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Locanda dei feudi | Pizzeria – San Cipriano Picentino (SA) – Tavolo Riservato

Locanda dei feudi | Pizzeria – San Cipriano Picentino (SA) – Tavolo Riservato


Finalmente torniamo in una delle nostre pizzerie favorite dell’intera provincia salernitana, e a ben vedere.
Locanda dei feudi non la scopriamo certo noi, è indubbiamente una “delle pizze migliori della Campania” e presumibilmente, di conseguenza, d’Italia. Vecchia nostra conoscenza, la si assalta da quando non compariva in nessuna rubrica o classifica, oggi rendiamo il giusto omaggio.

Fiordimortazza, con Fiori di zucca crudi e saltati al burro di Normandia, fiordilatte di Jersey, pepe nero macinato, mortadella classica di Bologna, tartufo nero estivo, basilico,  olio extravergine d’oliva bland Ortice e Ravece.


Dov’è la mia Alice?


Prenotazione ore 21.30 e alle 21.35 siamo già con la prima pinta in pugno, so che il menu è vasto e quando gli ingredienti di una pizza sembrano un canto de La divina commedia ho bisogno appunto di una concentrazione e una pazienza virgiliana per decifrarli, ricostruirli nella mia mente sotto forma di immagine e chiedere poi alla pancia l’approvazione definitiva.
Mi arriva una “brutta” notizia, la mia Alice nel paese delle meraviglie, una pizza infiocchettata di alici e fiori di zucca (che poi sono gli ingredienti base di una delle mie pizze preferite, a prescindere) non compare più in menu.
Purtroppo e per fortuna Locanda dei feudi è una pizzeria che evolve e il cambio è necessario, anche se significa abbandonare una delle pizze (a mio dire) più riuscite.

Dalle storie Instagram del locale ho già adocchiato una pizza dai colori brillanti. Si tratta della Che Barba (Crema di barbabietola, fioridlatte di  Jersey, tartare di scampi del mediterraneo, blue di bufala, pepe nero macinato, zest di arancia, basilico, olio extravergine di oliva DOP Colline Salernitane) ma il prezzo di 25€ mi fa onestamente desistere.
Tanto bella quanto cara, pare.


L’hai mai provata col baccalà?


Siccome sono orfano di pizza decido di uscire dalla mia comfort zone e lanciarmi alla scoperta di nuovi sapori, è del resto il posto giusto per farlo cadendo sicuramente in piedi. Opto per una Bacalao Meravigliao.
Gli altri commensali, ben più decisi fanno incetta della ormai classica Zucchino d’Oro e di Zia Maria, compare anche una FiordiMortazza.

Rinunciamo ai fritti decidendo di investire il budget in un’eventuale seconda pizza (e di nuovo, se non qui, dove?) e dopo un’inattesa-lunga-attesa ecco arrivare i nostri deliziosi canotti.

Ora, io non ho sicuramente la preparazione organoletticapanificatrice per narrarvi al meglio tutte le peculiarità di una pizza dalla natura così complessa e ricercata come quella di Locanda dei feudi, sono solo uno a cui piace mangiare e a cui piace il mondo del cibo e della cucina, quindi ve ne parlerò come posso.
La Bacalao Meravigliao è per me un esperimento riuscito, al primo morso percepisci immediatamente la puntina piccante di nduja, poi arriva il dolce del baccalà mantecato, che si avvolge e mescola con il fiordilatte e la crema di patate allo zafferano. Un sapore tira l’altro, e infine, una delle parti più apprezzate…il croccante della pelle di baccalà fritta. Tutti i sapori sono al posto giusto, qualcuno direbbe che nel piatto ritroviamo tutti i sapori fondamentali, il croccante, il dolce, l’amaro, il salato etc.

Bacalao Meravigliao, con Crema di patate allo zafferano, fiordilatte di Jersey, baccalà mantecato al latte, gocce di nduja di maiale nero d’aspromonte , prezzemolo e chips di pelle di baccalà fritta, olio extravergine di oliva monocultivar “Leccino” (Controne, Cilento)


Il momento della seconda pizza


Decidiamo di steccare una seconda pizza, abitudine malsana che abbiamo ormai acquisito da un po’ e in clima di festeggiamenti europei puntiamo ad una delle novità in menu, la O’ tir’ a gir’.
Se di sicuro vince già dal nome il premio simpatia e diventa la favorita degli estimatori del Lorenzo di Napoli anche al gusto c’è molto poco da dire. Anzi forse c’è tanto da dire.

La Bacalao era ottima, questa per me è un altro livello.
La misticanza che solitamente lascio nel piatto è una nota fresca che si unisce all’acidulo della maionese alla colatura di alici, il carpaccio di angus ricorda i migliori pastrami newyorkesi, col suo sapore pulito e netto, ma comunque succoso.
Come se non bastasse, a sorpresa, come nei migliori sfincioni, salta fuori dal sottosuolo la polpa di melanzane affumicata, che mi ricorda i mesi di lavoro nelle cucine di Sidney. Una pizza dal gusto anche internazionale, eppur nostrana, perfettamente equilibrata. Niente ingredienti inseriti perchè di moda o per forza locali, un sapiente mix del meglio possibile. Un’esaltazione della pizza. Si è capito che mi è piaciuta? Ad ogni morso ho annuito, è sintomo, se non parlo, che le cose vanno davvero alla grande. Ho accompagnato la polpa di melanzane a forza di mugolii.

Tir’ a’ gir’, con Polpa di melanzana affumicata, carpaccio di Angus, misticanza di erbe, mayo alla colatura di alici di Cetara


Locanda dei feudi, in sintesi…


Arriva il momento del conto, ecco in sintesi cosa abbiamo ordinato.

1 Tir’ a’ gir’, 2 Bacalao Meravigliao, 1 Fiordimortazza, 1 Salvatore con il fiocco, 1 Bufalino, 3 Zia Maria, 1 Crocchè, 2 bottiglie d’acqua (già presenti in tavola), 6 pinte, 1 bicchiere di rosso (+ coperto x 9 persone)
Conto, 219,00 € (scontato a 215,00 €, 4,00 € lasciati comunque di mancia)

A onor del vero fa un po’ impressione alzarsi da una pizzeria con un conto che rasenta quello di un ristorante locale di pesce, c’è stato un rincaro generale che ha colpito più pietanze, aumentate di 3-5 euro (penso alla Zucchino D’oro che è andata dai 12 ai 17) e anche il coperto da 2 euro a persona non aiuta…però se rileggete tutta la descrizione della Tir’ a’ gir’ (mettere tutti sti apostrofi è un’agonia ogni volta) si capisce anche che c’è un lavoro di ricerca che non può non essere considerato. Per arrivare al mix maionese alla colatura & carpaccio d’angus, quanto tempo ci avranno messo?
Anche questo conta. Sperando si trovi sempre il giusto mezzo (così veniamo sempre più spesso!), alla prossima volta!


Falco


Sagra della castagna – San Cipriano Picentino (SA) – 2019

Sagra della castagna – San Cipriano Picentino (SA) – 2019


Abbiamo approfittato di un Venerdì sera tranquillo per farci un giretto a San Cipriano Picentino, in occasione della Sagra della castagna.
Ormai non ho praticamente più scuse: quando si esce si finisce in sagra.
E come sarà andata?

La mia sensazione, benchè qualche locale ci abbia avvertito che il venerdì “non è niente” in confronto al sabato, ma sopratutto alla domenica, in termini di partecipazione, è stata molto buona.

Caciocavallo impiccato a San Cipriano Picentino
– Una lauta fettona di pane col cacio


Uno sguardo a San Cipriano


A Sagra della Castagna – San Cipriano Picentino la festa si sviluppa sul corso principale con un paio di ramificazioni.

Sono presenti tanti stand che offrono un menu decisamente ricco (3-4 tipi diversi di pasta, ma pochi secondi!) e, cosa importante, con gli occhi sull’obiettivo: la castagna cerca di essere un po’ ovunque.

Il vino è un po’ “costosetto” per gli standard, 1 euro al bicchiere, ogni stand ha il suo, ne abbiamo provate più varietà, qualcuna più buona qualcuna meno buona, diciamo che se ci fosse stata l’offerta popolare del famoso 50 cent a oncia vi ci saremmo buttati a pesce come al solito.

Vanno menzionati, inoltre, i suggestivi vrollari con annessi vrollatori, gente di mestiere e d’esperienza che smuoveva queste migliaia di castagne sulle braci ardenti, anche a mani nude, sollevando fontane di scintille al cielo.
Bello da vedere e buono da gustare, vi spoilero già che a fine serate nessuno mi ha tolto di bocca la mia porzioncina di castagne perfettamente abbrustolite.

Del vario menu abbiamo inoltre provato i tubetti con fagioli e castagne, di cui ho apprezzato la spiccata “azzeccosità” (sono un fan del papocchioso) e qualcuno le pennette, di cui si è fatto un bel parlare.

Buono anche il riso, sicuramente difficoltoso da proporre in quelle quantità, che è risultato molto abbondante (come tutti i piatti del menu!) e perfettamente cotto.
Nella smania di mangiarlo mi sono più volte liquefatto il palato, di conseguenza doveva esser buono!

Pasta e fagioli con castagne
– Pasta e fagioli con castagne


Una pancia piena di castagne!


Anche la gigantesca fettona di caciocavallo ha attirato la nostra attenzione, tanto per cambiare.
Tutto di produzione propria dello stand, dal pane, dal sapore neutro poichè prodotto senza l’uso di lieviti, al formaggio, alla pancetta.
Al costo onesto di 3 euro due belle fette che ci hanno riempito il piatto, a dir la verità strabordavano proprio!

Non mi sono rivolto personalmente al parco dolci ma il Corvo e gli altri ragazzi hanno colpito diverse pasticelle e il ripieno così umido è stato molto apprezzato, si mormorava una discreta presenza di castagne e anice, che non può che far bene.

La serata a San Cipriano è stata sicuramente piacevole, i 42 anni di questa sagra si notano per la dimestichezza con cui le file scorrono, con cui tutto sembra messo lì non a caso, si capisce che la cosa è studiata, e funziona.

Non abbiamo avuto problemi di parcheggi, nonostante il gemellaggio con la Puglia porti qui molti visitatori anche extraregione, ci siamo intrattenuti piacevolmente con la musica e con i diversi piatti e penso che non mancheremo nemmeno all’edizione numero 43 !


Falco