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Fusllata – Valva (SA) – 2023

Fusllata – Valva (SA) – 2023


Ogni paese ha il suo fusillo“. E’ così che spesso a Valva si comincia a stendere il discorso (e l’impasto), su quel che è la Fusllata. In questi anni di visite frequenti abbiamo capito che banalmente però non è solo questione di acqua, farina e tradizione, dev’esserci anche un’innata voglia di fare, il rispondere a una domanda che nessuno ha posto, un Perchè Sì, squillante e polifonico, che ancora una volta raduni il gruppo (Amico), gli faccia rimboccare le maniche e lasci che le porte di Valva (SA) si spalanchino sulla due giorni di pasta fatta in casa e buonumore.


La Fusllata, cosa fare appena arrivati


Un aspetto che mi piace molto del visitare lo stesso paesino, in occasione dello stesso evento, a distanza di un anno, è che c’è il tempo per scoprire sempre qualcos’altro (e più ne sappiamo, meglio ve lo raccontiamo). A Valva (SA) non scopriamo certo noi la Villa D’Ayala, ma stavolta abbiamo il tempo per visitarla.

La villa dei Marchesi d’Ayala di Valva e l’annesso parco sorgono alle pendici del Monte Marzano, territorio che fu feudo di un signore normanno Gozzolino a partire dall’anno 1108.


La visita nei giardini definiti all’italiana per la loro forma geometrica e per la disposizione di statue e siepi vi porterà via il tempo necessario a rilassarvi, in attesa che la fame cominci a chiamare.
La passeggiata nel fresco percorso fatto di lecci, magnolie ed aceri è un toccasana durante l’estate e la visita alla villa stessa non vi porterà via che qualche decina di minuti (è restituita solo in parte all’antico splendore) a meno che non incrociate Donato Torsiello, una delle due guide assegnate alla villa che sarà ben felice di illustrarvi tutti i segreti del posto.

Un’altra località da scoprire è San Biagio, piccolo promontorio dove sorge una minuta, antica cappella (appunto di San Biagio) e dal quale è possibile osservare un rilassante panorama su Valva e la valle tutta.


Fusllata, gli ultimi preparativi


In un evento come questo, dove tutto è fresco e fatto al momento (come in una smania amish c’è il rifiuto anche di usare un’impastatrice per tutte le centinaia di zeppole che vengono preparate) è normale che fino all’ultimo minuto si abbiano le mani in pasta, letteralmente.

Veniamo portati nel Fort Knox della dolciaria valvese e davanti a noi si distendono schiere di zeppole appena fritte e dorate. Il profumo di zucchero e dell’impasto cresciuto cristallizzano il momento nel tempo. Ci prendiamo qualche minuto, in religioso silenzio per non svegliare le zeppole che riposano, prima di procedere nell’altra stanza dove a sorpresa (?) troviamo un’intera squadra di allegre massaie intente a…impastare zeppole. Si esatto. Perchè, a ragione, la zeppola è richiesta e famosa quanto il fusillo stesso. A quando una Zepplata?


Il menu della Fusllata di Valva (SA) rimane perlopiù immutato, del resto i prodotti tipici e più amati sono gli stessi da sempre. Oltre zeppole e fusilli, ruolo d’onore ricoprono i taralli. Di quattro pastifici differenti, tutti cotti e tostati al forno, tutti con ombra di finocchietto (non invadente) e accompagnati da formaggi stagionati locali. Vi consiglio di prendervi un buon tavolo, una pratica litrata di vino del posto, e di goderveli in religioso silenzio, col venticello.


Spezzatino, Sfrionzola e Frittate


Nell’aria comincia a fare la voce grossa un sentore di aceto, è quello della (s)frionzola che si strugge in padella con i tocchetti di carne di maiale, questo secondo molto comune a tanti eventi del panorama estivo (in realtà va un piacere tutto l’anno) si accompagna allo spezzatino al sugo con piselli.

Quest’ultimo è tutt’altro che comune quindi anche se siete amanti dell’aceto come me magari potete (per una volta!) skippare il peperone in favore delle teneri carni dello spezzatino. Oppure, ancora, vi tenete ben saldo quel tavolo dove vi ho consigliato di scofanarvi qualche tarallo ad inizio articolo e provate entrambi i secondi, che è quel che abbiamo fatto noi.


Fate quel che vi pare ma lasciate un po’ di spazio per le patate saltate in padella, vellutate, quasi ridotte a un puré, rese suadenti e melliflue da un filo d’olio, le cui forme in apparenza porose risultano invece levigate, a ricordare le statue delle Grazie presenti nei giardini della villa (vi invito a picchiarmi dopo questo paragone).

Fate quel che vi pare (parte 2) ma non dimenticate nemmeno le frittate!
Classiche, quelle che vi fanno felici quando vengono tirate fuori a Ferragosto, alte, gialle, giallissime, di peperoni, di patate e di zucchine. Potrei vivere di frittate.


I tre fusilli della Fusllata


Mi sono lasciato per ultimo il piatto forte perché quest’anno, parere strettamente personale, c’è stato un fusillo in particolare che mi ha lasciato basito. Quello in bianco ai funghi.

L’idea era quella di prendere tutti e tre i primi, girandoceli per assaggiarli tutti.
Solo che quando comincio a macinare questo fusillo, con questa cremina, con questo formaggio, con questi funghi…non riuscivo più a staccarmi.

Corvo tronfio si tiene stretto il classico tradizionale al ragù di maiale ma deve ammettere, ammutolendosi al momento dell’assaggio, il trionfo di quello in bianco.


Chiariamo, qui parliamo di fusilli fatti a mano (“Che quest’anno avevano qualcosa di speciale“, ci aveva detto il Presidente, “merito dei grani, quest’anno erano ottimi“, ribadisce. E aveva ragione.), eccellenti in ogni probabile sugo, salsa, cremina (non a caso ce ne siamo portati dietro ben 3kg, crudi, da preparare a casuccia bella per non soffrire troppo di nostalgia), e infatti anche quello al sugo semplice e ovviamente quello al ragù di maiale erano ottimi. Solo che vince il bianco, tocca stacce. Lo reputo facilmente uno dei primi migliori provati quest’anno in tutti gli eventi dove siamo stati, e sono tanti.


Musica in piazza, con percoche


Dato che ormai cominciamo a conoscere Valva e i suoi sweet spots, mettete in lista, magari dopo cena, mentre vi sentite satolli e benevolenti, una piccola sosta nella piazzetta dove sorge il campanile. Qui con mio grade piacere troverete spesso classici della musica leggera italiana, a volume moderatamente alto, cantati ma non urlati, per godervi un momento da classica estate italiana anni 90.

E’ anche la perfetta occasione per un bicchierone di vino con percoche.
Che c’è di meglio, dopo aver cominciato la serata con vino e taralli, concluderla con vino e percoche?


Prima di andar via, classica foto di gruppo che ormai è tradizione. Smontano tutti dalle postazioni per un abbraccio di gruppo, da Gruppo Amico. Anche quest’anno è fatta, la Fusllata si è naturalmente srotolata in un altro piccolo successo.


Falco

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Fiume di vino – Castelfranci (AV) – 2023

Fiume di vino – Castelfranci (AV) – 2023


La stagione degli eventi di Castelfranci (AV) continua con Fiume di vino, dal 28 al 30 Luglio 2023.
Dopo essersi lasciati alle spalle la brillante Notte della maccaronara, che ha condotto i visitatori in un passeggio per le viuzze della cittadina, stavolta il paese irpino noto per la produzione di vino ci prende per mano e ci accompagna lungo il fiume Calore, in una suggestiva serata nella frescura di un boschetto attrezzato per l’occasione.


Fiume di vino, dove, come e perché


Fiume di vino è un’iniziativa che già in passato era stata istituita dall’amministrazione comunale, anche se con modalità leggermente diverse. Questa volta, così come nel caso delle Notti della Maccaronara, gli organizzatori si sono fatti furbi e hanno giocato le loro carte migliori.

Cominciamo dal dove: Una deliziosa area attrezzata lungo il fiume Calore, con tavoli in legno, amache, seggioline, lucine, foglioline (che erano già lì) e cantine, si tipo quella del ristorante Il Vecchio Mulino che riprendendo tempo addietro un vecchio mulino in disuso l’ha trasformato in un ristorante di successo (già noto in zona, non lo scopriamo certo noi) e che per l’evento ha aperto le cucine e prestato gli chef alla comune causa.

Appena abbiamo sentito parlare di una cantina ci siamo spinti a curiosare. La meraviglia inizia dopo pochi passi, il locale segue la discesa verso il fiume (e grazie, era un mulino…) e rivela al suo interno un’incantevole muratura. Sorvoliamo i tavoli perfettamente apparecchiati per visitare la cantina sì piccola ma sicuramente colma di interessanti etichette.


Fiume di vino, il menu


Lo stand del ristorante Il Vecchio Mulino si occuperà con il suo staff, compresa la professionale proprietà, che si adopera a mostrarci le retrovie, tra sughi che sobbollono e pasta fatta a mano che giace comoda in grandi contenitori freschi in attesa della bollitura, di un menu tradizionale fatto apposta per l’evento.

Fiume di Vino, pasta
– Immagini che puoi annusare

Oltre la nota maccaronara, che abbiamo trattato a lungo durante il racconto delle Notti della maccaronara insieme alla sua fedela compagna, la sfrionzola, stavolta abbiamo anche dei cecaluccoli.
Parenti locali dei cavatelli, vengono preparati con pomodorino giallo, salsiccia, ricotta salata e basilico.
Il piatto è ottimo, chiudi gli occhi e non diresti mai che non ti trovi in un ristorante.
Perfettamente al dente, saporito, ricco, ve lo consigliamo vivamente.

Altra pietanza proposta è il baccalà fritto. La diffusione del baccalà in paesi montani non è più una sorpresa, ben sappiamo ormai da tempo che la tradizione culinaria italiana prese in prestito dalla cultura del nord Europa l’immensa convenienza di questo pesce che sapeva mantenersi a lungo. Son notizie vecchie di secoli. Anche a Castelfranci, dunque, il baccalà fritto è piatto tipico.
Viene proposto con frittura al bacio, presentato perfettamente asciutto e senza un goccino d’unto (l’ho mangiato con le mani senza ricorrere al minimo uso di fazzoletti vari), schizzato di una cremina al peperone un po’ dolce e un po’ acida che si accompagna perfettamente al neutro ma corposo baccalà. Ottima pietanza anche questa, vivamente consigliata.


Fiume di vino…il vino.


La parola chiave dell’articolo è…VINO. Naturalmente anche in quest’occasione troviamo le migliori proposte del territorio castelfrancino (lo so che non si dice così, ma è più caruccio).
Potete scegliere da soli, se siete navigati bevitori, oppure lasciarvi consigliare in base ai vostri gusti.
E’ probabile che cadiate in piedi. Noi che siamo venuti diverse volte in zona scegliamo due bottiglie già note, Il Rasott di Cantine Boccella e il Badius di Cantine Molettieri.


Vini diversi tra loro, entrambi di nostro gusto. Non mi lancerò in descrizioni perché c’è gente che fa 8 anni di corso per parlare di vini e onestamente non sarei un narratore adeguato. Posso dirvi però da profano che il Rasott ha un che di liquoroso molto più spiccato rispetto al Badius, che si rivela molto più asciutto.
Entrambi sono ottimi, andate tranquilli.

Fiume di vino, lista etichette


Non fidatevi insomma di noi, ma del vostro gusto, o di chi sa consigliarvi.
Le cantine di Castelfranci sono tante e sono buone, sbizzarritevi a provare diverse etichette.

Nel mentre che sorseggiamo il palco comincia a scaldarsi, abbiamo del liscio, abbiamo del folk e abbiamo gruppetti felici che dopo un paio di degustazioni sentono l’esigenza di lanciarsi in pista.
Il clima è fresco e sereno, ben distante dall’incubo delle due bollenti settimane appena passate, e ci sta concedersi un giro on the concrete floor senza il timore di ritrovarsi a grondare di sudore.


Burger, salsicce e caci fumanti


Ritroviamo la stessa postazione presente anche alle Notti della Maccaronara. Se non vi va il piatto di pasta e preferite qualcosa di più disinvolto (hamburger o panino con salsiccia) o di ancora più tradizionale (caciocavallo impiccato, con tartufo o senza) questo è il posto giusto.

Il panino l’abbiamo già provato la volta scorsa e dunque già sapete che ci è piaciuto, però noi siamo degli ingordi e non diciamo mai di no, di conseguenza lo proviamo nuovamente. Purtroppo lo becchiamo ormai freddo. Questo non ci impedisce di buttar giù tutto fino all’ultima briciolina. Neanche stavolta riusciamo a provare il caciocavallo ma siamo abbondantemente sazi, sarà per la prossima.

Caciocavallo
– Qualsivoglia sia l’evento, lui non può mancare


Per tutta la nostra visita, anche se non l’ho ancora citato, siamo accompagnati da Francesco Raffaele, membro del consiglio comunale ed ex Pro Loco, che quindi ci conosce benissimo date le nostre molteplici visite in zona. Francesco ci spiega le origini dell’evento, come sia stata recuperata e ripulita la zona, che ora con i nuovi tavoli in legno, le amache, etc. possa rimanere a disposizione del pubblico, sicuramente un’iniziativa che va sottolineata. Ci accompagna anche nella scelta di un buon bicchiere e ci invita infine a fare una passeggiata nel boschetto illuminato a festa prima di andar via.


Gelato all’aglianico


E’ proprio quello che facciamo. Ma prima va assaggiato il gelato all’aglianico di The Ship, gelateria e pasticceria locale (ma non sono) che sotto dicembre propone anche un panettone all’aglianico che dobbiamo certamente provare…

Il gelatino è consigliatissimo, ci viene spiegato che dato che un gelato ha bisogno di un grande equilibrio il lato alcolico (e divertente) viene molto ammorbidito nel processo, quindi in pratica non vi ci potete ubriacare, però è davvero ottimo, non perdetevelo.

E’ finalmente il momento di addentrarci nel boschetto. Ci sono bambini che scorrazzano nella natura tentando di lanciarsi a vicenda tra fogliame e rami, di intrappolarsi nelle amache come fossero mosche in una ragnatela, un piacevole caos. Adulti e aspiranti tali invece si rilassano con un buon vino facendo qualche chiacchiera nella frescura del boschetto.

Le lucine creano una bellissima atmosfera incantata, in lontananza vediamo il mulino che i faretti illuminano di blu. Se anche tutto l’evento fosse stato una scusa per rimettere a nuovo questo posto, e consegnarlo agli abitanti di Castelfranci, ne sarebbe comunque valsa la pena.


Falco

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Festa Popolare della Tammorra – Sessa Aurunca (CE) – 2023

Festa Popolare della Tammorra – Sessa Aurunca (CE) – 2023


Con grande soddisfazione anche quest’anno, nella sua edizione 2023, la Festa Popolare della Tammorra di Sessa Aurunca (CE) (dal 21 al 23 Luglio!) si avvale con partecipazione della collaborazione de Il Trono di Sagre per promuovere e sponsorizzare il proprio evento. Perchè parliamo di soddisfazione? Basterebbe sorvolare Sessa Aurunca a volo d’angelo per rendersi facilmente conto di quanto sia grande la macchina organizzativa di questo evento, basterebbe poi fare due passi (anzi due saliscendi) per la festa per poterla facilmente apprezzare.


La Festa Popolare della Tammorra, com’è l’edizione 2023?


I punti forti dell’evento restano gli stessi: Innanzitutto un centro storico che si presta benissimo, un naturale serpentone di bellezze artistiche sparpagliate con sagacia nel centro storico fanno da immediato scenario a un evento che evoca tradizioni popolari, sembra a tratti di muoversi in un presepe animato.
Segue un lavorone fatto dall’organizzazione, come sempre, per mantenere costantemente l’atmosfera vibrante, con 4 palchi e una trentina di artisti (cifre al ribasso) che si alternano nella tre giorni di evento e che non lasciano mai lo spettatore senza la compagnia di una nota.


Come se non bastasse almeno 5 band itineranti di varia natura, tra castagnette, fisarmoniche, chitarre, canti e gonne variopinte passeggiano dimenandosi e colorando il percorso, avanti e indietro, avanti e indietro. Perché sottolineare questo doppio passaggio? Perché il cambiamento climatico ci ha regalato una cornice di umidità forse perfetta per chi vuole dimenarsi sotto un palco, un po’ meno ideale se devi scattar foto e far video (figurati suonare e cantare camminando), dopo 2 salite al castello eravamo messi come in una partita di calcetto: zuppi.


Il vino in…aiuto?


Non aiuta-invece-aiuta la grande presenza di vino! Importante quanto le danze, che viene disseminato nei vari stand sul percorso, spaziando tra proposte tipiche delle cantine di Sessa Aurunca fino alla grande novità di quest’anno, un vino prodotto con le uve del territorio, lavorato da una cantina del posto e presentato proprio come bevuta ufficiale dell’evento.
Ne approfittiamo subito, prima di addentrarci nel racconto della serata, per salutare e ringraziare Carmine Paolucci e Dino Pastore, che hanno curato anche quest’edizione della Festa Popolare della Tammorra e che ancora una volta ci hanno scelto per raccontarvela.


Ticket, numeri e percorso


Potreste rimanere un attimo spaesati dalla mappa. Potreste ritrovarvi dall’altro capo del percorso e disperarvi perché quello stand che cercavate è esattamente all’estremo opposto di quello cui siete voi. Questo può capitarvi soprattutto se è la prima volta che venite, ma niente paura, la soluzione è semplice quanto intuitiva…gli stand sono suddivisi equamente.

Ce ne sono quasi due per ogni tipologia, di conseguenza gli stand simili sono agli estremi opposti.
Ci sono due proposte di pasta? Bene, una sarà al castello, l’altra nell’ultima piazza in basso, per far si che ovunque ci sia vicino a te, a distanza umane, lo stand che cerchi o una sua diretta alternativa.
Quindi, due proposte di pasta, agli estremi del percorso, e nel centro gli stand unici, come quello del baccalà o quello delle crispelle. Tutto chiaro? No? Bene, andiamo avanti.


La nostra passeggiata di salute comincia proprio dalla piazza del castello. Questa è la piazza più grande, quella che ospita il palco più grande, e che vi permetterà di sfogarvi dimenandovi in pista (piazza) letteralmente squagliandovi al suolo dal divertimento. Sia in questa piazza che in altre troverete dei punti cassa. Vi consigliamo, se siete in gruppo, di prendere risme diverse di ticket. L’ideale sarebbe andare in 3 e prendere 2 risme da 20 (poiché molti ticket sono sì singoli, ma permettono 2 alternative. Con due risme da 20 assaggiate tutto) e una da 15, in modo da avere tutti gli stand in vostro pugno come un Thanos che si snappa metà della calorie assunte.

Festa Popolare della Tammorra, Crespella


First time?


Il punto più vicino da dove iniziare a fare dei piccoli test, scendendo dal castello, è la piazzetta che ospita le signore degli anelli. Esse friggono a temperature da monte Fato le crespelle che sono anelli di pasta fritta, grandi come bracciali anni 90′, servite semplici (senza sugo o formaggio). Accompagnate il fritto con un bel vin di festa, quello di cui vi ho parlato prima, che trovate proprio nella stessa piazza.
Il vino c’è sia rosso (freddo o temperatura ambiente) sia bianco (falanghina). Noi abbiamo provato il rosso, dopo le riprese del caso do un sorso, mi volto verso il ragazzo al banco e annuisco. Il vino è liquoroso e persistente, ma soprattutto: si sente! La piazzetta è colorata a festa da luci intense che variano dal viola, al rosso, al blu regalando una visione di piccola meraviglia, rovinata solo da una bandiera dell’inter.


E’ il momento di fare qualcosa completamente senza senso e quindi attirati da delle turiste con dei calici di bianco gelato decidiamo di provare anche la falanghina dello stand di fianco il baccalà fritto.
La porzione (di fritto, non di falanghina) comprende fettona di limone, tocchetti di baccalà e alicette. Alicetta ottimo snack, più soddisfacente il baccalà, entrambe ben si sposano con la falanghina fredda.

Festa Popolare della Tammorra, Baccalà


La mozzarella nera


Per il momento non ci intrufoliamo nei vicoletti, che sono addobbati di lucine e invitano l’avventore a perdersi e scoprire tutta Sessa Aurunca, ma bensì continuiamo la nostra discesa verso l’ultima piazza decisi a provare della mozzarella nera casertana, realizzata ai carboni dal caseificio D’Angelo.

La signora al banco, molto disponibile, nota il badge e con gentilezza ci chiede una foto ben fatta della composizione di latticini. Dispone con cura delle provoline piccanti, delle olive verdi classiche mescolate a olive nere molto più cariche di sapore, alcune ciliegine (bocconcini mignon), bocconcini e mozzarella nera. In cambio del piccolo favore abbonda con la nostra porzione, e noi apprezziamo.
Le provoline sono molto, molto, molto saporite, per non dire piccanti. Tra tutti e tre i tipi di mozzarella classica a me sono piaciute in particolare le ciliegine. Il metodo casertano, senza scendere nei dettagli, regala un prodotto un po’ più sapido di quello a cui siamo abituati nella nostra Piana del Sele e questo sapore viene naturalmente esaltato da un prodotto più minuto e concentrato. Buone comunque sia la mozzarella classica che quella ai carboni, che risulta al palato un po’ più spugnosa.

Festa Popolare della Tammorra, mozzarela nera


Il labirinto di lucine della Festa Popolare della Tammorra


Carmine Paolucci, l’organizzatore, aveva descritto i vicoletti, in particolare quelli che portano al Duomo, come un labirinto concepito per permettere al visitatore di perdersi. Vi invitiamo a seguire il suo consiglio, il duomo merita certamente una visita e anche in questa piazza, molto più tranquilla, troverete un palco, un’esibizione, e un omino con un parco amari considerevole. Se volete un po’ scappare dalla calca (che però non ci è sembrata mai eccessiva da nessuna parte) potete rifugiarvi qui per un po’.


Ri-ri-ritorniamo su e stavolta è il momento di provare la pasta, ci riferiamo allo stand del carboidrato più vicino al castello (l’altro è nella piazzetta in basso, vicino la mozzarella!). Questa è l’unica occasione nella quale abbiamo fatto un po’ di fila. Si sa, i tempi della pasta quelli sono. Per me in ogni caso anche questa fila non è stata eccessiva, ho trovato i tempi giusti e fermarmi 10 minuti non mi ha disturbato, Corvo invece sostiene che visti i tempi obbligati del prodotto forse era meglio aggiungere un secondo fornello, ve la buttiamo lì, diteci che ne pensate.

Quel che mi disturba è che il piatto fumante di laganozze spesse, incredibilmente cremoso, ricco di ceci e formaggio viene privato immediatamente del fico che lo sormontava come un’elegante ciliegia, da parte del Sig. Corvo che non si accorge che ce n’era solo uno per piatto.
“Tranquillo che comunque il sapore si sente”, mi rassicura.
In effetti però il sapore si sente, la pasta è buona buona (che bella proprietà di linguaggio), molto soddisfacente, di qualità sicuramente superiore (in gran parte per la cottura perfetta) a quella media da stand da sagra, ve la consigliamo sicuramente.

Festa Popolare della Tammorra, pasta ceci e fichi


Il mito del secondo piatto di pasta


L’altra pasta non la assaggeremo mai perché il tempo di tornare di nuovo giù (per la 6° volta) che lo stand ha ultimato le riserve e ci invita col sorriso a “tornare domani”, ma a/r per noi sono 3 ore gonfie con gonfio casello autostradale e dunque mi sa che l’assaggiamo l’anno prossimo (o probabilmente mai perchè le proposte cambiano ogni anno!). Nonostante il piatto di pasta in meno noi eravamo tranquillamente sazi. L’organizzazione ci ha elargito due risme da 20€ (comprensive di vino) che ci sono bastate sinceramente per assaggiare tutto. Ripeto che alla fine ci è perfino “rimasto in mano” quel piatto di pasta e una ulteriore crespella (+ il caffè) e non c’è stato assolutamente bisogno di compensare, eravamo bellamente sazi.


4 ore di percorso


Noi ci siamo goduti la passeggiata, indugiando qui e lì per fare foto e video, e vi dico che 4 ore sono passate molto velocemente. Il caldo ci aveva completamente disfatto ma era bello vedere persone continuare a gironzolare. La disposizione di stand e palchi aiuta molto il naturale passeggiare e la curiosità (o la fame) vi spingeranno facilmente a fare quel passo in più. I naturali capannelli di persone che cominciano a radunarsi e danzare in giro per il percorso rendono il percorso mai banale.

La Festa Popolare della Tammorra di Sessa Aurunca (CE) è sicuramente uno degli eventi più soddisfacenti della nostra tournée estiva. Un evento gestito con la massima cura e a cui non manca niente. E’ itinerante, è ricco di musica (c’è stato anche un sentito omaggio, udito spontaneo sollevarsi da diversi palchi, in memoria di Marcello Colasurdo, notissimo nome legato alla tradizione della tammorra), ricco di punti gastronomici, è ben organizzato, per tutti i gusti eppur molto specifico. Dalla lunghezza dell’articolo avrete capito che ve lo consigliamo vivamente.

Festa Popolare della Tammorra, Marcello Colasurdo

Falco

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Bianco Tanagro – Auletta (SA) – 2023

Bianco Tanagro – Auletta (SA) – 2023


Il prelibato fiore del carciofo bianco di Auletta (SA) è stato da una decina d’anni incastonato perfettamente nell’organizzazione di Bianco Tanagro, l’evento che Giuseppe Lupo ha caparbiamente sviluppato fino a farlo diventare in breve tempo, poiché l’evento è ancora considerabile giovane, anche degno del marchio Sagra di Qualità, concesso da UNPLI a pochi eletti.
Il Trono di Sagre è stato invitato, nuovamente in questo fine Aprile 2023, dopo il 2019, a passeggiare per Auletta per scoprirne tutte le sfaccettature.

Bianco Tanagro, carciofi ripieni


Una Mammarella campa dieci figli


Abbiamo distorto questo noto proverbio poiché Bianco Tanagro è il simbolo diretto di quel che un po’ predichiamo da sempre: un evento ben svolto, che si rinnova nel rispetto dei prodotti e nelle possibilità del territorio…finisce inevitabilmente per avere effetti benefici, a cascata, sull’intero paese e nei diretti dintorni. Non a caso, infatti, un carciofo sicuramente già noto ma non esaltato dai numeri del mercato ha saputo nel corso degli ultimi dieci anni veder decuplicare il suo commercio.
Grazie alla spinta di Bianco Tanagro e dell’intera comunità di Auletta adesso il carciofo bianco, che cresce in un delimitato territorio che va da Auletta, appunto, fino a Caggiano, Salvitelle e Pertosa, è diventato una fonte di reddito che può spingere qualche giovane a decidere di restare, invece di diventare una triste statistica nelle conte del pressante spopolamento che affligge il sud Italia.


Ma qual è il segreto di questo minuto carciofo?

“Ottimo crudo, resta elegante e particolarmente morbido anche dopo la cottura. Un cuore bianco che gli ha conferito una fama che non sempre riesce a soddisfare. Il Carciofo Bianco è particolare, oltre per il suo colore molto chiaro, verde tenue, bianco tendente all’argento, per la sua grandezza poiché è una specie priva di spine ed è molto grande. L’infiorescenza del Carciofo bianco (ciò che mangiamo) è molto grande e si presenta in forma sferoidale con un caratteristico foro alla sommità. Il Carciofo è un ortaggio con numerose virtù terapeutiche ed è un elemento estremamente salutare. Nei carciofi di Petrosa troviamo sodio, potassio, calcio, fosforo, ferro, vitamine A, B1, B2, C, PP, acido malico, acido citrico, tannini e zuccheri (non dannosi per i diabetici).  Il Carciofo Bianco di Pertosa presenta, in sostanza, proprietà diuretiche, depurative, ipocolesterolemizzanti, coleretiche, protettrici del fegato, digestive, amaricanti.”
Bianco Tanagro, carciofi bianchi


La versatilità del carciofo


Il carciofo, si sa, è ideale in diverse preparazioni e il percorso di Bianco Tanagro si è sviluppato intorno a questo concetto. Dall’inizio del viale principale di Auletta, che costeggia il castello, abbiamo una schiera infinita di casette, ad ognuna delle quali è assegnato un piatto. Ogni casetta ha la sua cassa (oltre ad un paio di punti pricipali ad inizio e centro percorso) e questo evita il crearsi di file troppo abbondanti.

Nello specifico, dal chilometrico menu, siamo riusciti a provare diverse cose, vediamole nel dettaglio.
Uno dei primi piatti che ci sentiamo di consigliarvi è proprio il calzone fritto (al carciofo).
Capace di continuare ad ungere anche dopo il trapasso, quasi fosse colpito da una maledizione, il calzone è una bomba di sapori. Il carciofo dal sapore delicato conferisce al gran panzerotto un gusto rotondo, con punte di grasso estremamente saporite date dalla salsiccia. E’ stato un gran bell’inizio, molto simpatici anche i membri addetti alla produzione. In generale abbiamo notato un bell’entusiasmo da parte di tutti i membri dello staff, molti dei quali sono in prima persona produttori del carciofo stesso, o legati alla catena del suo mercato.


Passando oltre troviamo, oltre al vino (che scende giù con pericolosa facilità), diverse tipologie di birra alla spina (tra cui i nostri amici di La Nuda), pizza bianca (al carciofo), crespelle, frittatine (al carciofo), caciocavallo impiccato (che, notiziona, per una volta abbiamo saltato!), pizza chiena (indovinate piena di cosa…?), tocchetti dello stesso con straccetti di maiale e tanto tanto altro…


Tra le tante pietanze abbiamo particolarmente gradito, vado in ordine sparso, i carciofi ripieni/farciti, che ad un competitivo prezzo di 5€ si presentano al piatto in una tris molto apprezzata. Uno di questi è finito anche, in un guizzo di follia, nel panino alla porchetta (e carciofi) del sottoscritto.

Auletta, Spiedini


Un menu infinito


Un altro piatto che vi consigliamo sono gli spiedini. Il carciofo si gusta quasi al naturale, abbrustolito dalle braci, accompagnato dai succhi della carne di maiale. Un abbinamento e una preparazione che abbiamo trovato molto azzeccata.


Chiaramente il bianco fiore si può provare anche fritto, o in pastella. Di quest’ultimo ci è arrivata al tavolo una porzione extra che ha fatto la felicità di tutti i presenti, poiché è stata condivisa immediatamente onde evitare anche di abbuffarci a pochi metri dall’inizio della traversata.

I piatti molto particolari sono molti, troviamo anche la pasta & il riso e, allo stesso stand, il carpaccio.
Intriso in pepe e limone (dove giace per diverse ore) è una chicca che ci sentiamo di consigliarvi.


Un programma ricco


Il menu non è l’unica cosa da segnalare di quest’evento, anzi. Ci ha colpito una grande collaborazione con le Pro Loco vicine e lontane (abbiamo assistito al gemellaggio delle Pro Loco di Auletta e Matera), lo show cooking, che ogni anno si rinnova con la presenza di chef che propongono innovativi utilizzi del protagonista di giornata, la possibilità di visitare il castello, con spettacoli annessi.


Trampolieri, una statua di un carciofo costruita di un materiale riflettente sconosciuto all’uomo, con facoltà di concentrare i raggi solari e polverizzare gli intrusi (credo), un verde panorama da godersi per respirare un po’ tra un piattone e l’altro e una schiera pressoché infinita di stand supplementari con produttori proveniente dalle regioni e province vicine con i loro prodotti migliori.

Tra gli altri, amari e digestivi in ogni possibile tipologia, dolciumi, dal cannolo originale della sicilia passando per il torrone al pistacchio, pancake, leccalecca, crepes, caramelle, distese infinite di taralli, formaggi di pecora, creme alla nduja originale, tantissimo altro ancora e OLTRE ciò un intero mercato oltre i confini dell’evento.


Intrattenimento


Disposte a mò di ronda sul percorso troviamo anche (almeno) tre band itineranti che spesso collimano creando duetti musicali coinvolgenti. Musica spiccatamente tradizionale, da diverse parti della regione.
I classici del genere risuonano nel viale, sotto i pini e i cipressi che costeggiano il percorso.

Per i più piccoli, burattini & prestigiatori sia nella piazza principale che sparpagliati lungo il cammino.
Per tutte le età invece la crostata di fragole, la fragolata (con abbondante panna) e il gelato, che consigliamo molto vivamente, naturalmente nella sua versione al carciofo (completamente priva di lattosio!)


Insomma, ce n’è per tutti gusti.
Questa edizione di Bianco Tanagro si terrà dal 28 Aprile al 1 Maggio 2023, con apertura anche a pranzo nelle giornate del 29, 30 e 1.
Per ogni informazione supplementare vi rimandiamo al nostro calendario eventi e alla pagina ufficiale degli organizzatori.

Clicca sulle immagini seguenti per essere reindirizzato all’evento ufficiale e al calendario eventi completo!


Falco

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La Ciurma Cartoon Band

La Ciurma Cartoon Band

Membri gruppo

LA CIURMA CARTOON BAND
Manuela Donadio Voce
Giovanni Marchioretto Basso e Cori
Federico Amato Batteria
Angelica Parisi Tastiera e Cori

Descrizione del genere


Sigle Cartoni Animati anni 70-80-90-2000

Zona di lavoro: Senza particolari limitazioni

La Ciurma Cartoon Band – Bio:


Il sogno di ognuno di noi è di poter tornare di nuovo bambino. Con il nostro gruppo si può!
Uno spettacolo unico ripercorrendo le sigle più belle dei cartoni animati di Cristina D’avena, Giorgio Vanni e I grandi classici insormontabili.
Ideale per grandi e piccini, con vestiario a tema cartoon e divertimento assicurato!

In onda su Rai 2

La Ciurma Cartoon Band – Contatti:


Telefono: +339 320 8086588 (Giovanni)
Mail: Gmarchioretto@virgilio.it
Facebook: https://www.facebook.com/LaCiurmaTributeBand
Instagram: https://instagram.com/laciurmacartoonband?igshid=ZDdkNTZiNTM=

Link youtube:

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Mercatini di Natale – Castellabate (SA) – 2022

Mercatini di Natale – Castellabate (SA) – 2022


I Mercatini di Natale di Castellabate (SA) sono arrivati alla 10° edizione, un traguardo che sarebbe importante per qualsiasi sagra/festa. Far diventare dei mercatini una tradizione non è cosa da poco, specialmente in un paese nel quale non mancano iniziative, turismo e organizzazioni.

Per la terza volta consecutiva siamo tornati all’evento che non è stato fermato neanche dal covid e che caparbiamente si è imposto come uno dei più importanti della provincia, e dell’intera regione.

Artigianato, Mercatini di Natale di Castellabate
– Artigianato protagonista come sempre


Questione di organizzazione


Per tenere insieme i pezzi di un’organizzazione che comprende così tante voci vuol dire che alla base deve esserci un progetto concreto. Da 10 anni quest’evento cresce e si conferma e la prova sono alcuni standisti che ormai sono presenza fissa all’evento. Un continuare a tornare che certifica come l’evento stia continuando a crescere anche sotto pandemia, guerra, inflazione, maltempo, sciame meteorico, guerre civili e ogni altro regalo che questo millennio ha da offrirci.

Già dopo i primi passi si nota una differenza, anche solo di colore e luci, rispetto alla versione che per esigenza, tra green pass e incertezza, fu quella dell’anno scorso.


Quest’anno ci sono ben 56 (e passa) casette. Tra il classico artigianato natalizio (palline in ceramica, stoffa, vetro, babbi natale trapuntati, scultori di legno, intrecciatori di vimini), l’intrattenimento (con un teatrino di burattini in pianta stabile e un amorevole trio di zampugnari barbuti che ciondolano per le stradine del borgo), il prodotto locale (amari alle erbe, miele, formaggi, salumi, frutta secca, conserve) e una scelta gastronomica sbalorditiva, soprattutto per un evento che non fa del food il suo punto focale.


Meraviglia alla vaniglia


Essendo avvezzi all’evento (come accennavo, è la terza volta consecutiva che Il Trono di Sagre viene scelto come uno dei promotori ufficiali dei mercatini) ci aspettavamo una piacevole visita di routine, come quando da expat si torna a casa per Natale e si fa il giro degli zii…e invece…

Neanche il tempo di salutare Nicola Paolillo (l’uomo che per 365 giorni l’anno programma il Natale come in una burocratica versione del burtoniano Nightmare Before Christmas) che veniamo condotti con la manina verso un tour rapidissimo di assaggi che ricorda incredibilmente l’ingozzamento di dolciumi del Grinch nel paese di Chi non so.


In un tour di sapori completamente random cominciamo dalla polenta alla piastra dello stand del Sardo Cilentano, altra presenza fissa dei mercatini. Passiamo poi ad un caciocavallo impiccato che si sposa benissimo con la lieve brezza del mare e questo sole misericordioso che oggi ha deciso di regalare a tutti una domenica di tranquillità dagli inquietanti rovesci che ci stavano martellando ultimamente.

Dopo cacio e polenta, altra polenta, stavolta quella tipica di Castellabate (la farnata) con cipolle stufate. Nello stesso angolino potete trovare pizza fritta classica (al sugo) e in versione cacio e pepe, quindi bianca. Volendo allo stesso stand potete anche concludere il vostro menu con i tipici scauratieddi.


Proseguendo invece verso Piazza 10 Ottobre incontrerete ritrattisti, infiniti stand di artigianato, folle sciamanti (presenti in gran numero già prima di ora di pranzo), un apposito stand di dolci tipici e potrete poi voltare l’angolino e tornar su, per altre stradine ricche di colore e musica.


La 10° edizione è un’edizione di colore


Molte cose sono state perfezionate e altre nuove sono state implementate. Come ad esempio i castagnatori di Summonte, in privilegiata posizione panoramica, col venticello che fornisce qualche coppino ogni tanto e che hanno a disposizione la classica caldarrosta e quella flambé alla Strega.

Intorno alle 17.00, dopo 4 ore di assaggini, le luci cominciano ad accendersi e il mercatino entra nella sua fase serale, sicuramente la più suggestiva. Noi non abbiamo ancora finito di mangiare infatti c’è tempo per provare un piccolo aperitivo con rosè, del vin brulè, dell’aglianico, una ciliegia ricoperta di cioccolato con il tasso alcolico di un Black Russian, una pizza cilentana per spezzare un po’ e dare un po’ di quiete al palato e…pizzelle alle alici (e semplici), fiche secche impaccate e giusto un nonnulla di crema di formaggio di pecora.

Ciliegia alcolica, Mercatini di Natale di Castellabate
– La devastante ciliegia alcolica al cioccolato


Un percorso pieno di attrattive


La grande peculiarità dei mercatini di Natale di Castellabate è proprio l’avere a disposizione un percorso poliedrico e ricco di attrattive. Se avete voglia di panorami vi basterà voltarvi, intorno a voi c’è di tutto. E’ un percorso ideale per famiglie, ma anche per gruppi di amici. Il lungo elenco che ho fornito dovrebbe lasciar intendere la vasta possibilità di stuzzicare qualcosa o addirittura pranzare/cenare in modo completo. Si può arrivare in autobus (previsti 40 pullman ed oltre) e soddisfare ogni guizzo creativo in tempo per l’Immacolata, per rendere più vivace il nostro albero di Natale casalingo.


Insomma, l’edizione 2022 lascia ben sperare per l’immediato futuro e vi consigliamo di farci un giro.
I Mercatini ci saranno tutti i giorni, dal 2 all’11 Dicembre.

Vi lasciamo con un video dell’edizione scorsa e l’evento FB con link apposito, per seguire e rimanere sempre aggiornati su ogni cambiamento!

– La nostra visita nell’edizione ristretta del 2021
– Evento FB ufficiale de Il Trono di Sagre


– Falco

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Festa Popolare della Tammorra – Sessa Aurunca (CE) – 2022

Festa Popolare della Tammorra – Sessa Aurunca (CE) – 2022


La Festa Popolare della Tammorra a Sessa Aurunca (CE) è un evento giovane, siamo solo alla 5° edizione, ma è partito in grande e con una visione del futuro decisamente chiara.
A organizzare l’evento è, con un team molto capace al seguito, Carmine Paolucci. Ha saputo articolare una festa che si snoda tra tutti gli hot spot di Sessa Aurunca e che oltretutto ha già ricevuto un riconoscimento, l’Italive, battendo concorrenti altisonanti.
Osserviamolo un po’ di più nel dettaglio, nel racconto di oggi de Il Trono di Sagre.

Pasta, fagioli e cozze
– Una ricca anteprima, pasta, fagioli e cozze.


Una festa popolare a 3 anni sagra da noi


C’era grande attesa anche prima della partenza per un evento di cui avevamo percepito la caratura. Sarebbe stata inoltre per noi la prima volta non solo alla Festa Popolare della Tammorra ma anche a Sessa Aurunca, paese di cui conoscevamo colpevolmente poco, oltre la mera posizione geografica.

Posizione che non aiuta, collocata a 3 anni sagra da noi (1 ora e 30 piena e non si scappa) a ben 10,50 baiocchi di pedaggio (sempre siano maledetti).


Arriviamo intorno alle 20, trovando parcheggio abbastanza facilmente (ne potete osservare uno non appena vi avvicinate al centro storico, subito sulla sinistra, e un altro più avanti, in uno spiazzo) e ci infiliamo in questo cunicolo pedonale dove veniamo accolti da un pensionato che si soffia il naso in maniera rurale, in pieno spirito di festa “popolare”.

Il viottolo di cui ho rimosso il nome sbuca nel centro del viale pedonale principale (Corso Lucilio) di Sessa Aurunca.
Immediatamente alziamo gli occhi al cielo notando questi drappi bianchi con scritte nere che riportano alla mente le più tradizionali canzoni della cultura popolare e musicale napoletana. Siamo già nel vivo dell’evento.


Già dai primi sguardi si percepisce l’ovvio: Sessa Aurunca è un gran bel centro storico, e manco piccolo.
Mi scuserà chi lo ritiene ovvio, ma per noi è stata una gradita sorpresa.
Tocca cercare Carmine e mentre ci orientiamo facciamo un andazzo di su e giù per la festa e in circa 300 mt siamo già sudaticci, fa caldo.


Il programma dell’evento


Becchiamo Carmine che si da da fare in piazza Tiberio, dove a breve si comincerà a suonare.
Il suo sguardo è tra l’euforico e il folle, è carichissimo e si frega figurativamente le mani, la sua creatura sta per liberarsi anche quest’anno.

Da vero professionista in pochi minuti ci aiuta a realizzare la videointervista più efficiente e rapida di sempre (3-4 minuti a getto continuo senza mai impappinarsi e toccando tutti i punti) e poi ci lascia liberi di scorazzare per l’evento.


Tocca tornar su, in cima, al Castello, per prendere i ticket!
Avremo a disposizione la selezione da 20€, che inizialmente avevamo intenzione di farci bastare ma sai com’è, l’entusiasmo sale e la fame pure, e dunque l’aggiunta di quella da 15€

Per chiarire: Le selezioni di ticket sono 3, da 20, 15 e 10 euro. Ognuna di esse cerca di darti il meglio che la cifra permette. Alcune pietanze sono presenti soltanto in determinate selezioni. Il mio consiglio è di prendere strisciate diverse e condividere, come vi consiglio ormai da 4 anni e passa.

Crespella
– Crespella bollente, abbinabile a qualsiasi cosa

Il colpo d’occhio della piazza del Castello è l’ennesimo che ti fa capire che festa e centro storico vanno decisamente a braccetto. Già mi piace come il percorso si snodi “costringendoti” a vedere ogni minimo anfratto (quasi, se prima di Piazza Tiberio giri a destra su Via Roma, venendo dal Castello, ti becchi anche l’anfiteatro romano).

Mentre decifriamo la mappa parte un mix di urla celebrative, trenini e scoccar di castagnole. Amanti della danza popolare e turisti vengono coinvolti in una prima sudata che fa da opening informale all’evento.


Il menu della Festa Popolare della Tammorra


Finalmente cominciamo a provare qualcosa e partiamo col botto.
Pasta, fagioli e cozze. Gnocchetti al dente in una crema di fagioli con cozze.
Non solo si è mantenuta integra, ha una consistenza perfetta, una sapidità perfetta ed è un piatto che definire “da festa” è quasi fuori luogo. Veramente ottima.
La mangiamo in piedi, praticamente con le mani, sperando di non ficcarci un po’ di cremina di cozze su camicia e capelli. Proseguiamo.


Sempre nella stessa piazza, dopo un salto al museo interno del castello proviamo il primo rosso della serata. Sulla mappa noterete diverse postazioni, ogni postazione ha diversi vini. Ficcatevi in testa di tenere sempre sotto controllo numeretti e posizioni sulla mappa sennò girate a vuoto!

Proviamo di seguito anche l’altro primo, gli gnocchi al sugo con formaggio e basilico.
Anche qui tenuta della pasta e sapidità perfette.
Mi concentro su questi due aspetti perchè come potrete immaginare quando si cucina per centinaia di persone i rischi più concreti sono quelli di scuocere e di servire senza sale. Nulla di tutto ciò accade nella saporita Sessa Aurunca, La Festa Popolare della Tammorra danza e balla anche sulle vostre papille gustative.

Gnocchi
– Gnocchetto al sugo


Raggiunti da alcuni amici decidiamo di dare un secondo colpo al vino e stavolta di provare un Primitivo al 100% (in piazza avevamo provato un Aglianico-Piedirosso), che ci convince a sua volta.
Non convince a me (ma qualcun’altro si) il piatto di fagioli. Il sapore della trippa era molto deciso (e a me la trippa piace) ma ci conquista appieno la simpatia delle signore che poco più avanti si occupano della frittura delle Crespelle (una ciambella che sostituisce idealmente la pizza fritta).

Piatto che si esprime al meglio nella sua disarmante semplicità: impastato, modellato a cerchietto, fritto.
Fine, saporito e da accompagnare a vino, formaggi, salumi, quel che vi pare. Se l’anno prossimo lo decorano di lardo potrei fare una sciocchezza.


Il duomo


Seguendo la mappa vi concederete una deviazione costellata di lucine, esse vi condurranno al Duomo di San Pietro. Qui un altro gruppo si esibirà in danze tipiche (la sempre apprezzata Brigante se more e Cicerenella) accompagnate da una danzatrice/giocoliera che farà roteare in modo molto suggestivo queste palle di fuoco incatenate ad essa. Un bello spettacolo reso unico dalla bellezza immortale del duomo e dall’ennesimo scorcio a sorpresa di Sessa.


Convince un pochino meno lo stand salumi-formaggi, ma a onor del vero Il Corvo mi sfila dal piatto i pezzi più grassi e saporiti quindi addosserò a lui la colpa.
Momento chiarezza: Dire che questo o quello convince meno è relativo.
Nel senso che i piatti hanno chiaramente valore e prezzo diverso e messi insieme formano un simbolico 20€ (o 15€) quindi dire “Il piatto di salumi non mi convince, avrei preso due piatti di pasta, fagioli e cozze” è veramente senza senso. Le critiche, per così dire, lasciano il tempo che trovano, il menu va considerato nella sua interezza, e dopo vi dirò la mia a riguardo.


Come in tutte le nostre avventure la serata si è trasformata in una caccia allo stand: abbiamo sempre fame! Ci è rimasta l’Officina Del Gusto, che però è composta soltanto da due pezzetti di pane con conserve (anche qui vale il discorso di poco sopra) e il baccalà fritto.

Presente in due versioni è veramente eccellente. Cottura perfetta, umido all’interno, crocca, riempie.
Sia l’alice che il baccalà veramente apprezzati. Io li ho affogati al limone perchè sulla frittura mi piace e ho fatto i complimenti anche ai ragazzi nello stand.

Questo stand si teneva nella piazza Tiberio, quindi abbiamo fatto su e giù 2 volte, con diverse pause, visitando i vari punti, e mettendoci circa 3/4 ore. Ce la siamo presa veramente comoda, e in più andavano fatte foto e video, però la serata la passi.

Baccalà fritto
– Ottimo baccalà fritto


Conclusioni


Ce ne sono diverse.
Allora, siccome la parte economica vuole sempre la sua parte vi dico che noi con una risma di ticket da 20€ ed una da 15€ + 2 calici (quelli grandi, da 5€ ciascuno, che permettono di avere più del doppio del vino del calice piccino) e quindi con un totale di 45€…ci abbiamo mangiato in 3.

15€ a testa è un prezzo ben più che accettabile considerando la grande qualità di diverse pietanze (ben più di una ha sorpreso in positivo), il piacere di visitare il centro storico sorprendente di Sessa Aurunca (che tra castello e duomo vale ben oltre la cifra spesa), il parcheggio gratuito, la musica (su tre palchi) e l’atmosfera.

Inoltre…0 fila. Non c’era fila, mai. Gli stand sono sparpagliati perfettamente e magari puoi attendere qualche minuto ma i ragazzi all’interno (cui va fatto un applauso perché cucinare nella casetta in legno, con quel caldo, è da menzione d’onore) sono estremamente efficienti.

Festa popolare della tammorra, concerto
– Si mangia bene, ma vi ricordo che questa è una festa della musica!


Spero di essere riuscito a darvi una buona panoramica dell’evento e ringrazio la grande accoglienza di Carmine Paolucci e dell’intero team (che lui stesso ci ha tenuto a ringraziare più volte) per l’invito e i miei complimenti per una festa molto riuscita.

La Festa Popolare della Tammorra continuerà nelle serate del 23 e del 24 Luglio, quindi datevi una mossa! Se necessitate info sul panorama musicale, siccome è una festa che si base sulla musica, vi consiglio di consultare l’articolo informativo precedente scritto (eccolo) e l’evento FB ufficiale (qui sotto), ciao!


– Falco

Festa Popolare della Tammorra, evento FB
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Festa Popolare della Tammorra – Sessa Aurunca (CE), un percorso degustativo, tra musica e cultura – Il Trono di Sagre

Festa Popolare della Tammorra – Sessa Aurunca (CE), un percorso degustativo, tra musica e cultura – Il Trono di Sagre

– Per chi acquista il ticket degustazione in prevendita , con sole 2€ in più può avere un calice serigrafato


Torna dopo due anni di stop anche l’appuntamento della Festa popolare della tammorra di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta.

Quest’anno si prospetta una festa davvero esplosiva, da quello che lasciano trapelare gli organizzatori. La voglia di ripartire è tanta e infatti con l’impegno di tutti, l’obiettivo sarà quello di restituire a tutti il tempo perduto e di godere di nuove delle belle sere d’estate.

Il video di un’edizione precedente

– La mappa della manifestazione

Il Programma


La festa popolare della tammorra avrà luogo nel weekend che va dal 22 al 24 luglio 2022 e nell’edizione di quest’anno saranno presenti, tra gli altri, La Nuova Compagnia di Canto Popolare e il Canzoniere Grecanico Salentino.

Una festa iniziata quasi per gioco, in sole tre edizioni, porta il nome di Sessa Aurunca sui grandi palcoscenici.
Premiata ed elogiata a Roma in Piazza Navona ritira l’ambitissimo premio Italive !
Il premio viene consegnato da Miss Italia 2020 e dal dott. Tamburella, ospite alla IV edizione svoltasi al Teatro Romano di Sessa Aurunca.

La premiazione della festa popolare della tammorra
La premiazione

Il Trono chiede, gli organizzatori rispondono…

Descrivici brevemente la festa popolare della tammorra, cosa potranno aspettarsi gli avventori, durante il vostro evento?

Certo, ci sarà un vero e proprio percorso gastronomico, dove saranno presenti prodotti tipici del territorio di Sessa Aurunca, con la partecipazione delle nostre aziende vinicole. Ci sarà la possibilità di acquistare ticket che hanno una duplice valenza.
Vi sarà quindi il ticket degustazione per chi vorrà partecipare soltanto al percorso degustativo, con sacca e calice. Mentre chi vorrà invece soddisfare anche la curiosità dal punto di vista culturale ci sarà la possibilità di acquistare un ticket visita guidata per visitare i monumenti storici del luogo. Acquistando insieme i due ticket, quest’ultimo sarà scontato di un euro.
Aggiungo inoltre che chi acquisterà i ticket in pre-ordine, otterrà un calice riservato in omaggio, serigrafato.

La festa ha sicuramente nell’atmosfera, nella musica e nel percorso degustativo il suo forte, ma ci accennavi anche ad una parte artistica da sottolineare, cosa puoi dirci di più?

Esatto. Ci sarà una casetta dedicata proprio al merchandising, ci sarà la possibilità di acquistare magliette, collane fatte in terracotta con la forma di tammorra, centrotavola, ventagli e borse.
– Clicca sull’immagine per avere tutte le informazioni!

Informazioni utili

Organizzatori: Festa Popolare della Tammorra
Numero di telefono: 329 388 7445
Email: festapopolaredellatammorra@gmail.com
Pre-order ticket link

telegram trono

Corvo

Link degli organizzatori della festa popolare della tammorra
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Festa del carciofo di Paestum IGP, tutto pronto per l’edizione 2022!

Festa del carciofo di Paestum IGP, tutto pronto per l’edizione 2022!


Fine della pausa di riflessione perfino per le feste pre-Pasquali come la Festa del carciofo IGP di Paestum che torna nel 2022 con un lungo menu colmo di proposte, dal 22 Aprile a inizio Maggio.

– Un’anteprima succulenta


Un principe tra i templi

Il carciofo, amato simbolo al pari dei celebri templi che rendono unico questo spicchio di inizio Cilento, torna per la sua XIII volta a far parlare di sé in questa festa.

Ogni giorno tante iniziative, musica e intrattenimenti sorprenderanno i visitatori, che avranno a disposizione anche un ampio parcheggio gratuito e un’area verde dedicata allo svago dei bambini.

– Programmazione della Festa del carciofo di Paestum IGP 2022

La manifestazione è organizzata dall’associazione culturale Il tempio di Hera Argiva con la collaborazione del Consorzio di Tutela del Carciofo di Paestum I.G.P. e si terrà in zona Gromola.
L’evento si svolgerà il 22-23-24-25-29-30 aprile e 1 maggio.
Nei giorni 24-25 aprile e 1 maggio sarà aperto anche a pranzo, negli altri giorni solo a cena.

– Serata d’apertura della festa, il 22 aprile


Il Trono chiede, gli organizzatori rispondono:


Abbiamo fatto qualche domanda agli organizzatori, per scoprire qualcosa di più.

Siete uno dei primi veri eventi del 2022, cosa vi ha spinto a rimettervi in gioco?

Nulla, ci ha spinto la voglia di ricominciare, la voglia di tornare a quella normalità che oggi tanto abbiamo apprezzato. Questa manifestazione è la prima di tante che vengono fatte nel territorio, ma non solo, ma per Aprile siamo i primi. Speriamo nella risposta della gente, che abbia la nostra stessa voglia di normalità.


Da quanto va avanti la festa del carciofo e cosa la aspetta nel prossimo futuro?

La manifestazione è in auge ormai da 12 anni, siamo alla 13° edizione che teniamo questa kermesse enogastronomica e musicale. Ci aspettiamo dal futuro che questo fiore, perché è un fiore, non un ortaggio, principe della dieta mediterranea, sia al centro delle attenzioni di tutti per le sue tante incredibili proprietà, come l’essere ricco di antiossidanti e antibiotico naturale. Per questo è altri motivi ci teniamo tanto che questo fiore trovi il giusto spazio sulle tavole di tutti gli italiani.

Il carciofo è molto versatile, in quali modalità e nuovi piatti possiamo trovarlo?

Abbiamo portato delle novità: Abbiamo eliminato la pizza e inserito un panino con carciofi e salsiccia saltati in padella. Inoltre ci sono due new entry, una fresella fresca con pomodori e carciofini sottolio e delle polpette al forno con cuore di carciofo.”

Per quanto riguarda l’intrattenimento invece?

Il fiore all’occhiello di questa manifestazione: 6 gruppi musicali, tutte le sere. Artisti che hanno fatto la storia del nostro territorio, con taranta e pizzica. In più Gigione, nostro ospite e amico ormai, dopo tutte queste edizioni, tornerà a trovarci nella sera del 29. Ci aspettiamo tanta risposta da parte del pubblico.”


Evento e link utili

Di seguito potete trovare il nostro evento FB che vi terrà aggiornati su tutte le evoluzioni della Festa del Carciofo di Paestum IGP e una serie di link utili.
Seguiteci per restare sempre aggiornati su tutti gli eventi e le sagre del panorama del sud Italia!

– Evento FB ufficiale de Il Trono di Sagre per la Festa del Carciofo di Paestum IGP
Link alla pagina FB degli organizzatori
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Binario Sud

Binario Sud

– Locandina del gruppo

Membri del gruppo:

Binario Sud

Cristina Mazzaccarro: Voce
Nicola Natella: Chitarra
Daniele Apicella: Percussioni


Genere:

Musica Classica Napoletana/Posteggia


Zona di lavoro:

Senza particolari limitazioni


Bio:

Binario Sud è un progetto musicale nato nel 2019 che accomuna le anime di tre musicisti salernitani uniti dalla passione per la musica napoletana ed il teatro. 

Dopo alcuni concerti di rodaggio e mesi di ricerca sul repertorio classico napoletano il trio decide di dare vita ad uno spettacolo dal nome “Destinazione…Napoli” composto da arrangiamenti personali di brani appartenenti alla tradizione musicale partenopea, dai più famosi fino a quelli più ricercati e sconosciuti al grande pubblico.

Per la creazione di questo spettacolo il gruppo si è avvalso della preziosa consulenza musicale del musicista e studioso della canzone napoletana Franco Mayer e delle collaborazioni dell’attore e regista napoletano Rodolfo Fornario (regista dello spettacolo dei Binario_Sud) e del musicista Pasquale Terracciano, membro e fondatore storico del gruppo operaio ‘E Zezi.

Ad oggi i Binario_Sud continuano il loro lavoro di ricerca e divulgazione della musica napoletana portando in tournée il loro spettacolo “Destinazione…Napoli” all’interno di rassegne musicali e teatrali, festival ed eventi culturali.


Contatti:

Telefono: 3339352661 (Daniele)
Mail: binariosud@gmail.com
FB: Binario Sud



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