Tag: Degustazione

Ciccimmaretati – Stio (SA) – 2023

Ciccimmaretati – Stio (SA) – 2023

L’Associazione Culturale Il Punto rimette in scena negli immutati castagneti di Stio (SA) la classica kermesse Ciccimmaretati. Un evento che fluttua amabilmente tra la sagra, la degustazione e la fiera e che trova sempre e puntualmente un fortissimo riscontro nei suoi fan più appassionati.
L’evento quest’anno si terrà dal 17 al 23 Agosto, andiamo a vedere cosa ci aspetta!


Ciccimmaretati, le conferme


Se il 46% dei matrimoni finisce in divorzio ciò non vale per i Ciccimmaretati di Stio (SA) che stretti in un abbraccio più caldo che mai si presentano a rinnovare le loro promesse, ogni anno, nelle stesse date (o quasi) nel posto che li fece innamorare la prima volta.

Costabile Romito, uno degli organizzatori dell’evento, membro dell’Associazione Culturale Il Punto, spiega con inequivocabili parole il succo (o la zuppa) di tutto questo successo: I piatti sono sempre gli stessi.


E se ingenuamente questo potrebbe creare delle perplessità, esse spariscono al primo assaggio.
Escluso il lavoro fatto come Il Trono di Sagre siamo stati all’evento già diverse volte, a distanza di parecchi anni, eppure ritroviamo sempre lo stesso riscontro e lo stesso ottimo sapore, le stesse soddisfacenti sensazioni, ogni volta che ficchiamo le posate in quei cocci lucidi.

Una delle prime volte che venni, ricordo che definii le mulegnane ‘mbuttunatesaldate con la fiamma ossidrica” poiché la resistenza eroica con cui rimanevano compatte, tenendo all’interno tutto il loro caseario ripieno, era invidibiale. Ebbene, anche ieri sera ho notato la stessa cosa. Queste melanzane non sono cotte, sono coniate. Naturalmente il gusto è eccellente, pieno, un piatto che da solo potrebbe sfamarti, assolutamente consigliato.


Ciccimmaretati, rincari sui prezzi?


Mentre in Italia l’inflazione galoppa anche la cartina tornasole più semplice da analizzare da i suoi riscontri: i prezzi sono aumentati (ancora) anche nelle nostre amate sagre (ed eventi) di paese.
Questo ce lo rivela proprio Costabile all’inizio della nostra puntuale chiacchierata.
Ma è davvero così?

Sì è davvero così, però ieri ci siamo messi un po’ col lanternino e abbiamo analizzato la situazione dal lato pratico. Ecco i prezzi:

  • Ciccimmaretati, 7€
  • Grano a’lu furno, 7€
  • Cavatelli, 7€
  • Foglie e patane cu’ lu vicci 7€
  • Mulegnane ‘mbuttunate, 7€
  • Patane a’lu furno, 7€
  • Piatto di formaggi, 6€
  • Zeppole, 4€
  • Struffoli, 4€
  • Frisilli cu’ lu méle, 3€
  • Nu poco re tutto, 5€

Oltre questa lista ci sono una 15ina di vini, ottime etichette, e del vino da tavola, rosso a 4,50€.
Ebbene, noi abbiamo preso tutto il menu, perché naturalmente siamo COSTRETTI ad assaggiare tutto per esprimere un giudizio completo. Eravamo in 4, la spesa totale sarebbe stata di 70€, per un totale di 17,50€ a testa. Con poco più di 15€ quindi mangi tutto il menu (diviso ovviamente, ma tanto da solo non ce la fai mai a superare lo scoglio del Grano a’lu furno, ti sfido personalmente!) e avevamo anche ben 2 piatti di Cavatelli + Acqua (Lete mi pare) e pane (omaggio).
Direi che è un prezzo più che accettabile, per un intero menu…
E si, vi confermo che sazia eccome!


Ciccimmaretati, il gusto inconfondibile


Come prima accennato sono rimasto molto soddisfatto dalle mulegnane, di cui sono personalmente un fanatico, ma ogni piatto era eccellente. L’ottimo bilanciamento del foglie e patate, tra la vellutata patata e la foglia che ogni tanto riemerge e fa notare la sua fibrosità, entrambe accompagnate da un tenerissimo viccio, talmente soffice che non sai se vuoi abbracciarlo o ficcarlo in una zuppa di latte…

Del cavatello ne vogliamo parlare? Ma come fanno a farlo a mano? Sono perfetti, sono callosi, sono al dente (per qualcuno anche troppo, ma io li adoro così) e mescolati col sugo, il formaggio (servito sempre nelle pratiche equivoche monodosi) e il forte sono un piatto che devi e puoi prendere 100 volte.
Come ho dichiarato prima, non è la prima volta che veniamo qui. Ci siamo stufati di provare le stesse cose? NO.

Le patate al forno meriterebbero un capitolo a parte. Altra pietanze difficile da decifrare, perfetta, con la sua crosticina bruciacchiata, morbida dentro e croccante fuori. Saporita, sembra uscita dal menu di un matrimonio del kashmir. Il prezzo sembra elevato per un piatto così, ma poi lo assaggi.
Onestamente non so dire se preferisco queste o le melanzane, e ho detto tutto.

Ottimo anche il sudatissimo e sapido formaggio, che sta li a soffrire sotto le lucine che danno vita alla classica atmosfera calda, da fiaba, e aspetta solo che il vino venga versato, per essere puntualmente dilaniato in un inevitabile supplizio di Prometeo, che si rinnova ad ogni fetta tagliata, ad ogni brindisi.


Castagnimmaretati


Non si può non accennare alla locazione. Il bosco di castagni è una scelta che da Battipaglia, a quasi 2 anni sagra dall’evento (ndF, 1 ora e 15) non sembra ideale. Poi però vengono i pullman dalla Francia e allora zitto e muto. Bisogna inerpicarsi passando da Magliano Vetere e Monteforte Cilento, per raggiungere il boschetto dorato, che però è sempre incantevole da scorgere, non appena si mette piede nell’area dell’evento.


Agghindato a festa protegge sotto la sua aura sbrilluccicante tutti i tavoli (i quali scandendo un ritmo ben preciso continuano a riempirsi, saziare e svuotarsi a oltranza, per tutto il tempo della nostra visita, per tutti i giorni dell’evento, per tutte le edizioni finora avvenute) e invita anche a fare una passeggiata tra i vari fortunati stand esterni, o di aziende amiche/fidate, che vi presenziano.

Al solito abbiamo fatto una capatina e portato a casa qualche souvenir. Carciofini sottolio, zucca, concentrato di peperone o di pomodori secchi. Insaccati, a scelta tra capocollo, pancetta, salame e soppressata, tutti nostrani. Qualcuno ha voglia di amaro o di vino? Potete scegliere tra gusti classici (zenzero, limone, frutti di bosco…) oppure novità sfiziose (amaro al caffè e limone!)


Non manca il classico artigianato. E’ stato piacevole vedere bambini del 2023 giocare con spade di legno e cavallucci con le rotelle. Suggestivo (ancora) osservare i colori delle lampade da scrivania e l’intreccio sia delle bambole fatte a mano che dei cestini di vimini. Rosmarino, miele, sapone, taglieri e bastoni da passeggio. Se avete voglia di un ricordino di Stio, sapete dove trovarlo.


Ah ma…i cicci?


Eh beh, la zuppa di cicci è sempre la solita conferma. A seconda dei gusti potrà non essere il piatto preferito del menu (ragazzi, quelle patate al forno sono roba di un altro pianeta) ma è sempre bello che sia un piatto così “semplice” (almeno in apparenza) e “povero” (almeno in origine) a rappresentare un evento così vincente. Vi ricordiamo che oltre a trovarli già pronti, serviti in tavola, potete portarveli crudi e secchi a casa per prepararli quando più vi và. Graditissimo e originale regalo, pensateci.

Vi lascio con l’augurio di una buona visita a questo gran bell’evento e la descrizione del piatto.
Ci sarà pur qualcuno che viene qui per la prima volta, no?

CICCIMMARETATI

Ingredienti: ceci, fagioli bianchi, cannellini, borlotti, lenticchie, grano, granturco, cicerchie e castagne.

Curiosità: i “ciccimmaretati” venivano preparati dalle nostre nonne il primo giorno di maggio, perché quel giorno avere sulla propria tavola tutti questi ingredienti era segno di abbondanza e si era al riparo da fame e stenti.

Falco

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Fiume di vino – Castelfranci (AV) – 2023

Fiume di vino – Castelfranci (AV) – 2023


La stagione degli eventi di Castelfranci (AV) continua con Fiume di vino, dal 28 al 30 Luglio 2023.
Dopo essersi lasciati alle spalle la brillante Notte della maccaronara, che ha condotto i visitatori in un passeggio per le viuzze della cittadina, stavolta il paese irpino noto per la produzione di vino ci prende per mano e ci accompagna lungo il fiume Calore, in una suggestiva serata nella frescura di un boschetto attrezzato per l’occasione.


Fiume di vino, dove, come e perché


Fiume di vino è un’iniziativa che già in passato era stata istituita dall’amministrazione comunale, anche se con modalità leggermente diverse. Questa volta, così come nel caso delle Notti della Maccaronara, gli organizzatori si sono fatti furbi e hanno giocato le loro carte migliori.

Cominciamo dal dove: Una deliziosa area attrezzata lungo il fiume Calore, con tavoli in legno, amache, seggioline, lucine, foglioline (che erano già lì) e cantine, si tipo quella del ristorante Il Vecchio Mulino che riprendendo tempo addietro un vecchio mulino in disuso l’ha trasformato in un ristorante di successo (già noto in zona, non lo scopriamo certo noi) e che per l’evento ha aperto le cucine e prestato gli chef alla comune causa.

Appena abbiamo sentito parlare di una cantina ci siamo spinti a curiosare. La meraviglia inizia dopo pochi passi, il locale segue la discesa verso il fiume (e grazie, era un mulino…) e rivela al suo interno un’incantevole muratura. Sorvoliamo i tavoli perfettamente apparecchiati per visitare la cantina sì piccola ma sicuramente colma di interessanti etichette.


Fiume di vino, il menu


Lo stand del ristorante Il Vecchio Mulino si occuperà con il suo staff, compresa la professionale proprietà, che si adopera a mostrarci le retrovie, tra sughi che sobbollono e pasta fatta a mano che giace comoda in grandi contenitori freschi in attesa della bollitura, di un menu tradizionale fatto apposta per l’evento.

Fiume di Vino, pasta
– Immagini che puoi annusare

Oltre la nota maccaronara, che abbiamo trattato a lungo durante il racconto delle Notti della maccaronara insieme alla sua fedela compagna, la sfrionzola, stavolta abbiamo anche dei cecaluccoli.
Parenti locali dei cavatelli, vengono preparati con pomodorino giallo, salsiccia, ricotta salata e basilico.
Il piatto è ottimo, chiudi gli occhi e non diresti mai che non ti trovi in un ristorante.
Perfettamente al dente, saporito, ricco, ve lo consigliamo vivamente.

Altra pietanza proposta è il baccalà fritto. La diffusione del baccalà in paesi montani non è più una sorpresa, ben sappiamo ormai da tempo che la tradizione culinaria italiana prese in prestito dalla cultura del nord Europa l’immensa convenienza di questo pesce che sapeva mantenersi a lungo. Son notizie vecchie di secoli. Anche a Castelfranci, dunque, il baccalà fritto è piatto tipico.
Viene proposto con frittura al bacio, presentato perfettamente asciutto e senza un goccino d’unto (l’ho mangiato con le mani senza ricorrere al minimo uso di fazzoletti vari), schizzato di una cremina al peperone un po’ dolce e un po’ acida che si accompagna perfettamente al neutro ma corposo baccalà. Ottima pietanza anche questa, vivamente consigliata.


Fiume di vino…il vino.


La parola chiave dell’articolo è…VINO. Naturalmente anche in quest’occasione troviamo le migliori proposte del territorio castelfrancino (lo so che non si dice così, ma è più caruccio).
Potete scegliere da soli, se siete navigati bevitori, oppure lasciarvi consigliare in base ai vostri gusti.
E’ probabile che cadiate in piedi. Noi che siamo venuti diverse volte in zona scegliamo due bottiglie già note, Il Rasott di Cantine Boccella e il Badius di Cantine Molettieri.


Vini diversi tra loro, entrambi di nostro gusto. Non mi lancerò in descrizioni perché c’è gente che fa 8 anni di corso per parlare di vini e onestamente non sarei un narratore adeguato. Posso dirvi però da profano che il Rasott ha un che di liquoroso molto più spiccato rispetto al Badius, che si rivela molto più asciutto.
Entrambi sono ottimi, andate tranquilli.

Fiume di vino, lista etichette


Non fidatevi insomma di noi, ma del vostro gusto, o di chi sa consigliarvi.
Le cantine di Castelfranci sono tante e sono buone, sbizzarritevi a provare diverse etichette.

Nel mentre che sorseggiamo il palco comincia a scaldarsi, abbiamo del liscio, abbiamo del folk e abbiamo gruppetti felici che dopo un paio di degustazioni sentono l’esigenza di lanciarsi in pista.
Il clima è fresco e sereno, ben distante dall’incubo delle due bollenti settimane appena passate, e ci sta concedersi un giro on the concrete floor senza il timore di ritrovarsi a grondare di sudore.


Burger, salsicce e caci fumanti


Ritroviamo la stessa postazione presente anche alle Notti della Maccaronara. Se non vi va il piatto di pasta e preferite qualcosa di più disinvolto (hamburger o panino con salsiccia) o di ancora più tradizionale (caciocavallo impiccato, con tartufo o senza) questo è il posto giusto.

Il panino l’abbiamo già provato la volta scorsa e dunque già sapete che ci è piaciuto, però noi siamo degli ingordi e non diciamo mai di no, di conseguenza lo proviamo nuovamente. Purtroppo lo becchiamo ormai freddo. Questo non ci impedisce di buttar giù tutto fino all’ultima briciolina. Neanche stavolta riusciamo a provare il caciocavallo ma siamo abbondantemente sazi, sarà per la prossima.

Caciocavallo
– Qualsivoglia sia l’evento, lui non può mancare


Per tutta la nostra visita, anche se non l’ho ancora citato, siamo accompagnati da Francesco Raffaele, membro del consiglio comunale ed ex Pro Loco, che quindi ci conosce benissimo date le nostre molteplici visite in zona. Francesco ci spiega le origini dell’evento, come sia stata recuperata e ripulita la zona, che ora con i nuovi tavoli in legno, le amache, etc. possa rimanere a disposizione del pubblico, sicuramente un’iniziativa che va sottolineata. Ci accompagna anche nella scelta di un buon bicchiere e ci invita infine a fare una passeggiata nel boschetto illuminato a festa prima di andar via.


Gelato all’aglianico


E’ proprio quello che facciamo. Ma prima va assaggiato il gelato all’aglianico di The Ship, gelateria e pasticceria locale (ma non sono) che sotto dicembre propone anche un panettone all’aglianico che dobbiamo certamente provare…

Il gelatino è consigliatissimo, ci viene spiegato che dato che un gelato ha bisogno di un grande equilibrio il lato alcolico (e divertente) viene molto ammorbidito nel processo, quindi in pratica non vi ci potete ubriacare, però è davvero ottimo, non perdetevelo.

E’ finalmente il momento di addentrarci nel boschetto. Ci sono bambini che scorrazzano nella natura tentando di lanciarsi a vicenda tra fogliame e rami, di intrappolarsi nelle amache come fossero mosche in una ragnatela, un piacevole caos. Adulti e aspiranti tali invece si rilassano con un buon vino facendo qualche chiacchiera nella frescura del boschetto.

Le lucine creano una bellissima atmosfera incantata, in lontananza vediamo il mulino che i faretti illuminano di blu. Se anche tutto l’evento fosse stato una scusa per rimettere a nuovo questo posto, e consegnarlo agli abitanti di Castelfranci, ne sarebbe comunque valsa la pena.


Falco

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Festa della pizza montecorvinese – Montecorvino Rovella (SA) – 2023

Festa della pizza montecorvinese – Montecorvino Rovella (SA) – 2023


L’estate dei montecorvinesi giova di un inatteso freschino serale e di conseguenza questo vuoto di calore viene colmato con 8 forni che raggiungono i 400°. Nasce all’improvviso la Festa della pizza montecorvinese, come intuibile, a Montecorvino Rovella (SA), dal 14 al 16 Luglio.


8 forni roventi


La Festa della pizza montecorvinese decide di selezionare alcune tra le più tipiche pizzerie del territorio e dintorni (più uno stand per il senza glutine!) e disporle su un viale alberato adibito a passerella, tra tonde lucine che danno l’idea di un mercatino natalizio, due dispensatori di birra a inizio e fine percorso (i nostri amici di La Nuda e la nazionale Nastro Azzurro), tavoli e un palchetto per l’intrattenimento.

Dopo un efficiente taglio del nastro e l’assaggio del primo trancio da parte delle autorità ecco che immediatamente…ci tocca spostare l’auto perché la nostra è l’unica in divieto di sosta.


Torniamo rapidamente, ligi al dovere, nella nostra scoperta di queste pizze tipiche della cittadina che, vi ricordiamo, ospiterà anche sia la Festa medievale di San Martino che la Sagra della braciola.
Dietro un percorso in stile trincea, pronti a riprenderci Trento e Trieste, ma iniziando con qualche spicchio bollente, ecco che andiamo a sciorinarvi tutti i forni con le relative pizze ordinabili.


Le pizze


La vecchia Lanterna, noto agriturismo montecorvinese, propone la sua omonima “Vecchia Lanterna”, pizza dall’aspetto e dagli ingredienti nostalgici.

  • Mozzarella, provola affumicata, speck e grana

Gentilissimi e disponibili, come la quasi totalità dei mastri pizzaioli presenti durante la serata, i ragazzi e il proprietario non ci fanno neanche parlare. La provola fonde (anche il mio palato) e rilascia il suo profumo nell’aria.

Festa della pizza montecorvinese, Vecchia Lanterna


Anche Albertina sceglie una pizza omonima.

  • Pomodoro, mozzarella, salame napoli, prezzemolo, pecorino, piccante

Pizza storica della tradizione montecorvinese. Ci intrufoliamo tra le signore che sfornano pizze a catena di montaggio e con un sorriso veniamo subito accontentati. Saporita e sfiziosa.

Festa della pizza montecorvinese, Albertina


Rosato si divincola abilmente tra l’infornare e il trollarci, l’invito ad andare a trovarli alla loro sede a Macchia di Montecorvino Rovella non cadrà nel vuoto, ci propongono anche loro una pizza storica.

  • Pomodoro, mozzarella, salame piccante, origano, olio di oliva aromatizzato all’aglio
Festa della pizza montecorvinese, Albertina


Gianni Bottiglieri, in veste di se stesso, propone la sua pizza Estiva cavallo di battaglia che gioca sul fatto che siamo effettivamente in estate.

  • Mozzarella di bufala, parmigiano reggiano 36 mesi, rucola e piennolo del Vesuvio, olio extravergine d’oliva

Gianni è da subito molto disponibile e ci regala un saggio della sue capacità (troverete tutto in video!) ma al momento dell’assaggio (nostro) gli tocca scappare e rifornirsi di rucola. Al suo ritorno avremo già mangiato tutto il mangiabile, compresi cornicioni e cartoni delle pizze, purtroppo non assaggiamo la sua Estiva.

Estiva


Ehy, ci sono altri 4 forni!


I simpaticissimi ragazzi di Bell & Buon sembrano essere quelli che si divertono di più.
Propongono una pizza speciale, quella col sugo tirato tirato e la braciola sfilacciata, da provare per forza.
Appena ci vedono ci lanciano una pizza, apprezziamo tanto.

  • Pomodoro, braciola sfilettata cotta secondo la tradizione, mozzarella, prezzemolo
Bell e buon


Cook’s house alza un po’ l’asticella e propone una delle due pizze più prezzolate, quella al tartufo.

  • Mozzarella, salsiccia, porcini, crema di tartufo, provola, prezzemolo all’uscita, scaglie di Grana padano

Purtroppo non abbiamo provato questa pizza, a voi la scoperta.

Tartufata


Il Principe mette le mani avanti, “La nostra è un po’ casereccia”. E dov’è il problema? Ma ben venga!
Propongono una hit delle mie estati, quella ai fiori di zucca.

  • Mozzarella di bufala, pancetta, fiori di zucca, olive, olio evo.

Nel caos riesco a rubacchiarne uno spicchio da un amico, occhio alle olive provviste di nocciolo!

Il principe


Il povero ragazzo di Borgo Antico è sopraffatto dalla folla che di fianco aggredisce nel frattempo lo spillatore di birra e si ritrova dunque tra gli 8 fuochi di palati stuzzicati dal luppolo e noi dall’altra parte che fissiamo le pizze calde tipo dei randagi affamati. In un attimo di calma ci sfila la sua pizza alla nduja.

  • Pacchetelle di pomodorino giallo al naturale, nduja di spilinga, cipolla caramellata in crema, mozzarella di bufala morese, fili di peperoncino essiccato, olio evo pregio, basilico cristallizzato

Apprezziamo la gentilezza e pure la pizza, dalle due righe di ingredienti si noti che questa è la pizza più costruita tra le proposte.

Borgo Antico


Festa della pizza montecorvinese e risposta del pubblico


Grande risposta di pubblico, le 2 casse (che dalla serata successiva passeranno a 3) sono prese un po’ d’assalto, per quanto riguarda la scelta della pizza sta a voi farvi furbi.
Noi siamo arrivati all’apertura, alle 19.30, e praticamente eravamo gli unici, come si può ben immaginare il pienone c’è stato intorno alle 21 e poi la situazione si è un po’ rilassata intorno alle 22/22.30.
A voi trarre conclusioni. A occhio ci è stato riferito che sono state sfornate almeno 2400 pizze, direi che c’era una discreta fame nell’aria!

I costi sono semplici: Pizza speciale 8€ (cioè tutte quelle che vi ho elencato di sopra), Pizza Margherita (la propongono tutti i forni come alternativa), Birra alla spina 20 cl. 2€, 40 cl. 4€, acqua gratis, sia frizzante che naturale. Anche lo zucchero filato è offerto (per i bambini…)

Dal palchetto si sono invece esibiti Dario Visconti con il suo Nostalgia 90 e i Morgana. Ogni sera ovviamente ci saranno artisti e band diverse.
Che altro dirvi? Divertitevi!

Festa della pizza montecorvinese, evento


Falco

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Festa del carciofo di Paestum IGP – Gromola di Capaccio-Paestum (SA) – 2023

Festa del carciofo di Paestum IGP – Gromola di Capaccio-Paestum (SA) – 2023


La Festa del carciofo di Paestum IGP si svolge da 15 consolidati anni a Gromola di Capaccio-Paestum (SA). L’edizione di quest’anno si è articolata nei giorni dal 22 al 25 Aprile 2023, poi ancora dal 27 al 1 di Maggio.
Il suo sviluppo negli anni ha contribuito, in un momento storico in cui l’attenzione sull’origine del prodotto è molto alta, anche a diffondere i gusti e i sapori di questo violetto fiore dalle caratteristiche invidiabili. Il Trono di Sagre anche quest’anno è stato partecipe dell’evento, grazie a una collaborazione consolidata con il comitato che mette in scena l’evento. Andiamo a vedere come si è svolta!

Festa del carciofo di Paestum IGP, carciofi arrostiti


Gestione folle (nel senso di “tanta gente”) e somministrazione


L’evento si svolge in un grande spiazzo di forma semicircolare proprio di fronte le scale della chiesa, ai lati del semicerchio ci sono al solito gli stand che somministrano (e preparano al momento le pietanze), al centro troviamo la schiera di tavoli (in tendostruttura coperta). Nel mezzo ampio spazio per il passeggio ed enormi balle di paglia circolare sulle quali è possibile sostare per consumare anche in piedi, opzione che abbiamo di molto preferito, dovendo scappare volta per volta tra uno stand e l’altro per mang-…raccogliere importante materiale fotografico e video.


Il punto forte della manifestazione è ancora una volta la qualità del cibo.
Non nascondo che rimango sempre sorpreso in positivo dalle pietanze che, in modo celere, istantaneo, al momento, riescono a servire al pubblico. Il raffazzonato tipico e talvolta inevitabile delle sagre di paese non è qualcosa a cui andate incontro durante quest’evento.

Una delle parti più gradevoli ai sensi, sia alla vista che all’olfatto, ma in seguito anche al gusto, è indubbiamente l’enorme graticola di braci dove si struggono centinaia di carciofi all’unisono.
La cura con cui sono seguiti supera di gran lunga l’attenzione dedicata al reattore Bol’šoj Moščnosti Kanal’nyj e infatti questa distesa smerlaldo con picchi di viola è presumibilmente il piatto migliore, ancora una volta. Spoiler? Carta giocata troppo presto? Volevate un po’ di suspance?
In realtà è facile capire il perché, abbiamo il gusto del carciofo praticamente assoluto, non alterato da troppe manipolazioni, abbiamo le braci che gli concedono un gusto affumicato, il sale che esalta il suo naturale sapore e qualche pezzettone di pancetta che aggiunge quel goccino di grasso che mancava. Naturalmente perfetto.

Festa del carciofo di Paestum IGP, caciocavallo impiccato


Freselle e novità


Piatti già consolidati trovano una nuova dimensione in un menu che continua a migliorarsi.
La fresella, già buona lo scorso anno, quest’anno è ancora più grande e colorata, con pezzettoni di pomodori rossi e carciofi è perfetta come inizio (magari da condividere, anche in tre, altrimenti vi riempite di pane!), alla stessa si aggiunge il “cestino primavera“, un panino aperto a metà che contiene tra le altre crema di carciofi, zucchine alla scapece e chips, formando alla vista un piccolo fiore, proprio come quello del carciofo.


Presente come sempre il nostro compare, il caciocavallo impiccato, con ovviamente aggiunta in corsa di crema di carciofi. A questo punto probabilmente avrete anche sete: No problem. Ottima birra alla spina (e vino) sono serviti nello stand apposito, ben visibile con le sue tendine blu. C’è anche l’acqua, anche se non ne abbiamo toccata.

Dal palco cominciano ad arrivare le prime note, si saluta come sempre il buon Gigione che anche quest’anno è passato per la sua visita tradizionale e si è esibito nella sua richiestissima performance della Carcioffola. Il parco musica passa abilmente dagli ultimi successi ai grandi pezzi del passato, con un’attitudine tendente al dance, una scelta che in un’allegra mattinata è presa di buon grado da noi e dal resto del pubblico. Abbiamo parlato del programma completo dell’evento qui.


Terra Orti & il carciofo IGP


Sponsor e collaboratore dell’evento è Terra Orti, che negli ultimi anni si è impegnata in una campagna atta a far conoscere nello specifico i prodotti tipici e certificati di ogni territorio di sua competenza, durante l’evento compare un suo stand proprio all’inizio del percorso culinario.

A seguire abbiamo anche una bella scelta di fritti, nell’ordine: Pizza fritta cilentana classica, che è possibile scegliere classica al sugo oppure bianca con crema di carciofi. Fondamentale a questo punto lo stand gluten free che propone tutti i piatti dell’evento…senza glutine (e non solo, sono attrezzati per la somministrazione, senza contaminazione, a più livelli). Abbiamo provato la pizza fritta senza glutine ed era una nuvoletta soffice, ben più che gradita!

Festa del carciofo di Paestum IGP, Terra Orti


Chips a profusione (da abbinare alla birra alla spina di cui sopra, per un aperitivo moderno), zeppole (preparate al momento), che si confermano soffici come lo scorso anno, e chiaramente i cuori di carciofi fritti, anch’essi impastellati al volo e fritti in immersione. Spariscono le polpette, un vero peccato, perché erano fenomenali!

Per chi non riesce a rinunciare al carboidrato presenza di doppia scelta di primi: Riso o Pasta.
Speck e carciofi si abbinano molto bene al risotto, che rimane una cosa estremamente complicata da servire per un evento che fa un minimo di 7.000/10.000 persone al giorno, tenendosi bassi.

Fragolata


Parcheggio gratuito, mostra, espositori e parco giochi


Il titolo del paragrafo dice tutto, o quasi, poiché è presente anche un mini mercatino con alcuni stand di prodotti artigianali (in legno, pelle, vimini etc.) e a seguire qualche casetta è dedicata anche a espositori di vino, miele e simili.

Viene riproposto il parco giochi con giostre per far sfogare i più piccoli e il parcheggio ampio e gratuito presente sia nei pressi del casolare che introduce all’evento sia alla destra del mini luna park, lo troverete seguendo il profumo delle salsicce arrostite che poi finiranno nei panini.


Vi abbiamo già accennato del dolce, ma c’è anche la fragolata (che arriva in allegato con un amaro al carciofo) e gli yogurt de La Contadina (Vaniglia, fragola e limone. Non tutto insieme). Allo stesso stand si ritira anche la bruschetta con la benemerita crema di carciofi, prosciutto crudo, capocollo, ricottina e mozzarellina.

Merita una menzione lo staff sempre sorridente, ben avvezzo ormai alle folle.
C’è un viavai di volontari che si occupano di tenere puliti i tavoli (il che non significa che siete invitati a lasciare un macello) e questo aiuta sicuramente a tenere oliato e funzionante il meccanismo.

Festa del carciofo di Paestum IGP, evento
Calendario Eventi


Falco

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Kult…Karma oltre la birra – Alife (CE)- 2022

Kult…Karma oltre la birra – Alife (CE)- 2022

Il birrificio Karma organizza da 8 edizioni Kult…Karma oltre la birra. Un modo per aprirsi al pubblico ed ospitare nel loro ampio giardino sia birrifici esterni, sempre italiani ed artigianali, sia il mondo dello street food.


Karma oltre il giardino


Il birrificio Karma dispone come accennato di un ampio spazio verde che da l’impressione, come ci dice lo stesso Mario Cipriano, organizzatore dell’evento, di essere in aperta campagna. In realtà siamo a pochi km dal centro di Alife (CE) e questo ha permesso nel corso delle edizioni una partecipazione locale sempre crescente.

Il giardino è perfettamente sfruttato, con un ampio parcheggio (1€ a macchina), palco con vasto spazio per ballare, un tendone addobbato a festa e una moltitudine di luminarie che danno effettivamente l’idea di qualcosa a metà tra un piccolo circo itinerante, un matrimonio all’aperto e una festa di paese.


Siamo rimasti molto colpiti in positivo dalla disposizione ed organizzazione generale dell’evento.
Mario ha disposto alle due ali dell’evento sia i food truck che gli spillatori, in modo che le file siano sempre ben distribuite da una parte e dall’altra. Il ricambio ai tavoli è anche molto rapido quindi nonostante ci siamo alzati e seduti 4/5 volte tra pietanze e birre diverse abbiamo sempre trovato facilmente posto.


Musica e birra


Con nostra grande sorpresa ad esibirsi c’era il nostro amico Carmine Paolucci che continua a fare qualsiasi cosa e passare dall’organizzare la Festa Popolare della Tammorra (dove siamo stati a inizio luglio!) a suonare il basso nella sua band. Poliedrico (e polistrumentista, come dice)

Da Sessa Aurunca (CE) Carmine aveva portato con sé oltre il gruppo anche il “corpo di ballo di musica popolare”, lo stesso che si esibì nella piazza del castello.


Sulla sinistra del palco c’era la prima zona “street food”, noi abbiamo scelto un panino Crudele con tartare di vitello (12€). Il pane non esaltava la tartare che nonostante il limone, la salsa bianca e la fogliolina di rucola risultava stranamente un po’ secco, o comunque non aveva quel gusto esaltante del gourmet.

Sempre sulla sinistra, agli spillatori ufficiali Karma con un po’ di indecisione puntiamo la Kult22, una birra ai ceci!

Kult, panino Crudele
– Il Crudele, l’alicella non basta a spingere


Tra i fumi della brace e del nostro vecchio amico, il caciocavallo impiccato, che si presenta in una nuova veste molto abbondante e con tanto di neon giallo, scopriamo anche un reparto arrosticini, salumi e formaggi. E’ il momento di provare altro.


Panino al polpo e pinsa ai porcini


Siamo molto attirati da questo panino al polpo che sembra bello abbondante (come anche altri panini della serie, anche qui prezzi da panineria moderna, si va dai 10 ai 12 fino ai 15€, appunto il prezzo del panino al polpo). Fila discreta ma più che altro per i tempi di cottura ben distinti dei vari elementi che compongono il panino, dopo un po’ di languore tocca finalmente a noi.

Kult, panino al polpo
– Polpo rilassato su frittella


Il panino per me è molto buono. In questo caso abbiamo un pane morbidissimo che sembra quasi una brioche. Il pane tenero esalta la croccantezza del polpo che si poggia su una frittella di patate. Completa il tutto della stracciata. Il mollusco è abbrustolito alla perfezione, il sapore poteva anche essere un po’ più spinto, perché è delicato e tendente al neutro, ma è un ottimo panino.

Kult, panino al polpo 2
– Un bagno a mare


Al solito, totalmente senza controllo, decidiamo di assaggiare la pinsa casertana. Un prodotto mai sentito prima. Esisterà davvero o l’han tirato fuori dal cilindro dopo una serie di spillate al calice?
Ah, a proposito, il polpo l’abbiamo accompagnato con una Scotch Ale, una rossa chiaramente non adatta a un panino di mare, ma va bene uguale.


La fila per la pinsa procede spedita, il signore che gestisce è un pezzo di pane, la pinsa invece è un gran bel signore. Sembra piccola ma è tutta sostanza, ha un profumo che non vi dico e considerato il resto costa anche poco (6€ con porcini e salsiccia, 4€ in versione margherita). Al momento dell’assaggio per ingordigia mi ustiono il palato, un grande classico delle mie avventure gastronomiche, ma è ottima.

Un profumo deciso del finocchietto della salsiccia e del pane stesso. Funghi carnosi e distribuzione abbondante del condimento. Direi proprio che è approvata.
Alla pinsa abbiniamo una Karisma, sempre del birrificio Karma.

Pinsa casertana
– Pinsa casertana con porcini e salsiccia


Bis di Kult22 e un assaggio di salumi


Siamo ormai in balia dell’overdose di proteine e Corvo suggerisce di farci anche un bel tagliere di salumi, giusto per dare una bella spallata ai nostri valori. Ci abbiniamo anche gli arrosticini, naturalmente.

Arrosticino saporito il giusto per quanto mi riguarda, un po’ coriaceo per Corvo (prezzo in linea con gli altri, 5€ per 5 arrosticini). Tagliere di salumi (6€) che è in realtà un piatto con un’ottima selezione di salumi.
Tutti molto teneri, profumati, questo è un piatto che vi consigliamo.

Piatto di salumi
– Salumi profumati


In generale non bisogna dimenticare che questa è una serata a base di birra!
Infatti accompagniamo l’ultima pietanza prima di andar via, con un’altra Kult22 a base ceci.

Il nostro consiglio per godervi la serata è…prendere una pietanza sostanziosa (la pinsa? i salumi?) e abbinarvi un 2-3-4 boccali di tutte le birre più varie e strane che potete trovare.
Considerate che solo il Karma mette a disposizione una dozzina di birra diverse, dall’IPA alla blanche, veramente per tutti i gusti…e in più ci sono i birrifici ospiti, con un’altra decina di scelte a vostra disposizione.

Prendete un bel bicchiere gelato (disponibili anche in vetro con decorazioni particolari, ve ne parliamo nello specifico qui), cambiate qualche ticket-gettone e godetevi la musica e l’aria fresca. E’ la serata ideale per ampliare le vostre conoscenze sul luppolo. Kult…Karma oltre la birra si terrà dall’8 al 12 Settembre!


– Falco

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Cena conviviale, sulla torre più alta del castello – Rocca Cilento (SA) – Il Trono di Sagre

Cena conviviale, sulla torre più alta del castello – Rocca Cilento (SA) – Il Trono di Sagre


Avevo notato sui social già qualche foto relativa all’inaugurazione del Castello di Rocca Cilento (SA) nella sua nuova veste, in qualche spettacolare ripresa dal drone o in qualche scatto che ne valorizzasse, dal basso verso l’alto, il suo sviluppo in verticale verso il cielo. Siccome però noi si frequentan più le feste di popolo che le corti (avrei voluto fare una quindicina di gag su Vassalli-Valvassori-Valvassini ma il prof. Barbero mi ha smontato tutto il programma) non avevo ancora approfondito.


L’invito


Ed è proprio in questo frangente che con un trillo di MSNisiana memoria compare Cristian Santomauro che bene o male mi fa: “Stiamo organizzando una cena esclusiva, inaugurale, sulla torre più alta del castello di Rocca Cilento, vuoi venire?”.
Il tempo di una grassa risata, senza neanche controllare su Google Maps, arriva la mia conferma di partecipazione.

Mercoledì intorno alle 18, con l’outfit di chi va a prendere (o volendo anche a fare) un gelato a Ischia parto con la mia carovana FIAT alla presa del castello. Il tragitto e le indicazioni sono stra-semplici, ti lasci alle spalle Salerno, imprechi sulla SS18 per 30Km, superi Agropoli, ritrovi il sorriso, dopo 5 km esci per Prignano Cilento e da lì in poi segui per Rocca. Molto apprezzabile al primissimo svincolo già un cartello che ti avvisa di dove sia il borgo medievale.

Castello, prato
– All’interno del torrione si nasconde una suite esclusiva


Non poteva mancare la classica strada alternativa consigliata dal Signor Maps in persona, che ricordiamolo, è settato sul mindset di un contadino delle valli che ti consiglia il sierro, il carraro, la viuzza insomma, quella smart che usano i local, quella più veloce…che però ha una pendenza del 30% quando va bene. A una certa era Dr Strange e il controsenso della follia quando, con il FIATtino quasi ribaltato al contrario, con la strada che era ormai un asfalto di Moebius, il sole rosso come in TORA! TORA! TORA! dritto negli occhi mi arriva di fronte un auto nel senso opposto. Ma ce l’abbiamo comunque fatta.

Finito il cammino dell’espiazione (dunque vi consiglio la strada normale) si passa vicino un punto panoramico dove scatto un selfie pessimo e arrivo finalmente al castello.
Battipaglia-Castello 1 anno sagra (45/50 minuti), fattibilissimo.


Nelle sale del castello


In realtà dovrei dire “negli spiazzi del castello”, perché la parte che mi è piaciuta di più e anche quella che è più presente, sono naturalmente gli ampi cortili. Molto spazio al verde, diversi dislivelli e terrazze, il che da un’idea di un ampio dedalo a cielo aperto dove respirare e rilassarsi.

Abbiamo dunque la parte della scacchiera, dove trionfa un cavallo che da scacco matto alla tua idea di riservare qui all’ultimo momento per il tuo sabato sera, e scendendo una prima rampa di scale, una “piscina” con alle spalle due torrioni che ospitano delle suite!
Ogni torre ha un paio di suite all’interno, con anche spazio sul “tetto” della stessa per una romantica colazione. La vista è talmente bella che trovi l’amore anche se siete tu e il cornetto.
Se ciò non ti basta c’è anche una Jacuzzi, prontamente e con grande spirito di collaborazione mi sono immediatamente proposto di tornare per provarle.

Un accenno alla vista. La posizione del castello è strategica (MA DAVVERO) e hai da un lato il mare, dall’altra il verde del Cilento più vero, un lago, delle vigne, il cielo terso, Capri…una gemma.

Castello, panorama
– La vista sul mare dal Sunset

Proseguendo c’è il Sunset, un’altra terrazza con vista tramonto sul mare (impagabile) e cocktail bar.
Qui, in una miriade di Gin Tonic, vado di Negroni e sorrido ripensando alla via del ritorno e a Dormammu che mi aspetta nel parcheggio.


L’Ammaccata e il rivalutato


Finalmente becco Cristian che mi saluta con il suo solito sorriso.
Ha portato la sua Ammaccata (ne parlammo abbondantemente qui), per tutta la stagione estiva nelle corti del castello.

Al piano di sotto rispetto alla terrazza dove ci troviamo c’è un ampio ristorante (preceduto nella stessa viuzza anche da una stuzzicante zona bistrot) ed è su questi livelli che Cristian si muoverà, tra forni a legna (portati sulla torre con una gru, scena assurda che avrei voluto vedere) e fornetti ben più maneggevoli.

In particolare l’occasione di oggi prevede una cena conviviale nella quale i diversi invitati proveranno una serie di sapori tipicamente cilentani.
Mi accomodo insieme agli altri ospiti, dopo alcune presentazioni volanti avvenute durante il sorseggio del Negroni e mi sistemo cercando una nicchia per proteggermi dal vento.
Purtroppo, infatti, col calare del sole si è alzato un inaspettato vento tipicamente novembrino e io sono in camicia rosa di lino, ma soffrirò stoicamente da vero gentiluomo per tutta la durata della cena.


La cena conviviale


Il tavolo apparecchiato con la vista del mare è qualcosa di commovente.
Mi sento un po’ l’amica della sposa, sono felice per lei, non c’è altro da dire.

Il buffet prevede: Foglie e patate, formaggi, salumi, fiori di zucca mignon ripieni di ricotta, mortazza e altre diverse specialità del territorio.


Faccio un primo piatto di perlustrazione, ancora non voglio farmi riconoscere, ci si gode un po’ la tavolata (che poi era il senso della serata!) e ogni tanto ritorno al buffet con la scusa del bel panorama.
Le pietanze si accompagnano con un aglianico (una delle iniziative più belle è che le vigne che sono nei territori del castello sono concesse a viticoltori locali che poi rilasciano il prodotto finito (insieme ad altre etichette) al castello stesso. Un feudalesimo eticamente corretto!).

In generale, oltre che per i vini, l’idea è proprio quella di attingere negli immediati dintorni della tenuta e di Rocca Cilento, non a caso avevamo anche l’Ammaccata che proviene da un altro Castel(nuovo).


Proprio a proposito dell’Ammaccata, è il momento di riprovare la specialità di Cristian.
L’assaggio inizialmente distratto dalle chiacchiere ma al primo morso ricordo immediatamente tutte le sue peculiarità: Soffice, delicata, mai salata, con il suo blend di pomodori, è sempre lei.

Ne provo 2 fette di quella cilentana classica, poi passo alla mia preferita della serata, cioè quella con alici e pomodorino giallo, che è di un dolce più delicato di quel tramonto rosso che abbiamo visto prima.
Infine, specialità del giorno, patate, cipolla di Vatolla, crema di zucca, fagioli, mentuccia.
Un’altra grande preparazione.

Infine abbiamo proseguito con un fusillo con sugo di carne (non era un ragù perché c’erano dei gradevolissimi pezzettoni di morbida carne all’interno) e dei piccoli cannoli.


Considerazioni


Mi ha fatto molto piacere il ricevere quest’invito, è stata un’occasione per salutarsi con Cristian, che da quando siamo andati a trovarlo al suo ristorante/pizzeria non ha mai smesso di tenersi in contatto con noi, un uomo che impasta, ma impasta anche se stesso, ritrovandosi sempre più delicato e curato ad ogni spolverata di farina (compresa quella che mi sono beccato in faccia quando ho tentato di fare una foto controvento). Naturalmente gran parte della bella serata è dovuta al posto in cui ci trovavamo, una location dal potenziale infinito: Matrimoni, Degustazioni, Mercatini di Natale, Addii al celibato, Toga Party, Baccanali, Lupanari, Sagre (magari!) o Premiazioni (a proposito, a Settembre/Ottobre si consegna il Tegamino D’Oro 2022, ci teniamo in contatto?)

L’idea di proporre cene conviviali mi trova incredibilmente concorde, noi siamo tipi da condivisione e immaginarmi con amici e persone nuove, in qualche terrazza o torre, ad assaggiare, sperimentare e sorseggiare, (magari con qualche turista da fondamentalizzare su quale sia la mozzarella da scegliere) è un sogno che si avvera. Mettici che se ti va puoi passare anche un’elegante serata estiva con un panorama unico e quindi…che altro si può volere?

– Falco

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Evento di…Vino, la degustazione enogastronomica di Cantina Firosa – Olevano sul Tusciano (SA)

Evento di…Vino, la degustazione enogastronomica di Cantina Firosa – Olevano sul Tusciano (SA)


Cantina Firosa è una realtà nata dal connubio tra la tradizione e la vitalità giovanile, è a gestione tutta familiare e tutta al femminile. Il rilancio dell’attività di famiglia è avvenuto tramite l’entusiasmo delle tre sorelle Poppiti, che hanno deciso di prendere in mano la situazione e dar vita ad eventi come Evento…di Vino, una degustazione messa in scena nella tenuta di famiglia.

Programmi
– Preview dell’evento


Il programma

#CantinaFirosa anche quest’anno vi propone l’attesissimo “Evento di…Vino”, l’ormai famoso percorso #enogastronimico racchiuso in un’avvolgente atmosfera.

I protagonisti per eccellenza saranno gli ottimi vini di Cantina Firosa: il rosato #FERRIERE, il rosso #ERYTHROS, il fiano #FROSANO, l’eccellente Aglianico #NARDANTUONO e #CASTIELLO!!!

Infine, ad addolcire i palati ci penserà il gelato al #MOSTOCOTTO, specialità di Cantina Firosa.

Ad ogni vino verrà abbinato un piatto gustoso e raffinato, anche nella versione #glutenfree

Il tutto accompagnato da #musica dal vivo, area play park per bambini e altre novità.

Un #evento da vivere, non da farselo raccontare!

Non mancare!!

#CantineFirosa#EventoDiVino#EventoDiVino6#EventoDiVino2022

Antipasti
– Una parte del percorso degustativo


Con queste parole, è la stessa cantina, dai suoi portali social, ad annunciare l’edizione del 2022.
Noi c’eravamo già stati nel lontano Agosto del 2019 e infatti ricordiamo con piacere diverse pietanze, dal gelato al Mosto Cotto ai cavatelli, passando anche per un’importante parmigiana, perchè ben venga la degustazione, ma meglio se poi ti sazi anche! Le portate, inoltre, potranno essere selezionate nell’ordine desiderato, quindi avrete facoltà di scegliere ciò che più vi piace, nell’ordine che preferite.

Cantina Firosa, Mosto Cotto
– Molto consigliato il Gelato al Mosto Cotto, da gustare come gran finale

L’evento si terrà il 29 – 30 – 31 Luglio e 1 – 2 – 3 Agosto.

L’occasione sarà quella per provare e acquistare i vini della Cantina Firosa che collaborò inoltre con noi nella stesura di questo articolo a proposito delle qualità dell’Aglianico:

Evento FB

Informazioni utili

Cantina Firosa
Via Ferriere 43/45, Olevano sul Tusciano (SA)
0828 311887
www.cantinafirosa.com

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Festa della fragola – Parete (CE) – 2022 – Il Trono di Sagre

Festa della fragola – Parete (CE) – 2022 – Il Trono di Sagre

La Festa della fragola di Parete (CE) celebra un prodotto locale noto a livello nazionale, e sul quale ruota gran parte dell’economica cittadina, la fragola.
Edita da una decina d’anni la festa è organizzata dall’associazione no-profit La Tenda, che in collaborazione con l’amministrazione locale è riuscita a dare nuova vita al Palazzo Ducale, nel cortile del quale si tiene la festa.

– Le fragole esposte sui vari stand, nel cortile del Palazzo

La nuova vita del Palazzo Ducale

Eretto intorno al 1600, il palazzo è strategicamente centrale nella geografia di Parete e La Tenda può disporne come crede meglio. All’interno, nelle stanze al piano terra, c’è un piccolo museo della fragola.
Molto carino e curato riprende le fasi della lavorazione del (falso) frutto, la sua evoluzione attraverso i secoli, i valori nutrizionali e le curiosità. E’ usato principalmente per istruire le scolaresche di Parete.

Ai piani superiori, invece, trova spazio il PAM, un museo di arte moderna che Luigi Verrengia (il nostro contatto!) ci fa visitare, facendoci notare anche decorazioni, affreschi e incartate. L’incartata è un una tecnica di decorazione che include perfino le assi del tetto. Alcuni di questi affreschi resistono nonostante i 300 e più anni e potete visitarli a vostra volta, liberamente.

Finalmente, nel cortile, vive la Festa della fragola.
Sono stati allestiti stand in legno per permettere agli allevatori locali di esporre i loro prodotti.
Naturalmente la festa non si preclude l’occasione per coinvolgere le aziende agricole del territorio, che ci tengono a spiegarci ogni peculiarità e risvolto etico del loro lavoro.
Abbiamo incontrato agricoltori molto giovani che ci hanno ripetuto più volte quanto fosse importante per loro sensibilizzare sia sul modo corretto di vivere e gestire un’azienda agricola, sia sull’invogliare più giovani concittadini possibili a non abbandonare quest’importante radice col territorio.

Sugli stand non erano esposti solamente vino e pacchetti di fragole (tra l’altro ringrazio i ragazzi dell’associazione per averci anche fatto dono di un piccolo scrigno di fragole locali, che non paghi del menu appena degustato abbiamo cominciato a mangiare perfino in auto, sulla via del ritorno) ma anche prodotti di pasticcerie locali, gelati, fragolate e immancabile fragolino.

Purtroppo non siamo riusciti ad assaggiare nessuno di questi prodotti, ma guardate quant’erano belli!


Il menu della Festa della fragola

Il modo migliore per apprezzare la versatilità del falso-frutto rosso rubino è chiaramente quello di disegnarvi su un menu apposito. Noi abbiamo la fortuna di provarlo direttamente nelle stanze marmoree del Moles, dove lo chef ha preparato per la festa una serie di trasformazioni del prodotto principe della giornata, da degustare in diverse pietanze.

– Risotto mantecato al provolone piccante

Si parte subito con un risotto mantecato al provolone piccante con fragola in doppia consistenza.
Ricopio la definizione direttamente dalla locandina per sbagliare il meno possibile e vi dico fin da subito che questo è il piatto che mi è piaciuto di più.
Banalmente ho notato come perfettamente si percepissero tutti i sapori dei vari ingredienti, dal provolone di fondo che veniva pizzicato volta per volta dal richiamo acido della fragola, fino all’iniziale sapore dolce tipico del prodotto.

– Il maialino

Dopo un po’ di attesa (grande successo di pubblico per il menu degustazione!) arriva anche il secondo.
Filetto di maialino con rosti di patate e riduzione di fragole e aglianico.
Il maialino aveva una consistenza perfetta, umido e tenero.
Il rosti, a sua volta invogliava ad essere sgranocchiato grazie alla sua patina croccante.

– Cheesecake alle fragole

Per ultimo arriva il dolcino, una cheesecake di fragole e aceto balsamico.
Dolce classico, anch’esso buono. Si notavano facilmente le pennellate di formaggio che venivano smorzate dall’acido del limone.


La risposta del pubblico

La Festa della fragola si è tenuta il 14 e il 15 Maggio e ha riscosso, ci confidavano sorridenti i ragazzi di La Tenda, immediatamente un grande successo. Nella giornata del 14 le migliaia di visitatori hanno preso d’assalto gli stand, facendo incetta di dolciumi e vini, non contenti (anzi contentissimi, in realtà) hanno affollato la piazza e si sono preparati per il concerto notturno di Tony Tammaro.

Nella serata del 15, quella della nostra visita, si sarebbe invece esibito a breve Filippo Giardina.

E’ stata una splendida occasione per provare questo prodotto tipico che in realtà finora ci era sfuggito.
La festa è senza dubbio sui binari giusti per crescere ed evolversi ancora. I ragazzi sono giovani, ambiziosi e lavorano bene. Tutto quello che ci è stato mostrato era professionale, di gran gusto, funzionale e ben concepito, speriamo di rivederci presto nelle edizioni successive!

Falco

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VinFest – Angri (SA) – Il Trono di Sagre – 2021

VinFest – Angri (SA) – Il Trono di Sagre – 2021

VinFest è una prima edizione che cerca di portare Angri nel mondo delle degustazioni di vino.
La serata si svolge in corso Vittorio Emanuele, presso Gustabacco che è l’enoteca di Saverio D’Antuono, organizzatore e nostro riferimento per la serata.
Nonostante il tempaccio che ha costretto anche a un cambio di data a piccoli passi l’evento cerca la sua dimensione. Il tutto anche grazie ad una nutrita partecipazione di cantine importanti.

Vin Fest, Il Trono e gli organizzatori
Il Trono di Sagre in compagnia di Saverio D’Antuono presso il VinFest


Buona la prima e un grande sforzo di gruppo


Più che uno uno sforzo di gruppo qui si dovrebbe parlare di un atto di fede.
Nonostante la prima edizione di VinFest, come si accennava, alla degustazione in piazza partecipano cantine molto note nel panorama del vino italiano ai più alti livelli.
Tra le altre, Frescobaldi, Di Meo, Feudi di San Gregorio, Mandrarossa, Marco Felluga (e tanti ancora che troverete riportate una a una nell’evento ufficiale a pié di pagina).

Il merito è sicuramente della visione e dello sforzo di Saverio D’Antuono. Forte della sua passione per il vino e affini (nel suo Gustabacco ben 1400 etichette diverse, ma ci arriveremo), in lotta con la burocrazia, riesce comunque a proporre una serata riuscita e partecipata in un dicembre un po’ di ripartenza, dopo l’apatia pandemica, ma che non è stato generoso con tutti. Lo ben sanno alcuni nostri amici dei mercatini di Natale.


Come dicevo, l’evento è in corso Vittorio Emanuele, il 17 e 18 Dicembre 2021, dalle 18 a mezzanotte circa (ma se volete mangiare qualcosa vi consiglio di avviarvi prima della mezza!) ed è costituito da una serie di stand impermeabili che a dispetto di un aspetto esteriore un po’ grossolano fungono perfettamente al loro scopo.

Ha letteralmente piovuto per 3 settimane consecutive, era il caso di rischiare? Non credo.

Sotto gli stand, schierati e in uniforme, fanno la loro figura i vari sommelier che molto gentilmente si approcciano al cliente cercando di consigliarlo al meglio.
Attenzione, la serata è concepita per tutti, noi ci siamo avvicinati con tanta genuina ignoranza e siamo stati indirizzati su questo o quel vino venendo incontro anche ai nostri gusti, quindi niente paura!


Vini pregiati e cuzzetielli al sugo


In questo ferro di cavallo di cantine figura al centro lo stand dedicato al cibo.
Ok, è una degustazione, non è previsto partir male dopo il 4° Barolo, però seppur capitasse ci vengono incontro pasta e fagioli, un mix di fritto e un cuzzetiello di pane ripieno al ragù. Dall’altro lato, ostriche fresche e salsiccia e friarielli, per la più bella accostata miseria e nobiltà che si possa concepire.

Abbiamo provato tutti e tre i piatti dello stand centrale, parliamone un po’ meglio.

Pasta e fagioli
– La pasta e fagioli si presenta bene, e in giuste porzioni


Della pasta e fagioli ho apprezzato molto e personalmente sia la cottura che l’azzeccosità.
Era un bel papocchio come piace a me. Bruna e dorata da poter esser decantata nella Golden Brown dei The Stranglers, con l’aggiunta di quel pizzico di concentrato di pomodoro che completa l’opera.
A dir la verità, tolte queste apprezzabili qualità, la pasta mancava un po’ di carattere…
Più che sale qui ci voleva un po’ di forte vecchia maniera.

Il caratterino non manca invece al cuzzetiello, che è la cosa che mi è piaciuta di più.
Il pane scelto è ideale: fresco, fragrante, croccante ma che viene via facilmente ad ogni boccone. E’ il perfetto recipiente per ogni tipo di pasto ma è naturalmente ideale per il ragù!

Una volta farcito viene condito ancora con formaggio grattugiato e poi “tappato” con un pezzo di mollica.
Molto sfizioso.

Non sono amante dei fritti, quindi non sono la persona ideale per giudicare il mix del terzo piatto proposto…
Per 4 euro però (il prezzo di ogni piatto) conviene a mio parere virare sulle prime due opzioni di cui vi ho parlato.

Ne approfitto per ringraziare lo staff al reparto cibarie che con tanta disponibilità hanno aspettato e preparato un piatto alla volta per favorire foto e riprese!


Sorrisi dietro le mascherine


Vorrei spendere due paroline per i gentilissimi sommelier e aiutanti vari che hanno partecipato all’operazione.
Più di una volta, a favor delle nostre telecamere, si sono mostrati più che gentili e disponibili a posare per una foto di gruppo, a spiegarci tutte le caratteristiche dei loro prodotti, a rimanere inflessibili nelle loro uniformi nonostante il freddo (a mezzanotte io stavo gelando) e a mettere in scena l’apertura di questa o quella bottiglia praticamente solo per noi (è il caso di Nello Gatti e della sua cultura nel mondo del vino unita a una gran simpatia)

Natualmente voglio ringraziare anche Saverio che ha pensato di chiamare Il Trono di Sagre per questa sua prima edizione di VinFest, che speriamo continui per il suo ambizioso percorso.

Una scena simpatica è stata quella in cui ci ha omaggiato di alcune bottiglie dalla sua enoteca modello libreria de La Bella e la Bestia nella quale ho avuto un sincero imbarazzo della scelta, rifugiandomi nel più classico dei “fai tu!”

VinFest, i sommelier
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Tour Gastronomico de Il Trono di Sagre

Tour Gastronomico de Il Trono di Sagre


Quello di organizzare un nostro evento è sempre stato, fin dai primissimi giorni dell’apertura della pagina, nel 2017, un piccolo sogno. In realtà un sogno del genere è tutt’altro che piccolo…ma l’idea era quella di far partire un Tour Gastronomico degno de Il Trono di Sagre!


Il primo tentativo, La Cantina del Riccio a Castiglione del Genovesi (SA)


Nel nostro girovagare abbiamo trovato immediatamente un locale complice, con uno stile di cucina tradizionale ma “sbarazzino” e una mentalità aperta al mettersi in gioco: La cantina del riccio, a Castiglione del Genovesi (SA).

Le prove di dialogo non sono durate molto, difatti abbiamo subito trovato un accordo e ci è stato proposto un menu eccellente. Il Tour Gastronomico de Il Trono di Sagre era nato. Tour, si, perché l’idea era proprio quella di portare il vessillo de Il Trono in giro per il Sud Italia, locale per locale, specialità per tipicità.

Tour Gastronomico, il menu
– Il primo, storico, menu del primo evento de Il Trono di Sagre!


Colmo di tipicità puramente locali (come le castagne e i funghi) e prettamente stagionali (i cachi!) il menu si sciorinava perfettamente negli ingranaggi de Il Trono. E, diciamolo chiaramente, era anche bello lungo…se devi mangiare è meglio che mangi tanto, e bene, del resto. La nostra è sempre stata una filosofia prettamente mangereccia&godereccia, non ci nascondiamo dietro un dito.

Eravamo dunque pronti a partire, con l’evento creato, le foto fatte e la salivazione che aumentava, poi è successo qualcosa…qualcosa che accade ogni 100 anni: la pandemia.


Il ritorno del lockdown, dopo 60 anni, e un sogno da rimandare…


Non si sentiva parlare di lockdown e coprifuoco da 60 anni, in Italia, e quando l’hanno rimesso? Il 23 Ottobre.
Esattamente il giorno in cui si sarebbe dovuto tenere il nostro evento. L’universo sta tentando di dirci qualcosa? O ci sta elegantemente mostrando il dito medio?

Tour Gastronomico, la prima copertina evento
– La copertina originale dell’evento poi annullato, del 2020


Non c’era modo di rimediare e così l’evento venne annullato, rimandato, mettetela come volete, ma fu una bella delusione.


Una nuova speranza, dicembre 2021


Un anno e qualche mese dopo eravamo pronti a rimetterci in gioco, e anche la Cantina del riccio era disponibile ad accettare la sfida. Dopo qualche scambio di telefonate…si riparte, stesso menu, stesso locale.

Tour Gastronomico, la copertina evento ufficiale
– La nuova copertina riveduta e corretta


L’evento diventa subito virale, coinvolgendo oltre 500 persone interessate e venendo visualizzato da oltre 10.000 utenti in tutta la Campania, e oltre.

Nonostante ciò, c’è da dirlo, siamo stati ben lontani dai numeri del sold out e questo ci ha un po’ abbacchiato…
In fin dei conti abbiamo però deciso di goderci comunque la serata con chi aveva deciso di crederci e di unirsi a noi e ci siamo fatti, si può dire, una grande e grossa mangiata!

Roberta, infatti, non si smentisce e il menu arriva, portata, dopo portata (con qualche sorpresa in omaggio) inesorabile in sala. Abbondanti cocci di riso al forno, delle polpette di maiale che si sciolgono in bocca, abbondanti patate con pancetta, della carne morbida come il burro…

E ancora zeppoline di castagne, amaro tipico, melanzane con ricotta e cachi, zuppa di fagioli e castagne.

Il Tour Gastronomico era iniziato, era lì davanti ai nostri occhi e seppur più in piccolo (decisamente più in piccolo) di come lo si era immaginato…era stato realizzato.

Tutto ciò che rimaneva da fare ora era…scegliere il prossimo locale per la seconda tappa del tour!

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