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Il Castagneto | Agriturismo e cerimonie – Quadrivio di Campagna (SA) – Tavolo Riservato

Il Castagneto | Agriturismo e cerimonie – Quadrivio di Campagna (SA) – Tavolo Riservato


Il Castagneto è una struttura storica di Quadrivio di Campagna (SA).
Avendo a disposizione un vastissimo cortile (e anche una sala interna altrettanto capiente) sa mutare agilmente da agriturismo-pizzeria di famiglia a sala per cerimonie ed eventi.

Il menu stesso cambia ed evolve a seconda della richiesta (nel corso della nostra visita, ad esempio, si era intenti a pianificare quello del prossimo Capodanno), ecco cos’abbiamo provato noi.


Menu flessibile


Flessibile è in effetti la parola giusta per definire il menu del Castagneto, al solito essendo ospiti abbiamo lasciato scegliere a Gerardo, nostro riferimento per la serata, il nostro destino.

Si parte da un classico antipasto di salumi molto semplice e a un piatto misto di caldi tra cui una gustosa e alta frittata di patate (sarà solo una frittata, ma a me piace sempre), un assaggio di ciambottina in versione macchiata di pomodoro, pizza di patate, torta rustica con ricotta e verdure grigliate sottolio.


Naturalmente un rosso della casa d’accompagnamento e siamo pronti per l’assaggio di pasta.
Siamo a Campagna (Quadrivio di…) quindi non rimaniamo sorpresi nel vederci recapitare una classica matassa coi fagioli. La matassa è molto cremosa e l’aggiunta di qualche fungo carnoso non può che trasformare il piatto in un apprezzato comfort food ideale in queste serate di primi freddi.

La matassa, fatta in casa, proviene inoltre direttamente dal pastificio La Siciliana (con sede sia a Battipaglia che a Campagna) dove potete in realtà trovare diversi tagli di pasta tipica (e anche pasti già cotti solo da ritirare).


Pizza a sorpresa


Dopo la matassa Gerardo ci propone a sorpresa una pizza alla quale diciamo subito di si (figurarsi…) e che ci viene recapitata qualche minuto dopo. Come Gerardo stesso ci anticipa notiamo come questa pizza si piazzi a metà tra la classica pizza “di paese” lievemente biscottata e una moderna pizza gourmet.

Cornicione bello gonfio, al centro sottile il giusto, ben cotta (sotto era perfetta, senza la minima bruciatura, con una cottura uniforme), con i profumi sempre graditi del forno a legna e con rucola, quadrotti di grana, prosciutto crudo e olio al tartufo. Nella sua semplicità un’ottima pizza. Tanto che chiediamo un bis.

– Cornicione gonfio e cottura perfetta


La seconda pizza che piomba in tavolo brilla di nduja. Insieme al rosso solo lievemente piccante della nduja si mescolano il giallo chiaro del datterino, la cipolla caramellata e degli sbuffi di mozzarella di bufala che spuntano qui e lì nel saporito magma.


Questa seconda pizza, più complessa, lascia immaginare una bella scelta che mi stuzzica volentieri a tornare con qualche amico e una cassa di birra in più per testare qualche altra scelta sul menu…


Braceria ed eventi


Come prima introdotto ci sono altre pietanze commissionabili al versatile staff de Il Castagneto, tipo appunto la sezione riservata alla braceria (di cui posso solo accennarvi, dato che in quest’occasione non l’abbiamo provata personalmente) dalla quale sentivamo sussurrare di Black Angus e relativi carpacci. A tal proposito vi invitiamo a chiamare e chiedere per sincerarvi della disponibilità.

Per festeggiare in sala il vostro Capodanno forse siete già in ritardo (le prenotazioni fioccano!) ma per provare la pizza siete i benvenuti tutti i weekend.


Falco

Cucina Settantuno | Ristobraceria – Battipaglia (SA) – Tavolo Riservato

Cucina Settantuno | Ristobraceria – Battipaglia (SA) – Tavolo Riservato


Serata alquanto inedita quella che ci si offre nelle ampie e colorate sale di Cucina Settantuno, ristorante e braceria con presenza record di persone con maglione a collo alto per m2, molto apprezzato a Battipaglia (SA). Difatti, compresi nell’invito non ci saremo solamente noi ma un ampio palco di amanti del “food”. Per l’occasione, infatti, avremo modo di conoscere una tavolata di food blogger, noi, che in fondo siamo sempre #sagrateller. Come sarà andata? Ma soprattutto, che abbiamo provato?

Cucina Settantuno, Polenta
– Polentina con funghi


L’invito


Prima di addentrarmi nell’elenco succoso dei piatti vorrei approfondire un po’ sugli ospiti che ci hanno accompagnato in quella che rapidamente è passata da una serata di lavoro ad una conviviale cena con confronto molto simpatico di opinioni sul cibo, preferenze e approcci al mondo social.
Per me, che amo il confronto e il prendere sempre nuovo spunto, è stato un appuntamento molto soddisfacente. Ma vado a presentarvi i compagni di tavolata: organizzatore fondamentale della serata, Luca Fresolone, con la sua Cucina del Presidente (e 1000 altre iniziative), a seguire un conosciuto nome del foodbloggin’ campano, lo dice il nome, Campania Food Blog, accompagnato da un competente e simpatico amico e chef. Prosegue il tavolo e abbiamo l’istrionico Cucina di Fabiuccio e Castalfood.
A mediare e unire i fili alcuni amici e collaboratori di Luca, Aldo ed Emiliano.

Adesso possiamo parlare di cibo.


Si stappa la prima di 3 o 4 bottiglie di Merlot, di cui una finita tra una chiacchiera e l’altra principalmente dal sottoscritto, con molta disinvoltura, mentre la sfilza di antipastini comincia ad atterrare in tavola.

Notiamo una carrellata di antipasti tipicamente campani serviti con la cura e la qualità che han fatto sì che Cucina Settantuno diventasse negli anni, e nelle sue evoluzioni costanti (l’arredamento e il menu cambiano spesso, sempre con gran gusto), un punto fermo della Battipaglia che mangia bene, nello specifico: Pizzelle al pepe nero come starter, poi, polentina a grana finissima con funghi, parmigiana sia rossa che bianca, polpetta di verdure, una delicata mozzarella in carrozza, foglie con salsiccione.


Il battuto e le carni


I vari antipastini erano tutti di gran gusto, mi hanno particolarmente colpito però sia le “foglie” con salsiccione e pane fritto, che si sono rivelate una non-variazione sul tema che ha reso un piatto di una semplicità disarmante una portata dal gusto speciale (ci ho fatto bis e tris, nonostante l’abbondanza presente in tavola), la polpetta di verdure che era di un soffice stile soufflé, con la sua base di fondutina di formaggio e la mozzarella in carrozza perché è veramente raro che me ne piaccia una. Da non amante del fritto a tutti i costi ho il disgusto facile quando si tratta di pietanze inzuppate nell’olio, in questo caso però non c’era traccia di unto, il fritto era perfetto, non grondante e mai eccessivo, mi ha ricordato molto la delicata cucina indonesiana e il suo olio di cocco sempre presente.

Cucina Settantuno, foglie
– XXX con salsiccione e pane fritto


Una vera chicca è stata il battuto. Non troppo fine, aveva la consistenza giusta per essere masticato ed esplorato in tutte le sue sfumature di olive, capperi e tartufo. A donargli una spallata di gusto e pienezza un tuorlo marinato e leggermente fritto. Ideale la fettina di pane che lo accompagnava, l’ho trovato un piatto completo in tutti i suoi aspetti. Lo consiglio principalmente a chi abbia voglia di una variazione sul battuto canonico, Corvo invece, che è estimatore di quest’ultimo, l’avrebbe preferito in una versione più classica.

Cucina Settantuno, il battuto
– Il battuto


Strascinati ai peperoni, Pasta e patate


Prima di passare ad una delle signature dish del locale abbiamo il tempo di sorvolare un paio di assaggi di primi. Uno strascinato con peperone e guanciale che non presentava particolari picchi di sapore ed una pasta e patate classica con virate accorte invece molto apprezzate.
Ne ho apprezzato molto la consistenza, la pasta volutamente non troppo al dente si mescolava senza spappolarsi con le patate in 2 consistenze, una più cremosa unita principalmente alla pasta e l’altra a grana più fine (sullo stile di una vellutata) che aspettava sul fondo del piatto. Tocco finale qualche scaglia di tartufo piovuta dall’alto.


Si arriva a grandi falcate ad una delle specialità del locale, le carni.
Luigi sceglie di farci assaggiare 2 tagli distinti, una Sashi Finlandese e una Retinta Spagnola.

La Sashi aveva un gusto più marcato, con 40 giorni di frollatura, di cui ho apprezzato molto il carattere (mi sto riscoprendo man mano grande fan del dry-aged) mentre la Retinta, più grassa, è stata una scoperta da annotare sul taccuino, non avendola mai provata prima. Non dimentichiamo le sempre bistrattate patate: crosticina eccellente, fragranti fuori e morbide dentro, cottura perfetta, molto saporite.


Cucina Settantuno, la filosofia…


Credo che lo stile e il pensiero di Cucina Settantuno siano, come prima accennato, facilmente intuibili fin dal primo passo all’interno del locale. Ho personalmente apprezzato le scelte molto personalizzate di arredamento e colore, a volte tenue, a volte elettrico, abbinato con gusto, non banale, non eccessivo, perfettamente funzionale ma allo stesso tempo puramente bello.


Adeguato allo stile del locale è il menu, con piatti che non subiscono stravolgimenti ma che sono invece dosati con cura e perfezionati o proposti non per stupire o essere instagrammabili (brr…) ma per una scelta di gusto coerente e precisa, che mi sembra di aver colto e apprezzato.

Finale con tocco delicato di tiramisù al bicchiere, molto molto cremoso e soffice, mi è piaciuto molto e sono comunque riuscito ad affogarmi con la polvere di cacao (ma questa è una piaga che ci tramandiamo in famiglia) e sulla stessa linea anche l’amaro finale alle erbe & spezie.

E’ stata una serata piacevole, ringraziamo Luigi e Sofia per l’ospitalità e Luca per l’iniziativa, ma adesso “non facciamo che non ci vediamo più!”.


Falco

– Link alla pagina FB di Cucina Settantuno
Al Vitello D’Oro | Braceria – Battipaglia (SA) – Tavolo Riservato

Al Vitello D’Oro | Braceria – Battipaglia (SA) – Tavolo Riservato

Finita l’anarchia delle feste di Natale abbiamo constatato che era più che giusto ricominciare a provare e scrivere di questo e quel locale, e siccome era un bel po’ che non ci gustavamo una bella fettona di carne ecco che la tappa prescelta diventa in automatico Al Vitello D’Oro, a Battipaglia (SA)

Al Vitello D'Oro, Arrosticini
– Arrosticini di agnello, manzo e suino


Macelleria di giorno, braceria di notte


Non è proprio così ma la intro alla Batman ci stava bene. E’ vero però che Al Vitello D’Oro nasce come macelleria storica e rinomata di Battipaglia e si è evoluta proprio nell’ultimo anno anche in braceria.
Questo passaggio è fondamentale, abbiamo in un sol colpo persone abituate a maneggiare e conoscere le carni che si occupano ora anche di selezionarle e cucinarle alla brace per noi, perfetto!

Una di fronte l’altra si alternano perfettamente nella loro routine giornaliera, ma esattamente cosa propongono?
In braceria abbiamo un “fuori menu” formato dai tagli di carne più pregiati, venduti al Kg e che vengono proposti secondo disponibilità, per offrire sempre un prodotto più fresco possibile.
I tagli sono sigillati in un “frigo” visibile in sala che mantiene perennemente un tasso d’umidità tra il 70 e l’80%, e vi permette anche di scegliere e consultare i prezzi.

Al momento della nostra visita erano disponibili vari tagli, dalla classica Chianina, la Philadelphia etc.

Al Vitello D'Oro, Patate al forno
– Patate al forno, immancabile accompagnamento


Nel menu invece potete trovare tutto ciò che è disponibile giornalmente (sempre fino ad esaurimento) come gli arrosticini, le bombette, hamburger, polpettine e perfino panini.


Il primo taglio prescelto


Prima di affacciarci alla degustazione della carne, da avidi e golosi qual siamo prendiamo un po’ di arrosticini (misti all’agnello, manzo e maiale) e giusto una bombettina a testa. Carne che anticipa altra carne.

Gli arrosticini sono sempre sfiziosi, chiaramente si differenziano tra loro in base a personalità e caratteristiche della carne. Quelli classici, d’agnello, sono i più forti al palato mentre come è intuibile i più “dolci” sono quelli di maiale.
Li stuzzichiamo velocemente, insieme alla bombetta, e alla prima bottiglia di Chianti.

Al Vitello D'Oro, bombette
– Bombette


E’ il momento del primo taglio di carne, abbiamo scelto un Maschio Prussiano che presenta un fortissimo aroma dato sia dalle sue caratteristiche intrinseche, proprie dell’animale, sia dalla frollatura che accentua questo aspetto.
Premetto che un bel sapore forte di carne a me piace, infatti mi gusto per bene tutte le striscette grassocce (nel senso di belle gonfie di carne, non era infatti presente molto grasso!) insieme a delle patate al forno.


Il 2° e il 3° kg


Mai domi passiamo subito oltre, smuccicando le patate e cercando di farle bastare, e prendiamo una Rossa dei Balcani.
Il tempo di liberarla dalla sua cella, tranciarla per bene e sbatterla in piastra che ci arriva bella fumante in tavola.

Abbiamo preso tre tagli di carne, non è che ci sia tanto tanto da descrivere, ma tant’è!
Questo taglio è molto più delicato e gentile del primo, ed anche un minimo più ricco in grasso, ma in modo per nulla eccessivo. Finisce in pochi secondi.


Terzo e ultimo taglio, che coglie un po’ di sorpresa lo staff, una bella Picanha magra per pulire la bocca.
Adoro personalmente la picanha perchè viene servita senza osso e praticamente senza grasso.
In sintesi sai perfettamente quanto e cosa stai mangiando, ed è anche ottima.
A questo punto della serata le patate erano già un ricordo da tempo quindi scegliamo delle verdure alla griglia come contorno, e anche un’altra bottiglia di vino, stavolta un Merlot.

Al Vitello D'Oro, Picanha
– Picanha


Con un po’ più di fatica rispetto ad 1 ora prima ci sbarazziamo della Picanha e finito di pasteggiare col vino proviamo anche il dolce. Profiterole al cioccolato e un crumble di mandorle con crema al limone.
Non essendo un fan dei dolci (e sentendomi anche discretamente pieno) colpisco giusto con un paio di cucchiaiate il cremoso e lo trovo buono, poi lo lascio terminare al tavolo.


Al Vitello D’Oro, in sintesi…


Al Vitello D’Oro ha una serie di punti forti.
Innanzitutto il sopracitato fattore, che poi è il più importante, è la garanzia sulla qualità.
Tutto ciò che è in sala proviene o comunque è controllato dal lato “macelleria” dell’operazione, ed è un grosso vantaggio.

Il locale si presenta inoltre in maniera elegante, ma non pretenziosa. Piccolino, ben arredato, raccolto, ben illuminato, con una scelta non troppo abbondante di tavoli e coperti, proprio per poter garantire la giusta attenzione ad ogni cliente.

Non è sicuramente un economico fast food infatti noi abbiamo speso un 77 euro a testa circa (230 in tot.) ma è anche vero che ci siamo dati alla pazza gioia e abbiamo detto Si a tutto, provando e ordinando roba senza ritegno.
Per inciso abbiamo preso circa 850gr di Maschio Prussiano e 920gr di Rossa dei Balcani, poi 1kg di Picanha (questi 3 tagli in media andavano sui 5 l’etto, quindi niente di eccessivo) e in più 3 porzioni di patate al forno, 2 di verdure, 1 di friarielli, 1 bottiglia di Chianti e 1 di Merlot (non ricordo minimamente le etichette), l’assaggio di arrosticini (12 in tutto), le bombette, 2 dolci e l’amaro.

Di sicuro non ci siamo minimamente contenuti!
Se volete provarlo non fatevi condizionare dalla nostra spesa, i tagli fuori menu variano dai 3,50 euro al Kg fino ai 10.
Quindi starà a voi fare la scelta più giusta in base a quanta fame avete (e quanto volete spendere).


Falco

Al Vitello D'oro, link