Tag: pollo

La Terrazza | Pollo scucchiato – Mercato San Severino (SA) – Tavolo Riservato

La Terrazza | Pollo scucchiato – Mercato San Severino (SA) – Tavolo Riservato

A Mercato San Severino (SA) c’è un’istituzione del pollo, e non stiamo esagerando. Si parla di marchi registrati e sigilli di garanzia su quello che è il vero, unico, rovente…pollo scucchiato.

Siamo a La Terrazza, e tanto per cambiare abbiamo decisamente fame.

La Terrazza, Pollo Scucchiato
– Polletto scucchiato classico, con patate


La Terrazza, anticamera e inizio della cena


E’ un lunedì sera molto freddo, soprattutto a Mercato San Severino (SA) ed è la nostra prima visita ufficiale a La Terrazza. Lo stesso non si può dire di una vasta serie di appassionati che non mancano l’appuntamento neanche a settimana appena iniziata. Se non si fosse capito il locale è pieno!

Facciamo un po’ di anticamera vessati dall’antica maledizione che porta qualsiasi over 50 a non poter pronunciare correttamente il nostro nome (Il Trono di Spade, Il Trono DELLE Sagre e tante simpatiche variazioni sul tema) e rapidamente ci accomodiamo in un piccolo tavolino in posizione strategica. Ora abbiamo gli occhi su tutte le portate che passano in sala e possiamo cominciare a sbirciare e a farci qualche idea su cosa ci aspetta stasera.

Bando alle ciance e si comincia rapidamente con una Nastro da 66, un po’ di mallone con pane fritto, broccoli “saltati” e una focaccia bella grossa e fumante.

Mallone
Mallone


Inizialmente dribblo la focaccia temendo la grande onda di carboidrati che andrà inevitabilmente a contrasto con l’arrivo del pollo ma poi mi lascio convincere da un mallone ottimo e cremoso e dai broccoletti lievemente speziati e solo leggermente amari, che si sposano benissimo nel farcire la focaccia di cui sopra.


I tanti polli de La Terrazza


Rapidamente in tavola giungono due prime porzioni di pollo.
Abbiamo naturalmente una versione classica con patate ed una versione un po’ più laida con ingombrante presenza di porcini e provola.

Alla vista il piatto dice già la sua, è un trionfo di pollo, ma partiamo subito con l’assaggio.

Sono immediatamente sorpreso dalla prima forchettata, dove incrocio avidamente patate, provola e funghi. Le patate hanno una crosticina dorata che definisce una superficie levigata dai grassi e dal forte calore del forno, sono perfette. I funghi dal canto loro sono grandi quanto chicchi di grandine, quella da Allerta Meteo, e la provola unisce il tutto con la sua indole dolce e delicata.

Il pollo, naturalmente, è ottimo. Cerchiamo di capire quali sono le sue vere peculiarità e facciamo anche un passo indietro, per scoprire come è diventato così iconico in questo locale.

La Terrazza, pollo con provola, funghi e patate
Pollo scucchiato con patate, provola e porcini


Le origini del mito


Un buon 15 anni fa, in un locale che fungeva da ristorante e pizzeria si deve far fronte a un problema: i clienti affezionati sono già parecchi, il pollo allo spiedo ha cotture troppe lunghe ed è anche difficile da dosare, il che crea spiacevoli problemi logistici quando vuoi offrire solo il meglio.

In un lampo di genio, una sera, per ovviare proprio a questi problemi di attese, un polletto finisce a tocchetti dentro una tiella. Un po’ come la povera Laika diventa non volendo il primo animale a sfidare le profondità dell’ignoto, in questo caso un forno a legna che va per i 500°.
Viene letteralmente scucchiato, uso locale che definisce una cottura al volo e soprattutto a fiamma alta!

Il pollo ficcato nel forno destinato solitamente alle pizze cuoce in modo estremamente rapido. Questo ne sigilla i succhi, non lo secca e inoltre viene aromatizzato dai fumi naturali della legna, subendo un veloce ma consistente affumicamento naturale. E’ nata una stella.

Il successo è immediato, la folla impazzisce, il marchio viene addirittura registrato e sono 15 anni consecutivi che l’entusiasmo e la voglia di pollo continuano a portare clienti sempre nuovi (e a fideizzare i vecchi) presso La Terrazza.

Pollo alla cacciatora
– Pollo alla cacciatora


Tornando alla realtà del nostro tavolo la selezione di pollame aumenta e ci viene presentato un polletto in umido, al sugo, con le olive. E’ la versione alla cacciatora.

Devo dire che sono rimasto molto sorpreso dal suo sapore, quando si parla di pollo in generale non è che ci si aspetti un’esplosione di gusto e invece qui ogni piatto ha una sua specifica caratteristica.
Perfino la versione classica ha un gusto deciso, ben lungi da qualsivoglia pennuto che possiate realizzare in padella tra le mura di casa, da La Terrazza il pollo è uno speciale caso a parte, non un’alternativa quando non si sa che prendere.


Racconti, sogni e dessert


Tra una portata e l’altra spuntano tra sala e cucina Stefano e Michele, padre e figlio non staccano gli occhi dai polli da ben 15 anni (30 se consideriamo la primissima apertura del locale) e nonostante il successo di pubblico hanno deciso di non cambiare la formula vincente.

Stefano è al forno, controlla e rimescola i polli per controllare che la cottura violenta non li bruci mentre Michele si occupa della sala, accompagnato da uno staff felice e longevo.

E’ piacevole, al solito, sentire le storie e le origini del locale. Dalle chiacchiere e le battute scambiate percepiamo l’amore e la cura per ciò che i due servono in tavola ogni giorno, a pranzo e cena (martedì e mercoledì esclusi!) e prima di accompagnare il dessert con un passito scopriamo l’attenzione particolare che il capofamiglia dedica anche al caffè, definito importante come un bacio, di cui ti resta il gusto, se è particolarmente buono. La definizione calza a pennello, mi permetto allora di definire questo pollo un caldo abbraccio, fondamentalmente unticcio, ma piacevolmente familiare.

La terrazza, dessert
– Il momento dei dessert fatti in casa


Per i dessert sorvoliamo rapidamente tutto il campionario: tiramisù fatto in casa, panna cotta con frutti di bosco (gradevole la spinta amara dell’agrume, mandarino I suppose?) e una gran bella fetta di torta di mele casalinga con mandorlone, ottima, ne vorrei ancora un po’ anche adesso per colazione (immaginate aver voglia di torta mentre scrivete di pollo al forno, ho le papille gustative in shock anafilattico)

Falco e Corvo
Falco e Corvo pronti da scucchiare, con Michele e Stefano

Falco

– Link alla pagina FB del locale!
Al Girarrosto | Grill – Eboli (SA) – Il Trono Tavolo Riservato

Al Girarrosto | Grill – Eboli (SA) – Il Trono Tavolo Riservato


Abbiamo deciso di raccontarvi questo spaccato di una giornata vissuta tra le mura domestiche in attesa della partita.
La semifinale con la Spagna ci ha messo in tensione e per ricaricare le batterie a fine primo tempo ci voleva per forza una puntatina Al Girarrosto.

Patate
– Valanga di patate dorate e anteprima di ali di pollo, in lontananza una salsa bbq per i più viziosi


Non è da oggi…

Non è affatto da oggi che si punta al girarrosto (in generale). E’ nostra usanza alternare, nella pappate fatte in casa, quelle rare volte che non assaltiamo un locale nuovo (e non finiscono mai!), alla intramontabile pizza e allo spesso deludente sushi, un bel girarrosto locale.

La formalità la si mette da parte, si telefona e si enuncia il budget, la signora sa già come regolarsi.
“Siamo in 5, un bel 60 euro di misto, a piacere vostro, basta che non servono forchetta e coltello che dobbiamo mangiare davanti alla partita!”

La signora si fa una bella risata e comincia a farmi un elenco che perfino alle 3 del pomeriggio, sotto un sole cocente da subire mentre si svolgevano pratiche burocratiche, era da pura salivazione.

Wurstel
– Stinco dall’alto e processione di wurstelloni affumicati


1 Salsiccia, anzi 2


Il minimo sindacale è un pezzo differente a testa.
– Salsiccia dolce
– Salsiccia piccante
– Wurstel
– Ali di pollo
– Stinco di maiale
– Involtini di pollo
– Patate al forno, un mucchio di patate al forno

Qui devo già segnalare che la signora, a budget sforato, ci mette le patate completamente omaggio.
Quelle belle patate annaffiate di grasso di carne, pepite frastagliate da divorare con le mani…

E, al momento del ritiro, quando ad occhio capiamo immediatamente che necessitiamo di PIU’ PATATE la signora non ci fa pagare neanche quelle.

Al girarrosto
– Una foto fatta di sfuggita inquadra l’impacchettamento delle nostre carni in attesa di essere divorate


Fine primo tempo


Finalmente dopo l’agonia del primo tempo è il momento di rimuovere le unte coperture ormai inutilizzabili e dar sfogo alla tensione accumulata.
Io comincio immediatamente con un bis di salsicce, piluccate a tocchetti nella mostarda.
Immediatamente mi lascio travolgere da una valanga di patate.
Poi per stemperare un bel wurstellone affumicato, che col suo sapore neutro ristabilisce il ph del palato.

Il caos è palpabile intorno a me, è come stare in curva allo stadio, mani impazzite arraffano di qua e di là, portandosi alla bocca salsicce con fattezze umane, roba che manco quando cadde il Wall Maria.
Qualcuno maledice Olmo, qualcuno invoca birra gelata, la scena mi ricorda molto la cena dei nani ne Lo Hobbit.

Dopo l’antipasto a base di salsicce è il momento del pezzo grosso: Lo stinco di maiale.
In teoria andavano messi “in mezzo”, in pratica sono talmente grossi che puoi mangiarne tranquillamente uno intero a testa. Per ingannarmi lo mangio a porzioni, una falciata lì, sorseggio birra, guardo il soffitto, penso ai cambi che farà il mister, un’altra tranciata qui, guardo negli occhi gli amici di tavolo, due colpi di sotto…ed è finito lo stinco.

Stinco
– Orgia di salsicce e stinchi disposti come stielgranate


Inizio secondo tempo


Ci ho messo 13 minuti netti a finire praticamente tutto. Mi sono ingozzato.
Deambulando ritorno in zona divano lasciando al tavolo chi ancora deve finire.

Un pensiero ricorre all’involtino di pollo, messo in ombra dallo stinco, ma di cui ho apprezzato la parte pepata e inpancettata. Si stappa una nuova birra, ancora più fredda, pronti a soffrire per almeno altri 45 minuti (poi alla fine saranno più di 80).

Ali di pollo
– Ali di pollo che si incaprettano, sullo sfondo qualche altra patata, per gradire


Al Girarrosto, in sintesi…


Per un budget di 60 euro ci è stato dato:
5 Wurstel, 5 involtini, 4 stinchi di maiale, 4 ali di pollo (complete, quindi 8), 15 salsicce (di cui alcune offerte) e una valanga di patate (tutte offerte)

Considerato che mangiamo come delle bestie e che è anche rimasto qualcosa direi che ne è valsa ampiamente la pena.
E oggi (domani, o il giorno dopo la cena comunque, a seconda di quando leggerete) a pranzo avrò anche il piacere di accompagnare lo stinco superstite con le patate, quelle che si sono salvate.


Falco