Tag: Castelfranci

La Notte re la Focalenzia – Castelfranci (AV), si riaccende la luce del falò di dicembre

La Notte re la Focalenzia – Castelfranci (AV), si riaccende la luce del falò di dicembre

E’ la luce dei falò che illumina La Notte della Focalenzia, la festa di Castelfranci, in provincia di Avellino.

Torna il 7 e 8 dicembre 2022 la “Notte re la Focalenzia” organizzata dalla Proloco Castelfranci nel borgo irpino in uno scenario di piazze, vicoli e scorci suggestivi che ospiterà decine di artisti e accoglierà i visitatori per un lungo weekend.

locandina de la notte re la focalenzia
La locandina ufficiale dell’evento

Un capitolo a parte per la gastronomia, in cui sono previste le lezioni di pasta fatta a mano. “La Maccaronara”, regina della tavola, in costante matrimonio con l’Aglianico prodotto dalle varie cantine.  La manifestazione è stata pensata per le diverse zone del paese: un percorso intrigante e affascinante.

La famosa Maccaronara di Castelfranci
La famosa Maccaronara di Castelfranci

L’accensione del falò avverrà alle 18.00 del primo giorno, così come l’apertura degli stand e la degustazione del Taurasi docg.

A seguire ci saranno giocolieri, trampolieri e spettacoli di fuoco, saranno presenti poi in via itinerante lungo tutto l’evento anche i Virtuosi della tarantella. Dalle 20.30 ci sarà il concerto live con i Molotov d’ Irpinia e poi un dj set dalle 23.00 in poi, per continuare fino a notte.

La folla durante una delle edizioni della notte re la focalenzia
La folla durante una delle edizioni della notte re la focalenzia

Mentre giorno 8 dicembre, gli stand apriranno dalle ore 12.00 e poi come il giorno precedente la degustazione del vino avverrà dalle 18. Per poi procedere come il programma del giorno precedente e concludere con un concerto live dei Malamente, conclusione ore 23.00 con altro dj set per chi vorrà intrattenersi.

la notte re la focalenzia
La suggestiva Castelfranci illumianta
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Vendemmia Fest – Castelfranci (AV), l’antica pratica della vendemmia ritorna a nuova vita

Vendemmia Fest – Castelfranci (AV), l’antica pratica della vendemmia ritorna a nuova vita

L’ antica pratica della vendemmia è un momento di cultura, di aggregazione e di tradizioni a Castelfranci. Pertanto ritorna “Vendemmia Fest” dal 7 Ottobre 2022 al 9 Ottobre 2022, evento pieno di attività: musica live, proiezioni, degustazioni, laboratori e molto altro. Lo scopo dell’evento è far conoscere e comprendere la tradizione, ma anche la la cultura della vendemmia. Evento organizzato dalla Pro Loco di Castelfranci e patrocinato anche dal Comune ed UNPLI.

locandina ufficiale del vendemmia fest
La locandina

“Per il VendemmiaFest, siamo riusciti a riaprire i vecchi garage del borghetto e riempirli di Vino. Ma prima di esporli al nostro vendemmiafest ci siamo assicurati che fossero i migliori Rossi del centro sud Italia, estendendo la solita esposizione di Vini degli eventi passati:

– Taurasi DOCG, il Vino rosso piu’ pregiato del sud Italia. Nella selezione presente al VendemmiaFest avremo Taurasi premiati, ma soprattutto provenienti da vendemmie di 10 anni fa.

– Tra i Campi Taurasini DOC, abbiamo selezionato Rossi strutturati, tannici ma ammorbiditi con invecchiamenti di almeno 2 anni o piu’.

– Per ultimo ma non ultimo, il compagno di ogni giorno, dalla colazione fino alla nera e fonda notte: l’Aglianico, rigorosamente in purezza, un Vino Verace e Potente, non per tutti.

Abbiamo pensato bene di offrire, a chiunque ne avesse bisogno, acqua fresca naturale. Ci saranno dei distributori dislocati lungo la festa ma non sperate di trovare Coca-Cola, The e Cocktail.

In abbinamento:

– l’Amata Maccaronara, pasta fatta in casa (sarà fatta tra Venerdì e Domenica mattina), ma rigorosamente rossa, al sugo di pomodoro;

– Carne e pipicielli

– Arrosticini, ma di agnello

– Mortadella arrostita

– Torroni, biscotti duri, noccioline, ma anche qualche altra sorpresa.

Vi aspettiamo assetati, però assetati di rosso.

7-8-9, Castelfranci.”

Programma completo :


7 Ottobre 2022
19.00 Casa del Vino
“A Porte Aperte”
Parlamenti e rigenerazione pomeridiane
20.00 Via Riviera sul Calore
Apertura Fontana del Vino, banchetti e stand enogastronomici
21.30 La Sangria “electroacoustic folk”
23:30 Frontiere Antimusicali “Un Viaggio nelle musiche del mondo”
01:00 Blues per gli insonni “In Vinocolo”

8 Ottobre 2022
11:30 Ritrovo in Piazza Municipio e passeggiata mattutina fino in vigna 
12:00 Accoglimento e benedizione del cantiniere vignaiolo “Gerardo Perillo”
12:30 Pranzo di comunità in vigna e apertura del Bar Trattore
15:30 Dioniso e i Riti della Pigiatura
16:00 Pigiatura per bambini e i ragazzi
17:00 Scapolata in quiete
18:30 Discesa al centro storico
19:00 Via Riviera sul Calore (zona arco) Vincenzo Costatino Cinasky e Luis Di Gennaro  “I miei poeti rock e altre storie “
20:30 Apertura banchetti ma soprattutto stand enogastronomici 
21 :30 Le rigenerazioni e ripercussioni di Peppe Leone 
A seguire San Gennarobar DJ
22:00 Musicanti Ambulanti

9 Ottobre 2022
12:00 Via Riviera sul Calore spettacolo dei bambini di Castelfranci 
13:00 Banchetto domenicale, ma anche apertura di stand enogastronomici 
14:00 Laboratori di Maccaronara “Mani In Pasta”
14:30 Inizio degustazione “alla luce” VII edizione gara del miglior vino aglianico di Castelfranci 
Non etichettato e bivacco pomeridiano nei vicoli 
16:30 Riflettere nei borghi “la paura di esserci “performance concettuale di Matteo Fratarcageli 
18:30 Ritrovo per la proiezione del docufilm non fa rumore e discussione con lo storico delle migrazioni presso l’ Università di Ginevra Toni Ricciardi
20:30 Apertura di banchetti e stand enogastronomici 
21:30 “Monaghan Trio “Irish Folk Musica.   

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Montagne Verdi | Agriturismo – Castelfranci (AV) – Tavolo Riservato

Montagne Verdi | Agriturismo – Castelfranci (AV) – Tavolo Riservato


Abbiamo aspettato metà novembre, su consiglio di Nicola, il proprietario di Montagne Verdi, per venire nel pieno della maturazione della verza e provarla con la pizza gialla, quella tipica di Castelfranci (della quale vi parliamo anche ne Il borgo in tavola).

Siamo dunque entrati alle 13.30 di una soleggiata giornata novembrina, siamo usciti alle 18.30, completamente sfatti, manco fossimo reduci da un battesimo durato troppo, sazi, satolli, barcollanti…

Ma si poteva uscirne diversamente, considerato che Montagne Verdi dispone di un antipasto di 16 portate? Decisamente no.

Montagne Verdi, Caciocavallo al tartufo
– Caciocavallo al tartufo


L’antipasto da 16 portate di Montagne Verdi


Onestamente questo articolo potrebbe limitarsi ad essere una lunghissima lista di pietanze, del resto come si fa ad argomentare una sequela così continua di pasti?
Per fortuna le portate (che vi avviso, sono passate da 16 a 20 e passa, dato che non mollavamo) erano tutte molto diverse l’un dall’altra, erano formate da vari assaggi e molte volte erano davvero uniche, questo ha aiutato il palato a non stancarsi, e la nostra ingordigia ha fatto il resto.

Iniziamo subito? Sennò non finiamo mai!

Pronti via e arrivano giusto 2 assaggini (senza essere ironici) di salumi e un piatto centrale con delle pizzelle da segnalare (si comincia!)
Una al sale, sulla scia dello gnocco fritto romagnolo (o emiliano?) e una alla menta, con un cuore molto morbido che a me dava un’idea di gorgonzola, che però in realtà non sembra comparire nella ricetta.


Di seguito una valanga senza pietà di olive nere e un’inaspettata insalata di peperoni con olive verdi e tartufo, che ho saggiamente spezzato con la fetta di pane all’olio che mi ero messo da parte.

Fin qui tutto ok, le portate non sono enormi, c’è il giusto per un assaggio ben fatto, ci carichiamo con un po’ di vino e nel frattempo parliamo anche con il padre di Nicola, che ogni tanto passa al tavolo a salutarci.
Ci racconta di come questa non sia stata la sua prima esperienza e di come, tra vari passaggi ed esperimenti siano arrivati alla fine alla concezione di questo agriturismo (Montagne Verdi) e della voglia di far assaggiare al cliente un po’ di tutto, con apprezzate variazioni, per non fare le cose “come tutti gli altri”. Ringraziamo per questa intuizione e arriva il prossimo piatto.


Ricotta mantecata al tartufo


Ciò che da il titolo a questo capitolo è proprio il prossimo piatto.
Una ricotta di vacca, mantecata, presentata in due versioni, al tartufo e con frutti di bosco.
Altra particolarità è che viene servita calda.

Il suo sapore caldo e avvolgente è davvero sorprendente, sia quella al tartufo che la versione ai frutti di bosco sono entrambe molto buone, con la stessa ricotta inoltre, ci rivelano, ci fanno anche i ravioli. Ma benissimo.


Cambio di scenario, dal piattino si passa al tagliere.
In questo carnevale di porzioncine segnaliamo una melanzana a barchetta, due pizzelle veramente ottime (ai cavolfiori e al fiori di zucca), una specie di torta rustica/crespella, con ricotta, quella mantecata di prima, e olive verdi, una frittatona alta e morbida, con peperoni…e dei fantastici involtini di verza con salsiccia di maiale e pancetta. Questo è decisamente l’aperitivo che vorrei, SEMPRE. Altro che noccioline e taralli.

Montagne Verdi, tagliere colorato
– Il coloratissimo tagliere


E ancora, sulla stessa scia, un piatto con al centro un croccante cornetto salato, sempre con ricotta e olive, affiancato da parmigiane (di zucchine e di melanzane).


E ancora, e ancora, e ancora…


Credete che sia finita? Assolutamente no.
Inesorabile Nicola continua ad andare avanti e indietro dalle cucine, in un orario favorevole che lascia il locale tutto per noi, e porta piatti su piatti che, per quanto “piccoli”, cominciano a fiaccarci.

Cominciamo decisamente a preoccuparci e nel frattempo è finito il vino, che viene immediatamente sostituito.

Peperoni ripieni! Una sassata al nostro livello di sazietà, fatti nello stile di Caposele, che vanno dunque sul dolce e sono senza carne. Molto carini a vedersi, confermano che in ogni piatto, qui a Montagne Verdi, oltre che cercare di presentarti qualcosa di nuovo e che non hai mai provato (o che almeno non mangi spesso) c’è anche una certa cura.

Ho segnalato prima il tagliere colorato, ma anche il bis di ricotta ha il suo perchè, così come il cornetto salato e queste belle pietre preziose farcite non sono da meno.

Qualcosa ci dice che forse ci siamo quasi, ma prima di arrivare al primo piatto dobbiamo superare ancora un serie di scogli non da poco.

Un ottimo caciocavallo al tartufo, che potete osservare nella prima foto in alto, direttamente da produttori locali della zona (pensate che ne consumano 200 all’anno!) con a seguire dei bei porcini grassocci accompagnati da patate al forno.

Ultima combo sono dei fagioli alla messicana completamente a sorpresa e la popolare verza con tanto di pizza gialla che però al 19° piatto…diventa difficile da sconfiggere.


Finalmente il primo!

Siamo sopravvissuti, ce l’abbiamo fatta! Gli antipasti sono finiti…è il momento del primo piatto…

Adesso, voi leggete qui tutto di seguito e sembra tutta una bella danza di buoni sentimenti e gente che brinda con sorrisi a 32 denti ma a questo punto della giornata noi eravamo seduti da 2 ore e mezza e si presentava quasi il pericolo di piaghe da decupito miste a collasso con testa sul tavolo. Però che fai, non saggi il primo?

Anche perchè…il primo è una Maccaronara. Tipicissima di Castelfranci, anche di questa parlammo ne Il borgo in tavola quando ci trovammo alla felice edizione del VendemmiaFest con tutti gli amici della Pro Loco.

Il piatto si conferma buonissimo, non so come questa forma sappia dare ancora più gusto ma è così.
Il pomodoro rosso rubino con una spolverata di ricotta salata (mantecata) secca fa il resto, deliziosa, davvero.
Complimenti a Montagne Verdi.

Montagne Verdi, Maccaronara
– La Maccaronara in tutto il suo splendore


Subito dopo, un’altra nostra vecchia conoscenza, anche in questo caso la provammo al VendemmiaFest (ma un po’ ovunque in verità). Tipica dell’avellinese e non solo, rende saporito ogni pasto, come ci conferma il capofamiglia, che ci osserva divorare anche questo piatto. E’ la sfrionzola, “motivo di festa, quando si uccideva il maiale”. E ci credo.

– Sfrionzola di maiale ingentilita da olio EVO


C’è spazio per un dolcino?


Non ci chiamate vigliacchi, ma in tutto il pranzo abbiamo dovuto a malincuore saltare i ravioli, perchè vi giuro che a una certa o mangiavamo quei ravioli o tornavamo a casa senza il supporto di un respiratore artificiale. E’ stata dura scegliere, ma non si poteva diversamente.

C’è spazio però per un dolcino. Ne chiediamo una (Torta al cocco) ma ce ne arrivano due (E che fai, la cheesecake non la provi?). Come tutto il resto del pasto si confermano buone, molto buone…

Non mi sarò dilungato molto sui vari sapori, tranne che sulle cose che mi hanno davvero molto colpito dove non potevo esimermi dal dirvi la mia, ma tutto, davvero tutto, è buono. Non abbiamo lasciato nulla nel piatto, neanche quando tra un boccone e l’altro abbiamo perso l’uso della vista e la testa è diventata improvvisamente leggera.
Niente, neanche in quei momenti, perchè era davvero tutto buono!


Con la faccia tosta del chiedere anche l’amaro, questa giornata finisce.

Ci aspetta soltanto 1 ora e passa d’auto per tornare a casa, un venerdì sera che non avverrà mai, la pancia strapiena e un’autostrada piena di simpaticissimi elementi che quasi ci costano un frontale (realtà accettata con serenità, dato che la sazietà ci impediva di provare terrore) ma siamo stati felici di venire a trovare Nicola ogni volta che veniva al tavolo (per ben 23 volte, o più? ho perso il conto) e sicuramente ritorneremo.


Falco