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La magione del capitano | Agriturismo – Montecorvino Pugliano (SA) – Tavolo Riservato

La magione del capitano | Agriturismo – Montecorvino Pugliano (SA) – Tavolo Riservato

Nell’articolo di oggi, più che una recensione troverete una storia. La storia di Nicola Grimaldi, un mai domo 75enne che ci ha voluti fortemente nella sua “magione”, a Montecorvino Pugliano (SA), per mostrarci la sua personale idea di vita e ristorazione.

– Nicola ci illustra le sue idee in giro per la tenuta


L’ingresso della magione


E’ una buona giornata di metà Maggio e da poco è possibile, scampoli di tempo permettendo, andare in giro a maniche corte, o in camicia; L’idea di un bel pranzo fuori per cominciare la serie di lunghe inaugurazioni che danno il via all’estate ci rincuora e fa venire già un po’ di fame.

L’ingresso della tenuta è ampio e ben visibile, avviandoci all’interno sorpassiamo sulla sinistra una prima vigna e pregustiamo l’idea della quantità di vino disponibile. Facciamo due passi nel cortile cominciando a notare tutti i particolari. Come l’imponente albero di gelsi, un giardino laterale con altalena, fiori, qualche tavolo e un grande braciere per grigliate all’aperto.

A questo punto ci raggiunge Nicola e immediatamente comincia a parlarci della sua visione.
In dono di benvenuto ci porta due lucidi calici di Fiano freddo, che lui stesso produce. Molto profumati, leggerissimamente frizzanti, e ci conduce alla seconda vigna, quella più in basso.
Nei giorni a venire in questa zona sorgerà un suggestivo angolino con tavoli e lanterne per cenare direttamente in vigna. Perfetta per le sere d’estate che verranno.

Successivamente osservando il potenziale di ogni angolo, spiazzo, forno a legna (per pizze) e lastre per braciare ci avviamo verso l’interno per cominciare il nostro pranzo di oggi. Dopo una rapida visita alla cucine e l’aver stappato un rosso (sempre di produzione propria) ci accomodiamo a tavola.


Il menu del giorno

Come funzionano le cose alla Magione del Capitano? E’ molto semplice. Un menu alla carta non esiste, perchè il menu dipende dalla clemenza del clima e dai frutti che la terra circostante regala. Di conseguenza proverete l’ebrezza di un passo indietro nella storia (della ristorazione), quando si andava per taverne e agriturismi (i primi, quelli veri….) e si poteva provare specificatamente ciò che quella proprietà o azienda agricola produceva, e nient’altro di “esterno” ad essa.

Fanno eccezione i salumi, che provengono da Acerno (SA). In tavola troviamo pancetta, prosciutto crudo, spianata piccante, salame, soppressata e un altro salame, ma aromatizzato al Barolo.


Insieme al tagliere di salumi viene servito anche uno dei signature dish dell’agriturismo, e cioè un piattone di bruschette, che sono un attimo differenti dalla bruschettina scrocchiarella con instabili pomodorini che trovate in ogni ristorante. Si tratta di ceffoni di pane alti modello fiorentina, con sottoli prodotti da Nicola stesso. Zucchine alla scapece, melanzane e peperoni. Il pane, fatto in casa in forno a legna, si inzuppa dell’olio buono, extravergine e di produzione locale, e sarà inevitabile e piacevole ungersi dita, mani, polsi e 3/4 della faccia mordendolo avidamente, nella sua untissima consistenza soffice e cedevole.

Diciamo che se hai dalla tua una bella giornata di sole e ti sistemi nel prato con bruschettone e Fiano freddo sei già a buon punto della tua nuova, felice vita.


Un pacchero molto estivo


Come primo Nicola ci propone un pacchero in bianco, con verdure dell’orto, perfetto anche quando si va a mare e si vuol far finta di stare leggeri. Il bluff di fondo è la pancetta, che viene ridotta a minuta dadolata e che insaporisce pomodorini e rucola, la quale viene colta in tempo reale di fronte a noi.
Il nostro ospite si reca letteralmente in giardino e torna con in braccio questo trofeo composto da piccoli rubini succosi e rucola selvatica.

Il piatto, nella sua semplicità, con una spolverata di grana finale, è perfetto così com’è.

– Il pacchero estate 2022

Specifico, ancora una volta, che questo sarà il mood anche in cene e pranzi ufficiali. Ogni giorno sarà disponibile in tavola quel che l’orto offre, fino ad esaurimento scorte. L’idea, che io avallo, è quella di una ristorazione calma e sostenibile, rilassante e moderata. I tempi, dilatati, impongono che ci si lasci servire mentre senza preoccupazioni ci si può alzare per due passi in vigna, o mentre i bambini giocano sul prato, o ancora mentre si osservano i tentativi del gattone Bussola di introdursi all’interno per sgraffignare qualcosa.

Per secondo agnello e patate novelle. Anche le patate, naturalmente, sono di produzione propria.
Vengono selezionate dalla cesta, ripulite, pelate e servite.
A Nicola piacciono tagliate in spicchi grassocci e precisi, i quali giacciono in forno, insaporiti da filo d’olio e rosmarino, e vengono portati in tavola quando sono diventati dorati e croccanti fuori e molto morbidi dentro.

– L’agnello che si cuoce con calma sulla piastra

L’agnello invece continua la sua cottura su pietra lavica, al centro della tavola, fino a sopraggiunta cottura desiderata. Ad accompagnare il secondo un peperone farcito, ma vegetariano. Molti dei piatti infatti, per loro natura, sono consigliati anche ad un pubblico vegetariano (e anche vegano) o a chi cerca disperatamente qualcosa privo di glutine.


Dolce, amaro e mela annurca


Nei lunghi tempi che seguono una portata e l’altra è piacevole alzarsi e andare un po’ in esplorazione.
Questa volta ne approfittiamo per andare a osservare gli alberi di melograni e more, che circondano la seconda vigna e che secondo Nicola sono i primi responsabili del sapore fruttato del suo vino.

Prima di passare al dolce ci viene servita anche una simpatica mela annurca, produzione locale…che te lo dico a fare! Molto frolla all’interno, ci fa da naturale sorbetto. Per dolce invece c’è il classico salame di cioccolato con nocciole, accompagnato da uno sciroppo alle more.
Solitamente non sono fan dei dolci al cioccolato puro ma stavolta si coglie molto più il sapore delle nocciole e lo sciroppo regala un lontano ricordo di Sacher che è sicuramente apprezzabile.

Gli amari (di produzione propria x3) sono al Basilico, al Rosmarino e alla Ruta (erba medicinale, io non la conoscevo!) e sono molto molto delicati. Il sentore di alcol non è mai aggressivo e vi invito a provarli, tutti, di seguito.


La magione del capitano, conclusioni…

A pranzo finito abbiamo continuato un po’ il tour e siamo andati di sopra a vedere le stanze (6, con letti matrimoniali, singoli o adatti ad ospitare una famigliola) e ci siamo concessi un paio di minuti a fantasticare al sole su quello che potrebbe essere.

Come tutti gli amanti del cibo anche noi fantastichiamo spesso su quanto bello (e complicatooooo!) sarebbe avere una nostra piccola tenuta dove si cucina rigorosamente locale. Ecco, in attesa di quel momento mi fa piacere che Nicola condivida parte di questo sogno, con spesso e volentieri la medesima volontà di fondo. E’ bello sapere che c’è ancora chi vuole sfidare i grandi numeri e le affluenze con una cucina lenta, che non vuole sorprendere se non con il fascino della riscoperta. Con la semplicità di una mela, buonissima, che avevi ormai dimenticato poichè data per scontato.
Ecco, ogni visita sarà un viaggio nel passato dove la sensazione sarà sempre quella di una giornata in campagna dai nonni, dove quel che la giornata ti concedeva ritrovavi nel piatto.


Falco

Vecchia Quercia Bio | Agriturismo – Montecorvino Pugliano (SA) – Tavolo Riservato

Vecchia Quercia Bio | Agriturismo – Montecorvino Pugliano (SA) – Tavolo Riservato


Se per la via di Pugliano, nel mezzo del centro città, si gira improvvisamente a sinistra ecco che ci si ritroverà in un piccolo spicchio narniesco. In questo angolo di bosco, natura, un po’ paradiso e un po’ sterrato sorge Vecchia Quercia Bio, un agriturismo nuovo a cui piace fare le cose alla vecchia maniera, con un bel po’ di lavori in corso (perchè l’idea è quella di migliorare e migliorare) ma partendo dal fortunato presupposto di sorgere al posto giusto.

Vecchia Quercia Bio, Tagliere
– Tagliere misto


Verdure a KmSottozero


Caratteristica della struttura è l’essere circondata da portefinestre in vetro.
Questo permette di godersi un pranzo circondati dall’immagine di fronde al vento e colline pregne di olivi.
Uno spettacolo bucolico che concilia la fame e il coccolarsi al calduccio mentre fuori arriva l’autunno.

La gestione può considerarsi ancora nuova e in via di esperimenti, considerato che per via della benedetta pandemia si è cominciato solamente da poco a fare sul serio.
Tra l’idea di riaccendere il camino, tirar su un forno a legna per le pizze, una piscina, dei tavoli e una distesa losangelesca di tappeti, Vecchia Quercia Bio cerca di costruire la sua identità.


Alcune idee però sono già chiare, a cominciare dalla scelta delle materie prime.
Siamo fortunati, nonostante il locale sia pronto ad accogliere già parecchi clienti sembra che i terreni circostanti siano abbastanza fertili e ben lavorati da fornire ottime verdure per tutti.

E’ difficile che in un antipasto a base di salumi & formaggi (con marmellatine) essi possano passare in secondo piano rispetto a dei contorni di zucca e melanzane arrostite. Eppure questi ultimi risultano fenomenali.
Presi direttamente nell’orto di casa, come prima accennavo, sono conditi come se non bastasse con olio evo paesanissimo, e si sente.

Menzione a parte per le mulignane a fungetiello, opera d’arte degna di un puttino esposto preso a Capodimonte.


Non sia mai si bistratti però l’amato tagliere.
Come accennavo è composto da formaggi locali (di media stagionatura e al vino) e formaggi nostrani e non.
Con qualche partecipazione dalla basilicata e dalla calabria, tra cui alcuni di essi conservati col metodo naturale del peperone, che rende il salume più gentile al palato e di un rossiccio invitante (e allarmante, visto che pare piccante!)

Nel tour dei piattini non manca una parmigiana, presentata in gonfi rollè.


Tris di primi


Ritorna il famigerato tris di primi, perchè comunque si sa, noi si deve assaggiare un po’ di tutto!
Ed ecco allora che mentre sorseggiamo un Montepulciano Mario ci propone tre varietà di pasta alle verdure, dato che abbiamo apprezzato le stesse pochi minuti prima.

Eliche con zucchine e fiori di zucca, Trofie zucca e salsiccia e Paccheri con melanzane a funghetto e scaglie di ricotta salata.

Sono tre varianti che apprezzo molto, complesso dire quale sia la favorita di giornata mentre la trofia alla zucca è sicuramente la sorpresa.
Mi aspettavo un piatto neutro e dolciastro, sapore tipico di quando si abusa di zucca, mentre in questo caso abbiamo un piatto equilibrato. Con la salsiccia che è presente ma non sovrasta, che accompagna e solletica.
Il preferito è forse l’elica con zucchine, colmo delle verdure sopracitate, abbondanti e presenti ad ogni assaggio.


A questo punto della giornata tornano i fantasmi dell’abbuffata di castagne arrosto della sera prima, a Felitto, ma siamo dei professionisti e si va avanti, finendo a larghi sorsi anche il Montepulciano.


Salsiccia rossiccia e maiale al limone


Per secondo insieme ad una ampia mestolata di patate al forno con foglie e aromi (belle croccanti e saporite) proviamo due secondi semplici di carne.
Entrambi hanno radici calabre, l’una è una salsiccia stagionata col metodo del peperone, il cui allarmante color rossastro sembra lampeggiare peperoncino, ma si limita invece soltanto ad una sfumatura dello stesso.
L’altro è del maiale tagliato fine, panato con mollica di pane, timo, aromi e limone, molto delicato.

A questo punto del pranzo è bene fare due passi all’esterno, dove troviamo anche la vecchia quercia che da il nome a tutto, e ci godiamo la posizione privilegiata del locale.
Apparentemente isolata ma in realtà a pochi passi da Montecorvino Pugliano essa riposa in silenzio circondata dai campi, pronta ad accogliere eventi (e di questo ne riparleremo) e cerimonie.

Dopo qualche sospiro torniamo dentro, ci sono le castagne.


Vecchia Quercia Bio, in sintesi…


Nonostante il giorno prima avessi ingerito almeno 1 kg e 600 di castagne felittesi non posso fare a meno di sbocconcellare come fossero popcorn quelle proposte da Vecchia Quercia Bio.
Piccole castagne sicignanesi dorate e cotte alla perfezione, praticamente si sbucciano da sole.

Ad accompagnare abbiamo richiesto un dolcino semplice e caratteristico: la zeppolina.
Profumata di cannella e calda si presenta a braccetto con un’altra portata autoprodotta, il limoncello.

Godendomi questa azzeccata tris non posso fare a meno di concedermi la romantica immagine di questo fine pasto accompagnata da un camino luminoso e crepitante mentre fuori imperversa implacabile l’inverno, per non vedere l’ora di tornare.


Falco

Le 5 notti dei briganti –  Santa Tecla di Montecorvino Pugliano (SA)

Le 5 notti dei briganti – Santa Tecla di Montecorvino Pugliano (SA)


Siamo stati a Santa Tecla, per “Le 5 notti dei briganti

Sagra giovane e con un menu ricco ma poco passeggio, come sarà andata?

– Cavatelli con le cozze

Queste pepite luccicanti che vedete qui sono i FENOMENALI cavatelli con le cozze di Santa Tecla!
E se non volete sentire note dolenti abbinate ad un piatto così bello fermatevi qui. Altrimenti scendete un pò più giù.

La realtà dei fatti è che il filone d’oro de “Le 5 notti dei briganti” di S.Tecla si esaurisce abbastanza in fretta. Fa già specie ritrovarsi davanti un menù con portate da 6,50 euro, in una sagra, figurarsi se la portata più economica, l’unica sotto i 4 euro, sono le patatine fritte, non proprio la prima scelta in un evento del genere…


Un menu ricco, anche troppo!


E’ inutile offrire scelte così raffinate ad una sagra: Tris di carni, Caciocavallo impiccato al tartufo, se poi inevitabilmente devi far schizzare i prezzi, ed inoltre, da sagra giovane, cade anche nell’errore di offrire scelte troppo variegate.
Se si vuol dare ampia scelta lo si faccia, ma il visitatore deve anche cadere in piedi, o si ritroverà spiazzato, un piatto di rifugio, semplice, tradizionale ed economico, serve sempre.

Cuoppo di pesce, fusilli, vitello, un mix del genere è per forza di cose costoso e quindi tocca poi lesinare sulle porzioni, come appunto quella del cuoppo che ci è stato servito (5 euro) e che aveva una dimensione ridicola, ma ridicola sul serio.
Per fortuna però la pasta era ottima, ed è una buona base di partenza. Non ci sono solo fattori negativi, nonostante la disavventura l’evento mi ha dato una sensazione piacevole, la scena del palco con banda nella piazzetta era una situazione simpatica e il personale era gentile, si tratta solo di fare qualche scelta più oculata senza mai dimenticare che la sagra è qualcosa fatta per mangiare bene si, ma sopratutto tradizionale ed economico.


Falco

Link alla pagina FB degli organizzatori:

Pro Loco Montecorvino Pugliano


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