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Polvere di stelle – Castelnuovo Cilento (SA) – 2021 – Il Trono di Sagre

Polvere di stelle – Castelnuovo Cilento (SA) – 2021 – Il Trono di Sagre


Polvere di stelle è una primissima edizione che in realtà raccoglie un’eredita già quasi decennale, che è quella delle iniziative di Luca De Feo, organizzatore ed amico, che in più di un’occasione ha portato già clima di festa in quel di Castelnuovo Cilento (SA).

Nel borgo un po’ addormentato ha dapprima sperimentato dei mercatini in piazza, per poi passare alla Ritorno al borgo che recensimmo nel 2019.
Quest’anno ritorna con Polvere di stelle, un mercatino caratteristico e suggestivo che ci ha già affascinato…

– Una piccola, magica, istantanea del mercatino


Polvere di stelle


Caratteristica principale dell’iniziativa (trattasi di un percorso con mercatini di Natale) è il tenersi all’interno della corte del castello di Castelnuovo Cilento. Il circondario naturalmente suggestivo da una grossa mano all’evento: abbiamo questa imponente serie di torrioni, che si stagliano verso il panorama infinito del Cilento, su un prato reso verde smeraldo dalla brina, che si fonde con un cielo pastello viola e rosa. I colori del tramonto danno il via alla festa.

Intorno alle 16.30, orario in cui la manifestazione inizia ufficialmente, le luminarie stellate che sormontano tutto il mercatino, semplici ma nostalgiche al punto giusto, cominciano a produrre i loro effetti magici e tutto lo scenario cambia volto.

Passando sotto una serie di archi, aiutati dal ciottolato del borgo, lasciandosi alle spalle la chiesa, si entra nella coppia di cortili.
Uno di essi è stato destinato all’intrattenimento, con palco, fumo, luci e, anche qui, un panorama a strapiombo sul resto del mondo. Nell’altro cortile, intanto, trovano dimora le casette in legno, con un tappeto rosso che circonda tutto l’itinerario e una scelta ponderata di stand tra l’artigianale e il gastronomico.


Un rocambolesco arrivo


La giornata è stata già lunga e l’intenzione è quella di risalire le “dolci” curve che ci conducono a Polvere di stelle e di goderci una tranquilla e magica serata…se non che Dio solo sa su che sentiero ci conduce il sadico Google Maps e per 1,5 infiniti km stile Serpentone di Dragon Ball ci inerpichiamo su una straducola circondata da natura brulla che peggiora ogni 100 metri.

L’ultima curva potrebbe essere quella fatale, invece arriviamo sani e salvi e facciamo due passi arrivando verso il castello. Si nota subito il fascino del borgo intero, quando già da lontano si possono notare le torri scure illuminate dal basso dal luccichio delle luminarie.

Altra cosa che si nota immediatamente è che ho cannato l’outfit è che morirò presumibilmente di freddo e stenti.

* Celine Dion fades in the background *


Luca ci accoglie, mentre fa altre 246 cose, per far si che sia tutto pronto per il “grand opening” e mentre mescola vin brulé ci parla un po’ di come tutta l’esperienza sia stata la solita, incredibile sfida, dapprima burocratica, poi economica e così via. La classica piaga delle piccole realtà di paese dove ogni cosa ti da l’impressione di remarti contro…

Eppure…eppure…da esterni, da ingenui fanciulli barbuti qual siamo non possiamo fare a meno di restare affascinati da quel che vediamo.
Il cortile, seppur ancora “work in progress” ha già la sua aura personale e caratteristica, con tanto di micione nero e coccolone, che ci accompagna in missione esplorativa.

– Il castello è addobbato con lucine e insegne


Gli stand


Luca, che crede nella forza dell’intrattenimento, ma anche nel dare a Cesare ciò che è di Cesare, ha scelto di non dimenticare le origini artigiane del Cilento e quindi ha voluto fortemente che nei suoi mercatini di Polvere di stelle ci fosse una grande presenza di stand artigianali.

Abbiamo stand dedicati solamente a libri sul cilento, altri a cesti intrecciati a mano ed altri concessi a Rareche, che più volte abbiamo incontrato nei nostri percorsi mangerecci.

– Gli amatissimi scauratieddi!


Non manca ovviamente la parte gastronomica (e sennò che ci chiamava a fare?) e voglio subito nominare un gran soffritto, di cui parlai già bene in occasione della nostra visita del 2019 e che prontamente vado ad assaggiare.
Spoiler: è sempre buono. Sono costretto a dividerlo, a malincuore, con Corvo, perchè in teoria ci serve una doppia opinione su tutto quel che facciamo, che stress!

Cos’altro? Beh, ci sono degli arancini, li provo ai funghi porcini e sono ottimi, idem per la versione cacio&pepe.
Corvo tenta la sua classica giocata con il suo amore di sempre, la nduja, ma qualcuno lassù per punirlo di avermi sottratto il soffritto gli rifila per errore quello al ragù. Muore un po’ dentro (ma lo mangia comunque).

– Lo struffolone, altro dolce tipico


Altra cosa ben riuscita è vin brulè proprio di Luca, che risulta molto delicato e non aggressivo (non ne sono un gran fan ma questo mi piace, forse, anzi, per la prima volta ne assaggio uno che mi piace) nonostante poi mi dedichi inizialmente al prosecco e subito dopo a provare qualche birra artigianale del birrificio FIEJ.

Ne proviamo circa 48 campioncini, per sincerarci sia davvero buona, e proseguiamo.


Struffolone & Kebab


Come anticipavo, qui è tutto Cilento, ci sono anche i dolci tipici natalizi, come lo Struffolone e gli amatissimi Scauratieddi. Poi c’è il kebab, dove Luca cede: “Non ci potevo fare niente, è troppo buono.”

Lo discolpiamo, anche perchè la sola colpa di quella carne è ruotare in verticale, ma fa di tutto per farsi accettare…tipo presentarsi nel panino con abbondante parmigiana. Chi siamo noi per puntare il dito? Al massimo il dito lo alziamo, per ordinarne uno!

– Il mio amato paninazzo col soffritto


Tra un panino con i broccoli e l’altro Luca ci racconta l’idea dietro ogni stand.
L’evento sembra piccolino (o meglio, intimo) ma quanto lavoro c’è dietro…e non è finita certamente qui perchè nell’altro cortile attendono impazienti una lunga serie di artisti, mangiafuoco e tanto altro.

Altra chicca, che speriamo di mostrarvi quanto prima, è il motivo del nome di questo evento.
Polvere di stelle, infatti, deriva da un magico spettacolo pirotecnico dove i frammenti luminosi dei fuochi d’artificio discendono lentamente, dondolando aiutati da un piccolo paracadute, donando a tutto il mercatino un’affascinante spolverata di stelle ciondolanti e cadenti. Una vera magia di Natale.


Gli appuntamenti


Vi ricordiamo che Polvere di stelle si terrà a Castelnuovo Cilento (SA) dal 3 al 23 Dicembre, ad esclusione dei giorni 6, 7, 9, 13, 14, 15, 16 e 20.
Gli orari vanno dalle 17.00 alle 22.30 o dalle 10.00 alle 22.30, a seconda del giorno.
Apertura eccezionale nel giorno dell’Immacolata!

Ne approfittiamo per elencarvi anche la vasta serie di artisti che presenzierà sul posto:

4 dicembre ore 20.30 i RittAntico
8 dicembre ore 20.30 Kiepo’
10 dicembre ore 20.30 Daniele Botticchio
11 dicembre ore 20.30 Peppe Cirillo e Antiqua Saxa
18 dicembre ore 20.30 Stragatti rock
22 dicembre ore 20.30 A Paranza ru’ Tamuntan
23 dicembre ore 20.30 Piera Lombardi

Ed ecco, ancora, il nostro evento ufficiale sui mercatini:

– L’evento ufficiale de Il Trono di Sagre sui Mercatini di Natale Polvere di stelle, cliccaci!


Falco

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A’ Bersagliera | Cantina – Campagna (SA) – Tavolo riservato

A’ Bersagliera | Cantina – Campagna (SA) – Tavolo riservato


A’ Bersagliera è un locale, anzi una cantina, storica. Stavolta non vi sveliamo nulla di nuovo, semplicemente diamo il giusto lustro a una tipologia di ristorazione destinata purtroppo a scomparire…
Tradizionale, economica, casalinga, tipica.
Potranno le nuove generazioni godersi realtà del genere? Non lo sappiamo, nel frattempo ce le godiamo noi. Sigla!

La bersagliera, Alici, olive e pappacelle
– Fuori dagli schemi, un piatto con alici, olive e pappacelle


A’ Bersagliera, un menu storico…


Sfogliando la tavolozza che compone il menu de A’ Bersagliera si compie un viaggio nel tempo, primi, secondi, contorni e specialità sono tutti estremamente tradizionali e tipici, radicati sul territorio.
E’ praticamente una sagra su ordinazione.
Ci sentiamo, dopo tanto tempo, nel nostro.

Anche se molto indecisi, data la presenza di fusilli, ravioloni e porcini, decidiamo comunque di rimanere nostalgici ordinando una bella Matassa e fagioli centrale. Tipicissima del campagnese (e di Caposele! Se ricordate ne parlammo qui in occasione della visita al mercatino natalizio!) si compone, come il lettore esperto saprà, di un luuuungo e unico filamento di pasta fresca accompagnato da fagioli.
Non scappa l’aggiunta di un po’ di forte locale, qualche goccia di tintura arancio per colorare il tutto, e una cascata generosa di parmigiano.

La bersagliera, Matassa e fagioli
– La grande matassa


I secondi


Scegliamo un secondo a testa, da mettere al centro.
Gnumarilli, Costariccia e patate, Soffritto, Patate e porcini, Patate e peperoni, Agnello e un’Alice con pappacelle e olive fuori dagli schemi.

Gli Gnumarilli si compongono di intestini di vitello ripieni di interiora (anche se la ricetta potrebbe variare di zona in zona) e ci vengono serviti in un sugo favoloso dove più e più volte io e il buon Corvo pucciamo cinici un fin ad allora innocente fettona di pane. Esausta dal waterboarding di sugo grasso e lavico viene poi avidamente ingurgitata.
La mollica assiste esterrefatta all’infame crimine.
Ho gradito molto il piatto, che potrebbe rivelarsi ostico per la natura tenace degli intestini e anche per una sensazione al palato sicuramente non canonica. Ma è un piatto tipico, e poi quella fogliolina all’interno che fa il paio con l’aglietto ricordava tanto la braciolina al sugo della nonna…

Altra chicca è il soffritto. Trito grossolano di fegato ed altro, anch’esso servito al sugo.
Semplice, con il suo tipico retrogusto forte, ben più forte del rotolino di interiora di prima, ugualmente saporito.
Anche il suo sugo (più denso!) è saggiato e scarpettato come si deve.

La bersagliera, Gnumarilli
– Un’eccellenza locale, gli Gnumarilli


Costariccia, patate e aceto


Il minimo comune denominatore è l’aceto. E’ ovunque. Molto bene!
Una pappacella qui, un puparuolo lì e ogni volta il palato viene sgrassato per bene da questo colpo di spugna che ti spalanca gli occhi.
La costariccia è un must have, la carne è leggermente più delicata delle due porzioni provate prima ma conserva il suo gusto arcigno e paesano.
Piena di ossicine, va sgranocchiata per bene.

Le patate sono fritte, ma sono fatte in casa, grossi pezzettoni unti per bene che risultano alleggeriti o dal porcino o dal peperone e la sua bomba all’aceto nascosta nei pantaloni.

Nel mezzo di questo viavai di pietanze siamo perfettamente rilassati, protetti dal fresco delle mura in pietra, che incombono su di noi, con questo vinello rosso tendente al nero oblio (della casa, naturalmente).
Purtroppo nel caos va perduto l’agnello, una terribile mancanza che piangiamo tutt’ora.

Altro sapore che non pensavamo di rimpiangere è l’aceto, che viene sostituito dal sapidissimo piatto di alici con pappacelle e olive. L’alice si scioglie in bocca, mentre l’olivetta si concede solo dopo una lunga scassinatura e un discreto lavoro di mascelle. Piccina picciò si abbraccia forte al suo nocciolo ed è ostica da spolpare.

La bersagliera, Soffritto
– Soffritto. Guardate quei pezzettoni!


A’ Bersagliera, in sintesi…


Prima di congedarci col conto facciamo in tempo a prendere una ricotta e pera (che non c’entra un bel culo di niente col tipico e col tradizionale, però avevamo il volio), a provare l’amaro alle erbe della casa e a degustare PERCHE’NO la grappa della casa, e fatta in casa, sia in versione morbida che barricata. Entrambe, inaspettatamente, gentili.

Il conto per 50 cl di vino della casa, 2 bottiglie d’acqua, 2 Matasse e fagioli, 1 Costariccia e patate, 1 Soffritto, 1 Gnummarilli, 1 Patate e porcini, 1 Patate e peperoni, 1 Alice con pappacelle e olive, 4 amari, 3 grappe, 3 Ricotta e pera e 1 Delizia al limone, con coperto di 1,50, è di…70 euro. 17 euro e 50 a testa. Manco la pizza mangi più a sto prezzo, e la chiudo così.


Falco