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Sagra del tartufo aurunco – Santi Cosma e Damiano (LT) – 2023

Sagra del tartufo aurunco – Santi Cosma e Damiano (LT) – 2023


Molto spesso sui nostri portali si esalta la tradizione, quel processo lungo, lunghissimo, che porta un evento ad essere imperdibile. Ma ci sono storie diverse da raccontare, tipo quella della Sagra del tartufo aurunco, di Santi Cosma e Damiano (LT). Un evento che ha in tempi recentissimi scoperto di avere una storia da raccontare e un patrimonio da mettere in mostra.

– Le sapienti mani di Antonio stringono il frutto del territorio


La scoperta del tartufo


La sagra del tartufo aurunco nasce in tempi recentissimi, siamo “soltanto” alla 4° edizione, il che lascia un po’ sbalorditi se si pensa che il protagonista dell’evento è il noto, pregiato, tubero. Solitamente chi lo ha lo mette subito in mostra. Gli eventi sul tartufo, infatti, hanno di frequente alle spalle una solida storia e diverse edizioni, poiché fin da sempre hanno smosso le economie del territorio.


Non è che a Santi Cosma e Damiano nessuno fosse a conoscenza del piccolo tesoro profumoso e sepolto, è che gli sforzi erano separati e spingevano in direzioni diverse. C’erano i cavatori (i cercatori di tartufo) che agivano in maniera indipendente ed un territorio ricco di frutti da cogliere. Tutto questo finché non si è deciso di formare un’associazione, quella dei Tartufai dei Monti Aurunci.

Tra i due più convinti fautori dell’iniziativa compaiono Donato De Cesare e Antonio Mignano.
Dopo essere riusciti a convincere tutti a focalizzarsi sul tartufo bisognava ora valorizzarlo e proteggerlo.
Proteggere i frutti del territorio da cavatori improvvisati e predoni è compito proprio dell’associazione, per valorizzarlo si è scelta invece la via della gastronomia, e della sagra.

E’ proprio così che nasce la Sagra del tartufo aurunco, con Antonio Mignano, chef del noto ristorante di zona Bacchettone e Zazà (che già prima dell’evento raccoglieva fan dalle province circostanti, per via del tartufo fresco sempre presente in menu) che si inventa un menu degno della miglior ristorazione e che fin da subito convince le folle.


Un menu pregiato


Lo sappiamo per esperienza, spesso le cose complesse non funzionano quando si tratta di servire un marasma di persone che non hanno assolutamente voglia di aspettare tempi tecnici minimi e che soprattutto si aspettano di pagare molto meno di quanto farebbero in un ristorante vero e proprio.
Bella sfida, ma questo non ha fermato la Sagra del tartufo aurunco.

Uno dei pezzi forti del menu è stato praticamente fin da subito il raviolo.
Pasta farcita, quindi già costosa di default, che richiede tecnica, delicatezza e tempo.
Per la farcia non si è andati per il sottile, un saporito mix di ricotte di bufala e di pecora con grattugiata di tartufo, ottima, racchiusa in uno scrigno di pasta anch’essa puntellata di tartufo.

– Zoom sullo scrigno di ricotte

Come se non bastasse il raviolo una volta cotto viene tuffato in una cremina, sempre creazione di Antonio, e per gradire al momento di servirlo…ulteriore grattugiatina. Che spettacolo.
Ma sarà buono quanto bello?

Decisamente si. Al primo morso si nota la tenuta perfetta del raviolo. Cotto alla perfezione, non si spappola, ma si dissolve delicatamente liberando tutto il suo segreto sapore. Sorprendentemente buono, un piatto che, ripeto, non ti aspetteresti in una sagra.

Altra chicca è il secondo. Cotoletta di mailino nero, affogata in crema di tartufo.
Torna la magica cremina delle meraviglie di Antonio, e colpisce ancora.
Nonostante sia stata, per forza di cose, preparata un attimo in precedenza, la cotoletta non perde un colpo. Umida all’interno, merito anche della cremina che la mantiene bagnata il giusto, molto saporita, esaltata dalla naturale bontà del maialino nero, altro incredibile prodotto locale.

– Cotoletta di maialino nero


Mozzarelline al tartufo, formaggio al tartufo


Dopo aver sgranato gli occhi per ravioli e cotoletta tocca al formaggio fresco, sempre crivellato dal tartufo e a delle…palline? Ci ritroviamo nel piatto delle piccole pepite nere. Il cervello non riesce a recepire il messaggio e ci ritroviamo come pivelli a chiedere a Donato se “…questo tartufo si deve mangiare a morsi?“. Ma non sono tartufini veri e propri, sono mozzarelline, all’ascolana, in crosta di tartufo.

Perfettamente mimetizzate. Cerchiamo di fare qualche ripresa al momento del morso, tutto ciò che ottengo é macchiarmi pantaloncino e t-shirt di siero bollente. Delicato e fresco, invece, il formaggio.


Insieme al menu viene concesso anche un generoso bicchiere di vino (o di acqua), mentre alle spalle delle panche disposte al centro della villetta pubblica sorge anche uno stand di birra alla spina.
Noi chiaramente abbiamo provato tutto, bere ci piace quanto magnà.

Ultima parte del menu: il panino. Classico panino da festa, con i suoi pro e i suoi contro.
Tra i pro c’è sicuramente la carne. La salsiccia è locale e dice la sua anche soffocata dal pane e annegata dalle salse, presumibilmente lo stesso vale per la porchetta, ma quest’ultima non la proviamo.


Intrattenimento alla Sagra del tartufo aurunco


Nonostante le dimensioni minute del giardino pubblico che ospita l’evento, per l’intrattenimento sono state scelte diverse band che amano smuovere il pubblico. Durante la nostra visita di esibivano i Dissonanti, il giorno dopo sarebbe toccato ai Bottari, già noti in zona (e non solo) per saper smuovere folle, anche quelle zavorrate da una mangiata di troppo.


L’evento dunque, seppur giovane, ha saputo dimostrare diverse volte la sua intraprendenza.
E’ stato anche uno dei pochissimi eventi a tenersi in pandemia, con tanto di green pass proprio nel giorno in cui fu istituito. In quel caso la serietà e l’attenzione di Donato e di tutta l’associazione hanno fatto si che si ricevessero anche dei complimenti dalla forza pubblica e dall’Amministrazione, proprio per via della serietà e dell’organizzazione dimostrata. Tempi lontani, problemi lontani, per fortuna.

La zona dove si tiene la festa, in ogni caso, cambia di sovente. Un po’ si cerca il luogo ideale, un po’ si vuole accontentare tutti e non lasciare scoperta nessuna parte della cittadina. L’idea è al tempo stesso quella di esportare questa cultura del tartufo e convincere anche chi viene da fuori a venirlo a provare.
Con un menu così difficile non riuscirci.

Durante le serate sono presenti anche un piccolo parco giochi per bambini e degli espositori.
Creme al tartufo, oli al tartufo, salse al tartufo. Tartufi. Vini locali, prodotti d’artigianato, etc.
Simpaticissima iniziativa è stata anche quella di coniare delle monete con incisi dei luoghi storici della cultura del luogo, li trovate alla cassa.


Falco

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Festa del carciofo di Paestum IGP – Gromola di Capaccio-Paestum (SA) – 2023

Festa del carciofo di Paestum IGP – Gromola di Capaccio-Paestum (SA) – 2023


La Festa del carciofo di Paestum IGP si svolge da 15 consolidati anni a Gromola di Capaccio-Paestum (SA). L’edizione di quest’anno si è articolata nei giorni dal 22 al 25 Aprile 2023, poi ancora dal 27 al 1 di Maggio.
Il suo sviluppo negli anni ha contribuito, in un momento storico in cui l’attenzione sull’origine del prodotto è molto alta, anche a diffondere i gusti e i sapori di questo violetto fiore dalle caratteristiche invidiabili. Il Trono di Sagre anche quest’anno è stato partecipe dell’evento, grazie a una collaborazione consolidata con il comitato che mette in scena l’evento. Andiamo a vedere come si è svolta!

Festa del carciofo di Paestum IGP, carciofi arrostiti


Gestione folle (nel senso di “tanta gente”) e somministrazione


L’evento si svolge in un grande spiazzo di forma semicircolare proprio di fronte le scale della chiesa, ai lati del semicerchio ci sono al solito gli stand che somministrano (e preparano al momento le pietanze), al centro troviamo la schiera di tavoli (in tendostruttura coperta). Nel mezzo ampio spazio per il passeggio ed enormi balle di paglia circolare sulle quali è possibile sostare per consumare anche in piedi, opzione che abbiamo di molto preferito, dovendo scappare volta per volta tra uno stand e l’altro per mang-…raccogliere importante materiale fotografico e video.


Il punto forte della manifestazione è ancora una volta la qualità del cibo.
Non nascondo che rimango sempre sorpreso in positivo dalle pietanze che, in modo celere, istantaneo, al momento, riescono a servire al pubblico. Il raffazzonato tipico e talvolta inevitabile delle sagre di paese non è qualcosa a cui andate incontro durante quest’evento.

Una delle parti più gradevoli ai sensi, sia alla vista che all’olfatto, ma in seguito anche al gusto, è indubbiamente l’enorme graticola di braci dove si struggono centinaia di carciofi all’unisono.
La cura con cui sono seguiti supera di gran lunga l’attenzione dedicata al reattore Bol’šoj Moščnosti Kanal’nyj e infatti questa distesa smerlaldo con picchi di viola è presumibilmente il piatto migliore, ancora una volta. Spoiler? Carta giocata troppo presto? Volevate un po’ di suspance?
In realtà è facile capire il perché, abbiamo il gusto del carciofo praticamente assoluto, non alterato da troppe manipolazioni, abbiamo le braci che gli concedono un gusto affumicato, il sale che esalta il suo naturale sapore e qualche pezzettone di pancetta che aggiunge quel goccino di grasso che mancava. Naturalmente perfetto.

Festa del carciofo di Paestum IGP, caciocavallo impiccato


Freselle e novità


Piatti già consolidati trovano una nuova dimensione in un menu che continua a migliorarsi.
La fresella, già buona lo scorso anno, quest’anno è ancora più grande e colorata, con pezzettoni di pomodori rossi e carciofi è perfetta come inizio (magari da condividere, anche in tre, altrimenti vi riempite di pane!), alla stessa si aggiunge il “cestino primavera“, un panino aperto a metà che contiene tra le altre crema di carciofi, zucchine alla scapece e chips, formando alla vista un piccolo fiore, proprio come quello del carciofo.


Presente come sempre il nostro compare, il caciocavallo impiccato, con ovviamente aggiunta in corsa di crema di carciofi. A questo punto probabilmente avrete anche sete: No problem. Ottima birra alla spina (e vino) sono serviti nello stand apposito, ben visibile con le sue tendine blu. C’è anche l’acqua, anche se non ne abbiamo toccata.

Dal palco cominciano ad arrivare le prime note, si saluta come sempre il buon Gigione che anche quest’anno è passato per la sua visita tradizionale e si è esibito nella sua richiestissima performance della Carcioffola. Il parco musica passa abilmente dagli ultimi successi ai grandi pezzi del passato, con un’attitudine tendente al dance, una scelta che in un’allegra mattinata è presa di buon grado da noi e dal resto del pubblico. Abbiamo parlato del programma completo dell’evento qui.


Terra Orti & il carciofo IGP


Sponsor e collaboratore dell’evento è Terra Orti, che negli ultimi anni si è impegnata in una campagna atta a far conoscere nello specifico i prodotti tipici e certificati di ogni territorio di sua competenza, durante l’evento compare un suo stand proprio all’inizio del percorso culinario.

A seguire abbiamo anche una bella scelta di fritti, nell’ordine: Pizza fritta cilentana classica, che è possibile scegliere classica al sugo oppure bianca con crema di carciofi. Fondamentale a questo punto lo stand gluten free che propone tutti i piatti dell’evento…senza glutine (e non solo, sono attrezzati per la somministrazione, senza contaminazione, a più livelli). Abbiamo provato la pizza fritta senza glutine ed era una nuvoletta soffice, ben più che gradita!

Festa del carciofo di Paestum IGP, Terra Orti


Chips a profusione (da abbinare alla birra alla spina di cui sopra, per un aperitivo moderno), zeppole (preparate al momento), che si confermano soffici come lo scorso anno, e chiaramente i cuori di carciofi fritti, anch’essi impastellati al volo e fritti in immersione. Spariscono le polpette, un vero peccato, perché erano fenomenali!

Per chi non riesce a rinunciare al carboidrato presenza di doppia scelta di primi: Riso o Pasta.
Speck e carciofi si abbinano molto bene al risotto, che rimane una cosa estremamente complicata da servire per un evento che fa un minimo di 7.000/10.000 persone al giorno, tenendosi bassi.

Fragolata


Parcheggio gratuito, mostra, espositori e parco giochi


Il titolo del paragrafo dice tutto, o quasi, poiché è presente anche un mini mercatino con alcuni stand di prodotti artigianali (in legno, pelle, vimini etc.) e a seguire qualche casetta è dedicata anche a espositori di vino, miele e simili.

Viene riproposto il parco giochi con giostre per far sfogare i più piccoli e il parcheggio ampio e gratuito presente sia nei pressi del casolare che introduce all’evento sia alla destra del mini luna park, lo troverete seguendo il profumo delle salsicce arrostite che poi finiranno nei panini.


Vi abbiamo già accennato del dolce, ma c’è anche la fragolata (che arriva in allegato con un amaro al carciofo) e gli yogurt de La Contadina (Vaniglia, fragola e limone. Non tutto insieme). Allo stesso stand si ritira anche la bruschetta con la benemerita crema di carciofi, prosciutto crudo, capocollo, ricottina e mozzarellina.

Merita una menzione lo staff sempre sorridente, ben avvezzo ormai alle folle.
C’è un viavai di volontari che si occupano di tenere puliti i tavoli (il che non significa che siete invitati a lasciare un macello) e questo aiuta sicuramente a tenere oliato e funzionante il meccanismo.

Festa del carciofo di Paestum IGP, evento
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Falco

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Baccanalia – San Gregorio Magno (SA) – 2022

Baccanalia – San Gregorio Magno (SA) – 2022

L’evento-delirio dell’estate, Baccanalia, per molti il più atteso dell’anno, riempie ancora una volta piazze e cantine.
Ma oltre il vino che scorre a fiumi c’è tutta una San Gregorio Magno (SA) da scoprire.
Per far ciò avete di tempo dal 17 al 21 Agosto 2022, siate pronti a stappare.


Il borgo e le cantine


Alcune cose sono ormai talmente celebri che è quasi inutile spiegarle, come ad esempio la storia delle cantine. L’evento ruota intorno a queste storiche cantine incavate all’interno del paese, in tutto addirittura 600 (ma per l’occasione ne sono aperte 42) ed ognuna propone il suo menu.

Un riproporsi di piatti celebri, come i cavatelli, l’uovo fritto (accompagnato a scelta da tartufo o peperone crusco) e naturalmente la braciola di capra.

La parte peculiare di questa serata è che per la prima volta, nonostante io venga qui di filato da…10 anni (?!), per dovere e per piacere mi sia trovato solo ieri ad esplorarla quasi tutta. Di solito con la mia combriccola di filibustieri ci si fermava in piazza mangiucchiando nei dintorni, ogni mq2 un litro di vino e naturalmente dopo 100 mattonelle in un attimo erano le 4 del mattino e non c’era modo di andare oltre.

Corvo invece che ha avuto negli anni un approccio più esplorativo e meno deleterio mi conduce salvandomi almeno inizialmente dai deliri del succo d’uva.

Precisiamo che abbiamo scelto le cantine totalmente a caso.
La prima dove ci fermiamo è Da Bacco e Arianna, abbiamo raggiunto per un momento degli amici e ridendo e bevendo eravamo in 15. Ci accomodiamo all’interno.

Rendiamo un inferno la vita al povero Giacomo, il ragazzo che ci segue, urlando come scimmie cappuccine cercando di ordinare in modo estremamente confuso. Ci perdonerete.

– Il nostro loghetto!


Un assaggio dei piatti tipici


Ordiniamo in ordine sparso cavatelli con fiori di zucca e salsiccia, patan’ cunzat, braciola di capra, un antipasto gregoriano misto, vino a profusione più tutto quello preso dai nostri amici.

Di queste portate ho gradito principalmente la braciola di capra, quella capitata a noi era ottima anche se al limite del tiepido. Buoni anche i bocconcini (e sui bocconcini siamo sempre capricciosi) e i salumi dell’antipasto. La pasta invece era molto scotta, sia la nostra che quella altrui, nonostante ciò ho rubacchiato un raviolo ripieno di ricotta con sugo paesano e ho apprezzato.

– Antipasto gregoriano


Dopo aver finito di portare il caos nella cantina salutiamo al volo i nostri amici e proseguiamo in solitaria, altrimenti saremmo finiti su qualche scalinata a tracannare e addio foto, video e articolo.

Passare in piazza è sempre arduo, facciamo 1 passo al minuto divincolandoci tra la folla che per fortuna non ha ancora cominciato a scatenarsi (quest’anno presente anche un palco oltre alla solita musica itinerante). Durante la discesa incontriamo anche il Dio Bacco in persona con la quale scatta la foto di rito.

– Rendiamo omaggio alle divinità locali


Un marasma di cantine


Eravamo ormai prossimi alla mezzanotte (nonostante fossimo arrivati alle 20) e c’era un quantitativo di persone irreale. Quest’anno si è provato a contingentare un minimo anche gli ingressi proponendo un’entrata a pagamento (prezzo simbolico di 1€) anche per evitare possibilmente la presenza degli idioti di turno. Apriamo questo capitolo spiacevole per un secondo.

Ma è mai possibile che un evento del genere, di questa caratura, di questa importanza, debba essere tenuto sotto scacco dalla presunta presenza di “gente” che nel 2022 ancora non ha compreso come bere vino senza agitarsi? Facciamolo quest’appello, restatevene in una gabbia se non reggete qualche litro di vino, ripartite dall’ABC, andate a Bacardi in piazzetta, mangiate l’uva a chicchi.
Io qui ci vengo da 10 anni, non ho mai assistito a nulla e sono sempre rimasto fino a notte fonda (ieri compresa, spoiler) e nonostante ciò dove c’è alcol c’è sempre il timore che possa succedere qualcosa.
In ogni caso c’era un gran dispiego di sicurezza, qualcuno pare sia stato allontanato, ma su 5.000 (?) persone parliamo di una percentuale insignificante. Come insignificante è chi si comporta così.

Torniamo al magnà.

– Momenti di convivialità a tavola


Paglia


Decidiamo di fermarci sotto delle frasche, premetto che la narrazione e i tempi sono confusi perché eravamo già abbondantemente brilli, non ve lo posso nascondere. Quest’articolo naviga a vista.
Caschiamo però bene perché La Cantina Paglia è quella che è stata premiata lo scorso evento come la migliore del percorso. Con grande gentilezza veniamo accolti, successivamente riconosciuti e parte un simpatico siparietto dove confabuliamo decidendo cosa prendere.

Scegliamo l’uovo, sia al tartufo che con peperone crusco, quindi 4 uova fritte, un suicidio assistito, e un tagliere misto di salumi.

– Non perdetevi la pancetta


Per fortuna al tavolo con noi ci sono due ragazzi con cui condividere un pochino il tagliere, perché è enorme, per sfortuna loro condividono con noi il loro vino.
I salumi sono eccellenti, ci fermiamo anche qui a scambiare due chiacchiere.

Apro un altro mini capitolo per parlare dell’accoglienza che ci viene riservata sempre a San Gregorio Magno. Da quando nel 2019 ci è saltata la copertura, poiché con la consegna del Tegamino D’Oro siamo ormai “noti alle forze dell’ordine” qui non ci riesce di tirar fuori 1€.
Ci hanno offerto le percoche nel vino mentre passeggiavamo nel vicolo, abbiamo insistito per pagare almeno il vino nella precedente cantina, per offrirlo ai nostri amici, altrove hanno offerto i cantinieri o sempre la Pro Loco e oltre il puro e semplice offrire è stato piacevolissimo vedere una passione verso quello che è il nostro lavoro, il nostro portale e tutta la nostra redazione. Ci vengono fatte domande e chieste opinioni, sono ansiosi e agguerriti di giocarsela per il prossimo torneo e questo non può farci che piacere. Questo è uno degli eventi più noti della Campania, ci ha fortemente voluto qui (chiamandoci praticamente a Giugno, 2 mesi prima) e tiene alla nostra opinione.

Venire a San Gregorio è un respiro di sollievo, grazie.

– Chiodo sulla bara fritto


Ricomincio da tre


Ormai barcollando arriviamo ad un’altra cantina. Io spero vivamente che chi legga possa cominciare a concepire in che stato eravamo e perché magari a una certa siamo stati dati per dispersi. Ci chiamavano di qua e di la passandoci del vino, eravamo ormai in balia dell’evento. Sazi, colpiti, gonfi, caracollavamo verso volti amichevoli e da Ricomincio da tre non sono stati da meno.

– Folle entusiaste in ogni vicolo


Inizialmente l’idea era prendere degli arrosticini “al volo” ma non appena ci riconoscono (aridaje) ci portano in tavola di tutto. La vedete la differenza con gli altri articoli? Notate che non sto descrivendo i piatti come faccio sempre? Ero cotto, ragazzi, ero cotto. Loro portano e noi mangiamo, loro versano e noi beviamo.

– Una goduria


Le carni ed il servizio sono eccellenti, una cosa me la ricordo bene…il vitello che io ho definito “tipo alla cacciatora”. Una delizia. Morbido, saporito, di quelle pietanze che le butti giù anche se ti sei abbuffato fino a un secondo prima perchè non puoi lasciarla nel piatto. Ce lo siamo strafogato senza manco fotografarlo. I professionisti del settore.

Alla cantina facciamo conoscenza con un po’ tutta la famiglia, ci si racconta storie della Baccanalia che fu, degli esordi, di come la vive San Gregorio…
A una certa scendo a far foto in una piazzetta e tutto quel che ricordo e che siamo in piazza a saltare.
Abbiamo ritrovato i nostri amici, che a loro volta hanno continuato a bere, ci uniamo al casino con tutte le apparecchiature a tracolla e kg di Canon in spalla e litri di vino in corpo e in un momento sono le 4 del mattino.

– Meanwhile…

Temevo che venire a Baccanalia in qualità di Trono di Sagre e non più come semplici Falco e Corvo non ce l’avrebbe fatta godere, mi sbagliavo di grosso.


– Falco

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Chiani in festa – Giungatelle di Montecorice (SA) – 2022

Chiani in festa – Giungatelle di Montecorice (SA) – 2022

Da una piccola associazione una piccola festa, Insieme per Giungatelle si pone l’obiettivo di raccogliere fondi tramite Chiani in Festa per mantenere in sesto il patrimonio storico e culturale della zona. Per far ciò opera col nostro sistema preferito: cibo tipico.


Chiani in festa, il luogo


Quasi a mettere i puntini sulle i l’evento si svolge sul sagrato della chiesa, con un grande albero che rinfresca i fortunelli che se ne stanno godendo l’ombra, in una giornata di grazia dal classico caldo. L’atmosfera è immediatamente quella di un viaggio nel tempo negli eventini di paese pre-internet, di quell’Italia del sud da polaroid.

I posti a sedere sono (a occhio) un centinaio, numeri sicuramente al ribasso rispetto agli eventi cui ultimamente siamo abituati, che tendono sempre a crescere e a crescere.
Tramite qualche chiacchiera con gli organizzatori ci rendiamo subito conto che all’Associazione questo non interessa molto. L’importante è la festa e il suo svolgimento, l’importante è accontentare gli affezionati dell’evento che, come scopriremo presto, non sono affatto pochi.


Chiani in festa, il menu


Il menu di Chiani in festa è particolare per diverse ragioni.
Innanzitutto non troviamo nessun primo, scelta più unica che rara, dovuta chiaramente a questioni logistiche. Compensano però due specialità: Sfrionzolo e Capra vudduta.

Nelle cucine seguiamo lo svolgimento delle preparazioni, come un piccolo orologio ogni postazione ha il suo rodato meccanismo. Non c’è ancora la folla reclamante secondi e contorni quindi per ora l’atmosfera è rilassata e l’impressione è che ognuno sappia cosa sta facendo.

La prima postazione che osserviamo è quella della pizza fritta, i panetti sono pronti, si separano con due colpi decisi e lavorati in modo capace, poi si passa al friggerli e al condirli. Sugo e formaggio, classico.

E’ già tutto pronto invece alla postazione delle Mulignane ‘mbuttunate. Riposano nelle varie piscine di sugo ad esse dedicate. Come è facile supporre ed osservare le scorte sono limitate, per scelta.
Sia per una questione di qualità delle materie prime sia per, di nuovo, scelte logistiche.
Conviene quindi venire prima possibile, o si rischia di rimanere senza.

Chiani in festa, mulignane
– Mulignane a riposo


L’assaggio


Finito il piccolo tour osserviamo come le persone comincino ad arrivare (noi eravamo ancora nelle cucine e già vedevamo crearsi le prime file) e tocca anche a noi provare qualcosa.
Partiamo con lo sfrionzolo, che viene servito con una dose importante di patatine fritte.
Di base io preferisco le patate classiche saltate in padella o al forno ma devo dire che erano ben fritte, mai unte, e croccanti. La carne di maiale in questa pietanza sublima la definizione di soffritto poiché si crea una croccante crosticina intorno tutti i pezzettoni, una scelta sapida e aggressiva, che però convince Corvo, amante dei sapori laidi.

– Fasi della lavorazione dello sfrionzolo


A questo punto c’era già il pienone. Il palchetto ospitante liscio e karaoke non era neanche pronto che eravamo a pochi minuti dal fare un primo riciclo dei tavoli. Riusciamo al volo a beccare delle mulignane che il piccolo stand in legno (molto carino) è al sold out!

Il secondo attacco lo facciamo alla pizza fritta, alzandoci alternati per non perdere i posti a sedere.
E’ divertente vedere come le persone intorno a noi cambino mentre noi rimaniamo sempre seduti. Sembra di vivere un time lapse all’ingrasso.
Dovendo prendere la pietanza, fotografarla, provarla e passare avanti vien da sé che ci metteremo un’eternità a finire tutto.


Insieme a delle percoche nel vino agguantiamo al volo quello che è probabilmente l’ultimo piatto di capra del giorno (non avete idea dello scoramento quando viene dato l’annuncio, con gente che afferma di aver fatto decine di km per venire a provarlo!).
La capra viene servita dopo un lungo ammollo in acqua bollente, ciò rende le sue carni molto morbide.
E’ un piatto contadino che non è facile servire in gran numero a delle masse scalpitanti.
Richiede un lungo lavoro, questo spiega anche le dosi limitate cui si accennava prima.
E’ sicuramente il piatto più caratteristico e viene servito con patate e carote (che neanche noi acchiappiamo, figuratevi quanto era alta la richiesta). Un piatto tradizionale che mi fa piacere che venga ancora considerato e servito, sarebbe per loro molto più semplice fare un panino con la salsiccia, ma vuoi mettere la resa?

Chiani in festa, capra
– Mestolata abbondante di capra, notate la morbidezza delle carni distinguibile a occhio.


Assalto e capitolazione


Di solito non mi interessa parlare di folle, file e compagnia, poiché non è il numero di persone che decreta il successo o la qualità di un evento. Bisogna però considerare che in neanche 2 ore (siamo arrivati alle 19.30 e siamo andati via alle 22.30 circa, con gli stand che hanno aperto alle 20.00) è praticamente finito tutto. Alle 10 di sera la cassa è costretta ad alzare bandiera bianca, è rimasto “solo” lo sfrionzolo (e la pizza fritta), saranno passate in 2 ore non meno di 250 persone.

Il numero è impressionante considerato l’evento e denota, come dicevo, uno zoccolo duro di appassionati più il turista curioso che ha la possibilità di provare prodotti neanche sognati (vedi la capra).
L’ideale per Chiani in festa è proprio quello di rimanere fedele alla propria linea.
Un menu ben delineato, con piatti del territorio, a seconda della stagionalità e perfezionarlo fin all’eccellenza.


– Falco

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La notte del Barone – Torchiara (SA), Il Burbero barone torna a danzare tra le folle

La notte del Barone – Torchiara (SA), Il Burbero barone torna a danzare tra le folle


A Torchiara, in Cilento, il 17, 18 e 19 agosto 2022 va in scena la quinta edizione de “La Notte del Barone“: tra atmosfere fiabesche, dentro e fuori il palcoscenico naturale del cinquecentesco palazzo baronale “De Conciliis”, prendono vita personaggi e vicende di epoche passate.

La notte del barone, artisti
– Grande cura per artisti e giochi di luce


La notte del Barone, il programma della festa


La manifestazione accende i riflettori sulla storia del borgo attraverso l’arte del teatro di strada, la musica e l’enogastronomia. Tantissimi spettacoli con circa 50 artisti coinvolti riempiranno le straduzze del borgo in attesa della suggestiva uscita del Barone.

La notte del barone, ospiti
– Un’ospite dell’edizione 2022

Mostre, artigiani, concerti, folklore e danze popolari accompagneranno i visitatori fino a tarda notte.

La manifestazione si propone, dunque, come “tappa obbligata” per il turista che approda nel Cilento nel mese estivo; un modo alternativo per penetrare nell’entroterra cilentano e trovarsi al cospetto di un evento originale, nuovo e di ampia portata.


Le origini della festa


L’evento riprende romanzate vicende di epoche passate come quella del Barone, feudatario dal fare apparentemente burbero, che, stizzito inizialmente dagli schiamazzi di estranei e popolani intenti a far baldoria nei propri possedimenti, non perderà occasione, all’assaggio del primo boccale di vino, a mostrarsi, con la sua singolare generosità, quale vera anima della festa! 

Giullari, musici, danzatrici, artisti di strada invaderanno le stradine del borgo storico e mescolandosi alla folla regaleranno tre serate davvero magiche. Non solo rievocazione, ma un vissuto fuori dal tempo che, attraverso l’arte visiva, la musica e la danza popolare, consentiranno al visitatore di sfogliare le pagine del passato, per intraprendere un viaggio tra storia, spettacolo, enogastronomia e cultura.


La notte del Barone, il menu

Ecco il menu dell’edizione 2022, distribuito in un percorso di 500 mt circa:

– Fusilli al sugo
– Lagane e ceci
– Ciambotta
– Pizze fritte
– Panini con salsiccia, provola e patatine
– Patatine fritte
– Zeppoline con fiori di zucca
– Pizza cilentana
– Caciocavallo arrostito
– Fagiolata cilentana
– Fagiolata vegan
– Mortadella arrostita
– Vino e percoche


– Falco

La notte del barone, copertina evento FB
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La Festa nel bosco di Perito (SA), prodotti cilentani tipici nella frescura del bosco cittadino

La Festa nel bosco di Perito (SA), prodotti cilentani tipici nella frescura del bosco cittadino


Una delle feste più particolari del panorama estivo è sicuramente quella di Perito (SA), La Festa nel bosco.
Essa si svolge nel comune di Perito, con la caratteristica di essere nel pieno di un bosco raggiungibile a piedi, senza neanche rendersene conto, direttamente dal centro urbano.

Festa nel bosco, locandina
– Preview dell’evento


Programmi e date della Festa nel bosco


La festa si svolgerà dal 6 al 13 Agosto, ed è organizzata in collaborazione tra il Comune di Perito e la ProLoco omonima.

Il bosco di castagni con le sue fronde fresche ospita ormai da 41 anni questo evento che ogni anno accoglie locali e turisti, con un menu sempre locale e tradizionale.
Negli anni gli organizzatori sono stati abili a ricavare sentieri e postazioni che rendono molto semplice l’accesso al bosco e il cercare il proprio posto a sedere.

Celeri ragazzi e ragazze volenterosi provvederanno a prendere l’ordinazione e a portarvi a tavola i vassoi con le pietanze scelte.

Festa nel bosco, poster
– Locandina dell’evento 2022


Il menu della Festa nel bosco


Tra le varie pietanze tipiche che vengono notoriamente proposte a Perito (SA) in occasione della Festa nel bosco troviamo la minestra stretta.
Un piatto di antica tradizione contadina originario della zona del Cilento.
Si tratta di un contorno di verdure che, dopo essere lessate, vengono strizzate – da qui in termine “strinta”, cioè stretta – e poi ulteriormente ripassate in padella.

Altro piatto classico sono le Melanzane ripiene alla Cilentana. Mulignane ‘mbuttunat, come vengono chiamate nel Cilento.
Sono delle melanzane tagliate a libro e farcite, fritte e condite con salsa di pomodoro.
“Niente di più semplice e squisito.”


A seguire…Spezzatino con funghi e patate. Un piatto unico tipico dal sapore inconfondibile.
“Dire che è squisito non è fare giustizia a questa ricetta dal gusto unico”, promettono da Perito!

Come primo piatto compaiono i tradizionali cavatelli, nelle versioni Alla Boscaiola, Pomodoro e Basilico, e Al sugo di castrato.


Antipasto e dolce sono composti da un mix di salumi e formaggi mentre la dolce conclusione saranno frutta e fichi cilentani e dolci tipici.
Oltre a questa panoramica già soddisfacente sono presenti via via altre pietanze, che vi invitiamo a scoprire!

L’ingresso è gratuito e naturalmente il vino è disponibile!


– Falco

– Clicca per andare all’evento ufficiale di FB!
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Tour Gastronomico de Il Trono di Sagre

Tour Gastronomico de Il Trono di Sagre


Quello di organizzare un nostro evento è sempre stato, fin dai primissimi giorni dell’apertura della pagina, nel 2017, un piccolo sogno. In realtà un sogno del genere è tutt’altro che piccolo…ma l’idea era quella di far partire un Tour Gastronomico degno de Il Trono di Sagre!


Il primo tentativo, La Cantina del Riccio a Castiglione del Genovesi (SA)


Nel nostro girovagare abbiamo trovato immediatamente un locale complice, con uno stile di cucina tradizionale ma “sbarazzino” e una mentalità aperta al mettersi in gioco: La cantina del riccio, a Castiglione del Genovesi (SA).

Le prove di dialogo non sono durate molto, difatti abbiamo subito trovato un accordo e ci è stato proposto un menu eccellente. Il Tour Gastronomico de Il Trono di Sagre era nato. Tour, si, perché l’idea era proprio quella di portare il vessillo de Il Trono in giro per il Sud Italia, locale per locale, specialità per tipicità.

Tour Gastronomico, il menu
– Il primo, storico, menu del primo evento de Il Trono di Sagre!


Colmo di tipicità puramente locali (come le castagne e i funghi) e prettamente stagionali (i cachi!) il menu si sciorinava perfettamente negli ingranaggi de Il Trono. E, diciamolo chiaramente, era anche bello lungo…se devi mangiare è meglio che mangi tanto, e bene, del resto. La nostra è sempre stata una filosofia prettamente mangereccia&godereccia, non ci nascondiamo dietro un dito.

Eravamo dunque pronti a partire, con l’evento creato, le foto fatte e la salivazione che aumentava, poi è successo qualcosa…qualcosa che accade ogni 100 anni: la pandemia.


Il ritorno del lockdown, dopo 60 anni, e un sogno da rimandare…


Non si sentiva parlare di lockdown e coprifuoco da 60 anni, in Italia, e quando l’hanno rimesso? Il 23 Ottobre.
Esattamente il giorno in cui si sarebbe dovuto tenere il nostro evento. L’universo sta tentando di dirci qualcosa? O ci sta elegantemente mostrando il dito medio?

Tour Gastronomico, la prima copertina evento
– La copertina originale dell’evento poi annullato, del 2020


Non c’era modo di rimediare e così l’evento venne annullato, rimandato, mettetela come volete, ma fu una bella delusione.


Una nuova speranza, dicembre 2021


Un anno e qualche mese dopo eravamo pronti a rimetterci in gioco, e anche la Cantina del riccio era disponibile ad accettare la sfida. Dopo qualche scambio di telefonate…si riparte, stesso menu, stesso locale.

Tour Gastronomico, la copertina evento ufficiale
– La nuova copertina riveduta e corretta


L’evento diventa subito virale, coinvolgendo oltre 500 persone interessate e venendo visualizzato da oltre 10.000 utenti in tutta la Campania, e oltre.

Nonostante ciò, c’è da dirlo, siamo stati ben lontani dai numeri del sold out e questo ci ha un po’ abbacchiato…
In fin dei conti abbiamo però deciso di goderci comunque la serata con chi aveva deciso di crederci e di unirsi a noi e ci siamo fatti, si può dire, una grande e grossa mangiata!

Roberta, infatti, non si smentisce e il menu arriva, portata, dopo portata (con qualche sorpresa in omaggio) inesorabile in sala. Abbondanti cocci di riso al forno, delle polpette di maiale che si sciolgono in bocca, abbondanti patate con pancetta, della carne morbida come il burro…

E ancora zeppoline di castagne, amaro tipico, melanzane con ricotta e cachi, zuppa di fagioli e castagne.

Il Tour Gastronomico era iniziato, era lì davanti ai nostri occhi e seppur più in piccolo (decisamente più in piccolo) di come lo si era immaginato…era stato realizzato.

Tutto ciò che rimaneva da fare ora era…scegliere il prossimo locale per la seconda tappa del tour!

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