Affascinati dall’idea di un ristorante autentico e genuino ci lanciamo nella prima delle nostre recensioni a Nocera Inferiore, scegliendo Trattoria 52 come nostra meta del giorno.
Non sappiamo esattamente che tipologia di piatti aspettarci.
Sarà pesce? Sarà carne? E’ un tiro di dadi, e allora andiamo.

Un bel tavolo
Nelle mie solite idiozie prenotando avevo richiesto “un bel tavolo”, sentendomi rispondere ridendo che “i tavoli qui sono tutti belli!”. E’ una risposta paraculo, ma del resto la mia è una presentazione da imbecille e quindi mi fa piacere che venga accolta immediatamente con ironia. Non a caso non siamo neanche entrati che già ridono.
Intuiscono dalle nostre richieste che siamo “forestieri” e con grande umiltà e sorpresa si chiedono “perchè siamo venuti fin qui da Battipaglia” e “come li abbiamo trovati”.
Giustamente non sanno che la nostra passione per il cibo è una malattia e non più un hobby.
Non sanno che col Corvo ormai di primo mattino dopo aver riletto gli impegni giornalieri de Il Trono di Sagre la seconda cosa che ci chiediamo è “Ma quindi stasera che ci mangiamo?” e non sanno fin dove possiamo spingerci, per l’agognata mangiata.
E’ proprio così che capito l’andazzo il nostro oste, Liberato, si siede al tavolo con noi e compreso il tenore dei personaggi che ha di fronte (di quelli che mangiano tipo mulazza, per intenderci) ci da qualche dritta e si prende qualche libertà negli ordini.
Sento infatti che richiede in cucina un antipasto bello abbondante, una sequela di nomi e pietanze che mi lascia intendere che anche questo weekend il massimo dell’interazione che avremo sarà quella con sedia e tavolo, ma ben venga.

L’antipasto
Come sospettavamo in pochi minuti arrivano in sequenza un tagliare misto di salumi e formaggi bello capiente, una parmigianina con cialda di parmigiano, un piattino di pomodori secchi accompagnati da miele e confetture e poi la star della serata: la provola alla piastra.
Ora, questa provola ve la dovete un attimo immaginare (finché non vedrete la foto).
Sono quattro belle fettone spesse fatte imbrunire alla piastra e rese morbide, calde e filanti, ma non fuse (!) impreziosite da una cascatina di uva passa e mandorle (belle dorate come se fossero state anche caramellate), zucchine alla scapece e melanzane arrostite e sott’olio.
Alla base di questo Everest lattaginoso una misticanza che inizialmente mi fa storcere il naso, ma che effettivamente ripulisce il palato in vista del prossimo boccone. E’ sicuramente la signature move del locale, almeno per me, ma il resto non è da meno.
Tornando un secondo al tagliere mi concentrerei sulla ricotta affumicata (che sinceramente non avevo mai provato), sulla dolcezza del prosciutto e sulla versatilità del mio amato prima sale, che può facilmente essere spalmato su del morbido pane e annaffiato di miele e confetture e rifinito con i succosi pomodori secchi messi a disposizione.
Per quanto riguarda la parmigiana, anch’essa molto curata, l’ho trovata molto cremosa e saporita.
A me piace quando quasi la puoi spalmare (così si presta meglio al panino) ed inoltre era piacevolmente appesantita da una fondutina di mozzarella alla base, il che ha permesso una scarpettata reale, da sugo della domenica.

I secondi
Allietati da tutte queste delizie giungiamo di buonumore ai secondi.
Io ho scelto il tentacolo croccante, poi in ordine sparso avevamo una bella entrecote scaloppata ai funghi porcini e del baccalà fritto con peperoni. Di fianco, una caterva di contornini.
Zucchine alla scapece, patate al forno, peperoni sott’olio e alici fritte (che solo in un contesto del genere potevano diventare un contorno).
Il tentacolo, come recita il menu, è veramente croccante. Saggiamente abbrustolito in stile provola reale (quella di prima) e adagiato su una cremina di patate, che in realtà è molto limitante definire solamente in questo modo perché è palese che sia un mix di diversi ingredienti. Al centro di ciò un paio di cubetti di zucca arrostita.
Piatto piacevolissimo e scarpettato, anche qui, molto avidamente.
Al volo non ho perso l’occasione per provare anche il baccalà fritto (davvero un fritto perfetto, non unto, pulito al palato, con panatura croccante) e una forchettata della morbida carne succosa presa dal Corvo, anche qui…poco da dire!

L’intrattenimento
Come nostro solito abbiamo cominciato a fare comunella e per lunghi tratti della serata sia lo chef che il gestore di sala si sono accompagnati e accomodati intorno a noi per qualche chiacchiera, approfittando della serata tranquilla.
E’ stata al solito una delle parti più piacevoli, ci piace sempre, dove siamo stati bene, creare anche qualche legame con proprietari e personale, in vista di un’eventuale seconda venuta (che capita quasi sempre, se il posto merita davvero).
Le chiacchiere ovviamente sono state aiutate da un po’ d’uva bianca (che grazie a Dio abbiamo scelto al posto del dessert, sennò davvero non si camminava) e con del limoncello di produzione propria della Trattoria 52 che ci ha aiutato il passaggio dal vino rosè che abbiamo bevuto durante la serata fino ad un sorbettino al limone, gentilmente offerto dalla cucina, che è stata solo l’ultima delle tante attenzioni ricevute durante la nostra lunga sosta a tavola.


Trattoria 52, in sintesi…
In sintesi questi sono quei locali che piacciono a me. Quelli semplici, con le materie prime di qualità e i piatti abbondanti, con la simpatia di contorno di tutto il personale, quei posti dove poi vuoi tornare subito, perché sei stato bene. E così siamo stati bene noi, e sicuramente se siamo in zona Nocera…ci faremo rivedere.
Dunque, da Trattoria 52 abbiamo preso: Tagliere formaggi e salumi con pomodori secchi, miele e confetture, Provola alla piastra, Parmigiana di melanzane con cialda di parmigiano, Alici Fritte, Zucchine alla scapece, Patate al forno, Peperoni sott’olio, Entrecote scaloppata ai funghi, Tentacolo di polpo croccante (x2), Baccalà Fritto, Uva bianca, 1 litro e mezzo di rosè, con coperto, amaro e sorbetto finale (quest’ultimo offerto) e abbiamo speso 140,00 €. Forse un pelino caro per un contesto da trattoria, però si è mangiato con grande, grande gusto e devo dire grande sorpresa, siccome per certi piatti non ci aspettavamo una lavorazione così complessa (vedi il Tentacolo).
Per ripartire abbiamo avuto bisogno di 2 passi e un frizzante Gin Tonic.