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Abbuffate perdute, le sagre rinviate di Giugno – Parte 4 – 2020

Abbuffate perdute, le sagre rinviate di Giugno – Parte 4 – 2020


Pensavamo di tornare subito alla normalità di una tavola imbandita ma un nuovo focolaio sembra far slittare tutto di un’altra settimana. E cosa abbiamo in cambio?
Un altro articolo sulle sagre rinviate di Giugno. Contenti? Meh.

Transumanza a Corleto Monforte
– Passeggio domenicale a Corleto Monforte (AV)


Transumanze rinviate


A Corleto Monforte (AV) un’iniziativa che unisce tradizione e lungimiranza. Parliamo della Festa del caciocavallo podolico e della transumanza.

A Corleto ci si schiera apertamente contro il sistema di produzione di massa basato sui bovini. Un sistema chiaramente non sostenibile e che prima o poi collasserà su sè stesso.
Proprio per questo vengono mostrati tutti i vantaggi di un controsistema all’antica completamente eco-friendly, la transumanza appunto.

Piccoli allevamenti, non intensivi, in grado di produrre formaggi di alta qualità come il caciocavallo podolico, ricco di Omega3.
Avete tutto il mio sostegno! Sarà rinviata forse la passeggiata di vacche in centro ma non l’ottima idea.

Fusillo e pezzente a Montefredane
– Piattoni stracolmi a Montefredane (AV)


Perdiamo anche una delle mie feste preferite…quella del Fusillo e del pezzente, di Montefredane (AV).
Ormai eravamo storici sostenitori di questa sagra, dai piatti sempre colmi, ricchi di sugo e di formaggio.
Ci mancherà molto il sapore grasso del pezzente tra i fusilli, sotto forma di polpetta gigante, o ficcato in una già ben lungi dall’essere ipocalorica “cotna”.

Segnalo inoltre che qui ho mangiato una delle fette di caciocavallo impiccato più grandi della mia vita.
Se la giocava solamente con quella di Caggiano!


Trionfo del povero e del rurale a Lauro & Faicchio


Si uniscono alle celebrazioni rinviate, a favore delle tradizioni povere del territorio, sia Faicchio (BN) che Lauro (AV) in un gemellaggio irpino-beneventano.

Il grano a Faicchio
– A Faicchio (BN) si prepara il grano


Durante la Festa del Grano di Faicchio infatti sarà possibile assistere a tutto il ciclo del grano: dall’aratura alla semina, dalla mietitura alla trebbiatura, dalla trasformazione del seme in farina a prodotti come pane e pasta.

A condire, chiaramente, ottimi prodotti locali da gustare in una rilassata atmosfera profumata di grano appena falciato.

A Lauro (AV) invece si esalta il borgo e i suoi prodotti tipici.
Con C’era una volta al borgo si torna in quelle atmosfere contadine che tanto amiamo noi visitatori di sagre.

Da segnalare anche un menu da capogiro: polpette nel sugo, pane m’busso int e fasule, parmigiana di melanzane, carne di cinghiale, pizza tradizionale in forno a legna…

Che ci siamo persi!

Pasta e fagioli a Lauro
– Pasta e fagioli macchiata a Lauro (AV)


Situazione simile a quella di Lauro, ma nel casertano.
Si parla di Riardo (CE) e di Sagra al borgo.
Per l’occasione, oltre a danzare, passeggiare per il borgo (non dimenticate uno sguardo al castello!), ammirare prodotti artigianali potrete chiaramente saggiare tutta una serie di tipicità locali nei vari piccoli stand di questa sagra a carattere itinerante.

Speriamo che tutte e 3 siano solo rinviate e che possiamo goderne tutti al più presto.

Il pensiero di polpette e fusilli locali non gustati mi fa star male.

– Immagini senza tempo, da Riardo (CE)


Chiudiamo col dolce: Festa della sfogliatella a Castel San Giorgio (SA)

Il prodotto è di qualche secolo fa ma la festa si difende bene comunque dall’alto delle sue ben 15 edizioni.

Si potranno apprezzare alcune varietà di uno dei dolci campani più apprezzati, la sfogliatella, in versione Frolla, Riccia e Santa Rosa.

Sfogliatelle ricce a Castel San Giorgio
– Fragante esercito di sfogliatelle a Castel San Giorgio (SA)


Oltre al dolce in realtà presente di solito anche un menu “salato” di introduzione tutt’altro che banale: pennette con speck, rucola, scaglie di parmigiano e pomodorini, fusilli con melanzane e salsiccia, pasta e fagioli maritati, panino con salsiccia paesana alla brace oppure con melanzane, patatine, broccoli saltati in padella, caponata sfiziosta con mascuotto. Mica male!

Anche questo weekend è passato senza sagre.
Incrociamo le dita e speriamo che questo sia l’ultimo articolo sulle sagre rinviate di Giugno che leggiamo.
Anche perchè Giugno è finito…


Falco


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Abbuffate perdute, le sagre rinviate di Giugno – 2020

Abbuffate perdute, le sagre rinviate di Giugno – 2020


Dalle pennette all’arrabbiata a manifestazioni del grano, passando per un doppia coppia di feste della ciliegia e a degustazioni di formaggi e salumi di cinghiale.

Quanto ci è costata finora quest’emergenza covid19 in fatto di sagre e abbuffate?


Cosa ci siamo persi finora?


La prima in elenco che è purtroppo saltata è la “Sagra delle pennette all’arrabbiata” di Marigliano (NA)

Teglia di unto a Marigliano
– Una teglia di unto godereccio, a Marigliano (NA)


Da quasi 20 anni si propone a Marigliano questo piatto celebre della cucina italiana, tradizione molto apprezzata e sentita in paese.
Se è vero che il piatto ha origini romane è altrettanto vero che fin da sempre è stato riproposto nel napoletano, forse a causa dell’abbondanza di peperoncino nostrano ?

A seguire, una sagra che si porta dietro una domanda.
E’ la “Sagra del Catanazzo” e l’ovvia domanda è…ma cos’è il Catanazzo?

E’ un piatto tipico della cucina povera, creato con trippa, piselli, pomodorini e aromi, accompagnato da pane casereccio.


Così ci rispondono gli avvezzi organizzatori della festa, abituati sicuramente all’antica questione. Quest’anno inoltre ci sarebbe dovuta essere la 31° edizione, un bel traguardo!
La festa si tiene a Giovi (SA)

Abbondanza dei frutti della terra, Giovi
– Abbondanza di frutti della terra, a Giovi (SA)


Un altro appuntamento saltato è quello a Dugenta (BN) per il quale siamo già stati testimoni di goderecce abbuffate in occasione della loro riproposizione di metà settembre.
La festa di giugno avrebbe riguardato sempre il selvaggio cinghialotto, con un occhio di riguardo per pancetta & salsiccia.

La festa di Dugenta è organizzata tutta in famiglia, si tramanda di padre in figlio e di tagliere in piatto.
Vi rivelo con commozione che raramente ci siamo abbuffati così tanto ad una sagra…

La consolazione è che se siamo fortunati riusciranno a riproporci i loro dolci affettati nei mesi autunnali.
Incrociamo le dita.

Salsiccia a Dugenta
– Sfrigolante salsiccia di cinghiale a Dugenta (BN)
Affettati a Dugenta
– Proposta di affettati dolcissmi e tartufati


Per accompagnare questi splendidi salumi ci vorrebbe innanzitutto del vino, ma anche del formaggio!

E quindi qual miglior proposto della “Sagra del carmasciano” il cui sottotitolo profetico recita “Il formaggio, la ricotta e l’agnello” ?

Siamo a Rocca San Felice, in provincia di Avellino, e il paese è noto per i suoi prodotti caseari e il segreto dietro quesi sapori pare essere la ricchezza di erbe spontanee, come il timo e il trifoglio, nella dieta degli ovini.

Anche l’influenza di un lago sulfureo, la Mefite, che tramite le sue esalazioni circonda la zona pare esser primo complice di una ricchezza di minerali che risalta nettamente nel prodotto finito, l’amato formaggio appunto.

Formaggi a stagionare a Rocca San Felice
– Stagionatura di formaggi, a Rocca San Felice (AV)


Anche il Lazio ha le sue dolorose rinunce


Saltando per un attimo fuori regione e sostando a Sant’Ambrogio sul Garigliano (FR) in qualsiasi momento dell’anno è molto probabile che incapperete in qualche evento.

Il paese è molto molto attivo e ha voglia di divertirsi, si passa da feste del vino a balli e a inizio Giugno si propone la “Festa della pizza fritta“, in versioni anche farcite con la mortazza.

Non solo cibo&divertimenti però, il paese è una vera chicca che si snoda tra scorci e panorami.
Merita sicuramente una visita!

Pizza fritta a Sant'Ambrogio sul Garigliano
– A Sant’Ambrogio sul Garigliano un fortunato avventore si gode la sua pizza


Per concludere ben due feste della ciliegia hanno dovuto dare forfait, parliamo di quella di Carullo (SA) e della sua ciliegia cilentana tipica, e quella di Pastena (FR).

E’ incredibile come con il solo sentore dell’estate sarebbero già fioccate decine di sagre, mettendo a repentaglio il nostro peso forma da prova costume…ma dopo 2 mesi di quarantena chi di noi avrebbe resistito?

Ciliegie di Carullo (SA)
– Abbondanza di ciliegie di Carullo (SA)


– Falco



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L’Italia riparta dal Covid19

L’Italia riparta dal Covid19

La foto che vedete qui molto probabilmente l’avete vista girare in questi giorni sulla vostra home di FB, come molti di voi sapranno si tratta di uno scorcio dell’acqua di Venezia.

L'acqua di Venezia beneficia dell'assenza dell'uomo
– L’acqua di Venezia beneficia dell’assenza dell’uomo


Era così difficile?


Quel che appare subito evidente è di come l’acqua sia (o sembri) “limpida”.
Quel che sovviene subito dopo è: “Non credevo Venezia potesse avere un’acqua così pulita”.

Qualche precisino ha subito voluto inutilmente precisare che non si tratta di miracolo chimico ma è semplicemente la sabbia che, senza il rimestar di gondole e traghetti, si è depositata.

A me, e forse a qualcuno di voi, ciò interessa molto poco.
Il punto è che a memoria non ricordo di aver mai potuto pensare che Venezia potesse essere anche così.

Del resto Venezia, oltre che sinonimo di bellezza, è sempre stata sinonimo di acque torbide e spesso maleodoranti.
Non ci abbiamo neanche mai provato a renderla migliore, perchè pensavamo non fosse possibile.

Eppure in 7 giorni, senza fare assolutamente nulla, è successo questo.
Senza spendere soldi, senza spendere fatica, senza ingegnarsi e senza ipotizzare.

Il mare di Salerno, come a Venezia, ritorna chiaro
– Anche il mare di Salerno trae benefici ambientali durante la pandemia


Questo mi fa pensare, e comincia a farmele girare.
Perchè allora, deduco, non ci vuole poi così tanto a migliorare l’ambiente intorno a noi, no?
Perchè quando si parla di ambiente sembra di parlare di imprese impossibili, insostenibili economicamente o lontanissime nel futuro. E invece bastavano 7 giorni?
7 giorni di nulla?


Complice la nostra quarantena forzata abbiamo notato un po’ dappertutto questo tipo di miglioramenti (ad esempio qualità dell’aria in Cina, Nord Italia e Europa in generale) e, se da un lato sicuramente non si può pretendere di rimanere trincerati sul divano in attesa che la natura faccia il suo corso, dall’altro mi sale un po’ su il pensiero che forse, una volta tornata la normalità, dovremmo pretendere e adoperarci per qualcosa di più.


La nostra Campania come Venezia


Venezia è lontana, ma la nostra Campania, la nostra Irpinia, il nostro Cilento (…ecc!) sono qui e sono vittime di noncuranza e sfruttamento oltre il limite.
Ce ne rendiamo tutti conto benissimo ogni estate.

E non parlo della cartaccia buttata per terra (o in mare), perchè siamo nel 2020 e offenderebbe la mia intelligenza dover spiegare ancora che questo “non si fa”, ma parlo del passo in più che ci vede indignarci sileziosi quando scorgiamo all’orizzonte yatch e barconi che ci inquinano il mare dopo esserci fatti 1 ora di traffico per 2 ore di sole, parlo delle zone bellissime di litorale in cui non andiamo da anni perchè “lì ci sono le industrie che scaricano”.

Ma forse, se tutti siamo sopravvissuti e terremo botta per 1 mese intero senza produrre nulla, chiusi in casa, allora allora allora FORSE si può anche limitare un pò una produzione, e un guadagno, in favore di un’accortezza all’ambiente?

Perchè se io, ipotetico veneziano, posso scegliere di affacciarmi e vedere il mio riflesso ispiratore Mufasa style nel canale, perchè dovrei mai riabituarmi al torbido fetore che c’era prima?

Anche il mare di Agropoli, come a Venezia, migliora in assenza dell'uomo
– Il porto di Agropoli non è da meno


Siamo noi a scegliere


La scelta viene da noi e dev’essere etica, i risultati raggiunti involontariamente in questi giorni non devono essere dimenticati, dobbiamo tracciare una maledetta linea e non rinunciare a quel che abbiamo capito possa essere routine.

Vi invito, a quarantena finita, e a estate sopraggiunta, di indignarvi, di urlare, di alzare polveroni e di protestare se le buone maledette cattive vecchie abitudini di qualcuno, di qualche industria, di qualche malcostume, tentano di strapparci via quel che di buono ci siamo ricordati di avere.

Non c’è niente di più importante del nostro benessere e della nostra salute, il virus tristemente ce l’ha ricordato, e questo passa anche dalla salute dell’ambiente in cui viviamo.

E’ nostro, e non dobbiamo rinunciarvi, guai a chi ce lo tocca, non c’è profitto che ne valga la pena.

Del resto, come sempre detto su questa pagina, non è tanto l’abbuffata e la bevuta, è il contesto.
Ci divertiremmo così tanto alla nostra sagra preferita se bosco, spiaggia, centro storico e parco fossero invase di sporcizia, scorie e liquami? Non credo.

E vi dirò di più, a quel punto non ne trarremmo più niente, neanche quel guadagno per cui ci siamo giocati tutto.


Falco


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