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Taverna degli antichi sapori | Cibo di qualità – Controne (SA) – Tavolo Riservato

Taverna degli antichi sapori | Cibo di qualità – Controne (SA) – Tavolo Riservato


Oggi torniamo naturalmente, visto dove ci troviamo, a parlare di prodotti estremamente tipici e locali del panorama salernitano. Per l’occasione volgeremo nuovamente l’occhio al fagiolo di Controne (SA), una prelibatezza nota in tutta Italia e che per nostra fortuna è presentata in tavola alla perfezione dalla Taverna degli antichi sapori.

Taverna degli antichi sapori, pasta fresca
– Pasta fresca con fagiolo di controne, soddisfacente cremina naturale


Accompagnati da un vento secco…


La giornata è particolare, siamo in missione ad ora pranzo, cosa rara, e al freddo insolito degli ultimi giorni è subentrato un vento afoso e difficile da decifrare. Ci accompagna per il lungo tragitto rigonfio di verde. Controne è un po’ deserta, del resto è ora di pranzo, e il vento la spazza via a piccole folate mentre ci dirigiamo al locale.

Veniamo subito accolti da Donato, che con grande entusiasmo fin da quando ci siamo sentiti la prima volta si è dimostrato disponibile a mettere in tavola tutti i sapori della sua taverna, a cominciare da un vino della casa molto particolare, decisamente amabile. Un mix di uve dove spiccano Merlot, Aglianico, Barbera e anche uve bianche.


Al tempo delle presentazioni subentra quello del tagliere, ormai un rito irrinunciabile delle nostre sessioni.
Lardo, capocollo bello spesso, soppressata (in diverse versioni) e un formaggio stagionato.
Stranamente a dispetto di un prodotto per me spesso troppo aromatico (al quale preferisco il dolce del salume classico) il pezzo migliore è proprio la soppressata.

Al tagliere seguono rapidamente delle patane cunzate con peperone crusco spezzettato, dei broccoli dal sapore quasi orientale (con pomodori secchi), un primo assaggio di fagioli bianchi con crostini (e un olio extravergine che picca da quanto è puro) e un caciocavallo al tegame con una coriandolata di tartufo.

Quasi superfluo dire che nella sua semplicità il fagiolo-con-crostino è probabilmente il piatto migliore, sicuramente l’aggiunta di EVO è un’ulteriore raccomandazione difficile da ignorare. Ogni piatto però è degno di un ottimo antipasto composto, vario, non pesante.

Ad esempio, anche il caciocavallo in tegamino, che solitamente si rivela un chiodoterrificante, è alleggerito dalle scaglie di tartufo. Come? Non vi risulta che il tartufo alleggerisca fettone di cacio? Beh, può essere.


Assaggi di primi


Assaggi, al solito, per modo di dire. Donato ci propone una classica pasta fatta in casa, tra la reginella e la lagana, che accompagna naturalmente col fagiolo locale.
Piatto egregio nella sua semplicità, ancora una volta, che si gongola nella sua cremina al naturale di fagioli che la cottura ha ridotto ad una farinosa purea. Classico e sempre piacevole.

Successivamente, scarola e fagioli con peperone crusco.
Qui ci dobbiamo fermare un secondo perchè il fagiolo si scansa un attimino lasciando le luci dei riflettori per un non-protagonista da oscar. Sto parlando del peperone crusco, che posso dire uno dei migliori che abbia mai provato in vita mia.

Un pochino amarognolo, come le più buone radici di liquirizia, lucido e brillante come un rubino, croccante, è uno snack ideale al punto che mi concentro per diversi minuti solamente su di lui.
Donato ce ne porta un altro paio come fossero dei buoni cubani, in un piattino a parte, e noi li sfumacchiamo allegramente. I venti caldi e il sole non troppo forte sono perfetti per far fiorire questo gioiello locale, che vi consiglio caldamente. Non c’è bisogno di dire poi che anche la scarola e fagioli, bella fusa in una crema perfetta (ma consistente, mai liquida, facilmente distinguibile) risulti ottima.

Taverna degli antichi sapori, Scarola e fagioli
– Peperone crusco spettacolare!

Inaspettatamente come secondo primo arrivano delle italiche coccarde alla Italo Balbo farcite alla ricotta.
Hanno su di noi lo stesso effetto della contraerea in quel sbadato giorno di Giugno del 40′.
Anche se siamo già un po’ semideambulanti, storditi dal sordo frastuono del fagiolo e dai fumi del peperone crusco, il raviolo (di quello parlavo) è vincente per via di un sugo bello sapido e carico (un ragù di carne di maiale), che macchia un candido velo di pasta alla ricotta con nevicata abbondante di ricotta salata. Molto buono, ho una mia teoria sui ravioli e questo per me è vincente.

Taverna degli antichi sapori, ravioli
– Ravioli macchiati di ragù di maiale, con ricotta & ricotta salata


Ancora qualcosina…


In teoria ci si potrebbe anche fermare, ma perchè farlo?
Ritorna in grande spolvero nuovamente il fagiolo, che ormai accetta più contratti di Nicolas Cage, stavolta nelle vesti di una fagiolata locale con salsiccia.

In pochi colpi, aiutati da Corvo che dopo il KO del raviolo ritorna magicamente alla vita con cucchiaio tra le mani, il piatto è terminato e possiamo passare al dolce.

Una scomposta poco dolce, al vin cotto, neutrale sulla stessa riga dei piatti al fagiolo, e molto gradevole soprattutto per chi come me mal sopporta il troppo dolce, il troppo zuccheroso, che tende a stancarmi molto velocemente. La accompagniamo con un mirto della casa.

Scomposta al vin cotto
– Particolare l’uso del vin cotto, consigliata!

Il tempo di una foto insieme e anche questo pranzo si è concluso.
C’era molto da dire, vista la ricchezza dei piatti, ma vorrei anche sottolineare che la Taverna degli antichi sapori spicca anche per una grande disponibilità e attenzione, nei confronti del cliente.

In modo mai pedante siamo stati sempre seguiti, consigliati, indirizzati e siamo stati trattati con i guanti.
Un’attenzione quasi d’altri tempi e che è la norma in questo locale, non l’eccezione.

Vi salutiamo con una foto di gruppo, e a presto!

Foto di gruppo
– Il Trono con i nostri gentili ospiti de La taverna degli antichi sapori

Falco

– Link alla pagina FB de Taverna degli antichi sapori
Vicceria e i Sagra Kit

Vicceria e i Sagra Kit

Quando ancora si sperava che nel 2020 si potesse combinare qualcosa ci fu un primo incontro con Vicceria. Si parlò di tutt’altro ma durante la conversazione spuntò qualcosa di nuovo: l’idea dei Sagra Kit

– Con questa foto si annunciò l’inizio della collaborazione con Vicceria


Come nacque l’idea

Quando all’inizio ci incontrammo con i vertici di Vicceria l’idea era semplicemente quella di lanciare il viccio. Il “nuovo” prodotto era infatti l’inizio di un cammino intrapreso dall’azienda partendo dal pane più semplice e povero di tutti, ripreso in chiave totalmente moderna.
Sarebbe stato presentato in vari eventi, ai quali fummo presenti, e sarebbe stato inviato in box gialli e molto curati.

Qualcuno a quel punto disse: “E se insieme al viccio partissero nei box anche quegli elementi tipici di una sagra? Avresti una sagra intera inscatolata, direttamente a casa”
Da lì fu un attimo. Le combinazioni erano infinite, sul posto si valutò subito l’idea di eventi come Rufoli (e la sua fenomenale Lagane e ceci) o Felitto, si pensò a quel che era fattibile e a ciò che per quanto bello era irrealizzabile. Si passò dalle pure ipotesi a un lavoro sul campo e in pochi mesi il Sagra Kit era nato.


L’unicità del prodotto


La carta vincente era indubbiamente la novità assoluta del prodotto, mescolata nel mazzo del momento storico nel quale tutti gli eventi a cui si era affezionati erano stati appena spazzati via dal covid.
Ci si poneva di fronte un’annata vissuta con poche uscite di casa e l’idea di ritrovarsi tra le mani e le mura domestiche uno scatolone pieno di colore, che almeno con la mente ti riportava ai canti e balli (e alle mangiate) di paese fu subito accolta con entusiasmo.
Gli ordini furono da subito numerosi e in un solo mese di tempo si arrivò al sold out.

– Ogni kit è stato presentato con tanto di video e mascherina annessa


La prima collezione


I primi kit realizzati furono: “Fusillo Felittese” (che riprendeva la storica e famosissima sagra cilentana del fusillo. Riproponeva i fusilli fatti a mano di Oro di Felitto, presidio Slow Food e fiore all’occhiello anche dei nostri partner commerciali), del “semplice” sugo di casa in bottiglia, il vino (nella tipica fiaschetta) con i 2 cocci.
A seguire poi “Lagane e Ceci” ispirato appunto a Rufoli e Cicerale. Con lagane secche realizzate artigianalmente dal pastificio Ligurso, olio selezionato Marco Rizzo e Ceci di produzione Angelo Ferrante. Sempre il tutto accompagnato da cocci & vino.
Fagiolo di Controne” vedeva invece un morbido viccio pronto da infornare, accompagnarsi con olio, sempre Marco Rizzo, e con fagioli di Controne, sempre dell’azienda agricola Ferrante.
Molto simile, ma con l’elemento caratterizzante dei “cicci” sottovuoto fu l’apprezzato “Ciccimmaretati“, dedicato alla celebre Stio. Infine, un kit che era una vera bomba, quello del “Carciofo bianco di Pertosa” con carciofi scelti sott’olio, in carpaccio, accompagnati da un amaro unico e tipico, sempre naturalmente al carciofo.


Il futuro del Sagra Kit


Il sold out prima di Natale arrivò a fagiolo, questo permise una pausa riflessiva che convinse tutti a prolungare il rilascio dei Sagra Kit a cadenza annuale, con special edition in occasione di eventi spefici, in una veste grafica rivista, in un nuovo box e in nuove edizioni. Un articolo che potrebbe essere il grande primo prodotto tipico e riconoscibile de Il Trono di Sagre, in una futura, amichevole e duratura collaborazione con Vicceria.


Falco


Si è parlato molto del Sagra Kit sulla nostra pagina FB:

– Il video del Kit Fusillo Felittese dal nostro canale YT
– Il video del Kit Ciccimmaretati dal nostro canale YT
– Il video del Kit Fagiolo di Controne dal nostro canale YT
– Il video del Kit Lagane e Ceci dal nostro canale YT