaranti cartelli sparpagliati sui muri, con detti locali e regionali, e qualche membro dello staff che gioca ad un’animata versione della Morra.
TIPICA è sicuramente un evento da consigliare, non ha neanche 10 anni ed è un evento già rodato, con le idee molto chiare, che saprà sicuramente ripetersi e migliorarsi.


Falco

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La notte del Barone – Torchiara (SA), Il Burbero barone torna a danzare tra le folle

La notte del Barone – Torchiara (SA), Il Burbero barone torna a danzare tra le folle


A Torchiara, in Cilento, il 17, 18 e 19 agosto 2022 va in scena la quinta edizione de “La Notte del Barone“: tra atmosfere fiabesche, dentro e fuori il palcoscenico naturale del cinquecentesco palazzo baronale “De Conciliis”, prendono vita personaggi e vicende di epoche passate.

La notte del barone, artisti
– Grande cura per artisti e giochi di luce


La notte del Barone, il programma della festa


La manifestazione accende i riflettori sulla storia del borgo attraverso l’arte del teatro di strada, la musica e l’enogastronomia. Tantissimi spettacoli con circa 50 artisti coinvolti riempiranno le straduzze del borgo in attesa della suggestiva uscita del Barone.

La notte del barone, ospiti
– Un’ospite dell’edizione 2022

Mostre, artigiani, concerti, folklore e danze popolari accompagneranno i visitatori fino a tarda notte.

La manifestazione si propone, dunque, come “tappa obbligata” per il turista che approda nel Cilento nel mese estivo; un modo alternativo per penetrare nell’entroterra cilentano e trovarsi al cospetto di un evento originale, nuovo e di ampia portata.


Le origini della festa


L’evento riprende romanzate vicende di epoche passate come quella del Barone, feudatario dal fare apparentemente burbero, che, stizzito inizialmente dagli schiamazzi di estranei e popolani intenti a far baldoria nei propri possedimenti, non perderà occasione, all’assaggio del primo boccale di vino, a mostrarsi, con la sua singolare generosità, quale vera anima della festa! 

Giullari, musici, danzatrici, artisti di strada invaderanno le stradine del borgo storico e mescolandosi alla folla regaleranno tre serate davvero magiche. Non solo rievocazione, ma un vissuto fuori dal tempo che, attraverso l’arte visiva, la musica e la danza popolare, consentiranno al visitatore di sfogliare le pagine del passato, per intraprendere un viaggio tra storia, spettacolo, enogastronomia e cultura.


La notte del Barone, il menu

Ecco il menu dell’edizione 2022, distribuito in un percorso di 500 mt circa:

– Fusilli al sugo
– Lagane e ceci
– Ciambotta
– Pizze fritte
– Panini con salsiccia, provola e patatine
– Patatine fritte
– Zeppoline con fiori di zucca
– Pizza cilentana
– Caciocavallo arrostito
– Fagiolata cilentana
– Fagiolata vegan
– Mortadella arrostita
– Vino e percoche


– Falco

La notte del barone, copertina evento FB
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Festa medievale San Martino – Montecorvino Rovella (SA) – 2022

Festa medievale San Martino – Montecorvino Rovella (SA) – 2022


Nella frazione omonima di Montecorvino Rovella (SA) si tiene la Festa Medievale San Martino.
Quella di quest’anno è una 2° edizione siccome dopo il primo fortunato tentativo l’organizzazione ha dovuto fermarsi per due anni per i motivi noti.
L’evento si terrà dal 5 al 7 Agosto 2022.


Il nostro medioevo


Nonostante una cura capillare di molti particolari il vicolo che ospita l’evento (900 dignitosi metri di festa) presenta un solo sito realmente appartenente al periodo preso in esame, la chiesa di San Filippo, appartenente al XV secolo.

Si è scelto comunque di celebrare questa particolare data poiché lungo il percorso sono presenti strutture ed abitazioni, talvolta abbandonate dalla popolazione (seppur per la maggior parte curate) risalenti tranquillamente al 1700, 1800 e così via.
Il salto nel passato è un modo per tener viva l’attenzione su una strada ricca di storia che rischia di passare altrimenti inosservata e dimenticata.


L’evento è ricco di particolari, basti osservare gli stendardi in legno che portano il nome di ogni taverna o punto ristoro che si trova durante il percorso. I drappi, i segnali stradali, le balle di fieno ma soprattutto gli spettacoli. Impossibile non citare anche le monete che si sono presi la briga di coniare A MANO e che potete cambiare nei tre diversi banchi di cambio presenti, imperdibili.

Il vero punto focale, dicevo, sono infatti i diversi spettacoli che si alternano nelle tre piazze principali del percorso.
Durante il corso di questa edizione osserverete il suggestivo scambiarsi di figuranti e di danze. A partire dall’irriverente gobbo passando per l’artista del fuoco Nino Scaffidi.


Uno degli artisti itineranti che più ho apprezzato è quello dei Viandanti di Montevergine. Un gruppo in costume che si esibiva in danze da corti medievali con tanto di musiche d’epoca. Da amante personalmente sia del fascino delle corti che di questo tipo di melodie non ho potuto fare a meno di fermarmi ogni volta che li incontravo.


Il menu ricercato della Festa Medievale San Martino


Nonostante la Festa Medievale San Martino non punti ad essere un evento gastronomico (o una sagra) ma bensì un carosello da osservare per stupirsi e divertirsi, il parco di pietanze offerto è degno della cura dimostrata dagli organizzatori in tutti gli altri ambiti.

Abbiamo due primi diversi: Fusilli al tartufo (7€) o Fusilli con zucchine e guanciale (5€).
Entrambi i piatti sono abbondanti. Il più sfizioso dei due è indubbiamente la variante al tartufo. Il costo non è popolare ma il tartufo c’è, si vede e si sente pure.
Questa è l’unica taberna dove potreste incontrare un po’ di fila data la grande affluenza. A onor del vero sfortuna ha voluto che dovesse esserci il ricambio della pasta proprio quando toccava a noi, perché per il resto è filata via liscia senza mai grosse attese.

Festa medievale San Martino, Fusilli al tartufo
– Pioggia di tartufo


Altre pietanze da provare sono il caciocavallo impiccato con tartufo (4€) e il pan tuost’ con fagioli (4€ con vino omaggio).
Benchè il cacio sia il simbolo perfino della nostra pagina uno degli alimenti che più mi ha colpito (insieme al vino con le percoche che si trova nell’ultima piazza, 2€) sono proprio i fagioli.

Lo stand in legno si trova in un piccolo atrio circondato da abitazioni. Il piatto è abbondante, tanto da risultare anche bello peso, componibile (vengono serviti fagioli sul pane e si può scegliere di condire con pomodori, cipolla, aglio, peperoncino in olio o piccante etc.). Sicuramente di gran gusto.

Fagioli e pan tuost
– Carosello di fagioli


Lo spezzatino di cinghiale va letteralmente a ruba. Le quantità sono limitate perché come dicevo l’aspetto del cibo non è uno dei punti principali su cui punta l’organizzazione, non è una festa dove ci si viene ad abbuffare. La scelta è stata quella di avere diversi elementi di qualità ma in dosi limitate. Neanche noi, che ci siamo colpevolmente attardati convinti di avere più tempo, siamo riusciti a provarlo!


Mercatini, mostre e Falconieri


Oltre a stand di birra artigianale (ottima) alla spina durante il percorso è possibile anche trovare qualche piccolo esempio di mercatini artigianali, dai dolciumi alla lavorazione del legno.
Una delle mostre che colpisce di più è quella delle armi medievali ed armature.

Il curatore è un vero appassionato del periodo e ha realizzato egli stesso i vari trabocchi, baliste, arieti e torri che potrete ammirare esposti nel piazzale.
Sarà ben felice di scambiare con voi qualche osservazione sul suo lavoro, non temete di chiedere.


I Falconieri dell’Irno sono stati un altro dei vari spettacoli educativi e di sicuro effetto della Festa.
Il loro show di barbagianni, poiane, falchi e gufi ha creato una folla di curiosi e rispettosi appassionati del mondo dei rapaci. Insieme all’eleganza dei rapaci l’occasione è stata sfruttata anche per fare un po’ di divulgazione, che non fa mai male.

La Festa Medievale di San Martino è dunque un evento peculiare per le caratteristiche espresse.
Non è facile trovare nei paraggi un’organizzazione che non decide di giocare facile e non puntare sul cibo.
Caparbiamente, invece, si è deciso di dare tutto sulla cura degli spettacoli innanzitutto e in generale su una sensazione di voler crescere e migliorarsi per diventare un punto di riferimento per gli eventi del genere, e della zona.
Certo, dopo due anni di stop e una sola edizione non era facile tornare in grande stile e qualche postazione un po’ scarna di addobbi lo dimostra. La serietà del comitato organizzativo, col quale ci siamo fermati a parlare a inizio e fine serata è però una garanzia per la crescita dell’evento nelle edizioni immediatamente successive, ne siamo certi.

Festa medievale di San martino, mappa
– Mappa del percorso


– Falco

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