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Monkey | Urban Jungle – Battipaglia (SA) – Tavolo Riservato

Monkey | Urban Jungle – Battipaglia (SA) – Tavolo Riservato


Prima “recensione” da Battipaglia, incredibile a dirsi se si pensa che qui ci campiamo (ndr “viviamo” in local dialect).
Ancora più incredibile è il locale di oggi, il Monkey, perchè ci vado da una vita ma non ci ho mai mangiato.
E’ così che Umberto & Luca, i due proprietari, hanno deciso di invitarci formalmente e ficcarci in gola qualche paninazzo, per dimostrarci che ci sanno fare.

Monkey, bancone
– Luci soffuse e ampia scelta di alcolici, questo era il bancone che credevo di conoscere!


Due paroline sul Monkey

Come anticipavo prima il Monkey è una famosa realtà di casa mia, nel senso che sto in un bar talmente spesso che praticamente ci vivo, ed è un posto a cui piace sperimentare.
E’ aperto da qualche anno e ha cambiato identità (o ha cercato la sua via, mettiamola così) diverse volte, passando da lounge bar sfumacchiante con atmosfera alla Rick’s Café a sede di artisti internazionali e sperimentali che hanno dato nuova verve a quell’aperitivo domenicale.

Tra le varie sperimentazioni anche la cucina ha trovato la sua evoluzione.
Si è cercato di trovare una proposta che fosse coerente con il restante livello qualitativo del locale, di conseguenza dovevano sfornare qualcosa di molto molto buono.

Solitamente per far ciò la prima cosa da fare è badare attentamente alla bontà dell’ingrediente, della materia prima, e la scelta è stata quella di poggiarsi a produttori caseari locali (qui da noi mozzarella e affini vanno sempre via come il pane) e a rinunciare completamente al prodotto congelato.

Tutto quello che mangerete qui è fresco e non si è fatto neanche un giorno di freezer. That’s a bald move.


L’avvistamento dei panini


Mentre il Sig. Corvo è in ritardo, cosa che gli verrà fatta pesare nel corso della serata, processo nel quale sono più che specializzato, comincio a concedermi una pinta di benvenuto. Un benvenuto che mi concedo da solo.

Naturalmente mi trovo in un locale specializzato anche e soprattutto nel drink e la birra non esula dal discorso che tutto dev’essere all’altezza.
Come quasi sempre vado di spina, io sono in periodo d’ossessione IPA ma la scelta è ampia: Bad American Lager, Bad Mr. Blanche, Tabachéra…e molte di esse sono usate per sfumare alcuni ingredienti che poi ritrovi nei panini.
Quindi bevi birra anche mangiando, grandioso!

All’arrivo del co-admin siamo già in tavola e tempo un minuto una piattaforma nera plana dal cielo su di noi.
E’ una mozzarella in carrozza, con tutti i cavalli, gli stendardi e le fanfare.
La fritta fortificazione rocciosa si rivela in realtà molto fragrante, osserviamone le peculiarità dal punto di vista di qualcuno che non ama il fritto a tutti i costi:
– Le due farcite panelle sono fritte separatamente e poi unite a formare il panino. Le fette di pane sono alte ma molto soffici, ho trovato che questo aiutasse a non avere la sensazione di mangiare olio, anzi, c’era un’illusione di leggerezza.
– All’interno troviamo rucola, pomodoro e prosciutto crudo. Insomma, è ben più della versione classica che ben conosciamo.

Vi assicuro che in vita mia ho lasciato nel piatto il 99% delle mozzarelle chariot ma qui non ci si poteva esimere dal gustarsela tutta. Buona.

Monkey, Mozzarella in carrozza
– Il cremoso interno della mozzarellona panata


In accompagnamento all’entrée fritto e panato arrivano altre due proposte killer composte da una burratina da 250gr, anch’essa fritta, e delle chips autoprodotte con spolverata di paprika e formaggio grattugiato fresco.
Non c’è praticamente tempo di rilassarsi sul rinfresco perchè arriva anche il panino.

Heilà Gamberone è un panino che ti fa piacere di aver trovato in menu.
Si tratta di un lungo sfilatino-pagnotta molto morbido nel quale trovate gamberi in due consistenze, freschi e fritti.
I primi vengono sfumati con la birra e tuffati nella salsa Monkey (ricetta segreta, ottima salsa), i secondi vengono panati nei cornflakes e fritti. Croccanti fuori, morbidi dentro.

E’ un po’ un omaggio nostrano al famoso Lobster Roll da passeggiata sul pontile in quel di Long Island, e funziona benissimo.

Lo aggrediamo, è soffice come una bella brioche ed è difficile dire se sia meglio il gambero fritto o fresco, perchè sono entrambi ottimi, si dimenano nella salsa, che accompagna perfettamente tutte le sfumature del suo ospite rosa e sono anche grandi come minacciosi taralli napoletani.

Heilà Gamberone, un gran bel panino.


Panino con dedica


Il secondo panino che giunge in tavola è un gentile pensiero da nipote all’amata nonna.
Da sempre fan dei manicaretti della sopracitata ha pensato di riunire tutto quell’amore e quella fame in un panino che la ricordasse, un panino alla parmigiana.

Quando si parla di parmigiana solitamente si gioca in casa e si gioca facile, piace presumibilmente al mondo intero.
In questo caso però si è deciso di scansare un attimo la salsa e di scomporre gli ingredienti per rendere il paninazzo più gestibile.

Troviamo dunque le mulignane panate e fritte, ma nonostante ciò molto leggere, con pomodori confit (in ricordo della salsa), un vasto hamburger che dice sempre la sua, provola e salse.

Nonna Elvì, il panino che omaggia i pranzi domenicali


La prima cosa che noto, oltre la dolcezza delle melanzane, è quanto sia succoso l’hamburger.
Ci penso talmente tanto che è arrivato anche il momento della seconda pinta e poi, con calma, quello di ripulire tutte le chips rimaste.


Monkey, in sintesi…

Monkey, bancone
– Mi sento sempre a casa, dietro o davanti a un bancone


Non c’è molto da sorprendersi a sapere che abbiamo passato una bella serata, del resto sapevamo dove stavamo andando!

Quel che non sapevo e non mi aspettavo era la cura dedicata anche appunto all’aspetto culinario, oltre che liquido, di un posto dove vado così sovente.
Va sicuramente apprezzato il pensiero di fondo, dal dedicarsi solo al fresco senza il congelato, dall’uso di ingredienti locali, dalla voglia di dare al cliente qualcosa di nuovo, di buono e per cui tornare (e confermo che Heilà Gamberone lo è) e dalla voglia di sbattersi in generale.

Naturalmente ci siamo salutati con un cicchetto e la consapevolezza che ci saremmo rivisti entro 24 ore.
Quel che non sapevo io è che probabilmente da oggi insieme alla quantità smodata di cocktail ordinerò anche qualche soffice panino ai crostacei.


Falco

On the run | Burgeria – Solofra (AV) – Tavolo Riservato

On the run | Burgeria – Solofra (AV) – Tavolo Riservato


Dopo ben due sessioni di pausa dopo un weekend che sembrava durato 15 giorni è lunedì e già non riusciamo più a trattenerci. La salivazione aumenta e va saziata con un burger al sangue soffocato di salse.
E’ il momento di metterci in auto e lanciarci verso On the run, a Solofra.

On the run, Juicy Lucy
– Un classico Juicy Lucy con 2 burger da 200gr, accompagnamento di patatine, insalata, cheddar, bacon


Ma di dove siete?


Non conosciamo minimamente il posto. Durante le mie traversate giornaliere tra Google Maps e Tripadvisor, con un tocco di profili instagram altrui, mi sono ritrovato un bel faccione di american burger tra le mani.
Prontamente salvato nei preferiti arriva il giorno in cui finalmente andiamo a testarlo.

Il locale è arroccato su una bella zona definita “panoramica” da Maps, con di fronte il Monte Scorza.
Il mio primo pensiero è “Per tirar su un pub come si deve qui sopra ci vuole una certa mentalità” e già comincio a pensare che forse stiamo per “scoprire” una bella chicca…
Solitamente quando ci si allontana un minimo e il locale merita davvero ne esce sempre una di quelle storie da raccontare, sarà così anche stavolta.

Neanche il tempo di entrare e di guardarci intorno, incuriositi da orpelli, tende rosse e lucine, che il proprietario accorgendosi che è la nostra prima volta, ci porta a fare un tour.
Il posto è enorme! Dietro la prima sala d’ingresso ce n’è un’altra arredata a mò di salotto, con biliardo, mattoncini, divani e tanto altro ancora. Ho apprezzato tanto che ci abbia portato in giro a spiegarci e mostrarci il tutto, come detto prima si denota una certa mentalità e approccio particolare che fa si che il pub si distingua immediatamente.
Niente posti fatti con lo stampino alla Starbucks, qui è tutto autentico.

Ma di cibo ne vogliamo parlare?

On the run, Central Park
– Sua maestà Central Park, con patatone, burger da 200gr, provola, pistacchio, burro d’arachidi, bacon


48 ore per scegliere


Sicchè il menu conta ben 27 pagine (!) per me scegliere è un incubo…
Anche perchè i panini sono molto vari e all’occhio saltano immediatamente scelte estremamente particolari come dei burger conditi con salsa al curry e mango, o la presenza del burro d’arachidi!

Da grande fan degli infarti inizialmente punto un Elvis, tergiversando su un Quentin Tarallino (che però non è disponibile) e dirigendomi infine verso un Central Park.

Dall’altro lato i ragazzi optano per un Cowboy Burger e un Juicy Lucy.

Nel mentre che io mi frantumo il cranio sul tavolo per scegliere lascio carta bianca agli altri per quanto riguarda “qualcosina” da mettere al centro.
Lasciati liberi di sfogarsi i gentiluomini optano per un vassoio di fritti vari che è ben lungi dalla classica patatina d’intrattenimento.

Il vassoio mix si compone infatti di cipolla fritta, straccetti di pollo fritti, patate con scorza, polpettine con cheddar e due gradevolissime salse, di cui una all’aglio, nella quale affogo senza ritegno il povero pollo.
Si sente che è tutto fatto da loro, a partire dalla panatura e dall’unto ridotto al minimo.
Le cipolle fritte, che solitamente sono una pappetta informe, hanno una forte personalità e presenza e devi combatterle prima di domarle e ingurgitarle.
E’ con queste premesse che ci avviamo all’arrivo del panino.

On the run, Mix di fritti
– Varietà di giallo e di fritto nel mix centrale


On the run, I panini non sono definibili piccoli


La gentil cameriera, che spesso passa a trovarci per sincerarsi delle nostre condizioni, ci avverte di non esagerare con i fritti siccome i panini non sono tanto “ini”, ma noi siamo uomini con la capa tosta e non temiamo nulla.
Soprattutto non impariamo mai nulla.

Un tondo “AH!” accoglie la sfilata di burger grondanti di salsa, con la parte di pane superiore che è praticamente rivoltata al contrario, data la quantità di roba all’interno, manco fosse sopravvissuto ad un crash test.
E’ un magnifico disastro, c’è da dire.
A colpo d’occhio noti immediatamente le patatine, che fungono da spessi rostri per allontanare i miscredenti.
Sopra di esse una colata lavica verde di pistacchio ingloba e fonde al suo passaggio il burger.
Soltanto la provola fa da collante, e da qualche parte, nascosto nelle profondità lipidiche…c’è anche il burro d’arachidi.

Al primo morso percepisco immediatamente l’infido bastardo, è un sapore che non trovi spesso in un panino del genere, ma questo è un american burger e le regole sono diverse.
Non mi metterò a raccontarvi morso per morso tutta l’impresa, ma vi lascio con questa foto:

– Un uomo e il suo dramma

Il panino è eccellente. E’ unico. La qualità degli ingredienti è fondamentale e unita ad essa c’è una chiara visione di proporre qualcosa di diverso in un panorama di presuntapornoculinaria che ormai ripete se stessa da anni in modo banale e stantio.
Certo, devo dirlo, per i miei gusti al palato risulta un po’ troppo dolciotto, ma io non sono un fan del dolce in primis e dell’agrodolce poi, quindi il soffice bun, il dolce burro e il dolcissimo pistacchio mi mettono un po’ in difficoltà e sugli ultimi morsi si può anche dire che arranco.
Però è ottimo, lo ripeto anche a tutti in sala. E’ – Ottimo!

On the run, Cowboy Burger
Cowboy Burger, con bacon, cheddar, anelli di cipolla fritti


On the run, in sintesi…


On the run per me è promosso a pieni voti. Il locale trasuda visione e personalità.
Per aprire in un posto del genere devi distinguerti e questo gli risulta estremamente facile.
Ho trovato molto cordiali tutti, dai camerieri al proprietario, che sono venuti a chiederci le nostre opinioni e hanno sinceramente apprezzato le risposte ricevute. C’è stato scambio cordiale di idee e ci siamo conosciuti.
E’ uno di quei posti in cui torni volentieri anche perchè ti piace come è gestito e chi lo gestisce.

Tolto tutto ciò c’è un parco cibo che fa paura.
I burger, tutti vari e deliziosi, idem i fritti. E chissà com’è la carne…perchè c’è anche la carne!

Ci sarebbe molto da dire, ma lo scritto comincia a dilungarsi un po’ oltre, quindi passo al conto e al desiderio di tornare prima possibile.

Per un mix di fritti al centro, 4 birre alla spina da 40 cl., 2 Central Park, 1 Cowboy Burger, 1 Juicy Lucy e 1 cheesecake ai frutti di bosco abbiamo speso 100 euro. 25 a testa.
Aggiungo che ci hanno offerto anche l’amaro, accompagnato da un bicchiere d’acqua e da cioccolato.
Servizio impeccabile.


Falco