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Festa del fico bianco – Giungano (SA) – 2023

Festa del fico bianco – Giungano (SA) – 2023

La Festa del fico bianco di Giungano (SA) riprende uno dei prodotti che ha reso celebre Giungano (insieme a tanti altri, diciamo che nell’ultimo decennio la cittadina è salita alla ribalta nelle mete estive cilentane per diverse meritevoli iniziative). Il fico bianco però, tra i tanti, merita un posto d’onore per la sua dolcezza e versatilità e la Pro Loco ha tutta l’intenzione di sfruttare le sue caratteristiche per dar vita a un lungo menu.


I giorni del fico bianco


La Festa del fico bianco di Giungano (SA) si tiene solitamente tra il 20 e il 24 Agosto, questi sono i giorni perfetti, tra la fine della calura più intensa di Agosto e l’inizio della parte finale d’estate, ben più sopportabile, che annuncia l’arrivo di Settembre. Il caldo unito ad una gentile brezza rende i fichi pronti per essere gustati.


La festa si tiene in località San Giuseppe di Giungano, gli stand sono posizionati ambo i lati della strada e occupano poi un lato della piazzetta dove viene eretto anche il palco. La strada è naturalmente chiusa al traffico per i giorni dell’evento. Il luogo designato per la festa non ha certamente il candore e l’attrattiva del prodotto che celebra ma è facilmente raggiungibile da un vasto pubblico, fu fatto un tentativo di esportare la festa vicino il suggestivo convento ma la bella cornice metteva in difficoltà, a dir poco, il processo di viabilità.


La Festa del fico bianco è giunta ormai alla 7° edizione e sembra aver trovato una sua quadra, ieri dopo aver chiacchierato con Francesco Astone, che si può definire l’ideatore e primo promotore dell’evento, siamo andati come al solito a gironzolare tra i vari stand e abbiamo trovato ovunque un clima molto sereno e rilassato. Volti sorridenti e persone amichevoli che non vedevano l’ora di scambiare qualche battuta, farci provare qualche pietanza di cui si vedeva fossero orgogliosi rappresentanti e posare, perché no, per qualche foto ricordo. Ma immagino che vogliate sentir parlare dei piatti, giusto?


Il lungo menu della Festa del Fico bianco


Ah! A me piacciono i menu lunghi, quando naturalmente sono coerenti con la festa e quando si ingegnano per tramutare in più versioni possibili, dolci, salate, pepate e così via, i prodotti che hanno scelto di portare in tavola. Non si può negare che il menu della Festa del fico bianco di Giungano sia impressionante. Siccome merita e voglio che arriviate preparati ve lo scrivo tutto! Buona lettura.

  • Antipasto Cilentano, 6€
  • Bruschettona del ficaiolo, 3€
  • Fusilli (Al sugo; Speck e fichi), 6€
  • Cavatelli (Pancetta e fichi), 6€
  • Pizza Cilentana o Con Fichi, 2,50€
  • Pizza Fritta, 3€
  • Croccante (Pizza Crunch), 3€
  • Caciocavallo coricato, 6€
  • Arrosticini, 6€
  • Brioche alla brace, 6€
  • Cuzzetiello / Pane e salsiccia, 6€
  • Patate cu a’ cauzodda, 3€
  • Straccetti fritti, 4€
  • Crostata/Panna cotta 3€
  • Crumble noci e fichi, 3,50€
  • Confetti, 2€
  • Zeppole/Frutta, 3€
  • Pasta Gluten Free, 6€
  • Cocktail, 7€
  • Fichetto e Agrumetto, 2,50€
  • Sorbetto di fichi, 2€
  • Cannolo cilentano, 3,50€
  • Prosecco, 4€
  • Amari, 2,50€
  • Caffè, 1€


Direi che il menu è abbastanza lungo! Abbiamo provato ad assaggiare più cose possibili ma anche noi a una certa ci siamo dovuti arrendere. Vediamo nel dettaglio cosa abbiamo provato e cosa posso assolutamente consigliarvi.


Cosa provare alla Festa del fico bianco


Vi rivelo senza troppi giri di parole che questo è uno dei menu più meritevoli provati in questa lunga estate, ci siamo trovati di fronte davvero diverse eccellenze e di conseguenza, entusiasti, abbiamo cercato di mangiare a più non posso, ma anche noi a una certa ci siamo dovuti arrendere…


Non potete però perdervi la Bruschetta del ficaiolo. Pezzo di pane lievemente bruschettato con spalmata di ricotta, prosciutto crudo e fichi. Semplice? Semplicissimo, irreale da quanto è buono, mi brucio subito tutta l’attesa e vi dico che probabilmente è il piatto migliore, a mio dire. Imperdibile nella sua semplicità.


Proseguendo sulla linea degli antipasti, anche il misto di formaggi, salumi e fichi è un buon mix. Facile anche da condividere (in 2 sarebbe meglio ma volendo ci mangiucchiate anche in 3, condividere qui è fondamentale altrimenti è KO tecnico dopo pochi piatti). Procuratevi dei fazzoletti perché tra pancetta bella laida e formaggi freschi (e fichi) avrete le dita belle appiccicose.

A questo punto dopo una rinfrancante birra Peroni alla spina (o vino, o acqua) è il momento di un primo piatto. I fusilli che si trovano a inizio percorso si alternano ai cavatelli alla fine dello stesso. I primi, grassocci, lunghi e pesanti, vi faranno simpatia al primo sguardo. Potete provarli in rosso, al sugo, oppure in bianco con i fichi e lo speck. Ora, i rossi sono buoni, un po’ troppo gentili di sale forse ma il sugo è saporito e il fusillo è buono di default, i bianchi però, ragazzi, si vola alto.


Sicuramente uno dei primi piatti migliori provati quest’anno, ci ha sorpreso per bontà quanto la fusllata (sempre in versione bianca, provata a Valva). Dolce il giusto, mai eccessivo. Il fusillo assorbe gli eccessi del fico e lo speck solletica il palato. Consigliamo un po’ di formaggio e anche un pochino di forte. Davvero eccellente, complimenti.


Cosa provare alla Festa del fico bianco, pt. 2


Pochi metri dopo i fusilli c’è lo stand della pizza cilentana. La trovate in versione cilentana classica, con sugo cotto e pecorino, oppure bianca con datterino giallo e fichi. Allora, vi consiglio comunque di provare la cilentana perché il sugo cotto vi aiuterà un po’ a ripulire il palato dalla dolcezza del fico ma successivamente non potete perdervi quella in bianco, coi fichi.


Un’altra grande sorpresa, perfettamente bilanciata, dolce ma mai troppo. Lo sottolineo perché vi assicuro che non sono un amante nè del dolce né del dolciastro, qui abbiamo il pomodorino che funge da salvatore della pasta (o dell’impasto) e argina la deriva del fico. Ottima, da non perdere.
Abbiamo saltato gli straccetti fritti sennò ci ricoveravano dopo 20 mt di percorso.


Ci siamo diretti ad ampie falcate (dopo una seconda Peroni) verso la piazza che cominciava ad animarsi grazie al gruppo Tamurriasia, che si è esibito durante la nostra visita, lunedì 21. Da far notare che nonostante fosse un semplice lunedì c’era una bella partecipazione di pubblico, è pur sempre Agosto del resto.

In piazza andavano provati i Cavatelli, anche questi in bianco coi fichi (e pancetta), uno dei piatti più attesi dell’evento.
Pareri discordanti, io li ho trovati un po’ troppo dolci per i miei gusti, ho preferito di tanto i fusilli ma c’è chi nel nostro gruppetto ha detto l’esatto opposto, quindi a voi la scelta! Il consiglio è di fare come abbiamo fatto noi, prenderli entrambi e condividerli. Una forchettata a testa e ti sei divertito.
E’ presumibile che essendo arrivati ai cavatelli dopo già 3/4 portate il nostro palato fosse un po’ provato dalla dolcezza del fico e quindi questo può averci un po’ condizionato.

Cosa provare alla Festa del fico bianco, pt. 3


Di fianco i cavatelli trovate la Pizza Crunch (un tozzo croccante a mò di saltimbocca, mi si perdoni il semplicismo) farcito con capocollo e naturalmente fichi. Ottimo oltre al solito fico, anche il capocollo, come erano buoni un po’ tutti i saluti provati sul posto, sia il prosciutto presente sulla bruschetta sia il mix antipasto iniziale. Se devo scegliere tra la pizza crunch e quella bianca di cui sopra però non ho dubbi.


Di fianco alla pizza-saltimbocca abbiamo invece la pizza fritta, non l’abbiamo provata perché non ce la facevamo più però sembrava bella abbondante. Giungano poi è anche nota per le sue pizze fritte, fossi in voi il pensierino lo farei.

Lo stand del Crunch proponeva anche dei dolci ed era arrivato il momento di provarli.
Abbiamo selezionato il cannolo cilentano (una versione tutta della festa, che differisce da quella classica che trovate in giro durante queste sagre) ed il crumble ai fichi.


Allora, provate il crumble e poi potete esultare alla Grosso 2006 perchè è favoloso.
Ancora una volta ricotta, ancora una volta fichi, e del biscotto. Buono, buono, buono, buono.
Anche il cannolo è buono, la cialda è ottima e il ripieno è lo stesso del crumble, ma è un po’ troppo piccolo per 3,50€. A parità di prezzo vince il crumble.


Ah, dimenticavo, abbiamo mangiato anche gli arrosticini! Gusto classico, ci sta per staccare dopo un’orgia di fichi, prezzo un po’ sostenuto, con 1 € per arrosticino, così come il caciocavallo coricato. Una porzione generosa di cacio fatto alla piastra (così non si spreca, ci dicono, innegabile, rispondiamo) con fichi.

Il cocktail, un Mojito ai fichi con liquore ai fichi secondo me vale i suoi 7€ modello bar all’avanguardia perché…ragazzi tolto il ghiaccio qui parliamo di un alcolico composto al 100% da fichi, ed è fatto anche bene. E’ estremamente dolce, ostico per chi come me solitamente va a Negroni, Unicum e compagnia, ma ottimo, molto da discoteca estiva, solo che di fronte c’erano dei pezzi di Branduardi e gente che faceva girotondi da corte medievale, ma va bene così.


Festa del fico bianco, conclusioni


Dunque, vi consigliamo questa festa? Si, assolutamente, il menu come vi abbiamo illustrato per tante righe è decisamente meritevole di visita, purtroppo la passeggiata non offre molto alla vista ma tutto il resto c’è. A noi hanno regalato una paglietta da veri pizzaioli cilentani, voi però come souvenir potete trovare delle t-shirt simpatiche, in prugna e bianco, con proverbi cilentani, oppure persistere e portarvi a casa una bella vaschetta di fichi.

Clicca sull’immagine per aprire l’evento ufficiale della Festa del fico bianco di Giungano

Avete fino al 24 Agosto per provarla, fateci sapere cosa ne pensate!


Falco

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Fusllata – Valva (SA) – 2023

Fusllata – Valva (SA) – 2023


Ogni paese ha il suo fusillo“. E’ così che spesso a Valva si comincia a stendere il discorso (e l’impasto), su quel che è la Fusllata. In questi anni di visite frequenti abbiamo capito che banalmente però non è solo questione di acqua, farina e tradizione, dev’esserci anche un’innata voglia di fare, il rispondere a una domanda che nessuno ha posto, un Perchè Sì, squillante e polifonico, che ancora una volta raduni il gruppo (Amico), gli faccia rimboccare le maniche e lasci che le porte di Valva (SA) si spalanchino sulla due giorni di pasta fatta in casa e buonumore.


La Fusllata, cosa fare appena arrivati


Un aspetto che mi piace molto del visitare lo stesso paesino, in occasione dello stesso evento, a distanza di un anno, è che c’è il tempo per scoprire sempre qualcos’altro (e più ne sappiamo, meglio ve lo raccontiamo). A Valva (SA) non scopriamo certo noi la Villa D’Ayala, ma stavolta abbiamo il tempo per visitarla.

La villa dei Marchesi d’Ayala di Valva e l’annesso parco sorgono alle pendici del Monte Marzano, territorio che fu feudo di un signore normanno Gozzolino a partire dall’anno 1108.


La visita nei giardini definiti all’italiana per la loro forma geometrica e per la disposizione di statue e siepi vi porterà via il tempo necessario a rilassarvi, in attesa che la fame cominci a chiamare.
La passeggiata nel fresco percorso fatto di lecci, magnolie ed aceri è un toccasana durante l’estate e la visita alla villa stessa non vi porterà via che qualche decina di minuti (è restituita solo in parte all’antico splendore) a meno che non incrociate Donato Torsiello, una delle due guide assegnate alla villa che sarà ben felice di illustrarvi tutti i segreti del posto.

Un’altra località da scoprire è San Biagio, piccolo promontorio dove sorge una minuta, antica cappella (appunto di San Biagio) e dal quale è possibile osservare un rilassante panorama su Valva e la valle tutta.


Fusllata, gli ultimi preparativi


In un evento come questo, dove tutto è fresco e fatto al momento (come in una smania amish c’è il rifiuto anche di usare un’impastatrice per tutte le centinaia di zeppole che vengono preparate) è normale che fino all’ultimo minuto si abbiano le mani in pasta, letteralmente.

Veniamo portati nel Fort Knox della dolciaria valvese e davanti a noi si distendono schiere di zeppole appena fritte e dorate. Il profumo di zucchero e dell’impasto cresciuto cristallizzano il momento nel tempo. Ci prendiamo qualche minuto, in religioso silenzio per non svegliare le zeppole che riposano, prima di procedere nell’altra stanza dove a sorpresa (?) troviamo un’intera squadra di allegre massaie intente a…impastare zeppole. Si esatto. Perchè, a ragione, la zeppola è richiesta e famosa quanto il fusillo stesso. A quando una Zepplata?


Il menu della Fusllata di Valva (SA) rimane perlopiù immutato, del resto i prodotti tipici e più amati sono gli stessi da sempre. Oltre zeppole e fusilli, ruolo d’onore ricoprono i taralli. Di quattro pastifici differenti, tutti cotti e tostati al forno, tutti con ombra di finocchietto (non invadente) e accompagnati da formaggi stagionati locali. Vi consiglio di prendervi un buon tavolo, una pratica litrata di vino del posto, e di goderveli in religioso silenzio, col venticello.


Spezzatino, Sfrionzola e Frittate


Nell’aria comincia a fare la voce grossa un sentore di aceto, è quello della (s)frionzola che si strugge in padella con i tocchetti di carne di maiale, questo secondo molto comune a tanti eventi del panorama estivo (in realtà va un piacere tutto l’anno) si accompagna allo spezzatino al sugo con piselli.

Quest’ultimo è tutt’altro che comune quindi anche se siete amanti dell’aceto come me magari potete (per una volta!) skippare il peperone in favore delle teneri carni dello spezzatino. Oppure, ancora, vi tenete ben saldo quel tavolo dove vi ho consigliato di scofanarvi qualche tarallo ad inizio articolo e provate entrambi i secondi, che è quel che abbiamo fatto noi.


Fate quel che vi pare ma lasciate un po’ di spazio per le patate saltate in padella, vellutate, quasi ridotte a un puré, rese suadenti e melliflue da un filo d’olio, le cui forme in apparenza porose risultano invece levigate, a ricordare le statue delle Grazie presenti nei giardini della villa (vi invito a picchiarmi dopo questo paragone).

Fate quel che vi pare (parte 2) ma non dimenticate nemmeno le frittate!
Classiche, quelle che vi fanno felici quando vengono tirate fuori a Ferragosto, alte, gialle, giallissime, di peperoni, di patate e di zucchine. Potrei vivere di frittate.


I tre fusilli della Fusllata


Mi sono lasciato per ultimo il piatto forte perché quest’anno, parere strettamente personale, c’è stato un fusillo in particolare che mi ha lasciato basito. Quello in bianco ai funghi.

L’idea era quella di prendere tutti e tre i primi, girandoceli per assaggiarli tutti.
Solo che quando comincio a macinare questo fusillo, con questa cremina, con questo formaggio, con questi funghi…non riuscivo più a staccarmi.

Corvo tronfio si tiene stretto il classico tradizionale al ragù di maiale ma deve ammettere, ammutolendosi al momento dell’assaggio, il trionfo di quello in bianco.


Chiariamo, qui parliamo di fusilli fatti a mano (“Che quest’anno avevano qualcosa di speciale“, ci aveva detto il Presidente, “merito dei grani, quest’anno erano ottimi“, ribadisce. E aveva ragione.), eccellenti in ogni probabile sugo, salsa, cremina (non a caso ce ne siamo portati dietro ben 3kg, crudi, da preparare a casuccia bella per non soffrire troppo di nostalgia), e infatti anche quello al sugo semplice e ovviamente quello al ragù di maiale erano ottimi. Solo che vince il bianco, tocca stacce. Lo reputo facilmente uno dei primi migliori provati quest’anno in tutti gli eventi dove siamo stati, e sono tanti.


Musica in piazza, con percoche


Dato che ormai cominciamo a conoscere Valva e i suoi sweet spots, mettete in lista, magari dopo cena, mentre vi sentite satolli e benevolenti, una piccola sosta nella piazzetta dove sorge il campanile. Qui con mio grade piacere troverete spesso classici della musica leggera italiana, a volume moderatamente alto, cantati ma non urlati, per godervi un momento da classica estate italiana anni 90.

E’ anche la perfetta occasione per un bicchierone di vino con percoche.
Che c’è di meglio, dopo aver cominciato la serata con vino e taralli, concluderla con vino e percoche?


Prima di andar via, classica foto di gruppo che ormai è tradizione. Smontano tutti dalle postazioni per un abbraccio di gruppo, da Gruppo Amico. Anche quest’anno è fatta, la Fusllata si è naturalmente srotolata in un altro piccolo successo.


Falco

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Historiae Volceianae e Sagra della pasta – Buccino (SA) – 2022

Historiae Volceianae e Sagra della pasta – Buccino (SA) – 2022


Historiae Voceianae si mescola alla Sagra della pasta, festa tradizionale di Buccino (SA) integrando alla classica degustazione gastronomica un colorato sfoggio di cultura storica.
L’evento abbraccia diversi punti del paese ed è un’occasione per scoprire una Buccino che merita sicuramente di più di una visita fugace.

– Lasciatevi un angolino per la fagiolata


Dalla Sagra della pasta a Historiae Volceianae


Parlando con gli appassionati organizzatori, tra cui un gentilissimo Marcello Nardiello, ci rendiamo subito conto di quanto qui si tenga alla tradizione e alla storia del paese.
Il nuovo corso dell’evento non ha soppiantato il vecchio, l’ha semplicemente abbracciato e ne mantenuto addirittura il nome.

La sagra della pasta era un evento tradizionale dell’estate bucciniana e Historiae Volceianae ne ha semplicemente allargato e perfezionato i contorni. Ma esattamente in che consiste il tutto?


Il punto è che Buccino ha una storia che non basterebbero un mese di manifestazioni per rievocarla tutta nella sua interezza. Si parte dalle alleanze cartaginesi pre-romaniche, al dominio di Roma poi e alla sapiente arte politica dell’antico di borgo di inserirsi anche nelle alte sfere dell’epoca. L’inserimento di senatori autoctoni nei posti d’influenza, la posizione strategica, lo stampare moneta e perfino il saper rialzarsi in momenti bui di terremoti e sciagure ha fatto si che la città oggi possa giovare di un immenso patrimonio a cui attingere.

– Gli sbandieratori


Le rievocazioni e gli stand


Tutto comincia dal corso principale, dove in lontananza il castello si mette in posa alla luce della luna. Ha aspettato un migliaio d’anni che io lo fotografassi e nel marasma ho comunque rischiato di farlo venir mosso, ma sicuramente era lui che per l’impazienza non stava più fermo.

– Lo spettacolo sul corso


Qui gli sbandieratori provenienti da Cava de’ Tirreni si esibiscono avanti e indietro lanciando in aria i loro ampi drappi al ritmo di trombe e tamburi. Uno spettacolo che riempe gli occhi e che non stanca mai.
La cittadinanza apprezza e osserva silenziosa, per poi acclamare i ragazzi e le ragazze che hanno regalato un’eccellente esibizione.
Noi abbiamo parcheggiato sapientemente in uno dei parcheggi del centro storico, mossa che vi consiglio così vi risparmiate di avere a che fare con l’autista della navetta, roba che mediare con i romani era più gradevole.

Dal corso si passa al centro storico (che in realtà è un po’ ovunque), sbandieratori e musici sfilano e la festa comincia.


Al centro, sotto l’orologio che accompagna con i suoi rintocchi la vostra passeggiata nella suggestione, abbiamo un palco dove ascoltiamo una rara esecuzione di De Andrè e i primi stand.


Il chiostro e Il borgo


In piazza trovate una delle pietanze tipiche: gli struffoli.
Ennesima volta in cui ci troviamo di fronte a un prodotto con lo stesso nome di un altro, ma con una concezione completamente diversa.

Qui gli struffoli sono belli grossi, come sassolini di fiume, si snocciolano e si scrocchiano principalmente accompagnandosi con il vino ma non disdegnano formaggi e salumi.
Qui io e Corvo ci dividiamo, lui li rifugge, io credo che invece possano essere una valida e tradizionale alternativa all’ape col tarallo.


In piazza, sotto le panche, potrete anche osservare il mondo che dimora nel sottosuolo di Buccino.
Raramente vi ritroverete in una sagra coi pavimenti in vetro, altro bell’esempio di come tradizione, storia e moderno si uniscano tra Historiae Volceianae e Sagra della pasta.
L’antipasto prevede una buona soppressata e qualche amico della stessa.


Subito in fondo a destra, nei pressi della chiesa, superato un punto dove potrete divertirvi plasmando l’argilla, trovate il secondo stand dedicato all’antipasto.
Qui abbiamo provato un gran bel piattino di formaggi e salumi e soprattutto una fagiolata che ci ha colpito in positivo. Corvo distoglie lo sguardo mentre io scarpetto il sughetto tiratissimo della fagiolata con gli struffoli che mi sono portato dietro.
Prima di andar via fate due passi nel silenzio della chiesa.
Un’irreale bolla di quiete, con l’ovattato frastuono in lontananza degli sbandieratori misto alle melodie rock dei Queen che sobollono insieme alla fagiolata vi regalerà un’ancestrale galleggiamento di relax.


La pasta al castello


La pasta la trovate più su, nei pressi di ciò che rimane del castello. Le rovine sono comunque estremamente affascinanti. Un fico, un po’ di erba secca smossa dal vento, delle potenti luci bianche e un panorama che tra le luci della città sembra ribollire come lava vi reimmergono con un potente waterboarding in una storia senza tempo.


I primi da provare sono due: ravioli e fusilli.
Suona un po’ strano avere solo due primi alla Sagra della pasta, forse sarebbe stato carino proporre qualche pasta in più agli avventori, una volta avuta effetto avrebbe reso ancora più suggestive le rovine.

In compenso ho trovato buoni i ravioli e molto buoni i fusilli.
Gentile anche tutto lo staff e il personale che abbiamo trovato in giro per l’evento, che diligentemente serve pietanze e sposta macigni contenenti kg di fusilli.

– La voragine dei ravioli


Altra postazione da non perdere è quella dei secondi, se la bistecca di maiale non spicca (è complicato braciare bistecche per tante persone, però 4€ è un prezzo che manco all’agriturismo) il posto è tra i più belli. Sembra un presepe. Articolato su più livelli brulica di persone che divorano pane e salsiccia immersi nella storia, una frase che potrebbe anche rilanciare lo A spasso nel tempo di De Sica, ma che invece è perfetta sintesi del gran lavoro che l’organizzazione è riuscita a fare.

– Una cartolina da Buccino


Ancora una volta non solo gastronomia, ma storia, cultura ed intrattenimento.
Intrattenimento a cura del Cervo Bianco, tre musici che ci hanno deliziato con melodie dal sentore celtico.
Cornamuse e tamburi con vestiti dell’epoca, rifornitevi di vino e godetevi lo spettacolo.
Riguardo la cultura, potrete farvene una anche allo stand dei nostri amici della Birra Nuda, che incontriamo ancora una volta e che è sempre un piacere salutare, anche perché hanno iniziato questa simpatica tradizione del gonfiarci di birra ogni volta che ci vedono.


Historiae Volceianae e Sagra della pasta, conclusioni


Non ho molto da concludere, se siete arrivati fin qui vi siete resi conto di quanto quest’evento ci abbia convinto. L’organizzazione è ottima, la passeggiata lunga e suggestiva, le tipologie di intrattenimento sono varie e sicuramente convinceranno anche le comitive più disparate, la grande gentilezza di chi ci ha mostrato tutto, Marcello Nardiello, va ancora una volta segnalata. Insomma, ci siamo divertiti.

L’evento si tiene praticamente sempre dal 16 al 18 Agosto, segnatevelo e andate a scoprire Buccino, cosa che colpevolmente avremmo dovuto fare ben prima!


– Falco

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Chiani in festa – Giungatelle di Montecorice (SA) – 2022

Chiani in festa – Giungatelle di Montecorice (SA) – 2022

Da una piccola associazione una piccola festa, Insieme per Giungatelle si pone l’obiettivo di raccogliere fondi tramite Chiani in Festa per mantenere in sesto il patrimonio storico e culturale della zona. Per far ciò opera col nostro sistema preferito: cibo tipico.


Chiani in festa, il luogo


Quasi a mettere i puntini sulle i l’evento si svolge sul sagrato della chiesa, con un grande albero che rinfresca i fortunelli che se ne stanno godendo l’ombra, in una giornata di grazia dal classico caldo. L’atmosfera è immediatamente quella di un viaggio nel tempo negli eventini di paese pre-internet, di quell’Italia del sud da polaroid.

I posti a sedere sono (a occhio) un centinaio, numeri sicuramente al ribasso rispetto agli eventi cui ultimamente siamo abituati, che tendono sempre a crescere e a crescere.
Tramite qualche chiacchiera con gli organizzatori ci rendiamo subito conto che all’Associazione questo non interessa molto. L’importante è la festa e il suo svolgimento, l’importante è accontentare gli affezionati dell’evento che, come scopriremo presto, non sono affatto pochi.


Chiani in festa, il menu


Il menu di Chiani in festa è particolare per diverse ragioni.
Innanzitutto non troviamo nessun primo, scelta più unica che rara, dovuta chiaramente a questioni logistiche. Compensano però due specialità: Sfrionzolo e Capra vudduta.

Nelle cucine seguiamo lo svolgimento delle preparazioni, come un piccolo orologio ogni postazione ha il suo rodato meccanismo. Non c’è ancora la folla reclamante secondi e contorni quindi per ora l’atmosfera è rilassata e l’impressione è che ognuno sappia cosa sta facendo.

La prima postazione che osserviamo è quella della pizza fritta, i panetti sono pronti, si separano con due colpi decisi e lavorati in modo capace, poi si passa al friggerli e al condirli. Sugo e formaggio, classico.

E’ già tutto pronto invece alla postazione delle Mulignane ‘mbuttunate. Riposano nelle varie piscine di sugo ad esse dedicate. Come è facile supporre ed osservare le scorte sono limitate, per scelta.
Sia per una questione di qualità delle materie prime sia per, di nuovo, scelte logistiche.
Conviene quindi venire prima possibile, o si rischia di rimanere senza.

Chiani in festa, mulignane
– Mulignane a riposo


L’assaggio


Finito il piccolo tour osserviamo come le persone comincino ad arrivare (noi eravamo ancora nelle cucine e già vedevamo crearsi le prime file) e tocca anche a noi provare qualcosa.
Partiamo con lo sfrionzolo, che viene servito con una dose importante di patatine fritte.
Di base io preferisco le patate classiche saltate in padella o al forno ma devo dire che erano ben fritte, mai unte, e croccanti. La carne di maiale in questa pietanza sublima la definizione di soffritto poiché si crea una croccante crosticina intorno tutti i pezzettoni, una scelta sapida e aggressiva, che però convince Corvo, amante dei sapori laidi.

– Fasi della lavorazione dello sfrionzolo


A questo punto c’era già il pienone. Il palchetto ospitante liscio e karaoke non era neanche pronto che eravamo a pochi minuti dal fare un primo riciclo dei tavoli. Riusciamo al volo a beccare delle mulignane che il piccolo stand in legno (molto carino) è al sold out!

Il secondo attacco lo facciamo alla pizza fritta, alzandoci alternati per non perdere i posti a sedere.
E’ divertente vedere come le persone intorno a noi cambino mentre noi rimaniamo sempre seduti. Sembra di vivere un time lapse all’ingrasso.
Dovendo prendere la pietanza, fotografarla, provarla e passare avanti vien da sé che ci metteremo un’eternità a finire tutto.


Insieme a delle percoche nel vino agguantiamo al volo quello che è probabilmente l’ultimo piatto di capra del giorno (non avete idea dello scoramento quando viene dato l’annuncio, con gente che afferma di aver fatto decine di km per venire a provarlo!).
La capra viene servita dopo un lungo ammollo in acqua bollente, ciò rende le sue carni molto morbide.
E’ un piatto contadino che non è facile servire in gran numero a delle masse scalpitanti.
Richiede un lungo lavoro, questo spiega anche le dosi limitate cui si accennava prima.
E’ sicuramente il piatto più caratteristico e viene servito con patate e carote (che neanche noi acchiappiamo, figuratevi quanto era alta la richiesta). Un piatto tradizionale che mi fa piacere che venga ancora considerato e servito, sarebbe per loro molto più semplice fare un panino con la salsiccia, ma vuoi mettere la resa?

Chiani in festa, capra
– Mestolata abbondante di capra, notate la morbidezza delle carni distinguibile a occhio.


Assalto e capitolazione


Di solito non mi interessa parlare di folle, file e compagnia, poiché non è il numero di persone che decreta il successo o la qualità di un evento. Bisogna però considerare che in neanche 2 ore (siamo arrivati alle 19.30 e siamo andati via alle 22.30 circa, con gli stand che hanno aperto alle 20.00) è praticamente finito tutto. Alle 10 di sera la cassa è costretta ad alzare bandiera bianca, è rimasto “solo” lo sfrionzolo (e la pizza fritta), saranno passate in 2 ore non meno di 250 persone.

Il numero è impressionante considerato l’evento e denota, come dicevo, uno zoccolo duro di appassionati più il turista curioso che ha la possibilità di provare prodotti neanche sognati (vedi la capra).
L’ideale per Chiani in festa è proprio quello di rimanere fedele alla propria linea.
Un menu ben delineato, con piatti del territorio, a seconda della stagionalità e perfezionarlo fin all’eccellenza.


– Falco

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Evento di…Vino, la degustazione enogastronomica di Cantina Firosa – Olevano sul Tusciano (SA)

Evento di…Vino, la degustazione enogastronomica di Cantina Firosa – Olevano sul Tusciano (SA)


Cantina Firosa è una realtà nata dal connubio tra la tradizione e la vitalità giovanile, è a gestione tutta familiare e tutta al femminile. Il rilancio dell’attività di famiglia è avvenuto tramite l’entusiasmo delle tre sorelle Poppiti, che hanno deciso di prendere in mano la situazione e dar vita ad eventi come Evento…di Vino, una degustazione messa in scena nella tenuta di famiglia.

Programmi
– Preview dell’evento


Il programma

#CantinaFirosa anche quest’anno vi propone l’attesissimo “Evento di…Vino”, l’ormai famoso percorso #enogastronimico racchiuso in un’avvolgente atmosfera.

I protagonisti per eccellenza saranno gli ottimi vini di Cantina Firosa: il rosato #FERRIERE, il rosso #ERYTHROS, il fiano #FROSANO, l’eccellente Aglianico #NARDANTUONO e #CASTIELLO!!!

Infine, ad addolcire i palati ci penserà il gelato al #MOSTOCOTTO, specialità di Cantina Firosa.

Ad ogni vino verrà abbinato un piatto gustoso e raffinato, anche nella versione #glutenfree

Il tutto accompagnato da #musica dal vivo, area play park per bambini e altre novità.

Un #evento da vivere, non da farselo raccontare!

Non mancare!!

#CantineFirosa#EventoDiVino#EventoDiVino6#EventoDiVino2022

Antipasti
– Una parte del percorso degustativo


Con queste parole, è la stessa cantina, dai suoi portali social, ad annunciare l’edizione del 2022.
Noi c’eravamo già stati nel lontano Agosto del 2019 e infatti ricordiamo con piacere diverse pietanze, dal gelato al Mosto Cotto ai cavatelli, passando anche per un’importante parmigiana, perchè ben venga la degustazione, ma meglio se poi ti sazi anche! Le portate, inoltre, potranno essere selezionate nell’ordine desiderato, quindi avrete facoltà di scegliere ciò che più vi piace, nell’ordine che preferite.

Cantina Firosa, Mosto Cotto
– Molto consigliato il Gelato al Mosto Cotto, da gustare come gran finale

L’evento si terrà il 29 – 30 – 31 Luglio e 1 – 2 – 3 Agosto.

L’occasione sarà quella per provare e acquistare i vini della Cantina Firosa che collaborò inoltre con noi nella stesura di questo articolo a proposito delle qualità dell’Aglianico:

Evento FB

Informazioni utili

Cantina Firosa
Via Ferriere 43/45, Olevano sul Tusciano (SA)
0828 311887
www.cantinafirosa.com

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Tour Gastronomico de Il Trono di Sagre

Tour Gastronomico de Il Trono di Sagre


Quello di organizzare un nostro evento è sempre stato, fin dai primissimi giorni dell’apertura della pagina, nel 2017, un piccolo sogno. In realtà un sogno del genere è tutt’altro che piccolo…ma l’idea era quella di far partire un Tour Gastronomico degno de Il Trono di Sagre!


Il primo tentativo, La Cantina del Riccio a Castiglione del Genovesi (SA)


Nel nostro girovagare abbiamo trovato immediatamente un locale complice, con uno stile di cucina tradizionale ma “sbarazzino” e una mentalità aperta al mettersi in gioco: La cantina del riccio, a Castiglione del Genovesi (SA).

Le prove di dialogo non sono durate molto, difatti abbiamo subito trovato un accordo e ci è stato proposto un menu eccellente. Il Tour Gastronomico de Il Trono di Sagre era nato. Tour, si, perché l’idea era proprio quella di portare il vessillo de Il Trono in giro per il Sud Italia, locale per locale, specialità per tipicità.

Tour Gastronomico, il menu
– Il primo, storico, menu del primo evento de Il Trono di Sagre!


Colmo di tipicità puramente locali (come le castagne e i funghi) e prettamente stagionali (i cachi!) il menu si sciorinava perfettamente negli ingranaggi de Il Trono. E, diciamolo chiaramente, era anche bello lungo…se devi mangiare è meglio che mangi tanto, e bene, del resto. La nostra è sempre stata una filosofia prettamente mangereccia&godereccia, non ci nascondiamo dietro un dito.

Eravamo dunque pronti a partire, con l’evento creato, le foto fatte e la salivazione che aumentava, poi è successo qualcosa…qualcosa che accade ogni 100 anni: la pandemia.


Il ritorno del lockdown, dopo 60 anni, e un sogno da rimandare…


Non si sentiva parlare di lockdown e coprifuoco da 60 anni, in Italia, e quando l’hanno rimesso? Il 23 Ottobre.
Esattamente il giorno in cui si sarebbe dovuto tenere il nostro evento. L’universo sta tentando di dirci qualcosa? O ci sta elegantemente mostrando il dito medio?

Tour Gastronomico, la prima copertina evento
– La copertina originale dell’evento poi annullato, del 2020


Non c’era modo di rimediare e così l’evento venne annullato, rimandato, mettetela come volete, ma fu una bella delusione.


Una nuova speranza, dicembre 2021


Un anno e qualche mese dopo eravamo pronti a rimetterci in gioco, e anche la Cantina del riccio era disponibile ad accettare la sfida. Dopo qualche scambio di telefonate…si riparte, stesso menu, stesso locale.

Tour Gastronomico, la copertina evento ufficiale
– La nuova copertina riveduta e corretta


L’evento diventa subito virale, coinvolgendo oltre 500 persone interessate e venendo visualizzato da oltre 10.000 utenti in tutta la Campania, e oltre.

Nonostante ciò, c’è da dirlo, siamo stati ben lontani dai numeri del sold out e questo ci ha un po’ abbacchiato…
In fin dei conti abbiamo però deciso di goderci comunque la serata con chi aveva deciso di crederci e di unirsi a noi e ci siamo fatti, si può dire, una grande e grossa mangiata!

Roberta, infatti, non si smentisce e il menu arriva, portata, dopo portata (con qualche sorpresa in omaggio) inesorabile in sala. Abbondanti cocci di riso al forno, delle polpette di maiale che si sciolgono in bocca, abbondanti patate con pancetta, della carne morbida come il burro…

E ancora zeppoline di castagne, amaro tipico, melanzane con ricotta e cachi, zuppa di fagioli e castagne.

Il Tour Gastronomico era iniziato, era lì davanti ai nostri occhi e seppur più in piccolo (decisamente più in piccolo) di come lo si era immaginato…era stato realizzato.

Tutto ciò che rimaneva da fare ora era…scegliere il prossimo locale per la seconda tappa del tour!

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Mercatini di Natale di Castellabate, ritorna la magia in Cilento – Il Trono di Sagre

Mercatini di Natale di Castellabate, ritorna la magia in Cilento – Il Trono di Sagre


Finalmente dopo un triste anno che ci ha visto dover rinunciare a questa manifestazione abbiamo un ritorno eccellente.
I Mercatini di Natale di Castellabate sono infatti ormai un appuntamento fisso con il nostro dicembre, e con quello di tanti tanti visitatori, che aumentano ogni anno!

Mercatini di Natale di Castellabate, ceramiche
– Ceramiche esposte da uno stand durante i mercatini


Le date dei Mercatini di Natale di Castellabate


Tutti i giorni dal 3 al 12 dicembre, esclusi giorno 6 e giorno 9, dalle ore 10.00 alle ore 22.00.

Mercatini di Natale di Castellabate, locandina
– Locandina dell’edizione 2021 con tutti gli appuntamenti ed il calendario


Cosa ci aspetta in quest’edizione 2021?


Ne parlammo già tempo fa sulle nostre pagine, quando in occasione dell’edizione del 2019 ci trovammo a visitare per la prima volta, nelle vesti ufficiali de Il Trono di Sagre, i Mercatini di Natale di Castellabate.

Mercatini di Natale di Castellabate, screen
– Recensione della nostra visita nel 2019
Polpettine cilentane
– Deliziose polpettine cilentane


Il Trono chiede, gli organizzatori rispondono


Abbiamo fatto qualche domanda agli organizzatori, per scoprire che novità ci porta quest’edizione del 2021

Ciao Nicola! Tornano i Mercatini di Natale, quali sono gli appuntamenti previsti?

Potete trovare i mercatini aperti tutti i giorni dal 3 al 12 dicembre, esclusi giorno 6 e giorno 9, dalle ore 10.00 alle ore 22.00

Quali saranno le principali differenze con le edizioni passate?

Questa edizione sarà vincolata dai protocolli in vigore, senza attrazioni stabili, che creano file e attese, ma solo itinerante. Perfino la Casa di Babbo Natale sarà itinerante!

Nel 2019 ricordiamo un gran bel panino al formaggio, prodotto da uno stand di distributori sardi, quest’anno quali prelibatezze si attendono?

Specialità, pizze cilentane, polpette, zeppole, caciocavallo impiccato, ritornerà il panino con formaggio sardo e dolci. Tra cui non mancheranno scauratieddi ed altre tipicità natalizie.

Che difficoltà avete dovuto superare per mettere in piedi l’evento?

E’ stato complesso trovare espositori e questo ci ha causato un bel po’ di ritardo. Inoltre la burocrazia e le varie restrizioni non hanno sicuramente aiutato, ma abbiamo trovato il modo di far funzionare tutto.

Evento
– Locandina del nostro evento FB dei Mercatini di Natale, clicca per rimanere aggiornato!
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