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Mostra Mercato Nazionale del Tartufo – Colliano (SA) – 2022

Mostra Mercato Nazionale del Tartufo – Colliano (SA) – 2022

La Mostra Mercato Nazionale del Tartufo di Colliano (SA) giunge alla 25° edizione, un traguardo importante che ad inizio evento viene celebrato con le istituzioni locali.
L’evento nel corso degli anni si è ritagliato una sua autorità in materia, se la gioca oggi in notorietà con altri rinomati eventi celebrativi del profumato tubero.
Siamo tornati sul posto per l’edizione del 2022, dopo la nostra visita nel 2019!

Sindaco
– Alle spalle l’onnipresente ombra di San Gregorio Magno


Una fetta della torta


Arriviamo sul posto nella serata d’apertura, quella del venerdì. Per abitudine negli anni l’evento si allarga e cresce con lo svilupparsi del fine settimana, avendo le sue giornate esplosive tra il sabato sera e la domenica mattina.

Mauro Iannarella, presidente Pro Loco che ci ha voluto sul posto, sta parlando alla folla in attesa di taglio di nastro inaugurale e torta. Ha vissuto in prima persona questi 25 anni di evoluzione della Mostra, c’è la sensazione che si sia voltata una pagina importante, temiamo che da un momento all’altro tiri fuori un anello dal panciotto e scompaia come Bilbo.


Mauro non scompare, la torta si. La Mostra Mercato Nazionale del Tartufo è ufficialmente partita, sbandieratori di Cava de Tirreni e il Gruppo Folklorico dei bambini di San Gregorio Magno danno spettacolo in un incrociarsi di bandiere e bambini, nella piazza principale.
Dopo aver ammirato delle caciotte stagionate ci incamminiamo nella parte alta del paese.

Essendo venerdì non ci sono ancora tutti gli stand aperti e ci fermiamo immediatamente ad uno dei primi che incrociamo. Menu completo, al costo di 10 € con Cavati con tartufo e funghi, Pizza fritta con mortadella e tartufo, Zeppola di San Giuseppe, Acqua. Good deal!

Dato che la serata è lunga prendiamo un primo e due pizze fritte con mortadella, giusto come snack.
Il primo ha una cottura ideale, al dente, è insaporito dalla crema di tartufo abbastanza presente ma reperire funghi è facile come cercarli nel bosco, ne troviamo solo due!

La pizza fritta ha un problema: è dura.
Nonostante nel momento in cui si mordano nel suo insieme mortadella & crema al tartufo la combo sia ben riuscita, la base fritta è un po’ troppo tenace. Fosse stata calda e morbida sicuramente avrebbe esaltato anche il grasso tipico della mortadella. Spazzoliamo tutto e andiamo avanti.


Trippa e tartufo


Facciamo qualche metro e siamo tentati da uno spezzatino di vitello con patate, ma c’è qualche problemino alla cassa, così tiriamo dritto. Successivamente, dopo pochi passi, troviamo un invitante Panino alla trippa e tartufo. Impossibile non provarlo.

Convinto del suo prodotto il gestore ci mette a nostro agio offrendoci del vino (ha immediatamente capito con chi ha a che fare) e si dimostra anche molto gentile quando, in seguito a una piccola mancanza nella farcitura, ci omaggia di un panino extra. Fingiamo di rifiutare e poi inghiottiamo voracemente anche quello. Se qualcuno sta portando il conto siamo già a un primo, un panino e una pizza fritta in 20 minuti.


La trippa è effettivamente molto tenera, delicata oserei dire. I sughi si mescolano. Abbiamo la salsa di pomodoro, gli effluvi della trippa stessa, la crema al tartufo e quella piccante, un mix ben riuscito. Un raffinato panino da stadio. Mastichiamo e annuiamo.

Poco più su ci sediamo un attimo a finire il panino ma alzando lo sguardo ci rendiamo conto che qui ci sono altre pietanze, dopo un attimo di smarrimento prendiamo 1 lt di vino rosso e uno spaghetto al tartufo, così, per gradire.

Mostra Mercato Nazionale, Spaghetti al tartufo
– Quanto è bello questo spaghetto al tartufo?


Devo dire che la presenza massiccia del tartufo è una piacevole sorpresa. Lo spaghetto sguscia abile in questa palude profumata, la salsa non scivola via, anzi è molto presente. Abbiamo apprezzato.
Il vino ha diverse sfumature, parte senza corpo, diventa super allappante e si dilegua lasciando un’orma un po’ acida. Annuiamo e beviamo.

In alto, sulla sinistra, c’è un altro paninaro ma dobbiamo ancora provare tutti i piatti del meno della Pro Loco e praticamente abbiamo già cenato. Urge tornare di sotto.


Tagliatelle, spezzatino e ancora tartufo


Ci intrufoliamo nelle cucine della Mostra Mercato, quelle dove opera la Pro Loco, e catturiamo qualche scatto sulla preparazione delle celebri tagliatelle al tartufo, servite rigorosamente in bianco.

Sugli altri fornelli un’importante sfrionzola con patate tagliate a tocchi spessi e un peperone color rubino sempre molto invitante. A riposare, su un prato di piselli, c’è lo spezzatino.
Gironzoliamo e scattiamo, nel frattempo con orgoglio ci viene mostrato il barattolino magico che contiene le creme di tartufo e che insaporisce molti dei piatti in menu.

Mostra Mercato nazionale, Tagliatelle
– L’abbondanza fatta tagliatella


E’ il momento del terzo piatto di pasta. La tagliatella è gentile come la ricordavamo, la arrotoliamo famelici sulla forchetta. La sfrionzola pure è come la ricordavamo, cioè molto saporita.
Non si fa in tempo a notare il giallo acceso della patata che Mauro compare come la graffetta di Windows e ci informa che una delle specialità di Colliano è proprio la patata di montagna.

In un attimo l’amico che lo accompagnava si rivela il più informato di sempre sulla coltivazione e l’occultamento della patata. Ci racconta di come il seppellirle a 900-1000 mt dall’altezza le mantiene forti e vigorose. Un aspetto che poi si ritrova al piatto, con la patata che è si molto farinosa al palato ma che si mantiene intatta, di una pasta gialla molto forte.

Sfrionzola
– El dorado

Interessante anche sentir parlare di tutti i riti che occorrono ai tempi di raccolta e sepoltura, con coltivatori che si improvvisano sensitivi, rabdomanti e medium dello spirito di patata, riuscendo a localizzarle sotto terra con la sola forza delle mente. Il pamphlet si chiude su “La miglior patata è quella di Colliano”.

Il secondo litro e mezzo di vino, mentre comincia a far fresco, ci conferma che è stata una serata molto piacevole. Tra un brindisi e l’altro abbiamo incontrato anche gli amici dei comitati organizzativi di Baccanalia e della Sagra del ragù di castrato di Serradarce (entrambe ancora in competizione per il nostro Tegamino D’oro 2022, che al momento si sta svolgendo sul nostro FB!) e fa sempre piacere riscontrare un evento che si riconferma ancora una volta. Buon 25esimo, Mostra Mercato Nazionale del Tartufo di Colliano. Premio Pulitzer al pasticciere che è riuscito a scrivere tutto questo su una torta!


NB: Al ritorno abbiamo sbagliato strada. Intenti a parlare di tartufi e patate, e ci abbiamo messo 1 ora e 10 a tornare a casa, ci sta.


Falco

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Festa dell’uva – Oliveto Citra (SA) – 2022

Festa dell’uva – Oliveto Citra (SA) – 2022


La Festa dell’uva di Oliveto Citra (SA) è una delle più note del salernitano e dell’intera regione.
L’evento procede spedito da 48 edizioni ed è accompagnato in sfilata, è il caso di dirlo, dalla 28° Rassegna Nazionale del Folklore e dal 10° Raduno dei Trattori d’epoca.

Festa dell'uva, grappoli
– Grappoli a cascata pendono dai carri


Una sfilata di chicchi colorati


Una delle caratteristiche principali dell’evento è la rituale sfilata dei carri.
Messi in ordine contraddistinti da lettere dell’alfabeto i carri, ricchi di giovani e abitanti del posto, procedono imperterriti e fantasiosi lungo le vie di Oliveto Citra.

Ogni carro può avere un tema diverso, c’è chi celebra la vendemmia e il grappolo e chi invece in modo più romantico si rifà ad opere della letteratura (ben due scene tratte dall’Odissea erano rappresentate).
In tutti i carri però si canta e balla, e spesso si beve pure.

Carro
– Come detto: Si guida, si suona, si beve, si canta.


Si perché la tradizionale sfilata (che dura circa 2 ore e 30, partendo fuori dal centro e inerpicandosi fino in cima per poi tornare nella piazza principale) è già motivo di festa.
Musica a palla, anche qui secondo gusto e tradizione e saluti, sorrisi e brindisi si susseguono dai “balconcini” che il carro offre sulla folla in festa.

I carri sono tutti decorati con uva. C’è chi, come accennavo, lo addobba come un albero di Natale, appendendo questi grappoli viola e verdi dappertutto e chi fa il miglio in più creando disegni colorati da chicchi d’uva, come una sorta di mosaico alcolico.


Accompagnamento a cavallo


E’ noto che alla sfilata si uniscano anche paesi e tradizioni vicine (e meno vicine) con i loro colori e suoni.
Abbiamo notato un interessante ritmo tribale provenire dal carro dei bottai di Macerata Campania (CE) che con le loro enormi botti scandivano il tempo della traversata mentre più allegre e ricche di bambini erano le composizioni della più vicina San Gregorio Magno (SA) col suo gruppo folklorico locale.

Non mancava l’accompagnamento a cavallo dei destrieri di Solopaca (BN) e una componente in maschera da Lavello (PZ).


Tutti i carri al rientro nella piazza principale, dove si fermano dopo il tour, vengono anche esaminati da una giuria che decreta quello più bello.

La stessa piazza si affolla di osservatori e di passeggeri dei carri che una volta sbarcati puntano gli stand gastronomici della Pro Loco, quelli degli espositori e i bar pronti a servire spritz da godersi nella giornata assolata.


La proposta gastronomica


Il menu proposto dalla Pro Loco è semplice e immediato: Al costo di 13€ pasta, secondo, uva e pane.
La pasta è una pennetta rigata al sugo, con formaggio. Il sugo è saporito e la pennetta al dente, è un primo valido che si esalta con un po’ di forte.

Molto rinfrancante invece lo spezzatino al sugo con piselli. Molto gradito, carne tenera e sugo da scarpettare con la fetta di pane sigillata dalla NASA.

Festa dell'uva, Pasta
– La pennetta con la giusta dose di “forte”


L’uva va snocciolata per ultima, col vino rimasto (a noi è stata gentilmente proposta una bottiglia che non abbiamo rifiutato) e successivamente alla scelta del dolce.
I dessert li abbiamo provati tutti e sono tutti approvati, non ve ne consiglio uno in particolare ma se volete rimanere in tema optate per la frolla con crema e chicchi d’uva.

Festa dell'uva, spezzatino
– Lo spezzatino è tenero e saporito


Riceve una spinta in più di sapore anche il panino con la salsiccia di macellerie locali, ne abbiamo diviso uno farcito di melanzane sottolio ma tra la scelte avete salse e patatine fritte.

Prima di andar via un pit stop agli espositori e si porta in salvo una porzione di pecorino e della pancetta mentre la festa continua fino a sera!
Per il programma (vasto) completo della Festa dell’uva di Oliveto Citra vi rimandiamo al nostro articolo informativo precedentemente pubblicato (qui) !

Festa dell'uva, crostata
– La “crostata” d’uva va provata!

Falco

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Sagra della strazzata – Castel Lagopesole di Avigliano (PZ) – 2022

Sagra della strazzata – Castel Lagopesole di Avigliano (PZ) – 2022


Una tradizione familiare che si allarga al punto di diventare una festa di quartiere e successivamente una sagra. Un successo di pubblico che convince gli organizzatori a trovare uno spazio più grande e la scelta definitiva (?) cade su un’altra delle frazioni di Avigliano: Castel Lagopesole, col suo lungo viale e un castello alle spalle che da la giusta atmosfera. Siamo stati alla Sagra della Strazzata, ed ecco come è andata!

Sagra della strazzata, Monticchio
– Piccola anteprima filante


La prima grande strazzata


Si penserebbe che ad andar per eventi in tutto il sud Italia da anni uno ormai ci abbia fatto il callo e sappia tutti i trucchi. La strada da evitare, quella apparentemente breve ma tortuosa, quella lunga lunga col manto stradale invidiabile…e invece…

Ad Avigliano non eravamo mai stati, benché conoscessimo ormai da anni le sue particolari feste e sagre, tantomeno in una delle sue sparpagliate frazioni. Un rapido sguardo su Maps mostra fondamentalmente due vie per arrivare a Castel Lagopesole, alla Sagra della strazzata, ed entrambe costano 2 Anni Sagra di viaggio (1 ora e 20 circa) ma noi ci vogliamo sempre fare un po’ di male in più e nell’indecisione finiamo per prendere quella nel mezzo, quella che non dovevi mai prendere. Ci ritroviamo sulla montagna che avremmo dovuto costeggiare e si arriva con una mezzora abbondante di viaggio in più, ma tanto che sarà mai?

– No comment


Alla Sagra della strazzata però alla fine ci arriviamo, sono le 21 e il corso è già animato. Rispetto alla nostra piana d’origine c’è un’escursione termica di 12 gradi, passiamo dal pantaloncino corto al giaccone, l’unica cosa inalterata è la fame che abbiamo.

Tra le casette in legno e il castello sullo sfondo c’è già un po’ d’aria natalizia (ma non diciamolo ad alta voce altrimenti domani ci troviamo già gli alberi di Natale nelle vetrine dei negozi), le musiche allegre della banda itinerante riempiono d’allegria la serata e noi ci avviamo a conoscere Emilio, lui che ci ha voluto fortemente qui.


Una tradizione di famiglia


La strazzata e la sagra che ne consegue nasce tutta in famiglia Colangelo.
Dal 2019 l’evento si tiene in collaborazione con la Pro Loco e la manifestazione si è spostata da Stagliuozzo a Castel Lagopesole.
Sarebbe riduttivo dire che la protagonista della festa altro non è che del morbido pane fatto in casa farcito di pepe, ideale per accompagnare qualsiasi cosa. E qualsiasi cosa infatti vi troviamo all’interno.

Negli anni, saggiamente, la famiglia Colangelo ha curato diversi aspetti e scelte gastronomiche puntando solamente sulla qualità. All’interno della sagra potrete trovare tutta una serie di presidi Slow Food puramente lucani. Perfino i nomi delle pietanze rispettano e ricordano le zone del circondario, una scelta di esaltazione territoriale che non può che trovarci d’accordo, del resto è ciò che predichiamo sempre!


In aggiunta, mi si passi la metafora scontata ma Emilio è un pezzo di pane.
Conosciamo anche tutto il resto della famiglia (che insieme formano un bel cesto di pane), la quale si divide i compiti in occasione della sagra e porta la strazzata anche fuori dai confini della sagra, in manifestazioni enogastronomiche all’interno e fuori dai confini della Basilicata.

Altra scelta interessante è quella di non limitare gli stand e le attrazioni della serata ma, sempre con coerenza, renderli espandibili ad altre pietanze (a patto che rispettino gli standard qualitativi) e mostre.
Ecco perché tra un profumo di peperone e una spillata abbondante di birra (andiamo a 40 cl di birra gelata alla volta, fantastico.) troviamo anche un simpatico spettacolo di falconeria e una mostra su Federico II con tanto di duello ben coreografato con luci alla Eggers, molto apprezzato.


La versatilità della strazzata


Emilio ci porta nel reparto confezionamenti, qui la strazzata (che prima di essere tagliata si rivela come un gran ciambellone un po’ schiacciato) viene farcita a scelta con frittata oppure con provolone e prosciutto.

Seguiamo avidamente il processo e veniamo premiati con il nostro primo saccoccio che come i gattini ci portiamo all’esterno per poterlo consumare con calma (anche perché dobbiamo analizzarlo con attenzione per poterne parlare qui, no?)


Io che sono amante di frittate avevo subito intuito che l’unto della stessa avrebbe creato un ideale composto col pane ma sono rimasto sopreso dalla qualità spiccata di prosciutto e provolone in quella che poi all’aspetto pareva la farcitura più semplice.
Sia io che il Corvo abbiamo la stessa intuizione: la materia prima è ottima.
Del resto Emilio ce l’aveva detto chiaramente, però quando te ne accorgi al primo morso vuol dire che non è solo un modo di dire.

Il crudo ha una sua personalità, il neutro e morbido sapore del pane la esalta. Il provolone si infila tra i due sapori alla perfezione e il pepe che farcisce l’impasto (della strazzata) completa il tutto. Ottima, ottima.


A questo punto per non piallarci al suolo andiamo un po’ in giro ad esplorare.
Nonostante non sia enorme la sagra offre molteplici possibilità.
Abbiamo uno stand vegetariano, uno senza glutine (dove brillava una salsiccia pezzente che avrei dovuto conoscere meglio), dei salumi di cinghiale, dolci della tradizione napoletana, panuozzo al pepe (adattato allo stile della festa), patate su stecco, altra birra, altro vino, amari del luogo, alternativa di birra alla spina e una piazzetta con intrattenimento musicale (oltre a quello itinerante) più le castagne arrostite.
Per tutti i gusti, e oltre.


Ancora strazzata, stavolta farcita


Emilio ci becca al volo a vagare per la sagra e il profumino della mortadella arrostita fa il resto.
Pronte per noi due strazzate farcite.
L’aroma che arriva dallo stand è ammaliante. Qui abbiamo mortadella di suino nero arrostita, caciocavallo e pesto di pistacchi di Stigliano. Al solito anche qui una porzione abbondante e tanti sorrisi, l’atmosfera agli stand è molto rilassata e in generale c’è un buonumore palpabile.


Ci rifugiamo nel nostro angolino per divorare questa Monticchio (nomi sempre ispirati a zone del circondario) e le attese sono ripagate. Talmente dalla voglia di affondare i denti in quel pane caldo e morbido che mi ustiono labbra e palato, ma fa nulla.

Mentre stiamo lì a mugolare arriva prontamente anche un cuoppo di peperone crusco e baccalà fritto.
Innanzitutto accostamento da premiare per diversi motivi.

Sagra della strazzata, cuoppo e Monticchio
– Ottimoottimoottimoottimo


Cromaticamente è spettacolare, poi abbiamo la croccantezza del peperone crusco che sta benissimo con la tenerezza del baccalà. I sapori sono perfettamente congeniali, da un lato l’amarognolo dell’arrostito del peperone in contrasto, ancora, col neutro del baccalà. Entrambi gli elementi che compongono il cuoppo sono perfettamente cotti, non c’è un filo d’olio che scappa del baccalà, tant’è che puoi mangiarlo anche con le mani. Il fritto è tenero ma carnoso, i bocconcini sono della grandezza perfetta, il peperone crusco ci sta da Dio ed è ottimo.

Ci ritroviamo a fine serata a cercare di capire qual era la cosa più buona ma è difficile.
Il consiglio al solito è di andare in gruppo e prendere diverse strazzate farcite facendole a metà, perché se provate a lanciarvi in spedizione solitaria finirete come gli ottimisti che non tornano più dall’Himalaya.

La Sagra della strazzata la trovate a Castel Lagopesole di Avigliano (PZ) dal 23 al 25 Settembre, vi consigliamo di farci un salto.

PS Al ritorno abbiamo fatto la strada giusta.


– Falco

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Sagra del fungo porcino – Castelpagano (BN) – 2022

Sagra del fungo porcino – Castelpagano (BN) – 2022

Al 17 di Settembre c’è chi va ancora a mare e chi come noi si approccia all’autunno con un appuntamento inedito: una visita alla Sagra del fungo porcino di Castelpagano, in provincia di Benevento.
Questo evento organizzato dal Comune è giunto alla 24esima edizione e fa un po’ da apripista agli eventi sul fungo (e sulla castagna). E’ una sagra rodata cui mancava solo Il Trono di Sagre quindi ci si mette in auto per un viaggio di di ben 4 Anni Sagra tra andata e ritorno, una bella traversata.

Sagra del fungo porcino, tagliatelle
– Piccola preview di quel che ci aspetta


A scivolosi passi dentro l’autunno


La prima cosa di cui ci accorgiamo è che l’evento è tutto racchiuso nel centro storico (con vari punti di interesse a formare un percorso), la seconda è che sono tutti in giubbotto e jeans e noi siamo arrivati freschissimi con pantaloncini e camicia di lino-cotone. Del resto quando siamo partiti da casa si registravano giusto 10 gradi di più, ci può stare!

Con un po’ di timore scendiamo dall’auto sperando di non trovarci anche il vento contro e rischiamo immediatamente di perdere Corvo che scivola in una pozza d’acqua e sta per franare al suolo.
Affrontata questa insidiosa discesa umidiccia subiamo il divertito sguardo degli abitanti del posto che con grande magnanimità avranno pensato “Ma da quale spiaggia libera arrivano questi?”

Folla
– Bell’atmosfera alla Sagra del fungo porcino


In nostro soccorso giunge subito Danilo Viscio, consigliere comunale che ha contribuito alla realizzazione dell’evento, nostro coetaneo, che ci mostra come si snoda il percorso.

La prima piazzetta che si incontra in alto è quella un po’ più casual. Abbiamo un bar, suppongo il più popolare di Castelpagano visto il movimento nei dintorni, il punto crepes e diverse panche dove ci si può fermare dopo essersi riforniti dalla coppia di stand presenti.

Si comincia a scendere e abbiamo incastonata nella pietra, sulla sinistra, una piazzetta minuta ma molto carina di fronte alla quale c’è il Vinarium. Sotto i portici è possibile sedersi a tavolino e provare qualche buona etichetta, in alternativa altrimenti abbiamo vino bianco, rosso e birra direttamente agli stand della sagra.


Aperifungo


La nostra prima tappa è l’aperifungo, nome che già adoro.
Danilo ci fa arrivare questo vassoietto con un panino con hamburger e delle pizzelle di funghi.

A prima vista il tutto può sembrare una qualsiasi portata da sagra ma appena si assaggia le cose cambiano. Cominciamo dal panino.
Il pane è la scelta ideale, è un po’ tenace ma è una giusta via di mezzo fra un panino rustico e una scelta gourmet. Nasconde una raffinatezza tutta sua dietro un aspetto semplice, molto apprezzato.
All’interno, semplicissimo, un hamburger.

L’hamburger però è ottimo e abbondante. Sopra di esso crema di funghi.
Tre elementi, due ingredienti, stop, perfetto, andiamo avanti.


Le pizzelle, o frittelle, di funghi.
Noi onestamente siamo abituati a pizzelle d’alghe o di ciurilli ma con pezzettoni così grandi di porcini personalmente non le avevo mai provate. Inutile dire che erano estremamente soddisfacenti da mordere.
Tra di esse, puro attentato al colesterolo in ascesa di Corvo, subdolamente si nascondeva una frittella extra con doppio salume: salsiccione e…porchetta? pancetta? Qualsiasi cosa fosse era sapida, grassa, impanata e fritta. OH YEAH.
Primo bicchiere di vino rosso e si va avanti. Ah, panino, frittelle e vino…6,50 €.
Non è un paragone che sta in piedi ma se nel 2022 vai nella peggiore paninoteca sul pianeta per 6€ ti danno insalata iceberg e un cuzzetiello strappato a mano, si prenda esempio.

Pizzella agli insaccati
– La frittella agli insaccati che uccise Corvo


Il menu completo fenomenale


Prima di pensare nuovamente ad abbuffarci facciamo un giro con Danilo che ci mostra il trenino che gira allegro per il centro storico e porta a spasso i turisti, ed anche la Pesca di beneficenza.
All’interno dell’evento esiste anche un gruppo di generose signore che realizza o modifica oggettistica a mano e souvenir dell’evento. I prezzi simbolici sono d’aiuto alla beneficenza che viene donata a fine evento. Entrambi prendiamo un simpatico ricordo di Castelpagano con un ritrattino boschivo di muschio e funghi.


Sfiliamo davanti al palco che a breve si colorerà di band, suoni e colori e nella piazza principale osserviamo i tantissimi posti a sedere (al coperto) rannicchiati nei dintorni del punto principale di produzione e smistamento vassoi.
C’è un’atmosfera molto gioviale, di quelle profumate dal vino rosso di paese.
Molti sorrisi, molta ilarità, persone a loro agio e un menu completo fenomale. Approfondiamo.


La fila scorre che è un piacere, non abbiamo notato attese in generale e subito ci viene passato l’agognato menu completo. E’ già bello a vedersi, da provare è ancora meglio.
In pole position troviamo le tagliatelle ai funghi porcini, in bianco.
Non posso precisamente trascrivere cosa ho detto appena le ho provate ma il livello è veramente alto.
Abbondante, piene di porcini a pezzettoni, carnosi. Una crema creatasi naturalmente tra amido, funghi, manzo…perfetta, perfetta. La miglior pasta del 2022?

Tagliatelle ai funghi e manzo
– Lasciamo parlare l’amido

Anche il riso è ottimo, il problema è che la pasta è di un altro pianeta e dunque questo “secondo primo” rischia di passare in secondo piano.
A seguire una bruschetta buonissima definita “alla cacciatora”, io ormai ero completamente perso tra questi nuovi sapori tutti fantastici e manco riuscivo a concentrarmi.
Con un po’ di vino rosso sincero del Sannio affrontiamo anche la seconda parte del menu.

Maialino alla boscaiola


I secondi sono da meno? No, per niente.
Abbiamo un maialino alla boscaiola al profumo di coda di volpe e dei bocconcini di vitello ai funghi.
Anche qui entrambi ottimi, i bocconcini di vitello ancora una volta vanno ben oltre quel che mi aspettavo.


La cosa assurda? Il prezzo. Tutto il vassoio 15€, non dico altro.
E hanno anche detto che hanno dovuto alzare i prezzi per i rincari.
Un livello così alto a un prezzo così basso non l’avevo ancora incontrato. Fuori scala.


Altra cosa da citare: la gentilezza.
Oltre a dei piatti fenomenali voglio segnalare questa serata per la massiccia dose di gentilezza ed educazione che ci ha travolto. Sia agli stand che ai tavoli, che fossero addetti ai lavori o abitanti del posto, chiunque si è approcciato a noi con una grazia che non si sperava più di trovare.
Col lavoro che facciamo spesso viviamo una posizione privilegiata. C’è (quasi) sempre un occhio di riguardo per noi ma vi posso assicurare che capita anche di avere a che fare con immensi cialtroni, arroganti e maleducati. Lodi e ringraziamenti, per questo aspetto di Castelpagano, della sua sagra e dei suoi abitanti tutti. Tutti, tranne TU, tipo che hai fatto storie perché ci stavano servendo prima di te. Eravamo in fila prima di te. Shut up, man, io VEDO e SENTO tutto.

Sagra del fungo porcino, ragazzi
– Birre e comunella con abitanti del luogo

Proprio sulla scia di questa gentilezza da un altro stand in piazza richiamano la nostra attenzione.
E’ lo spazio di un’azienda agricola a gestione familiare, la Pecorino del Sannio.
Ci fermiamo a chiacchierare con loro e vogliono riempirci di formaggi.
Corvo ripensa alle sue analisi e sta per piangere, io non posso dire di no a del cibo locale e quindi almeno un piattino lo devo provare.



Ricottina al miele, primosale con spolverata di peperoncino, un formaggio molto stagionato, uno frollo con del piccante, un’ottima selezione. Volevano anche offrirci il cannolo ma eravamo veramente al limite glicemico. Stamattina però mi pento di non averlo provato.

Anneghiamo il dispiacere in una birretta alla spina (scelta senza senso dopo 3 bicchieri di rosso, ma ok) e salutiamo con grande piacere la Sagra del fungo porcino di Castelpagano. Un evento dove torneremmo con gran gusto.

Ah, c’è anche la pizza con i porcini, per dire.
Non perdetevi tutto questo ben di Dio, dal 16 al 18 Settembre!
Sabato e domenica la sagra c’è anche a pranzo, così avete più tempo per mangiare TUTTO.

Sagra del fungo porcino, pizza
– Pizza bianca ai porcini, leggera, cottura perfetta. Ottima come tutto il resto.

Falco

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24° Sagra del fungo porcino a Castelpagano (BN), persone e funghi si raccolgono per l’attesa occasione

24° Sagra del fungo porcino a Castelpagano (BN), persone e funghi si raccolgono per l’attesa occasione


La Sagra del fungo porcino a Castelpagano (BN) si terrà quest’anno venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 settembre 2022 per quella che viene annoverata come la 24esima edizione.

Il Trono di Sagre sarà presente e sarà occasione anche per visitare il borgo sannita, oltre che un tris di giornate ideali profumate al fungo porcino.

– Foto dell’ultima edizione pre-pandemia


Sagra del fungo porcino a Castelpagano, il programma


Lo si attende come un grandissimo rilancio post-pandemia, che si svolge lungo l’intrigante percorso fra le piazze Umberto I, Municipio e dell’Auditorium, coinvolgendo inoltre il suggestivo centro storico e le spettacolari aree paesaggistiche di questa località del beneventano.

Gli stand saranno aperti al pubblico dalla serata di venerdì 16 settembre 2022, per poi deliziare i degustatori anche sabato 17 e domenica 18, sia a pranzo che a cena.
Tra le varie opzioni del menu non soltantanto gastronomia ma anche ottimi vini dell’alto Tammaro.

Programma sagra
– Una panoramica sul programma


Sono inoltre da menzionare le coinvolgenti e variegate proposte musicali in programma, il trenino turistico nel centro storico a cura dell’Ente provinciale di Benevento, la mostra dell’artista castelpaganese Salvatore Fiore, i percorsi di formazione alimentare ed educazione ambientale coordinati dalla presidente della cooperativa sociale onlus «Oltre Le Mura», Carmen Cenicola, e moltissime altre sorprese.

L’appuntamento, diventato ormai una consuetudine, richiama a Castelpagano oltre 10.000 visitatori all’anno e si svolge nel mese di settembre, periodo propizio per la raccolta dei funghi porcini nei numerosi boschi del territorio.


I fautori del progetto

Promotrice della «24esima Sagra del Fungo Porcino» è l’Amministrazione municipale di Castelpagano, con l’organizzazione a cura dello staff presieduto dal sindaco Giuseppe Bozzuto e con la collaborazione attiva, fattiva e logistica di tutti i consiglieri comunali, della esponente consiliare delegata ad eventi e spettacoli Daniela Meoli e del funzionario municipale Mario Zeoli.

Castelpagano, folla
– All’evento sempre grande partecipazione

La Sagra del Fungo Porcino di Castelpagano è di rilievo regionale e si avvale del cofinanziamento del progetto dal titolo «A Castelpagano e dintorni col treno storico – Sagra dei Funghi Porcini XXIV Edizione – Viaggio nella Valle del Tammaro», nell’ambito del Programma operativo complementare (In acronimo, il Poc) Campania 2014-2020, in riferimento alla linea strategica «Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e cultura», programma di percorsi turistico-culturali, naturalistici ed enogastronomici per la promozione turistica della Campania. In tal senso, Castelpagano è capofila progettuale di un comprensorio di comuni che annovera anche Colle Sannita, Morcone, Santa Croce del Sannio e Sassinoro.


Falco

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Le nostre tappe di Settembre, 6 appuntamenti da non perdere – 2022

Le nostre tappe di Settembre, 6 appuntamenti da non perdere – 2022

Agosto è finito, ma non sono finiti gli appuntamenti. Settembre è un dolce epilogo che fa anche da preludio alla stagione delle sagre invernali e naturalmente Il Trono di Sagre ha già l’agendina piena.
Vi portiamo con noi alla scoperta di queste 6 tappe, prendete nota!

Calendario Eventi
– Clicca per visitare tutto il calendario eventi

Festa della montagna, ad Acerno (SA)

La Festa della montagna, ad Acerno (SA) si tiene dal 9 all’11 Settembre.
E’ una festa peculiare poiché unisce alla passeggiata nel centro storico anche una piacevole possibilità di passeggiare sulla montagna che contraddistingue il panorama unico di Acerno.


In montagna potrete osservare gli animali da fattoria all’interno dello zoo montano e una serie INFINITA di altre attività. Eccone alcune in ordine sparso, siete pronti?
Gare, quagliata live con degustazione, dimostrazioni del mondo dell’apicoltura, gare di caccia al tartufo in ring, escursioni, falconieri, sfilata di buoi e preparazione live di pasta fresca.

Finito qui? No.
Perchè ad Acerno è anche presente una massiccia scelta gastronomica!
I ristoratori del paese scendono in piazza con i loro piatti forti, in più ci sono le pietanze tipiche della festa (e di Acerno) che trovata qui e lì passeggiando per il centro, tra questi pancotto, pappoli fagioli e porcini, carne alla griglia, tagliere del brigante…

Programma ricco!
Saremo ad Acerno per la Festa della Montagna il giorno 9 intorno alle 12.30, si perché si tiene anche di giorno!

Evento Acerno
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Kult…Karma oltre la birra, Alife (CE)


Alle scale piace cambiare, figurarsi a noi. Non abbiamo il tempo di digerire il vino e i piatti del contadino di Acerno e della Festa della montagna che siamo già ad una…degustazione? Festival?
Cos’è Kult…Karma oltre la birra ?

E’ un insieme di tante cose, mettiamola così. I poliedrici mastri birrai del birrificio Karma di Alife (CE) dall’8 al 12 Settembre aprono le porte di casa e cominciano a darci sotto di spillatura.
In queste 4 date infatti sarà possibile visitare il birrificio (ingresso gratuito), assaggiare i prodotti proposti da Karma stesso e lasciarsi incuriosire anche da una presenza importante di birrifici ospiti che porteranno la loro esperienza (e le loro birre artigianali) direttamente al visitatore.


Nelle serate di sabato 9 e domenica 10 inoltre sarà possibile una cena degustazione (su prenotazione! Al numero 346 8592002) a scelta tra tema sushi o prodotti locali…
Per chi invece ama gustare la birra con qualche fritto saranno disponibili food truck che daranno vita ad una preparazione live di street food, da accompagnare ai vostri frequenti refill nel giardino del birrificio.

Saremo pronti per il KO a Kult…Karma oltre la birra, ad Alife (CE) sabato 10 Settembre!

Evento Alife
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Sagra del fungo porcino, a Castelpagano (BN)


Un altro giro sulla giostra e cambia nuovamente la tipologia di evento e di menu.
Da una festa in montagna ad una degustazione di birre, ora invece torniamo sul classico con una sagra che fa da apripista al mondo delle foglie ingiallite e dei bicchieri di vino da gustare di fianco al focolare…la Sagra del fungo porcino a Castelpagano (BN) dal 16 al 18 Settembre.

Durante la sagra è possibile, degustare prodotti tipici locali, nonché i pregiati vini campani presentatati da esperti sommelier, il tutto allietato da musica, animazione e spettacoli.
Non possono mancare naturalmente i funghi porcini.
Siamo alla 24esima edizione per un evento che di solito allega alla sagra anche manifestazioni podistiche o fisiche, nel 2019 infatti fu messo a disposizione un telescopio per l’osservazione delle stelle.

Saremo alla Sagra del fungo porcino, a Castelpagano (BN) il 16 Settembre!

Evento Castelpagano
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Sagra della strazzata, a Castel Lagopesole di Avigliano (PZ)


Altra sagra, ma stavolta siamo fuori regione, in provincia di Potenza.
Sagra della strazzata a Castel Lagopesole di Avigliano (PZ) dal 23 al 25 Settembre.

La strazzata è straordinaria. Si tratta di una focaccia rustica, il nome deriva dal gesto di romperla con le mani, strapparla appunto. Di solito viene farcita con salumi, frittate, peperoni, porchetta, mortadella arrostita, nutella e creme dolci. Durante la Sagra della Strazzata sarà difficile non farsi tentare dall’assaggiarle tutte, accompagnando la cena con abbondante vino.

– Abbondanza di sottoli

Poi per smaltire è possibile una passeggiata nel mercatino dell’artigianato o il lanciarsi in balli popolari. Evento concepito anche per i bambini, con aree a loro dedicate.

Saremo alla Sagra della strazzata, a Castel Lagopesole di Avigliano (PZ) il 24 Settembre!

– Tipologie di strazzata
Evento Strazzata
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Festa dell’uva, a Oliveto Citra (SA)

Il comun denominatore di queste feste di settembre sembra essere il vino.
Altro appuntamento importante per noi sarà la Festa dell’uva di Oliveto Citra, che si terrà dal 30 Settembre al 2 Ottobre.

Giochi dell’Uva, gruppi folk, danze lucane stand espositivi, degustazioni, carri artistici, percorsi enogastronomici e ancora spettacoli.


Le serate saranno all’insegna di un percorso enogastronomico, con degustazione dei piatti tipici olivetani, per raccontare le eccellenze del “buon cibo” e del “buon bere” del territorio,

Saremo alla Festa dell’uva, a Oliveto Citra (SA) il 30 Settembre!

Evento Oliveto Citra
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Sagra dei funghi, a Cusano Mutri (BN)


Nostra prima volta in qualità di redazione presso la Sagra dei funghi, a Cusano Mutri (BN).
Evento gigantesco che si terrà dal 30 Settembre fino al 13 Ottobre!
L’evento ha valicato nettamente i confini della sagra e conta ogni anno tra i 200.000 e i 300.000 visitatori.
Una roba pazzesca.


Lungo il percorso si snoderanno gli stand enogastronomici, ovvero piccole abitazioni che si trasformeranno in punti di ristoro, condurranno i visitatori alla scoperta delle bellezze dei luoghi ma, soprattutto, dell’unicità dei sapori.

Ad accompagnare le prelibatezze culinarie è l’immancabile vino che richiama appunto storia e tradizione, regalando un’atmosfera di festa, ricca di canzoni e balli popolari, all’insegna di un’atmosfera tipica delle sagre. I concerti e gli spettacoli in piazza non possono mancare così come le visite guidate ed escursioni organizzate alla scoperta del borgo e dei punti caratteristici come le chiese, il museo e le antiche botteghe che mettono in mostra le loro specialità.

Saremo alla Sagra dei funghi, a Cusano Mutri (BN) l’1 Ottobre!

Evento Cusano Mutri
Clicca per vedere l’evento ufficiale!


– Falco

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Sagra della lasagna e delle polpette costesi – Costa di Mercato San Severino – 2022

Sagra della lasagna e delle polpette costesi – Costa di Mercato San Severino – 2022


Come in molte case del sud Italia la domenica c’è spazio in tavola per la pasta fatta in casa. Concessione e regalo fatto ormai routine, che ci concediamo come un rito. Da questa tradizione non esula Mercato San Severino e Costa, la sua frazione, che produce una lasagna casereccia con l’aggiunta di tradizionali polpette fritte.

Sagra della lasagna e delle polpette costesi, polpette da friggere
– Le polpette costesi pronte a essere immerse nell’olio bollente


La lasagna e le polpette costesi


Vorrei cominciare subito a descrivere la protagonista della serata: la lasagna.
E’ una lasagna molto casereccia, cosa che ho apprezzato. Subisce una cottura al forno prolungata difatti era morbida, come una torta. Peccava molto di mancanza di sale, causa probabilmente anche il dolce spiccato del pomodoro. Ripeto però che la sua fattura tradizionale si è lasciata decisamente apprezzare.

Sagra della lasagna e delle polpette costesi, lasagna
– La lasagna casereccia di Costa di Mercato San Severino


Sia all’interno della lasagna che prese singolarmente ci sono le polpette.
Le polpette costesi sono semplici pallotte di pane, formaggio, prezzemolo e pezzetti di salame che vengono impanate e fritte e servite in bianco.
E’ un piatto che si condivide volentieri, le polpette hanno un gusto non invadente, anzi risvegliato solo dal pezzetto di salame o erbe che si incontra ogni tanto. Questo non è un difetto, le ho trovate sfiziose il giusto e sono anche un pericoloso snack da divorare a oltranza.

Sagra della lasagna e delle polpette costesi, polpette
– Le polpettine costesi


Le polpette hanno creato, viste le aspettative e la fedeltà del pubblico, che si è immediatamente fiondato a fare la fila, alcuni problemucci logistici. La catena del fritto (polpette+patatine) era parecchio lunga poiché sfortuna ha voluto che andasse KO proprio la prima sera un buon 2/3 delle friggitrici disponibili.
Nonostante ciò la fila non è stata mai invivibile, anzi quella delle polpette è stata l’unica che abbiamo davvero fatto poiché alle altre casse è filato tutto lisci come l’olio.


Il circondario della Sagra della lasagna e delle polpette costesi


Il minuto circondario (spiazzo in cemento + locali adibiti a cucine + campetto da calcio farcito con panche) è quello tipico delle feste rionali. Abbiamo all’ingresso alcuni punti dove comprare zucchero filato, pannocchie e muss’ ‘e puorc’ (pietanza cui prima o poi dedicheremo un approfondimento…) e qualche padiglione commerciale.


Due cose importanti in questo atrio d’asfalto sono il palco, dove si è svolto un animato piccolo convegno sulla legalità (e sull’ambiente, tema importante per l’organizzazione) e lo stand della pescheria Dal Pescatore, che ci ha omaggiato, vista la nostra curiosità, con un bel cuoppo di mare.
Ottimi in particolari calamari e polpo, belli sodi e croccanti.

Tornando per un secondo al palco, Luigi Pergamo, l’organizzatore che ci ha voluto qui, ci rivela che l’obiettivo di questi eventi è soprattutto quello di raccogliere fondi per eventi sportivi, culturali, artistici e ambientali. Una serie di buone azioni finanziate dalla voracità dei presenti. Alla mancanza dunque di un percorso gastronomico, di un centro storico e di un borgo da visitare sopperisce quindi il fine, dell’evento, e quel che io definisco comunque un buon menu, che non ci ha affatto deluso.


Panini vari e pasta e fagioli


Oltre le celebri lasagne e polpette abbiamo infatti diversi piatti secondari.
La pasta e fagioli risente molto dello stesso problemuccio di sapidità della lasagna ma anche qui mostra una fattura casereccia che ancora una volta io ho apprezzato.
Abbondante e appiccicaticcia, come piace a me, di un giallo acceso con in cima una saporita fetta di pancetta, se riuscite a strusciarla ovunque nel piatto vi regalerà quel sapore che mancava.

Pasta e fagioli
– La pancetta lucida e saporita condisce la pasta e fagioli


I panini sono qualcosa che inizialmente temevo…
Temevo infatti poco condimento e un panino infinito, stancamascella e col classico pane un po’ stantio.
E invece…il panino è umido e pieno il giusto, ma soprattutto il pane intriso del ripieno dello stesso non risulta affatto noioso al palato.
Il panino che mi è piaciuto di più è quello alla milza, insieme alle polpette la pietanza migliore a mani base.

Panino con la milza
– Panino con la milza, direttamente dalla tradizione salernitana, ottimo.


Ugualmente sfiziosi quello con porchetta e patatine e il suo simile con salsiccia e patatine.
Occhio comunque anche alla porchetta, non salata e secca come spesso capita, ma umida e tenera.
Complimenti a chi si è occupato di scelta e composizione panini.


Sagra della lasagna e delle polpette costesi, conclusioni


La sagra della lasagna e delle polpette costesi è limitata dal suo circondario.
Difficilmente può ampliarsi ma parte dalla base invidiabile di un menu dignitoso e valido.
Se il punto forte resta la ristorazione, magari perfezionata nel tempo, si potrà abbastanza facilmente sopperire al resto.
Andando a memoria non ricordo particolari problemi per trovare parcheggio, né lunghe file (polpette a parte), un vino rosso che accompagnava, prezzi moderati e soprattutto la giusta ambizione da parte del comitato organizzativo che saprà fare le scelte ideali anche per le edizioni future.

Aggiungo inoltre che ho notato molta professionalità in generale, nell’organizzazione e nell’accoglienza.
Siamo stati immediatamente identificati e ci è stato consentito di lavorare in modo preciso e rilassato, senza omettere che ci hanno fatto divorare la quasi totalità del menu, il che è sempre, sempre piacevole.

Cuoppo di mare
– Anche il cuoppo di mare merita il suo spazio


– Falco

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Sagra della braciola – Montecorvino Rovella (SA) – 2022

Sagra della braciola – Montecorvino Rovella (SA) – 2022


La Sagra della braciola di Montecorvino Rovella (SA) ha ormai superato alla grande le 40 primavere e quest’anno riceverà ufficialmente il marchio di Sagra di qualità concesso da UNPLI (in realtà l’onoreficenza le spettava già nel 2019 ma la premiazione fu postdatata causa pandemia).
Caratteristica dell’evento è la riproposizione di una storica ricetta paesana, la braciola appunto.

Sagra della braciola, braciola al sugo
– La braciola di Montecorvino Rovella (SA)


Sagra della braciola, la scelta della qualità


La riconoscenza dell’UNPLI non arriva a caso infatti da diverse edizioni la Sagra della braciola di Montecorvino Rovella ha optato per una scelta decisa.
La braciola sarà limitata. O meglio, se ne farà quanta più si può senza dover mai però diluire qualitativamente il prodotto. Finché c’è forza lavoro (da parte delle massaie, pagate perché ritenute giustamente professioniste che svolgono un lavoro), carne e sugo si può andare avanti. Sennò ci si ferma.

Panino con braciola
– Panino impregnato dalla braciola


Può dunque capitare di arrivare a Montecorvino e trovarsi già in prima serata una fila chilometrica (anche perché a seconda che si scelga il panino, la pasta o la braciola per questioni logistiche la fila è unica) di appassionati che per nulla al mondo vogliono perdersi questa saporita tipicità.
E se in alternativa arrivi tardi…rischi di non mangiarla.

Il menu è dunque per scelta semplice e imprescindibile dalla braciola.
La trovi nella pasta, come un ricco sugo, la trovi nel panino e come secondo.

Pennette con braciola
– Abbondante pennetta al sugo di braciola (7€)


Il panino è davvero una pietanza storica quanto la sagra stessa, ricordo che Il Trono di Sagre non era neanche una lontana idea quando accorrevo qui con amici a divorarlo. Negli anni è rimasto identico.

Se devo scegliere però il piatto migliore…questa posizione spetta forse alla pasta.
Molto sapida, colma di braciola e decisamente abbondante è stato il piatto che mi è piaciuto di più.


La caratteristica della braciola


Naturalmente la braciola è ottima anche presa singolarmente (disponibile al piatto o in un cartoncino a portar via) e anzi, adagiata nel suo tirato sugo, rilascia tutti gli aromi e quei sapori segreti che neanche a noi sono stati pienamente rivelati. Anche questo fa parse del fascino della tradizione, e noi lo accettiamo.

Nel caso vogliate saperne più possibile sulla Sagra della braciola di Montecorvino Rovella vi ricordo che è anche presente un capitolo dedicato a essa nel nostro Il borgo in tavola, il primo capitolo di una saga di libri (speriamo!) che racconta tutti gli eventi dove siamo stati di persona con Il Trono di Sagre.
15 eventi per libro, con ricette, racconti dell’esperienza, foto e informazioni utili.

Il borgo in tavola, copertina
– Clicca sul libro per scoprire di più!


Finito questo ad vi informo che alle spalle del punto di rilascio braciole, quindi di fronte il municipio e alle spalle della fontana c’è un altro minipercorso che attraversa il centro storico dove potete ritirare vino con le percoche e la zeppola.

La zeppola era davvero ottima, soffice come una nuvola, la si può inserire tra le top dell’estate.
Il vino era un po’ troppo giovane per i miei gusti, la percoca provava a porre rimedio ma era sovrastata dalle note asprine del succo d’uva.

Zeppola
– Zeppole


Non solo braciola


E per chi arriva tardi o si scoraggia di fronte alla fila?
Beh, vi consiglio di spicciarvi e di alzare il culo dal divano, o di farvi coraggio e farla, stà fila.
Ma se proprio non riuscite…ci sono delle alternative.

Caciocavallo impiccato
– Caciocavallo al tartufo (4€)

La Pro Loco, in accordo con alcuni standisti e negozianti locali fornisce delle alternative unofficial per chi non riesce ad acchiappare la nota braciola.
Ad esempio, abbiamo i nostri amici del birrificio La Nuda, dove puntualmente riscopriamo il piacere di una birra spillata di fresco, oppure c’è chi prepara caciocavallo impiccato al tartufo e chi dal nulla tira fuori pane e mortadella, scelta che più popolare non si può.

Pro Loco Rovella
– Centro rilascio percoche


La sagra della braciola è un evento che si avvia verso un futuro in cui potrà probabilmente scegliere la via che preferisce. Io che l’ho sempre frequentata ho notato anno dopo anno il suo crescere e felicemente devo dire che optare per la qualità, mettendo a disposizione “poche” scorte (parliamo comunque di un 20.000 braciole e oltre, signori) è una scelta vincente.

Nel momento in cui riuscirà a coinvolgere il centro storico e districarsi un po’ meglio tra stand e file sarà decisamente sulle mappe di Trono, provincia e regione. Un grande augurio di felice sviluppo a quest’evento. Uno sviluppo a fuoco lento, come la braciola insegna.


– Falco

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Historiae Volceianae e Sagra della pasta – Buccino (SA) – 2022

Historiae Volceianae e Sagra della pasta – Buccino (SA) – 2022


Historiae Voceianae si mescola alla Sagra della pasta, festa tradizionale di Buccino (SA) integrando alla classica degustazione gastronomica un colorato sfoggio di cultura storica.
L’evento abbraccia diversi punti del paese ed è un’occasione per scoprire una Buccino che merita sicuramente di più di una visita fugace.

– Lasciatevi un angolino per la fagiolata


Dalla Sagra della pasta a Historiae Volceianae


Parlando con gli appassionati organizzatori, tra cui un gentilissimo Marcello Nardiello, ci rendiamo subito conto di quanto qui si tenga alla tradizione e alla storia del paese.
Il nuovo corso dell’evento non ha soppiantato il vecchio, l’ha semplicemente abbracciato e ne mantenuto addirittura il nome.

La sagra della pasta era un evento tradizionale dell’estate bucciniana e Historiae Volceianae ne ha semplicemente allargato e perfezionato i contorni. Ma esattamente in che consiste il tutto?


Il punto è che Buccino ha una storia che non basterebbero un mese di manifestazioni per rievocarla tutta nella sua interezza. Si parte dalle alleanze cartaginesi pre-romaniche, al dominio di Roma poi e alla sapiente arte politica dell’antico di borgo di inserirsi anche nelle alte sfere dell’epoca. L’inserimento di senatori autoctoni nei posti d’influenza, la posizione strategica, lo stampare moneta e perfino il saper rialzarsi in momenti bui di terremoti e sciagure ha fatto si che la città oggi possa giovare di un immenso patrimonio a cui attingere.

– Gli sbandieratori


Le rievocazioni e gli stand


Tutto comincia dal corso principale, dove in lontananza il castello si mette in posa alla luce della luna. Ha aspettato un migliaio d’anni che io lo fotografassi e nel marasma ho comunque rischiato di farlo venir mosso, ma sicuramente era lui che per l’impazienza non stava più fermo.

– Lo spettacolo sul corso


Qui gli sbandieratori provenienti da Cava de’ Tirreni si esibiscono avanti e indietro lanciando in aria i loro ampi drappi al ritmo di trombe e tamburi. Uno spettacolo che riempe gli occhi e che non stanca mai.
La cittadinanza apprezza e osserva silenziosa, per poi acclamare i ragazzi e le ragazze che hanno regalato un’eccellente esibizione.
Noi abbiamo parcheggiato sapientemente in uno dei parcheggi del centro storico, mossa che vi consiglio così vi risparmiate di avere a che fare con l’autista della navetta, roba che mediare con i romani era più gradevole.

Dal corso si passa al centro storico (che in realtà è un po’ ovunque), sbandieratori e musici sfilano e la festa comincia.


Al centro, sotto l’orologio che accompagna con i suoi rintocchi la vostra passeggiata nella suggestione, abbiamo un palco dove ascoltiamo una rara esecuzione di De Andrè e i primi stand.


Il chiostro e Il borgo


In piazza trovate una delle pietanze tipiche: gli struffoli.
Ennesima volta in cui ci troviamo di fronte a un prodotto con lo stesso nome di un altro, ma con una concezione completamente diversa.

Qui gli struffoli sono belli grossi, come sassolini di fiume, si snocciolano e si scrocchiano principalmente accompagnandosi con il vino ma non disdegnano formaggi e salumi.
Qui io e Corvo ci dividiamo, lui li rifugge, io credo che invece possano essere una valida e tradizionale alternativa all’ape col tarallo.


In piazza, sotto le panche, potrete anche osservare il mondo che dimora nel sottosuolo di Buccino.
Raramente vi ritroverete in una sagra coi pavimenti in vetro, altro bell’esempio di come tradizione, storia e moderno si uniscano tra Historiae Volceianae e Sagra della pasta.
L’antipasto prevede una buona soppressata e qualche amico della stessa.


Subito in fondo a destra, nei pressi della chiesa, superato un punto dove potrete divertirvi plasmando l’argilla, trovate il secondo stand dedicato all’antipasto.
Qui abbiamo provato un gran bel piattino di formaggi e salumi e soprattutto una fagiolata che ci ha colpito in positivo. Corvo distoglie lo sguardo mentre io scarpetto il sughetto tiratissimo della fagiolata con gli struffoli che mi sono portato dietro.
Prima di andar via fate due passi nel silenzio della chiesa.
Un’irreale bolla di quiete, con l’ovattato frastuono in lontananza degli sbandieratori misto alle melodie rock dei Queen che sobollono insieme alla fagiolata vi regalerà un’ancestrale galleggiamento di relax.


La pasta al castello


La pasta la trovate più su, nei pressi di ciò che rimane del castello. Le rovine sono comunque estremamente affascinanti. Un fico, un po’ di erba secca smossa dal vento, delle potenti luci bianche e un panorama che tra le luci della città sembra ribollire come lava vi reimmergono con un potente waterboarding in una storia senza tempo.


I primi da provare sono due: ravioli e fusilli.
Suona un po’ strano avere solo due primi alla Sagra della pasta, forse sarebbe stato carino proporre qualche pasta in più agli avventori, una volta avuta effetto avrebbe reso ancora più suggestive le rovine.

In compenso ho trovato buoni i ravioli e molto buoni i fusilli.
Gentile anche tutto lo staff e il personale che abbiamo trovato in giro per l’evento, che diligentemente serve pietanze e sposta macigni contenenti kg di fusilli.

– La voragine dei ravioli


Altra postazione da non perdere è quella dei secondi, se la bistecca di maiale non spicca (è complicato braciare bistecche per tante persone, però 4€ è un prezzo che manco all’agriturismo) il posto è tra i più belli. Sembra un presepe. Articolato su più livelli brulica di persone che divorano pane e salsiccia immersi nella storia, una frase che potrebbe anche rilanciare lo A spasso nel tempo di De Sica, ma che invece è perfetta sintesi del gran lavoro che l’organizzazione è riuscita a fare.

– Una cartolina da Buccino


Ancora una volta non solo gastronomia, ma storia, cultura ed intrattenimento.
Intrattenimento a cura del Cervo Bianco, tre musici che ci hanno deliziato con melodie dal sentore celtico.
Cornamuse e tamburi con vestiti dell’epoca, rifornitevi di vino e godetevi lo spettacolo.
Riguardo la cultura, potrete farvene una anche allo stand dei nostri amici della Birra Nuda, che incontriamo ancora una volta e che è sempre un piacere salutare, anche perché hanno iniziato questa simpatica tradizione del gonfiarci di birra ogni volta che ci vedono.


Historiae Volceianae e Sagra della pasta, conclusioni


Non ho molto da concludere, se siete arrivati fin qui vi siete resi conto di quanto quest’evento ci abbia convinto. L’organizzazione è ottima, la passeggiata lunga e suggestiva, le tipologie di intrattenimento sono varie e sicuramente convinceranno anche le comitive più disparate, la grande gentilezza di chi ci ha mostrato tutto, Marcello Nardiello, va ancora una volta segnalata. Insomma, ci siamo divertiti.

L’evento si tiene praticamente sempre dal 16 al 18 Agosto, segnatevelo e andate a scoprire Buccino, cosa che colpevolmente avremmo dovuto fare ben prima!


– Falco

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TIPICA – Vietri di Potenza (PZ) – 2022

TIPICA – Vietri di Potenza (PZ) – 2022

TIPICA, la Sagra dell’olio e dei prodotti tipici vietresi, è un percorso gastronomico di lunghezza non indifferente (900 mt / 1 km) e dall’altrettanto lungo menu.
L’evento si candida indubbiamente ad essere uno dei più TOPICI della Basilicata e si tiene il 12 e il 13 Agosto 2022.

TIPICA, ciambuottola
– La colorata ciambuottola


Il lungo percorso


C’è poco da dire, i percorsi itineranti sono i più affascinanti, soprattutto se belli lunghi e se perfettamente incastonati in un curato centro storico. Il piccolo labirinto goloso passa attraverso tutte le piazze (o quasi) della cittadina creando un disorientante loop che tra musiche e folla vi porterà talvolta a continuare a girare all’infinito come in un calorico purgatorio.


Grazie a giochi di luci e musicalità molto diverse tra loro talvolta avrete l’impressione di essere in due/tre eventi diversi.
Penso immediatamente ad una delle prime piazze che ci si ritrova davanti imboccando il percorso da dove si viene depositati dalla navetta, illuminata come una piccola festa di paese, con alberi e lampadine gialle, molto compatta, con un anticiclone di gente nel mezzo costretta tra stand sulla destra, un recinto di caprette (poracce, si sono fatte praticamente un rave), dei tavoli sulla sinistra e un gruppo un po’ attempato a centro pista che però ha tirato fuori un medley di 1 ora piena con tutto il meglio della musica italiana. Impossibile non andare a ritmo, sicuramente l’accompagnamento melodico che mi è piaciuto di più, fantastici.


Facendo dietrofront e cominciando a salire trovate un vicoletto dedicato agli artigiani, con ombrelli appesi sulle vostre teste, botti e cesti di vimini. Questo vicoletto si apre in una seconda piazza, anche questa gremita ma ben più ampia, il primo stand che trovate è quello per il cambio dei soldi (1 Vietrese = 1 €, il Vietrese è tipo la 1.000 lire del 1920, un foglio di quaderno), la musica è quella molesta del consenso dei giovani, si va dalla bachata alla generazione zoomer più attuale, avendo superato i 30 fuggiamo spaventati come vampiri boomer.


Terza piazza, terza concerto, qui abbiamo il folk classico con i pezzi più noti del panorama sagra. Probabilmente lo spazio più affollato, anche per la pura presenza di una gran quantità di stand!
In tutto questo elenco ho omesso una serie di scorci, passeggiando vi ritroverete davanti all’improvviso diverse chiese e punti d’interesse, perfettamente valorizzati da illuminazione e posizionamento sul percorso, come dicevo prima mangiare diventa un gran bel modo per scoprire tutto il paese.


Il lungo menu


Se pensavate che il percorso fosse lungo (e non l’ho descritto nella sua interezza) aspettate di conoscere il menu. Nella piazza delle caprette troviamo Ciambuottola (5€), Caciocavallo impiccato con tartufo (4€), Antipasto/Tagliere (10€), Bombette (4€), Arrosticini (3€) poi Pizzelle, Calzoni con la menesta e altro ancora…tra cui le Polpette Vietresi (4€ mi pare).

TIPICA, Antipasto
– L’Antipasto è un’ottima occasione per provare diversi prodotti locali


Iniziamo con un Antipasto misto di salumi e formaggi. Ve lo consiglio, ne vale davvero la pena. Troverete diversi prodotti tipici lucani, alcuni imperdibili ed è decisamente abbondante, non è un piatto da affrontare da soli. La Ciambuottola invece per quanto buona è fuori budget, visivamente, però, è uno spettacolo. Allo stesso stand dove ritirate i piatti trovate anche l’Uovo Fritto con Peperone Crusco (3€, o 4€) e avrete la possibilità di comprare quei salumi provati nell’antipasto. Tutti abbiamo effettuato almeno 1 acquisto, a riprova di quanto ci avesse convinto.

TIPICA, caciocavallo
– Caciocavallo impiccato, stuccato di fresco


Sempre nella stessa piazza, uno step oltre ci sono le braci.
Qui proviamo gli Arrosticini (1€ al pezzo), buoni ma sfizio effimero visto il costo, e il caciocavallo.
Mai visto un caciocavallo spalmato con tanta cura, l’addetto a ritmo di medley di Battisti ricopre, come lo stesse stuccando, tutto il pane. In più c’è il tartufo, buono.

Le bombette erano finite e non riusciamo a provarle, le polpette rimangono nei nostri sogni più proibiti ma dobbiamo cambiare piazza, altrimenti non riusciremo mai a provare “tutto”.


Il lungo lungo menu


Per la strada avete occasione di prendere un sacchetto di struffoli (tipici del territorio, sono salati, non dolci e smielati come i “nostri”) accompagnato da un bicchiere di vino rosso gelato.
Totale offerta 2€. Il vino rosso non ho ancora compreso quanto mi piacesse ma scendeva che scendeva, in molti stand trovate anche la bottiglia, 4€ e andate alla grande.

TIPICA, parmarieddi
– Parmarieddi, qualità eccellente


Qui era il momento di provare alcuni primi piatti. La scelta è tra Cavatieddi e Parmarieddi, serviti da una standista in bandana che avrebbe potuto vendermi qualsiasi cosa.
I cavatelli erano quelli classici, serviti al sugo, con a scelta spolverata di cacioricotta e forte.
La vera chicca sono i parmarieddi: Formato di pasta più allungato, largo, spesso, calloso.
Si servono in bianco, con mollica di pane e cacio. Buonissimi. Davvero.
Questo se lo riproponi in ristorante con alicella e una parvenza di melanzana voli altissimo, complimenti.
Non a caso, infatti, la folla a intuito comprende la particolarità del piatto e prende d’assalto lo stand.
La fila non è mai invivibile ma sfortuna vuole che tocchi a me nel ricambio della pasta e devo quindi attendere gli inesorabili tempi di cottura (quest’anno 3/3, serve un’inversione di tendenza).

Capitolo persone: TIPICA si, ma talvolta TIPICAOS, un caos però sempre gioioso, mai percepità animosità anche quando in più di un’occasione vieni travolto da qualche amichevole spallata nell’approccio a qualche stand o posto a sedere. Rimanete saldi e decisi al vostro posto, è così che mi sono procacciato il cinghiale.

TIPICA, cinghiale
– Il cinghiale è da non perdere


Parlando proprio del cinghiale. E’ il piatto da non perdere ? Probabilmente si.
Tagliato spesso 2 cm, tenero, assorbe i profumi delle braci e viene deliziato con un olietto piccante.
Qui il pensiero ricorre a qualche piatto tipicamente peruviano difatti par di mangiare alpaca per quanto sia delicata la carne. Riusciamo a beccare gli ultimi tre piatti disponibili, meno male!
Buono anche l’amaro, ma è servito in un ditale!


TIPICA, conclusioni


L’evento ha una personalità e un folklore impossibile da mancare, si percepisce ad ogni passo. Come avrete letto le scelte sono veramente tante (abbiamo anche saltato delle cose, tipo la Pasta e fagioli).
I prezzi in apparenza sono alti ma noi abbiamo preso 40 € di Vietresi e ne sarebbero bastati anche 30.
Se condividi tutto assaggi tutto e ti sazi senza problemi, 15€ sono assolutamente in linea con la qualità dell’evento. Faccio anche notare che i prodotti sono tutti assolutamente del posto, valore aggiunto.


E’ presente anche un servizio navetta gratuito (occhio al consueto assalto) e cercate ogni tanto di alzare la testa dal piatto per godervi il paesino, perché merita.
Troverete anche degli esilaranti cartelli sparpagliati sui muri, con detti locali e regionali, e qualche membro dello staff che gioca ad un’animata versione della Morra.
TIPICA è sicuramente un evento da consigliare, non ha neanche 10 anni ed è un evento già rodato, con le idee molto chiare, che saprà sicuramente ripetersi e migliorarsi.


Falco

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