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Ciccimmaretati – Stio (SA) – 2023

Ciccimmaretati – Stio (SA) – 2023

L’Associazione Culturale Il Punto rimette in scena negli immutati castagneti di Stio (SA) la classica kermesse Ciccimmaretati. Un evento che fluttua amabilmente tra la sagra, la degustazione e la fiera e che trova sempre e puntualmente un fortissimo riscontro nei suoi fan più appassionati.
L’evento quest’anno si terrà dal 17 al 23 Agosto, andiamo a vedere cosa ci aspetta!


Ciccimmaretati, le conferme


Se il 46% dei matrimoni finisce in divorzio ciò non vale per i Ciccimmaretati di Stio (SA) che stretti in un abbraccio più caldo che mai si presentano a rinnovare le loro promesse, ogni anno, nelle stesse date (o quasi) nel posto che li fece innamorare la prima volta.

Costabile Romito, uno degli organizzatori dell’evento, membro dell’Associazione Culturale Il Punto, spiega con inequivocabili parole il succo (o la zuppa) di tutto questo successo: I piatti sono sempre gli stessi.


E se ingenuamente questo potrebbe creare delle perplessità, esse spariscono al primo assaggio.
Escluso il lavoro fatto come Il Trono di Sagre siamo stati all’evento già diverse volte, a distanza di parecchi anni, eppure ritroviamo sempre lo stesso riscontro e lo stesso ottimo sapore, le stesse soddisfacenti sensazioni, ogni volta che ficchiamo le posate in quei cocci lucidi.

Una delle prime volte che venni, ricordo che definii le mulegnane ‘mbuttunatesaldate con la fiamma ossidrica” poiché la resistenza eroica con cui rimanevano compatte, tenendo all’interno tutto il loro caseario ripieno, era invidibiale. Ebbene, anche ieri sera ho notato la stessa cosa. Queste melanzane non sono cotte, sono coniate. Naturalmente il gusto è eccellente, pieno, un piatto che da solo potrebbe sfamarti, assolutamente consigliato.


Ciccimmaretati, rincari sui prezzi?


Mentre in Italia l’inflazione galoppa anche la cartina tornasole più semplice da analizzare da i suoi riscontri: i prezzi sono aumentati (ancora) anche nelle nostre amate sagre (ed eventi) di paese.
Questo ce lo rivela proprio Costabile all’inizio della nostra puntuale chiacchierata.
Ma è davvero così?

Sì è davvero così, però ieri ci siamo messi un po’ col lanternino e abbiamo analizzato la situazione dal lato pratico. Ecco i prezzi:

  • Ciccimmaretati, 7€
  • Grano a’lu furno, 7€
  • Cavatelli, 7€
  • Foglie e patane cu’ lu vicci 7€
  • Mulegnane ‘mbuttunate, 7€
  • Patane a’lu furno, 7€
  • Piatto di formaggi, 6€
  • Zeppole, 4€
  • Struffoli, 4€
  • Frisilli cu’ lu méle, 3€
  • Nu poco re tutto, 5€

Oltre questa lista ci sono una 15ina di vini, ottime etichette, e del vino da tavola, rosso a 4,50€.
Ebbene, noi abbiamo preso tutto il menu, perché naturalmente siamo COSTRETTI ad assaggiare tutto per esprimere un giudizio completo. Eravamo in 4, la spesa totale sarebbe stata di 70€, per un totale di 17,50€ a testa. Con poco più di 15€ quindi mangi tutto il menu (diviso ovviamente, ma tanto da solo non ce la fai mai a superare lo scoglio del Grano a’lu furno, ti sfido personalmente!) e avevamo anche ben 2 piatti di Cavatelli + Acqua (Lete mi pare) e pane (omaggio).
Direi che è un prezzo più che accettabile, per un intero menu…
E si, vi confermo che sazia eccome!


Ciccimmaretati, il gusto inconfondibile


Come prima accennato sono rimasto molto soddisfatto dalle mulegnane, di cui sono personalmente un fanatico, ma ogni piatto era eccellente. L’ottimo bilanciamento del foglie e patate, tra la vellutata patata e la foglia che ogni tanto riemerge e fa notare la sua fibrosità, entrambe accompagnate da un tenerissimo viccio, talmente soffice che non sai se vuoi abbracciarlo o ficcarlo in una zuppa di latte…

Del cavatello ne vogliamo parlare? Ma come fanno a farlo a mano? Sono perfetti, sono callosi, sono al dente (per qualcuno anche troppo, ma io li adoro così) e mescolati col sugo, il formaggio (servito sempre nelle pratiche equivoche monodosi) e il forte sono un piatto che devi e puoi prendere 100 volte.
Come ho dichiarato prima, non è la prima volta che veniamo qui. Ci siamo stufati di provare le stesse cose? NO.

Le patate al forno meriterebbero un capitolo a parte. Altra pietanze difficile da decifrare, perfetta, con la sua crosticina bruciacchiata, morbida dentro e croccante fuori. Saporita, sembra uscita dal menu di un matrimonio del kashmir. Il prezzo sembra elevato per un piatto così, ma poi lo assaggi.
Onestamente non so dire se preferisco queste o le melanzane, e ho detto tutto.

Ottimo anche il sudatissimo e sapido formaggio, che sta li a soffrire sotto le lucine che danno vita alla classica atmosfera calda, da fiaba, e aspetta solo che il vino venga versato, per essere puntualmente dilaniato in un inevitabile supplizio di Prometeo, che si rinnova ad ogni fetta tagliata, ad ogni brindisi.


Castagnimmaretati


Non si può non accennare alla locazione. Il bosco di castagni è una scelta che da Battipaglia, a quasi 2 anni sagra dall’evento (ndF, 1 ora e 15) non sembra ideale. Poi però vengono i pullman dalla Francia e allora zitto e muto. Bisogna inerpicarsi passando da Magliano Vetere e Monteforte Cilento, per raggiungere il boschetto dorato, che però è sempre incantevole da scorgere, non appena si mette piede nell’area dell’evento.


Agghindato a festa protegge sotto la sua aura sbrilluccicante tutti i tavoli (i quali scandendo un ritmo ben preciso continuano a riempirsi, saziare e svuotarsi a oltranza, per tutto il tempo della nostra visita, per tutti i giorni dell’evento, per tutte le edizioni finora avvenute) e invita anche a fare una passeggiata tra i vari fortunati stand esterni, o di aziende amiche/fidate, che vi presenziano.

Al solito abbiamo fatto una capatina e portato a casa qualche souvenir. Carciofini sottolio, zucca, concentrato di peperone o di pomodori secchi. Insaccati, a scelta tra capocollo, pancetta, salame e soppressata, tutti nostrani. Qualcuno ha voglia di amaro o di vino? Potete scegliere tra gusti classici (zenzero, limone, frutti di bosco…) oppure novità sfiziose (amaro al caffè e limone!)


Non manca il classico artigianato. E’ stato piacevole vedere bambini del 2023 giocare con spade di legno e cavallucci con le rotelle. Suggestivo (ancora) osservare i colori delle lampade da scrivania e l’intreccio sia delle bambole fatte a mano che dei cestini di vimini. Rosmarino, miele, sapone, taglieri e bastoni da passeggio. Se avete voglia di un ricordino di Stio, sapete dove trovarlo.


Ah ma…i cicci?


Eh beh, la zuppa di cicci è sempre la solita conferma. A seconda dei gusti potrà non essere il piatto preferito del menu (ragazzi, quelle patate al forno sono roba di un altro pianeta) ma è sempre bello che sia un piatto così “semplice” (almeno in apparenza) e “povero” (almeno in origine) a rappresentare un evento così vincente. Vi ricordiamo che oltre a trovarli già pronti, serviti in tavola, potete portarveli crudi e secchi a casa per prepararli quando più vi và. Graditissimo e originale regalo, pensateci.

Vi lascio con l’augurio di una buona visita a questo gran bell’evento e la descrizione del piatto.
Ci sarà pur qualcuno che viene qui per la prima volta, no?

CICCIMMARETATI

Ingredienti: ceci, fagioli bianchi, cannellini, borlotti, lenticchie, grano, granturco, cicerchie e castagne.

Curiosità: i “ciccimmaretati” venivano preparati dalle nostre nonne il primo giorno di maggio, perché quel giorno avere sulla propria tavola tutti questi ingredienti era segno di abbondanza e si era al riparo da fame e stenti.

Falco

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Festa dei prodotti tipici Cilentani – Scalareta di Altavilla Silentina (SA), prende forma la seconda edizione

Festa dei prodotti tipici Cilentani – Scalareta di Altavilla Silentina (SA), prende forma la seconda edizione

Nella nuova piazzetta a Scalareta di Altavilla Silentina in provincia di Salerno si svolge nei giorni 21, 22, 23 Luglio 2023 la 2a Edizione della Festa dei Prodotti Tipici Cilentani.

locandina ufficiale di Festa dei prodotti tipici cilentani

In programma

Sarà possibile gustare tanti prodotti del del territorio e trascorrere qualche ora in allegria con gli spettacoli in programma. Si parte venerdì 21 con Dj Raffy e Daniele De Martino. Sabato 22 toccherà a Silvestro Folk, al comico Enzo Fischetti e a Dj Arietta. Domenica 23 sul palco Nick e Company, Nino Esposito e Julia Del Gaudio. Durante le serata sarà possibile partecipare alla raccolta fondi a favore della Fondazione Santobono Pausilipon Onlus.  

Allestito anche un programma per i più piccoli, infatti il 21 luglio alle ore 21.00 ci sarà il facepainting e a seguire la baby dance Balloon Art. Il 22 luglio, sempre alle ore 21.00 ci sarà lo spettacolo Ballerina in Led e a seguire di nuovo Baby dance, l’ultimo giorno alle 21.00 avverrà lo spettacolo Farfalla vivente in una cascata di Bolla di Sapone e infine la consueta Baby Dance e Balloon Art a concludere.

Festa dei prodotti tipici cilentani

Organizzazione a cura dell’Associazione A.S.D. Far West

Informazioni:
3406669982

Ecco qualche scatto della prima edizione della Festa dei prodotti tipici cilentani.

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Tra Vasci e Vichi – Castellabate (SA), l’affascinante rievocazione del Natale di un tempo

Tra Vasci e Vichi – Castellabate (SA), l’affascinante rievocazione del Natale di un tempo

L’associazione PaesanaMente organizza anche quest’anno la manifestazione “Tra Vasci e Vichi – Presepe Vivente” che si svolgerà a Castellabate nei giorni 22-23-26-27 dicembre 2022.

locandina tra vasci e vichi
La locandina ufficiale ed aggiornata dell’evento

Il Presepe Vivente prenderà forma proprio tra le antiche mura medievali che nascondono scorci e storia di inestimabile bellezza ancora poco conosciuti.

Una passeggiata rievocativa tra i vicoletti, vasci antichi andati in disuso, scene di vita quotidiana e mestieri del Cilento antico nel periodo natalizio. Un vero e proprio viaggio nel passato, tra antiche tradizioni, mestieri, musica popolare, piatti tipici e sapori di un tempo tra gli scorci più suggestivi ed incantevoli del borgo. 

Il presepe è in programma il 22-23-26-27 dicembre dalle ore 19:30 in un viaggio unico nella Castellabate di un tempo.

Nella scorsa edizione del 2019 abbiamo potuto constatare che anche gli stand gastronomici sono ben inseriti nel contesto. Per esempio aspettando il vostro piatto di lagane e ceci vedrete stendere e tirare la pasta dal vivo, dal tavolo infarinato alla pentola, e poi dalla ripassata coi ceci e olio fino al vostro piatto.
Sempre in ambito gastronomico consigliamo fortemente la combo pizzelle di alici + sciusciello.

Per chi non lo sapesse, lo sciusciello, presunto semplice, non va preso sottogamba, gonfio di uova, fagiolini, crostini di pane e cipolla potrebbe lasciarvi sazi al primo assaggio, anche questo buonissimo.

Tra Vasci e Vichi è evento giovane, ma passeggiandoci, anzi, vivendolo, non lo diresti.
I ragazzi di PaeSanaMente hanno allestito un’affascinante manifestazione che rievoca un pò quella Castellabate antica, già bella, fatta di artigiani e mestieranti, e di antichi usi locali.
Noi del Trono di Sagre, ce ne siamo subito innamorati.

  • CORVO
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Mercatini di Natale – Castellabate (SA), la magia del Natale per ripartire col cuore

Mercatini di Natale – Castellabate (SA), la magia del Natale per ripartire col cuore

Non si è quasi mai fermata la magia del Natale in quel di Castellabate. E avverrà anche quest’anno con il classico appuntamento dei Mercatini di Natale. I quali abbelliranno come di consueto la già fantastica cornice del celeberrimo paese del Cilento.

Le date ufficiali sono quelle che andranno da giorno 2 dicembre fino all’11 dicembre 2022.
Dalle ore 10.00 alle ore 22.00.

La locandina ufficiale dell’evento

Previsti tanti stand natalizi lungo le strette strade del borgo medioevale con mercatini, presepi e poi piccoli spettacoli e degustazioni di prodotti enogastronomici locali che troverete anche in vendita. Per favorire il deflusso ordinato dei visitatori l’accesso ai Mercatini di Natale di Castellabate è situato sul Belvedere San Costabile. Invece gli stand sono disposti lungo un percorso prestabilito fino all’uscita che sarà a via G. Amendola.

Il bellissimo panorama che si potrà gustare se si sceglierà di andare di giorno

Per quanto riguarda gli hobbysti e i fan dei ricami natalizi c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Palline di vetro o in ceramica decorate a mano, calze, palline, stavolta in lana, ghirlande, targhe in legno, stelle, stelline e cesti intrecciati a mano. Castellabate non dimentica la sua natura artigiana e lascia ampio spazio a questo tipo di esposizioni, con qualche ripetizione in loop che più di una volta ti lascia credere di essere già passato di lì.

In ogni vicoletto c’è una traccia della bellezza eterna del paesino che, val sempre la pena ricordarlo, prima di tanti capì l’importanza del preservare le sue origini per uso e consumo del visitatore.
Ti ritrovi a cercare una pizza ed un vicoletto di lucine ti rapisce, una scalinata contornata di edera e foglie verdi e rubino ti accompagna. Una terrazza agghindata a festa con glicini rosa e campane bianche ti concede un pit stop in un raggio di sole caldo, con un panorama che ti stende.

– Non possono mancare i magici scorci del borgo

Non vi resta che visitarli!

  • CORVO
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Ciccimmaretati – Stio (SA), si riaccendono le luci nello splendido bosco di castagni secolari

Ciccimmaretati – Stio (SA), si riaccendono le luci nello splendido bosco di castagni secolari

Dopo due anni di stop, i meravigliosi castagni di Stio torneranno a fare la cornice di uno degli eventi più attesi dell’estate cilentana, ovvero i Ciccimmaretati di Stio (SA).

la locandina ufficiale dei ciccimmaretati
La locandina ufficiale

L’evento

Stio, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento – Vallo di Diano e Alburni, l’evento gastronomico Ciccimmaretati riaccende ogni anno l’attenzione sull’autenticità delle cose e, in questo caso, delle pietanze cilentane.
I piatti, proposti in degustazione in uno splendido bosco di castagni secolari, sono il frutto di una riscoperta delle tradizioni culinarie che dura da oltre venti anni.

I Ciccimmaretati

Andare ai “Ciccimmaretati” significa prediligere la storia, che è garantita dalla scelta rigorosa di offrire la scoperta di pietanze realmente legate a momenti storici che il paese ha vissuto.
La manifestazione prende spunto dal piatto principe, i Ciccimmaretati, squisita zuppa di legumi nata in tempi in cui i contadini, cui spettavano scarse quote del prodotto agricolo, soprattutto in tempi di magra, “sposavano nel tiano” le rimanenze di tutti i legumi rimasti in casa.

I ciccimmaretati
Eccoli, i famosi ciccimmaretati

L’intero menù

Ciccimmaretati deve la sua fama soprattutto alla peculiarità dei piatti che vengono preparati e serviti, frutto di un attento lavoro di recupero della tradizione culinaria del Cilento montano.
Punto di forza sono i primi, direttamente derivati dalla cucina casalinga contadina, che ripropongono cibi semplici, ma completi dal punto di vista nutrizionale.

Alcuni dei piatti che degusterete da noi sono:

Primi

  • Ciccimmaretati
    Ingredienti: ceci, fagioli bianchi, cannellini, borlotti, lenticchie, grano, granturco, cicerchie e castagne.
    Curiosità: i “ciccimmaretati” venivano preparati dalle nostre nonne il primo giorno di maggio, perché quel giorno avere sulla propria tavola tutti questi ingredienti era segno di abbondanza e si era al riparo da fame e stenti.
  • Cavatielli
    Ingredienti: acqua, farina di grano duro, pomodoro, sale e olio.
    Curiosità: un tempo la farina era considerato un bene prezioso e pochi potevano permettersela, pertanto i cavatielli venivano cucinati dalle nostre donne solo nei giorni festivi
  • Grano a’lu furno
    Ingredienti: grano, uova, formaggio, ricotta di capra e peperoncino
    Curiosità: il grano si sbuccia a mano con molta fatica usando il così detto “cupolo”. Questo piatto viene preparato durante il periodo Pasquale.

Secondi

  • Foglie e patane cu’ lu vicci
    Ingredienti: foglie di barbabietola, patate, aglio, peperoncino, olio, acqua e farina.
    Curiosità: i contadini e i pastori usavano spesso consumare questo piatto in campagna perché molto pratico.
  • Mulegname ‘mbuttunate
    Ingredienti: melanzane ripiene di uova e formaggio, fritte e poi cotte nella passata di pomodoro.
  • Patane a’lu furno
    Ingredienti: patate, pomodori pelati, pane grattugiato, formaggio, olio, sale e pepe.
  • Piatto di formaggi
    Ingredienti: caciocavallo, pecorino e/o vaccino fresco.

Dolci

  • Zeppole
  • Struffoli
  • Frisilli cu’ lu méle

Insomma, un’esperienza sicuramente da non perdere!

  • CORVO

La copertina dell’evento facebook, dal quale è possibile ricevere notifiche in prossimità dello stesso:

l'evento facebook dei ciccimmaretati
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La vecchia cantina | Cantina – Castel San Lorenzo (SA) – Tavolo Riservato

La vecchia cantina | Cantina – Castel San Lorenzo (SA) – Tavolo Riservato


A Castel San Lorenzo Gigi e Cynthia hanno rivalutato la vecchia cantina del Podere Donna Irene in un ristorante di cucina casalinga estremamente tradizionale.
L’ospite dunque potrà continuare a usufruire dei servizi del Podere (B&B e non solo) con l’aggiunta di un ristorante dedicato dove svolgere un pasto completo, La vecchia cantina.


La tavola imbandita de La Vecchia Cantina


Il 90% di questo articolo potrebbe limitarsi ad una semplice descrizione una per una della infinita sequela di pietanze che in serata ci siamo trovati di fronte.
Il cuoco infatti ha attinto a tutto il repertorio della cucina cilentana (ma espressamente caratteristica di un certo ramo di essa) a patto che fosse stagionale.

La stagionalità è stata una delle prime tre cose che ci sono state dette al nostro arrivo.
La prima erano i saluti da parte di Luigi e di Cynthia, gentilissimi padroni di casa, l’altra era un’offerta di prosecchino da loro prodotto che detto tra noi mi è piaciuto tantissimo.

– La Ncantarata


Cerchiamo di ragionare discernendo nel carnevale di sapori e vediamo che salta fuori.
A memoria ricordo una buona parmigiana di melanzane, metodo classico, di cui ho avuto il barbaro coraggio di fare il bis (io e Corvo ci siamo alzati tre volte per rifornirci al buffet, senza vergogna) e un’insalata un po’ alla greca con olive nere giganti e sapidissima cacioricotta fresca (anche qui bis per me)

– Lo spettacolo di quei pani fatti in casa e farciti, stupendi.


Le patate le ho provate in due versioni, sia al forno con buccia che in modalità classica lessate con i fagioli lardari. Nella prima delle due modalità le ho molto apprezzate, benché qui interviene molto il gusto personale siccome erano (volutamente) indietro di cottura. Nella seconda un po’ meno poiché risultavano molto dolcine (sicuramente influenzate dal gusto neutro dei lardari)


La tavola imbandita de La Vecchia Cantina, parte 2


Qui va aperta una parentesi. E’ ben più che evidente, come accennato nelle prime fasi dell’articolo, che a La Vecchia Cantina ci sia una cucina di casa (“Una cucina di casa di 50 anni fa” annuncia Luigi prima dell’apertura del buffet) il che da un lato garantisce genuinità, un prodotto preso letteralmente nell’orto sotto casa e la sicurezza che alle spalle vi sia meno manipolazione possibile (prendiamo i friarielli [quelli “nostri”] arrostiti, erano letteralmente presi, arrostiti, serviti) ma dall’altro sottopone un gusto molto personale, insomma quello de mamma tua, cioè sua!

Un gusto che ti piace perché l’hai sempre mangiato così, ma ogni casa ha le sue ricette e paradossalmente la stessa cosa è completamente diversa a seconda del focolare che la concepisce.


Cerchiamo di essere più chiari con un esempio lampante: i ravioli.

I ravioli erano di un bello da incorniciare, gonfi, finemente ricamati, sembravano cuscini.
Al gusto si scindevano in…dolci e salati. Ravioli dolci? Ebbene si, ma gli unici sorpresi eravamo noi perché agli altri tavoli i locali avevano tutti riconosciuto la ricetta. In alcune parti dell’estesa provincia di Salerno è cosa nota servire questi ravioli la cui ricotta è addolcita dallo zucchero (e a volte un po’ di buccia di limone) che va a formare un contrasto agrodolce col sugo di pomodoro fresco.

Per noi che però veniamo dall’altro lato della provincia, quello della Piana del Sele, era una discreta novità! E credetemi, noi giriamo per la Campania da anni, di sagra in sagra, e non me li ero mai trovati davanti. Il raviolo salato era quindi più nelle mie corde, ma solo perché vi ero più abituato siccome l’avevo sempre mangiato così a partire da casa mia e da qui il discorso sulla cucina di casa.

Certo, preferisco 100 volte sbalordirmi di un piatto che credevo di conoscere a menadito, invece di mangiare sempre le stesse cose.


Salumi e tutto il resto


Tornando ai meri elenchi, menzione d’onore per il caciocavallo dell’emigrante che ho provato in diverse forme e che non mi soddisfa quasi mai. Qui invece ho fatto immediatamente notare quanto fosse buono, penso il migliore mai provato. A filotto lo seguivano tutti gli altri salumi, capocollo e soppressata fresca.

Saltellando qui e li, andando avanti e indietro col menu, siamo rimasti colpiti anche dalla tenerezza della carne che accompagnava gli ziti spezzati (a giudicare dalla circonferenza forse erano candele).
In un sugo che più classico non si può, nella concezione più positiva del termine.

– Presentazione regale di salumi


Da amante di polpette non ho potuto non apprezzare le compattissime polpette di carne al sugo. Speziate e rese frizzanti da abbondante prezzemolo e aglio q.b., le inserisco tra i piatti che mi sono piaciuti di più.

Pensate che in tutto questo marasma non sono riuscito ad assaggiare (ma semplicemente perché ero saturo) il coniglio alla cacciatora o il pollo con le patate (ero già al terzo piatto di patate, ormai avevo le sembianze di un purè).


Gli esterni


Vi ho parlato solo di tavolate ma in realtà abbiamo apprezzato molto la composizione de La Vecchia Cantina. Poche stanze, numero limitato di tavoli, spiazzo esterno che da sulla vigna da un lato e su una grande quercia dall’altro. Interni semplici ma eleganti con scaffali in legno scuro al muro, qualche frase colorata alle pareti e per quel che mi riguarda un arredamento di gusto diverso dal casalingo annunciato prima. Perfettamente in tono e abbinato all’ambiente e all’idea di ristorazione.


Girovagando in esterna abbiamo anche notato un forno per le pizze, un paio che invece erano chiaramente dedicati a panificazioni e carni (diverse altezze, diversa potenza di fuoco) e uno “da terra” bassi, di quelli dove sotto vi si riempe di braci e ci cuoci di tutto.

Questa serie di forni lascia spazio all’immaginazione e a serate-evento a carattere conviviale.
Del resto era proprio questa l’idea che i proprietari ci hanno lasciato, l’idea di una veranda con cucina annessa dove al ritorno da mare (facciamo da fiume) ti fermi a rilassarti e a chiacchierare con tutti, chiedendo quel che la cucina ha disponibile nella giornata e abbondando con vino e prosecco della casa (molto apprezzato, ripeto) mentre il sole tramonta, sorge, poi ritorna, se ne va e tu sei affacciato dal tuo tavolo, verso l’orizzonte, senza fretta alcuna.

– Pesca sciroppata con panna che imita un uovo fritto, sfiziosissimo


– Falco

All’Antica Tavola | Piatti tradizionali – Pontecagnano (SA) – Tavolo Riservato

All’Antica Tavola | Piatti tradizionali – Pontecagnano (SA) – Tavolo Riservato

All’Antica Tavola di Pontecagnano (SA) abbiamo una proposta in apparenza semplice di prodotti tipici campani, con spiccata attenzione verso la parte composta dal Cilento. Non è un segreto, difatti i due chef, unitisi per creare questo posticino, provengono entrambi da magiche porzioni della nostra regione. Il cilento, appunto, e gli Alburni.

All'Antica Tavola, ceci e scarola
– Il perfetto compare di ogni antipasto di terra


Un salotto fermo nel tempo


Tutto all’interno de All’Antica Tavola si ispira ai bei tempi andati, quelli della cucina di casa non come riscoperta o alternativa, ma come unica possibilità di sfamarsi. Anche parlando di arredamento però è facile comprendere come solo sulla carta questo sia un semplice locale a tema, andando un minimo più a fondo si individua subito come anche il singolo bicchiere o la favolosa insegna della Campari siano il frutto di un’attenta ricerca corale, da parte dei due proprietari, egregiamente messa a frutto.


I vinili accompagneranno la vostra intima serata (30 coperti all’interno, che diventano 60 in esterno in estate) tra tavolini in cui stringersi core-a-core o gomito-a-gomito accucciandosi tra una scarpetta e un bicchiere di vino (un Montepulciano della casa, molto gustoso, che si accompagna volentieri in litri al vostro spiluccare qui e lì sulla tavola) mentre Nives, che si occupa della sala, svolazza intrattenendo gli ospiti con origini, scelte e motivazioni sui piatti in menu (da me, avido di lore, sempre molto apprezzate)


Un colorato tagliere


Una delle scelte obbligate è naturalmente il tagliere. Diciamo che ormai nel 2022 l’idea stessa del tagliere vada direttamente consacrata e inserita nel patrimonio UNESCO, poiché è passato concettualmente da intrattenimento al centro, preso quasi per abitudine in sostituzione dell’antipasto*, a qualcosa che rappresenta ogni locale che lo propone, se ci si prende la briga di comporlo come si deve, si intende.

Uno dei tagliere che indubbiamente merita la sua nomea è quello di All’Antica Tavola.

*almeno dalle nostre parti

All'Antica Tavola, tagliere
– Tagliere favoloso

Trattenente il fiato e si parte con la full immersion descrittiva, via!

Partendo dal basso, a destra, ricotta di pecora di Monte San Giacomo, al suo fianco una giallissima pizza chiena. Una catena montuosa di crostini con fagioli di Controne e pezzentella sbriciolata chiudono il trittico.

Sulla scogliera a sinistra, caciocavallo silano DOP, a protezione di una corte di salumi di Morigerati, precisamente del Salumificio Cellito, e di polpettine fritte tipiche del locale.

Salto all’indietro, a protezione del bordo, muraglia di frittata di cipolle ramate di Montoro, vi invito ad apprezzarne lo spessore (ottima, uno dei miei pezzi preferiti della scacchiera) e “patate mparentate” al sugo con cacioricotta che chiude il cerchio.
Al centro una confettura di arance e un classico miele. Vi assicuro che farsi guidare dall’istinto e dai colori di questa pittoresca tavolozza è una delle parti più interattive della cena.
L’aspettativa riguardo la delicatezza della pancetta, l’idea pazza di salvare un tocco di ricotta (che io adoro) per un po’ di sugo e patate lì in fondo (vi assicuro che funziona) o la voglia di schiaffare un lenzuolo di salumi sul crostino e buttarla proprio in marenna vi porterà via allegramente un 20 minuti di ludibrio, in attesa del primo.


Il momento del primo


Come primo piatto Nives ha scelto di farci assaggiare una loro versione della pasta e patate.
Questi paccheri si presentano in una purea fantastica di patate che li impantana in una vellutata distesa di sabbie mobili. Qualcuno deve salvare quei paccheri, a forchettate.

All'Antica Tavola, Pasta e patate
– Pasta e patate da non prendere sottogamba


Io prediligo “l’azzeccoso” anche quando non dovrei, quindi con questo piatto che è un trionfo di tal sensazione ci vado veramente a nozze. Sottolineo però che nonostante chiaramente questo sia un piatto che tende a mandarti rapidamente KO (overdose di carboidrati neanche calcolata) la vellutata è molto piacevole al palato e l’idea iniziale del piatto non è quella di appesantirti (eh beh).
A risvegliare i sensi ci pensa il guanciale croccante, che spavaldo in cima alla collina di paccheri ormai esausti, protegge il fortino. Lieve fossato di olio EVO intorno. Vero comfort food.


Il momento del secondo


Dopo pochi minuti di raccoglimento nei quali, non sazi di carbs, abbiamo anche scarpettato le patate col pane, ecco arrivare una salsiccia allo spiedo.
Secondo tipicissimo che riprende un metodo di conservazione originario di Perito con carni tagliate fini e insaporite all’arancia! Dopo una lunga ricerca infruttuosa i due chef e proprietari hanno deciso di farsele direttamente in casa, ottima idea direi.

All'Antica Tavola, salsiccia
– La salsiccia all’arancia

La salsiccia fluttua su un tappeto di zucca arrostita, cipolle in agrodolce e stracciata.
Anche questo piatto è indice della mentalità del locale: una salsiccia in apparenza paesana, che in pratica è frutto di un’attenta lavorazione, si accompagna ad una zucca arrostita che più tradizionale non si può, con la spinta però della cipolla in agrodolce e l’aggiunta del dolce della stracciata. Torna tutto, no? Quanti punti in più ha preso questo piatto rispetto ad una qualsivoglia banale presentazione di salsiccia timida e triste su letto di insalata iceberg? Domanda retorica.


Dessert e foto di rito


Proviamo tre differenti dolci: Tiramisù, Cheesecake e Panna Cotta.
A me tocca il tiramisù perché forse è arrivato finalmente il giorno che mi affogo per l’ultima volta con la polvere di cacao e schianto sul tavolo, ma non prima di aver apprezzato la giallissima crema ben montata al centro della coppa e di aver provato comunque un po’ degli altri due dolcetti.


Chiude una piacevole cena un amaro alle erbe, radici, bacche e fantabosco e la foto di rito, che ci promette sicuramente un ritorno e un’altra ambita chiacchierata su sapori ed eccellenze prettamente campane, che anche dopo tutti questi anni non cessano di stupirci.


Grazie ai due chef e compagni di cena, Nives e Riccardo, per questo invito da All’Antica Tavola.

Foto di rito
– Invasione della cucina per foto di rito


Falco

– Link alla pagina FB del locale
Villa Marchesa | Pizzeria-Agriturismo – Castelnuovo Cilento (SA) – Tavolo Riservato

Villa Marchesa | Pizzeria-Agriturismo – Castelnuovo Cilento (SA) – Tavolo Riservato


Nella serata di ieri siamo stati felici ospiti di un’istituzione cilentana, l’Ammaccata, nelle vesti di Cristian Santomauro in persona (o viceversa?). Ma non facciamo confusione, andiamo per ordine.
Nella sua Villa Marchesa, a Castelnuovo Cilento (SA), Cristian ha da anni ridato lustro ad un’antica preparazione, l’Ammaccata appunto, l’originale ricetta della “pizza cilentana” e ci tiene a mettere tutti i puntini sulle I giuste. Vediamo!


Cristian e la sua pizza


Premessa: Il lavoro di Cristian, durato anni, nella sua riscoperta di antiche preparazioni merita decisamente un capitolo a parte. Abbiamo dunque deciso di scrivere un approfondimento (che seguirà a breve) solamente sull’Ammaccata, con vita morte e miracoli della stessa e di concedervi in questo articolo giusto un’infarinatura (ahah!).

Alcune caratteristiche di questa pizza che possiamo però svelarvi sono una bassa sapidità dell’impasto (volutamente si lascia al condimento, con i suoi sapori naturali, il compito di dare spessore al gusto) e una maglia glutinica molto bassa, il che la rende molto delicata e fragile.
Altra caratteristica del caso è l’ovvia tendenza ad usare prodotti autentici, locali e che favoriscano il fiorire di una piccola economica locale. Ciò che Cristian non trova nel suo campo, lo trova nell’orto del vicino.

Ora che ne sapete qualcosa in più…possiamo cominciare!

L'originale
– Il punto di vista dell’iceberg, in Titanic


Un impasto per quattro diverse preparazioni


Villa Marchesa ci accoglie in un sabato sera decisamente partecipato, c’è pienone e dopo aver vagato nel cortile con imbarazzo, mancando l’entrata giusta in un paio di occasioni, finalmente ci accomodiamo e dopo un giro di sorrisi e presentazioni diamo il via libera a Cristian di guidarci in quest’avventura.
Siccome la serata sarà a base di lievitati chiediamo subito un paio di Leffe e un Agrado rossa, per adeguarci.

Per iniziare ci viene servito un cuscino da paggetto ricamato a mano e successivamente fritto.
Questa fantastica gag solo per farvi intuire quanto fosse ben presentata questa piccola, soffice, gonfia pizza fritta di cui Cristian ci illustra le delicate caratteristiche.
Appena sfornata è questione di minuti prima che appassisca dunque va immediatamente “condita” e servita, nonostante fosse bella gonfia, ci svela, in cucina era almeno il doppio!


Vorrei farvi notare, inoltre, la consistenza di quel fazzoletto di seta che è il rosso sugo che la ricopre.
Non c’è un buchino, non c’è una goccia che colori il piatto di rosso, il sugo è viscoso, tirato, sapido, un concentrato, una coulis di pomodoro. Corvo apprezza.

Formaggis in fundo, la pizza galleggia tronfia su una cremina di pecorino che si abbraccia e si compensa con il saporito pomodoro. Questo è un gran bell’inizio, ragazzi.


La classica ammaccata


Subito dopo la matriarca delle pizze arriva in tavola, è l’Originale.

Tre tipi di pomodori cotti.
Pomodoro pelato, datterino e pomodorino di collina biologico dei moresani.
A fine cottura, abbondante cacioricotta di capra cilentana ”Presidio Slow Food” e origano del monte Stella.

I tre pomodorini, come nel caso accennato della pizza fritta, sono fondamentali per dare gusto ad un impasto che, ricordiamo, è volutamente povero di sale per tradizione.

Villa Marchesa, l'Originale
– L’Originale


Ho avuto l’impressione ancora una volta di una pizza molto delicata, altamente digeribile, semplice, ma incredibilmente saporita. Trovavo riscontro, al palato, di tutte le spiegazioni che mi erano state fornite.

Vorrei sottolineare che questa è un’ottima occasione per farsi una cultura in modo soddisfacente, mangiando con gusto e scoprendo di pari passo il mondo di storia che si nasconde dietro una semplice infornata. Ve la consiglio, ma non in DAD.

Il nostro viaggio in Cilento continua, ci viene servito un viccio.
In questo caso ci viene spiegato che a differenza del viccio originale (che ricordiamo essere un prodotto che fungeva un po’ da test e da prima infornata, e che veniva poi consumato come pane un po’ da battaglia, risultando naturalmente molto pesante data la bassa lievitazione, traduzione: era inghiommoso, e non poco) questo è molto più leggero e croccante perché nonostante la preparazione sia quella classica viene forgiato in tre differenti infornate che lo rendono molto più moderno e consono ad essere servito farcito, a cena, senza mandare ko i commensali per overdose di carboidrati.
E’ un po’ un panuozzo, ma cilentano, mi seguite?

Farcito con fior di latte, petali di pancetta di Gioi, olive ammaccate e olio EVO.


La pizza, il viccio e il calzone


Altro giro sulla giostra, altra modalità e versione di questo magnifico impasto a base di Carosella (come tutti quelli che l’hanno preceduto) in una forma ancora diversa, quella di Calzone.

Per questa portata Cristian usa verdure di stagione del suo orto o erbe spontanee di campo.

Le verdure vengono saltate in padella con olive Salella ammaccate del Cilento Az. Salella ”Presidio Slow Food”, alici di Menaica Az. Donatella Marino ”Presidio Slow Food”, cacioricotta di capra del Cilento Az. Starze ”Presidio Slow Food”, olio extra vergine d’oliva.

Gran forza di questa preparazione è la qualità degli ingredienti.
Vi ricordo ancora che il pane per quanto importante fa da altare a ciò che contiene ed è favoloso incrociare masticando olive, alici e cacioricotta. Tre consistenze, tre sapidità diverse, un unico, completo risultato.

Villa Marchesa, Calzone
– Il Calzone


Una persona normale a questo punto sarebbe già bella piena e soddisfatta, ma noi siamo un po’ animali e quando Cristian avanza un flebile “Altra pizza?”, noi annuiamo senza pietà.

E’ mezzanotte e mezza, come Joe Dante aveva provato inutilmente ad avvertirci dovremmo smettere di ingozzarci, ma noi non seguiamo mai le istruzioni, a meno che non siano quelle di una ricetta.

La terza (quarta?) pizza è La Crusca di Teggiano con Fior di latte e post cottura petali di pancetta del piccolo salumificio di Gioi, polvere di peperone crusco di Teggiano e chips di Sciuscellone di Teggiano P.A.T., olio EVO a crudo, basilico.

Villa Marchesa, La crusca di Teggiano
– La Crusca di Teggiano


Molto diversa a primo impatto da tutte le pietanze assaggiate finora, è evidente che non si tratta di una pizza classica ma è comunque impasto a base di Carosella, come tutti gli altri, a testimoniare la grande versatilità dei grani e la grande manualità di chi vi armeggia nelle cucine.
Vi sorprenderà la chips di peperone crusco, estremente diversa da quelle cui siete abituati.
Molto amara, terrosa, quasi come liquirizia, come una radice.
Intuibile, fa da contraltare al tenue sapore della pancetta tagliata fine.

Siamo dunque giunti al finale? Si, è il momento del dolce.
Il Cilentomisù a sorpresa (o forse no, vista l’estrema coerenza che contraddistingue Villa Marchesa e i suoi piatti) è un po’ l’inverso di tutto ciò che abbiamo provato finora e allo stesso tempo una naturale continuazione: è poco dolce.
Lasciatemi spiegare, è volutamente poco dolce. Non si sente la spinta di zucchero tipica della crema poiché il vin cotto, il pepe di sichuan e l’arancia smorzano questo lato ma ne creano uno unico, completamente differente. Posso osare dire che ci starebbe da Dio, di fianco, un distillato di quelli corposi e possibilmente barricati? Probabilmente si.

Cilentomisù
– Cilentomisù!


Villa Marchesa, in sintesi…


E’ stata una gran bella esperienza. Devo necessariamente sottolineare la gentilezza, la disponibilità, la pacatezza e l’umiltà di Cristian Santomauro che fin da quando ci siamo sentiti la prima volta a telefono si è posto come una persona completamente a modo, quale è, oltre che ad essere un professionista con l’animo d’artista (grande amante dell’arte, non perde occasione per enunciarci un vero saggio sull’argomento).

Nonostante siamo in questo mondo da ben 6 anni fa sempre piacere trovare qualcuno che è ansioso di mostrarti tutto il suo mondo (nonostante il web ne sia ormai tappezzato, Cristian è infatti comparso in diverse interviste e su diverse testate, anche leggermente più autorevoli di noi, tipo la Rai) non per sbatterti in faccia il suo successo ma per spiegarti le varie sfaccettature in modo che tu possa poi goderne quando ne trovi riscontro nel piatto. Una serata piacevolissima, dove persino una soundtrack di Madonna in loop sentita per 4 volte, come in una distorta San Junipero, non è stata altro che una eco distante, coperta dal nostro incessante ruminar pizza.

Restate con noi per l’approfondimento promesso sulla Ammaccata, e le sue origini, e probabilmente anche sul Viccio. Maybe.

Il Trono e Cristian Santomauro
Il Trono sopraffatto dai lieviti e Cristian Santomauro


Falco

– Link alla pagina FB di Villa Marchesa



Mercatini di Natale – Castellabate (SA) – 2021 – Il Trono di Sagre

Mercatini di Natale – Castellabate (SA) – 2021 – Il Trono di Sagre


Dopo aver saltato un anno per via della pandemia una delle istituzioni a livello di mercatini natalizi ritorna con la voglia di non fermarsi più. Parliamo della compagine dei Mercatini di Natale di Castellabate, di Nicola Paolillo, che ancora una volta ci chiama a corte per testimoniare che sia estate, inverno o mezze stagioni…Castellabate c’è!

Mercatini di Natale, Il Trono con Nicola Paolillo
– Neanche il tempo di godersi un raggio di sole che il vento freddo ci aveva già rastrellato la faccia!


Una giornata di grazia per i Mercatini di Natale


Come se non bastassero pandemia, restrizioni, crisi economiche, cavallette, terremoti e ansia da prestazione ci si mette anche il maltempo. Un Dicembre assai inclemente complica le cose per gli organizzatori.

Due settimane di pioggia praticamente consecutive, con tsunami e secchiate incessanti, finchè in un inaspettato sabato 5 compare finalmente il sole, con 20°. Sembra di essere tornati nel sud Italia, il tornado ci ha riportato nel Kansas, Toto!


Le prime differenze che saltano all’occhio sono chiaramente i Check-point Charlie all’ingresso, dove viene controllato il Green Pass, questo tristemente è per qualcuno una buona ragione per disertare anche se di primo mattino (cioè mezzogiorno inoltrato) siamo già sui 500 visitatori.

Per quest’edizione si è cercato in tutti i modi di non creare assembramenti, in che modo?
Innanzitutto le “casette” che ospitano food e standisti cominciano dal “lungomare” (che è a 700 mt. dallo stesso) e si districano dalla parte più alta e più nota del borgo fino alle sue pendici, alla celebre piazzetta (quella del film) e per qualche vicolo seminascosto, cercando di non creare mai ingorghi.


Un’occhiata da vicino alle casette


Nelle casette in legno si incrociano le dita: i visitatori risolleveranno le sorti di un evento che in ogni modo è dispendioso, per tempo, denaro e pazienza, sia per organizzatori che per hobbysti e momentanei affittuari di casupole in legname?

Certo, durante la nostra visita sappiamo che sono previsti la solita spasmodica quantità di bus da tutte le parti della Campania, quindi questo rassicura qualcuno. Resta da capire se sarà pietoso il clima.

Mercatini di Natale, la magia che dona un raggio di sole
– Il sole dona un’aura magica al mercatino…


Le casette e i panorami risultano simili a quelli del 2019, ritroviamo lo stand delle polpette fritte (purtroppo non ancora attivo al momento della nostra visita, sigh!) e quelli ottimi e già pluritestati del panino sardo, con autentico formaggio e salume isolano (“Fa paura sto panino.”, esclama un affermato critico Corvo) e delle “frittelle”, che noi chiamiamo pizzelle, tipicissime di Castellabate (che ritrovammo anche in “Vasci e vichi“) con alici o in versione classica.

In piazzetta, invece, nella stessa posizione in cui ce la ricordavamo c’è sempre lo stand della pizza.
Preparata, infornata e tirata fuori bella fumante tutto in “live”.
Del resto anche la pizza è tipicamente natalizia in Campania, no?


Per quanto riguarda gli hobbysti e i fan dei ricami natalizi (come me!) c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Palline di vetro o in ceramica decorate a mano, calze, palline, stavolta in lana, ghirlande, targhe in legno, stelle, stelline e cesti intrecciati a mano. Castellabate non dimentica la sua natura artigiana e lascia ampio spazio a questo tipo di esposizioni, con qualche ripetizione in loop che più di una volta ti lascia pensare “Ma di qui ci sono già passato?”


Non mancano neanche, per fortuna, le solite chicche. Tipo il nostro stand amico di miele locale Le api di Anna, che già incontrammo in diverse edizioni, con le sue candele in c’era d’api, profumate e ricche di dettagli e delle golose caramelle al propoli!
E non mancano neanche conserve (tipo quelle di cipolle) e confetture, e formaggi. Per passeggiate d’ogni gusto.


La solita Castellabate


Nel tour di ricordi è al solito inevitabile perdersi nei famigerati scorci, in una piazzetta assolata, viva e con un panorama unico che nessun Siani potrà celebrare oltre quella che è la sua naturale bellezza.


In ogni vicoletto c’è una traccia della bellezza eterna del paesino che, val sempre la pena ricordarlo, prima di tanti capì l’importanza del preservare le sue origini per uso e consumo (moderato!) del visitatore.
Ti ritrovi a cercare una pizza ed un vicoletto di lucine ti rapisce, una scalinata contornata di edera e foglie verdi e rubino ti accompagna, una terrazza agghindata a festa con glicini rosa e campane bianche ti concede un pit stop in un raggio di sole caldo, con un panorama che ti stende.

Mercatini di Natale, un magico scorcio fiorito
– Non possono mancare i magici scorci del borgo


Il clima è lo stesso di sempre, per un evento che non è più regazzino e si avvicina alla sua storica 10° edizione.
Non possiamo che incrociare le dita sperando che le viuzze del Cilento siano di nuovo belle gremite di visitatori, come ce le ricordavamo (nei limiti, non fatemene pentire!)

Ne approfittiamo per ricordarvi anche le date, potrete visitare i Mercatini di Natale tutti i giorni dal 3 al 12 dicembre, esclusi giorno 6 e giorno 9, dalle ore 10.00 alle ore 22.00.
Per gruppi e bus è obbligatoria la prenotazione al numero 334 38 63336.

Ne approfittiamo per lasciarvi anche il link all’evento ufficiale:

Copertina dell'evento
– L’evento ufficiale dei mercatini direttamente dalla pagina FB de Il Trono di Sagre
– Link alla pagina degli organizzatori
Gli articoli degli eventi e sagre
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Polvere di stelle, il castello di Castelnuovo Cilento apre i suoi cortili ai mercatini! – Il Trono di Sagre

Polvere di stelle, il castello di Castelnuovo Cilento apre i suoi cortili ai mercatini! – Il Trono di Sagre


E’ una prima edizione, ma di quelle fatte per durare negli anni.
A Castelnuovo Cilento (SA) si è deciso finalmente di aprire le porte del cortile del castello ai mercatini di Natale e a tutti i visitatori curiosi. Non solo stand di artigianato ma anche tante delizie calde e invernali da provare.

– Lavori in corso presso il castello


Le date di Polvere di stelle, i mercatini di Natale di Castelnuovo Cilento


Dal 3 al 23 Dicembre, ad esclusione dei giorni 6, 7, 9, 13, 14, 15, 16 e 20.
Gli orari vanno dalle 17.00 alle 22.30 o dalle 10.00 alle 22.30, a seconda del giorno.
Apertura eccezionale nel giorno dell’Immacolata!

Oltre cibo e intrattenimento, anche tanta musica:

I concerti in programma :

4 dicembre ore 20.30 i RittAntico
8 dicembre ore 20.30 Kiepo’
10 dicembre ore 20.30 Daniele Botticchio
11 dicembre ore 20.30 Peppe Cirillo e Antiqua Saxa
18 dicembre ore 20.30 Stragatti rock
22 dicembre ore 20.30 A Paranza ru’ Tamuntan
23 dicembre ore 20.30 Piera Lombardi

– Locandina dell’edizione 2021


Cosa ci aspetta in quest’edizione?


E’ una prima edizione! Organizzata da Luca De Feo, già autore di Ritorno al Borgo, dove fummo presenti nel 2019!

– Un estratto della nostra recensione e visita del 2019 a Ritorno al Borgo, a Castelnuovo Cilento

Potete trovare tutta la recensione, arrosticino per arrosticino, all’interno del nostro libro Il Borgo in Tavola, dove trattiamo diversi eventi e sagre visitati dal vivo, in Cilento e non solo! Con l’aggiunta di cenni storici, ricette, foto originali e curiosità.

– Clicca sulla foto per visualizzare la scheda del libro!


Il Trono chiede, gli organizzatori rispondono!


Abbiamo fatto qualche domanda a Luca De Feo, l’organizzatore, per saperne qualcosa in più.

Ciao Luca! Come avete disegnato questo percorso?

E’ un percorso che inizia alle pendici del borgo e risale fino al Castello, che ospita i mercatini.
Per quest’anno la struttura sarà solo parzialmente occupata, ma dalle prossime edizioni in poi prevediamo di riempire tutto l’interno del castello di addobbi, luci e stand. Ci sarà anche una casa di Babbo Natale, con decorazioni e un giardino tutto suo.

Cosa dobbiamo aspettarci da questa prima edizione?

Da una manifestazione del genere ci si aspetta gioia. E’ fatta per far sentire e riscoprire il Natale, purtroppo di questi tempi è sempre un rischio, letteralmente non sai, per via delle restrizioni, se da un giorno all’altro potrai aprire. Personalmente ho incontrato molte difficoltà anche tra la gente, per convincerli ad aprire stand, cosa che sarebbe stata immediata e facile qualche anno fa, ma ce l’abbiamo fatta.

Che tipicità avremo modo di provare?

Dalla pasta e fagioli alla parmigiana di melanzane con pancetta e provola affumicata direttamente in panino, polpette nel sugo, viccio cilentano, salumi, alici imbottite, classico panino broccoli e salsiccia o con salsiccia, foglie e patate, tipicissimo. Non dimenticheremo il soffritto. Ci siamo concentrati sui panini principalmente per favorire i distanziamenti ed evitare di dover creare un’area apposita per il pranzo/cena. E ancora vin brulè, per dare al mercatino un bel profumo inebriante tipico del Natale, castagne, struffoloni e tanti dolci.

Non solo cibo però, ma anche tanta bella musica!

Tutte le tipicità saranno abbinate a musica, infatti ci sarà un programma ricco di artisti, di diversi generi. Mangiafuoco e artisti di strada si accompagneranno alle band, anche itineranti con organetti e zampogne, per dare l’idea di un panorama ricco e pieno di gioia.

Sarà stato difficile metterlo in piedi, ma sembra un gran bel programma…

Ho voluto rischiare, si sa che non è affatto facile convincere una giunta o un’associazione quindi ho voluto provare da solo. Si inizia così, col presupposto di voler sviluppare qualcosa di più grande negli anni. A questa manifestazione si accompagnerà una versione estiva, più tipica e simile ad una sagra, “Il borgo antico”, sulla scia della precedente “Ritorno al borgo”. Nonostante la prima edizione in molti ci hanno creduto e abbiamo avuto diversi sponsor.
Il mio appello è di venire a dare un’occhiata e di crederci, per distrarsi, per dare una chance a chi ha montato uno stand e cucinerà per l’occasione, per mostrare e mostrarci che il Cilento c’è ancora, ed è solidale. Allo stesso tempo vorrei ringraziare per la disponibilità la famiglia Adinolfi che ci ha concesso l’uso del castello.

– Locandina del nostro evento FB di Polvere di stelle. Clicca per rimanere sempre aggiornato!
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