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Sagra del mare flegrea – Acquamorta di Monte di Procida (NA) – 2023

Sagra del mare flegrea – Acquamorta di Monte di Procida (NA) – 2023


Ci sono luoghi che sembrano nati per ospitare eventi. Raramente, nonostante le bellezze naturali e artistiche che la Campania mette a disposizione, si riesce ad ottenere una concomitanza di fattori che naturalmente incornicia una festa, una sagra, in una naturale posizione tranquillamente definibile privilegiata. E’ il fortunato caso della Sagra del mare flegrea, l’evento che si ripete da 30 anni ad Acquamorta di Monte di Procida (NA), andiamo a vedere il perché…

Sagra del mare flegrea, panorama 2


Sagra del mare flegrea, panorama, chiesa e porticciolo…


La Sagra del mare flegrea si tiene ogni anno nel porticciolo di Acquamorta di Monte di Procida (NA), il Comune che come suggerisce il nome si arrocca e custodisce il promontorio di fronte l’isola di Procida.
La geografia del luogo permette estatiche esterne estive fin dai suoi stretti dintorni.

Pian piano che ci si avvicina al luogo dell’evento vedremo un accenno dei placidi panorami, della vastità dell’acqua, calma, che pian piano si tinge di arancio e rosa (consigliamo naturalmente di arrivare prima del tramonto, per gustare le due fasi della vista panoramica), del lago Miseno e del porticciolo stesso, che fa sempre un certo effetto a noi che si vive sul mare (circa…).

Approfittando del fatto che la discesa al porto viene chiusa al traffico durante i giorni dell’evento (mentre ci sono a disposizione navette gratuite che fanno su e giù continuamente) si è proposto al pubblico un walking tour molto rilassato (praticamente gratuito) che dal Municipio discende tutto il monte. Tra i pit stop a cura di Monica Carannante abbiamo la Chiesa di Santa Maria Assunta, affezionato luogo di culto e di ritrovo degli autoctoni, diversi murali di street art, viuzze che un tempo ospitavano rioni di mestieranti e mestieri ormai in disuso e cenni storici e goderecci sulle origini di alcuni devi vini tutt’oggi più apprezzati, in Campania e non solo.


Menu del mare flegreo


La Sagra del mare flegrea ci tiene a far sapere che qui le cose si fanno in un certo modo. Seppur alle spalle degli stand ci sia il solito frenetico di caos, dei tanti addetti ai lavori impegnati nelle diverse preparazioni, pronti a soddisfare le precise richieste del pubblico, è impossibile non notare una certa professionalità. Era già chiaro nelle parole di Monica Carannante, che ci ha guidato fin qui, e in quelle di Lucia Mancino, presidente dell’associazione Vivi L’Estate (che organizza l’evento).

E’ ancor più chiaro nello spuntar di cappelli da chef nei nuvoloni di vapore bollente che eruttano dalle tante, tante, postazioni schierate sull’orlo del molo. Se l’abito non fa il monaco, sicuramente il piatto fa il cuoco. Quando in pochi minuti dal nostro arrivo dietro le quinte ci viene servito un piatto di pasta bello già a vedersi, impreziosito da una fogliolina di basilico e incastonato di cozze…capisco subito che stasera ci divertiamo. Il piatto è buono quanto bello. Mi prendo il tempo necessario di fare i soliti video, clip e foto (ma giusto perché in teoria qui stiamo sempre lavorando) e poi non ci sono per nessuno.

Sagra del mare flegrea, primo piatto

Gli organizzatori ci parlano, Corvo ascolta, io fagocito. Buonissimo, c’è anche la granella (oltre i pomodorini gialli, i friggitelli miei adorati, le cozze mie adoratissime) e una cremina che è quasi una glassa e ora basta perché ci stanno 100 altri piatti ma quanto era buono questo!

Perché tanta bontà? Perchè questa postazione, insieme alle altre dedicate ai primi, sono tutte affidate a ristorazione locale, in un fruttuoso esempio di collaborazione. Chef, manovalanza e volontari sfrecciano nelle retrovie e sorprende vedere che piatti riescano a tirar fuori in una situazione che è comunque poco più, per ovvi motivi, di una cucina da campo.

A poco valgono le nostre richieste: “Una porzione diviso 2, per piacere. Dobbiamo mangiare tutto il menu!” perché puntualmente ci vengono portati due piatti di pasta, uno a testa, ad ogni giro.
Ma quanti piatti di pasta ci sono? Almeno quattro. Fatevi due conti.


Menu del mare flegreo, parte 2


Oltre il piatto sopra descritto abbiamo cortecce macchiate al pomodoro con cicale di mare (qui si sentiva molto il mare), una sfiziosa pasta e patate rivisitata con elementi marittimi (sempre soddisfacente come piatto, anch’esso consigliato) e delle mezze maniche al ragù di salmone! (che ho scarpettato quasi a mani nude). Tutti questi primi costano 6€ l’uno. In proporzione è il piatto più economico, vale assolutamente il suo prezzo, gettatevici a capofitto.

Cortecce con canocchie


Pepite d’alghe


Un passo oltre i primi troviamo una scena a metà tra la 1° guerra mondiale e Fantasia della Disney. Intenti a friggere pizzelle di alghe c’è chiunque, dai membri dell’amministrazione comunale a vicepresidenti di associazioni. Essi friggono imperterriti, a ritmo continuo. Ogni tanto una frittella esplode schizzando frammenti di olio bollente. In nessun evento ho mai visto così tante pentolacce sul fuoco, dedicate ad un solo alimento. Si deduce che le frittelle sono molto richieste dal pubblico. Lucia ci conferma la cosa e aggiunge che qui, ancora oggi, sono fatte con vere alghe. Assaggiamo, diciamo addio al nostro palato, scartavetrato a crudo da questo argento fuso che stiamo ingerendo e con le papille gustative che non sono state deflagrate dal calore ci rendiamo conto che si, le pizzelle sono davvero buone. Saporite e fresche, ricche di sapor del mare.

Altro stand altre soprese, a ritmo forsennato si cuociono badilate di cozze per l’impepata. Monte di Procida è famosa oltre i confini per le sue cozze, ci suggerisce qualcuno mentre gironzoliamo intorno ai pentoloni. L’attesa per me è tanta, sono capace di mangiarle a kg (ho i testimoni), a fine tour ci regaleranno una porzione abbondante (professionalità e gentilezza abbondano, ci hanno seguito ovunque come si accudisce un bambino) ma per gran sfortuna ne troviamo molte chiuse, quindi non riesco a soddisfare molto la mia gola.

Pizzelle di alghe


Frittura gigante


Sorvolando lo stand delle cozze e quello dei babà (fateci un salto) arriva la catena di montaggio della frittura di pesce azzurro. Mettiamo subito le cose in chiaro, 7€, ma nulla è lasciato al caso.
Il piatto è veramente grande. Ho visto cuoppi che erano metà di quella porzione essere venduti a quasi il doppio, sulla frittura c’è sempre una grande speculazione, di solito. Oltretutto, veniamo rassicurati, dalla pesca, alla pulizia, alla cottura, ci sono dei mast‘ di fatica che conoscono il mestiere.

Il piatto, molto vario (vedrete da foto e video) è veramente soddisfacente alla vista. A ritmi forsennati si cuoce (con diversi pentoloni dedicati a diverse parti del cuoppo, poiché ognuno ha una sua cottura precisa) e si serve, fino a esaurimento scorte. Consigliamo vivamente di assaltare questo stand per primo, perchè chi primo arriva, più pesce prende. Vi abbiamo avvisato.

Sagra del mare flegrea, frittura

Un altro utile consiglio è quello di munirvi di salviettine e fazzoletti, non fate come noi che praticamente eravamo talmente inzaccherati e appiccicosi che ci siamo praticamente lavati con l’anguria. Non chiedete oltre. Per chi non è un barbaro sono disposte delle simpatiche colonnine un po’ sbilenche (non ci date giù di piede che se vi si rivolta addosso è finita) che dispensano acqua e che sono dotate di sapone. Utilissime! Le trovate all’inizio del molo, quello che poi conduce al palco (durante la nostra visita di stava esibendo la colorita Paranza d’o Tramuntano)

Sagra del mare flegrea, babà


Dolci ed utili consigli


Vi ho accennato all’anguria (buona buona, rossa e succosa, consiglio, solo 1,50€) ma da nominare c’è anche il vino bianco. Una buona scelta per accompagnare il tutto (7€ la bottiglia).
Sotto i menu affissi nei dintorni delle casse e degli stand sono suggerite delle combo da sfruttare assolutamente. Ad esempio il menu cosiddetto San Martino comprende: Primo piatto, Pizzelle d’alghe, Pepata di cozze, bibita, anguria, dolce, caffè e bottiglia di vino. 20€. Dai ragazzi.
L’ultimo consiglio che vi diamo è quello di dare sempre un occhio alla fila per le navette, c’è un orario topico nel quale cominciano naturalmente ad andar via tutti e nonostante le navette siano ben 3 può capitare di dover aspettare anche un’ora. Marinai avvisati!

Sagra del mare flegrea, Panorama

Falco

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Friariello, la fogliolina della discordia più versatile di sempre!

Friariello, la fogliolina della discordia più versatile di sempre!


Come può qualcosa di così piccino e tenero creare tanta confusione? Qual è la vera natura del friariello? Come, dove e in che piatto si usa?
La storia di questo verde amico viaggia tra i secoli e delizia in ogni sua unta, farcita, sfritta, cotta, infornata, lessata versione!

– Li riconoscete?


Facciamo chiarezza


Tipicamente campano al punto da portarsi dietro una serie di caotici retroscena in realtà il friariello è un qualcosa di ben preciso: si tratta dell’infiorescenza di una sottovarietà più tenera della Brassica rapa campestris, la stessa delle cime di rapa pugliesi. Occhio, la stessa pianta, non la stessa foglia!
Quindi i friarielli non sono le cime di rapa pugliesi, anche se sono estremamente simili ad esse.

Cos’ altro NON SONO i friarielli? Peperoncini verdi. Il che sembra chiarissimo alla vista ma non così semplice alla pronuncia, siccome queste delizie verde acido più tipiche del panorama sorrentino-salernitano in dialetto vengono pronunciate quasi allo stesso modo. L’equivoco di fondo deriva dal verbo che le descrive: frijere / friggere, friarielli / friggitelli.
Se vogliamo fare proprio i precisini NON sono friarielli neanche i broccoletti di Paternopoli, la variante irpina è ancora più dolce e delicata.

Cosa invece SONO i friarielli, al di fuori della cultura napoletana?
Sono, ad esempio, i broccoletti romani tipici della zona di Frosinone e sono i rapini caratteristici della cucina lucchese.
Anche a Lucca inoltre si è saggiamente deciso che il modo ideale di proporli è sfritti con aglio e serviti con salsiccia, una unta stretta di mano tra Toscana e Campania. Non si disdegna neanche di servirli con la polenta.
Prendono anche il nome di Pulezze nell’Aretino, e teoricamente di Broccoli di rapa in Calabria.
Al di fuori della cultura italica essi sono consumati anche nella Galizia spagnola e perfino nella cucina cinese, col nome di Kai-lan (che li sfriggono con aglio e salsa d’ostrica fermentata!), negli Stati Uniti infine, potete cercarli come broccoli rabe

– Una delle versioni più apprezzate del friariello, la torta salata farcita


Coltivazioni, origini e proprietà


Le aree di coltivazione odierne si aggirano tutte intorno al capoluogo campano, sono infatti: Acerra, Afragola, Caivano, Cardito, Casoria e Sant’Antimo. E’ inoltre diffuso nella fascia appenninica (province di Avellino, Benevento), nell’agro nocerino-sarnese, nella provincia di Caserta a Aversa, Mondragone, e nella piana del Sele (Salerno).

Le origini, più romantiche, entrano in scena sempre a Napoli.
Si narra che insieme ad altri prodotti di scarto essi, insieme alle interiora degli animali, venissero regalati/gettati dai cuochi della nobiltà francese e che le donne dei vasci li riciclassero per sfamare le proprie famiglie.
Come tanti piatti estremamente tipici che apprezziamo ancora oggi la nascita è nella povertà estrema.
La nascita del nome è invece un pò più confusa, si parla di un probabile mix tra lo spagnolo frio-grelos (broccoletti invernali) e il napoletano frijere (friggere). Conferma che tra il broccoletto e l’olio fu destino.

Al di là di come decidiamo di affogarli in olio o strutto è bene ricordare che i friarielli sono ricchissimi di proprietà nutritive.
A cominciare dai sali minerali, ferro, fosforo, potassio e magnesio, con più calcio che nel latte, vitamine del gruppo A e C, poche calorie e molte fibre. E’ privo di colesterolo e garantisce un elevato apporto di beta carotene, e antiossidanti. E’ consigliato in caso di anemia, in stato di gravidanza e per chi soffre di colesterolo alto.
Risulta un ottimo alleato della salute della pelle e dei muscoli, della vista, del sistema immunitario e delle prime fasi della crescita. Hai detto poco!

– Stracolmi di proprietà nutritive!


Ricette celebri


La più intuitiva delle ricette è quella che li vede, come prima accennato, sfritti con olio e aglio. Dopodichè, data la loro versatilità, sono finiti in torte rustiche, calzoni fritti e non, panini e pizze.
La pizza con i friarielli (e salsiccia, la loro più grande alleata) è una delle più antiche insieme alla celeberrima Margherita.

Nel dettaglio…
Ingredienti per 6 persone

– 1,5 kg di friarielli
– 3 spicchi d’aglio
– Olio extravergine di oliva
– 1 peperoncino
– Sale

Preparazione

Per prima cosa pulite i friarielli lavandoli sotto l’acqua. Nel frattempo, in una padella, fate soffriggere l’aglio con un filo d’olio e il peperoncino tagliato sottile. Unite quindi i friarielli e lasciate cuocere per 15-20 minuti circa a fiamma bassa e aggiungendo mezzo bicchiere d’acqua, se necessario. A cottura quasi ultimata, aggiustate di sale a piacere e serviteli ancora ben caldi con un filo d’olio aggiunto a crudo.

Facile no? Ricordate di NON bollirli mai! Son delicati, perderebbero tutto il loro sapore tipicamente amarognolo.

– Friarielli nella loro versione più tipica


Dove provarli

A Napoli, naturalmente!
Ma da grandi girovaghi quali siamo vi consigliamo anche qualche bella sagra ed evento dove abbiamo provato delle versioni sfiziose di questa fogliolina, tipo ai Fucanoli di Campagna, dove troverete una miriade di stand che a prezzi irrisori sfornano sfilatini croccanti gonfi di friarielli e insaporiti di salsiccia perfettamente imbrunita alla brace.
E’ estremamente facile che dopo 3-4 bicchieri di quel vino scuroscuro vi ritrovere a fare il bis di pagnotte.

Una che invece ne porta trionfalmente il nome è quella di San Sebastiano al Vesuvio, che il 20 Gennaio celebra il prodotto con la sua Sagra del soffritto e salsicce e friarielli.

– Vino + panino, ti svolti la sagra

VIDEO APPROFONDIMENTO

Falco


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Abbuffate perdute, le sagre rinviate di Giugno – Parte 4 – 2020

Abbuffate perdute, le sagre rinviate di Giugno – Parte 4 – 2020


Pensavamo di tornare subito alla normalità di una tavola imbandita ma un nuovo focolaio sembra far slittare tutto di un’altra settimana. E cosa abbiamo in cambio?
Un altro articolo sulle sagre rinviate di Giugno. Contenti? Meh.

Transumanza a Corleto Monforte
– Passeggio domenicale a Corleto Monforte (AV)


Transumanze rinviate


A Corleto Monforte (AV) un’iniziativa che unisce tradizione e lungimiranza. Parliamo della Festa del caciocavallo podolico e della transumanza.

A Corleto ci si schiera apertamente contro il sistema di produzione di massa basato sui bovini. Un sistema chiaramente non sostenibile e che prima o poi collasserà su sè stesso.
Proprio per questo vengono mostrati tutti i vantaggi di un controsistema all’antica completamente eco-friendly, la transumanza appunto.

Piccoli allevamenti, non intensivi, in grado di produrre formaggi di alta qualità come il caciocavallo podolico, ricco di Omega3.
Avete tutto il mio sostegno! Sarà rinviata forse la passeggiata di vacche in centro ma non l’ottima idea.

Fusillo e pezzente a Montefredane
– Piattoni stracolmi a Montefredane (AV)


Perdiamo anche una delle mie feste preferite…quella del Fusillo e del pezzente, di Montefredane (AV).
Ormai eravamo storici sostenitori di questa sagra, dai piatti sempre colmi, ricchi di sugo e di formaggio.
Ci mancherà molto il sapore grasso del pezzente tra i fusilli, sotto forma di polpetta gigante, o ficcato in una già ben lungi dall’essere ipocalorica “cotna”.

Segnalo inoltre che qui ho mangiato una delle fette di caciocavallo impiccato più grandi della mia vita.
Se la giocava solamente con quella di Caggiano!


Trionfo del povero e del rurale a Lauro & Faicchio


Si uniscono alle celebrazioni rinviate, a favore delle tradizioni povere del territorio, sia Faicchio (BN) che Lauro (AV) in un gemellaggio irpino-beneventano.

Il grano a Faicchio
– A Faicchio (BN) si prepara il grano


Durante la Festa del Grano di Faicchio infatti sarà possibile assistere a tutto il ciclo del grano: dall’aratura alla semina, dalla mietitura alla trebbiatura, dalla trasformazione del seme in farina a prodotti come pane e pasta.

A condire, chiaramente, ottimi prodotti locali da gustare in una rilassata atmosfera profumata di grano appena falciato.

A Lauro (AV) invece si esalta il borgo e i suoi prodotti tipici.
Con C’era una volta al borgo si torna in quelle atmosfere contadine che tanto amiamo noi visitatori di sagre.

Da segnalare anche un menu da capogiro: polpette nel sugo, pane m’busso int e fasule, parmigiana di melanzane, carne di cinghiale, pizza tradizionale in forno a legna…

Che ci siamo persi!

Pasta e fagioli a Lauro
– Pasta e fagioli macchiata a Lauro (AV)


Situazione simile a quella di Lauro, ma nel casertano.
Si parla di Riardo (CE) e di Sagra al borgo.
Per l’occasione, oltre a danzare, passeggiare per il borgo (non dimenticate uno sguardo al castello!), ammirare prodotti artigianali potrete chiaramente saggiare tutta una serie di tipicità locali nei vari piccoli stand di questa sagra a carattere itinerante.

Speriamo che tutte e 3 siano solo rinviate e che possiamo goderne tutti al più presto.

Il pensiero di polpette e fusilli locali non gustati mi fa star male.

– Immagini senza tempo, da Riardo (CE)


Chiudiamo col dolce: Festa della sfogliatella a Castel San Giorgio (SA)

Il prodotto è di qualche secolo fa ma la festa si difende bene comunque dall’alto delle sue ben 15 edizioni.

Si potranno apprezzare alcune varietà di uno dei dolci campani più apprezzati, la sfogliatella, in versione Frolla, Riccia e Santa Rosa.

Sfogliatelle ricce a Castel San Giorgio
– Fragante esercito di sfogliatelle a Castel San Giorgio (SA)


Oltre al dolce in realtà presente di solito anche un menu “salato” di introduzione tutt’altro che banale: pennette con speck, rucola, scaglie di parmigiano e pomodorini, fusilli con melanzane e salsiccia, pasta e fagioli maritati, panino con salsiccia paesana alla brace oppure con melanzane, patatine, broccoli saltati in padella, caponata sfiziosta con mascuotto. Mica male!

Anche questo weekend è passato senza sagre.
Incrociamo le dita e speriamo che questo sia l’ultimo articolo sulle sagre rinviate di Giugno che leggiamo.
Anche perchè Giugno è finito…


Falco


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