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Tutti i falò che rischiano di spegnersi – Il Trono di Sagre

Tutti i falò che rischiano di spegnersi – Il Trono di Sagre


Con l’avvento, giustissimo termine di carattere natalizio visto il periodo, della più recente ordinanza pare che gli eventi e le sagre siano banditi. Ancora una volta, almeno fino al finire di Gennaio.
Seppur Gennaio non sia gran mese di sagre un appuntamento molto importante nella tradizione campana e non solo rischia di saltare. Stiamo parlando dei Falò di Sant’Antonio.


I Falò di Sant’Antonio, le origini


Il rito del falò è sempre stato legato ad un’idea di purificazione fin dalle sue origini più antiche.
Come accennato nell’introduzione la tradizione non si limita solo ai confini campani ma è diffusa in tutta Italia e perfino in Europa. In Irlanda, Danimarca e paesi con tradizioni germaniche. Una delle poche differenze è che spesso queste celebrazioni, al contrario delle nostre, avvengono in piena estate.


Tra le feste dei falò più note nei nostri dintorni abbiamo sicuramente quelle di Campagna, Nusco e Gesualdo.

I Fucanoli di Campagna (SA), di cui siamo affezionati seguaci sono sempre caratterizzati da una grande allegria data dalle musiche tipiche e soprattutto dal vino che scorre a fiumi, nei dintorni di giganteschi fuochi piazzati qui e lì per la cittadina.

E’ un’ottima occasione per provare delle pietanze locali, dalle minestre fino alla celebre matassa, un lungo filamento di pasta, servito con fagioli e un po’ di peperoncino tipicissimo del luogo.
Ricordiamo inoltre che non siamo gli unici appassionati di questo evento…nel 2019 l’evento fu premiato dai nostri utenti come Evento Autunno/Invernale dell’anno, vincendo la mitica prima Varola D’Oro!


A Nusco (AV), premiato borgo di rinomata bellezza, abbiamo invece La notte dei falò. Si svolge più o meno con le stesse modalità dei sopracitati Fucanoli e che si dice abbia avuto origine addirittura ai tempi della peste, nel 1656.
Per l’occasione, tra le bellezze naturali del borgo e le innumerevoli braci sarà possibile gustare pizza chiena, patanu e pupaini, suffrittu, pastieru, cicalucculi e tante altre perle della cucina locale.


Meanwhile a Gesualdo…


Qualche mese prima a Gesualdo (AV) le “vambalerie” (i fuochi) cominciano a venir accesi per le vie e le contrade, a proseguire una tradizione nata nell’800 dopo l’abbattimento di un grosso tiglio, simbolo del paese.
Dal legno del tiglio è nata la statua del patrono della città (Sant’Andrea) e una serie di fuochi, che anno dopo anno, continuano ad essere ricordati. Anche in questa occasione non si può fare a meno di gustare qualche prodotto locale. Fusilli e cauzuni (fusilli e ravioli alla ricotta) cecaruoccole (cecatielli e vruoccole) (cavatelli con i broccoli) panzetta r’aino ‘mbottita (Pancetta di agnello farcita) abbondano durante la festa.


Una moltitudine di feste senza fine, dentro e fuori la Campania


Questa festa è amatissima ed infatti di eventi simili ce ne sono a bizzeffe.
Cercheremo di nominarvene alcune senza dimenticare le più importanti…

A Teora (AV) abbiamo Li Squacqualacchiun e Sagra delle tomacelle un devastante mix di tradizioni locali e piatti tipici. mentre a Torella del Sannio (CB) c’è R Fuoc de le Maitniet di Sant’Antonio che come avrete intuito è un’altra celebrazione del santo.

A Castel Morrone (CE) c’è Sant’Antuono e a Quindici (AV) La Focara che va menzionata per l’incredibile cura e costanza che ci si mette per costruire il “palazzo” che poi viene puntualmente dato alle fiamme.
Grande tradizione anche per La notte de ra focalenzia, a Castelfranci (AV), ottima occasione per riprovare maccaronara e carmasciano, tipicissimi del territorio.

Di nuovo nell’avellinese, a Montoro c’è La notte delle campanelle, mentre a Casali di Faicchio abbiamo i classici falò del santo.


Potremmo continuare per ore, giuro.
Ora che ci siamo immersi nella nostalgia e nell’odore di fuliggine, legna, braci, carni e pasta fatta in casa…come faremo a rinunciare per un altro anno a tutto questo?


Falco

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I Fucanoli – Campagna (SA) – 2019

I Fucanoli – Campagna (SA) – 2019


Ieri, 17 Gennaio, si festeggiava una delle mie feste preferite di tutto il panorama sagre-feste patronali-eventi: I Fucanoli di Pro Loco Campagna, per il giorno di Sant’Antonio.

Matassa e fagioli
– Una delle tante deliziose matasse de I Fucanoli


La fiumana del progresso


E’ un appuntamento al quale non manco mai, così anche quest’anno mi carico in macchina i giovani e optiamo pure per la partenza intelligente, alle 20.30 infatti siamo belli carichi e decisi ad evitare il mega-ingorgo che si crea puntualmente all’ingresso della cittadina.

E invece…dopo aver dribblato con gran stile una serie di posti di blocco con scuse fallaci veniamo ricondotti all’inizio del percorso per prendere obbligatoriamente la navetta.

Perchè volevo evitare la navetta? Perchè la parte migliore dei Fucanoli è quando razzoli perso nei tuoi pensieri, post 2 di mattina, mentre si smontano stand, si braciano le ultime salsicce, si saltano le caldarroste sopravvissute, esce quel piatto extra di matassa che si è azzeccata talmente tanto che se la spiattelli in faccia a qualcuno devono rimuovertela chirurgicamente tipo il facehugger di Alien…e dovendo sottostare ai tempi della navetta finisci inevitabilmente per perderti tutto l’after, appunto.

Eppur ci tocca.
Dopo aver parcheggiato giriamo l’angolo per fare il biglietto per la sopracitata e lo spettacolo che ci si pone davanti è uno spettacolare mix tra il finale di “Ivan il Terribile” del 44′ (SPOILER!) e “La guerra dei mondi”.

Una fiumana di sfollati converge su una casetta in legno dove trincerati all’interno un uomo che smitraglia 800 biglietti al minuto come la miglior Maschinengewehr 42 resiste eroicamente all’orda di avventori smaniosi di un posto sul minibus.

Il clima è quello delle evacuazioni di massa più simpatiche, c’è una rilassata consapevolezza stile rastrellamento del ghetto di Varsavia e un’accettazione del proprio fato ammirevole, qualcuno spera di rivedere un parente perduto al terzo snodo della fila, a qualcuno basta che sia rimasto un piatto di pasta.


Un break ogni 3 metri


Come scialuppe di flanella di un moderno Titanic finalmente giungono le navette, sono forse ormai le 22 e siamo a Campagna!
Tempo 30 secondi e il nostro gruppo di una buona dozzina di anime si sfascia, noi non resistiamo e ci blocchiamo al primo portone, qualcuno ha detto matassa e vino?

E sia, è ottima, viene divorata in pochi secondi.
Sottolineo che dovevo fare a metà con Corvo, che invece avidamente mi lascia solo qualche bistrattato straccetto di amido…

Avanziamo, di circa 3 metri. Secondo capannello, minestra (verza) e fagioli? Ci piace, aggiunga svariati bicchieri di vino, messere.

Il viavai è leggero e piacevole, nonostante la massa di gente che però tende a raggrupparsi a imbuto nelle strettoie, tolta però qualche sbracciata si avanza tranquillamente.

Finalmente raggiungiamo anche il gruppo, che sta divorando matassa in uno dei tanti pit stop che la rendono disponibile, proviamo anche questa, è ottima!
Massiccia presenza di fagioli borlotti, alto tasso di cremosità tendente al brodoso e pasta anche al dente, qui c’è del mestiere.

Corvo si lancia rapace su una porzione di fagiolata, poi intervalla con una messicana, al quarto bicchiere di vino in 20 minuti realizzo con orrore che ho lasciato tutti i miei soldi sul fondo del fiume Sand Creek.

Minestra e fagioli
– Minestra e fagioli, tanto saporita quanto bollente


Si sfiora il default


Nella smania di passare succo d’uva ho lasciato tutto il resto su una cassa a inizio paese, val la pena tentare, ed è qui che accade la magia.
Senza probabilmente neanche ricordarsi di me, di chi sono, delle mie ambizioni e dei miei sogni, la gentil ragazza alla cassa crede alla mia storia strappalacrime, che non mi avrebbe più permesso di continuare a bere a suon di 50 cent lo shot, e mi ridà tutto il resto.

Tu, signorina, che campeggiavi di fronte il bar NOIR Campagna sappi che ti sei procurata riconoscenza a vita, contattaci in privato se ti riconosci nella descrizione, non si dica mai che io volti le spalle al karma.

Felice di aver riavuto il mio soldino ricomincio a spenderlo in vino, poi dopo un rapido pit stop, durante il quale qualcuno prova una fetta di pane light con uovo e pancetta, ci dirigiamo verso il super-falò di San Bartolomeo, quello su in vetta.


Fino alla vetta


Ora, la salita è considerevole, dopo 2 piatti di matassa, fagiolata e un numero sconsiderato di bicchierucci di rosso vi assicuro che la affrontiamo con un pò di palpitazioni, però ne vale la pena: 180 quintalate di legna bruciano altissime nella notte e, capolavoro, degli omini distribuiscono salsicce omaggio.
E’ il paradiso? La salita era il purgatorio?
Corvo come San Tommaso, se non bracia non crede, e si ingolla il salsiccion. Torniamo giù.

L’elenco di ciò che abbiamo mangiato continua in ordine sparso: caciocavallo impiccato, lagane ceci e porcini, un soffritto talmente carico e autentico che avrebbe reso blu senza truccarsi anche un William Wallace cresciuto a lattuccio e huggies, un’ennesima matassa, un’altra fagiolata, poi ho perso il conto.

Putroppo non riusciamo a goderci il privè perchè fattasi l’1 e 15 parte “l’ultima navetta”, che è stavolta, non come le precedenti che hanno cominciato ad abbandonarci 40 minuti prima, davvero l’ultima.

Presumibilmente la peggior navetta possibile, dove incroci di dialetti dal guatemalteco all’altavillese si mescolano con cadenze alticce a profumi e sapori di un vin brulè umano che ci conduce finalmente all’auto, che ci conduce finalmente al baretto, dove si brinda a un finale come volevamo noi, a 15 minuti dall’alba, a suon di Montenegro.

Che belli i Fucanoli.


Falco


La pagina degli organizzatori:

Pro Loco Campagna


Scopri il post originale su FB!

– La recensione originale dei Fucanoli di Campagna (SA)