Assettati addò vuò – Manocalzati (AV) – 2023
Assettati addò vuò, evento notissimo al quale attendevo ben prima della nascita de Il Trono di Sagre.
Ricordo sempre con piacere il lungo percorso che attraversava Manocalzati, tra stand, folle e palchi disseminati per l’evento. A distanza di diversi anni, per via di pandemie, questioni interne e problemi vari…uno degli eventi più movimentati d’Irpinia è tornato a farsi sentire. Cosa sarà cambiato?

Assettati addò vuò, letteralmente
Incontriamo subito Enrico Sole, nelle veci di rappresentante dell’evento, il quale ci conferma che l’idea nasce tra amici. “Prendiamo delle sedie e mettiamoci dove più ci pare“, parafrasi più o meno letterale di quel che successe quella sera.
Da qui però l’evento si è snodato in lungo, soprattutto in lungo, e in largo.
Per chi non c’è mai stato c’è da dire che questo è un gran festival mascherato da sagra. Questo lo si può dire innanzitutto per i numeri che questo evento fa abitualmente. Nonostante la pausa l’affetto del pubblico è rimasto totalmente immutato, me lo ricordavo bene io e lo ricordavano bene loro, infatti è bastato l’annuncio per colmare tutto il paese di visitatori.

Dico che è un festival anche perché è molto sospinta l’idea della musica, non tanto a dispetto della parte culinaria (che è molto presente e abbondante) ma perché è palese come il ballo, lo sfogo e il dimenarsi a ritmo di musica sia ciò che attira la maggior parte dei visitatori dell’evento.
Il palco centrale, che si trova a metà percorso, è sempre quello con la piazza più gremita (sarà perché alle spalle del palco grande c’è anche lo stand della sangria aka percoca-nel-vino ? Probabile), agli estremi del serpentone poi ci sono altri palchi con diversi tipi di musica.


80 tavoli da 2,50 mt, per un totale di…
Ma quante persone si assettano (siedono), a Manocalzati? Nella tre giorni dell’evento (21-22-23 Luglio 2023) possono sedersi al chilometrico tavolone, che forse non avete ancora concepito, ma che vi assicuro sia ridicolmente lungo, ben 600 e passa persone. Contemporaneamente.
“Ah ma allora è lungo sto tavolo…“. Si, ragazzi, è lungo. Sono più di 80 tavoli da 2,50 mt ciascuno, 200 metri di tavolo che partono da uno degli estremi della festa, percorrono tutto il viale principale, si interrompono alla piazza (quella col palco grande) e ricominciano subito dopo.

L’effetto visto dall’alto è debilitante. La riuscita è perfetta, arrivando da sopra avrete questa incredibile prospettiva con la fiumana di persone che ricorda quasi una devastante cavalcata degli Eorlingas.
Proprio per accontentare tutti durante queste serate di festa potrete trovare un po’ di tutto (ripetizione).
La distribuzione delle bevande è suddivisa con molta nonchalance tra bar e comitato organizzativo.
Agli stand in pagliuzza posizionati strategicamente sopra, in mezzo e sotto al percorso trovate vino paesano, acqua, birra e sangria, nei bar invece potete farvi il vostro drink preferito, un amaro, quel che vi pare.
Questa sinergia è anche un po’ il segreto dell’evento e della folla variegata che attrae.
Abbiamo i giovanissimi che magari scelgono il cocktail d’ordinanza, ma anche il gruppo di amici in cerca di emozioni paesane, con vassoi di vino rosso che brancolano tra la folla col terrore di cappottarsi con tutto il succo d’uva. Noi ci siamo posizionati un po’ nel mezzo, purtroppo con l’attrezzatura al seguito non si poteva lanciarsi in pista, piccolo rammarico. Onore ed onere del mestiere.

Abboffati addò vuò
Questo titolo simpaticissimo serve ad introdurci la parte gastronomica dell’evento.
La scelta è ampia. Abbiamo fusilli al sugo e cortecce ai ceci. Enrico ridendo ci dice che nonostante ci siano state tante raccomandazioni sul generare delle porzioni tutte uguali e standardizzate si finisce spesso e volentieri a ragionare da “mamme” e scofanare ai giovani virgulti affamati dei piattoni più che abbondanti. Adoro questa mentalità campana e italiana di farsi 100gr di pasta + salsiccia al sugo pure quando si va a ballare. Lasciate che siano gli altri a tenersi leggeri.
Confermiamo che entrambi i piatti di pasta, ad esempio, erano belli gonfi.


Come secondi ci sono varie proposte tipicamente irpine: Cotechino al sugo, Cotica al Sugo, Sfrionzola (non al sugo). Se siete amanti di sagre già conoscerete questi tre piatti.
In scia col sugo abbiamo anche la pizza fritta. Classica, quasi mi mancava, è da inizio estate che non ne provavo una, come siamo giunti a questo? Buona, soddisfacente, il sugo molto saporito fa abbondantemente la sua parte.


Come proposta veg abbiamo invece rape e patate, altre alternative sono il panino con la porchetta o quello con la mortadella. Le patatine fritte, le zeppole e ragazzi ma quanta altra roba volete? C’è anche il caciocavallo impiccato, ovviamente.
Assettati addò vuò, fai quel che ti pare
Il metodo migliore per godervi l’evento è capire principalmente cosa avete voglia di fare.
Volete sedervi e rilassarvi? Magari avete qualche membro in comitiva con tanto di passeggino? (sto diventando vecchio se do consigli del genere) E allora seguite il serpentone di tavoli, troverete sicuramente aree molto spaziose dove sistemarvi. Se ai vostri poveri compagni & boyfriend tocca di andar a rifornirsi di pietanze allora converrà che vi sedete ai due estremi del tavolo, vicini anche alle casse (intendo quelle per pagare, non quelle per sfondarsi i timpani ). Occhio che qua un po’ di fila c’è, evitate orari di punta.

Se invece, al contrario, la vostra idea è il ballo sfrenato potete fiondarvi direttamente in piazza grande e unirvi alla festa. La festa, infatti, cambia di nuovo quando parte il dj set, con luci e suoni che risvegliano dal torpore della mangiata. Lo spettacolo va avanti fino a notte, ma dall’1 le forze dell’ordine (sempre presenti in giro a vigilare, non che ce ne sia bisogno poiché il clima è serenissimo) danno lo stop all’alcol. Fate buon uso di questa informazione.

Tra le altre, perché vi dico che è veramente piacevole anche solo passeggiare su e giù per l’evento, vedere volti sereni e persone di tutte le età che trovano il loro modo di godersi la serata in questa isola felice di tre notti, ci ha fatto sorridere il buonumore del comitato organizzativo.
Tra qualche risata nervosa e una più sguaiata sia Enrico Sole, che ogni volta che ci vedeva tra la folla veniva a salutarci e aggiornarci sui casini che qui e li andava a rimediare (ma con X.000 persone a sera qualche imprevisto può sempre accadere) che tutti i membri dello staff che abbiamo incontrato dietro i vari stand si godevano, seppur sgobbando, la serata.
C’era una piacevole elettricità nell’aria, data dall’entusiasmo di aver rimesso in piedi una festa che per troppo tempo era mancata sui calendari di tutti gli appassionati. Un buonumore contagioso che ci fa ben sperare per le prossime edizioni. E comunque, nonostante si trattasse di un ritorno dopo una lunga pausa…vi assicuro che si è andati ben oltre il pienone.