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Ciccimmaretati – Stio (SA) – 2023

Ciccimmaretati – Stio (SA) – 2023

L’Associazione Culturale Il Punto rimette in scena negli immutati castagneti di Stio (SA) la classica kermesse Ciccimmaretati. Un evento che fluttua amabilmente tra la sagra, la degustazione e la fiera e che trova sempre e puntualmente un fortissimo riscontro nei suoi fan più appassionati.
L’evento quest’anno si terrà dal 17 al 23 Agosto, andiamo a vedere cosa ci aspetta!


Ciccimmaretati, le conferme


Se il 46% dei matrimoni finisce in divorzio ciò non vale per i Ciccimmaretati di Stio (SA) che stretti in un abbraccio più caldo che mai si presentano a rinnovare le loro promesse, ogni anno, nelle stesse date (o quasi) nel posto che li fece innamorare la prima volta.

Costabile Romito, uno degli organizzatori dell’evento, membro dell’Associazione Culturale Il Punto, spiega con inequivocabili parole il succo (o la zuppa) di tutto questo successo: I piatti sono sempre gli stessi.


E se ingenuamente questo potrebbe creare delle perplessità, esse spariscono al primo assaggio.
Escluso il lavoro fatto come Il Trono di Sagre siamo stati all’evento già diverse volte, a distanza di parecchi anni, eppure ritroviamo sempre lo stesso riscontro e lo stesso ottimo sapore, le stesse soddisfacenti sensazioni, ogni volta che ficchiamo le posate in quei cocci lucidi.

Una delle prime volte che venni, ricordo che definii le mulegnane ‘mbuttunatesaldate con la fiamma ossidrica” poiché la resistenza eroica con cui rimanevano compatte, tenendo all’interno tutto il loro caseario ripieno, era invidibiale. Ebbene, anche ieri sera ho notato la stessa cosa. Queste melanzane non sono cotte, sono coniate. Naturalmente il gusto è eccellente, pieno, un piatto che da solo potrebbe sfamarti, assolutamente consigliato.


Ciccimmaretati, rincari sui prezzi?


Mentre in Italia l’inflazione galoppa anche la cartina tornasole più semplice da analizzare da i suoi riscontri: i prezzi sono aumentati (ancora) anche nelle nostre amate sagre (ed eventi) di paese.
Questo ce lo rivela proprio Costabile all’inizio della nostra puntuale chiacchierata.
Ma è davvero così?

Sì è davvero così, però ieri ci siamo messi un po’ col lanternino e abbiamo analizzato la situazione dal lato pratico. Ecco i prezzi:

  • Ciccimmaretati, 7€
  • Grano a’lu furno, 7€
  • Cavatelli, 7€
  • Foglie e patane cu’ lu vicci 7€
  • Mulegnane ‘mbuttunate, 7€
  • Patane a’lu furno, 7€
  • Piatto di formaggi, 6€
  • Zeppole, 4€
  • Struffoli, 4€
  • Frisilli cu’ lu méle, 3€
  • Nu poco re tutto, 5€

Oltre questa lista ci sono una 15ina di vini, ottime etichette, e del vino da tavola, rosso a 4,50€.
Ebbene, noi abbiamo preso tutto il menu, perché naturalmente siamo COSTRETTI ad assaggiare tutto per esprimere un giudizio completo. Eravamo in 4, la spesa totale sarebbe stata di 70€, per un totale di 17,50€ a testa. Con poco più di 15€ quindi mangi tutto il menu (diviso ovviamente, ma tanto da solo non ce la fai mai a superare lo scoglio del Grano a’lu furno, ti sfido personalmente!) e avevamo anche ben 2 piatti di Cavatelli + Acqua (Lete mi pare) e pane (omaggio).
Direi che è un prezzo più che accettabile, per un intero menu…
E si, vi confermo che sazia eccome!


Ciccimmaretati, il gusto inconfondibile


Come prima accennato sono rimasto molto soddisfatto dalle mulegnane, di cui sono personalmente un fanatico, ma ogni piatto era eccellente. L’ottimo bilanciamento del foglie e patate, tra la vellutata patata e la foglia che ogni tanto riemerge e fa notare la sua fibrosità, entrambe accompagnate da un tenerissimo viccio, talmente soffice che non sai se vuoi abbracciarlo o ficcarlo in una zuppa di latte…

Del cavatello ne vogliamo parlare? Ma come fanno a farlo a mano? Sono perfetti, sono callosi, sono al dente (per qualcuno anche troppo, ma io li adoro così) e mescolati col sugo, il formaggio (servito sempre nelle pratiche equivoche monodosi) e il forte sono un piatto che devi e puoi prendere 100 volte.
Come ho dichiarato prima, non è la prima volta che veniamo qui. Ci siamo stufati di provare le stesse cose? NO.

Le patate al forno meriterebbero un capitolo a parte. Altra pietanze difficile da decifrare, perfetta, con la sua crosticina bruciacchiata, morbida dentro e croccante fuori. Saporita, sembra uscita dal menu di un matrimonio del kashmir. Il prezzo sembra elevato per un piatto così, ma poi lo assaggi.
Onestamente non so dire se preferisco queste o le melanzane, e ho detto tutto.

Ottimo anche il sudatissimo e sapido formaggio, che sta li a soffrire sotto le lucine che danno vita alla classica atmosfera calda, da fiaba, e aspetta solo che il vino venga versato, per essere puntualmente dilaniato in un inevitabile supplizio di Prometeo, che si rinnova ad ogni fetta tagliata, ad ogni brindisi.


Castagnimmaretati


Non si può non accennare alla locazione. Il bosco di castagni è una scelta che da Battipaglia, a quasi 2 anni sagra dall’evento (ndF, 1 ora e 15) non sembra ideale. Poi però vengono i pullman dalla Francia e allora zitto e muto. Bisogna inerpicarsi passando da Magliano Vetere e Monteforte Cilento, per raggiungere il boschetto dorato, che però è sempre incantevole da scorgere, non appena si mette piede nell’area dell’evento.


Agghindato a festa protegge sotto la sua aura sbrilluccicante tutti i tavoli (i quali scandendo un ritmo ben preciso continuano a riempirsi, saziare e svuotarsi a oltranza, per tutto il tempo della nostra visita, per tutti i giorni dell’evento, per tutte le edizioni finora avvenute) e invita anche a fare una passeggiata tra i vari fortunati stand esterni, o di aziende amiche/fidate, che vi presenziano.

Al solito abbiamo fatto una capatina e portato a casa qualche souvenir. Carciofini sottolio, zucca, concentrato di peperone o di pomodori secchi. Insaccati, a scelta tra capocollo, pancetta, salame e soppressata, tutti nostrani. Qualcuno ha voglia di amaro o di vino? Potete scegliere tra gusti classici (zenzero, limone, frutti di bosco…) oppure novità sfiziose (amaro al caffè e limone!)


Non manca il classico artigianato. E’ stato piacevole vedere bambini del 2023 giocare con spade di legno e cavallucci con le rotelle. Suggestivo (ancora) osservare i colori delle lampade da scrivania e l’intreccio sia delle bambole fatte a mano che dei cestini di vimini. Rosmarino, miele, sapone, taglieri e bastoni da passeggio. Se avete voglia di un ricordino di Stio, sapete dove trovarlo.


Ah ma…i cicci?


Eh beh, la zuppa di cicci è sempre la solita conferma. A seconda dei gusti potrà non essere il piatto preferito del menu (ragazzi, quelle patate al forno sono roba di un altro pianeta) ma è sempre bello che sia un piatto così “semplice” (almeno in apparenza) e “povero” (almeno in origine) a rappresentare un evento così vincente. Vi ricordiamo che oltre a trovarli già pronti, serviti in tavola, potete portarveli crudi e secchi a casa per prepararli quando più vi và. Graditissimo e originale regalo, pensateci.

Vi lascio con l’augurio di una buona visita a questo gran bell’evento e la descrizione del piatto.
Ci sarà pur qualcuno che viene qui per la prima volta, no?

CICCIMMARETATI

Ingredienti: ceci, fagioli bianchi, cannellini, borlotti, lenticchie, grano, granturco, cicerchie e castagne.

Curiosità: i “ciccimmaretati” venivano preparati dalle nostre nonne il primo giorno di maggio, perché quel giorno avere sulla propria tavola tutti questi ingredienti era segno di abbondanza e si era al riparo da fame e stenti.

Falco

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Assettati addò vuò – Manocalzati (AV) – 2023

Assettati addò vuò – Manocalzati (AV) – 2023


Assettati addò vuò, evento notissimo al quale attendevo ben prima della nascita de Il Trono di Sagre.
Ricordo sempre con piacere il lungo percorso che attraversava Manocalzati, tra stand, folle e palchi disseminati per l’evento. A distanza di diversi anni, per via di pandemie, questioni interne e problemi vari…uno degli eventi più movimentati d’Irpinia è tornato a farsi sentire. Cosa sarà cambiato?

Assettati addò vuò, cotica


Assettati addò vuò, letteralmente


Incontriamo subito Enrico Sole, nelle veci di rappresentante dell’evento, il quale ci conferma che l’idea nasce tra amici. “Prendiamo delle sedie e mettiamoci dove più ci pare“, parafrasi più o meno letterale di quel che successe quella sera.

Da qui però l’evento si è snodato in lungo, soprattutto in lungo, e in largo.
Per chi non c’è mai stato c’è da dire che questo è un gran festival mascherato da sagra. Questo lo si può dire innanzitutto per i numeri che questo evento fa abitualmente. Nonostante la pausa l’affetto del pubblico è rimasto totalmente immutato, me lo ricordavo bene io e lo ricordavano bene loro, infatti è bastato l’annuncio per colmare tutto il paese di visitatori.

Assettati addò vuò, sfrionzola


Dico che è un festival anche perché è molto sospinta l’idea della musica, non tanto a dispetto della parte culinaria (che è molto presente e abbondante) ma perché è palese come il ballo, lo sfogo e il dimenarsi a ritmo di musica sia ciò che attira la maggior parte dei visitatori dell’evento.

Il palco centrale, che si trova a metà percorso, è sempre quello con la piazza più gremita (sarà perché alle spalle del palco grande c’è anche lo stand della sangria aka percoca-nel-vino ? Probabile), agli estremi del serpentone poi ci sono altri palchi con diversi tipi di musica.


80 tavoli da 2,50 mt, per un totale di…


Ma quante persone si assettano (siedono), a Manocalzati? Nella tre giorni dell’evento (21-22-23 Luglio 2023) possono sedersi al chilometrico tavolone, che forse non avete ancora concepito, ma che vi assicuro sia ridicolmente lungo, ben 600 e passa persone. Contemporaneamente.

Ah ma allora è lungo sto tavolo…“. Si, ragazzi, è lungo. Sono più di 80 tavoli da 2,50 mt ciascuno, 200 metri di tavolo che partono da uno degli estremi della festa, percorrono tutto il viale principale, si interrompono alla piazza (quella col palco grande) e ricominciano subito dopo.

Assettati addò vuò, pizza fritta


L’effetto visto dall’alto è debilitante. La riuscita è perfetta, arrivando da sopra avrete questa incredibile prospettiva con la fiumana di persone che ricorda quasi una devastante cavalcata degli Eorlingas.

Proprio per accontentare tutti durante queste serate di festa potrete trovare un po’ di tutto (ripetizione).
La distribuzione delle bevande è suddivisa con molta nonchalance tra bar e comitato organizzativo.
Agli stand in pagliuzza posizionati strategicamente sopra, in mezzo e sotto al percorso trovate vino paesano, acqua, birra e sangria, nei bar invece potete farvi il vostro drink preferito, un amaro, quel che vi pare.

Questa sinergia è anche un po’ il segreto dell’evento e della folla variegata che attrae.
Abbiamo i giovanissimi che magari scelgono il cocktail d’ordinanza, ma anche il gruppo di amici in cerca di emozioni paesane, con vassoi di vino rosso che brancolano tra la folla col terrore di cappottarsi con tutto il succo d’uva. Noi ci siamo posizionati un po’ nel mezzo, purtroppo con l’attrezzatura al seguito non si poteva lanciarsi in pista, piccolo rammarico. Onore ed onere del mestiere.

Assettati addò vuò, salsicce


Abboffati addò vuò


Questo titolo simpaticissimo serve ad introdurci la parte gastronomica dell’evento.
La scelta è ampia. Abbiamo fusilli al sugo e cortecce ai ceci. Enrico ridendo ci dice che nonostante ci siano state tante raccomandazioni sul generare delle porzioni tutte uguali e standardizzate si finisce spesso e volentieri a ragionare da “mamme” e scofanare ai giovani virgulti affamati dei piattoni più che abbondanti. Adoro questa mentalità campana e italiana di farsi 100gr di pasta + salsiccia al sugo pure quando si va a ballare. Lasciate che siano gli altri a tenersi leggeri.

Confermiamo che entrambi i piatti di pasta, ad esempio, erano belli gonfi.


Come secondi ci sono varie proposte tipicamente irpine: Cotechino al sugo, Cotica al Sugo, Sfrionzola (non al sugo). Se siete amanti di sagre già conoscerete questi tre piatti.

In scia col sugo abbiamo anche la pizza fritta. Classica, quasi mi mancava, è da inizio estate che non ne provavo una, come siamo giunti a questo? Buona, soddisfacente, il sugo molto saporito fa abbondantemente la sua parte.


Come proposta veg abbiamo invece rape e patate, altre alternative sono il panino con la porchetta o quello con la mortadella. Le patatine fritte, le zeppole e ragazzi ma quanta altra roba volete? C’è anche il caciocavallo impiccato, ovviamente.


Assettati addò vuò, fai quel che ti pare


Il metodo migliore per godervi l’evento è capire principalmente cosa avete voglia di fare.
Volete sedervi e rilassarvi? Magari avete qualche membro in comitiva con tanto di passeggino? (sto diventando vecchio se do consigli del genere) E allora seguite il serpentone di tavoli, troverete sicuramente aree molto spaziose dove sistemarvi. Se ai vostri poveri compagni & boyfriend tocca di andar a rifornirsi di pietanze allora converrà che vi sedete ai due estremi del tavolo, vicini anche alle casse (intendo quelle per pagare, non quelle per sfondarsi i timpani ). Occhio che qua un po’ di fila c’è, evitate orari di punta.

Assettati addò vuò, folla


Se invece, al contrario, la vostra idea è il ballo sfrenato potete fiondarvi direttamente in piazza grande e unirvi alla festa. La festa, infatti, cambia di nuovo quando parte il dj set, con luci e suoni che risvegliano dal torpore della mangiata. Lo spettacolo va avanti fino a notte, ma dall’1 le forze dell’ordine (sempre presenti in giro a vigilare, non che ce ne sia bisogno poiché il clima è serenissimo) danno lo stop all’alcol. Fate buon uso di questa informazione.

Manocalzati, folla 2


Tra le altre, perché vi dico che è veramente piacevole anche solo passeggiare su e giù per l’evento, vedere volti sereni e persone di tutte le età che trovano il loro modo di godersi la serata in questa isola felice di tre notti, ci ha fatto sorridere il buonumore del comitato organizzativo.
Tra qualche risata nervosa e una più sguaiata sia Enrico Sole, che ogni volta che ci vedeva tra la folla veniva a salutarci e aggiornarci sui casini che qui e li andava a rimediare (ma con X.000 persone a sera qualche imprevisto può sempre accadere) che tutti i membri dello staff che abbiamo incontrato dietro i vari stand si godevano, seppur sgobbando, la serata.

C’era una piacevole elettricità nell’aria, data dall’entusiasmo di aver rimesso in piedi una festa che per troppo tempo era mancata sui calendari di tutti gli appassionati. Un buonumore contagioso che ci fa ben sperare per le prossime edizioni. E comunque, nonostante si trattasse di un ritorno dopo una lunga pausa…vi assicuro che si è andati ben oltre il pienone.


Falco

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Festa della pizza montecorvinese – Montecorvino Rovella (SA) – 2023

Festa della pizza montecorvinese – Montecorvino Rovella (SA) – 2023


L’estate dei montecorvinesi giova di un inatteso freschino serale e di conseguenza questo vuoto di calore viene colmato con 8 forni che raggiungono i 400°. Nasce all’improvviso la Festa della pizza montecorvinese, come intuibile, a Montecorvino Rovella (SA), dal 14 al 16 Luglio.


8 forni roventi


La Festa della pizza montecorvinese decide di selezionare alcune tra le più tipiche pizzerie del territorio e dintorni (più uno stand per il senza glutine!) e disporle su un viale alberato adibito a passerella, tra tonde lucine che danno l’idea di un mercatino natalizio, due dispensatori di birra a inizio e fine percorso (i nostri amici di La Nuda e la nazionale Nastro Azzurro), tavoli e un palchetto per l’intrattenimento.

Dopo un efficiente taglio del nastro e l’assaggio del primo trancio da parte delle autorità ecco che immediatamente…ci tocca spostare l’auto perché la nostra è l’unica in divieto di sosta.


Torniamo rapidamente, ligi al dovere, nella nostra scoperta di queste pizze tipiche della cittadina che, vi ricordiamo, ospiterà anche sia la Festa medievale di San Martino che la Sagra della braciola.
Dietro un percorso in stile trincea, pronti a riprenderci Trento e Trieste, ma iniziando con qualche spicchio bollente, ecco che andiamo a sciorinarvi tutti i forni con le relative pizze ordinabili.


Le pizze


La vecchia Lanterna, noto agriturismo montecorvinese, propone la sua omonima “Vecchia Lanterna”, pizza dall’aspetto e dagli ingredienti nostalgici.

  • Mozzarella, provola affumicata, speck e grana

Gentilissimi e disponibili, come la quasi totalità dei mastri pizzaioli presenti durante la serata, i ragazzi e il proprietario non ci fanno neanche parlare. La provola fonde (anche il mio palato) e rilascia il suo profumo nell’aria.

Festa della pizza montecorvinese, Vecchia Lanterna


Anche Albertina sceglie una pizza omonima.

  • Pomodoro, mozzarella, salame napoli, prezzemolo, pecorino, piccante

Pizza storica della tradizione montecorvinese. Ci intrufoliamo tra le signore che sfornano pizze a catena di montaggio e con un sorriso veniamo subito accontentati. Saporita e sfiziosa.

Festa della pizza montecorvinese, Albertina


Rosato si divincola abilmente tra l’infornare e il trollarci, l’invito ad andare a trovarli alla loro sede a Macchia di Montecorvino Rovella non cadrà nel vuoto, ci propongono anche loro una pizza storica.

  • Pomodoro, mozzarella, salame piccante, origano, olio di oliva aromatizzato all’aglio
Festa della pizza montecorvinese, Albertina


Gianni Bottiglieri, in veste di se stesso, propone la sua pizza Estiva cavallo di battaglia che gioca sul fatto che siamo effettivamente in estate.

  • Mozzarella di bufala, parmigiano reggiano 36 mesi, rucola e piennolo del Vesuvio, olio extravergine d’oliva

Gianni è da subito molto disponibile e ci regala un saggio della sue capacità (troverete tutto in video!) ma al momento dell’assaggio (nostro) gli tocca scappare e rifornirsi di rucola. Al suo ritorno avremo già mangiato tutto il mangiabile, compresi cornicioni e cartoni delle pizze, purtroppo non assaggiamo la sua Estiva.

Estiva


Ehy, ci sono altri 4 forni!


I simpaticissimi ragazzi di Bell & Buon sembrano essere quelli che si divertono di più.
Propongono una pizza speciale, quella col sugo tirato tirato e la braciola sfilacciata, da provare per forza.
Appena ci vedono ci lanciano una pizza, apprezziamo tanto.

  • Pomodoro, braciola sfilettata cotta secondo la tradizione, mozzarella, prezzemolo
Bell e buon


Cook’s house alza un po’ l’asticella e propone una delle due pizze più prezzolate, quella al tartufo.

  • Mozzarella, salsiccia, porcini, crema di tartufo, provola, prezzemolo all’uscita, scaglie di Grana padano

Purtroppo non abbiamo provato questa pizza, a voi la scoperta.

Tartufata


Il Principe mette le mani avanti, “La nostra è un po’ casereccia”. E dov’è il problema? Ma ben venga!
Propongono una hit delle mie estati, quella ai fiori di zucca.

  • Mozzarella di bufala, pancetta, fiori di zucca, olive, olio evo.

Nel caos riesco a rubacchiarne uno spicchio da un amico, occhio alle olive provviste di nocciolo!

Il principe


Il povero ragazzo di Borgo Antico è sopraffatto dalla folla che di fianco aggredisce nel frattempo lo spillatore di birra e si ritrova dunque tra gli 8 fuochi di palati stuzzicati dal luppolo e noi dall’altra parte che fissiamo le pizze calde tipo dei randagi affamati. In un attimo di calma ci sfila la sua pizza alla nduja.

  • Pacchetelle di pomodorino giallo al naturale, nduja di spilinga, cipolla caramellata in crema, mozzarella di bufala morese, fili di peperoncino essiccato, olio evo pregio, basilico cristallizzato

Apprezziamo la gentilezza e pure la pizza, dalle due righe di ingredienti si noti che questa è la pizza più costruita tra le proposte.

Borgo Antico


Festa della pizza montecorvinese e risposta del pubblico


Grande risposta di pubblico, le 2 casse (che dalla serata successiva passeranno a 3) sono prese un po’ d’assalto, per quanto riguarda la scelta della pizza sta a voi farvi furbi.
Noi siamo arrivati all’apertura, alle 19.30, e praticamente eravamo gli unici, come si può ben immaginare il pienone c’è stato intorno alle 21 e poi la situazione si è un po’ rilassata intorno alle 22/22.30.
A voi trarre conclusioni. A occhio ci è stato riferito che sono state sfornate almeno 2400 pizze, direi che c’era una discreta fame nell’aria!

I costi sono semplici: Pizza speciale 8€ (cioè tutte quelle che vi ho elencato di sopra), Pizza Margherita (la propongono tutti i forni come alternativa), Birra alla spina 20 cl. 2€, 40 cl. 4€, acqua gratis, sia frizzante che naturale. Anche lo zucchero filato è offerto (per i bambini…)

Dal palchetto si sono invece esibiti Dario Visconti con il suo Nostalgia 90 e i Morgana. Ogni sera ovviamente ci saranno artisti e band diverse.
Che altro dirvi? Divertitevi!

Festa della pizza montecorvinese, evento


Falco

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Bianco Tanagro – Auletta (SA) – 2023

Bianco Tanagro – Auletta (SA) – 2023


Il prelibato fiore del carciofo bianco di Auletta (SA) è stato da una decina d’anni incastonato perfettamente nell’organizzazione di Bianco Tanagro, l’evento che Giuseppe Lupo ha caparbiamente sviluppato fino a farlo diventare in breve tempo, poiché l’evento è ancora considerabile giovane, anche degno del marchio Sagra di Qualità, concesso da UNPLI a pochi eletti.
Il Trono di Sagre è stato invitato, nuovamente in questo fine Aprile 2023, dopo il 2019, a passeggiare per Auletta per scoprirne tutte le sfaccettature.

Bianco Tanagro, carciofi ripieni


Una Mammarella campa dieci figli


Abbiamo distorto questo noto proverbio poiché Bianco Tanagro è il simbolo diretto di quel che un po’ predichiamo da sempre: un evento ben svolto, che si rinnova nel rispetto dei prodotti e nelle possibilità del territorio…finisce inevitabilmente per avere effetti benefici, a cascata, sull’intero paese e nei diretti dintorni. Non a caso, infatti, un carciofo sicuramente già noto ma non esaltato dai numeri del mercato ha saputo nel corso degli ultimi dieci anni veder decuplicare il suo commercio.
Grazie alla spinta di Bianco Tanagro e dell’intera comunità di Auletta adesso il carciofo bianco, che cresce in un delimitato territorio che va da Auletta, appunto, fino a Caggiano, Salvitelle e Pertosa, è diventato una fonte di reddito che può spingere qualche giovane a decidere di restare, invece di diventare una triste statistica nelle conte del pressante spopolamento che affligge il sud Italia.


Ma qual è il segreto di questo minuto carciofo?

“Ottimo crudo, resta elegante e particolarmente morbido anche dopo la cottura. Un cuore bianco che gli ha conferito una fama che non sempre riesce a soddisfare. Il Carciofo Bianco è particolare, oltre per il suo colore molto chiaro, verde tenue, bianco tendente all’argento, per la sua grandezza poiché è una specie priva di spine ed è molto grande. L’infiorescenza del Carciofo bianco (ciò che mangiamo) è molto grande e si presenta in forma sferoidale con un caratteristico foro alla sommità. Il Carciofo è un ortaggio con numerose virtù terapeutiche ed è un elemento estremamente salutare. Nei carciofi di Petrosa troviamo sodio, potassio, calcio, fosforo, ferro, vitamine A, B1, B2, C, PP, acido malico, acido citrico, tannini e zuccheri (non dannosi per i diabetici).  Il Carciofo Bianco di Pertosa presenta, in sostanza, proprietà diuretiche, depurative, ipocolesterolemizzanti, coleretiche, protettrici del fegato, digestive, amaricanti.”
Bianco Tanagro, carciofi bianchi


La versatilità del carciofo


Il carciofo, si sa, è ideale in diverse preparazioni e il percorso di Bianco Tanagro si è sviluppato intorno a questo concetto. Dall’inizio del viale principale di Auletta, che costeggia il castello, abbiamo una schiera infinita di casette, ad ognuna delle quali è assegnato un piatto. Ogni casetta ha la sua cassa (oltre ad un paio di punti pricipali ad inizio e centro percorso) e questo evita il crearsi di file troppo abbondanti.

Nello specifico, dal chilometrico menu, siamo riusciti a provare diverse cose, vediamole nel dettaglio.
Uno dei primi piatti che ci sentiamo di consigliarvi è proprio il calzone fritto (al carciofo).
Capace di continuare ad ungere anche dopo il trapasso, quasi fosse colpito da una maledizione, il calzone è una bomba di sapori. Il carciofo dal sapore delicato conferisce al gran panzerotto un gusto rotondo, con punte di grasso estremamente saporite date dalla salsiccia. E’ stato un gran bell’inizio, molto simpatici anche i membri addetti alla produzione. In generale abbiamo notato un bell’entusiasmo da parte di tutti i membri dello staff, molti dei quali sono in prima persona produttori del carciofo stesso, o legati alla catena del suo mercato.


Passando oltre troviamo, oltre al vino (che scende giù con pericolosa facilità), diverse tipologie di birra alla spina (tra cui i nostri amici di La Nuda), pizza bianca (al carciofo), crespelle, frittatine (al carciofo), caciocavallo impiccato (che, notiziona, per una volta abbiamo saltato!), pizza chiena (indovinate piena di cosa…?), tocchetti dello stesso con straccetti di maiale e tanto tanto altro…


Tra le tante pietanze abbiamo particolarmente gradito, vado in ordine sparso, i carciofi ripieni/farciti, che ad un competitivo prezzo di 5€ si presentano al piatto in una tris molto apprezzata. Uno di questi è finito anche, in un guizzo di follia, nel panino alla porchetta (e carciofi) del sottoscritto.

Auletta, Spiedini


Un menu infinito


Un altro piatto che vi consigliamo sono gli spiedini. Il carciofo si gusta quasi al naturale, abbrustolito dalle braci, accompagnato dai succhi della carne di maiale. Un abbinamento e una preparazione che abbiamo trovato molto azzeccata.


Chiaramente il bianco fiore si può provare anche fritto, o in pastella. Di quest’ultimo ci è arrivata al tavolo una porzione extra che ha fatto la felicità di tutti i presenti, poiché è stata condivisa immediatamente onde evitare anche di abbuffarci a pochi metri dall’inizio della traversata.

I piatti molto particolari sono molti, troviamo anche la pasta & il riso e, allo stesso stand, il carpaccio.
Intriso in pepe e limone (dove giace per diverse ore) è una chicca che ci sentiamo di consigliarvi.


Un programma ricco


Il menu non è l’unica cosa da segnalare di quest’evento, anzi. Ci ha colpito una grande collaborazione con le Pro Loco vicine e lontane (abbiamo assistito al gemellaggio delle Pro Loco di Auletta e Matera), lo show cooking, che ogni anno si rinnova con la presenza di chef che propongono innovativi utilizzi del protagonista di giornata, la possibilità di visitare il castello, con spettacoli annessi.


Trampolieri, una statua di un carciofo costruita di un materiale riflettente sconosciuto all’uomo, con facoltà di concentrare i raggi solari e polverizzare gli intrusi (credo), un verde panorama da godersi per respirare un po’ tra un piattone e l’altro e una schiera pressoché infinita di stand supplementari con produttori proveniente dalle regioni e province vicine con i loro prodotti migliori.

Tra gli altri, amari e digestivi in ogni possibile tipologia, dolciumi, dal cannolo originale della sicilia passando per il torrone al pistacchio, pancake, leccalecca, crepes, caramelle, distese infinite di taralli, formaggi di pecora, creme alla nduja originale, tantissimo altro ancora e OLTRE ciò un intero mercato oltre i confini dell’evento.


Intrattenimento


Disposte a mò di ronda sul percorso troviamo anche (almeno) tre band itineranti che spesso collimano creando duetti musicali coinvolgenti. Musica spiccatamente tradizionale, da diverse parti della regione.
I classici del genere risuonano nel viale, sotto i pini e i cipressi che costeggiano il percorso.

Per i più piccoli, burattini & prestigiatori sia nella piazza principale che sparpagliati lungo il cammino.
Per tutte le età invece la crostata di fragole, la fragolata (con abbondante panna) e il gelato, che consigliamo molto vivamente, naturalmente nella sua versione al carciofo (completamente priva di lattosio!)


Insomma, ce n’è per tutti gusti.
Questa edizione di Bianco Tanagro si terrà dal 28 Aprile al 1 Maggio 2023, con apertura anche a pranzo nelle giornate del 29, 30 e 1.
Per ogni informazione supplementare vi rimandiamo al nostro calendario eventi e alla pagina ufficiale degli organizzatori.

Clicca sulle immagini seguenti per essere reindirizzato all’evento ufficiale e al calendario eventi completo!


Falco

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TIPICA – Vietri di Potenza (PZ) – 2022

TIPICA – Vietri di Potenza (PZ) – 2022

TIPICA, la Sagra dell’olio e dei prodotti tipici vietresi, è un percorso gastronomico di lunghezza non indifferente (900 mt / 1 km) e dall’altrettanto lungo menu.
L’evento si candida indubbiamente ad essere uno dei più TOPICI della Basilicata e si tiene il 12 e il 13 Agosto 2022.

TIPICA, ciambuottola
– La colorata ciambuottola


Il lungo percorso


C’è poco da dire, i percorsi itineranti sono i più affascinanti, soprattutto se belli lunghi e se perfettamente incastonati in un curato centro storico. Il piccolo labirinto goloso passa attraverso tutte le piazze (o quasi) della cittadina creando un disorientante loop che tra musiche e folla vi porterà talvolta a continuare a girare all’infinito come in un calorico purgatorio.


Grazie a giochi di luci e musicalità molto diverse tra loro talvolta avrete l’impressione di essere in due/tre eventi diversi.
Penso immediatamente ad una delle prime piazze che ci si ritrova davanti imboccando il percorso da dove si viene depositati dalla navetta, illuminata come una piccola festa di paese, con alberi e lampadine gialle, molto compatta, con un anticiclone di gente nel mezzo costretta tra stand sulla destra, un recinto di caprette (poracce, si sono fatte praticamente un rave), dei tavoli sulla sinistra e un gruppo un po’ attempato a centro pista che però ha tirato fuori un medley di 1 ora piena con tutto il meglio della musica italiana. Impossibile non andare a ritmo, sicuramente l’accompagnamento melodico che mi è piaciuto di più, fantastici.


Facendo dietrofront e cominciando a salire trovate un vicoletto dedicato agli artigiani, con ombrelli appesi sulle vostre teste, botti e cesti di vimini. Questo vicoletto si apre in una seconda piazza, anche questa gremita ma ben più ampia, il primo stand che trovate è quello per il cambio dei soldi (1 Vietrese = 1 €, il Vietrese è tipo la 1.000 lire del 1920, un foglio di quaderno), la musica è quella molesta del consenso dei giovani, si va dalla bachata alla generazione zoomer più attuale, avendo superato i 30 fuggiamo spaventati come vampiri boomer.


Terza piazza, terza concerto, qui abbiamo il folk classico con i pezzi più noti del panorama sagra. Probabilmente lo spazio più affollato, anche per la pura presenza di una gran quantità di stand!
In tutto questo elenco ho omesso una serie di scorci, passeggiando vi ritroverete davanti all’improvviso diverse chiese e punti d’interesse, perfettamente valorizzati da illuminazione e posizionamento sul percorso, come dicevo prima mangiare diventa un gran bel modo per scoprire tutto il paese.


Il lungo menu


Se pensavate che il percorso fosse lungo (e non l’ho descritto nella sua interezza) aspettate di conoscere il menu. Nella piazza delle caprette troviamo Ciambuottola (5€), Caciocavallo impiccato con tartufo (4€), Antipasto/Tagliere (10€), Bombette (4€), Arrosticini (3€) poi Pizzelle, Calzoni con la menesta e altro ancora…tra cui le Polpette Vietresi (4€ mi pare).

TIPICA, Antipasto
– L’Antipasto è un’ottima occasione per provare diversi prodotti locali


Iniziamo con un Antipasto misto di salumi e formaggi. Ve lo consiglio, ne vale davvero la pena. Troverete diversi prodotti tipici lucani, alcuni imperdibili ed è decisamente abbondante, non è un piatto da affrontare da soli. La Ciambuottola invece per quanto buona è fuori budget, visivamente, però, è uno spettacolo. Allo stesso stand dove ritirate i piatti trovate anche l’Uovo Fritto con Peperone Crusco (3€, o 4€) e avrete la possibilità di comprare quei salumi provati nell’antipasto. Tutti abbiamo effettuato almeno 1 acquisto, a riprova di quanto ci avesse convinto.

TIPICA, caciocavallo
– Caciocavallo impiccato, stuccato di fresco


Sempre nella stessa piazza, uno step oltre ci sono le braci.
Qui proviamo gli Arrosticini (1€ al pezzo), buoni ma sfizio effimero visto il costo, e il caciocavallo.
Mai visto un caciocavallo spalmato con tanta cura, l’addetto a ritmo di medley di Battisti ricopre, come lo stesse stuccando, tutto il pane. In più c’è il tartufo, buono.

Le bombette erano finite e non riusciamo a provarle, le polpette rimangono nei nostri sogni più proibiti ma dobbiamo cambiare piazza, altrimenti non riusciremo mai a provare “tutto”.


Il lungo lungo menu


Per la strada avete occasione di prendere un sacchetto di struffoli (tipici del territorio, sono salati, non dolci e smielati come i “nostri”) accompagnato da un bicchiere di vino rosso gelato.
Totale offerta 2€. Il vino rosso non ho ancora compreso quanto mi piacesse ma scendeva che scendeva, in molti stand trovate anche la bottiglia, 4€ e andate alla grande.

TIPICA, parmarieddi
– Parmarieddi, qualità eccellente


Qui era il momento di provare alcuni primi piatti. La scelta è tra Cavatieddi e Parmarieddi, serviti da una standista in bandana che avrebbe potuto vendermi qualsiasi cosa.
I cavatelli erano quelli classici, serviti al sugo, con a scelta spolverata di cacioricotta e forte.
La vera chicca sono i parmarieddi: Formato di pasta più allungato, largo, spesso, calloso.
Si servono in bianco, con mollica di pane e cacio. Buonissimi. Davvero.
Questo se lo riproponi in ristorante con alicella e una parvenza di melanzana voli altissimo, complimenti.
Non a caso, infatti, la folla a intuito comprende la particolarità del piatto e prende d’assalto lo stand.
La fila non è mai invivibile ma sfortuna vuole che tocchi a me nel ricambio della pasta e devo quindi attendere gli inesorabili tempi di cottura (quest’anno 3/3, serve un’inversione di tendenza).

Capitolo persone: TIPICA si, ma talvolta TIPICAOS, un caos però sempre gioioso, mai percepità animosità anche quando in più di un’occasione vieni travolto da qualche amichevole spallata nell’approccio a qualche stand o posto a sedere. Rimanete saldi e decisi al vostro posto, è così che mi sono procacciato il cinghiale.

TIPICA, cinghiale
– Il cinghiale è da non perdere


Parlando proprio del cinghiale. E’ il piatto da non perdere ? Probabilmente si.
Tagliato spesso 2 cm, tenero, assorbe i profumi delle braci e viene deliziato con un olietto piccante.
Qui il pensiero ricorre a qualche piatto tipicamente peruviano difatti par di mangiare alpaca per quanto sia delicata la carne. Riusciamo a beccare gli ultimi tre piatti disponibili, meno male!
Buono anche l’amaro, ma è servito in un ditale!


TIPICA, conclusioni


L’evento ha una personalità e un folklore impossibile da mancare, si percepisce ad ogni passo. Come avrete letto le scelte sono veramente tante (abbiamo anche saltato delle cose, tipo la Pasta e fagioli).
I prezzi in apparenza sono alti ma noi abbiamo preso 40 € di Vietresi e ne sarebbero bastati anche 30.
Se condividi tutto assaggi tutto e ti sazi senza problemi, 15€ sono assolutamente in linea con la qualità dell’evento. Faccio anche notare che i prodotti sono tutti assolutamente del posto, valore aggiunto.


E’ presente anche un servizio navetta gratuito (occhio al consueto assalto) e cercate ogni tanto di alzare la testa dal piatto per godervi il paesino, perché merita.
Troverete anche degli esilaranti cartelli sparpagliati sui muri, con detti locali e regionali, e qualche membro dello staff che gioca ad un’animata versione della Morra.
TIPICA è sicuramente un evento da consigliare, non ha neanche 10 anni ed è un evento già rodato, con le idee molto chiare, che saprà sicuramente ripetersi e migliorarsi.


Falco

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La Fusllata – Valva (SA) – 2022

La Fusllata – Valva (SA) – 2022


La Fusllata di Valva è un evento che si tiene solitamente agli inizi di Agosto (quest’anno le date erano il 6 e il 7, quindi se volevi farci il pensierino mi sa che ti tocca aspettare il 2023!) e che omaggia uno dei prodotti simbolo di comune e provincia: il fusillo.

Fusllata, fusilli
– Un paio di tonnellate di fusilli


La Fusllata


Prima di fiondarci con la testa nel piatto come al solito Annalisa ci porta a fare due passi nel centro storico (che poi è praticamente tutto il centro). Ci lasciamo alle spalle la nota Villa D’Ayala che ho avuto la fortuna di vedere già in due occasioni e procediamo come prima tappa a goderci un ampio panorama.

Tra le montagne e il cielo a tinte rosa (quest’anno stiamo facendo incetta di tramonti) osserviamo la linea immaginaria che separa la provincia di Salerno da quella di Avellino.
Di fronte a noi, come luminosi step del più classico dei GDR spiccano Caposele, Calabritto, Senerchia e la sua valle e infine Contursi. Ad ogni paese per deformazione professionale abbiniamo una sagra, sorprendente quanto ci sia intorno a noi, siamo a 1 anno sagra da tutto!


Passeggiare per Valva è estremamente gradevole poiché se becchi il vicoletto giusto avrai un piacevole venticello rinfrancante che ti attira all’interno. Con alle spalle la Chiesa Madre e una caratteristica ruota da macina procediamo dritti e la prima tappa è il collegio dei fusilli. Qui riposano ordinati i fusilli della giornata (parliamo di 1 tonnellata di sola farina, ragazzi) e molti altri se ne aggiungono poiché vengono lavorati in continuazione nuovi impasti per far fronte alla grande richiesta del pubblico.


Già da queste immagini possiamo percepire cura e caratura di quest’evento.
La Fusllata di Valva è un evento che possiamo definire piccolo (rispetto al panorama di sagre estive) e che cova ambizioni di crescita, ma vi spoilero già che per il gusto che abbiamo saputo ritrovare, per l’accoglienza che ci hanno dimostrato e per il piacere delle passeggiate nei vicoli unite all’attesa minima in fila (proporzionata alla fila) io spero che non cambi mai di una virgola.


I piatti e le piazze


L’evento si svolge principalmente su due piazze, collegate naturalmente da un immaginario cerchio di vicoletti che vi invito a scoprire. Alzando o abbassando lo sguardo noterete incisioni di migliaia di anni, archi di pietre che sbucano chissà dove e chissà perché, una grotta in pieno centro ricoperta di vegetazione, il vecchio campanile e i numeretti rossi presenti su ogni blocco di pietra di ogni portone che sono stati fondamentali dopo il terremoto a ricostruire con ordine tutto.


Per evitare un improvviso calo di zuccheri (nonsiamaiiii!) Annalisa ci rifornisce di taralli e vino.
Il vino lo ricordavo benissimo dalla NIB (Notte in bianco, altro evento estivo di Valva) e scende giù che è un piacere, infatti in seguito ne metteremo a centro tavola 1 litro e mezzo bevuto come fosse acqua.
Non è da meno il tarallo che ha un gusto di forno a legna che gli dona un aroma unico.
Il tarallo viene servito anche nel menu completo insieme a un sapido ed apprezzato formaggio, si conclude così un ideale trittico col vino che vi invito a non sottovalutare!


Proseguendo nei vicoli si arriva alla piazza del campanile (nome dato da me, ma tanto le piazze 2 sono, non vi potete sbagliare) e qui c’è musica leggera italiana, ma anche moderna (a Valva alternano molto a seconda degli anni i generi musicali, per fortuna optando al massimo tra vecchi classici e folk, quindi in quest’oasi felice non c’è Shakerando). In questa piazza si distribuisce il vino, segnatevelo.


Parliamo di fusilli


I fusilli possono essere gustati in tre diverse versioni: al sugo semplice, al ragù di cinghiale, in bianco con porcini. Sono tutti eccellenti, quindi andate sul sicuro. Non voglio manco far finta di imbastire critiche e commenti tecnici, sono tutti buoni e di alto livello, fine.

Bontà nella bontà però devo dirvi che sono rimasto sorpreso veramente in positivo in particolare da quelli in bianco coi funghi. Hanno tirato fuori una cremosità e un profumo sul quale imbastire probabilmente una sagra a sé, provateli.


Nel menu completo è presente anche un piatto di…verdure? contorni?
E’ praticamente un altro piattino completo che fa da contorno solo di nome nel quale troverete una spessa e umida frittata (ottima), dei funghi (molto carnosi) e delle verdure saltate in padella che rivelano una croccantezza che non trovi in un ristorante qualsiasi. Quest’ultime erano eccellenti.
Recensione (racconto!) più facile di sempre.

ALTRO PIATTINO altra pietanza. Uno spezzatino con piselli che…indovinate un po’? Si, è molto buono.
Cremoso, tenero, perfettamente amalgamato, si accompagna col pane fresco e fatto in casa presente sempre all’interno del menu, ideale per scarpettare, non tralasciatelo.

A scelta potete optare anche per una sfrionzola classica, non per questo da meno qualitativamente al resto del menu.

Ah, si, c’è anche la zeppola. Ci dicono che la zeppola per notorietà se la batte alla pari col fusillo. Nonostante fosse bella, buona, paffuta e soffice, benché mantenesse una decisa consistenza interna, per me vince il fusillo.

Fusllata, zeppola
– La zeppola


Conclusioni al mandarino


Per via delle tante cose da provare (ci hanno farcito come tacchini) ho tralasciato alcuni aspetti che vanno sottolineati e che avevo accennato prima.
Il piacere, la naturalezza e la gentilezza con cui siamo stati accolti è difficile da credersi.
Persone che interrompono il loro lavoro di giorni per mostrarci i prodotti di cui sono fieri e che curano come fossero loro figli, che ci invitano nelle retrovie per scoprire come si cuoce questo e condisce quello, orgogliose e curiose di sapere cosa ne pensiamo, manco ci ponessimo come critici (al massimo come affamati, su quello non deludiamo mai).

Sono cose possibili solo in un evento e una comunità con ritmi ben scanditi e decisamente più lenti e controllabili di quelli di una grande organizzazione, e lo comprende anche il pubblico.
Soprattutto quando assaggia!
Era tutto spettacolare, peculiarità che abbiamo constatato solamente in altri eventi che fanno gli stessi numeri, ma è naturale. Cambia la cura, cambia l’attenzione, è tutta un’altra cosa.

– Il Trono di Sagre e Il Gruppo Amico durante le celebrazioni di fine e riuscitissimo evento


Addirittura ci siamo infilati anche nella foto di gruppo dove abbiamo provato un amaro al mandarino per pochi eletti, offertoci con grande garbo dal presidente del comitato, se potete procuratevelo in qualche modo.
Auguro a Valva di scegliere la via che preferisce, col grande onere di mantenere un livello qualitativo così alto!


– Falco

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Sagra dello gnocco – Taurano (AV) – 2022

Sagra dello gnocco – Taurano (AV) – 2022

La sagra dello gnocco di Taurano (AV) raggiunge la sua 27esima edizione e riprende esattamente da dove aveva lasciato: dal suggestivo scenario del convento di San Giovanni del Palco. Dall’alto di un dolce panorama reso prima rosato e poi buio dai colori del tramonto riprende la sagra, che passo dopo passo potrebbe intraprendere la strada del festival.
L’evento si terrà dal 4 al 7 Agosto.

Sagra dello gnocco, teglia
– Nonostante le presenze importanti i cocci sono sempre abbondanti


L’evoluzione della sagra dello gnocco


Se da un lato la sagra da quasi 30 anni è immutata (con il solo epocale cambiamento dato dall’introduzione dello stoccafisso in menu, 15 anni fa) e continua a confermare i suoi punti saldi (gli gnocchi fatti in casa) dall’altra parte si rivolge al suo pubblico con un intento anche culturale e di aggregazione.

Gli organizzatori ci rivelano appunto che oltre le solite note importanti sulla tradizione, anche gastronomica, dell’evento c’è una sincera voglia di ampliare l’abbraccio della stessa a tematiche mai così di rilievo negli anni che stiamo vivendo.

In anni di incertezza, ci confidano, scanditi da pandemie, crisi economiche e guerre non bisogna dimenticare l’accoglienza e la solidarietà. Taurano infatti ospita anche un evento parallelo alla sagra dello gnocco che prevede la presenza di ragazzi stranieri, provenienti da più parti del mondo.

L’occasione è il ponte ideale per consolidare quest’idea di Taurano e a Taurano. Partire dunque dalla naturale idea di sedersi in panca tutti insieme davanti a un tegamino fumante e poi restare per dar vita a qualcosa di nuovo. La proposta, ci dice Giovanni, è anche uno speranzoso tentativo di far rete contro lo spopolamento, fisico e dell’anima, dei paesini dell’Italia interna.
Una piaga che indistintamente affligge molti dei borghi che noi celebriamo con questo o quel piatto tipico, durante le nostre spedizioni estive.


Il convento di San Giovanni del Palco


Quali sono le strade che uniscono la gastronomia e la solidarietà? Una di queste è sicuramente quella della cultura. Aiuta nell’impresa avere nello spiazzale dove la sagra si svolge (anzi, è il contrario) il convento di San Giovanni del Palco.

Il convento risale al finire del 1300, è visitabile gratuitamente (anzi, durante la sagra siete invitati a visitarlo, con tanto di visita guidata offerta dall’organizzazione) e ospita al suo interno uno dei più importanti e maestosi altari maggiori. Un’opera unica, realizzata completamente a mano.


All’interno del chiostro del convento troverete anche un’oasi di pace dove è possibile rifugiarsi dal frastuono delle schitarrate che provengono dal palco esterno.
“Serve il casino, ma anche la quiete”, dice profondo Giovanni.

Il convento ospita anche, in quelle che erano le sue stalle, alcuni posti a sedere in una posizione privilegiata e suggestiva. Immediatamente prima invece troviamo le cucine principali.

Gnocco semplice
– Lo gnocco gradito ospite del convento


Il menu della Sagra dello gnocco di Taurano


Nello sciamare delle cucine decine di membri della Pro Loco si danno da fare vista l’ingente quantità di persone che ogni sera visitano l’evento (in alcuni picchi si raggiungono le 3.000, per sera).
Abbiamo notato la presenza di esperti chef nei posti chiave dirigere con grande efficacia le tempistiche e l’uscita dei piatti.

Nelle retrovie erano presenti tre enormi pentoloni dove gli gnocchi sobbollivano, a catena di montaggio essi venivano scolati, riversati in immense teglie (uno spettacolo per gli occhi) e conditi al sugo e formaggio o con stoccafisso, capperi e olive.


Lo gnocco risulta al gusto calloso il giusto e ben condito.
Vista la mole è bello compatto, rigiratelo un po’ per farlo respirare e riposare un attimo.
I due sughi sono differenti e convincenti in egual misura.
Lo gnocco classico, al sugo e basilico, è ottimo per saggiare tutta la tradizione di Taurano in materia, devo dire che si inserisce in una trilogia ideale insieme a quelli di Magliano Nuovo e di Trentinara, provati in precedenza quest’anno.

Gnocco al merluzzo
– I ciuffi di merluzzo condiscono insieme alle olive questa variante del tipico gnocco tauranese


Lo gnocco allo stoccafisso è una piacevole scoperta. Nonostante sia pericoloso cimentarsi in un piatto gourmet (come per semplicità veniva chiamato nelle comande dell’impegnatissima cucina) il risultato è più che degno. Col grande merito di prepararlo, ricordiamo, in una cucina da campo e per migliaia di persone che arrivano a flusso continuo.


(Si) Mangi chi può


La presenza di gente è tale che persino noi, chiamati per dire la nostra, non riusciamo ad acchiappare le note polpette. Cercheremo di informarci tramite una live di Caverna, che abbiamo visto aggirarsi per gli stand, il fratello ci avrà soffiato le ultime polpette?

Proviamo lo stoccafisso, che viene servito anche come secondo.
La porzione prevede un tocco da 200gr con sughetto e pane per scarpetta.
Il sughetto è sfizioso, vi consiglio di inzuppare per bene il pane (ambo i lati) e di adagiarci sopra il merluzzo poiché di suo come sapete ha un sapore anche troppo gentile e rischia di non darvi particolare soddisfazione se provato singolarmente.

Al contrario la sua personalità era ben presente servito con gli gnocchi nella versione gourmet accennata sopra.

Stoccafisso al sugo
– Lo stoccafisso riposa nel sughetto con capperi e olive


Nel marasma incredibilmente non proviamo nemmeno il misto di salumi, anzi neanche lo vediamo vista la folla affamata che nell’orario topico (22.30) sta prendendo d’assalto lo stand.

Prendiamo due panini al volo (hamburger, cheddar e funghi per Corvo e hamburger e melanzane a funghetto per me) e un bicchiere di vino rosso fresco (che viene servito in simpatici bicchieri di terracotta che naturalmente ora ampliano la mia vasta collezione di cocci da sagra). Volendo era possibile scegliere anche birra alla spina, sia Moretti che Ichnusa, ottima scelta.

Panino con funghi, formaggio e hamburger
– Un panino al volo


Vista la natura affatto da comprimario dello stoccafisso mi viene naturale chiedere se hanno mai pensato di servirlo anche fritto, magari proprio in un panino dedicato!
Ci risponde Eduardo Venezia, uno degli organizzatori che fortemente ci ha voluto qui, semplicemente lasciandoci osservare la folla. Un piatto del genere prevede tempo e cura, farlo per 3.000 persone sarebbe rischioso. Magari fra qualche anno, se la sagra si evolve in festival? Chissà.


– Falco

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La Sagra di Liberi, dallo gnocco al churrasco in 20 appuntamenti mangerecci!

La Sagra di Liberi, dallo gnocco al churrasco in 20 appuntamenti mangerecci!


In un panorama estivo 2021 di sagre ancora sonnecchianti qualcuno ha deciso che era il momento di darsi una svegliata e mettersi in gioco. E’ la Sagra di Liberi, un appuntamento praticamente trimestrale che abbraccia giugno, luglio e agosto con specialità di ogni tipo.

– La Sagra di Liberi si tiene in un ampia area verde attrezzata


I 10 appuntamenti della Sagra di Liberi


Per ben 10 weekend, per un totale di 20 giornate di godimento, a Liberi, in provincia di Caserta, andrà in scena un vasto calendario di appuntamenti culinari variegati. In una rilassante cornice di verde, in un ampio parco nei pressi della cittadina, potrete trovare:


Il Trono chiede, gli organizzatori rispondono


Abbiamo fatto qualche domanda agli organizzatori, per tastare un po’ il polso della manifestazione.

Ciao Angela, la Sagra di Liberi è una delle poche che per ora ha rinnovato il suo appuntamento annuale, a dispetto della pandemia “appena passata”, non vi siete lasciati scoraggiare. Cosa vi ha convinto a tenere la sagra?

“Ci ha convinto la voglia di tenere vive le tradizioni, vivo il paese e soprattutto dopo questo periodo semplicemente la voglia di stare insieme…”

Gli “impedimenti” e le limitazioni imposte per qualche organizzatore sembrano insormontabili. Cosa si può dire per invogliare anche le altre feste e sagre a non perdere anche l’estate 2021? E allo stesso tempo, per rassicurare gli avventori che si affacciano al vostro evento?

“Si può dire che nulla è impossibile se si crede in ciò che si fa…mai perdere la determinazione e la voglia di mettersi in gioco, il resto poi viene da solo…agli appassionati dei nostri eventi diciamo di stare tranquilli perché saranno adottate tutte le misure di sicurezza, abbiamo un vasto spazio all’aperto che riesce ad ospitare migliaia di persone…ma la cosa più importante da dire e da sottolineare mille volte è che siamo un paese COVID FREE”

La Sagra di Liberi è abbastanza unica: segue un lungo calendario (praticamente tutta l’estate!) ed ogni weekend propone una specialità sia tradizionale che non (dalla pancetta alla zingara al churrasco). Come mai avete scelto questa modalità? E quale vi sembra sia la giornata più attesa e apprezzata dai vostri affezionati?

“Abbiamo scelto un programma così variegato per poter accontentare sia il tradizionalista che non rinuncerebbe per niente al mondo alla tradizione e alla semplicità e sia chi è sempre pronto a cambiare, in attesa di continue novità…la giornata nella quale ci aspettiamo più affluenza è quella dedicata al nostro maialino casertano e all’ intramontabile caciocavallo impiccato, al quale non si può rinunciare per niente al mondo”

Ufficialmente vi chiamate “Sagra” ma a tutti gli effetti questo è un food festival, a quale delle due realtà sentite di appartenere di più? Ci saranno altre evoluzioni sul sentiero della Liberi del futuro? Come ad esempio musica e spettacoli…

“Bella domanda…ci chiamiamo sagra per tradizione, una tradizione che va avanti da quasi 30 anni e a cui ci sentiamo di appartenere…poi come ti dicevo le tradizioni si possono evolvere e magari, come dici, tu trasformare in un festival dove la tradizione lascia spazio all’innovazione. Sicuramente ci saranno altre evoluzioni sul nostro sentiero perché sono proprio quest’ultime che fanno crescere e mantenere la presa con i tempi difficili in cui ci troviamo ad agire…”


Evento e link utili


Di seguito potete trovare il nostro evento FB che vi terrà aggiornati su tutte le evoluzioni della Sagra di Liberi e una serie di link utili. Seguiteci per restare sempre aggiornati su tutti gli eventi e le sagre del panorama del sud Italia!