Tag: Stio

Ciccimmaretati – Stio (SA), l’attesissimo evento cilentano illumina nuovamente il bosco di castagni secolari

Ciccimmaretati – Stio (SA), l’attesissimo evento cilentano illumina nuovamente il bosco di castagni secolari

Stio, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento – Vallo di Diano e Alburni, l’evento gastronomico Ciccimmaretati riaccende ogni anno l’attenzione sull’autenticità delle cose e, in questo caso, delle pietanze cilentane. Le date come al solito restano quelle che vanno dal 17 al 23 agosto 2023.
I piatti, proposti in degustazione in uno splendido bosco di castagni secolari, sono il frutto di una riscoperta delle tradizioni culinarie che dura da oltre venti anni.

Ciccimmaretati

Andare ai “Ciccimmaretati” significa prediligere la storia, che è garantita dalla scelta rigorosa di offrire la scoperta di pietanze realmente legate a momenti storici che il paese ha vissuto.
La manifestazione prende spunto dal piatto principe, i Ciccimmaretati, squisita zuppa di legumi nata in tempi in cui i contadini, cui spettavano scarse quote del prodotto agricolo, soprattutto in tempi di magra, “sposavano nel tiano” le rimanenze di tutti i legumi rimasti in casa.

Ciccimmaretati deve la sua fama soprattutto alla peculiarità dei piatti che vengono preparati e serviti, frutto di un attento lavoro di recupero della tradizione culinaria del Cilento montano.
Punto di forza sono i primi, direttamente derivati dalla cucina casalinga contadina, che ripropongono cibi semplici, ma completi dal punto di vista nutrizionale.

Ciccimmaretati

Il video della nostra visita nel 2022:

Pertanto, ecco alcuni dei piatti che degusterete da noi sono:

Primi

  • Ciccimmaretati
    Ingredienti: ceci, fagioli bianchi, cannellini, borlotti, lenticchie, grano, granturco, cicerchie e castagne.
    Curiosità: i “ciccimmaretati” venivano preparati dalle nostre nonne il primo giorno di maggio, perché quel giorno avere sulla propria tavola tutti questi ingredienti era segno di abbondanza e si era al riparo da fame e stenti.
  • Cavatielli
    Ingredienti: acqua, farina di grano duro, pomodoro, sale e olio.
    Curiosità: un tempo la farina era considerato un bene prezioso e pochi potevano permettersela, pertanto i cavatielli venivano cucinati dalle nostre donne solo nei giorni festivi
  • Grano a’lu furno
    Ingredienti: grano, uova, formaggio, ricotta di capra e peperoncino
    Curiosità: il grano si sbuccia a mano con molta fatica usando il così detto “cupolo”. Questo piatto viene preparato durante il periodo Pasquale.

Secondi

  • Foglie e patane cu’ lu vicci
    Ingredienti: foglie di barbabietola, patate, aglio, peperoncino, olio, acqua e farina.
    Curiosità: i contadini e i pastori usavano spesso consumare questo piatto in campagna perché molto pratico.
  • Mulegname ‘mbuttunate
    Ingredienti: melanzane ripiene di uova e formaggio, fritte e poi cotte nella passata di pomodoro.
  • Patane a’lu furno
    Ingredienti: patate, pomodori pelati, pane grattugiato, formaggio, olio, sale e pepe.
  • Piatto di formaggi
    Ingredienti: caciocavallo, pecorino e/o vaccino fresco.

Dolci

  • Zeppole
  • Struffoli
  • Frisilli cu’ lu méle
Ciccimmaretati

Gli articoli degli eventi e sagre
Gli articoli recensione post eventi e sagre
Pagina facebook con tutti gli eventi e sagre.
Pagina Instagram con tutti gli eventi e sagre.
Pagina Youtube degli eventi e sagre in cui il trono di sagre è stato presente.
Pagina Telegram con tutti gli aggiornamenti sugli eventi e sagre
Ciccimmaretati – Stio (SA) – 2022

Ciccimmaretati – Stio (SA) – 2022

Ciccimmaretati di Stio (SA) si tiene caparbiamente dal 17 al 23 Agosto da oramai quasi 30 anni.
L’evento è un simbolo di organizzazione ed è ritenuta un’isola felice nel panorama delle sagre estive cilentane.

Ciccimmaretati
– I cicci, i veri protagonisti dell’evento


Dagli esordi alla dimensione finale


Ciccimmaretati di Stio ha ormai una sua dimensione riconosciuta dal fruitore estivo, abituale ed occasionale, ma naturalmente non è stato sempre così.
Come tutti gli eventi ha iniziato in piccolo e con tante difficoltà.
I 7 soci però non si sono persi d’animo e con esperimenti e test hanno cercato la formula migliore possibile per quelle che erano le loro esigenze.


Inizialmente il suggestivo bosco di castagni secolari non era una scelta azzeccata eppure oggi nessuno si sognerebbe mai di gustarsi un caldo piatto di cicci al di fuori di questo iconico quadretto.
Si è passati poi dalla plastica al plastic free e si è ritornati in un’inversione di tendenza alla solidità delle posate in acciaio.
Anche Ciccimmaretati ha subito, come tutti, il peso dello stop forzato ed ora del rialzo dei prezzi e ciò viene riflesso nel menu, come del resto è avvenuto in tutti gli eventi che abbiamo visitato quest’anno.

Cavatelli
– Il riposino dei cavatelli


Ciò che non cambia è l’affluenza. L’evento è uno dei pochi dove rimarrete sorpresi dalla presenza di accenti stranieri (che non significa “della provincia successiva”) come appunto francesi, scandinavi, teutonici o più semplicemente del nord Italia. E’ un evento che ha saputo valicare i confini provinciali e regionali ed è figlio di grandi vedute del comitato organizzativo.


Il secolare e il moderno


Uno dei contrasti più forti di Ciccimmaretati è lo svolgersi in un bosco di castagni maestosi e secolari, dove sfilano figuranti in abiti tradizionali, dove si impasta a mano e dove il piatto principe è tra i più umili della cultura contadina (una zuppa) e allo stesso tempo c’è il sistema di prenotazione più moderno visto nel Cilento.

– Panoramica delle 78 postazioni disponibili

A Stio infatti si fa la fila una volta sola, arrivati poi alla cassa si consegnano i propri dati e numero di telefono e si riceve, al momento che il proprio tavolo è disponibile, un sms con i dettagli per raggiungerlo. Questo non elimina del tutto le attese, vista la sempre grande affluenza, ma è probabilmente il metodo migliore visto il contesto, per ora. C’è chi vede nei grandi tavoli messi a disposizione uno “spreco di spazio” e vorrebbe più persone sedute insieme per far scorrere una fila più velocemente (perlopiù giovani) e chi invece si accoccola e si gode una cena riservata (perlopiù famiglie), del resto non si può accontentare tutti.

Camerieri
– Le scattanti nuove leve


C’è anche chi non apprezza l’efficiente sistema di ordinazioni, con camerieri che sciamano in continuazione e che si accostano al tavolo (una volta ricevuto a loro volta l’sms di cui sopra) per poi tornarci con i tegamini fumanti che sono stati richiesti. “Star seduti annoia”, e lo capisco, ma allora cambia sagra.


Il menu


Il menu è tradizionalissimo e c’è una scelta discreta di pietanze e ampissima di vini, disponibili incredibilmente anche diverse etichette, segno del fatto che è decisamente un evento statico.
Tornando alle pietanze noi abbiamo provato letteralmente tutto il menu.

Patate al forno
– Una distesa di patate al forno


Abbiamo iniziato dall’assaggio di formaggi e poi in ordine sparso via con le melanzane imbottite, il viccio con foglie e patate e le patate al forno. Naturalmente abbiamo accompagnato il tutto con un umilissimo e gradevole vino da tavola (4,50€) che il celere Mario, il ragazzo affidato a noi, ci ha prontamente servito.

Non sarà occasione rara assistere ai ragazzi che filano spediti in questo campo in collina, in salita, con vino, cocci, zuppe, acqua e un’attenzione particolare a radici semisepolte e bambini fuori controllo. E’ presumibile che fare il cameriere a Stio sia da inserire in curriculum.

Ciccimmaretati, Cavatelli
– Cavatelli callosi e abbondanti


Si confermano buoni e al dente i cavatelli (anche abbondanti, come sono poi tutti i piatti) e chiaramente pastosi e rinfrancanti i cicci (non ricordavo la nota dolce data dal mais).
Se non siete del posto, oltre la celebre zuppa vi tocca indubbiamente la torta di grano.
Il peso e la densità del tavolo in un prodotto che potete assaggiare solo qui.
Pastosa, vagamente dolciastra, una bomba di carboidrati da ricordare.

Tutte le pietanze del menu sono costate potenzialmente 65€, vino e acqua comprese.
Abbiamo diviso tutto per tre ed eravamo completamente sazi, al solito vi consiglio questo metodo.

Zeppole e struffoli, Stio
– Nu poc r’ tutt


Menzione speciale per i dolci, spesso articolo di contorno nel menu hanno in questo evento un’attenzione particolare. La zeppola è eccellente, di un soffice da pasticceria raffinata con sentore netto di limone. Altrettanto particolari gli struffoli, morbidi e collosi, ricoperti di miele.


Conclusioni


La vera notizia è che Ciccimmaretati di Stio rimane sempre la stessa, confermandosi senza timore di deludere nessuno dei suoi fan più sfegatati (e sono molti).
Difficile ipotizzare come possa evolversi ancora di più questo evento ma la particolare attenzione dimostrata dal comitato ci lascia ipotizzare in qualche futura sorpresa.


– Falco

Gli articoli degli eventi e sagre
Gli articoli recensione post eventi e sagre
Pagina facebook con tutti gli eventi e sagre.
Pagina Instagram con tutti gli eventi e sagre.
Pagina Youtube degli eventi e sagre in cui il trono di sagre è stato presente.
Pagina Telegram con tutti gli aggiornamenti sugli eventi e sagre
Ciccimmaretati – Stio (SA), si riaccendono le luci nello splendido bosco di castagni secolari

Ciccimmaretati – Stio (SA), si riaccendono le luci nello splendido bosco di castagni secolari

Dopo due anni di stop, i meravigliosi castagni di Stio torneranno a fare la cornice di uno degli eventi più attesi dell’estate cilentana, ovvero i Ciccimmaretati di Stio (SA).

la locandina ufficiale dei ciccimmaretati
La locandina ufficiale

L’evento

Stio, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento – Vallo di Diano e Alburni, l’evento gastronomico Ciccimmaretati riaccende ogni anno l’attenzione sull’autenticità delle cose e, in questo caso, delle pietanze cilentane.
I piatti, proposti in degustazione in uno splendido bosco di castagni secolari, sono il frutto di una riscoperta delle tradizioni culinarie che dura da oltre venti anni.

I Ciccimmaretati

Andare ai “Ciccimmaretati” significa prediligere la storia, che è garantita dalla scelta rigorosa di offrire la scoperta di pietanze realmente legate a momenti storici che il paese ha vissuto.
La manifestazione prende spunto dal piatto principe, i Ciccimmaretati, squisita zuppa di legumi nata in tempi in cui i contadini, cui spettavano scarse quote del prodotto agricolo, soprattutto in tempi di magra, “sposavano nel tiano” le rimanenze di tutti i legumi rimasti in casa.

I ciccimmaretati
Eccoli, i famosi ciccimmaretati

L’intero menù

Ciccimmaretati deve la sua fama soprattutto alla peculiarità dei piatti che vengono preparati e serviti, frutto di un attento lavoro di recupero della tradizione culinaria del Cilento montano.
Punto di forza sono i primi, direttamente derivati dalla cucina casalinga contadina, che ripropongono cibi semplici, ma completi dal punto di vista nutrizionale.

Alcuni dei piatti che degusterete da noi sono:

Primi

  • Ciccimmaretati
    Ingredienti: ceci, fagioli bianchi, cannellini, borlotti, lenticchie, grano, granturco, cicerchie e castagne.
    Curiosità: i “ciccimmaretati” venivano preparati dalle nostre nonne il primo giorno di maggio, perché quel giorno avere sulla propria tavola tutti questi ingredienti era segno di abbondanza e si era al riparo da fame e stenti.
  • Cavatielli
    Ingredienti: acqua, farina di grano duro, pomodoro, sale e olio.
    Curiosità: un tempo la farina era considerato un bene prezioso e pochi potevano permettersela, pertanto i cavatielli venivano cucinati dalle nostre donne solo nei giorni festivi
  • Grano a’lu furno
    Ingredienti: grano, uova, formaggio, ricotta di capra e peperoncino
    Curiosità: il grano si sbuccia a mano con molta fatica usando il così detto “cupolo”. Questo piatto viene preparato durante il periodo Pasquale.

Secondi

  • Foglie e patane cu’ lu vicci
    Ingredienti: foglie di barbabietola, patate, aglio, peperoncino, olio, acqua e farina.
    Curiosità: i contadini e i pastori usavano spesso consumare questo piatto in campagna perché molto pratico.
  • Mulegname ‘mbuttunate
    Ingredienti: melanzane ripiene di uova e formaggio, fritte e poi cotte nella passata di pomodoro.
  • Patane a’lu furno
    Ingredienti: patate, pomodori pelati, pane grattugiato, formaggio, olio, sale e pepe.
  • Piatto di formaggi
    Ingredienti: caciocavallo, pecorino e/o vaccino fresco.

Dolci

  • Zeppole
  • Struffoli
  • Frisilli cu’ lu méle

Insomma, un’esperienza sicuramente da non perdere!

  • CORVO

La copertina dell’evento facebook, dal quale è possibile ricevere notifiche in prossimità dello stesso:

l'evento facebook dei ciccimmaretati
L’evento facebook
Gli articoli degli eventi e sagre
Gli articoli recensione post eventi e sagre
Pagina facebook con tutti gli eventi e sagre.
Pagina Instagram con tutti gli eventi e sagre.
Pagina Youtube degli eventi e sagre in cui il trono di sagre è stato presente.
Pagina Telegram con tutti gli aggiornamenti sugli eventi e sagre
Vicceria e i Sagra Kit

Vicceria e i Sagra Kit

Quando ancora si sperava che nel 2020 si potesse combinare qualcosa ci fu un primo incontro con Vicceria. Si parlò di tutt’altro ma durante la conversazione spuntò qualcosa di nuovo: l’idea dei Sagra Kit

– Con questa foto si annunciò l’inizio della collaborazione con Vicceria


Come nacque l’idea

Quando all’inizio ci incontrammo con i vertici di Vicceria l’idea era semplicemente quella di lanciare il viccio. Il “nuovo” prodotto era infatti l’inizio di un cammino intrapreso dall’azienda partendo dal pane più semplice e povero di tutti, ripreso in chiave totalmente moderna.
Sarebbe stato presentato in vari eventi, ai quali fummo presenti, e sarebbe stato inviato in box gialli e molto curati.

Qualcuno a quel punto disse: “E se insieme al viccio partissero nei box anche quegli elementi tipici di una sagra? Avresti una sagra intera inscatolata, direttamente a casa”
Da lì fu un attimo. Le combinazioni erano infinite, sul posto si valutò subito l’idea di eventi come Rufoli (e la sua fenomenale Lagane e ceci) o Felitto, si pensò a quel che era fattibile e a ciò che per quanto bello era irrealizzabile. Si passò dalle pure ipotesi a un lavoro sul campo e in pochi mesi il Sagra Kit era nato.


L’unicità del prodotto


La carta vincente era indubbiamente la novità assoluta del prodotto, mescolata nel mazzo del momento storico nel quale tutti gli eventi a cui si era affezionati erano stati appena spazzati via dal covid.
Ci si poneva di fronte un’annata vissuta con poche uscite di casa e l’idea di ritrovarsi tra le mani e le mura domestiche uno scatolone pieno di colore, che almeno con la mente ti riportava ai canti e balli (e alle mangiate) di paese fu subito accolta con entusiasmo.
Gli ordini furono da subito numerosi e in un solo mese di tempo si arrivò al sold out.

– Ogni kit è stato presentato con tanto di video e mascherina annessa


La prima collezione


I primi kit realizzati furono: “Fusillo Felittese” (che riprendeva la storica e famosissima sagra cilentana del fusillo. Riproponeva i fusilli fatti a mano di Oro di Felitto, presidio Slow Food e fiore all’occhiello anche dei nostri partner commerciali), del “semplice” sugo di casa in bottiglia, il vino (nella tipica fiaschetta) con i 2 cocci.
A seguire poi “Lagane e Ceci” ispirato appunto a Rufoli e Cicerale. Con lagane secche realizzate artigianalmente dal pastificio Ligurso, olio selezionato Marco Rizzo e Ceci di produzione Angelo Ferrante. Sempre il tutto accompagnato da cocci & vino.
Fagiolo di Controne” vedeva invece un morbido viccio pronto da infornare, accompagnarsi con olio, sempre Marco Rizzo, e con fagioli di Controne, sempre dell’azienda agricola Ferrante.
Molto simile, ma con l’elemento caratterizzante dei “cicci” sottovuoto fu l’apprezzato “Ciccimmaretati“, dedicato alla celebre Stio. Infine, un kit che era una vera bomba, quello del “Carciofo bianco di Pertosa” con carciofi scelti sott’olio, in carpaccio, accompagnati da un amaro unico e tipico, sempre naturalmente al carciofo.


Il futuro del Sagra Kit


Il sold out prima di Natale arrivò a fagiolo, questo permise una pausa riflessiva che convinse tutti a prolungare il rilascio dei Sagra Kit a cadenza annuale, con special edition in occasione di eventi spefici, in una veste grafica rivista, in un nuovo box e in nuove edizioni. Un articolo che potrebbe essere il grande primo prodotto tipico e riconoscibile de Il Trono di Sagre, in una futura, amichevole e duratura collaborazione con Vicceria.


Falco


Si è parlato molto del Sagra Kit sulla nostra pagina FB:

– Il video del Kit Fusillo Felittese dal nostro canale YT
– Il video del Kit Ciccimmaretati dal nostro canale YT
– Il video del Kit Fagiolo di Controne dal nostro canale YT
– Il video del Kit Lagane e Ceci dal nostro canale YT
Ciccimaretati – Stio (SA)

Ciccimaretati – Stio (SA)


Farsi 1 ora e 30 di macchina per una sagra è un traguardo che finora abbiamo rimandato volentieri, solo che a volte ti sale quella voglia di zuppa di ceci, mi spiego?
Ciccimaretati sembra il posto giusto…

– Una ricca cesta di fichi secchi tra gli stand di Ciccimaretati


La traversata fino ai Ciccimaretati


Con questi e altri pseudobanali motivi comincia il viaggio per Stio, per la festa dei Ciccimaretati, letteralmente “ceci sposati”, e a chi gliel’ha fatto fare al cecio di inguaiarsi?
Un’irresistibile zuppa poligama di mais, farro, fagioli…
Ma andiamo per ordine.

La traversata per quanto lunga non è complessa, tolto che a Capaccio imbocchiamo un controsenso e tutto rischia di finire prima di cominciare.
I Creedence dall’alto ci guidano alla meta dove un parcheggiatore troppo simpatico per non essere ebbro ci fa sistemare dentro la porta di un campo di calcio, cominciamo gia benissimo.

Memori che a Bracigliano due giorni fa, alla gioiosa Sagra del Convento, buttava la Bora, ci siamo coperti decentemente, io in particolare con una giacca-crema modello Comunione che ha attirato lo scherno dei miei compagni di viaggio, e anche dei Cicci.
Probabilmente anche il parcheggiatore ha avuto da ridire.

Sir Ciurillo invece si è vestito come se dovesse andare a pescare rane nella più assolata giornata d’agosto, ma tranquillizza tutti meno che se stesso con un placido “No, ma io sto bene”.
Il freddo un pò si fa sentire.


Stiongapore


Lo spiazzo dove si tiene la festa regala un sereno colpo d’occhio, la parola d’ordine è Pulizia. Sembra che abbiano stirato il campo.
E’ un castagneto, nel quale sono stati allestiti tavoli circondati da stand gastronomici, ma avvicinandoci alla cassa capiamo come Stio in realtà sia più avanti di Singapore.

Basta lasciare il numero di cellulare e al momento in cui si libera il tavolo si viene raggiunti da un simpatico sms con tutti i dati per raggiungerlo. Stiongapore.

Durante l’attesa diamo un’occhiata a cosa offrono i venditori di gioie ambulanti nei dintorni e cominciamo a inciottirci di cacio agli spinaci, pecorino, formaggio di Fossa, fiche, nel senso di frutta, fiche secche, NEL SENSO DI FRUTTA, Moscato Lambiccato che potrei bere a imbuto, origano colto sopra i 1000 metri, polvere di stelle e un pezzo del meteorite di Tunguska. C’è un pò di tutto, ed è tutto buonissimo.

Si ma l’sms dov’è? Ho fame, comincio a smascellare, anche se sono passati solo 20 minuti scarsi ed ecco che un familiare DING risuona sul telefonino:

“Gentile Sir Ciurillo, il suo tavolo è pronto!”

Per la gioia prendiamo a pugni Sir Ciurillo, si magna!

Tavolo 44, siamo noi!

Una simpatica cameriera acchittata da vivace raccoglitrice locale di ceci ci fa accomodare e parte il brainstorming su cosa prendere, la risposta è facile: Tutto.

La ragazza accoglie entusiasta la notizia e felice come fossimo suoi ospiti saltella via con le ordinazioni.
Nell’attesa brindiamo con un giro di rosso locale, che ormai accompagna le nostre serate da 3 mesi, o 20 anni.

– Cavatelli fumanti e ciccinascoti un pochino dietro


Letteralmente tutto il menu


Le terrine fumanti non si fanno attendere e parte un 1-2 terrificante di Cavatelli al sugo e dei novelli sposi Cicci.

Cominciamo dalla zuppa, pane alla mano, e raspiamo avidi in quel coccio colmo di bontà, ad ogni boccone un sapore di ceci che si sciolgono in bocca, che si precipitano giù nel gargarozzo scivolosi d’olio d’oliva, con un sapore che non diventa mai banale grazie alla croccantezza del farro, al colore brillante del mais.
Ad ogni morso ci trasformiamo in un dipinto ad olio di contadini dell’ 800‘ affamati, solo molto, molto più rumorosi.
La zuppa è ottima, qualcuno già reclama il bis, ma freno gli entusiasmi, tocca ai Cavatelli.

La pasta è buona, non sfigura di fronte alla portata principale precedente, ed è bella ricoperta da una slavina di parmigiano come piace a me, che il formaggio lo grattugio anche nell’acqua frizzante, o su altro formaggio.

Scarpetta e siamo pronti a ricominciare, ma il peso di 2 primi si sente.


KO tecnico


SBAM.
Un monolite di grano piomba dal cielo, è la terza portata, qualcuno dice che è una “torta di Carnevale”, altri che sarà la tomba, ma non di Carnevale, la nostra.

E’ un chiodo terrificante, ma a me piace tantissimo, mi riporta alla mente Pasquette in cui avevi deciso di giocare a fresbee, correre nei campi, fare la verticale, ma dopo 40 minuti, 5 bicchieri e 4 torte rustiche ti vengono a prendere con la barella mentre giaci riverso presso una cacca di mucca formato famiglia.

Qui io faccio un errore madornale dal quale Sir Ciurillo aveva cercato di mettermi in guardia con la saggezza di chi queste boiate le ha già fatte: prendo le Mulignane m’buttunate.

Un nome un programma. Arrivano e luccicano come petrolio.
Non faccio in tempo a dire “Hai sentito come sono carnose?”
che realizzo con orrore che il ripieno è praticamente una cosa a sè, una polpetta di uova e formaggio di capra talmente calorica che ho saputo Elon Musk ne stia valutando l’uso come carburante fossile per la missione su Marte del 2030.
Solo ancora non sanno se riusciranno a friggerne abbastanza anche per il ritorno.

Le melenzane sono buonissime, ma sono provato.

– Un pieno di melanzane ripiene e fai Cassiopea e ritorno


Letteralmente tutto il menu, di nuovo.


Credete sia finito tutto qui? No, perchè noi ci vogliamo male.

Altri 2 piatti. Patate “arruscate” al forno e Patate cu le foglie e lu vicciu. Patatepatatepatatepatate, e patate.

Siamo alla 5° ripresa contro Apollo Creed, e i suoi guantoni di amido sferrano pugni al nostro ventre molle, come uno scalatore che perde la presa su uno strapiombo mi aggrappo ad una roccia sporgente di crosticina bruciata di patata, la croccantezza è una ventata di aria fresca.

Sir Ciurillo che non ha preso le melenzane si bulla e avanza spedito scavando col viccio nella portata seguente mentre io arranco a fatica e comicio a dover respirare fingendo naturalezza, il mio vecchio vizio di mangiare come se mi rubassero il cibo ha colpito ancora, ho ingerito lo stesso quantitativo di aria, patate e ansia, e si fanno sentire.

Per fortuna le bietole che sono nelle patate (si, ancora altre patate) fungono da scivolo e la portata finale è completa.

Brindiamo all’impresa e reagiamo alla Gerry Scotti quando la bella donzella ci propone zeppole e struffoli, siamo sazi, siamo sazi e felici, era tutto buonissimo.

Satolli ci alziamo e ci dirigiamo alla macchina.
Vorrei dirvi che è finita qui ma come polli cadiamo nella trappola del baffuto uomo dei fichi e ne prendiamo una stecca di quelli m’paccati.
E un pò di quelli mosci.
E un paio freschi.

E una forma di formaggio.

Il ritorno è lungo, nel tragitto ascoltiamo Lucarelli ma ancora una volta, a farci paura, siamo stati noi stessi, ma quanto merita Ciccimaretati? Tantissimo.


Falco


La pagina degli organizzatori:

Ciccimaretati.it


Scopri il post originale su FB!

– Parte 1 di Ciccimaretati a Stio (SA)
Parte 2 di Ciccimaretati a Stio (SA)


Leggi le altre recensioni:

Recensioni