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Sagra del pomodorino datterino – San Bartolomeo in Galdo (BN)

Sagra del pomodorino datterino – San Bartolomeo in Galdo (BN)


San Bartolomeo in Galdo, piccolo comune del beneventano di 5.000 abitanti, si ritrova per le mani una vera primizia. Un’eccellenza nel campo già pregiato delle colture di nicchia: il pomodorino datterino.
La corrente amministrazione comunale, in vista del marchio De.Co (denominazioni comunali di origine) in arrivo ha scelto di onorare questo prodotto con una giornata ad esso dedicata, la Sagra del pomodorino datterino, appunto, che si è svolta sabato 19 Agosto proprio tra le strade della città.


Sagra del pomodorino datterino ed eccellenze locali


La Sagra del pomodorino datterino esalta la coltivazione tipica del comune di San Bartolomeo in Galdo. Il microclima e la conformazione del terreno di San Bartolomeo permettono infatti la coltivazione senza irrigazione, conferendo al pomodorino datterino particolare dolcezza e un alto grado zuccherino.

Arrivando sul posto infatti ci siamo goduti dall’alto un panorama collinare che si estendeva a perdita d’occhio. Sormontato da delle sceniche pale eoliche che proteggevano con le loro imponenti ombre colture, vigneti e distese dorate di grano.


Nonostante il caldo pressante degli ultimi anni, che perfino San Bartolomeo, nel suo piccolo, sta percependo, la posizione privilegiata permette al paesino di essere amabilmente spazzolato dal vento e di rimanere fresco abbastanza per favorire questo tipo di coltivazioni.

La raccolta avviene rigorosamente a mano e l’inscatolamento vi si succede molto rapidamente, mantenendo così inalterata sia la freschezza che la dolcezza del prodotto.

Povero di calorie, il datterino è ricco di sali minerali, vitamine e antiossidanti salutari per la pelle.

Il suo sapore aromatico e particolarmente dolce è l’ideale per molti piatti a base di pesce ed anche un gustoso condimento per la pasta...


Per disquisire sull’argomento la popolazione è stata invitata dal sindaco Carmine Agostinelli, tra i più convinti fautori dell’idea, ad una tavola rotonda, che in realtà era un palco quadrato, con le figure politiche più influenti sull’argomento. Non sono mancate premiazioni di personaggi locali che con il loro intervento sono riusciti a rendere questo prodotto noto al grande pubblico anche in tempi non sospetti, lontani dalla luce dei riflettori. Tra gli invitati anche il campione del mondo (oggi agricoltore) Francesco Moser.


Sagra del pomodorino datterino, il menu


Per esaltare il raffinato prodotto è stato istituito un menu degustativo dal prezzo puramente simbolico di 10€. Potete fidarvi se parliamo di prezzo simbolico. Di eventi ne giriamo e un menu così non potrebbe costare così poco neanche se fossimo nel meraviglioso, pre-apocalittico, 2019.

Il menu era così composto: Bruschetta (Con pomodorino, olio e origano). Pizzella (Pasta cresciuta fritta con passata di pomodoro datterino, parmigiano, basilico). Cavatello (Uova, Farina, Pomodoro datterino fresco, basilico). Polpetta (D’uova, parmigiano e mollica di pane) e Straccetti (Carne di vitello cotta al burro con pomodoro e basilico).


Per i nostri affezionati lettori della provincia di Salerno segnaliamo che i cavatelli non sono gli stessi nostri ma una variante della tradizione beneventana tra lo scialatiello e le trofie. Tipicissima del posto (e del vicino Molise, che vi dedica più di un evento) la Polpetta cacio e ova, di cui io, da amante folle delle polpette, non ho potuto fare a meno di invaghirmi. Gustosa nella sua semplicità anche la pizzella. Niente più di una montanarina/pizza fritta (a seconda di che provincia campana siete!) cucinata da una simpaticissima signora che nelle retrovie, mentre scattavamo le foto, ci ha ingozzato con due/tre porzioni al volo, ustionanti, tirate fuori dal pentolone a mani nude!


Sagra del pomodorino datterino, i laboratori


In parallelo al convegno e al menu degustazione è stato simpatico seguire i laboratori dedicati ai bambini. In una pace irreale fatta di sorrisi e buonumore veniva insegnato ai più piccoli tutto il processo che va dalla coltura al prodotto finito.


I bambini prendevano i pomodori dalle cassette messe a disposizione, li lavavano e (a fatica) li passavano, separandoli dalla buccia e rendendoli salsa. L’importanza di un antico rituale quasi scomparso, reso estremamente celebre da qualche generazione precedente (tutti avevamo la nonna che faceva le bottiglie!) che viene, per fortuna, ripreso. Un’idea senza dubbio apprezzabile che trasmette l’importanza di un prodotto principe del proprio territorio tramite il gioco.


Nonostante la prima edizione c’è stato un buon successo di pubblico. Già prima della fine del convegno si era formata una temibile fila ansiosa di testare la versatilità del pomodorino datterino di San Bartolomeo e di conseguenza il passo più arduo sembra esser stato compiuto con scioltezza. Alle prossime edizioni il compito di prendere quel che di buono è stato colto, passarlo e renderlo pronto per lo scaffale e la tavola. Il pomodoro è del resto un elemento che si adatta alla perfezione alle tavole di una sagra (figuarsi uno con tutte queste proprietà e qualità). Basti pensare ad eventi simili che hanno già riscosso successo. Penso a Il Bianco e la Rossa, di Rotonda (PZ), a Corbara e il Corbarino, in provincia di Salerno e al successo della Sagra del Pomodoro San Marzano DOP di Striano (NA).


Falco

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Porcus Festival – Puglianello (BN) – 2023

Porcus Festival – Puglianello (BN) – 2023

Il Porcus Festival di Puglianello (BN) raccoglie l’eredità della ventennale Fest’ du Puorc’ ma oltre il nome cambia ben poco: carni locali, un gruppo organizzativo molto unito ed efficiente ( Nuovo Centro Studi Puglianello ), ricco menu e solito entusiasmo di chi attendeva con ansia questo ritorno dopo la pausa forzata.

Porcus festival, carne di maiale e pappacella
– Una delle protagoniste della serata: La carne e papaur’


La tensostruttura


Per ragioni prettamente climatiche l’evento si tiene solitamente all’interno di una tensostruttura, nulla a che fare con un semplice “capannone”, ma Puglianello ha a disposizione un castello (al momento in ristrutturazione) e una tenuta, Casa Marchitto, che funge anche da museo.

Trovandosi nella provincia di Benevento e tenendosi tra fine Febbraio e le date che ultimamente sono diventate definitive della prima metà di Marzo è facile che il meteo sia inclemente: una delle edizioni finì addirittura sotto la neve.


La tensostruttura resiste alle intemperie, mantiene il calore ed è estremamente ampia (può ospitare turnazioni di 650 persone), le uniche ovvie controindicazioni sono il risentirne dell’acustica (il suono non venendo assorbito da nulla ovviamente rimbomba) e quando si bracia duro e il vento è contro parte del fumo può creare una cappa.


Le tipicità


Tutti i piatti più apprezzati della provincia beneventana sono presenti in menu, il più caratteristico è forse la Carn e papaur, una variante locale della sfrionzola (o viceversa) che presenta una forte nota d’aceto, la presenza delle pappaccelle, che hanno un sapore più carico rispetto al normale peperone, e l’assenza categorica di patate. La versione con patate, nei dintorni, è nota come pentolaccia.
Urge una mappatura della sfrionzola e delle sue varianti.

Porcus festival, carn e papaur
– Che sia chiara l’assenza di patate

Non è da meno, anzi, il fegato int’ a rezza (spero di aver beccato i troncamenti), altra specialità del posto, che viene profumato solo con alloro.

Continuando con le braci a menu sono presenti anche salsiccia, pancetta e fettina.
Piatti classici da Pasquetta campana, sempre di operatori del settore, tutti del posto.
Ci teniamo a sottolineare questo aspetto poiché il festival è anche un modo per esprimere la natura contadina e agricola della città.

I primi


Buona scelta di primi con tre grandi classici: Gnocchi con tracchie e cotiche, Pasta fagioli e cotiche, Rigatoni alla matriciana.

Quello che ci è piaciuto di più (e che risulta anche il più venduto dell’anno) è stato il piatto con gli gnocchi. La carne naturalmente sapida va a sopperire al sale (quando si fanno 1200 piatti di pasta regolarsi con le dosi non è facile) ed è piacevole ritrovarsi nel piatto i pezzettoni di carne tenera e saporita.

Porcus festival, gnocchi
– Una collinetta di sugo di maiale


Al secondo posto di questo podio immaginario inseriamo la pasta fagioli e cotiche.
Interessante variante locale addolcita dalla presenza dei grassi del maiale, ricordava un po’ quella di Riardo (CE), del Calici al Castello. Uniforme, cottura perfetta, un bel piatto.

Puglianello, Pasta fagioli e cotiche
– Un’immagine vale più di 100 calorie


Minestra maritata ed altre specialità


Altro piatto da provare è la minestra maritata, questo sembra uscito direttamente dalle cucine del vostro agriturismo preferito (o da quelle della nonna). Sapidità perfetta, insaporito dalla carne del maiale, preparato alla perfezione anche con i gambi più spessi della pianta che nonostante ciò non sono mai coriacei. Un piatto perfettamente riuscito.

Si accompagnano alla minestra una polenta con broccoli e salsiccia e una zuppa di porri, fagioli e cotechini. Questi due piatti partono da classici della cucina contadina ma si sono evoluti all’occorrenza per completare il reparto dei secondi. La polenta mi è sempre ostica quindi sono di parte, ma la zuppa di porri è molto gradevole ed è un piatto inaspettato che potrebbe far felice l’ospite occasionale che non è avvezzo ai piatti da sagra più violenti.

Sono presenti patatine fritte, per accontentare i più piccoli, e pizza fritta con sugo di maiale.
Il sugo porta la pizza, altrimenti classica, unta il giusto e ben realizzata, su un altro livello di sapore.

Porcus Festival, pizza fritta
– Pizza fritta con sugo di maiale


Vini, taglieri e dolci


Perfino la parte alcolica è completamente del posto.
Vini e birra (artigianale) sono realizzati da aziende locali.
L’Aglianico del Taburno è della tenuta La Fortezza mentre la birra artigianale è prodotta dal birrificio Historia. Ottimi prosciutti sono anche quelli che si possono testare, affettati al momento, nell’angolo riservato ai taglieri. In questo spazio si possono acquistare anche formaggi e insaccati vari da portare a casa come souvenir.

Piccolo spazio a parte per i dolci: Grande varietà in campo quindi potete scegliere quello che vi piace di più ma se vi fidate di noi non potete non assaggiare la sbriciolona con mele e nocciola. Spaventosamente buona.

Sbriciolona
– Sbriciolona con mele e cannella

Un applauso va allo staff, molto disponibile a farci vagare in cucina, a raccontarci lo svolgimento delle varie preparazioni e a girare come un perfetto ingranaggio sia nel tenere in ordine l’ampio spazio con i tavoli sia nell’essere celeri in cucina, non abbiamo mai notato grandi file nonostante la partecipazione.


Il Nuovo Centro Studi Puglianello


Il ritorno, in quest’edizione 2023, è sicuramente un appuntamento riuscito. Il cambio di nome (e la prima collaborazione ufficiale con Il Trono di Sagre) porta bene all’evento che registra numeri soddisfacenti e permette all’associazione di far cassa in vista di diversi eventi culturali che si tengono durante l’anno.
Infatti oltre il Porcus Festival a Puglianello esistono appuntamenti che permettono a laureandi o a talenti locali di mettersi in mostra (ve ne parleremo poi sui nostri portali).

A questo si aggiunge l’immensa disponibilità e gentilezza di Francesco Di Sorbo, col quale siamo ormai in contatto da tre lunghi anni e del presidente Filippo Guarnieri, insieme a quella di tutto il resto dell’associazione.
Al prossimo festival!

– Ceci n’est pas Nuove Centro Studi Puglianello


Falco

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Sagra dei funghi – Cusano Mutri (BN) – 2022

Sagra dei funghi – Cusano Mutri (BN) – 2022


La Sagra dei funghi di Cusano Mutri (BN) è uno degli eventi che ha trasceso la definizione di sagra.
Ogni anno è visitata da un numero spasmodico di visitatori, numeri che ricordano più un rave che un evento folk. Dai 100.000 a salire, una trasformazione che ha dell’incredibile per un paesino che normalmente conta neanche 4.000 abitanti!


Il giorno ideale


L’evento è attesissimo da chiunque. E’ l’evento dell’anno per il Comune e le sue casse, che si gioca tutto nell’evento più noto, standisti, stand privati ed espositori sono chini ai posti di partenza perché sanno che l’onda anomala di persone, e soprattutto di turisti, sarà avida dei loro prodotti.

Abbiamo incontrato e parlato, nel corso della nostra visita, con diversi espositori di amari e formaggi (il che implica che con la scusa delle quattro chiacchiere abbiamo trincato e buttato giù sapide stalattiti sotto forma di campioncini, per tutto il percorso)


Sulla nostra strada abbiamo infatti incontrato Accio, che ci ha fatto scoprire interessanti pozioni e distillati con prodotti natii della sua Gesualdo (AV), l’urban cowboy e il fascino e i profumi dei suoi formaggi alle erbe e alla vinaccia, della Azienda Agricola Solomita Raffaele (anche qui direttamente da Gesualdo).
Per concludere, in cerca di avventure come ad un palio medievale, in tour, instancabili come artisti del circo, abbiamo conosciuto anche Il Quintalone, veri esperti di sagre ed eventi.

Conoscere tutte queste persone è stato illuminante, quante realtà si scoprono a corredo di un’altra a sua volta tutta da conoscere, complicata da conoscere, che si nasconde in un dedalo di mura in pietra, pavimenti in roccia, levigate scale ad arco e una fiumana di gente.
A tal proposito, consiglio del Trono…andateci dal lunedì al mercoledì se volete farvi una piacevole passeggiata, dal giovedì al venerdì (presto, orario aperitivo!) per godervi un po’ di movimento…e nel weekend se siete amanti del wall of death o di sfide alla World War Z.


Il menu


Essendo ospiti direttamente del Comune di Cusano Mutri, e del suo sindaco Giuseppe Maria Maturo noi ci siamo serviti principalmente alle cucine cittadine de Il Porcino Regale.
Possiamo assicurarvi che ha regnato l’abbondanza e il gusto e già dopo il primo pit stop eravamo in balia degli amidi.

Il menu si compone di 4 primi differenti (potete anche fare degli assaggi di 2 primi per piatto) 2 secondi, contorni, dolci e pizze. Tutto a base di fughi.

Sagra dei funghi, Tagliatelle e trofie
– Tagliatelle & Trofie


Il primo “assaggio” (che era grande quanto un primo a sé stante) sono state le trofie con salsiccia e funghi. La produzione industriale (che non significa “produzione di massa”, occhio!) della pasta non mina la qualità del piatto (farle a mano con 100.000 visitatori significherebbe avere altrettante persone che sbattono uova e sbuffano farina, il caos) che è immediatamente riconoscibile per il giusto sapido dato dalla salsiccia e la quantità evidente di funghi.

Un salto nell’altro piatto e si passa alle tagliatelle. Al solito il piatto più gentile di sapori, ugualmente valido, ma la mancanza della salsiccia concede il punto alle trofie.

Sagra dei funghi, cazzatielli
– Cazzatielli


Novità dell’anno sono i cazzatielli! Piccole palline di pasta un po’ a mo di fregola, molto molto tenere, che si sciolgono come neve al palato. Anche qui funghi carnosi a pezzettoni grossi. Siamo rimasti molto felici e soddisfatti dalla mole dei primi, sicuramente un’ottima partenza!

Senza neanche fermarsi a ragionare imbracciamo un bicchiere di vino (molto dolsce, occhio) e procediamo spediti verso i secondi. La casa consiglia…arista di maiale & scaloppina.
Abbiniamo loro rispettivamente le patate al forno ai porcini e la zuppetta di funghi.

La zuppetta ai funghi in questo poker di elementi è quella che spicca di più. Ha un sapore molto deciso e ve la consigliamo, non è da meno la scaloppina tenerissima e le patate al forno, ottime, ben condite, dorate e tirate fuori dal forno al momento giusto. Un po’ in secondo piano si piazza l’arista, che vi sconsigliamo di prendere da sola (senza un contorno dunque).

Sagra dei funghi, arista
– Artista accompagnata da zuppetta di funghi


Un volontario perdersi tra i vichi


Dopo questo menu completo optiamo per il giro lungo. Risaliamo il primo tratto di strada (lo stand dove ci siamo fermati è praticamente il primo della salita che porta al paese) e via sulla destra.
Essendo lunedì non tutte le casette erano illuminate a festa ma si poteva ben immaginare lo spettacolo di un evento a pieno regime. Le stradine, già belle e affascinanti di loro, erano illuminate da lucine natalizie e chiacchiericcio, vi invitiamo a perdervi per un po’ con il naso all’aria, alla scoperta di questi vicoletti.


Risaliamo scala dopo scala, osservando il presepe/miniatura a inizio paese e seguendo i gruppetti che ronzano famelici nel centro. Decidiamo a questo punto che è il momento del nostro amicone, il caciocavallo impiccato. Lo fanno in parecchi, quindi avrete l’imbarazzo della scelta.

Noi ci siamo fermati a uno stand nei pressi del pub Oscar Wilde (dove successivamente ci siamo regalati una corposa IPA alla spina che abbiamo accompagnato con un tarallone avvolto di prosciutto che i gestori hanno gentilmente concesso insieme alla birra) e abbiamo preso un caciocavallo impiccato con funghi e tartufo.


Buono il tartufo, il fungo e il caciocavallo, meno il pane e la quantità. Anche il prezzo non è da ridere (5€).
Di fianco al caciocavallo, a catena di montaggio, sfrigolavano eserciti di arrosticini (c’è chi dalla fila spara un ordine da 24!)


Un’altra settimana di appuntamenti


La sagra dei funghi di Cusano Mutri (BN) continuerà fino alla fine del weekend (domenica 16) quindi avete ancora un bel po’ di tempo per organizzarvi e andare.

Se non ci siete mai stati è il caso che cominciate a piazzare una x sul calendario, perché è un evento che l’amante di borghi e sagre non può perdersi, tra i più importanti della regione ed oltre.
Nonostante ressa e traffico (ma se vi fate furbi li evitate) e la distanza, pensate che per noi erano 2 allegre ore di auto, per un totale di 4 a/r, dunque ben 5 anni sagra, resta un must da provare.

Al ritorno, come di consueto, abbiamo ancora una volta sbagliato strada, e c’era pure la nebbia.


Falco

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Sagra del fungo porcino – Castelpagano (BN) – 2022

Sagra del fungo porcino – Castelpagano (BN) – 2022

Al 17 di Settembre c’è chi va ancora a mare e chi come noi si approccia all’autunno con un appuntamento inedito: una visita alla Sagra del fungo porcino di Castelpagano, in provincia di Benevento.
Questo evento organizzato dal Comune è giunto alla 24esima edizione e fa un po’ da apripista agli eventi sul fungo (e sulla castagna). E’ una sagra rodata cui mancava solo Il Trono di Sagre quindi ci si mette in auto per un viaggio di di ben 4 Anni Sagra tra andata e ritorno, una bella traversata.

Sagra del fungo porcino, tagliatelle
– Piccola preview di quel che ci aspetta


A scivolosi passi dentro l’autunno


La prima cosa di cui ci accorgiamo è che l’evento è tutto racchiuso nel centro storico (con vari punti di interesse a formare un percorso), la seconda è che sono tutti in giubbotto e jeans e noi siamo arrivati freschissimi con pantaloncini e camicia di lino-cotone. Del resto quando siamo partiti da casa si registravano giusto 10 gradi di più, ci può stare!

Con un po’ di timore scendiamo dall’auto sperando di non trovarci anche il vento contro e rischiamo immediatamente di perdere Corvo che scivola in una pozza d’acqua e sta per franare al suolo.
Affrontata questa insidiosa discesa umidiccia subiamo il divertito sguardo degli abitanti del posto che con grande magnanimità avranno pensato “Ma da quale spiaggia libera arrivano questi?”

Folla
– Bell’atmosfera alla Sagra del fungo porcino


In nostro soccorso giunge subito Danilo Viscio, consigliere comunale che ha contribuito alla realizzazione dell’evento, nostro coetaneo, che ci mostra come si snoda il percorso.

La prima piazzetta che si incontra in alto è quella un po’ più casual. Abbiamo un bar, suppongo il più popolare di Castelpagano visto il movimento nei dintorni, il punto crepes e diverse panche dove ci si può fermare dopo essersi riforniti dalla coppia di stand presenti.

Si comincia a scendere e abbiamo incastonata nella pietra, sulla sinistra, una piazzetta minuta ma molto carina di fronte alla quale c’è il Vinarium. Sotto i portici è possibile sedersi a tavolino e provare qualche buona etichetta, in alternativa altrimenti abbiamo vino bianco, rosso e birra direttamente agli stand della sagra.


Aperifungo


La nostra prima tappa è l’aperifungo, nome che già adoro.
Danilo ci fa arrivare questo vassoietto con un panino con hamburger e delle pizzelle di funghi.

A prima vista il tutto può sembrare una qualsiasi portata da sagra ma appena si assaggia le cose cambiano. Cominciamo dal panino.
Il pane è la scelta ideale, è un po’ tenace ma è una giusta via di mezzo fra un panino rustico e una scelta gourmet. Nasconde una raffinatezza tutta sua dietro un aspetto semplice, molto apprezzato.
All’interno, semplicissimo, un hamburger.

L’hamburger però è ottimo e abbondante. Sopra di esso crema di funghi.
Tre elementi, due ingredienti, stop, perfetto, andiamo avanti.


Le pizzelle, o frittelle, di funghi.
Noi onestamente siamo abituati a pizzelle d’alghe o di ciurilli ma con pezzettoni così grandi di porcini personalmente non le avevo mai provate. Inutile dire che erano estremamente soddisfacenti da mordere.
Tra di esse, puro attentato al colesterolo in ascesa di Corvo, subdolamente si nascondeva una frittella extra con doppio salume: salsiccione e…porchetta? pancetta? Qualsiasi cosa fosse era sapida, grassa, impanata e fritta. OH YEAH.
Primo bicchiere di vino rosso e si va avanti. Ah, panino, frittelle e vino…6,50 €.
Non è un paragone che sta in piedi ma se nel 2022 vai nella peggiore paninoteca sul pianeta per 6€ ti danno insalata iceberg e un cuzzetiello strappato a mano, si prenda esempio.

Pizzella agli insaccati
– La frittella agli insaccati che uccise Corvo


Il menu completo fenomenale


Prima di pensare nuovamente ad abbuffarci facciamo un giro con Danilo che ci mostra il trenino che gira allegro per il centro storico e porta a spasso i turisti, ed anche la Pesca di beneficenza.
All’interno dell’evento esiste anche un gruppo di generose signore che realizza o modifica oggettistica a mano e souvenir dell’evento. I prezzi simbolici sono d’aiuto alla beneficenza che viene donata a fine evento. Entrambi prendiamo un simpatico ricordo di Castelpagano con un ritrattino boschivo di muschio e funghi.


Sfiliamo davanti al palco che a breve si colorerà di band, suoni e colori e nella piazza principale osserviamo i tantissimi posti a sedere (al coperto) rannicchiati nei dintorni del punto principale di produzione e smistamento vassoi.
C’è un’atmosfera molto gioviale, di quelle profumate dal vino rosso di paese.
Molti sorrisi, molta ilarità, persone a loro agio e un menu completo fenomale. Approfondiamo.


La fila scorre che è un piacere, non abbiamo notato attese in generale e subito ci viene passato l’agognato menu completo. E’ già bello a vedersi, da provare è ancora meglio.
In pole position troviamo le tagliatelle ai funghi porcini, in bianco.
Non posso precisamente trascrivere cosa ho detto appena le ho provate ma il livello è veramente alto.
Abbondante, piene di porcini a pezzettoni, carnosi. Una crema creatasi naturalmente tra amido, funghi, manzo…perfetta, perfetta. La miglior pasta del 2022?

Tagliatelle ai funghi e manzo
– Lasciamo parlare l’amido

Anche il riso è ottimo, il problema è che la pasta è di un altro pianeta e dunque questo “secondo primo” rischia di passare in secondo piano.
A seguire una bruschetta buonissima definita “alla cacciatora”, io ormai ero completamente perso tra questi nuovi sapori tutti fantastici e manco riuscivo a concentrarmi.
Con un po’ di vino rosso sincero del Sannio affrontiamo anche la seconda parte del menu.

Maialino alla boscaiola


I secondi sono da meno? No, per niente.
Abbiamo un maialino alla boscaiola al profumo di coda di volpe e dei bocconcini di vitello ai funghi.
Anche qui entrambi ottimi, i bocconcini di vitello ancora una volta vanno ben oltre quel che mi aspettavo.


La cosa assurda? Il prezzo. Tutto il vassoio 15€, non dico altro.
E hanno anche detto che hanno dovuto alzare i prezzi per i rincari.
Un livello così alto a un prezzo così basso non l’avevo ancora incontrato. Fuori scala.


Altra cosa da citare: la gentilezza.
Oltre a dei piatti fenomenali voglio segnalare questa serata per la massiccia dose di gentilezza ed educazione che ci ha travolto. Sia agli stand che ai tavoli, che fossero addetti ai lavori o abitanti del posto, chiunque si è approcciato a noi con una grazia che non si sperava più di trovare.
Col lavoro che facciamo spesso viviamo una posizione privilegiata. C’è (quasi) sempre un occhio di riguardo per noi ma vi posso assicurare che capita anche di avere a che fare con immensi cialtroni, arroganti e maleducati. Lodi e ringraziamenti, per questo aspetto di Castelpagano, della sua sagra e dei suoi abitanti tutti. Tutti, tranne TU, tipo che hai fatto storie perché ci stavano servendo prima di te. Eravamo in fila prima di te. Shut up, man, io VEDO e SENTO tutto.

Sagra del fungo porcino, ragazzi
– Birre e comunella con abitanti del luogo

Proprio sulla scia di questa gentilezza da un altro stand in piazza richiamano la nostra attenzione.
E’ lo spazio di un’azienda agricola a gestione familiare, la Pecorino del Sannio.
Ci fermiamo a chiacchierare con loro e vogliono riempirci di formaggi.
Corvo ripensa alle sue analisi e sta per piangere, io non posso dire di no a del cibo locale e quindi almeno un piattino lo devo provare.



Ricottina al miele, primosale con spolverata di peperoncino, un formaggio molto stagionato, uno frollo con del piccante, un’ottima selezione. Volevano anche offrirci il cannolo ma eravamo veramente al limite glicemico. Stamattina però mi pento di non averlo provato.

Anneghiamo il dispiacere in una birretta alla spina (scelta senza senso dopo 3 bicchieri di rosso, ma ok) e salutiamo con grande piacere la Sagra del fungo porcino di Castelpagano. Un evento dove torneremmo con gran gusto.

Ah, c’è anche la pizza con i porcini, per dire.
Non perdetevi tutto questo ben di Dio, dal 16 al 18 Settembre!
Sabato e domenica la sagra c’è anche a pranzo, così avete più tempo per mangiare TUTTO.

Sagra del fungo porcino, pizza
– Pizza bianca ai porcini, leggera, cottura perfetta. Ottima come tutto il resto.

Falco

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Festa della ciliegia – Campoli del Monte Taburno (BN), i giorni della fioritura – Il Trono di Sagre

Festa della ciliegia – Campoli del Monte Taburno (BN), i giorni della fioritura – Il Trono di Sagre


Festa imperdibile per gli amanti della ciliegia ma anche per chi vuole soffermarsi a scoprire il nostro territorio campano sempre ricco di gemme e sorprese.

In questo caso ci troviamo nel beneventano, a Campoli del Monte Taburno. La festa in questione è la Festa della ciliegia e si terrà il 10-11-12 Giugno con un programma che vi darà modo di apprezzare non solo questo frutto rosso molto conosciuto (e amato) ma anche di provare altre pietanze tipiche e soprattutto di aver modo di visitare in modo unico e suggestivo Campoli, dintorni e panorami.
Con una vista che si presuppone mozzafiato sui ciliegi in fiore.


Il programma


Il ricco programma della Festa della ciliegia si districa così nei suoi tre giorni di festa:

Venerdì 10Anteprima

19.00 Apertura espositori e mercato della ciliegia
– Apertura braceria (Stand dedicato alle carni locali)
– Possibilità di degustare la pizza alla ciliegia (attenzione, il resto delle cucine saranno chiuse!)
21.00 Concerto d’apertura esclusivo da parte de I Trementisti


Il weekend


Sabato 11

11.00 Apertura espositori e mercato della ciliegia
– Visite Guidate con Fuoristrada dei ciliegeti
(Dalle 11.00 alle 18.00. Prenotazione riservata solo gruppi e pacchetti All Inclusive)
– Visite Guidate a Cavallo dei ciliegeti
(Dalle 11.00 alle 18.00. Prenotazione in loco. Escursione a cavallo con maneggio in pieno centro storico)
12.00 Apertura stand gastronomici
(Dalle 12.00 alle 15.00. Degustazione menu tradizionali o completamente improntati sulla ciliegia)
15.00 Laboratorio didattico
(“Dalle ciliegie alla marmellata”. Prenotazioni possibili in loco)
16.00 Laboratorio didattico riservato ai bambini
(“Biscotti alla ciliegia”. Ingresso libero)
17.00 Spettacolo di musica itinerante
19.00 Apertura stand gastronomici
(Dalle 19.00 alle 23.00. Degustazione menu tradizionali o completamente improntati sulla ciliegia)
– Apertura braceria (Stand dedicato alle carni locali)
– Possibilità di degustare la pizza alla ciliegia
21.00 Degustazione Guidata
(“I vini bianchi, i salumi, i formaggi, le marmellate del Taburno: Esaltazione dei sapori”)
21.30 Spettacolo musicale (Musica liscio, latino americana, balli di gruppo)
23.30 Incendio del campanile (Straordinario spettacolo in notturna)

Festa della ciliegia, programma
– Informazioni e pacchetti disponibili



Domenica 12

– Visite Guidate con Fuoristrada dei ciliegeti
(Dalle 11.00 alle 18.00. Prenotazione riservata solo gruppi e pacchetti All Inclusive)
– Visite Guidate a Cavallo dei ciliegeti
(Dalle 11.00 alle 18.00. Prenotazione in loco. Escursione a cavallo con maneggio in pieno centro storico)
11.00 Apertura espositori e mercato della ciliegia
12.00 Apertura stand gastronomici
(Dalle 12.00 alle 15.00. Degustazione menu tradizionali o completamente improntati sulla ciliegia)
15.00 Laboratorio didattico
(“Dalle ciliegie alla marmellata”. Prenotazioni possibili in loco)
16.00 Laboratorio didattico riservato ai bambini
(“Biscotti alla ciliegia”. Ingresso libero)
17.00 Spettacolo di musica itinerante
19.00 Apertura stand gastronomici
(Dalle 19.00 alle 23.00. Degustazione menu tradizionali o completamente improntati sulla ciliegia)
– Apertura braceria (Stand dedicato alle carni locali)
– Possibilità di degustare la pizza alla ciliegia
21.00 Degustazione Guidata
(“I vini rossi, i formaggi, le marmellate del Taburno: Accostamenti e familiarità”)
21.30 Spettacolo musicale (Musica liscio, latino americana, balli di gruppo)

Campoli, bici elettrica

Il Trono chiede, gli organizzatori rispondono…

Ciao Chiara, abbiamo notato che la vostra festa abbraccia diversi aspetti di Campoli. Non solo la ciliegia o il cibo, dunque, ma una riscoperta a 360° di tutto il “meglio” che avete da offrire…

“Come avrai visto dal programma c’è un mix di conoscenza del territorio e delle nostre tradizioni culinarie. Questo è sempre stato lo scopo della nostra manifestazione, quello di mostrare le bellezze del nostro territorio di collina pieno di bellezze, sia dal punto paesaggistico che storico. La manifestazione si tiene appunto fondamentalmente nel centro storico per dare la possibilità di conoscere il “borghetto”, di degustare qualche pietanza o di iniziare qualche tour.”

Non solo molte cose da vedere, ma anche da fare…parlaci un po’ del programma.

“Ci sono diverse possibilità di occupare il proprio tempo presso la nostra Festa della ciliegia.
La prima è quella di fare un giro in fuoristrada, con le Campagnole, tra i ciliegeti.
Con un istruttore, si va in giro, si scende, si provano le ciliegie, vengono mostrati i terreni in fiore, etc.
Lo stesso programma si può fare anche a cavallo!
Eccezionalmente in piazza sarà possibile noleggiare bici elettriche e girare in modo indipendente per il borgo e la festa.
Durante la giornata vengono svolti laboratori didattici sia per bambini che per interessati di tutte le età, sulle trasformazioni della ciliegia da frutto a marmellata/biscotto.
La sera, dalle 21, sabato e domenica, due guide alla scoperta dei sapori del Taburno, con una degustazione, alternata nelle due serate di festa, di vini bianchi e rossi.”
Campoli, musica
– Uno degli eventi musicali più attesi

Il resto dell’intervista…

Siamo curiosi, relativamente al lato gastronomico…ci parleresti un po’ del menu?

Allo stand enogastronomico doppia scelta: Cavatelli con pomodoro e salsiccia o Padellaccia (Piatto tipico campolese con patate fritte, peperoni sottaceto e carne fritta). L’alternativa è il menu alla ciliegia (con straccetti di pollo alla ciliegia o il risotto alla ciliegia). Sono presenti anche le classiche “montanare” presso la friggitoria e la braceria con i panini con salsiccia o pancetta. Famosa anche la “pizzeria” che sforna queste tre tipologie di pizze gourmet a base di ciliegia (e marmellata e formaggio).

…siamo sicuri che non mancherà nemmeno la musica!

Tutte le serate saranno accompagnate da spettacoli musicali mentre nel pomeriggio sarà possibile allietarsi con musica itinerante.

Ringraziamo Chiara e gli organizzatori della Festa della ciliegia di Campoli del Monte Taburno (BN) e vi invitiamo ad andare a trovarli nei giorni 10-11-12 Giugno 2022!


Informazioni utili


Informazioni utili:
Organizzatori – Pro Loco Monte Taburno (link alla pagina FB a fine articolo)
Numeri di telefono – 3286988657
Sito internet – prolocomontetaburno.it

– Il menu (dolci a parte)
Telegram, Trono
– Clicca sull’immagine per accedere alla chat!

Falco

Festa della ciliegia, organizzatori
– Clicca per vedere la pagina della Pro Loco di Campoli
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La Sagra del cinghiale di Dugenta, da Luglio a Ottobre cinghiali per tutti i cocci

La Sagra del cinghiale di Dugenta, da Luglio a Ottobre cinghiali per tutti i cocci


Sembra che a voler darsi da fare, in questa fase iniziale estiva in cui ci sono ancora molti dubbi su quali eventi si tengano oppure no, siano innanzitutto le feste a caratura trimestrale. Un altro esempio di queste è La sagra del cinghiale di Dugenta, in provincia di Benevento, che iniziando a Luglio e finendo a Ottobre (con in mezzo una breve pausa) propone un cinghiale rivisitato in 1000 modi diversi, e tutti molto abbondanti.

– Una sfilza di salsicce in fase di arrostimento, alla Sagra del Cinghiale di Dugenta (BN)


Le date della Sagra del cinghiale di Dugenta


Dal 2 Luglio all’1 Agosto e dal 20 Agosto al 31 Ottobre, tutti i weekend, dalle 19.00.
La domenica aperti anche a pranzo.


In quanti modi si può fare il cinghiale?


Già nella nostra recensione di 2 anni fa parlammo, sorpresi e satolli, di quante varietà di pasta, salami, formaggi e altro eravamo stati felicissimi di assaggiare, di seguito il link per poterli rivedere tutti in attesa di questa nuova edizione.


Il Trono chiede, gli organizzatori rispondono


Abbiamo fatto qualche domanda agli organizzatori, curiosi di sapere qualche novità su questa edizione 2021.

Ciao Fabio! La vostra è una tradizione che non si è mai fermata, letteralmente. Persino nell’anno di panico 2020 siete riusciti, seppur in forma ridotta, a riproporre con successo il vostro evento. Che accorgimenti avete preso per quest’edizione?

Riproporremo esattamente il format dello scorso anno. Saranno cioè prese tutte le precauzioni possibili come il distanziamento tra i tavoli, il rilevamento della temperatura all’ingresso, il defluire degli avventori per non causare assembramenti e indicazioni specifiche per entrate ed uscite. Funzionerà tutto perfettamente e senza rischi come lo scorso anno

2 anni fa ricordo con piacere un ricco menu, devo essere sincero, raramente ho mangiato così tanto e così bene ad un evento del genere. Che anticipazioni puoi darci sulla parte più interessante per i nostri utenti, appunto quella del menu?

Il cinghiale resta sempre il protagonista, quest’anno presentiamo anche ufficialmente la mortadella di cinghiale, che potrà essere degustata su taglieri a forma di cinghiale assieme a formaggi e salumi locali.
Chi vorrà potrà anche portarsi a casa il tagliere.