Sagra lagane e ceci – Rufoli (SA) – 2023
Se vivi nei dintorni di Salerno i giorni della Sagra lagane e ceci di Rufoli é come se nascessero già barrati sul calendario. Un evento che in 30 e passa anni si è creato un’orda di appassionati. Ogni giorno persone nell’ordine delle migliaia affollano le casse della piccola frazione collinare di Salerno per non farsi scappare l’ambitissimo coccio di lagane e ceci. Anche quest’anno, dal 14 al 18 Luglio, l’evento risponde presente.

Sagra lagane e ceci, da 30 anni a questa parte
Ad accoglierci, come lo scorso anno, è un sempre più pimpante Emilio Di Giacomo, appassionato presidente e portavoce di questo sforzo collettivo che chiamiamo semplicemente “sagra”.
Si, perché l’organizzazione della Sagra lagane e ceci è composta da un centinaio di associati, dai capoccia che hanno l’ordine esecutivo di metterlo in piedi e prendere le decisioni che ne condizionano lo svolgimento fino ai nugoli di volontari.



E’ proprio di queste persone che Emilio ci parla inizialmente, quando gli chiediamo le belle novità di quest’edizione. “Abbiamo trovato tanti giovani che si sono appassionati alla sagra, e che potranno portarla avanti”. Un lascito importante, per un evento longevo che fa parte ormai a tutti gli effetti delle autentiche tradizioni del luogo.
“I nipotini”, come li chiama Emilio, sono infatti anche quest’anno rapidi, gentili e molto attivi. Non li abbatte il caldo né conoscono noia, li abbiamo visti rassettare le postazioni ma anche sperimentare nelle preparazioni, cantando con le signore nel retro, dove c’è profumo di zucchero nell’aria e si impastano le zeppole, anch’esse tanto amate e ricercate a loro volta.



I punti forti
Senza girarci intorno…il piatto forte dell’evento rimane quello che vi presta anche il nome.
Le lagane contengono una proprietà che ha del filosofale e quasi mitologico, possono andare in letargo (“a riposo”) a mollo nella loro cremina, in un gigantesco pentolone, per l’eternità.
Non conoscono disfacimenti, più tempo giacciono, più sono buone.
Nessuno finora ha trovato un limite a questo processo e tutti ne sono inconsciamente a conoscenza.
E sempre ben riposate, appunto, si prova a farle arrivare in tavola (anche se a volte la folla affamata spinge per averle prima possibile!) anche grazie a un set di pentole da accampamento napoleonico.
Il gargantuesco set di stoviglie può sfornare 1.000 porzioni di lagane in 1 ora.
E vi assicuro che non parliamo di porzioni mignon.

Emilio, che ben ricorda i nostri mugolii al momento dell’assaggio dei salumi ci dice immediatamente che quest’anno il capocollo “é ancora più buono”, e vi invitiamo a saggiarlo, provando il piatto di salumi nostrani, affettato al momento e servito in tavola. Fresco, dolce, tenero.

C’è qualcos’altro che però merita una menzione particolare, le “mulignane allardate“, anzi il loro profumino. Varcati i confini della cucina da campo si viene ammaliati dall’aglio rosolato in forno a legna.
Non è routine, visti i numeri che fa questa sagra, concedersi il lusso di una cottura a legna ma “”fortuna vuole”” che quest’anno un guasto al forno ha costretto le melanzane a prendersi una bella affumicatura naturale. Ve le consigliamo, vista la cura con cui sono state seguite (abbiamo assistito di persona all’orgoglio quasi paterno di chi le ha sfornate).

I punti forti pt. 2
Tralasciando per un secondo il menu, piccola menzione per l’intrattenimento.
Il palchetto di Rufoli, situato nella piazzetta della chiesa, è piccolo ma fa il suo dovere.
E’ una piccola oasi felice dove la folla non è vista come un problema (al contrario di quella che vi toccherà nelle ore di punta alle casse!) e dove con piacere abbiamo assistito e partecipato all’esibizione degli Skizzekea, ospiti non nuovi della manifestazione, che si ripetono sempre con grande apprezzamento del pubblico.

Dopo una bella sudata sotto il palco sarete in cerca di ossigeno. In aiuto vi vengono le aree ristoro.
Sebbene vada aguzzata la vista per beccare il posticino libero le due aree (una su prato e una sotto gli alberi, addobbati di lucine) sono abbastanza ampie da darvi respiro.
Quest’anno nella zona prato sono stati allestiti anche dei piccoli show di magia per i più piccoli (e non solo) e ricompare anche il caciocavallo impiccato, che saggiamente ha uno suo stand a parte.
Altra miracolosa pozione è la birra alla spina, qualcuno dice che in realtà bere alcol alla lunga fa sudare di più ma noi tendiamo a non ascoltare queste diavolerie moderne e nessuno ci nega un paio di pinte, sia in un giusto brindisi con Emilio, a servizio fotografico finito, sia durante il pasto, proprio sotto quelle fronde illuminate a festa.


A tradimento, nell’immagine precedente, avrete sicuramente notato la ricchezza di colore della frionzola. L’aceto ha donato alle papacelle un manto lucido e rubino, insieme ad un adorabile retrogusto piccato, perfette con la carne di maiale (tenera) e le patate (appena condite, per abbassare i toni pungenti dell’aceto).
Sagra lagane e ceci, le proposte alternative in menu
Se invece alberi e prati vi riportano automaticamente alla mente abbondanti marenne allora potete scegliere un interessante tris di panini: Alla milza (tradizionale salernitanao), con capocollo (ve ne abbiamo parlato prima con entusiasmo) e classico con salsiccia e patatine fritte.
Vi segnalo anche la presenza di un paio di burger contemporanei con pomodoro, insalata e cheddar.
Davvero per tutti i gusti.


Come dessert non potete non indugiare sulle zeppole, proposta che se la lotta con le lagane come proposta più ambita, ricercata e apprezzata. Tipicissime della zona, hanno chiaramente un twist segreto che non viene rivelato. Non vi resta che provare e riprovare finché non lo cogliete…
