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Sagra della lasagna e delle polpette costesi – Costa di Mercato San Severino – 2022

Sagra della lasagna e delle polpette costesi – Costa di Mercato San Severino – 2022


Come in molte case del sud Italia la domenica c’è spazio in tavola per la pasta fatta in casa. Concessione e regalo fatto ormai routine, che ci concediamo come un rito. Da questa tradizione non esula Mercato San Severino e Costa, la sua frazione, che produce una lasagna casereccia con l’aggiunta di tradizionali polpette fritte.

Sagra della lasagna e delle polpette costesi, polpette da friggere
– Le polpette costesi pronte a essere immerse nell’olio bollente


La lasagna e le polpette costesi


Vorrei cominciare subito a descrivere la protagonista della serata: la lasagna.
E’ una lasagna molto casereccia, cosa che ho apprezzato. Subisce una cottura al forno prolungata difatti era morbida, come una torta. Peccava molto di mancanza di sale, causa probabilmente anche il dolce spiccato del pomodoro. Ripeto però che la sua fattura tradizionale si è lasciata decisamente apprezzare.

Sagra della lasagna e delle polpette costesi, lasagna
– La lasagna casereccia di Costa di Mercato San Severino


Sia all’interno della lasagna che prese singolarmente ci sono le polpette.
Le polpette costesi sono semplici pallotte di pane, formaggio, prezzemolo e pezzetti di salame che vengono impanate e fritte e servite in bianco.
E’ un piatto che si condivide volentieri, le polpette hanno un gusto non invadente, anzi risvegliato solo dal pezzetto di salame o erbe che si incontra ogni tanto. Questo non è un difetto, le ho trovate sfiziose il giusto e sono anche un pericoloso snack da divorare a oltranza.

Sagra della lasagna e delle polpette costesi, polpette
– Le polpettine costesi


Le polpette hanno creato, viste le aspettative e la fedeltà del pubblico, che si è immediatamente fiondato a fare la fila, alcuni problemucci logistici. La catena del fritto (polpette+patatine) era parecchio lunga poiché sfortuna ha voluto che andasse KO proprio la prima sera un buon 2/3 delle friggitrici disponibili.
Nonostante ciò la fila non è stata mai invivibile, anzi quella delle polpette è stata l’unica che abbiamo davvero fatto poiché alle altre casse è filato tutto lisci come l’olio.


Il circondario della Sagra della lasagna e delle polpette costesi


Il minuto circondario (spiazzo in cemento + locali adibiti a cucine + campetto da calcio farcito con panche) è quello tipico delle feste rionali. Abbiamo all’ingresso alcuni punti dove comprare zucchero filato, pannocchie e muss’ ‘e puorc’ (pietanza cui prima o poi dedicheremo un approfondimento…) e qualche padiglione commerciale.


Due cose importanti in questo atrio d’asfalto sono il palco, dove si è svolto un animato piccolo convegno sulla legalità (e sull’ambiente, tema importante per l’organizzazione) e lo stand della pescheria Dal Pescatore, che ci ha omaggiato, vista la nostra curiosità, con un bel cuoppo di mare.
Ottimi in particolari calamari e polpo, belli sodi e croccanti.

Tornando per un secondo al palco, Luigi Pergamo, l’organizzatore che ci ha voluto qui, ci rivela che l’obiettivo di questi eventi è soprattutto quello di raccogliere fondi per eventi sportivi, culturali, artistici e ambientali. Una serie di buone azioni finanziate dalla voracità dei presenti. Alla mancanza dunque di un percorso gastronomico, di un centro storico e di un borgo da visitare sopperisce quindi il fine, dell’evento, e quel che io definisco comunque un buon menu, che non ci ha affatto deluso.


Panini vari e pasta e fagioli


Oltre le celebri lasagne e polpette abbiamo infatti diversi piatti secondari.
La pasta e fagioli risente molto dello stesso problemuccio di sapidità della lasagna ma anche qui mostra una fattura casereccia che ancora una volta io ho apprezzato.
Abbondante e appiccicaticcia, come piace a me, di un giallo acceso con in cima una saporita fetta di pancetta, se riuscite a strusciarla ovunque nel piatto vi regalerà quel sapore che mancava.

Pasta e fagioli
– La pancetta lucida e saporita condisce la pasta e fagioli


I panini sono qualcosa che inizialmente temevo…
Temevo infatti poco condimento e un panino infinito, stancamascella e col classico pane un po’ stantio.
E invece…il panino è umido e pieno il giusto, ma soprattutto il pane intriso del ripieno dello stesso non risulta affatto noioso al palato.
Il panino che mi è piaciuto di più è quello alla milza, insieme alle polpette la pietanza migliore a mani base.

Panino con la milza
– Panino con la milza, direttamente dalla tradizione salernitana, ottimo.


Ugualmente sfiziosi quello con porchetta e patatine e il suo simile con salsiccia e patatine.
Occhio comunque anche alla porchetta, non salata e secca come spesso capita, ma umida e tenera.
Complimenti a chi si è occupato di scelta e composizione panini.


Sagra della lasagna e delle polpette costesi, conclusioni


La sagra della lasagna e delle polpette costesi è limitata dal suo circondario.
Difficilmente può ampliarsi ma parte dalla base invidiabile di un menu dignitoso e valido.
Se il punto forte resta la ristorazione, magari perfezionata nel tempo, si potrà abbastanza facilmente sopperire al resto.
Andando a memoria non ricordo particolari problemi per trovare parcheggio, né lunghe file (polpette a parte), un vino rosso che accompagnava, prezzi moderati e soprattutto la giusta ambizione da parte del comitato organizzativo che saprà fare le scelte ideali anche per le edizioni future.

Aggiungo inoltre che ho notato molta professionalità in generale, nell’organizzazione e nell’accoglienza.
Siamo stati immediatamente identificati e ci è stato consentito di lavorare in modo preciso e rilassato, senza omettere che ci hanno fatto divorare la quasi totalità del menu, il che è sempre, sempre piacevole.

Cuoppo di mare
– Anche il cuoppo di mare merita il suo spazio


– Falco

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I Fucanoli – Campagna (SA) – 2019

I Fucanoli – Campagna (SA) – 2019


Ieri, 17 Gennaio, si festeggiava una delle mie feste preferite di tutto il panorama sagre-feste patronali-eventi: I Fucanoli di Pro Loco Campagna, per il giorno di Sant’Antonio.

Matassa e fagioli
– Una delle tante deliziose matasse de I Fucanoli


La fiumana del progresso


E’ un appuntamento al quale non manco mai, così anche quest’anno mi carico in macchina i giovani e optiamo pure per la partenza intelligente, alle 20.30 infatti siamo belli carichi e decisi ad evitare il mega-ingorgo che si crea puntualmente all’ingresso della cittadina.

E invece…dopo aver dribblato con gran stile una serie di posti di blocco con scuse fallaci veniamo ricondotti all’inizio del percorso per prendere obbligatoriamente la navetta.

Perchè volevo evitare la navetta? Perchè la parte migliore dei Fucanoli è quando razzoli perso nei tuoi pensieri, post 2 di mattina, mentre si smontano stand, si braciano le ultime salsicce, si saltano le caldarroste sopravvissute, esce quel piatto extra di matassa che si è azzeccata talmente tanto che se la spiattelli in faccia a qualcuno devono rimuovertela chirurgicamente tipo il facehugger di Alien…e dovendo sottostare ai tempi della navetta finisci inevitabilmente per perderti tutto l’after, appunto.

Eppur ci tocca.
Dopo aver parcheggiato giriamo l’angolo per fare il biglietto per la sopracitata e lo spettacolo che ci si pone davanti è uno spettacolare mix tra il finale di “Ivan il Terribile” del 44′ (SPOILER!) e “La guerra dei mondi”.

Una fiumana di sfollati converge su una casetta in legno dove trincerati all’interno un uomo che smitraglia 800 biglietti al minuto come la miglior Maschinengewehr 42 resiste eroicamente all’orda di avventori smaniosi di un posto sul minibus.

Il clima è quello delle evacuazioni di massa più simpatiche, c’è una rilassata consapevolezza stile rastrellamento del ghetto di Varsavia e un’accettazione del proprio fato ammirevole, qualcuno spera di rivedere un parente perduto al terzo snodo della fila, a qualcuno basta che sia rimasto un piatto di pasta.


Un break ogni 3 metri


Come scialuppe di flanella di un moderno Titanic finalmente giungono le navette, sono forse ormai le 22 e siamo a Campagna!
Tempo 30 secondi e il nostro gruppo di una buona dozzina di anime si sfascia, noi non resistiamo e ci blocchiamo al primo portone, qualcuno ha detto matassa e vino?

E sia, è ottima, viene divorata in pochi secondi.
Sottolineo che dovevo fare a metà con Corvo, che invece avidamente mi lascia solo qualche bistrattato straccetto di amido…

Avanziamo, di circa 3 metri. Secondo capannello, minestra (verza) e fagioli? Ci piace, aggiunga svariati bicchieri di vino, messere.

Il viavai è leggero e piacevole, nonostante la massa di gente che però tende a raggrupparsi a imbuto nelle strettoie, tolta però qualche sbracciata si avanza tranquillamente.

Finalmente raggiungiamo anche il gruppo, che sta divorando matassa in uno dei tanti pit stop che la rendono disponibile, proviamo anche questa, è ottima!
Massiccia presenza di fagioli borlotti, alto tasso di cremosità tendente al brodoso e pasta anche al dente, qui c’è del mestiere.

Corvo si lancia rapace su una porzione di fagiolata, poi intervalla con una messicana, al quarto bicchiere di vino in 20 minuti realizzo con orrore che ho lasciato tutti i miei soldi sul fondo del fiume Sand Creek.

Minestra e fagioli
– Minestra e fagioli, tanto saporita quanto bollente


Si sfiora il default


Nella smania di passare succo d’uva ho lasciato tutto il resto su una cassa a inizio paese, val la pena tentare, ed è qui che accade la magia.
Senza probabilmente neanche ricordarsi di me, di chi sono, delle mie ambizioni e dei miei sogni, la gentil ragazza alla cassa crede alla mia storia strappalacrime, che non mi avrebbe più permesso di continuare a bere a suon di 50 cent lo shot, e mi ridà tutto il resto.

Tu, signorina, che campeggiavi di fronte il bar NOIR Campagna sappi che ti sei procurata riconoscenza a vita, contattaci in privato se ti riconosci nella descrizione, non si dica mai che io volti le spalle al karma.

Felice di aver riavuto il mio soldino ricomincio a spenderlo in vino, poi dopo un rapido pit stop, durante il quale qualcuno prova una fetta di pane light con uovo e pancetta, ci dirigiamo verso il super-falò di San Bartolomeo, quello su in vetta.


Fino alla vetta


Ora, la salita è considerevole, dopo 2 piatti di matassa, fagiolata e un numero sconsiderato di bicchierucci di rosso vi assicuro che la affrontiamo con un pò di palpitazioni, però ne vale la pena: 180 quintalate di legna bruciano altissime nella notte e, capolavoro, degli omini distribuiscono salsicce omaggio.
E’ il paradiso? La salita era il purgatorio?
Corvo come San Tommaso, se non bracia non crede, e si ingolla il salsiccion. Torniamo giù.

L’elenco di ciò che abbiamo mangiato continua in ordine sparso: caciocavallo impiccato, lagane ceci e porcini, un soffritto talmente carico e autentico che avrebbe reso blu senza truccarsi anche un William Wallace cresciuto a lattuccio e huggies, un’ennesima matassa, un’altra fagiolata, poi ho perso il conto.

Putroppo non riusciamo a goderci il privè perchè fattasi l’1 e 15 parte “l’ultima navetta”, che è stavolta, non come le precedenti che hanno cominciato ad abbandonarci 40 minuti prima, davvero l’ultima.

Presumibilmente la peggior navetta possibile, dove incroci di dialetti dal guatemalteco all’altavillese si mescolano con cadenze alticce a profumi e sapori di un vin brulè umano che ci conduce finalmente all’auto, che ci conduce finalmente al baretto, dove si brinda a un finale come volevamo noi, a 15 minuti dall’alba, a suon di Montenegro.

Che belli i Fucanoli.


Falco


La pagina degli organizzatori:

Pro Loco Campagna


Scopri il post originale su FB!

– La recensione originale dei Fucanoli di Campagna (SA)