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Tour Gastronomico de Il Trono di Sagre

Tour Gastronomico de Il Trono di Sagre


Quello di organizzare un nostro evento è sempre stato, fin dai primissimi giorni dell’apertura della pagina, nel 2017, un piccolo sogno. In realtà un sogno del genere è tutt’altro che piccolo…ma l’idea era quella di far partire un Tour Gastronomico degno de Il Trono di Sagre!


Il primo tentativo, La Cantina del Riccio a Castiglione del Genovesi (SA)


Nel nostro girovagare abbiamo trovato immediatamente un locale complice, con uno stile di cucina tradizionale ma “sbarazzino” e una mentalità aperta al mettersi in gioco: La cantina del riccio, a Castiglione del Genovesi (SA).

Le prove di dialogo non sono durate molto, difatti abbiamo subito trovato un accordo e ci è stato proposto un menu eccellente. Il Tour Gastronomico de Il Trono di Sagre era nato. Tour, si, perché l’idea era proprio quella di portare il vessillo de Il Trono in giro per il Sud Italia, locale per locale, specialità per tipicità.

Tour Gastronomico, il menu
– Il primo, storico, menu del primo evento de Il Trono di Sagre!


Colmo di tipicità puramente locali (come le castagne e i funghi) e prettamente stagionali (i cachi!) il menu si sciorinava perfettamente negli ingranaggi de Il Trono. E, diciamolo chiaramente, era anche bello lungo…se devi mangiare è meglio che mangi tanto, e bene, del resto. La nostra è sempre stata una filosofia prettamente mangereccia&godereccia, non ci nascondiamo dietro un dito.

Eravamo dunque pronti a partire, con l’evento creato, le foto fatte e la salivazione che aumentava, poi è successo qualcosa…qualcosa che accade ogni 100 anni: la pandemia.


Il ritorno del lockdown, dopo 60 anni, e un sogno da rimandare…


Non si sentiva parlare di lockdown e coprifuoco da 60 anni, in Italia, e quando l’hanno rimesso? Il 23 Ottobre.
Esattamente il giorno in cui si sarebbe dovuto tenere il nostro evento. L’universo sta tentando di dirci qualcosa? O ci sta elegantemente mostrando il dito medio?

Tour Gastronomico, la prima copertina evento
– La copertina originale dell’evento poi annullato, del 2020


Non c’era modo di rimediare e così l’evento venne annullato, rimandato, mettetela come volete, ma fu una bella delusione.


Una nuova speranza, dicembre 2021


Un anno e qualche mese dopo eravamo pronti a rimetterci in gioco, e anche la Cantina del riccio era disponibile ad accettare la sfida. Dopo qualche scambio di telefonate…si riparte, stesso menu, stesso locale.

Tour Gastronomico, la copertina evento ufficiale
– La nuova copertina riveduta e corretta


L’evento diventa subito virale, coinvolgendo oltre 500 persone interessate e venendo visualizzato da oltre 10.000 utenti in tutta la Campania, e oltre.

Nonostante ciò, c’è da dirlo, siamo stati ben lontani dai numeri del sold out e questo ci ha un po’ abbacchiato…
In fin dei conti abbiamo però deciso di goderci comunque la serata con chi aveva deciso di crederci e di unirsi a noi e ci siamo fatti, si può dire, una grande e grossa mangiata!

Roberta, infatti, non si smentisce e il menu arriva, portata, dopo portata (con qualche sorpresa in omaggio) inesorabile in sala. Abbondanti cocci di riso al forno, delle polpette di maiale che si sciolgono in bocca, abbondanti patate con pancetta, della carne morbida come il burro…

E ancora zeppoline di castagne, amaro tipico, melanzane con ricotta e cachi, zuppa di fagioli e castagne.

Il Tour Gastronomico era iniziato, era lì davanti ai nostri occhi e seppur più in piccolo (decisamente più in piccolo) di come lo si era immaginato…era stato realizzato.

Tutto ciò che rimaneva da fare ora era…scegliere il prossimo locale per la seconda tappa del tour!

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La cantina del riccio | Wine bar – Castiglione del Genovesi (SA) – Tavolo Riservato

La cantina del riccio | Wine bar – Castiglione del Genovesi (SA) – Tavolo Riservato


Ad un anno di distanza torniamo da Roberta a La cantina del riccio per riprendere un discorso lasciato in sospeso proprio ad inizio coprifuoco nel dimenticato 2020. Dove c’è cibo tradizionale c’è Il Trono di Sagre (e la sua versione relativa con i piedi sotto la tavola, tal Tavolo Riservato) e ogni iniziativa a riguardo è una pista da seguire come un cane da tartufo. A proposito di tartufo, intanto vi dico che abbiamo mangiato, poi su questa cosa ci torniamo su.


Le porzioncine


Unicità dello stile di Roberta e de La cantina del riccio è che il menu è sempre composto da tante, diverse portate, che spesso si caratterizzano per essere confezionate e servite in modo tale da poter essere mandate giù anche in un sol boccone.

Una contrapposizione forte al classico agriturismo come lo conosciamo qui al sud Italia, dove quando ci si siede ci si aspetta una tavolata imbandita stile banchetto medievale, dove fette di prosciutto grandi come vele dell’Amerigo Vespucci coprono gli altri piatti, parti del locale e gli stessi clienti, che sotto di esse annaspano cercando di procacciarsi un po’ di confettura al mandarino da spalmare sul formaggio giovane.

Ma non ci si faccia ingannare!
Ho detto da qualche parte che si mangia poco? Non è così.
L’elegante trappola de (la cantina del) riccio è che ti sembra di addentare poco, inizialmente, ma poi per qualche misteriosa ragione la panza comincia a far pressione sull’eroico bottone del jeans, e lì capisci che anche oggi hai compiuto il solito attentato alla tua linea.


La sequela di piatti


Per iniziare ecco del prosciutto sfilettato di fresco dal gambone di maiale presente in bancone, accompagnato da tocchi di formaggio da far imbrunire e ammorbidire su una pietra di sale incandescente.
Ideali da ingelatinare un po’ con del miele su una fetta di pane.


A seguire arriva il “primo”, in realtà i primi.
Si tratta di due belle pentolone in coccio che ospitano il riso che è un po’ il tratto distintivo del locale.
Cotto in forno a legna, assume una caratteristica sfumatura bruciacchiata e croccante, e ci viene presentato in due versioni.

Una con zucca e tartufo, l’altro con broccoli.
Le due versioni sono entrambi soddisfacenti, ma chiaramente il profumo del tartufo da sicuramente un tocco distintivo in più. Il povero broccolo a parer nostro si piazza secondo in questa brevissima classifica.

Subito dopo cicoria e fagioli e delle polpettine delicate di vitello con al fianco delle fette di melanzana “alla contadina” o alla “spaccatella” che dir si voglia, con sugo e formaggio.
Anche in questo caso, tranne che col riso col quale ci siamo concessi un bis (quindi 2 bis, quindi 4 piatti di riso a testa) si tratta sempre di bocconi e porzioncine, solo che tra pane, bocce di vino e compagnia a breve cominci a sentirle…


E ancora, e ancora!


Il confine tra i “secondi” e tutto il resto è sottile, quindi benchè non sia in grado di capire a che punto della cena siamo continuo a mangiare, e la prossima portata è speciale.

Un taglio entrecote sulla celebre pietra di sale che sfrigola, con in cima una pioggia copiosa di pecorino e cachi.
Il taglio magro e succoso della carne al sangue si amalgama al bianco grasso del formaggio.
Un gran bel boccone che merita più di una sorsata di vino.

Di fianco alla carne, per ingentilire, una zuppa (sorta di menestra sciatizza) con zucca, foglie e cipolle.

Dopodichè è il momento del trancio di capocollo di maiale marinato servito con delle patate alle erbe abbrustolite al forno che possono essere tranquillamente usate come piccolo recipiente/base per bruschetta e che quindi volendo vi salvano dall’ingerimento dell’ennesima fetta di pane.
Anche qui ho trovato molto delicata la carne ed interessante la patata, che sembra davvero la cappella di un grosso champignon, molto sfiziosa.

Anche in questo caso di fianco c’è una zuppetta. E’ un mallone, alla maniera di Roberta, molto più umido e bagnato delle versioni braciglianesi, con un po’ di brodino d’accompagnamento.


E infine…


Ci dirigiamo a grosse falcate verso la fine.
Arrivano delle castagne locali (come tutto quello che ci è arrivato in tavola, sottolineo, a partire dall’acqua) e subito dopo delle zeppoline pucciose e incandescenti.

Stavolta invece che con la zuppetta le accompagniamo col passito.


E’ stata una cena piacevolmente lunga, di quelle che piacciono a me.
Quando vado a cena fuori mi piace passare tanto tempo a tavola con i miei amici a chiacchierare, mangiucchiare, bere vino, bere vino, bere vino e sicuramente La cantina del riccio è ideale per questo tipo di attività.
L’ambiente è caldo, spesso c’è musica dal vivo, le portate sono sempre tante, locali e tradizionali (anche se presentano sempre un tocco personale) e c’è un ampia scelta di vini (da tutta Italia).

Insomma, ci siamo rilassati, abbiamo mangiato, abbiamo ideato cose (che poi vi spiego meglio in pagina…) e non vediamo l’ora di sentire di nuovo parlare de La cantina del riccio.

Falco