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Sagra del fusillo felittese – Felitto (SA) – 2023

Sagra del fusillo felittese – Felitto (SA) – 2023


La Sagra del fusillo felittese è indubbiamente una delle più note e longeve del vasto panorama di eventi campano. Se non ci fosse stata l’interruzione forzata del noto biennio volerebbe alta verso le 50 edizioni, mentre per ora si ferma “solo” a 46. Andiamo a scoprire cosa ha reso così nota questa sagra.


Il fusillo felittese


Il grande protagonista della Sagra del fusillo felittese è sicuramente il suo fusillo. Filamento lungo e molto sottile di pasta, caratterizzato dall’essere cavo all’interno. Questo perché durante la lavorazione viene velocemente spalmato e arrotolato intorno al tipicissimo ferretto, quello che gli dona la sua forma finale.

La sagra di Felitto è visitata da circa 4.000 persone al giorno (nei suoi 10 giorni classici di sagra, quest’anno dal 12 al 22 Agosto, aperti a pranzo e cena!) e posso assicurarvi che gran parte di queste sceglieranno proprio il fusillo. Per ovviare a questa incredibile richiesta diversi team di massaie e artigiane allenate tirano su tavoloni di legno gomitoli praticamente infiniti di fusilli.


Il fusillo è fin da sempre considerato il simbolo di Felitto ed il principe della sua tavola.
Durante l’evento viene servito principalmente in due modi: Al ragù di castrato oppure al ragù di vitello.

La naturale porosità del fusillo aiuta a trattenere il saporito sugo e il coccio è abbastanza abbondante da permettere tranquillamente a due persone di sfamarsi (anche se per quanto è buono ce la fai tranquillamente anche da solo)


Un vasto menu


Insieme al fusillo abbiamo naturalmente provato tutto il menu. Per provarlo vi basta fare un po’ di fila e poi accomodarvi al tavolo, dove verrà presa la vostra ordinazione. Vi consigliamo di calcolare bene i tempi, questo non è un ristorante e bisogna comprendere che non ci sarà un servizio scattante, poco male, poichè è una sagra e dovreste rilassarvi.

Tolta la classica fettina di vitello arrosto siamo rimasti piacevolmente sopresi dal gusto della salsiccia di maiale (storicamente si usa quella di cinghiale, ma per quest’anno è stata fatta un’eccezione) che arriva accompagnata da patatine fritte di fattura casalinga.


Tipico anche il ciauliello felittese (o comunque cilentano), che è composto oltre ai classici elementi della ciambotta (melanzane, peperoni, patate) anche dalla zucchina. Sorprendente la trota invece.
Presente in menu fin dalle prime edizioni, dai tempi in cui si poteva attingere senza freni dal fiume Calore, è servita cotta alla piastra. Senza impanicarvi potete rimuovere la fitta rete di spine per poi godervi la ricca polpa presente all’interno.


Ad introdurre il pasto ci pensa un antipasto misto di salumi e formaggi, con melanzana grigliata sottolio accartocciata al centro. Tutti i prodotti sono locali, tra cui l’ottimo capocollo. Siccome il sugo di castrato era già nel fusillo come secondo abbiamo preso il vitello al sugo. Morbidissimo, saporito, una delicata braciola. Le enormi ruote di pane paesano viste nelle retrovie hanno assistito tutto il pasto e le varie scarpette.


Borgo e oasi


Prima (sicuramente prima) del pasto è consigliabile fare un giretto anche nei vicoli di Felitto. La Sagra del fusillo felittese si tiene solo in un angolino (con bel panorama) adibito a cucina e tavolate, mentre il resto del paese vi aspetta per essere scoperto.


I vicoletti riportano diversi graffiti e opere reduci da eventi passati, tra cui un’ammirevole collezione di ritratti di gatti, una casa araba (o quel che ne rimane), diverse porte risalenti al medioevo, da cui si ergevano delle vere e proprie torri (di cui oggi rimangono solo le spoglie) e una tenuta che dalla sommità del paese controllava le Gole del Calore, un lungo, verde crepaccio dove scorre l’omonimo fiume e che ha dato vita a tutte le diverse oasi.


E’ possibile e consigliabile visitare le diverse oasi che si affacciano sul fiume Calore. Le oasi sono mete molto amate dal turismo locale ma anche internazionale. Sono sfruttate per campeggiare, per puro relax o per sport più o meno estremi, dal rafting al tranquillo kayaking.


Dalla sommità del Cilento


La Sagra del fusillo felittese, partorita dagli sforzi della Pro Loco, con la complicità del Comune, che le riconosce il grande merito di aver messo Felitto sulle mappe, è dunque un’ottima scusa per visitare un antico borgo rimasto praticamente bloccato nel tempo e purtroppo in avanzata fase di spopolamento. Le gole, inoltre, rendono la sosta in loco degna di essere approfondita. Tutto questo se non vi bastasse già l’ottimo fusillo!

Le possibilità sono tante. La sagra tradizionalmente, tolto qualche esperimento durante la sua lunga carriera, si è svolta quasi sempre con le stesse modalità. Sarebbe bello riuscire a coinvolgere anche tutte le bellezze che circondano Felitto, anche se ci rendiamo conto che è semplice solo a dirsi.


Falco

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Sapori d’autunno – Felitto (SA) – 2021

Sapori d’autunno – Felitto (SA) – 2021

Prima di questa Sapori d’autunno sapete a quanti eventi degni di questo nome siamo stati nel 2021? Due.
Qual tristezza, qual scandalo, quale orrenda privazione…
Siamo passati da 200 eventi l’anno a 2. Ci mancano giusto un paio di zeri…

Come sarà dunque tornare a Felitto? In un momento in cui hai dimenticato anche il sapore di una sagra…riuscirà uno dei paesi simbolo del Cilento, con la sua Sapori d’autunno, a ridarci un po’ quella sensazione di folla calorosa, fuliggine, pasta spessa e folk ? Vediamo.

Sapori d'autunno, pasta
– Ampia scelta in zona carboidrati


It’s a long road to Sapori d’autunno


Chiaramente uno dei dettagli più noti dell’andare a Felitto è il tempo effettivo impiegato per andare a Felitto.
Siamo un po’ marmotte del Bosco Piccolo questa sera, un po’ timorosi, un po’ feriti, un po’ curiosi.
Corvo infagottato nel suo cappotto sbotta ogni curva mentre ci conduce finalmente all’evento.

Il fatto che per trovare parcheggio dobbiamo inerpicarci per qualche stradina secondaria ci lascia intendere che ci sia stata una grande affluenza.

Felitto è pur sempre Felitto, e il fusillo fa gola.

Sapori d’autunno è alla sua 14esima edizione, un fanciullo rispetto alla sua alternativa estiva ben più nota, questo le permette però di rilassarsi e sperimentare. Non soltanto fusilli con o senza castrato, dunque, ma un bel po’ di scelta.

Sapori d'autunno, folla
– Grande affluenza e assalto ai banchetti


In realtà tolto il primo momento di smarrimento nel quale cerchiamo di capire da dove cominciare (sorseggiando i primi bicchierucci di vino rosso, bello pungente) e trovato (o meglio, aggredito!) il primo tavolo, mappe alle mano, ci sparpagliamo per assaltare i banchetti e portare a casa base le provviste.


La sfrionzola è finita


Io che volevo farmi furbo volevo iniziare dalla fine, cioè dai secondi, perchè la fila per la pasta era interminabile.
Come secondi la scelta è tra: Trippa, Sfrionzola e Tagliata con i porcini.

Ora, la tagliata è un articolo complesso che solitamente evito ma Corvo voleva assolutamente provarla, così mentre lui attende lì io tento di fare il colpo grosso e portarmi a casa Trippa e Sfrionzola. Quest’ultima, però, ahimè, è già finita, nonostante siano solo le 21!

Si vede a occhio che è arrivata parecchia gente, si vede che probabilmente non se lo aspettavano e chi ne ha fatto le spese è stata la mia amata carne di maiale con pappacelle.
Mentre increduli toscani e anziani smarriti continuavano a chiedere, resi sordi dallo sconforto, la maledetta sfrionzola io intanto provavo la trippa.

Io sono un fan della trippa, la mangio anche dal barattolo, il che vuol dire che mi piace proprio.
Questa di Felitto mi ha lasciato immediatamente un sapore di casereccio.
Tagliata a pezzi molto spessi, pareva una calamarata (!), era accompagnata da fettone di pane e sugo molto delicato.
L’ho sbocconcellata con piacere e con piacere ve la approvo.

Sapori d'autunno, trippa
– Una buona porzione di trippa !


Caciocavallo, pasta…e pizza?


Come anticipavo il menu di Sapori d’autunno è bello lungo. Abbiamo ben 4 tipi diversi di pasta, i secondi di carne che ho elencato prima, caciocavallo impiccato, addirittura la pizza e poi i dolci.

La fila della pasta arriva a Capaccio, qualche coraggioso dei nostri si mette in linea “come gli altri, verso l’Inferno” mentre quelli liberi sciamano di banchetto in banchetto tra vino e piatti al volo.

Mentre Corvo è riuscito a prendere una tagliata con porcini e si dirige tronfio al tavolo, io sto ancora dando una mano nella sezione-cacio (dove per dare una mano si intende star in piedi a guardare il formaggio sciogliersi bevendo vino) e qui direi che sarebbe stato molto meglio se le caciotte appese fossero state almeno 4 o 5, invece di solamente 2.
L’affluenza di fronte il formaggio sembrava quella della folla alla messa di San Gennaro.
“E’ sciolto? E’ sciolto?” chiedevano i fedeli.

Caciocavallo impiccato
– Ottimo formaggio paesano

Momento della verità. Il cacio impiccato secondo me è ottimo, mi viene da ridere pensando a quando due anni fa facevamo classifiche mentali su quale formaggio fosse il migliore mentre quest’anno ne abbiamo assaggiato solo uno (dannazione!). Ammetto però che nonostante l’attesa questo si sarebbe ben piazzato, gran bel cacio.

La tagliata non è da meno, qui devo alzare le mani perchè questo è un articolo delicato e farlo per tante persone è a dir poco complesso.
L’omaccione dietro il banco, Efesto in prestito, martella e scintilla i costati della sua fornace e forgia questi piatti delicatissimi che sarebbe stato un attimo sbagliare.
Invece la carne è cotta al punto giusto, i porcini sono ottimi, la cremina che si crea amalgama il tutto e permette una generosa scarpetta.
I mugolii di piacere dei miei commensali mi lasciano intendere che siano d’accordo con me.
Questi due articoli sono un bel grosso OK per Sapori d’autunno, li consiglio.

Tagliata con porcini
– Tagliata con porcini, inaspettatamente delicata


E pasta sia!


Acchiappo la pasta un pochino fredda, poichè sorseggiando vino mi ero lasciato tentare dall’ordinare una pizza paesana.

Anche qui al banco pizza si sta probabilmente per consumare un dramma.
L’eroico pizzaiolo potrebbe stramazzare a terra da un momento all’altro.
Non si ferma un secondo, regola il forno, inforna, controlla, tira fuori i panetti, li condisce, c’è un bordello di gente in attesa e 30 minuti di tempo previsto per avere la tua Paesana (o la tua Margherita) ma onestamente quell’uomo non potrebbe andare più veloce.

Nel rispetto delle sue fatiche non oso lamentarmi, neanche del prezzo (5 euro è un po’ tantino per una pizza casereccia), che infatti rivela poi i suoi limiti all’assaggio. Non mi si fraintenda, molto buono il pomodorino e il formaggio, ingredienti paesani, ma l’impasto è poco lievitato e abbastanza pesante da digerire.
E’ estremamente probabile che il problema qui sia stata la molta richiesta, non ci sono stati i tempi tecnici corretti per far esprimere questa pizza al massimo del suo potenziale, peccato.

Pizza paesana
– La pizza

Riguardo la pasta, mi è un po’ ostica quella di farina di castagne, per mio gusto personale, nella sua versione al sugo, mentre sembra essere più apprezzata in generale la versione col fusillo in bianco con salsiccia e porcini.
Nel caso, tristemente, non siamo riusciti a provare il fusillo classico col ragù (la versione storica col castrato non era in elenco)


Pasteggiare con vino e castagne


Una volta che abbiamo mangiato sedie e tavoli e ci siamo rilassati, davanti a un infinito paccotto di castagne (qualità prezzo a livello alti, per me, con castagne ottime, cotte alla perfezione e ad un simbolico 2 euro) abbiamo la possibilità di guardarci intorno e fare qualche analisi su questa Sapori d’autunno sorseggiando da sprovveduti una Grappa di Pappa Reale arraffata su qualche stand (perchè i limiti non esistono) che con la sua dolcezza ricordava un devastante liquore agli struffoli.

In fondo al cuoricino, tra trippa e pizza che rallentano le funzioni vitali, oggi siamo stati contenti di essere qui.
Ah quanto è mancato tutto questo…
Come si è potuto star lontani da ciò?



Ricominciare dopo tanto tempo era ovvio che si portasse dietro qualche problematica.
Come avevamo voglia noi, la avevano in molti altri, e questo ha causato un parcheggiare un po’ ostico, delle lunghe attese e qualche difficoltà. Ma era del resto ovvio, e immaginabile.
Spiace molto per chi ha passato metà serata in fila (per chi ha deciso di prendere la pasta intorno alle 21 probabilmente non c’è stata altra serata che l’attesa stessa) e per i prezzi molto alti se paragonati ad eventi simili (pasta tra i 6 e i 7,50 €, Trippa 5€, Sfrionzola 5,50 € e vino a 1 €), insomma anche cercando rifugio nel casereccio a voler provar tutto si arrivava a prezzi da ristorante.

Nonostante tutto, però, è stato bello ricominciare, lo dico molto sinceramente.
La musica nell’aria, la gente contenta, finalmente il piacere di un po’ di vino, una panca e qualche amico.

Falco

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Vicceria e i Sagra Kit

Vicceria e i Sagra Kit

Quando ancora si sperava che nel 2020 si potesse combinare qualcosa ci fu un primo incontro con Vicceria. Si parlò di tutt’altro ma durante la conversazione spuntò qualcosa di nuovo: l’idea dei Sagra Kit

– Con questa foto si annunciò l’inizio della collaborazione con Vicceria


Come nacque l’idea

Quando all’inizio ci incontrammo con i vertici di Vicceria l’idea era semplicemente quella di lanciare il viccio. Il “nuovo” prodotto era infatti l’inizio di un cammino intrapreso dall’azienda partendo dal pane più semplice e povero di tutti, ripreso in chiave totalmente moderna.
Sarebbe stato presentato in vari eventi, ai quali fummo presenti, e sarebbe stato inviato in box gialli e molto curati.

Qualcuno a quel punto disse: “E se insieme al viccio partissero nei box anche quegli elementi tipici di una sagra? Avresti una sagra intera inscatolata, direttamente a casa”
Da lì fu un attimo. Le combinazioni erano infinite, sul posto si valutò subito l’idea di eventi come Rufoli (e la sua fenomenale Lagane e ceci) o Felitto, si pensò a quel che era fattibile e a ciò che per quanto bello era irrealizzabile. Si passò dalle pure ipotesi a un lavoro sul campo e in pochi mesi il Sagra Kit era nato.


L’unicità del prodotto


La carta vincente era indubbiamente la novità assoluta del prodotto, mescolata nel mazzo del momento storico nel quale tutti gli eventi a cui si era affezionati erano stati appena spazzati via dal covid.
Ci si poneva di fronte un’annata vissuta con poche uscite di casa e l’idea di ritrovarsi tra le mani e le mura domestiche uno scatolone pieno di colore, che almeno con la mente ti riportava ai canti e balli (e alle mangiate) di paese fu subito accolta con entusiasmo.
Gli ordini furono da subito numerosi e in un solo mese di tempo si arrivò al sold out.

– Ogni kit è stato presentato con tanto di video e mascherina annessa


La prima collezione


I primi kit realizzati furono: “Fusillo Felittese” (che riprendeva la storica e famosissima sagra cilentana del fusillo. Riproponeva i fusilli fatti a mano di Oro di Felitto, presidio Slow Food e fiore all’occhiello anche dei nostri partner commerciali), del “semplice” sugo di casa in bottiglia, il vino (nella tipica fiaschetta) con i 2 cocci.
A seguire poi “Lagane e Ceci” ispirato appunto a Rufoli e Cicerale. Con lagane secche realizzate artigianalmente dal pastificio Ligurso, olio selezionato Marco Rizzo e Ceci di produzione Angelo Ferrante. Sempre il tutto accompagnato da cocci & vino.
Fagiolo di Controne” vedeva invece un morbido viccio pronto da infornare, accompagnarsi con olio, sempre Marco Rizzo, e con fagioli di Controne, sempre dell’azienda agricola Ferrante.
Molto simile, ma con l’elemento caratterizzante dei “cicci” sottovuoto fu l’apprezzato “Ciccimmaretati“, dedicato alla celebre Stio. Infine, un kit che era una vera bomba, quello del “Carciofo bianco di Pertosa” con carciofi scelti sott’olio, in carpaccio, accompagnati da un amaro unico e tipico, sempre naturalmente al carciofo.


Il futuro del Sagra Kit


Il sold out prima di Natale arrivò a fagiolo, questo permise una pausa riflessiva che convinse tutti a prolungare il rilascio dei Sagra Kit a cadenza annuale, con special edition in occasione di eventi spefici, in una veste grafica rivista, in un nuovo box e in nuove edizioni. Un articolo che potrebbe essere il grande primo prodotto tipico e riconoscibile de Il Trono di Sagre, in una futura, amichevole e duratura collaborazione con Vicceria.


Falco


Si è parlato molto del Sagra Kit sulla nostra pagina FB:

– Il video del Kit Fusillo Felittese dal nostro canale YT
– Il video del Kit Ciccimmaretati dal nostro canale YT
– Il video del Kit Fagiolo di Controne dal nostro canale YT
– Il video del Kit Lagane e Ceci dal nostro canale YT