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Festa della fragola – Parete (CE) – 2023

Festa della fragola – Parete (CE) – 2023


La Festa della fragola di Parete (CE) celebra il prodotto più noto della cittadina del casertano, la fragola appunto. Parete, grazie all’Associazione La Tenda, costituita da giovani e giovanissimi del posto è di nuovo scenario, dal 12 al 14 Maggio 2023 di stand gastronomici, cultura, buon intrattenimento, voglia di fare e di crescere e di nuovo sarà l’ideale scenario per gustare questa primizia locale.

Festa della fragola, fragole di Parete


Dalla piazza al palazzo Ducale


Finora la Festa della fragola si era tenuta nei pressi del Palazzo Ducale di Parete e dei suoi cortili.
Il Palazzo, lo ricordiamo, ospita anche un ristorante, un museo d’arte ed ha anche una vasta sezione dedicata proprio alla fragola e alle sue proprietà.

Quest’anno però i ragazzi dell’organizzazione hanno spostato l’evento nella piazza e nel viale che conducono al Palazzo stesso. L’idea era quella di coinvolgere nella festa anche il centro storico, che nonostante l’indotto fornito dalla lavorazione della terra e dei suoi frutti subisce ogni anno di più spopolamento, chiusura delle attività e drastica mancanza di attrattive e intrattenimento.

L’idea a colpo d’occhio premia. Approfittando della presenza dei tricolori della festa scudetto i piccoli stand in legno scuro bardati di rosso fanno la loro figura. Purtroppo a guastare un po’ i piani di questa ed. 2023 ci ha pensato l’anomalo maltempo di questi ultimi 15 giorni.


La fragola di Parete nel prossimo futuro…


La lungimiranza della gioventù di Parete si apprezza ancora di più nel momento in cui veniamo portati a visitare queste serre di nuova concezione, con delle coltivazioni pensili alla orti di Babilonia.
Un farcito sacchetto di terriccio, minerali e concimi naturali (che cerca di richiamare l’idea del ricco suolo del casertano) ospita le piantine che ad altezza occhi crescono e si lasciano naturalmente andare, penzolando verso il basso. Questo rende il raccolto infinitamente meno massacrante, ma anche più produttivo, con meno sprechi.

Festa della fragola, coltivazioni


I tempi del capolarato e della gente che sviene sotto le serre è finito, ci confermano i ragazzi.
Ci viene raccontano di come il prodotto italiano, inoltre, essendo molto più controllato rispetto alla media europea di stati ad esempio come la Spagna che tendono invece ad una coltivazione di massa per il grande mercato, sia molto più pregiato.
Sicuramente premia la biodiversità tipicamente italiana e campana che ci permette anche a distanza di pochi km di avere prodotti unici e tanto diversi l’uno dall’altro, i quali vanno giustamente coccolati, curati ed esaltati. Questo nuovo tipo di coltivazione è anche al passo coi tempi dal punto di vista dello sfruttamento del suolo e dello spreco d’acqua. Due aspetti che sono drasticamente limitati e ridotti al minimo da questo particolare approccio.


Il menu alle fragole


La fragola si rivela un ingrediente prezioso ma non semplice da incastonare, dando il meglio in piatti che richiedono una certa elaborazione, non a caso spicca sugli stand la proposta pasticcera e più legata al dolce.


Anche quest’anno però abbiamo come proposta un menu completo, a partire dal risotto che ancora una volta convince. Va considerato che tra foto e video l’abbiamo lasciato freddare a lungo ed era comunque di un soddisfacente che riportava immediatamente alle sensazioni dello scorso anno, quando nuovamente fu proposto, in un’altra variante, durante l’edizione 2022.

Come secondo abbiamo un altro prodotto locale, il maialino nero casertano, avvolto in uno scrigno di pasta brisè con coulis di fragole e caramello salato.

Risotto alle fragole, Parete


“Pizza di crema” tipicamente Paretina per quanto riguarda il dolce. Siamo già rimasti soddisfatti dalla versione base e tradizionale di questa crema che avvolge il palato e che ricorda, a dire dei ragazzi, la “polacca d’Aversa” (una versione locale della Pavlova? Da scoprire…). Il dolcetto, servito a strati, ricorda (a vista) un po’ un tiramisù bianco e un po’ la classica cheesecake (grazie a un crumble a fondo tazza) ed è intervallata da grossi spicchi di fragola sulla sommità e da una rossa dadolata, sempre di fragola, nel mezzo.

Festa della fragola, fagotto


Particolare come esperienza ma che esula dal mondo della birra tradizionale abbiamo anche una versione effervescente alla fragola. La bevanda raggiunge anche un dignitoso 4,8% di grado alcolico ma a meno che non vogliate un hangover a base di fragolata ve ne consigliamo un assaggio esplorativo.
Sempre di buon livello invece il parco vini, presente in diversi stand della festa.


Intrattenimento


Insieme agli artisti di strada, anche quest’anno è coinvolto Tony Tammaro, voce che tradizionalmente accompagna con successo le serata della Festa della fragola. Per via del maltempo sopracitato il concerto dell’amato Tony è stato rinviato tra Giugno e Luglio, in occasione di un altro evento.

Si è salvato invece lo spettacolo di Peppe Iodice, che si è tenuto con uno speranzoso occhio al cielo la domenica sera.

Festa della fragola, Associazione La Tenda

La festa della fragola di Parete è, come si è visto, una festa in evoluzione.
Un evento che vuole strizzare un po’ l’occhio alla sagra, nei suoi aspetti più coinvolgenti, ma che rimane lontano dalla mentalità di paese e che anzi abbraccia il cambiamento e caparbiamente tenta di coinvolgere il circondario, se del resto si può cambiare una coltivazione centenaria (millenaria?) si può anche invertire una tendenza di rassegnazione e spopolamento.

Si tiene a ringraziare l’Amministrazione Comunale di Parete, Marican SRL, Coop Sole, Mama Casa in Campagna e tutti gli sponsor, le cooperative agricole e le pasticcerie che hanno sostenuto la Festa della Fragola 2023.


Falco

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Sagra della frittata – Montaquila (IS) – 2022

Sagra della frittata – Montaquila (IS) – 2022


La Sagra della frittata di Montaquila (IS) è qualcosa che grazie ai miei amici molisani sento nominare da parecchio tempo, un’acquolina e un’aspettativa cresciute in me nel corso di anni. Non ero mai riuscito ad andarci ma per fortuna abbiamo rimediato in questo fine Maggio 2022, quando abbiamo anche avuto la fortuna di assistere alla frittata più grande mai fatta.

Frittata
– Il momento in cui la frittata acquisisce una sua volontà propria


Un sole giallo come un uovo


Un po’ di sfiga accompagna i volenterosi membri dell’Associazione Montis Aquilis, i quali si ritrovano ogni volta a celebrare il gigaprodotto locale in giorni di pioggia saltati fuori dal nulla. Quest’anno non sembrava fare eccezione, controllando il meteo prima di partire notiamo una funerea nuvolona con tanto di annunciati fulmini arancio…

Eppure questo mal tempo sembra in realtà non venire mai, cacciato via dal vento più o meno forte che spazza Montaquila. Non mi risulta che siamo noi a portare fortuna, dev’essere la frittata che nel corso della lunga cottura ha acquisito coscienza di sè e di ciò che la circonda e presumibilmente è ora in grado di controllare il clima.


Muoviamo i primi passi in paese, accompagnati da un membro dell’associazione che ci porta a vedere il campanile, il panorama, la sacra frittata e la sfilata, importantissima e tradizionale, che preannuncia l’inizio delle danze (quelle fatte a tavola).


La sfilata


La sfilata parte con un grande entusiasmo (come tutto ciò che accade in questa calorica 2 giorni) ed è composta da un manipolo di coraggiosi che tra un cosplay di un gruppo Ska, rievocazioni di abiti tradizionali e moderni elementi hipster (rayban e pagliette) trainano la gigantesca frittata su e giù per il paese, intervallando ogni sosta con copiose bevute di vino, offerte anche e soprattutto agli ospiti.


Dopo la testa di ponte che sorregge vino e frittata sfilano due lettighe.
Una trasporta pezzettoni di pancetta, l’altra un’anteprima di frittata.
Naturalmente non si tratta di pezzettoni della sacra frittata gigante, bensì di offerte che gli abitanti stessi di Montaquila preparano in occasione dell’evento.
Far frittate è un’abitudine tipicamente montaquilana e molisana, la base di partenza è sempre sulle 40-50 uova, altrimenti al massimo è una crepes.

Interrogati sulle nostre frittate tipiche, con sguardi indagatori e golosi, riveliamo umiliati che da noi si ha l’usanza modesta di far frittate solitamente con 4/10 uova, al massimo. Riacquistiamo però molti punti quando tiriamo fuori la “Frittata di spaghetti”, celebre pranzo da mare apprezzato da tutta la Campania marittima.


Segue, ancora, un nugolo di danzatrici in abiti popolari (stavolta senza manipolazioni moderne).
Il corteo è animato da canti popolari mescolati a tifo da stadio, musicato da chitarre, tamburelli, fisarmoniche e qualsiasi cosa tintinnii, e naturalmente ingigantito da tutto il corteo di avventori che segue in religioso caos il cammino della frittata. Una sorta di Via Crucis, con un finale più allegro.


Intrattenimento


Al ritorno nella piazza principale c’è occasione per osservare in piazza danzatori, anche di stampo amatoriale, che si gettano nella mischia a suon di pizzica e taranta. Essi fanno da apripista ai concerti veri e propri.


Il programma in realtà è molto vasto e cerca di sfruttare tutte le peculiarità del territorio, ci sono stati ad esempio dei percorsi trekking, rafting, raduni di Vespe e moto d’epoca.
La piazza centrale resta il palco principale sul quale si esibiscono i vari gruppi in programma ed intorno ad esso diversi chioschi.

Stranamente nonostante il chioschetto di acqua/vino/birra fosse solo uno non ho mai notato file ma sempre un sornione buonumore generale, un clima festaiolo si, ma anche rilassato, come di chi finalmente ha riavuto la sua giornata ideale, negata finora da questi due anni infami.

Segnalo anche che da puri folli la birra alla spina la fanno pagare 2,50 € !
Un prezzo ridicolo per una birra ottima e ben spillata, visto il contesto.
Il vino invece per gran parte della festa te lo regalano proprio, quindi potete ben immaginare.

Segnalo anche che, nonostante l’averci ripetutamente provato, non ci è stato mai permesso di pagare una sola birra. La giornata non è finita con me e Corvo che rotolavamo esamini per i saliscendi cittadini solamente perchè in teoria si stava “lavorando”.


Il momento più atteso


Intorno alle 18.00 il gigante buono (non a sentire il tuo medico curante) viene trascinato a forza sul palco e qui si rivelano alcuni interessanti dati statistici.

Il tondeggiante monolite pesa ben 114 kg. Una follia.
E’ stato composto da:
– 1782 uova (come l’anno di ricostruzione del campanile !)
– 9 kg e 600 gr di prosciutto
– 8 kg e 700 gr di salsiccia
– 8 kg di pancetta
– 5 kg e 500 gr di erbe (Prezzemolo, code d’aglio, cipollina ed erbucce locali selvatiche)
– 18 lt di olio

Un trionfo, ma ora arriva la parte migliore…il taglio.

Sagra della frittata Montaquila
<3


Quello che sembrava all’inizio un semplice rito, un’usanza standard, si rivela a noi in tutto il suo fragore. Da esterni possiamo comprendere poco ma l’entusiasmo è coinvolgente.
Al momento del taglio la felicità è palpabile, tra chi è sul palco, chi ha cotto, chi spilla, tra il pubblico, tra i danzatori che ormai si sono imboscati con la botte e saranno arrivati danzando nelle Marche, un successo locale, cittadino, che appartiene a Montaquila tutta.


L’assalto


Dopo il taglio rituale inizia in realtà la vera festa, almeno per quanto riguarda i visitatori.
La megafrittata viene portata nello stand principale dove viene porzionata, affettata, ficcata in panini o divorata assoluta. Ne vengono offerti dei cubotti al pubblico, il quale è totalmente stregato dalla sua regina gialla.

La festa continua, col calare del sole partono i concerti, si spilla a velocità doppia e sale il fragore.
Per noi è il tristo momento di andar via, dopo abbondanti 5 ore di foto scattate divincolandomi tra danze nei vicoli, video rubati a figuranti che ritornano un attimo umani e scolano a loro volta bicchieri colmi di alcol random, noi stessi che tra “reggimi un’attimo sto vino” e “ma hai tu la mia birra?” beviamo con poco controllo e naturalmente ammirazione per questo capolavoro di frittata. Un grande sole giallo che illumina un intero paese.

Ringraziamo i membri dell’Associazione Montaquilis, i montaquilani (incredibile a dirsi c’è chi non sa come si chiamano gli abitanti di Montaquila!) e tutti i nostri amici per aver mostrato la vera cordialità del Molise, siamo stati da Dio.

Falco e Corvo in pellegrinaggio


– Falco

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Festa della fragola – Parete (CE) – 2022 – Il Trono di Sagre

Festa della fragola – Parete (CE) – 2022 – Il Trono di Sagre

La Festa della fragola di Parete (CE) celebra un prodotto locale noto a livello nazionale, e sul quale ruota gran parte dell’economica cittadina, la fragola.
Edita da una decina d’anni la festa è organizzata dall’associazione no-profit La Tenda, che in collaborazione con l’amministrazione locale è riuscita a dare nuova vita al Palazzo Ducale, nel cortile del quale si tiene la festa.

– Le fragole esposte sui vari stand, nel cortile del Palazzo

La nuova vita del Palazzo Ducale

Eretto intorno al 1600, il palazzo è strategicamente centrale nella geografia di Parete e La Tenda può disporne come crede meglio. All’interno, nelle stanze al piano terra, c’è un piccolo museo della fragola.
Molto carino e curato riprende le fasi della lavorazione del (falso) frutto, la sua evoluzione attraverso i secoli, i valori nutrizionali e le curiosità. E’ usato principalmente per istruire le scolaresche di Parete.

Ai piani superiori, invece, trova spazio il PAM, un museo di arte moderna che Luigi Verrengia (il nostro contatto!) ci fa visitare, facendoci notare anche decorazioni, affreschi e incartate. L’incartata è un una tecnica di decorazione che include perfino le assi del tetto. Alcuni di questi affreschi resistono nonostante i 300 e più anni e potete visitarli a vostra volta, liberamente.

Finalmente, nel cortile, vive la Festa della fragola.
Sono stati allestiti stand in legno per permettere agli allevatori locali di esporre i loro prodotti.
Naturalmente la festa non si preclude l’occasione per coinvolgere le aziende agricole del territorio, che ci tengono a spiegarci ogni peculiarità e risvolto etico del loro lavoro.
Abbiamo incontrato agricoltori molto giovani che ci hanno ripetuto più volte quanto fosse importante per loro sensibilizzare sia sul modo corretto di vivere e gestire un’azienda agricola, sia sull’invogliare più giovani concittadini possibili a non abbandonare quest’importante radice col territorio.

Sugli stand non erano esposti solamente vino e pacchetti di fragole (tra l’altro ringrazio i ragazzi dell’associazione per averci anche fatto dono di un piccolo scrigno di fragole locali, che non paghi del menu appena degustato abbiamo cominciato a mangiare perfino in auto, sulla via del ritorno) ma anche prodotti di pasticcerie locali, gelati, fragolate e immancabile fragolino.

Purtroppo non siamo riusciti ad assaggiare nessuno di questi prodotti, ma guardate quant’erano belli!


Il menu della Festa della fragola

Il modo migliore per apprezzare la versatilità del falso-frutto rosso rubino è chiaramente quello di disegnarvi su un menu apposito. Noi abbiamo la fortuna di provarlo direttamente nelle stanze marmoree del Moles, dove lo chef ha preparato per la festa una serie di trasformazioni del prodotto principe della giornata, da degustare in diverse pietanze.

– Risotto mantecato al provolone piccante

Si parte subito con un risotto mantecato al provolone piccante con fragola in doppia consistenza.
Ricopio la definizione direttamente dalla locandina per sbagliare il meno possibile e vi dico fin da subito che questo è il piatto che mi è piaciuto di più.
Banalmente ho notato come perfettamente si percepissero tutti i sapori dei vari ingredienti, dal provolone di fondo che veniva pizzicato volta per volta dal richiamo acido della fragola, fino all’iniziale sapore dolce tipico del prodotto.

– Il maialino

Dopo un po’ di attesa (grande successo di pubblico per il menu degustazione!) arriva anche il secondo.
Filetto di maialino con rosti di patate e riduzione di fragole e aglianico.
Il maialino aveva una consistenza perfetta, umido e tenero.
Il rosti, a sua volta invogliava ad essere sgranocchiato grazie alla sua patina croccante.

– Cheesecake alle fragole

Per ultimo arriva il dolcino, una cheesecake di fragole e aceto balsamico.
Dolce classico, anch’esso buono. Si notavano facilmente le pennellate di formaggio che venivano smorzate dall’acido del limone.


La risposta del pubblico

La Festa della fragola si è tenuta il 14 e il 15 Maggio e ha riscosso, ci confidavano sorridenti i ragazzi di La Tenda, immediatamente un grande successo. Nella giornata del 14 le migliaia di visitatori hanno preso d’assalto gli stand, facendo incetta di dolciumi e vini, non contenti (anzi contentissimi, in realtà) hanno affollato la piazza e si sono preparati per il concerto notturno di Tony Tammaro.

Nella serata del 15, quella della nostra visita, si sarebbe invece esibito a breve Filippo Giardina.

E’ stata una splendida occasione per provare questo prodotto tipico che in realtà finora ci era sfuggito.
La festa è senza dubbio sui binari giusti per crescere ed evolversi ancora. I ragazzi sono giovani, ambiziosi e lavorano bene. Tutto quello che ci è stato mostrato era professionale, di gran gusto, funzionale e ben concepito, speriamo di rivederci presto nelle edizioni successive!

Falco

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Birra in villa – Castel San Giorgio (SA)

Birra in villa – Castel San Giorgio (SA)


Birra dolce e aspre polemiche (o viceversa?) nella nostra visita a Castel San Giorgio, ecco il (lungo!) resoconto delle tante cose successe ieri a Birra in villa. Gradite e non.

– Tra una birretta e l’altra ci riposiamo sulle scale del portico


Martedì? Inizia il weekend!


Questa storia che il weekend inizia Martedì è confermata dal fatto che il Birra in Villa di Castel San Giorgio finisce di lunedì, per la precisione ieri.

Per testare questo evento che ci ispirava qualità io, Sir Ciurillo e un collaboratore e amico amante di sagre e mangiate quanto noi ci siamo partiti alla volta del borgo.

Raggiunto con estrema facilità abbiamo avuto qualche dubbio su dove si trovasse il palazzo perchè di cartello per segnalare l’evento in tutta San Giorgio non ne abbiamo visto manco uno, ma una volta trovato abbiamo parcheggiato felicemente e in modo gratuito e ci siamo lanciati all’interno del palazzo.

Abbiamo scelto la formula della degustazione (ricordiamo che l’ingresso è gratuito ma per usufruire dei servizi ovviamente si paga) di 5 birre per un totale di 10 euro.

Un prezzo più che onesto se si considera che in teoria il bicchiere è da 20cl e che 5 di essi raggiungono quasi il litro, trattandosi inoltre di birra artigianale, alla spina, la qualità è garantita, in teoria.


C’è del paradossale nel mio bicchiere


A cominciare dall’ingresso però cominciano a palesarsi una serie di situazioni strambe.

Per quella che forse può sembrare una presa per il posteriore mi trovavo un ammontare di spicci in tasca tale da raggiungere quasi un 20 euro, insomma sembravo lo sceriffo di Nottingham.
Ma suppongo che al brutale sceriffo nessuno abbia detto, con un fare di scherno, che tutti quegli spiccioli erano un gran rottura, perchè è quello che è successo a me quando ho provato a pagare.

Il baffuto signore all’ingresso ha avuto da ridire in più di un’occasione sul mio metodo di pagamento, e comunque parliamo di una serie di 1 e 2 euro, non certo di 5 centesimi, altrimenti sarei dovuto arrivare con una carriola; ma anche se fosse la sua insistenza è stata tale che se dapprima pensavamo stesse scherzando sul finire gli ho dovuto chiedere se i soldi gli facessero schifo, perchè in tal caso me li sarei ripresi volentieri.

Insomma, essere accolti con delle polemiche inutili non è un bel biglietto d’ingresso, ma si sa, non è che per una persona sgorbutica si pregiudica tutto un evento, quindi dandoci poco peso siamo andati avanti con i nostri bei bicchieri lucidi pronti ad essere colmati di birra.


Un giro di perlustrazione preliminare


Prima di aggredire gli stand provenienti da tutta la Campania ci siamo fatti un bel giretto di perlustrazione, superate le postazioni di spillatura si apriva una carina nicchia all’aperto con divanetti in chiaroscuro e un’antica struttura in pietra ampia, bella e perfettamente illuminata dove si poteva stuzzicare con, tra le altre cose, tiramisù alla birra (birramisù!) e pizzelle, sempre gradite.

Il chiacchiericcio era diffuso e c’era la giusta presenza di persone di tutte le età, sopratutto se si considera che era l’ultimo giorno di festa e oltretutto che era lunedì.
E’ arrivato il momento di bere, la scelta è ampia e scegliamo a caso, vengo attratto da una bella bionda, e anche da una birra, la quale è al fiano, un trittico di tre delle mie cose preferite!
Sir Ciurillo già mi percula, “Una via di mezzo tra birra e vino? Contento tu!”, ma mi intriga.

Alla postazione ci guardano come fossimo pesci rossi in boccia.
Noi non parliamo, loro non parlano.

Finalmente indico la birra aspettandomi un’introduzione, qualcosa, insomma, sono mastri birrai e questa è una degustazione, qualcuno mi spiegherà pur qualcosa?

Ma invece no, e a quanto pare di mastro c’è poco, dato che la birra viene versata alla buona (ma anche alla cazzo) e si presenta non solo senza spiegazione, ma anche senza schiuma e piena di bolle, sembra che sto bevendo dello Svelto.

E inoltre puzza. Che il fusto fosse finito? Che la birra al fiano non presenti schiuma?
Non lo sapremo mai, perchè nessuno si è degnato di spiegarlo.

Sir Ciurillo sghignazzando prende una blanche, allo stesso stand, ma subisce la stessa sorte. Siamo stati sfortunati?
Beviamo sotto sforzo, e vi assicuro che non siamo tipi da fare complimenti con l’alcol e ci rifacciamo sotto per un secondo round.


Una serie di sfortunate spillature


Altro stand a caso, anche qui non ci viene spiegato niente.

“Questa è una birra speziata, ed è speziata, senti le spezie”
Ok, che ci sono le spezie è chiaro.

“Questa è una IPA, questa è una bionda.”
Alla grande, diciamo che è come mettere me in un concessionario al reparto vendite, ogni macchina con 4 porte è una Punto, per quanto poco ne capisco.

Ci versa una birra a testa, un bicchiere riempito a metà, uno pieno di schiuma e uno normale, ma senza schiuma.

A questo punto sembra davvero che siamo su una candid camera. Ma com’è possibile che ad una degustazione non sappiano spiegare il proprio prodotto e spillarlo decentemente?

Siamo nel 2018, ormai chiunque sa versare una birra.
Anche questa birra non ci esalta, sicuramente il fatto che sia stata versata male influisce molto, ma è un passo avanti rispetto a quella di prima che sapeva di diesel.

Un pò sconfortati decidiamo di mangiucchiare qualcosa prima di bere ancora, ma è tutto finito. Alle 22:30.
Alle 22:30 non c’è più niente da mangiare, addirittura stanno gia smontando tutto, ma com’è possibile se l’evento dura almeno fino alle 24?

Una cosa del genere successe anche a Torchiara, in un altro evento, vennero sopraffatti dalla gente, non si aspettavano una folla tale e finì tutto.
Non è una scusante, ti sei organizzato molto male se finisci tutto 2 ore prima, inoltre non c’era tanta di quella gente da lasciar supporre un assalto ai forni?

Qui non siamo allo strike 2, ma quasi al 5.
Cominciano a girarci le scatole.


A stomaco pieno si ragiona meglio


Usciamo dal palazzo perchè fuori abbiamo notato una rosticceria e per fortuna i gentilissimi gestori di Pummarò ci preparano una margherita al volo (e ci regalano anche le polpettine di melanzane )

A fine pasto col segno della croce torniamo dentro, finalmente le cose cominciano a girare per il verso giusto.

La gentile signorina dei toscanelli ci regala qualche sigaro e qualche gadget simpatico, scegliamo una nuova birra allo stand LAbirraartigianale di Faicchio, in provincia di Avellino e finalmente troviamo un ragazzo che ci spiega tutto alla perfezione con simpatia e professionalità, che ci versa una signora birra con una schiuma così densa e profumata che la indosseresti come fosse un maglione e che sopratutto si rivela buonissima!

Ce la gustiamo sui gradini esterni mentre sfumacchiamo, anche qui l’atmosfera, come in tutto il palazzo, è veramente gradevole e rilassante, ma un pò di musica avrebbe aiutato, magari anche qualche candela in più sarebbe stata ben accetta.

Anche per la 4° birra torniamo allo stesso stand, idem per la 5°, che barattiamo in una birra in bottiglia da bere a casa.
In altri tempi non sarebbe successo, ma diamine, è lunedì.


In sintesi?


Dunque, Birra in Villa è un evento che ci è piaciuto, anche se si è impegnato per perdere punti quasi fosse un boicottaggio.

Non esiste che si piantino grane agli avventori all’ingresso, non esiste che agli stand non spieghino niente e che spillino stra-male, non esiste che alle 22.30 sia finito tutto il cibo e che, in risposta alla nostra domanda su se fosse rimasto qualcosa ci viene dato con un occhiolino il biglietto da visita di un ristorante del paese. Ma cos’è, una presa per il culo?

Per fortuna le grandi potenzialità della serata, la piacevole atmosfera del palazzo, la frescura, il piacere di una birra accompagnata ad un sigaro, la gentilezza e la disponibilità di alcuni e la professionalità di altri ci ha convinto a tornare, potendo, anche l’anno prossimo.

Speriamo che qualcuno dell’organizzazione legga questa luuuuunga recensione e che sappia imparare da questi piccoli incidenti perchè Birra in Villa ha tutte le potenzialità, sulla carta, per diventare un evento fisso dei nostri inizi d’estate.


Falco


La pagina degli organizzatori:

Birra in Villa


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